CORNOVAGLIA 2005 – Itinerario e consigli
INDICAZIONI GENERALI Guida – Come in tutta la Gran Bretagna, si guida a sinistra, pro-babilmente lo sapete. Inoltre molte strade della Cornovaglia sono strette (anche strettissime) e tortuose. Molto spesso ai lati del-la carreggiata ci sono due siepi di un paio di metri che impedi-scono di vedere il panorama o le auto che spuntano dietro una cur-va. Quindi attenzione a non graffiare la macchina cercando di far passare qualcuno (lo dico per esperienza), molto meglio sfruttare i “passing place”, a dire il vero non abbastanza frequenti.
Dormire – La nostra scelta è stata quella dei bed and breakfast, come sempre da queste parti. Il prezzo medio per una camera con bagno è di 25 sterline a persona, english breakfast inclusa. Un’alternativa frequente sono le locande (inn) o i piccoli alber-ghi, generalmente più cari di 5-10 sterline, come minimo.
Mangiare – C’è un po’ di tutto, specie nei paesi più turistici: dalle friggitorie, agli snack, alle panetterie aperte anche la se-ra e naturalmente ci sono ristoranti e pub. Per questioni di bud-get abbiamo preferito spesso questi ultimi. La verità è che gli inglesi non sono certo maghi della cucina, e soprattutto la scelta è limitata. In linea di massima in un pub per un piatto completo con contorni e una birra si spendono dalle 11 alle 15 sterline. La specialità locale è la Cornish Pasty, che si trova all’ora di pranzo, una specie di grosso calzone di pasta sfoglia ripieno in vari modi. Quello tradizionale è con carne e verdure miste. Man-giabile, un po’ pesantino, ma sfama. Da tenere presente anche il “Cream Tea”, servito normalmente dalle 15 alle 18, un tè con due scones, la clotted cream (una crema un po’ “burrosa”) e marmellata di fragole. Interessante per chi salta il pranzo, costa sulle 3,50.
Guide – Noi abbiamo utilizzato la Routard “Inghilterra e Galles” che dalla sua parte ha il prezzo basso. Le pagine dedicate a que-sta zona sono poche e il libro è probabilmente incollato con la saliva, perché si distrugge dopo pochi giorni. Se avete dimesti-chezza con l’inglese vi consiglio vivamente la Rough Guide “Devon & Cornwall” (http://www.Roughguides.Com/store/details.Html?ProductID=182) , in Italia dif-ficile da trovare, ma acquistabile su internet, per esempio su Amazon(http://www.Amazon.Co.Uk/exec/obidos/ASIN/184353312X/roughguideson-21/202-3874573-1920659) .
Internet – Ci sono molti siti interessanti, a cominciare da quello dell’ente per il, turismo britannico, www.Visitbritain.Com, fino a www.Visitengland.Com, e al più specifico www.Visitsouthwestengland.Com. Per prenota-re i bed and breakfast, però, quello più adatto si è rivelato l’ottimo www.Cornwall-online.Co.Uk, dal quale bisogna scegliere il link “Where to stay”. Appare sulla destra una cartina, sulla sinistra una lista di località. Si può cercare in entrambi i modi, e fun-ziona bene. I bed and breakfast da noi provati erano tutti di buon livello.
Prenotazioni – Agosto è altissima stagione, conviene prenotare perché c’è molta gente. Immagino che con un bel po’ di sforzo si riesca a trovare una camera anche sul posto, ma noi abbiamo visto molti cartelli con scritto “Completo” (No vacancies) e pochi con “Camere libere”. Ci sono parecchi campeggi, partire con una tenda può essere un’assicurazione valida per non dormire in macchina.
Parcheggi – Praticamente in tutta la Cornovaglia, lasciare l’auto in un centro cittadino, anche se piccolissimo, costa qualche soldo di troppo. Ci sono i parcheggi “pay and display”, e alcune volte, alle spiagge o quando sono gestiti dal National Trust, il casello all’entrata. I prezzi sono alti: normalmente un paio di sterline l’ora, in alcuni casi sulle 3,50 per quattro ore. Molte auto loca-li sono parcheggiate in divieto. Non c’è da stupirsene.
