Copenhagen, una piacevole sorpresa

Toccata e fuga in una città nordica dalle mille sfumature, piacevole, accogliente e soprattutto vivibile a ritmo lento
Scritto da: ciwi
copenhagen, una piacevole sorpresa
Partenza il: 15/06/2013
Ritorno il: 20/06/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Come ormai di consueto, se io e il mio compagno abbiamo a disposizione una settimana di ferie nel mese di giugno cerchiamo di dedicarla ad una visita in una capitale europea. Già in passato avevamo provato ad organizzare quattro-cinque giorni di vacanza a Copenhagen, ma purtroppo causa costi elevati dei voli o indisponibilità di posti visto i pochi giorni prima della prenotazione, avevamo sempre dovuto cambiare meta. Quest’anno abbiamo iniziato ad organizzarci un po’ prima e nonostante comunque i prezzi non fossero proprio economici, siamo riusciti a partire con destinazione Copenhagen.

Sabato 15 Giugno

Partiamo con un volo Vueling da Firenze molto comodo perché con partenza alle 7 del mattino, quindi alle 9 poco più eravamo già arrivati a destinazione. La levataccia c’è stata, ma arrivare a destinazione con un’intera giornata a disposizione è il massimo che si possa desiderare. Con calma abbiamo atteso non troppi minuti le valige e poi abbiamo cambiato un po’ di euro direttamente ai cambi dentro l’aeroporto. Poi ci siamo diretti se non ricordo male verso il terminal 3 dove abbiamo comprato un biglietto singolo per il treno che ci avrebbe portati alla stazione centrale. Avevamo deciso, dopo varie valutazioni, di non prendere la Copenhagen Card perché non avevamo intenzione di vedere molti musei e nemmeno di utilizzare la metro e a vacanza finita devo dire che è stata una scelta azzeccata. Abbiamo quindi preso il treno che dopo varie fermate ci ha portati fino alla stazione centrale che è proprio di fronte al Tivoli ed in prossimità dello Stroget. Il nostro albergo, il First Hotel 27, era a non più di 3-4 isolati di distanza e quindi con una bella camminata, anche se con valige al seguito, dopo circa dieci minuti siamo arrivati a destinazione. Sbrigate le formalità del chek-in ci hanno assegnato una stanza al primo piano non grandissima, ma molto carina e moderna. Visto che non erano neppure le 12 e la giornata prevedeva un bel sole ed una bella temperatura, non ci restava altro che uscire ed andare finalmente alla scoperta della città. Ci incamminiamo verso il municipio, ma appena arrivati nella piazza un crampo allo stomaco ci dice che dovevamo pranzare e visto che vicino c’era un Mc Donalds per far veloce ci siamo diretti verso un pasto classico ma buono. Causa spuntino però abbiamo perso l’entrata al municipio che era fino alle 13. Poco male, siamo a tre passi e sicuramente ci ritorneremo. Facciamo un giro quindi nella piazza adiacente con la bellissima fontana di cui non ricordo il nome, ma con una specie di toro che sovrasta dei draghi dalla cui bocca escono getti d’acqua. Poi a lato destro del municipio verso l’entrata al Tivoli non potevamo non farci una foto con la statua di H.C. Andersen il famoso scrittore di fiabe tra cui quella della Sirenetta. Dopo la foto di rito eravamo pronti per inoltrarci verso lo Stroget, ossia la zona pedonale e centro nevralgico della città. Per prima cosa ci siamo diretti verso il quartiere latino e poi verso l’università e camminando un po’ anche senza una meta precisa ci siamo ritrovati alla cattedrale Vor Frue Kirke imponente ma molto semplice all’interno, come del resto molte chiese che visiteremo in città. Dalla cattedrale ci inoltriamo in varie viuzze molto carine del centro con negozietti caratteristici fino ad immetterci in una delle arterie principali dello Stroget ossia Kobmagergade che già ci fa intravedere qualche negozio di marche un po’ più prestigiose e sicuramente molta più gente e turisti. Lungo la via pedonale oltre allo “struscio” del sabato pomeriggio troviamo sicuramente molti turisti, ma l’atmosfera è rilassata e piacevole e ci imbattiamo in uno dei monumenti più belli e caratteristici, la Rundetaarn, o torre rotonda, alta 35 metri, costruita nel 1652 ed originariamente usata come osservatorio astronomico, dove non possiamo non salire. E’ una torre molto caratteristica per