Cornovaglia con pioggia al seguito

Una settimana lunga nel braccio di terra più a ovest della Gran Bretagna, accompagnati quasi sempre da pioggia e tempo inclemente. Motivo in più per ritornarci
Scritto da: Mar_Bru
cornovaglia con pioggia al seguito
Partenza il: 13/08/2012
Ritorno il: 22/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Correva l’anno… 2012, sì, quello della fine del mondo preannunciata – a sentir le interpretazioni di certi studiosi – dai Maya. Ma la cosa non ci tange, e decidiamo di andare ad “esplorare” la regione sud-occidentale della Gran Bretagna, nonché meta di villeggiatura dei sudditi della Regina Elisabetta. La Cornovaglia, passando per le contee del Somerset, del Devon, del Dorset e di molte altre ancora!

13 agosto: salutiamo l’Italia dall’aeroporto di Treviso – fresco di ampliamento – diretti a Stansted. Londra è ancora sotto l’effetto Olimpiadi, terminate da poco. Noleggiamo l’auto, impostiamo il navigatore e mi faccio il segno della Croce; è la mia prima volta con il posto di guida a destra. Fatti i primi cinquanta metri mi sparisce ogni timore: è una macchina normale (per la cronaca, una Vauxhall Corsa) con cambio sì a sinistra ma con la “logica” nostrana – prima a sinistra, retro a destra – e medesimi pedali. Sono invertiti però i comandi degli indicatori di direzione con le spazzole vetri. Più di una volta il mio esser italiano si sarà notato nelle rotatorie: senza freccia, ma con tergilunotto che si attiva. Bypassiamo Londra da nord in direzione ovest, passando per Windsor, dove sostiamo una mezz’oretta, e poi Bath, poco lontano da Bristol. Bath, in inglese, significa “bagno”. Ecco, andare in Inghilterra per andare a vedere come funzionavano le terme… italiane ai tempi di Costantino e Cesare mi umilia non poco. Bath è una splendida cittadina dove gli inglesi han pensato giustamente di custodire gelosamente quanto costruito dai nostri avi e di conservarla al meglio. Un’ora e mezza di visita. Pernottiamo quindi in una locanda a Radstock, distante poco meno di venti minuti dalle terme. Il tempo è bello, partiamo con i migliori auspici. Illusi…

14 agosto

Riprendiamo il viaggio dopo un’abbondante colazione fatta di bacon, funghi, uova, pane tostato e pomodori. Fino ad allora mi ero sempre chiesto come facessero gli inglesi a ingurgitare quella roba di prima mattina. È quel giorno preciso che cambiai idea: ora la colazione inglese l’adoro, ed il pane tostato cerco di averlo sempre presente quando mangio. L’unico neo è la digestione. La prima mezz’ora di guida la senti, ma poi ti fa arrivare a sera senza mangiare altro. Iniziamo a vedere l’Atlantico, lasciando quindi la contea di Somerset, poi quella del Devon ed entrando finalmente in Cornovaglia. Lungo la strada troviamo l’indicazione di un Bed&Breakfast, e la seguiamo. L’auto ci passa a malapena in quella stradina, che sembra non finire mai. Dopo quasi 5 km così, ci balena l’idea di invertire la rotta e rientrare sulla strada principale: fortuna che sull’unico bivio del tragitto notiamo l’indicazione del B&B, e il dubbio svanisce del tutto quando abbiamo la conferma che c’è posto e razionalizziamo meglio dove siamo. Una vecchia struttura in muratura a ridosso della costa più “cattiva” della Cornovaglia, dove i venti soffiano forti e l’erba non cresce mai dritta, ma curva, sferzata dalle folate marittime. Un posto dove le pecore pascolano mansuete e senza pericoli. Ci sistemiamo coi bagagli e andiamo a fare una passeggiata. Il tempo sta cambiando, nuvole grigie sono già pronte lì, davanti a noi, su un mare blu scuro. Scendiamo da un sentiero fino alla costa. Sparpagliata di oggetti che una volta stavano nelle navi: salvagenti, galleggianti… In effetti più di una nave si è schiantata su quelle rocce, e noi ne stiamo vedendo le cicatrici superficiali. La notte giunge con il sibilo del vento che entra nel maniero, forte. I muri tremano, e il pensiero corre all’Emilia devastata del maggio scorso: qui però non c’è pericolo di terremoto. Ma l’edificio, credetemi, si muoveva davvero!