Meteo – Limitato alla nostra esperienza: 8 giorni di sole, 1 di brutto, ma con poca pioggia. Temperatura tra 19 e 22 gradi all’ombra. Non tipicamente english weather, generalmente più umido e variabile.
ITINERARIO 8 agosto: PISA-BOURNEMOUTH-REWE (EXETER).
Volo Thomsonfly (aereo Boeing 737) da Pisa a Bournemouth, sulla costa sud dell’Inghilterra, destinazione comoda per andare in Cor-novaglia. Costo circa 260 euro in due, andata e ritorno. Pasti esclusi ma, a differenza della Ryan Air, posti a sedere assegnati al momento del check-in, senza corsa all’accaparramento tipo tor-pedone. Arrivati nell’aeroporto, siamo sbarcati in un terminal ar-rivi più piccolo di quanto possiate immaginarvi pur con una certa fantasia. Insomma, minuscolo. L’ufficio per l’autonoleggio è fuo-ri, in un prefabbricato anche questo very small, e dietro al banco della Europcar c’è un giovincello di circa 75 anni che mi aspetta. Riempie un paio di fogli con una calligrafia sanscrita, mi dà le chiavi di una Toyota Corolla Verso a sette posti (io avevo preno-tato, e pagato – 250 euro per 9 giorni – una piccola Modus…), e mi saluta. Tempo per atterraggio, ritiro bagagli, ritiro auto: 15-20 minuti al massimo, grazie alle dimensioni dell’aeroporto. Sono ab-bastanza esperto di guida a sinistra (è la quinta volta) ma i pri-mi istanti serve sempre un po’ di concentrazione. Ci dirigiamo fa-cilmente (su indicazioni del vegliardo) verso Exeter, nel Devon. Abbiamo prenotato in un paese vicino, trovando un bel bed and breafast a Rewe (“The Courtyard”, e-mail: enqui-ries@devonbandb.Com, sito: www.Devonbandb.Com). Prezzo: 30 pounds a te-sta, ma li vale. E’ una casa curiosa, una specie di “U” attorno a un cortile fiorito con una vasca per enormi pesci rossi. I pro-prietari, Paul e Shirley, sono simpatici e hanno voglia di parla-re. La camera è gigantesca e davanti ha un giardino con vista su un panorama magnifico: fiume, pescatori, quercia centenaria, muc-che al pascolo. Prima di cena facciamo un salto a Exeter: ne vale la pena, c’è forse la più bella cattedrale gotica della Gran Bre-tagna, e alcune strade molto carine. Purtroppo attorno alla chiesa orde di giovinastri bivaccano disseminando maleducatamente cartac-ce e schifezze varie. Per cena torniamo in campagna, e su consi-glio di Paul andiamo al pub di Silverston “The trhree tuns”, dove mangiamo piatti ben presentati e decenti, per un totale di 24 sterline, birra locale inclusa.
10 agosto: REWE-DELABOLE (TINTAGEL) Ci prepariamo ad arrivare in Cornovaglia. La giornata come al so-lito inizia con l’abbondantissima colazione e quattro chiacchiere con i padroni di casa, piuttosto giovani. La prima parte della strada è larga e comoda, in seguito la carreggiata si fa meno am-pia, ma comunque godibile. Trovare Delabole è facile, per il bed and breakfast, prenotato tramite Cornwall Online (“Barton Farmhou-se”, tel. 0044-1840-213797), chiediamo indicazioni al Post Office del paesino. La casa è un’antica ma ben tenuta fattoria di campa-gna. La camera ha una porta finestra sul giardino pieno di piante e fiori, il bagno è privato ma dall’altra parte del corridoio. Pranzo frugale con il pane e prosciutto (cotto, ovviamente) com-prato allo Spar qui vicino, e poi visita di Tintagel. Di tutte quelle che abbiamo visto, forse è la cittadina che ci ha deluso di più. Non perché sia brutta, ma è onestamente troppo affollata e piena di gift shop, insomma abbastanza rovinata dal turismo di massa. Il castello, poi, è un rudere ad altezza di ginocchia, o poco più. Suggerimento molto importante: per arrivarci la strada “consigliata” parte dal centro del paese e prevede una discesa (e poi, sfortunatamente, una salita) terrificante, o in alternativa un passaggio a prezzi astronomici su una Land Rover. Invece con-viene andare alla Old Parish Church (la vecchia chiesa), subito fuori dall’abitato, e da lì camminare comodamente fino al castel-lo. Noi lo abbiamo guardato solo dall’esterno, senza entrare pa-gando l’esoso ticket, ma potete farlo se ne avete voglia.