la sua salita sulla sommità, in quanto differentemente da ogni altra torre non ha scale ma una rampa a spirale che permette la salita a piedi e volendo anche con un cavallo come si dice abbia fatto proprio Pietro I il Grande. Arrivati in cima il panorama che ci si presenta davanti è bellissimo, si vede tutta Copenhagen dall’alto con i suoi tetti rossi, la cattedrale e le guglie delle altre chiese che svettano tra i palazzi. Passiamo un po’ di tempo a goderci il panorama e la leggera brezza e come primo giorno non possiamo chiedere di più. Quando scendiamo dalla torre decidiamo di goderci tranquillamente un po’ di centro passeggiando per lo Stroget tra i negozi e visto che nel frattempo il tempo è cambiato notevolmente decidiamo di dedicarci alla visita del centro commerciale Illum Bollighus. Facciamo un giro nei vari piani di abbigliamento, elettrodomestici e tutto il necessario per la cucina molto ricercato e di design, ma per noi assolutamente non avvicinabile per via dei prezzi che con il cambio diventano improponibili. Anche per quanto riguarda i vestiti ci limitiamo solo a guardare, un po’ ancora per i prezzi e un po’ anche per il gusto un po’ strano che hanno i Danesi per la moda e l’abbigliamento, che dire stravagante è poco. Lasciamo per ultimo il piano del cibo e della gastronomia e lì un po’ di tentazioni le avremmo avute, ma ci siamo comunque limitati ad osservare. Quando decidiamo di uscire saranno state più o meno le 17 e ci rendiamo conto che fuori c’è il diluvio ed il cielo è grigio tendente al nero, è giorno ma sembra quasi notte. Di certo non possiamo rimanere là per tutta la sera aspettando che spiova e quindi piano piano ci incamminiamo, cercando di prendere meno pioggia possibile, per lo Stroget per tornare verso il nostro albergo. Sarà che era il primo giorno, sarà che stando nel centro commerciale ho perso un po’ la cognizione delle strade, sarà la pioggia battente, ma fatto sta che sbaglio completamente la strada e cammina cammina sotto la pioggia ci ritroviamo quasi a Christiania. Meno male che troviamo due ragazzi, appunto di Christiania, che ci rimettono sulla via giusta, anche se da lì dovevamo fare un bel pezzo di strada in più, sempre sotto l’acqua che scendeva incessante. Senza volerlo passiamo sotto il diamante nero ossia la biblioteca reale che ci da un riparo per qualche minuto dalla pioggia. Abbiamo aspettato qualche minuto ma non accennava minimamente a smettere e quindi ci siamo fatti coraggio e abbiamo ripreso il nostro cammino sotto l’acqua battente di fianco a Danesi che sfrecciavano tranquilli accanto a noi con le loro biciclette come se niente fosse. Siamo arrivati in albergo fradici ed infreddoliti perché nel frattempo si era fatto pure freddo e non vedevamo l’ora di farci una bella doccia calda ristoratrice. Abbiamo fatto la tesa dei panni da asciugare, doccia bollente e poi meritato riposo prima di uscire per cena. Avevamo subito adocchiato un ristorante vicino al nostro albergo che ci sembrava interessante perché proponeva un menù di assaggi tipici Danesi ad una cifra accettabile e quindi siamo andati a colpo sicuro. Peccato che era sabato sera e alle 19:30 era tutto pieno e vista la pioggia non c’era possibilità di stare fuori. Un po’ delusi ci incamminiamo senza meta alla ricerca di un ristorante che ci sembrasse carino e con un menù accattivante. Niente, sembrava che dovunque ci girassimo ci fossero soltanto ristoranti pieni o deludenti. Poi alla fine senza nemmeno accorgercene siamo finiti in piazza Nytorv dove si trova il Cafè Nytorv, un ristorante turistico sicuramente, ma con dei posti liberi e quindi stanchi e affamati abbiamo deciso che poteva andare. Come quasi d’ovunque a Copenhagen abbiamo speso abbastanza per una cena, ma devo ammettere che siamo rimasti soddisfatti della scelta perché il cibo era ottimo. E poi abbiamo optato per il salmone alla griglia con patate, verdure e salsa olandese, quindi come primo assaggio di cucina Danese devo dire non male. Naturalmente niente acqua ma una bella pinta di birra Carlsberg. Dopo cena era tornato anche un po’ di sole, ma dopo una passeggiata per piazza Nytorv e Gammeltorv siamo ritornati verso il nostro albergo per una sana dormita.