15 agosto: ferragosto

In Italia, qui no. È un mercoledì estivo. Si fa per dire, visto il tempo e l’acqua che inizia a scendere. Lasciamo il B&B che ci sembra esser stati catapultati in ottobre direttamente. Settembre nemmeno è da considerarsi. Resistiamo meglio al freddo che ai climi torridi, e rimontiamo in auto. Le tappe di oggi sono Tintagel (il castello di Re Artù e Mago Merlino) e Port Isaac. Il castello di Re Artù consiste in ruderi, cui la visita è obbligatoria più per il posto che per altro. Gli inglesi sanno gestire il turismo, e sanno far soldi – tanti soldi – solamente mostrando rocce e spuntoni di qualcosa che non c’è più. Affascinante. Lasci il parcheggio su un anonimo sentiero che ti fa scendere dolcemente all’ingresso del sito. È come essere in un canyon. Passata la sbarra e dopo un centinaio di passi nel sentiero, ecco la natura che si scaglia violenta sulla terra. Vento, falesie e scalette ripide. E sotto, al contatto con l’Oceano, la grotta di Merlino. Le leggende lo vogliono ancora vedere comparire in quegli anfratti. Noi vediamo tanti turisti schiamazzanti, che di leggendario hanno ben poco. Riprendiamo il viaggio. Ci fermiamo a Port Isaac e a Padstow. Assaggiamo un fish&chips su queste cittadine costiere dove la ricchezza dei pesci è stata sostituita da quella ben più redditizia del turismo. Locande, negozi di souvenir, pub a più non posso. Alloggiamo a Newquay, in un B&B. Il posto è famoso per il surf, la sistemazione è senza pretese: lungo un’arteria che porta dalla periferia al centro, in una villetta a schiera a due piani.

16 agosto

La meta principe di oggi è il punto estremo a ovest della Cornovaglia, Land’s End, la fine della terra. Il nostro “terzo” compagno di viaggio, indesiderato, il tempo: piovoso e, quando andava meglio, grigio tragedia. Non ci scoraggiamo. Prima di giungere al capolinea dell’Ovest passiamo per St Agnes, St Ives, Zennor, St Just e Sennen Cove. St Ives ci offre uno spiraglio di sole, che ci consente di ammirare la bellezza della cittadina costiera e la sua spiaggia. Sennen Cove invece subentra ancora la drammaticità dell’Oceano: sferzata da onde e da un cielo dove il confine tra aria ed acqua pare non esserci mai stato, il paesino verrà ripreso dalla BBC anni dopo durante una delle tanti perturbazioni che hanno segnato l’estate 2014. Land’s End è come Capo Nord: una falesia che da sull’Oceano popolata per qualche mese all’anno da stranieri che sostano qualche ora e scattano centinaia di foto. E’ un centro commerciale in scala posto in mezzo a massi di basalto ed onde. Venire in Cornovaglia e non passarci è un’eresia: la tappa ci sta tutta, e anche una breve camminata a filo della marea burrascosa. Il sentiero – data la mole di turisti che lo solcano ogni anno – è facile, ed è consigliato anche alle famiglie con i relativi cuccioli. Passeggino compreso. Ritorniamo alla barc… all’auto, direzione est. Pernotteremo a Paul, abitato della cittadina di Mousehole, in una locanda con pub annesso (The Kings Arms, facile da trovare su Google. Merita).

17 agosto

Metà vacanza, tempo di iniziare a guardare al ritorno. Il tempo nuvoloso e la pioggia si danno il cambio. Il sole però quel giorno vuol riposarsi: in effetti non lo vedremo. La nostra intenzione era quella di vedere Mount St Michael, l’equivalente inglese del più famoso Mont-Saint-Michel in Francia. È più piccolo ma è fatto allo stesso modo: con l’alta marea la penisola diventa raggiungibile solo con barche. Quel giorno ne veniva giù così tanta che credo fosse possibile transitare direttamente lungo la stradina di collegamento con un natante! Nuotatina (si fa per dire) per il paesino e poi in marcia! Passiamo per Portleven, Lizard, Ruan Minor e infine Coverack. Il tempo inclemente ci fa cogliere un decimo delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche presenti; la sorte però ci viene incontro col B&B: un’incantevole casetta che sale inerpicata dalla strada, e dove dal terrazzino della camera la vista sulla costa aiuta a chiudere sereni e trasognati gli occhi…