Dopo un infuso ristoratore (tutti i bed and breakfast forniscono bollitore con tè, caffè e tisane) andiamo a vedere Boscastle, un bel porticciolo praticamente distrutto (ma in parte già ricostrui-to) dall’alluvione del 2004. La tappa seguente è la spiaggia di Trebartwith Strand. Oltretutto, la padrona del B&B, Rita, ci ha consigliato un pub proprio lì per la cena. In realtà non abbiamo fatto i conti con l’alta marea, e la spiaggia… non c’è. Oltretutto per arrivarci c’è una strada strettissima che mette in pericolo le fiancate della macchina. Il pub (Port William) invece c’è, e man-giamo all’aperto guardando il tramonto mentre alcuni pazzi sconsi-derati si tuffano dagli scogli in mezzo a onde piuttosto alte e pericolose. Cibo passabile a prezzi contenuti.
10 agosto: DELABOLE-PORT ISAAC-PORT GAVERNE-DELABOLE Ottima colazione anche in questa fattoria, in una stanzetta picco-lissima e romantica. C’è una sola camera in affitto, gli unici clienti siamo noi. E’ bel tempo, il sole scotta, all’ombra invece si sta molto freschi. Oggi visitiamo Port Isaac, che ha la fama di essere uno dei più bei porticcioli della Cornovaglia. E’ così, l’atmosfera è veramente piacevole, molto più autentica rispetto a Tintagel. Un pugno di stradine che scendono ripide verso il picco-lo molo, e accanto una spiaggetta di sabbia grigia, non adatta al-la balneazione, dove anzi sono parcheggiate diverse auto, marea permettendo. Il parcheggio dove lasciamo la Corolla, appena fuori dal centro, costa 2,40 per quattro ore, quindi restiamo un po’ a zonzo. Gloria abbozza un acquerello sulla spiaggia, io guardo i bambini che giocano e un cane che corre in riva al mare con un pe-sce in bocca, inseguito dalla padrona. Vediamo anche un bed and breakfast che avevamo cercato di prenotare per email, veramente bello: The Gallery, lungo la strada che scende verso il porto. Splendido, e presumibilmente molto caro, l’Old School Hotel, con finestre sulla baia, mentre il B&B “Hataway” (marion.Andrews1@btopenworld.Com), dall’altra parte della scogliera, ha una vista mozzafiato. Per pranzo ci compriamo due vegetables cornish pasties, che mangiamo su una panchina lungo la costa, tornando verso il parcheggio. A meno di un chilometro da qui c’è un altro paesino da vedere: Port Gaverne. Piccolissimo: una bella spiaggia, un alberghino che mi fa impazzire per la posizione (Port Gaverne Hotel, http://www.Chycor.Co.Uk/hotels/port-gaverne-inn/index.Htm), qualche casetta. Sulla spiaggia c’era un gruppo di persone appena tornate da una battuta di pesca: pulivano pesci di discrete dimensioni sulla spiaggia, e n’è venuta fuori qualche bella foto. Riprendiamo la macchina e facciamo un giretto senza vere soste (passiamo davanti a un paio di spiagge, poi facciamo un salto nella turistica Wadebridge), in-fine torniamo finalmente alla Trebarwith Strand. Stavolta la spiaggia c’è, ed è anche spettacolare, pur non raggiungendo i li-velli del nord della Scozia (vedi itinerario “Higlands & Ebridi”, del 2003). Restiamo solo il tempo di fare qualche foto. C’è un bel po’ di gente che fa il bagno, scivola sul surf o prende il sole sulla sabbia umida. Nel pomeriggio torniamo alla farm e ci faccia-mo un tè. Per cena andiamo in un paese qui vicino, St. Teath (in-teressante la chiesetta di St. Tetha), ancora una volta su consi-glio di Mrs Rita, che ce lo ha segnalato per il pub (o free house, come spesso si trova scritto) “The White Hart”. C’è una gran res-sa, per via dell’Agricultural Show (una specie di fiera del be-stiame) di Camelford, non lontano da qui. Aspettiamo un bel po’ anche se la cameriera è di una cortesia squisita, alla fine arri-vano due bistecche (troppo cotte, vi consiglio di chiederle “rare”, comunque ben oltre la nostra cottura “al sangue”) per 29 sterline.