Domenica 16 Giugno

Per oggi avevamo deciso di andare a fare una gita fuori porta verso Hillerod ed Helsingor tutto fai da te con il treno. Tutto ok se non che la domenica ci sono delle linee del treno ridotte e quindi abbiamo dovuto prendere anche un bus che strapieno e non troppo velocemente alla fine però ci ha portato a destinazione. Quindi per chi abbia intenzione come noi di utilizzare il treno per andare ad Hillerod forse è meglio valutare per il giorno, visto che la domenica c’è questo inconveniente ed in più, come abbiamo visto poi, nel paesino adiacente al castello era tutto chiuso e stangato a parte forse solo un bar. Il tutto certo non ci ha rovinato la gita, ma forse se si organizza per un altro giorno c’è un po’ più di facilità nell’arrivo e un po’ più di vitalità intorno al castello. Fatta la premessa devo dire comunque che utilizzare i treni in Danimarca è veramente facilissimo ed in più sono molto puntuali, puliti e capienti visto che hanno addirittura il vagone riservato a chi utilizza la bicicletta. Noi abbiamo fatto il biglietto che ha validità praticamente 24 ore e con quello abbiamo raggiunto prima Hillerod e poi direttamente da lì Helsingor per poi tornare direttamente a Copenhagen. Purtroppo il tempo non ci ha voluto troppo bene e la pioggia ci ha accompagnati per tutto il giorno o quasi, anche se, a parte per le foto in esterno, non ci ha dato particolarmente fastidio perché comunque nel momento di maggior intensità visitavamo il castello di Frederiksborg all’interno o eravamo sul treno per gli spostamenti. Dalla stazione di Hillerod a piedi ci siamo incamminati verso il castello e passando dal parco adiacente al lago in circa 15 minuti siamo arrivati all’ingresso della meravigliosa residenza estiva dei reali Danesi. Anche passeggiare nel parco è stato piacevole e la vista del castello con il lago intorno è spettacolare, sembrava di essere in una fiaba anche se poi il castello veniva utilizzato veramente dai reali Danesi per le vacanze estive. Di sicuro si trattavano egregiamente. Appena attraversato il fossato che lo circonda ci siamo ritrovati davanti la bellissima fontana di Nettuno incorniciata tutt’intorno da diversi palazzi. Il tempo era grigio e la pioggia era alle porte quindi abbiamo deciso di entrare e visitare le stanze riccamente decorate da affreschi, arazzi, oggetti reali d’oro e d’argento e molti, molti dipinti di esponenti della casata reale che sicuramente avevano visitato la residenza estiva nel corso dei secoli. La sala da ballo era enorme e con dei lampadari stupendi e durante il nostro tour tra cimeli reali ci siamo trovati a visitare la chiesa che è stata una folgorazione: bellissima. L’abbiamo vista dal piano di sopra dove ai lati ci sono due corridoi con al muro una miriade di stemmi dei casati reali e da lassù era imponente e stranamente non spoglia come le altre che poi vedremo in tutta la città. Quando siamo scesi al piano di sotto ci siamo trovati davanti un bellissimo organo tutto decorato e da solo valeva la visita. Mentre visitavamo le stanze fuori il diluvio non prevedeva una tregua ed infatti i giardini al di là del lago abbiamo deciso di non andare a visitarli anche perché eravamo senza ombrello e poi comunque sembrava di essere in val padana con la nebbia che si era alzata. Abbiamo quindi gironzolato ancora un po’ fra le varie stanze scendendo anche nei sotterranei e poi quando ha iniziato spiovere ci siamo incamminati verso la stazione passando questa volta attraverso la strada, diciamo turistica, del paesino, dove però come anticipavo prima, essendo domenica, i negozi ed i ristoranti erano tutti chiusi, per cui anche volendo non si poteva nemmeno fare uno spuntino. Alla stazione, mentre aspettavamo il treno per Helsingor, un ragazzo ci ha detto che, se volevamo, c’era una tappa intermedia dove poter scendere e dove visitare un altro bellissimo castello. La cittadina era Fredensborg. Così ci siamo fidati e anche se il tempo proprio non ci voleva assistere siamo comunque scesi alla fermata ed ci siamo incamminati verso il castello di Fredensborg. A metà strada a piedi dalla stazione ci siamo accorti però che era un po’ troppo lontano e rischiavamo di perdere poi il treno successivo per Helsingor e quindi abbiamo fatto dietro front e nella sfortuna di non riuscire a visitare il castello forse ci siamo risparmiati una bella infradiciata d’acqua anche perché appena rientrati in stazione si è scatenato di