Consigli per il mal d’africa: diani e watamu

Questa è stata la mia seconda volta in Kenya: non voglio riempire il mio racconto di descrizioni di quello che ho visto e fatto durante la mia vacanza, sia perché rischierei di essere ripetitiva, in quanto sono già stati scritti prima di me un sacco di racconti che descrivono benissimo questo splendido paese e capaci di invogliare chiunque a...
Scritto da: valentinadonati
consigli per il mal d'africa: diani e watamu
Partenza il: 13/08/2008
Ritorno il: 20/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Questa è stata la mia seconda volta in Kenya: non voglio riempire il mio racconto di descrizioni di quello che ho visto e fatto durante la mia vacanza, sia perché rischierei di essere ripetitiva, in quanto sono già stati scritti prima di me un sacco di racconti che descrivono benissimo questo splendido paese e capaci di invogliare chiunque a partire immediatamente, sia perché sono convinta che le parole non riescono a cogliere completamente la bellezza di questi luoghi e della sua gente, che ognuno dovrebbe vedere con i propri occhi almeno una volta nella vita. Scrivo questo racconto perché vorrei fare alcune considerazioni che potrebbero rivelarsi utili a chi è in procinto di partire, e magari è indeciso se trascorrere la sua vacanza a Watamu o a Diani.

La prima volta che sono stata in Kenya ho infatti soggiornato a Diani, nel dicembre 2006, la seconda a Watamu, nell’agosto 2008.

Sono due località che meritano entrambe una visita, tuttavia sono molto diverse: la spiaggia di Diani è qualcosa di meraviglioso, lunghissima, con sabbia finissima di un bianco accecante; il mare è bello (soprattutto con la bassa marea escono fuori degli splendidi colori), ma non è proprio il massimo, l’acqua è abbastanza torbida, almeno a riva (vicino alle lingue di sabbia che si trovano un po’ a largo è decisamente limpido); tuttavia è possibile fare il bagno praticamente a tutte le ore del giorno, in quanto il mare non si ritira mai in modo radicale, come invece avviene a Watamu.

A Diani, inoltre, gli italiani in vacanza non sono moltissimi; per la maggior parte è una località frequentata da tedeschi ed inglesi. Il mare a Watamu è decisamente più bello; io parlo soprattutto per quanto riguarda il mare davanti allo Jacaranda, dove ho soggiornato durante la mia vacanza, e del tratto che da lì va verso nord (è lì che si trova il famoso atollo Sardegna 2), ma a detta di altri anche davanti agli altri resort di Watamu il mare si difende bene; con la bassa marea è veramente uno spettacolo: escono fuori un sacco di atolli di sabbia bianchissima, contornati da un mare limpido e cristallino; il mare si ritira di alcuni chilometri, tanto che è possibile fare lunghissime camminate sulla barriera corallina, in cui trovare un sacco di pesci e stelle marine di tutti i colori; tuttavia farsi un bagno completo è praticamente impossibile; inoltre, man mano che si alza la marea, si alza il vento, il mare diventa mosso e non decisamente pulitissimo e perde tutto il fascino di cui parlavo prima. Inoltre, a differenza di Diani, la zona Watamu-Malindi è praticamente una colonia italiana.

Comunque, indipendentemente dalla località in cui decidiate di andare, quello che assolutamente non può mancare in una vacanza in Kenya è il safari; è un’esperienza bellissima; appena tornati in hotel comincerete a pensare a quando poterne fare un altro e vi meraviglierete di quanto è bella la natura. Il parco più vicino e raggiungibile, che vi verrà proposto più spesso dai beach boys ed anche il più economico, è lo Tsavo Est; è il parco più grande del Kenya, e questo è decisamente un vantaggio, in quanto non è mai eccessivamente affollato di turisti e di pulmini.

A parte il rinoceronte che lì non è presente, è possibile osservare tutti gli altri animali; certo, per vedere leopardi e ghepardi (ed anche il leone maschio) ci vuole un po’ di fortuna, però rimarrete sicuramente più che soddisfatti, garantito! Tuttavia bisogna considerare una cosa: la pioggia. Anche se è chiaro che nessuno può prevedere le piogge improvvise, è consigliabile fare un safari non durante la stagione delle piogge, né subito dopo: infatti, bisogna considerare che se ha piovuto molto nei giorni precedenti la savana sarà verde e rigogliosa…Cosa questa parecchio a sfavore dell’avvistamento degli animali, sia perché i cespugli e il fogliame renderanno più difficile l’avvistamento, coprendo la visuale ed eventuali animali che si stanno riposando lì sotto, sia perché la savana sarà piena di acqua e di pozze…Così che gli animali avranno acqua a disposizione ovunque e sarà quindi più difficile vederli abbeverarsi nelle pozze vicine ai lodge o vicine alla strada…Punti questi che invece, in condizioni diverse, permetterebbero di vedere da vicino numerosi animali (qui parlo purtroppo per esperienza: infatti, il mio primo safari, nel dicembre 2006, al contrario delle previsioni che lo indicavano come uno dei periodi migliori, ha visto tanta di quella pioggia che pensavo di trovarmi nella giungla invece che nella savana tanto era verde…E anche se l’esperienza si è rivelata comunque indicabile…Avrei immaginato di vedere parecchi animali in più…Ecco perché poi ho avuto fretta di ritornarci!!!).

Durante la stagione secca invece, nella mia esperienza agosto, la savana è totalmente secca, nel vero senso della parola, e questo renderà l’avvistamento degli animali molto più semplice, anche a grande distanza, permettendo di vedere quanti più animali possibili e di fare foto stupende! Tuttavia, in questo periodo, dato che in Kenya è inverno, sulla costa il tempo non è proprio il massimo (molto meglio durante il nostro inverno!): caldo di giorno, ma freschetto di sera…Con cielo spesso nuvoloso e brevi acquazzoni… Infine un’ultima cosa: chi lavora negli hotel farà di tutto per farvi sentire a vostro agio e non farvi mancare nulla: tuttavia a volte potrebbe andare via la luce, o non essere disponibile l’acqua calda per la doccia. Ricordate che siete in Africa; che ad un km (a volte anche meno) dalla vostra camera di albergo con aria condizionata e zanzariera i kenioti vivono in capanne di fango e sterco e l’acqua che molti di loro bevono probabilmente è quella del fiume (la berreste mai voi l’acqua del Tevere, dell’Arno, o di qualsiasi altro fiume italiano?). Quindi, se questo per voi è un problema, consideratelo prima di partire e andate in vacanza da un’altra parte. Rischierete altrimenti di tornare a casa insoddisfatti della vostra vacanza, e magari parlar male di questo paese meraviglioso.

Per ulteriori informazioni contattatemi…Buon viaggio!



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