11 agosto: DELABOLE-ST AGNES-ST IVES La strada che ci porta verso St Ives è veramente bella. C’è il so-le, ci godiamo distese enormi di erica e fiori, e fuori dai fine-strini, quando le odiose siepi non ci sbarrano la vista, ci godia-mo il panorama delle scogliere. Una sosta da segnalare è quella ad una grande spiaggia vicino a St Agnes. Proviamo anche a salire sulla scogliera, ma c’è vento, e la nostra t-shirt non basta a ri-pararci, così torniamo giù. Prima di arrivare alla baia di St Ives fermiamo la macchina a caso, facciamo qualche passo a piedi e ci ritroviamo sui cliff, quasi a strapiombo sul mare. Insieme a noi ci sono altre cinque o sei persone. Qualcuno di loro percorrerà il sentiero che segue tutta la costa della Cornovaglia, il footpath più lungo della Gran Bretagna. Più avanti c’è anche un faro gesti-to dal National Trust. Bisogna pagare il parcheggio (2,50), e da qui si parte per una bella passeggiata tra verde e fiori. Mangiamo un boccone sull’erba, mentre sull’isoletta dove sta il faro, da-vanti a noi, vediamo con il binocolo un piccolo gruppo di foche che prende il sole indisturbato. Alla fine arriviamo a St Ives, trovando con un po’ di difficoltà il B&B “Tamarisk” (email enquiries@tamarisk-bb.Co.Uk, tel. 0044-1736 797201). Consiglio spassionato, non infilatevi nelle stradine del centro in macchina, venirne fuo-ri è un’impresa. La guest house non è male, ma nemmeno da urlo, e ha tre inconvenienti da tenere presente. 1) E’ in vetta alla cit-tà, alla fine di una lunga (e in alcuni punti molto ripida) sali-ta. 2) Per entrare nel parcheggio c’è una stradina larga più o me-no quanto una Corolla Verso 3) Non c’è il bagno in camera, da con-dividere con un’altra coppia. Anche la manovra per entrare nel parcheggio è ardua, d’altra parte molti B&B qui non hanno posto per la macchina… che è peggio. La padrona è gentile anche se un bel po’ professionale, insomma poco a che vedere con la spontanei-tà che a volte si trova in queste case. Scendiamo giù e visitiamo la piccola Tate Gallery di St Ives (www.Tate.Org.Uk/stives). Come giornali-sta entro free, il biglietto costa ben 5,50, e le opere non sono molte. A parte le mostre temporanee (notevole quella di Richard Deacon, che lavora il legno in modo curioso), ci sono alcuni pezzi pregiati: un Braque, un Constable, un Seurat, un Turner, un Matis-se, tra gli altri. Camminiamo per le stradine di questo porto as-sai più grande degli altri, turistico ma anche bello, molto godi-bile. C’è gente, c’è vita, si può comprare e mangiare quasi di tutto e fino a tarda sera. Il vento è abbastanza forte, e ci pren-diamo un tè seduti su una panchina di fronte alla spiaggia. Ovun-que ci sono cartelli con il divieto di dar da mangiare ai gabbia-ni. Non fatelo: se si abituano a prendere il cibo dalle mani delle persone, poi lo fanno anche senza essere invitati. A me è successo una volta in Scozia, a Portree: fui rapinato da un gabbiano, che mi minacciò con il grosso becco, delle mie patatine fritte! Tor-niamo a noi: la padrona di casa ci ha consigliato di prenotare per cena, avvertendoci che probabilmente non avremmo trovato un posto in tutta St Ives. Invece prendiamo senza difficoltà un tavolo al “Bistro”, segnalato dalla guida Routard (anche se è cambiata ge-stione), mangiando abbastanza bene in un ambiente accogliente. Siamo stanchi, oggi abbiamo camminato molto, e la scarpinata fino al “Tamarisk” è una fatica indesiderata.