nuovo il diluvio. Quel giorno proprio non era il nostro giorno. A malincuore abbiamo preso il treno, ma comunque felici di essere ancora asciutti. Dopo una ventina di minuti siamo arrivati ad Helsingor e finalmente la pioggia ci ha dato una tregua e siamo riusciti a fotografare il bellissimo castello di Kronborg, detto anche castello di Amleto, anche sotto qualche raggio di sole. Il castello è praticamente su un lembo di terra che si sporge sul mare dello stretto dell’Orensund ed è veramente imponente e forse un po’ tetro. E’ chiamato il castello di Amleto perché sembra che Shakespeare abbia ambientato proprio qui la sua celebre tragedia del principe di Danimarca. In estate vengono eseguite molte rappresentazioni dell’opera teatrale ed in alcune occasioni gli attori protagonisti sono anche molto famosi, uno su tutti Kenneth Branagh che ha portato sul grande schermo diverse opere del drammaturgo Inglese. Il castello visto da fuori con il suo fossato è molto imponente e proseguendo sul dietro ci sono anche molti cannoni ed una vista meravigliosa dello stretto dell’Orensund che separa la Danimarca dalla Svezia. Entrando dentro è un po’ spoglio e forse l’unica cosa degna di nota è la grande sala da ballo con il pavimento che sembra una scacchiera e adornata ai muri con grandi dipinti che rappresentano banchetti e scene di vita di corte. Un’altra cosa degna di una visita sicuramente sono le casematte, ossia delle segrete con lunghi ed intricati cunicoli bui dove stavano i soldati di pattuglia, visto che il castello fungeva anche una fortezza difensiva. Tra i cunicoli si trova un’enorme statua di Holger Danske ossia il gigante eroe vichingo dormiente che secondo la leggenda si risveglierà per difendere il territorio danese nel caso in cui la Danimarca dovesse trovarsi in estremo pericolo. Andare là sotto senza torcia e con piccolissime e flebili lucine di lampade ad olio è stato molto suggestivo e a volte anche un po’ da brividi anche perché naturalmente il mio compagno si divertiva a farmi paura e a fare foto con il flash in cerca di fantasmi o elementi soprannaturali. Comunque per chi soffre di claustrofobia, o ha la fobia del buio, forse è meglio che non si avventuri o al limite si premunisca di torcia elettrica, che comunque viene venduta da una macchinetta proprio appena prima di entrare nei cunicoli. Quando siamo usciti abbiamo trovato una lapide al muro con raffigurato Shakespeare ed una foto non si poteva non fare. Il tempo ancora inclemente ci permette di arrivare appena fuori dal castello che poi ci dobbiamo riparare dentro una specie di centro culturale polivalente che comunque stava chiudendo. Nel bar comunque ci lasciano entrare per un riparo, anche se subito, essendo le 17:30 o poco più, ci dicono che stanno chiudendo e quindi non possono servirci niente. A noi serviva solo un riparo in attesa che spiovesse un po’ per poi tornare in stazione quindi ok, anche se devo dire che questa cosa degli orari forse ci ha un po’ lasciati perplessi perché anche in città dopo le 17 sembra che tutto chiuda e che ognuno debba tornare a casa. Magari è meglio così ma da noi è un’altra cosa…. Finalmente riusciamo a rientrare in stazione sotto una leggera pioggerellina e in 50 minuti circa rientriamo a Copenaghen. Sia la prima sera che la seconda avevamo intenzione di andare al Tivoli, ma anche per questa volta, dato il tempo, rimandiamo al giorno dopo. Quindi dopo un lungo riposo e una doccia ristoratrice ci prepariamo per andare a cena al ristorante vicino al nostro albergo che si chiama Puk dove la sera prima non avevamo trovato posto. Carino il posto, gentili i camerieri e soprattutto cibo ottimo. Abbiamo preso l’assaggio di diverse pietanze tipiche Danesi ed è stato un tripudio di sapori: aringa marinata con salsa all’aneto e capperi, con cipolle crude a rondelle da mangiare su pane precedentemente cosparso di grasso, filetto di pesce impanato e fritto con salsa tartara, salmone affumicato con una salsina agrodolce tipo senape all’aneto strepitosa e poi ancora maiale con cotenna croccante al sapore di arancia accompagnato da cavolo leggermente appassito in agrodolce, patè di fegato con pancetta croccante e funghi accompagnato da barbabietola agrodolce, ed infine come dolce o quasi, formaggio brie su crostini tipo i nostri tuc con acini d’uva e cetrioli sempre in agrodolce. Veramente una cena unica e il tutto naturalmente accompagnato dalla solita pinta di birra Carlsberg.

