Cornovaglia e sudovest dell’Inghilterra
Premetto che il nostro itinerario include un paio di tappe (Lyme Regis e Bath) obbligate per chi come noi ama Jane Austen e altri riferimenti letterari. Comunque l’idea di base era fare un tour completo in senso orario di tutta la penisola. Col senno di poi, dedicherei più giorni alle coste della Cornovaglia. A volte raggiungere certe località porta via molto più tempo del previsto e spesso ci ritrovavamo in ritardo sulla tabella di marcia. L’altro aspetto sottovalutato è l’afflusso di turisti inglesi in queste zone alla fine di agosto! Si tratta dell’ultima settimana di vacanze estive e il 29 agosto (Summer Bank Holiday) per loro è come il nostro Ferragosto, dunque nelle località più turistiche abbiamo trovato veramente una bella folla! Inoltre tutti i residenti ci hanno confermato che negli ultimi anni settembre è meno piovoso di luglio e agosto, dunque una ragione in più per far slittare di almeno una settimana il soggiorno.
Confermo ciò che è stato ripetuto più volte nei resoconti: i parcheggi e i biglietti d’ingresso sono molto costosi! E neanche il sistema di park+ride ci è sembrato conveniente (a Bath abbiamo speso 12 pounds perché si paga a persona e non ad auto). Però il tutto si compensa con il costo accessibile degli splendidi b&b e dei pasti. Forse si potrebbe calcolare a tavolino quante attrazioni gestite dal National Trust e quante gestite da English Heritage si intende visitare e invece di comprare i biglietti singoli, fare l’adesione all’associazione che permette poi l’ingresso gratuito a tutto il circuito. Noi abbiamo preferito un programma elastico, senza troppi vincoli, tranne le prenotazioni dei b&b, obbligatorie visto il periodo di altra stagione e il ponte del 29.
Un altro capitolo importante è quello della guida: confermo che gli inglesi non suonano ai turisti imbranati, ma non è assolutamente vero che guidino piano, anzi tutt’altro! Consiglio vivamente una macchina compatta, automatica (se sapete guidarla) e i primi due giorni è meglio fare tratti brevi per prendere confidenza con il milione di rotatorie al contrario che dovrete affrontare!
Noi abbiamo affittato con Europcar direttamente dal sito dell’aeroporto e facendo la “casco” al costo aggiuntivo di 9 pounds al giorno ci hanno “regalato” un guidatore extra. Alla fine siamo stati bravissimi, ma un paio di righe sul cerchione e sullo specchietto sinistro (contro marciapiedi e siepi a bordo strada) sono state inevitabili! Con la “casco” non controllano neanche lo stato della macchina alla riconsegna perché comunque la copertura è completa.
E ora ecco passo passo il nostro itinerario:
1° giorno – Atterraggio a Bournemouth verso mezzogiorno, ritiro auto a noleggio (già prenotata e pagata on-line). Prima tappa Corfe Castle: mangiamo degli ottimi sandwich al Castle Inn (alla fine del paese) e visitiamo gli affascinanti resti del castello. Dall’alto vediamo il simpatico trenino a vapore che conduce fino a Swanage, ma per mancanza di tempo facciamo tutto in macchina.
Prossima tappa Lulworth Cove e l’arco naturale Durdle Door. Qui ci siamo un po’ persi, anche perché l’ingresso al parcheggio è un po’ nascosto. Il consiglio generale è di tenersi sempre sulle strade principali, quindi in questo caso bisogna riprendere la A351 fino a Wareham, prendere la A352 verso Dorchester e uscire per West Lulworth. Per raggiungere il parcheggio vicino alla baia bisogna entrare nel campeggio, oltrepassare la reception e prendere la strada a sinistra.
A questo punto andiamo diretti a Lyme Regis dove alloggiamo nel simpatico ed economico Booklover’s B&B. Nel complesso è il b&b più “basic” del viaggio, ma è affascinante essere circondati da così tanti libri (tutti acquistabili). Le camere sono comode, pulite e il bagno ha addirittura il bidet! In ritardo per la cena, ci dobbiamo accontentare di un fish&chips non proprio esaltante che affoghiamo con un paio di pinte di ottima birra nel pub locale.