12 agosto: ST IVES-ZENNOR-CAPE CORNWALL-ST JUST-SENNEN COVE-LAND’S END-PORTCHURNO-TREEN-LAMORNA-ST IVES Come forse si potrà intuire, è una giornata dedicata a un lungo giro con base St Ives. Decidiamo di rimandare a domani la visita di St Michael’s Mount, la versione inglese di Mont St Michel, in Normandia (Vedi itinerario “Francia Atlantica” del 2000). La prima fermata è a Zennor, paesino pittoresco molto segnalato dalle guide e su internet, dove avevamo cercato, senza riuscirci, di prenotare una stanza: i padroni del bed and breakfast (Treigerant House, dall’esterno fa un’ottima impressione, ve lo consiglio – email: sueewilson@yahoo.Co.Uk) erano in vacanza a pochi chilometri da ca-sa nostra, in Toscana! Ci sono delle belle case, un pub piuttosto autentico (non da turisti), la solita esplosione di fiori. Dopo una sosta breve (per non pagare il parcheggio…) ad un altro faro nella zona, e dopo una deviazione verso Cape Cornwall, ci fermiamo a St Just, dove compriamo un paio di “pasties”. Poi è la volta di Sennen Cove, forse la spiaggia più famosa di tutta la Cornovaglia. E’ veramente splendida: grande, di sabbia chiara, molto frequenta-ta, con un bel mare azzurro. Anche qui problemi di parcheggio: an-diamo all’ultimo, quello più vicino alla scogliera che ci porterà a Land’s End, ma è pieno. Aspettiamo un quarto d’ora, poi troviamo un buco e mettiamo i soldini (mi pare 1 sterlina per tre ore) nel parcometro e ci incamminiamo. Qui serve una spiegazione: per anda-re a Land’s End basterebbe seguire i cartelli in macchina, solo che la zona è stata completamente deturpata da un orrendo parco giochi costruito anni fa. Arrivandoci a piedi da Sennen Cove (20 minuti, camminata facile), si riesce a scansare questo obbrobrio, pur vedendolo in lontananza. Noi facciamo proprio così, la passeg-giata è piacevole, e verso metà ci sediamo sull’erba, con un gab-biano che ci fa compagnia senza beccarci, e mangiamo. Land’s End tra l’altro è più spettacolare da lontano, vale la pena di vederla mentre ci si avvicina, guardando le scogliere lungo il tragitto. Per il resto, una volta arrivati, non è che sia la fine del mondo (a dispetto del nome!), c’è una bandiera, una specie di negozio-caffè, i soliti cannocchiali a monetine e i cartelli con le di-stanze dalle varie città del mondo. Tornati a Sennen Cove, ci fer-miamo per qualche minuto ad ammirare la spiaggia dall’alto. Invece va male la visita del Minack Theatre, chiuso perché c’è uno spet-tacolo in corso. Proprio sotto a questo strano teatro costruito sugli scogli, però, c’è la stupenda spiaggia di Portchurno. Vista dall’alto è semplicemente meravigliosa, l’acqua ha il colore dello smeraldo, in tanti fanno il bagno. Decidiamo di andarci anche noi, e una volta pagato il parking, camminiamo sulla sabbia fino alla riva. Io mi tolgo scarpe e calzini: i piedi mi fanno un po’ male, li metto in acqua e mi passa subito, visto che dopo un paio di mi-nuti… non li sento più per via dell’acqua gelata! Prima di tornare a St Ives ci fermiamo a Treen, un altro villaggio da segnalare, così come Lamorna, mentre a Mousehole, molto famoso, non troviamo posto per la macchina. La sera, dopo una cena da 6+ al pub Castle Inn, girelliamo per il centro e troviamo una bella “gallery” con delle stampe carine a prezzo ridottissimo: sbrigata anche la (pia-cevole) pratica souvenirs! Per tornare a casa decidiamo di affi-darci al taxi, e va bene, perché il viaggio (peraltro brevissimo) costa 2,30, tutto sommato niente di che, anche se va aggiunta una mancia per evitare i borbottamenti.