Lunedì 17 Giugno

Il lunedì lo abbiamo dedicato interamente alla città (non i musei perché in molti proprio il lunedì sono chiusi) rigorosamente a piedi. Dal nostro albergo siamo partiti alla volta di Christiania passando però prima dalla zona dei canali Christianshavn molto carina e caratteristica: sembrava quasi di essere ad Amsterdam con le barche che solcavano i canali e tutti i localini sul lungo canale con fiori dai colori sgargianti. Abbiamo visto, questa volta con il sole che lo faceva risplendere, il Diamante nero in tutta la sua imponenza proprio sul bordo del canale. Quando siamo arrivati nei pressi di Christiania abbiamo messo via la macchina fotografica e ci siamo addentrati per le viuzze fino ad arrivare ad una piazzetta principale dove c’era una specie di mercatino con tipiche cose da hippy e qualche barettino dove sembrava che tutti si riversassero per fare il riposino della mattinata. Poi camminando abbiamo avuto la sensazione che in quel posto in pochi lavorassero e che molti erano a zonzo un po’ sporchi e trasandati, quindi più che stato libero da politica ed imposizioni ci ha dato l’idea di un posto un po’ da “voglia di lavorare zero”. Poi magari ci sbagliamo, ma questa è la sensazione che abbiamo avuto camminando per le stradine piene di sporcizia, cose rotte e abbandonate e strade con erbacce lasciate incolte. Insomma non ci ha fatto una grande impressione, tanto che dopo nemmeno mezz’ora eravamo già fuori verso nuove mete. A pochi metri dall’entrata di Christiania c’è la chiesa del Nostro Salvatore, la Vor Frelsers Kirke con una particolare torre con intarsi dorati che formano una spirale. Si può salire fino in cima, ma quando siamo arrivati noi c’era un po’ di fila e quindi abbiamo abbandonato l’idea proseguendo verso la National Banken e la Borsgade, il palazzo della borsa con la sua guglia dove sulla sommità ci sono quattro draghi che intrecciano le loro code fino a congiungersi in cima come se fosse un’unica antenna. Siamo arrivati fino ad Island Brygge e vista la bella giornata abbiamo deciso di fare un tour sui canali. Abbiamo optato per Canal Tour perché avevamo uno sconto grazie ad una cartolina trovata in albergo. Cercavamo un tour dove parlassero anche Italiano, ma ci siamo dovuti accontentare di Inglese, Francese e Danese. C’era una ragazza nuova che era al suo primo giorno di lavoro, ma devo dire che se l’è cavata egregiamente e parlava sia un buon Inglese che un buon Francese. Il tour è stato bellissimo e ci ha fatto apprezzare moltissimo la città vista dai suoi canali. Poco dopo essere partiti ci siamo trovati davanti alle sculture di sabbia che ogni anno vari artisti compongono durante il festival appunto delle Sands Sculpture e naturalmente ho cercato di ricordarmi il posto che poi avrei voluto vederle da vicino. Abbiamo proseguito poi verso la zona di Christianshavn che avevamo appena visto, ma sicuramente dal canale aveva tutt’altro aspetto. Poi verso il Diamante nero e ancora verso la zona dell’Opera che è un bellissimo complesso molto moderno, poi ancora verso tutto il lungo mare dove abbiamo la possibilità di vedere il palazzo di Amalienborg con la sua fontana e la Marmorien Kirke sullo sfondo ed infine arriviamo persino alla statua della sirenetta che vediamo solo dal lato posteriore. Ma tranquilli, la visita era già prevista per il pomeriggio.

Al ritorno passiamo attraverso il canale del complesso dei musei di Christiansborg fino a ritornare al punto di partenza. Da lì procediamo, sempre rigorosamente a piedi, verso la piazza principale della città, ossia verso Kongens Nytorv. Peccato che sia tutta nascosta da un enorme cantiere che lascia intravedere solo la cima della statua posta al centro della piazza. Da lì procediamo verso la parte più fotografata di Copenhagen, forse solo dopo la sirenetta, ossia il Nyavn che non è altro che un piccolo porticciolo da dove ormai partono quasi ed esclusivamente solo le barche che fanno il tour dei canali per i turisti. Di bello però ha sicuramente i colori delle case che su un lato del porto fanno da sfondo a migliaia di fotografie. Quando arriviamo mi è sembrato di avere davanti un arcobaleno di case color pastello accese dai raggi del sole che in quella giornata ha fatto da cornice a tutti i nostri spostamenti. Meraviglioso e molto caratteristico anche se devo ammettere pieno zeppo di turisti, ma d’altronde forse era anche la sua bellezza, perché era vivo e brulicante di persone che ne ammiravano la bellezza.

Volevamo goderci tutta l’atmosfera del posto ed abbiamo deciso di fermarci a pranzare in uno dei ristorantini lungo la via con i tavolini all’aperto. Sicuramente non il pasto migliore della nostra vita e sicuramente non uno dei meno costosi, ma vuoi mettere l’atmosfera! Il mio compagno sicuramente non la penserebbe come me anche perché purtroppo a causa della cameriera che diciamo si era scordata di noi, abbiamo impiegato quasi due ore per mangiare alla fine tre Smorrebrod, ossia tre tartine ben farcite, ma pur sempre tre tartine. Io che sono un po’ più accomodante mi sono goduta il relax sotto il sole, che mi ha pure abbronzata, gustando con la dovuta calma i miei tre Smorrebrod cari ma buoni.

