Confessioni di un viaggiatore in Namibia

L’infinito spazio profondo Lo spazio si apriva ai nostri occhi, infinito; i paesaggi avevano un limite dato solo dalla nostra capacità di vedere… respiravi l’immenso, attraverso i sensi si espandeva in tutto il corpo una sensazione di libertà che nessuna parola potrà comunicare e che nessuna fotografia potrà mostrare.Sulle...
Scritto da: Daniele M.
confessioni di un viaggiatore in namibia
Partenza il: 06/08/2006
Ritorno il: 27/08/2006
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 3500 €
L’infinito spazio profondo Lo spazio si apriva ai nostri occhi, infinito; i paesaggi avevano un limite dato solo dalla nostra capacità di vedere… respiravi l’immenso, attraverso i sensi si espandeva in tutto il corpo una sensazione di libertà che nessuna parola potrà comunicare e che nessuna fotografia potrà mostrare.

Sulle piste Polvere dappertutto, sui vestiti, dentro gli zaini, dentro le ottiche delle macchine fotografiche, dentro le narici… Dovunque, finissima e leggerissima, ogni fuoristrada che incrociavamo era un’immersione in un mare arancione dal quale riemergevamo senza fiato, stupiti dei colori ancora intatti che ci circondavano… Le jeep che ci precedevano le lasciavamo distanti, puntini bianchi seguiti da una lunga scia di polvere, come dei bassotti cocainomani (il naso sporco di bianco).

Dalla polvere Uscivano dalla polvere sollevata dalla macchina che ci precedeva, uomini in cammino sul ciglio della strada, prima e dopo, il nulla, la desolazione più totale per chilometri, ci si chiedeva cosa facessero, ci si chiedeva dove andassero, come antilopi vivevano nella loro terra senza dover fare qualcosa, senza dover andare da qualche parte … questa è una libertà che ormai noi non comprendiamo.

“Arrivano gli elefanti !!!” Una voce bassa e meravigliata: “arrivano gli elefanti !!”, ho volto lo sguardo nella direzione indicata, mi appare ancora come un sogno; una ventina di elefanti usciti dal nulla, in fila ordinata si incamminavano verso la pozza che stava a pochi metri davanti a noi, silenziosissimi, lenti ed eleganti, suscitavano rispetto, forza e delicatezza …Sembrava una magia, un incantesimo e con la stessa discrezione con la quale possenti erano entrati in scena così, dopo giochi con l’acqua e vicendevoli moine, si sono allontanati lasciando la natura e il silenzio intatti, e noi stupiti ed ammirati.

Bellezza Era in mezzo a dei bambini vocianti, era la più grande ma non aveva più di 14 anni, vestita di stracci con i capelli raccolti in un fazzoletto, ha colpito tutti noi per il suo sorriso, per i suoi grandi occhi, per una sicurezza che era di un’altra età … era bellissima, non poteva non essere felice, anche se era lì per l’acqua che avevamo e per i pennarelli che distribuivamo, ma la felicità era dentro di lei , dentro i suoi occhi, noi potevamo portarle solo un po’ di sorpresa e un po’ di colore.

…Fino addentro alla morte La death valley; in mezzo alle dune del deserto del Namib (rosso), un sole impietoso (inguardabile) nel cielo (blu), un lago prosciugato (bianco) alberi morti (neri) un’immagine pura e forte, bellissima, di morte e di vita …Quegli alberi han vissuto nonostante tutto e la loro vita è valsa nonostante tutto. “L’affermazione della necessità della vita fino addentro alla morte” queste parole di Bataille sembrano perfette per descrivere questo ambiente, ma lui le riferiva all’erotismo; forse l’artificio dell’erotismo ha recuperato quella tragica contraddizione che la ragione ha allontanato da se ma che l’Africa ancora comprende.

Le luci nel lago Ho contato 5 luci nel lago ad Hardap, erano il riflesso delle stelle … mi vengono ancora i brividi a pensarci …Quanto tersa l’aria, quanto luminoso il cielo, quanta purezza, quanto vicino l’infinito, per questa piccola immensa riflessione.

Come loro (?) Siamo stati ostaggi di un mondo di bianchi in una terra di neri, siamo stati turisti e stranieri; l’ultima sera a Windhoek un brivido nero, accartocciati nel cassone di un pick-up infreddoliti e sobbalzanti ci siamo diretti in una discoteca qualsiasi, loro che ci vedevano sopra quel mezzo sorridevano divertiti… Rimanevamo sempre dei bianchi, degli stranieri, dei turisti che si compiacevano di una gita esotica.

Se una giraffa…

Se una giraffa allungasse il collo fino a vederci nella nostra vita di tutti i giorni, chiusi in scatole di metallo, chiusi in pareti di cemento, con l’orizzonte limitato dai 14 pollici del nostro schermo, considererebbe noi in cattività e troppo crudele questo zoo di uomini.

Daniele M.



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