13 agosto: ST IVES-PORTHELEVEN-MULLION COVE-KYNANCE COVE-COVERACK-ST KEVERNE-RUAN MINOR (LIZARD PENINSULA) Primo giorno “umido” della vancanza. Finora c’è stato sempre il sole, invece ci svegliamo con le nuvole, trovando presto un po’ di pioggia (ma non tanta). Oggi ci dirigeremo verso la Lizard Penin-sula, passando prima di tutto davanti a St Michael’s Mount. C’è l’alta marea, dunque ci limitiamo a guardarlo da lontano e a fare qualche fotografia. La prima fermata vera è a Portheleven, un al-tro porticciolo, ancora diverso da tutti gli altri. Qui c’è una sfilata di case chiare che costeggiano il molo, e un supermercato dove facciamo un po’ di spesa. Anche qui non mancano i gift shop di vario genere, e compriamo un simpatico modellino di pescherec-cio, probabilmente fabbricato nello Sri-Lanka. Altra partenza e nuova sosta a Mullion Cove, ennesima insenatura con micro-porto. Questo è praticamente incastonato tra le scogliere, e ci sono i pescatori che lavorano accanto al molo sulle barche colorate. Co-mincia a piovere con più decisione, quindi pensiamo bene di fare un salto al bed and breakfast. Qui si apre una parentesi: abbiamo prenotato a Ruan Minor, al “New Thatch” (email: new-thatch@rdplus.Net, pa-gina web da Cornwall on line), che si rivela di gran lunga il mi-gliore della vacanza e uno dei migliori visti in 14 anni di viag-gi. Insomma, VERY VERY RECOMMENDED. La camera è bella, c’è di tut-to, dal frigo per il latte fresco ai cracker al formaggio, alla tv Lcd, a una piccola biblioteca. Mentre entro nel parcheggio sento il padrone (Tim) che mi chiama, “Lorenzooo” e ci accoglie con una cortesia infinita. Addirittura mi chiede che giornale preferisco per la mattina seguente… Ci riposiamo un po’, poi andiamo alla spiaggia di Kynance Cove, forse la nostra preferita (andateci con la bassa marea, per carità). Il brutto tempo da un lato ci sciupa lo spettacolo, dall’altro però ci regala una spiaggia con poche persone. Al parcheggio mi rifiuto di pagare le 2,50, così il ra-gazzo del National Trust mi fa lo sconto: 1 sterlina. Scendiamo giù dalla scogliera e arriviamo a questa spiaggia bellissima, dif-ficile da descrivere. Sabbia quasi bianca, mare un po’ mosso ma pulito, ma lo spettacolo più bello lo danno gli scogli, che creano piccole grotte, gallerie, sembrando quinte naturali. Anche Cove-rack è un incanto, guardiamo i ragazzi che imparano a scivolare sul windsurf, a dire la verità con risultati scarsini: forse è la prima lezione… Gloria prende un gelato artigianale di una “farm” qui vicino, la Roskilly’s (http://www.Roskillys.Co.Uk), e se lo trovate assag-giatelo, è buonissimo. Ultima sosta a St Keverne, ma la chiesa, che dovrebbe essere piuttosto bella, è già chiusa. Per cena la se-gnalazione di Tim ci porta a Cadwith, all’Inn del paese. La pre-sentazione, “uno dei migliori pub della Cornovaglia” è eccessiva, e il servizio molto lento. La cena, in compenso, è buona.