Dopo il “lauto” pranzo ci siamo diretti, camminando lungo la Bredgade, verso la fortificazione de Le Castellet che non sono altro che cinta murarie con all’interno il Churchill Park con prati e percorsi per jogging o semplicemente delle belle passeggiate. A lato, prima di imboccare il sentiero che porta alla sirenetta, si trova la chiesa di Sankt Alban con un giardino dove molti danesi si fermano per un momento di svago e relax e con a fianco la bellissima fontana di Gefion, che sprona dei buoi imbrigliati, e che si dice rappresenti la nascita della Zelandia, ovvero la regione dove si trova Copenhagen. La leggenda narra che Gefion avesse chiesto al re di Svezia del terreno e che il re le avesse detto che gliene avrebbe dato tanto quanto ne riusciva ad arare in una notte e lei per avere più terra possibile avesse trasformato in buoi ed imbrigliato i suoi figli perché l’aiutassero nell’impresa. Proseguendo ci incamminiamo verso la tanto fotografata sirenetta. Una folla di gente l’ha presa d’assalto e riuscire a fare una foto senza troppe persone diventa un’impresa. Ci facciamo largo e ci spingiamo più avanti verso lo scoglio ed eccola là, piccola nella sua posizione così malinconica come se volesse dirci che non ne può più di tutti gli abusi che ha subito solo perché è diventata un’icona della città. Infatti poveretta più volte le hanno staccato la testa e portato via un braccio, ma per fortuna adesso eccola lì in bella mostra al cospetto dei turisti. Forse me la immaginavo più grande, ma in fondo è carina e poi certo non si può arrivare fino a Copenhagen e non vedere la sirenetta! Al ritorno in centro ce la prendiamo comoda e sempre a piedi percorriamo tutto il lungo mare vedendo praticamente più da vicino quello che già con il tour sul canale avevamo visto. La fontana dell’Amalienborg e vari palazzi in mattoni scuri che fanno da cornice ad una bellissima passeggiata. Fra le cose che vediamo c’è anche una statua del David di Michelangelo che sicuramente è una copia, ma direi ben fatta. Praticamente ci ritroviamo in fondo al Nyavn e quindi con piacere passiamo di nuovo davanti a questa meravigliosa cartolina della città.

Rientriamo sullo Stroget e via verso il nostro albergo per poi proseguire verso il Tivoli, il parco divertimenti più antico d’Europa. La serata è fresca, ma non troppo, e passeggiamo gradevolmente per il parco ammirando lo splendido palazzo bianco in stile Indiano proprio alla fine del viale dell’entrata con il suo pavone incantevole che sembra fare da guardiano. E’ stupendo e quando apre tutte le sue piume a ruota attira a se una miriade di persone intente a fare fotografie e ad ammirarlo in tutta la sua bellezza. Lui d’altro canto si muove come fosse su una passerella e non aspettasse altro che farsi immortalare ed ammirare. Ci sono moltissime giostre antiche e anche delle più nuove che fanno impressione solo a vederle, ma noi dati i prezzi esorbitanti (per un giro su qualsiasi giostra erano almeno 10 € a testa) optiamo soltanto per un giro vertiginoso sulle montagne russe e anche se scendiamo un po’ scossi e scombussolati devo ammettere che è stato molto divertente. Passeggiamo ancora un po’ tra le giostre, tra i negozi che vendono tutti i dolciumi tipici dei luna park e tra tantissimi ristorantini già pronti dalle 19 a servire cene o semplicemente spuntini. L’atmosfera è bellissima con le luci appena soffuse che aspettano che il sole cali per accendersi definitivamente e tante persone felici come bambini che si divertono un mondo. Dopo circa tre ore che giravamo tra giostre, giochi e dolciumi, visto che ancora non accennava a venir buio, dovevamo decidere se restare per cena dentro il Tivoli o se tornare al nostro ristorantino di fiducia magari per assaggiare qualche altra prelibatezza Danese. Guardando un po’ di prezzi e di piatti abbiamo preso la giusta decisione di tornare dal nostro Puk. E questa volta abbiamo optato per un piatto tipico di salmone al forno ricoperto di purè di patate con burro alle erbe su tagliere aromatizzato. Buonissimo! Dopo la cena nuovamente passeggiata per lo Stroget e poi a nanna.