2° giorno – La mattina è soleggiata, ne approfittiamo per visitare questa simpatica cittadina, famosa per le sue coste piene di fossili e per essere stata una località balneare alla moda già nel Settecento. Facciamo un po’ di shopping, mangiamo un “Cornish pasty” al volo e ci dirigiamo a Beer, altro simpatico villaggio di pescatori. A questo punto il programma prevede l’attraversamento delle brughiere del Dartmoor, ma appena puntiamo verso l’interno il tempo peggiora e alla fine decidiamo di costeggiare tutta la parte nord dell’altipiano. Facciamo una breve tappa a Tavistock, dove ci regaliamo un “Cream Tea” (tè nero servito con focaccine, una specie di mascarpone e marmellata) e proseguiamo per Horrabridge, il minuscolo paesino in cui abbiamo prenotato uno splendido b&b ricavato da una vecchia scuola (Old School Guest House). Le camere, i bagni, il salone comune e il giardino sono tutti spettacolari, il paesino è simpatico, ma quello che ci rimarrà nel cuore è la splendida cena che consumeremo al pub Leaping Salmon, uno dei pasti migliori del viaggio!
3° giorno – La nostra mèta di oggi è The Lizard e Penzance, dove alloggeremo due notti. Decidiamo di arrivarci quasi senza soste, ma visto che piove, ad un certo punto ci fermiamo a dare un’occhiata all’Eden Preject. Il biglietto costa 22 pounds a persona e dunque sarebbe logico passarci almeno una mezza giornata. Ci limitiamo ad un giro nell’interessante shop e proseguiamo per Lizard Point. Come al solito la costa è ventosa e soleggiata! Ci godiamo degli ottimi sandwich nella caffetteria ai margini del sentiero e poi ci tuffiamo nella natura selvaggia della Cornovaglia!
Le scogliere sono spettacolari, i prati pieni di fiori selvatici multicolore, le acque dell’oceano turchesi e burrascose… insomma lo scenario corrisponde perfettamente all’immagine che ci eravamo fatti di questi posti! Sulla via del ritorno, facciamo una sosta anche a Kynance Cove, altra splendida baia piena di scorci pittoreschi. In serata arriviamo a Penzance e ci sistemiamo all’Elmsdale b&b. Anche qui camere spaziose e luminose, posizione tranquilla, bagni nuovi, niente da eccepire. Stasera proviamo il ristorante indiano nepalese Taj Mahal e poi digeriamo il tutto con uno striminzito gin&tonic nel kitschissimo pub Admiral Benbow (pieno di vestigia navali).
4° giorno – Ci aspetta la giornata più intensa, pochi chilometri, ma strade strettissime e tante località da visitare. Iniziamo da Mousehole (che i locali pronunciano “mozol”), un paesino di pescatori più ruvido degli altri, dominato dalle barche arenate nel porticciolo a causa della bassa marea. Torniamo poi indietro e ci inerpichiamo su una stradina alla volta di Porthcurno. Sulla via ci fermiamo a vedere un misterioso cerchio di monoliti denominato “The Merry Maidens” che ci affascina soprattutto perché completamente ignorato dalla massa di turisti. Arriviamo finalmente in una delle mète più suggestive del viaggio: la spiaggia di Porthcurno e il Minack Theatre che lo sovrasta! Sabbia dorata, acque gelide e cristalline, scogliere ripide e poi l’ascesa verso il teatro, a picco sugli scogli. Rowena Cade ha creato un piccolo gioiello in questa baia da cartolina e la location del teatro è di per sé uno spettacolo, prima ancora che la rappresentazione cominci!
Lasciamo questi posti a malincuore e andiamo verso l’ormai disneyana Land’s End. Anche qui le scogliere, le brughiere, i marosi sono molto “cornish”, ma c’è un milione di persone e il parco-giochi che ci hanno costruito intorno rovina buona parte dell’atmosfera. Approfittiamo di questo complesso moderno per mangiare un “cornish pasty” accompagnato da un bicchiere di sidro e ripartiamo. Seguendo i consigli del proprietario del b&b ci fermiamo a Botallack. Non ci sono indicazioni e questo per fortuna tiene lontana la massa di turisti. Qui la scogliera è punteggiata da alte ciminiere di mattoni e antichi edifici in rovina che appartenevano alle tante miniere di stagno ormai abbandonate. Grazie alle poche persone che incontriamo, al cielo tempestoso, al vento battente e alla vegetazione selvaggia, scattiamo delle foto veramente scenografiche!
Ultima tappa di questa lunga giornata, la mondana St. Ives. La cittadina è molto affollata, ma basta spingersi fino al promontorio denominato The Island per uscire dalla calca e godere di una bella vista d’insieme della città, il mare e le sue due belle spiagge.
È tempo di tornare a Penzance, stasera decidiamo di regalarci una bella cena di pesce in un ristorante un po’ più trendy, The Navy Inn. Lo stile di cucina è un po’ francese, ricco di burro, ma alla fine mangiamo bene e spendiamo un cifra abbordabile (intorno ai 25 pounds a testa).