14 agosto: RUAN MINOR-POLPERRO-LANSALLOS Ultimo giorno “Cornish”, prima di tornare nel Devon. Comincia con una colazione incredibile. A parte la copia del Sunday Times con due chili di inserti, e la bontà del cibo, quello che spicca è un foglio che ci troviamo sul tavolo. Ci sono le previsioni del tempo per oggi nella zona, l’infinito menu, e soprattutto la provenienza di ogni singolo ingrediente, dallo yogurt alle salsicce, alle uo-va, miele e marmellate, tutto di produzione locale. Una volta sa-lutati Tim e Moira, andiamo a vedere la chiesa di St Just, di cui abbiamo trovato qualche segnalazione. E’ effettivamente bella, so-prattutto per la posizione in mezzo a un giardino tenuto benissi-mo. Oltretutto c’è la messa, e restiamo, accolti benissimo, fino alla fine della celebrazione. Il sacerdote esce prima dei fedeli, e quando ce ne andiamo ci aspetta sulla porta per salutarci. Ri-partiamo. A st Mawes c’è da segnalare un piccolo castello a pianta rotonda, mentre Mewagissey, paesino di mare, non è male ma un po’ troppo affollato. La destinazione più nota della giornata è Pol-perro, con la solita ragnatela di strade strette che si chiude sul porto. Bella la piccola spiaggetta dietro al molo, dove una fami-glia di Indiani scatta un numero imprecisato di foto di gruppo mentre un bambino gioca a pallone calciando come David Beckham. Siamo a dormire nei pressi di Lansallos, un micro-paesino, in una grande casa che si chiama “Higher Polgassic” (sito www.Higherpolgassic.Co.Uk, email higherpolgassic@hotmail.Com). Non è male, e fuori ci sono i binari per un trenino buffissimo, che fa il giro del giar-dino (ci sono anche le foto), guidato dal padrone di casa. La ca-mera è spaziosa e c’è una bottiglia di Sherry per un brindisi of-ferto agli ospiti, la padrona gentile, anche se molto molto pro-fessionale. Cena nel pub del porto “The Three Pilchers”, menu de-cente per 19 sterline birra inclusa.
15 agosto: LANSALLOS-DARTMOOR NATIONAL PARK-LYDFORD-WEEK (OKEHAMP-TON).
Salutati porticcioli, spiagge, gabbiani e barchette, torniamo nel Devon. A parte i passaggi veloci nelle cittadine di Tavistock e Moretonhampstead, ci fermiamo a Chagford. Le guide segnalano la curiosità di due negozi dove si può comprare… tutto. Ci sono dav-vero, naturalmente non vale la pena di andarci apposta, ma se pas-sate di lì dateci un’occhiata, potreste trovare qualcosa che state cercando da anni… Invece è da vedere il Dartmoor National Park, una grande brughiera in cui vivono liberi i ponies, che arrivano praticamente ai bordi della strada. Volendo, si può fermare la macchina (gratis!) e passeggiare nell’erba passando accanto a de-cine di cavallini mansueti, anche se non proprio “domestici”. L’opuscolo informativo dice che questo è l’unico posto al mondo dove questi cavalli vivono liberi e selvaggi. Tenete a mente que-sta informazione. Dopo un breve passaggio a Okehampton, ci diri-giamo al bed and breakfast, in piena campagna. Si chiama “Week Farm” (email margaret@weekfarmonline.Com, sito www.Weekfarmonline.Com), nell’omonima località, una bella fattoria di pietra in mezzo al verde, con tanto di piscina riscaldata! La camera è un po’ buia e arredata con il gusto di Pina Fantozzi, ma ci si sta bene, la pro-prietaria è cordiale e ci offre subito un Cream tea, che normal-mente in giro costa la bellezza di 3 sterline e mezzo. Prima di sera andiamo a Lydford, qui vicino, un paese veramente incantevo-le. Una strada tranquilla, una chiesa di pietra dove per entrare basta girare la maniglia della porta, un piccolo castelletto, scoiattoli che saltano da un albero all’altro. Facciamo anche due incontri mitici. Prima, un tipo buffo si accorge che stiamo guar-dando la sua MG del 1955, parcheggiata sulla strada. Smette di an-naffiare le piante, viene da noi e ci “costringe” a sederci al po-sto di guida, a turno, per una foto ricordo. Poco dopo un vec-chietto attacca discorso: ci racconta che ha 88 anni, che vive a Lydford dalla nascita, e che da giovane guardava 250 pecore!. Alla fine ci dice: “E’ stato così bello parlare con voi”, e ci fa tene-rezza. La cena è forse nell’indirizzo migliore della vacanza, al ristorante del Bearslake Inn (sito www.Bearslakeinn.Com, bello anche per dormire a 30 sterline a persona).