Martedì 18 Giugno

La mattina del martedì siamo rimasti ancora in città e come prima meta abbiamo scelto il complesso museale sull’isola di Slotsholmen in cui il vescovo Absalon costruì un castello in pietra da cui nacque il primo nucleo della città. Oggi c’è il Christiansborg Slot, palazzo che è sede del parlamento Danese, dove si trova anche la sala delle udienze reali, un’esposizione degli scavi della fortezza di Absalon e vari musei fra cui quello di Thorvaldsen ed il Tojhusmuseet, nonché il museo delle carrozze reali. Purtroppo ci siamo dovuti accontentare di vedere il tutto solo dall’esterno perché i musei che interessavano a noi ossia quello delle carrozze reali e dell’esposizione degli scavi della fortezza di Absalon non erano aperti perché in ristrutturazione. Amareggiati abbiamo ammirato i palazzi dall’esterno compreso quello della Borsegade con la sua guglia con le code di quattro draghi intersecate fra loro. Abbiamo attraversato il canale fino ad arrivare a costeggiare la National Banken per poi proseguire su Havnegade dove avevamo visto il giorno precedente le opere degli scultori di sabbia. Si paga l’entrata e si può votare l’opera migliore o che si spera vinca il festival. Tutte veramente stupende da rimanere a bocca aperta. Fra gli scultori c’erano anche un paio di Italiani ed un po’ per patriottismo, un po’ perché erano veramente belle non potevamo che votarli. Dopo la sosta abbiamo proseguito lungo mare ritornando infine di nuovo al Nyavn. Da lì dopo altre foto abbiamo proseguito verso il palazzo di Amalienborg per assistere al cambio della guardia alle 12 in punto. Visto che mancavano ancora circa 20 minuti abbiamo optato per andare a visitare il palazzo all’interno per vedere i gioielli ed i mobili reali. Dopo aver visto l’interno e gli arredi del castello di Frederiksborg forse non ne valeva la pena, ma visto che facevano il biglietto comprensivo anche della visita al castello di Rosenborg l’abbiamo fatto, e così forse abbiamo anche evitato l’attesa in piedi nella piazza per il cambio della guardia. Comunque dopo 10 minuti eravamo già fuori ad attendere l’arrivo delle guardie dalla Marmorien Kirke. Certo noi non abbiamo mai visto il cambio della guardia di Buckingam Palace, ma sicuramente questo di Copenhagen è stato molto sobrio, lineare e non troppo sfarzoso.

Dopo circa 20 minuti tutto era finito e noi abbiamo potuto proseguire con la visita alla Marmorien Kirke proprio lì vicino. Tanto imponente fuori quanto semplice e minimale all’interno. Abbiamo proseguito poi lungo la Dronningens Tvaergade fino ad arrivare nel Rosenborgs Have ossia il parco con i giardini del castello di Rosenborg. C’erano molte persone che prendevano il sole, che giocavano o che semplicemente si rilassavano sul prato tra piante e fiori. Con un po’ più di tempo sarebbe stato piacevole crogiolarsi al sole sul prato a godere del dolce far niente. Ma visto i tempi un po’ ristretti e le cose ancora rimaste da vedere abbiamo solo dato uno sguardo veloce e ci siamo diretti al castello. Bellissimo con tutto il verde intorno ed il fossato a cingerlo per ripararlo da possibili invasioni. Forse dopo il castello di Frederiksborg ad Hillerod è uno dei più belli e fiabeschi e in aggiunta è il castello dove sono custoditi i gioielli della corona reale Danese, quindi sicuramente prezioso. Avevamo fatto già il biglietto comprensivo della visita ai gioielli reali, quindi muniti solo di macchina fotografica (qualsiasi borsa andava depositata negli armadietti) siamo entrati prima per la visita alle stanze reali con mobili, dipinti e oggettistica d’oro e d’argento e poi per finire siamo scesi nel bunker dove si trovano la corona e molti altri monili d’oro sicuramente molto preziosi e di valore inestimabile. Tutto veramente bello ed interessante. Finita la visita siamo andati alla stazione di Norreport e passando dalla stazione centrale siamo scesi ad Enghave per arrivare dopo circa 10 minuti a piedi alla sede del birrificio Carlsberg. C’è chi ci arriva in bici e chi preferisce prendere il bus cambiando non so quante volte, noi abbiamo optato per il treno e devo dire che è stato comodissimo e piuttosto facile, anche perché appena fuori dalla stazione ci sono cartelli che indicano facilmente la strada da prendere per arrivare fino alla sede del museo. Quando abbiamo fatto il biglietto abbiamo deciso di non fare il tour guidato ma di gironzolare per conto nostro e prenderci i nostri tempi per la visita. Comunque compreso nel prezzo c’erano anche 2 bicchieri di birra e potevamo scegliere noi se fare l’assaggio al bar appena finito il giro nel museo, oppure direttamente allo stand nel cortile dove potevamo gustare anche un buon pranzo tipico. Dato l’orario abbiamo optato per dare un’occhiata veloce alle stalle e a qualche macchinario antico per il trasporto delle casse di birra e poi abbiamo ceduto alla fame e ci siamo seduti sotto delle tettoie nel cortile per pranzare con due Polsner, ossia salsicce tipiche, pane, insalata e salse varie tipo senape, mostarda o piccante. Il tutto con il primo bicchiere gratuito di Carlsberg chiara per me e rossa per il mio compagno. Tutto eccellente e un meritato riposino ci voleva! Dopo il meritato pranzo abbiamo continuato il nostro tour nel vecchio stabilimento dove si trovano tutti i macchinari che usavano una volta per l’essiccazione e la tostatura del malto d’orzo, i recipienti dove lo mettevano insieme al luppolo e all’acqua di sorgente per la fermentazione. Interessante, anche se forse tante cose senza una guida era un po’ difficile capire cosa fossero. C’erano anche delle stanze con dei manichini che ricostruivano la vita di chi ci lavorava, la mensa e i locali dove venivano fatti i diversi accostamenti dei prodotti per arrivare a trovare la qualità ottimale. Infine al piano superiore si trova una collezione straordinaria di bottiglie di birra dal mondo intero come avevamo visto anche nella sede della Guinnes a Dublino. Finito il nostro tour ci siamo concessi un altro assaggio di una Carlsberg particolare rossa doppio malto: molto buona.