18 agosto: ultimo giorno in Cornovaglia

Il tempo è sempre contro di noi, ma oggi si gioca d’attacco. Andiamo al coperto! A vedere l’Eden Project, un insieme di biosfere con più climi a poche miglia da St Austell. Ricavato da una cava dismessa, è una struttura avveniristica per via di queste strutture semisferiche con struttura esterna a nido d’ape. Il costo d’ingresso è alto (attorno ai 28 euro per un adulto, 17 per un ragazzino dai 5 ai 16 anni. I cuccioli più piccoli non pagano, fortunatamente) e tralascio ogni giudizio personale. Va visto, ed è molto istruttivo. Anche se molto all’interno dei biomi è italiano: gli inglesi adorano il nostro cibo, e ne troviamo conferma là dentro. Nel clima mediterraneo c’è una vasta area dedicata all’Orto Italiano (…scritto proprio così), con tante piante che da noi crescono spontanee. Faccio notare che quel giorno, quando entrammo nel “clima tropicale”, ci rendemmo conto che era quello presente da noi alla partenza, e quando passammo nel “clima mediterraneo” ci mettemmo a ridere, in quanto era praticamente identico a quello esterno all’Eden Project… Segnali di cambiamento? Comparve il sole. Quando eravamo dentro in uno dei biomi. Torniamo al parcheggio e ci dirigiamo verso est, dove ci aspetta Polperro, un porticciolo caratteristico della regione. La pioggia fa una sosta (…) e riusciamo a vederlo bene. Dormiremo in un B&B a Looe, a poche miglia da Polperro. Sito lungo la strada principale, la signora che lo gestisce ha “convertito” le camere dei due figli in stanze per ospiti, dove il celeste, l’azzurro ed i delfini regnano incontrastati. Molto cordiale e per nulla avara nella colazione!

19 agosto

Ricompare l’astro mentre lasciamo la Cornovaglia, ri-entriamo nel Devon, sostiamo nel Dartmoor National Park e puntiamo alla volta di Lyme Regis, famosa per i fossili di epoca giurassica. Il Dartmoor, e la strada che la percorre, è conosciuta dai britannici per il penitenziario di Princetown, per i famosi pony e per le pecore che regnano incontrastate. Anche SULLA strada. I cartelli di avvertimento non si contano. Giunti a Lyme Regis fermiamo una stanza all’ingresso della cittadina, in uno dei tanti B&B che s’incontrano. Quando da bravi turisti chiediamo informazioni più dettagliate sul paesino, sulla costa e sul continuo ritrovamento di fossili la signora sessantenne – dopo aver pagato anticipatamente la notte – ci illustra i luoghi più carini da vedere e ci regala un paio di fossili che recuperò giorni prima un turista tedesco contenente delle piccole ammoniti. In un certo senso veniamo ripagati, visto nei molteplici negozi di souvenir in centro certi oggetti li paghi non meno di 10 sterline (12, 13 euro). Lasciamo in stanza dopo giorni la giacca antivento-antipioggia con pile annesso e scendiamo verso il litorale. Clima estivo, costeggiamo 2 km di costa di Lyme Regis, a ridosso di bagnanti ed ombrelloni. Un sandwich al salmone e di corsa al B&B: sta iniziando a piovere. La tregua di bel tempo è finita!

20 agosto

Nuvole grigie e basse di primo mattino confermano il trend del viaggio all’insegna del maltempo. Ci dirigiamo prima a Salisbury a vedere la cattedrale e poi a Oxford. A Salisbury entriamo nella cattedrale (a pagamento, il biglietto lo vale tutto), notiamo i pilastri incurvati che sorreggono il peso dell’enorme torre con guglia e via ad ammirare la Magna Charta, forse la prima dichiarazione universale dei diritti dell’uomo risalente al 1200. Spiragli nel cielo. Da lì è d’obbligo fermarsi a Stonehenge, uno dei monumenti preistorici più famosi e misteriosi. Dall’esterno però: non val la pena – secondo noi – pagare anche qui quando dal perimetro si riesce a scorgere lo stesso. Cielo azzurro, nuvole bianche ed erba verde brillante: scatto delle foto che ricordano le copertine degli ultimi Pink Floyd. Del resto erano di queste parti… Mentre ci avviciniamo ad Oxford le nuvole si diradano sempre più. Ottimo, in quanto potremo visitare al meglio la cittadina. Pernottiamo in un B&B ad un miglio abbondante dal centro, dove ci dirigiamo dopo il check-in. Scatti di rito un po’ ovunque e rientro, stanchi morti. Oltre duecento km oggi, senza contare quelli fatti a piedi in centro a Oxford. Molti, se rapportati alla geografia della Gran Bretagna: da Lyme Regis (costa sud inglese) a Bristol, perpendicolare a nord, sono poco più di cento km. E ancora, in linea d’aria da Bristol a Land’s End sono qualcosa come 155 miglia (ca 250 km).