16 agosto: WEEK-SHAFTESBURY-FORDINGBRIDGE Ci avviciniamo a Bournemouth, domani prenderemo il volo di ritor-no, purtroppo. Oggi la strada da fare è abbastanza lunga, e con poche soste. Ci dirigiamo verso la New Forest, una quindicina di miglia a nord della costa, fermandoci solo a Shaftesbury, che one-stamente ci aspettavamo più interessante. Siamo in dubbio se fare una deviazione verso Salisbury, dove però siamo già stati nove an-ni fa, così alla fine decidiamo di tirare dritto. Se non ci siete stati, però, andateci, c’è una bella cattedrale e – nelle vicinan-ze – Stonehenge. Ricordate l’opuscolo che diceva come i pony libe-ri esistessero solo nel Dartmoor? La leggenda è durata un giorno: ci sono anche qui nella New Forest, e in questo caso spesso sono in mezzo alla carreggiata, il che costringe a viaggiare a velocità tartarughesche. Anche perché il padrone del Bed and Breakfast mi avverte: “Se un cavallo si arrampica su un albero, si butta sulla tua macchina e muore, la colpa è tua e ti fanno pagare i danni”. Dall’inizio dell’anno ne sono già trapassati nove… Qui spuntano da ogni dove anche ciuchi e qualche coniglietto selvatico. Il bed and breakfast si chiama “The Mallards” (www.Mallards-online.Co.Uk), una casa di mattoni rossi, imponente, davanti a un allevamento di cavalli. E’ veramente bella è ricca (in garage ci sono una Jaguar e una Merce-des), e la camera ben arredata e luminosa. La padrona, Lydia, è gentile e disponibilissima. Chiediamo consigli per la cena, e una volta scartata l’ipotesi di un ristorante da 70 sterline (…) an-diamo al “Compassess Inn” a Damerham (www.Compassesinn.Net), anche qui mangiando bene per gli standard britannici, senza spendere troppo (mi pare 23 sterline).
17 agosto: FORDINGBRIDGE-BOURNEMOUTH-PISA L’ultima colazione, dopo un paio di giorni di interruzione pro-epatica, è nuovamente completa di uova, pancetta e salsicce (solo per me, per carità). Ma è soprattutto il luogo dove la consumiamo a essere degno di nota: tavolo di legno pregiato con apparecchia-tura di gran gusto proprio davanti alla veranda, quindi con vista sul grande giardino. Parlo un po’ con Lydia, mi spiega che vorreb-be imparare altre lingue, ma che viaggiando è ostacolata dal fatto che molti le rispondono in inglese. Normalmente va in vacanza in Francia, ma è stata a Roma e se n’è innamorata (e lo credo bene!), anche perché lì vive un amico che ha portato lei e suo marito nei posti “giusti”. Parliamo un po’ anche dell’Inghilterra, dei nostri precedenti viaggi in Gran Bretagna, ed è molto confortante scopri-re che, finalmente, dopo nove giorni, il mio inglese sta tornando più fluente. La strada per Bournemouth è breve (circa 15 miglia, mi pare), anche se all’inizio una coda ci fa temere. In realtà siamo in largo anticipo. Arriviamo all’ora consigliata per il check-in, buttiamo le chiavi della macchina in una specie di buca per le lettere, visto che alla Europcar non c’è nessuno (e non c’è nemmeno posto per l’auto, che lasciamo nel parcheggio a pagamento, per fortuna che qualcuno ci spiega come fare…), sperando che non ci facciano pagare per i graffietti semi-invisibili sullo sportel-lo sinistro (maledette siepi!). I prezzi nel ristorante dell’aeroporto sono pazzeschi, ma per fortuna non abbiamo fame. Compro una bottiglia d’acqua: 2 sterline e 30! Il volo parte pun-tuale, ed è abbastanza comodo nonostante le poltrone molto fitte (del resto è un volo low-cost, non si può pretendere tutto). La vacanza è stata bella, la Cornovaglia merita di essere vista, an-che se Scozia e Irlanda (vedi itinerario “Irlanda: L’isola verde” del 2001), pur diverse, sono più spettacolari e varie. Il bello di questi nove giorni è stata l’assenza di momenti “morti”: ogni mat-tina c’era un programma fitto di posti da vedere, ma allo stesso tempo i tragitti in macchina non erano troppo lunghi. Tornare a casa, dove stiamo bene, mette sempre un po’ di malinconia, ma c’è già lo stimolo per pensare a nuove partenze, organizzare nuovi viaggi. Come direbbe qualcuno, la fine di un viaggio è sempre l’inizio di un altro.
Lorenzo e Gloria