Di nuovo a piedi siamo rientrati alla stazione di Enghave e scesi a Norreport per finire la serata con una passeggiata in centro per un po’ di shopping e qualche sguardo a qualche angolo dello Stroget ancora non visto. Io avrei voluto visitare il Dansk Design Museum dove ci sono tanti oggetti di design particolare Danese, ma al mio compagno proprio non andava e quindi ho dovuto cedere a passeggiare e godermi qualche negozio, anche se sempre non troppo accessibile per i prezzi. Rientrati in albergo abbiamo deciso che per la cena quella sera avremmo cambiato meta, ma purtroppo a cena finita devo dire che non è stata proprio una buona idea. Non che avessimo mangiato male, ma di tutti i locali che c’erano, ne abbiamo scelto uno di cui non ricordo neppure il nome non lontano dal municipio, dove praticamente eravamo da soli abbandonati a noi stessi, visto che la cameriera a metà servizio è sparita ed è stata sostituita da un ragazzo che sembrava un fantasma dato che non lo vedevamo mai. Io come al solito avevo preso un trancio di salmone, alla griglia questa volta, mentre il mio compagno una bistecca con purè e altre salse. Diciamo senza infamia e senza lode. Dopo cena di nuovo un po’ in giro e poi a nanna.

Mercoledì 19 Giugno

Per il mercoledì avevamo in previsione una gita in Svezia a Malmo e con il senno di poi direi che potevamo saltarla e magari invece andare a visitare Roskilde dove c’è il museo delle navi Vikinghe. Ma sul momento ci attirava prendere il treno e passare sul famoso ponte sull’Orensund per arrivare in nemmeno mezz’ora sulla sponda Svedese. Malmo non è stato niente di che, il centro carino, ma trascurabile, con una grande piazza con una fontana al centro, la chiesa sulla sinistra valeva una visita ed il parco tutto intorno al complesso museale non era male con i giardini curati, i fossati dov’era possibile navigare ed un vecchio mulino dotato di pale molto suggestivo. Siamo arrivati poi, dopo una lunga camminata nella periferia di Malmo, fin sotto la famosa torre Turning Torso dell’architetto Santiago Calatrava che una visita forse se la meritava per come è fatta, ma di certo la lunga camminata ci aveva demoralizzati. La torre è bianca e svetta tra i bassi e pochi palazzi che ha intorno a se e sembra che si attorcigli tutta su se stessa e questa naturalmente è la caratteristica che attira i visitatori a Malmo. Dopo un paio d’ore circa siamo rientrati, dopo un’altra lunga camminata, alla stazione di Malmo e da lì rientrati a Copenhagen. Non era tardissimo e volendo potevamo anche andare verso Roskilde, ma visto che il tempo stava cambiando rapidamente abbiamo deciso di abbandonare l’idea e di tornare nuovamente in centro sia per pranzare che per dedicarci allo shopping. Siamo scesi nuovamente a Norreport e la pioggia è arrivata. Come al solito eravamo senza ombrello e allora abbiamo deciso di aspettare che spiovesse facendo pranzo al Mc Donald’s proprio di fronte all’uscita della stazione. Poi con pioggerellina fine ma intensa dopo pranzo ci siamo diretti sullo Stroget con destinazione il Magasin Du Nord, altro centro commerciale che non avevamo visitato e qui qualcosa siamo riusciti anche ad acquistare grazie ai saldi. Per l’ultima cena a Copenhagen non potevamo che tornare nel nostro ristorantino di riferimento Puk dove nuovamente ci siamo gustati i due vassoi di assaggi tipici Danesi.

Giovedì 20 Giugno

Ultima mattina in città ancora in giro per il centro fino al Nyavn e poi purtroppo in albergo per gli ultimi preparativi prima di incamminarci con valige al seguito verso la stazione centrale. In pochissimo tempo eravamo già in aeroporto dove con calma abbiamo pranzato e finito di spendere gli ultimi soldi rimasti per non doverli ricambiare in euro. Abbiamo acquistato gli ultimi souvenir tra cui una salsina per il pesce a base di senape, mostarda e aneto agrodolce. Dopo un paio d’ore siamo atterrati a Firenze ed abbiamo dovuto dire arrivederci alla nostra bellissima settimana di ferie a Copenhagen che ci ha veramente colpiti e fatti innamorare. Non avrei mai immaginato che la città ci piacesse così tanto ed è stata davvero una piacevolissima sorpresa!

Copenhagen a presto!



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