21 agosto

Penultimo giorno, domani si torna a Stansted. Manco a dirlo dove si va? Dall’eterna rivale per antonomasia di Oxford, ossia a Cambridge. Sostiamo prima in una delle più belle cittadine inglesi mai viste: Ely. Dormiamo in un B&B in prossimità del centro. Cambridge è più piccola di Oxford, ma molto più bella, a parer mio. Il tempo è clemente ed il sole splende. In centro stanno anche girando un film. Sulla seconda guerra mondiale: gli inglesi l’han vissuta sulla loro pelle, ed il ricordo è ancora molto vivo. Un po’ come un veneto, dove la “grande guerra” del 15-18 sembra conclusa nei ricordi – dei “vecchi” – da pochi anni. Da ritornarci, la bellezza della cittadina è incantevole.

22 agosto

La sera prima ci chiedevamo cosa avremo fatto fino alle 19, ora del volo per il rientro. Cambridge poi non dista molto da Stansted. Diamo un’occhiata alla guida della Lonely Planet e leggiamo che lungo la strada c’è il più grande museo aeronautico d’Europa, secondo al mondo (il primo si trova negli Stati Uniti). Duxford Imperial War Museum. Fatta. Appunto, siamo al parcheggio alle 8.30, ma apre alle 9. Attendo con ansia. Grazia sopporta… Solita mentalità inglese: rivalutano e rendono turistico ciò che hanno, trasformando un ricordo in un modo per alimentare la cultura ed il portafoglio. Duxford era uno dei tanti aeroporti usati nell’ultimo conflitto mondiale per attaccare i tedeschi. Finita la guerra stava per esser dismesso. Il territorio inglese abbonda di aeroporti, del resto. Si decide di associare la pista e gli hangar all’Imperial War Museum, sito nella capitale britannica. Diventa in altre parole un’appendice dove si può toccare con mano la storia, con quei veicoli – di terra, di aria e di mare! (c’è un sommergibile) – che hanno realmente contribuito a farla. Dallo sbarco in Normandia alla guerra fredda, alla guerra del Golfo. La visita al museo di Duxford vale una gita di un fine settimana. È vicino a Stansted per i voli low-cost, servito benissimo con i mezzi pubblici, e Londra dalla parte opposta. I velivoli presenti sono tantissimi: inoltre con poco meno di 40 sterline (56 euro) si può fare un giro su un biplano d’epoca. Il souvenir shop del museo offre poi libri e modellini – anche da costruire – in abbondanza. Il bimbo si diverte salendo sugli aerei (come il Concorde), si rende conto di cosa è la guerra (sono riprodotti i rifugi della seconda mondiale che dovevano resistere alle famigerate V-1 e V-2) e a casa costruisce i velivoli toccati con mano. Il tutto spiegato rigorosamente nella lingua più parlata del pianeta.

Consegniamo l’auto e ci dirigiamo verso il check-in. Tempo di risistemare gli orologi che stiamo già atterrando a sera inoltrata. Non piove. Ma l’umidità nell’aria è tanta, troppa. Clima mediterraneo?

Riepilogo e alcuni consigli: quasi 1500 km fatti, molti dei quali su strade locali strette e con pochissimi “passing-place”. Non fate il nostro errore: non fidatevi ciecamente del navigatore satellitare e privilegiate le autostrade (in Inghilterra sono gratuite). In Cornovaglia le strade “provinciali” sono in realtà tracce “asfaltate” dove un’utilitaria passa a malapena e dove la visibilità è nulla nelle curve, essendo le siepi ai lati alte mediamente più di un uomo. Inconvenienti come quelli della foto che vedete qui sotto erano all’ordine del giorno. Al momento del noleggio – se fate un “fly&drive” – estendete la copertura assicurativa. Se ci andate con la vostra auto, meglio evitare di farle fare il rodaggio qui se l’avete appena comprata. Se avete camper o roulotte al seguito, scordatevi quelle tratte e optate per un’alternativa più “larga” al momento della pianificazione dell’itinerario. Altro aspetto da tenere in considerazione circa le strade: le pendenze. Ripide ed improvvise, non sottovalutatele. Non sempre preavvisate dai cartelli stradali…

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Lyme Regis

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Cambridge

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Tipica strada della Cornovaglia

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Bude, Costa nord Cornovaglia

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Tintagel, castello di Re Artù

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Terme di Bath

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Mount St Michael

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Ruan Minor

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St Ives

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Land's End, Cornovaglia

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Biomi, Eden Project

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Negozietto a Polperro



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