5° giorno – Oggi ci aspetta il viaggio più lungo, dalla punta estrema della Cornovaglia alle spiagge settentrionali del Devon. Ma prima di metterci in marcia, andiamo nella vicinissima Marazion e grazie alla bassa marea, percorriamo a piedi il sentiero verso St. Michael’s Mount. Decidiamo di non visitare il castello, ma ci godiamo la vista della baia dai suoi bastioni e poi ci rimettiamo in macchina e facciamo un’unica meritatissima tappa intermedia: Tintagel! Il paese è molto turistico, poi oggi è la domenica di questo ponte estivo, dunque c’è veramente il mondo, ma la location di questo mitico castello è veramente suggestiva e vale la pena percorrere i tanti stretti scalini che attraversano il promontorio.
Al ritorno in paese ci prendiamo un tè con gli ormai abituali sandwiches e scones e poi ripartiamo alla volta di Braunton. Anche questo b&b (The Brookfield) è bellissimo! I bagni sono magnifici, le camere ben arredate e pulite, il giardino d’inverno una meraviglia. Invece di riposarci corriamo a vedere le dune di Braunton Burrows. Purtroppo è tardi e capiamo che è impossibile arrivare al mare percorrendo questo lungo sentiero (che parte dal cancello dell’area militare), ma circa a metà c’è una duna bellissima, in un mare verde di vegetazione e vale la pena arrivare almeno fin lì per godersi la luce del tramonto sulla sabbia fine dorata! Proseguiamo per Croyde, località piena di surfisti e teenagers, e ceniamo in un locale giovane, ma piuttosto modesto per la qualità del cibo (Blue Groove).
6° giorno – Per prima cosa decidiamo di tornare verso le spiagge viste al crepuscolo la sera prima. Immortaliamo dall’alto la bellissima Saunton Sands e da vicino quella altrettanto bella di Croyde, su cui facciamo una rinfrescante passeggiata nella bassa marea.
Purtroppo è arrivato il momento di lasciare la costa e puntare verso il Somerset. La prima tappa è Glastonbury (la leggendaria Avalon). Come ci aspettavamo è molto affollata e molto commerciale, il locale hippy consigliato dalla Lonely Planet (The Rainbow’s End) è alquanto deludente, però i resti dell’abbazia sono belli e soprattutto ci colpisce l’ascesa al ventoso Glastonbury Tor.
Tappa successiva è Wells con la sua bella cattedrale e i suoi tanti edifici storici.
Il b&b di stasera è forse il più bello di tutti: Copper Beeches a Chewton Mendip. La casa e il giardino sono favolose, anche se su questo minuscolo villaggio agricolo aleggia un intenso odore di letame. Il pub locale è a due passi, quando entriamo ci guardano come alieni, ma poi il proprietario si siede vicino a noi, ci consiglia piatti e birre e tutto va nel migliore dei modi.
7° giorno – Poche miglia ci separano da Bath. Raggiungiamo il parcheggio 4 e poi andiamo con lo shuttle in centro. La città nonostante sia ormai un giorno feriale è affollatissima. Vediamo The Crescent e The Circle, visitiamo il Jane Austen centre, solita consueta tappa per tè e sandwiches, passeggiata nella zona pedonale tra la cattedrale, i bagni romani, The Pump room, ecc. Facciamo gli ultimi acquisti e puntiamo verso sud.
Decidiamo di fare una piccola deviazione e vedere il famoso Stonehenge! Anche qui turisti di tutte le nazionalità, però nonostante la commercializzazione estrema, la potenza evocativa di questo “stone circle” si fa sentire.
Il nostro ultimo b&b è a Ringwood, a due passi dall’aeroporto di Bournemouth. La location è perfetta e come al solito l’alloggio è molto carino, l’unico neo è che l’Avonmead House affaccia direttamente su una quattro corsie e per raggiungere il paese a piedi bisogna attraversare uno svincolo autostradale! La gentile signora del b&b ci consiglia un ristorante di pesce tipo brasserie francese che a quanto pare i britannici amano molto. Il Seven Fish risulta un po’ asettico rispetto ai tradizionali pub, ma il cibo è buono e i dolci sono ottimi, dunque è una buona conclusione di questo viaggio.
Abbiamo macinato miglia su miglia, visto tanti scorci spettacolari, ma la sensazione che rimane è che avremmo dovuto dedicare più tempo alla costa, visitando Looe, Polperro, Zennor, Bude, Clovelly…. Purtroppo una settimana passa in fretta e prima o poi dovremo tornare per godere al meglio questo suggestivo angolo di Europa!