Corfù e Kavos: che peccato
Tornando a noi siamo partiti per Corfù la terza settimana di luglio 2005 con il nostro bimbo di tre anni, tutto bene finchè siamo rimasti nei pressi di Kerkira, i prezzi erano tollerabili e siamo rimasti per alcuni giorni, le spiagge erano rovinate dalla nostra ultima visita, ma si stava bene. Decidiamo di spostarci a sud dell’isola, mai errore fù tanto grave,dopo quasi due ore di macchina arriviamo sulle coste a sud, erano veramente splendide comprese delle favolose dune di sabbia rossa direttamente sul mare, ma incredibilmente non si trovava un luogo per alloggiare, in alcuni residence addirittura ci guardavano storti e dicevano che erano al completo appena sapevano che eravamo italiani, và detto che in tutti questi incresciosi casi i gestori non erano mai greci ma tedeschi o inglesi. Il tempo passava, il bimbo aveva le sue esigenze per cui ci dirigemmo nel paese più grosso dela zona in cui ci trovavamo ovvero KAVOS. In questo paese finalmente trovammo un grazioso monolocale che pareva adattissimo, per cui stipulammo con l’agenzia (greca) un contratto di una settimana con obbligo di pagamento anticipato ed erano ben consapevoli che avevamo un bimbo piccolo, il paese al nostro arrivo alle h.15,00 era deserto, per cui non capimmo il significato delle parole dette dalla padrona del monolocale “Durante il giorno si stà benissimo”. Il paese di Kavos è praticamente una colonia inglese che in estate viene adibita a gigantesca discoteca all’aperto e viene abitata esclusivamente da giovanissimi inglesi che dimenticano ogni regola del buon gusto e delle più elementari norme di buon comportamento, per farla breve sappiate quanto accade in quel luogo: I giovani hanno libero acquisto di qualsiasi bevanda alcolica con forti sconti e senza controllo alcuno, sigarette a pacchi, Discoteche all’aperto con tanta di quella musica a tutta potenza una di fronte all’altra che non si capiva neanche cosa stessero ascoltando, la musica dovrebbe cessare alle h.01.00 ma la polizia locale non effettua i controlli ed il frastuono prosegue anche fino alle h.05.00(i pochi e cordialissimi contadini della zona confermano che della polizia locale non è il caso di fidarsi) sono tutti ubriachi, c’è lancio continuo di bottiglie e bicchieri, abbiamo assistito a scene di sesso per la strada incuranti di qualsiasi passante.
Le spiagge sono impraticabili a causa del gran numero di cocci vetro semisepolti sotto la spiaggia che viene mal ripulita, dovunque solo immondizie abbandonate e cattivi odori, questo ci ha costretto a spostarci in auto tutti i giorni in cerca di lidi migliori e crollare di sonno subito dopo. In paese è pieno di localini dove mangiare e di personale pagato per attirare i clienti e che facevano benissimo il loro mestiere, dicono “Italiani una faccia una razza” ebbene dovete credermi se dico che non una volta siamostati chiamati per entrare in un locale, naturalmente se decidevamo d’entrare il servizio era buono ma nessuna considerazione per noi, glistessi contadini ci hanno raccontato che gli Italiani non sono ben visti da quelle parti e che gli inglesi ci paragonano senza mezzi termini ai peggiori albanesi (scusate il paragone razzista ma non è mio). Per concludere il piacevole racconto ho avuto una violenta colica renale, il luogo è pieno di pronto soccorsi, ma non crediate, sono tutti privati e gestiti damedici inglesi ed infermiere greche che se non possiedi un’assicurazione non ti dicono neppure dove trovare un farmacia, non esagero l’ho provato sulla mia pelle, l’unico aiuto mi è stato dato da un giovane medico greco che ha studiato in Italia e che a colpi di Buscopan mi ha rimesso in piedi e non ha neppure voluto che lo pagassi.
I greci hanno venduto quel bel posto agli inglesi, gli inglesi pagano bene e lo hanno trasformato in un porcile, non ci sono bambini, non ci sono anziani tranne i contadini ai quali non pareva vero di parlare con una famiglia normale ed hanno raccontato tutto il loro disgusto per quella situazione che in passato ha creato perfino problemi internazionali.
Alla fine siamo ripartiti e mai più torneremo in quei luoghi, quello non è un paese ma un club riservato, siete avvisati.
Valte, Betty e Dario