Con me partirò: in crociera da sola nel Mediterraneo
Sono partita da Napoli con la nave italiana MSC Seaview, ipertecnologica e glamour, con le sue scale di Swarovsky su cui tutti si sparano le pose. Vorrei aiutare soprattutto i viaggiatori solitari a fare questa esperienza, perché potrebbero farsi paranoie infondate, come era successo a me. Io le ho superate leggendo forum e blog americani incoraggianti. Dividerò il racconto prima in giornate e poi per tematiche, per riflettere in generale sull’esperienza della crociera (com’è la nave, il cibo, ecc). Ho fatto 2 escursioni con MSC, organizzate alla perfezione, e negli altri porti sono scesa da sola.
Indice dei contenuti
Diario di viaggio
1° Giorno: Messina
L’ingresso nello stretto, all’alba, è stato molto emozionante. Sicilia e Calabria, che dai libri di terza elementare sembrano toccarsi con un dito, in realtà si guardano per chilometri e sono davvero vicine. La rientranza del porto di Messina, a forma di uncino, sembra voler agganciare la terra dirimpetto. Peccato per il traffico marittimo, tra navi da crociera, cargo cariche di container, traghetti da una sponda all’altra, “spadare” dei pescatori locali e altre imbarcazioni, tutte ammassate in acque strette.
Ho fatto l’escursione MSC che includeva un giro autonomo di un’ora a Taormina e poi 3 ore di spiaggia a Giardini Naxos. Il tempo a Taormina è stato troppo breve, ma ho potuto percorrere corso Umberto, affacciarmi sull’affollatissima piazza panoramica, sostare nel bellissimo parco comunale punteggiato dai resti degli strani edifici voluti dalla nobildonna inglese Trevelyan, che visse qui, e assaggiare un arancino…un po’ troppo turistico. Non c’è stato tempo per prendere la funivia per l’isola bella, ammirata però dal belvedere Pirandello. Poi un pullman ci ha portati in uno stabilimento balneare convenzionato a Giardini Naxos, che ha fornito ombrellone e sdraio. Il mare qui però era meno bello di quello sottostante Taormina.
2° Giorno: Malta
Ho fatto l’escursione, perfettamente organizzata, sull’isola di Gozo. Per arrivare, ci imbarchiamo su un motoscafo e costeggiamo l’orribile litorale di Malta, altamente antropizzato, deturpato da palazzoni pericolanti anni Settanta ed ecomostri moderni. Bisogna pregare che il mare non si alteri e che, con uno schiaffo d’acqua, non frantumi quelle balaustre in vetro vista infinito, per riprendersi la costa. Non ci sono spiagge, ma l’uomo ha cercato di ricavarle lo stesso, creando piattaforme di cemento o infilzando scalette in ferro nelle rocce. Uno scenario orribile.
Arriviamo a Gozo e veniamo distribuiti su delle vecchie Jeep, facendo dei pit-stop storici e naturalistici, accompagnati dalla guida. Purtroppo, neanche Gozo si salva dallo scempio. Piccole rientranze tra le rocce, con acque poco allettanti, subito aggredite da colate di cemento e magazzini costruiti a casaccio. Sputi di mare resi più comodi per i turisti, spianando il fondale con il cemento. Cemento, cemento ovunque. I punti naturalistici, come il blue hole, attorniati da baracchini su baracchini, insegne turistiche che rovinano l’ambiente e masse di gente che scarpina su resti fossili, lisciandoli con le suole. Poi abbiamo fatto una sosta-bagno nella baia di Hondoq, artificiale anche questa: l’acqua a riva sembra cristallina, in realtà è perché è stato gettato brecciolino bianco, che con il movimento dei bagnanti, si solleva, rendendo l’acqua torbida. Sulla spiaggia, sempre di brecciolino artificiale, qualche fumatore pensa bene di incastonare il suo mozzicone tra i sassolini. Alle spalle, ancora baracchini.
Al ritorno in motoscafo passiamo davanti alla laguna blu, solo per fare le foto. Purtroppo c’era vento e la vista non era così spettacolare come nelle foto ritoccate, ma ammesso che senza vento fosse davvero stata quella meraviglia che si vede sui social, anche qui il turismo non ha avuto pietà: una folla di gente ovunque, ammassata sul piccolo tratto di mare in cui si tocca, abbarbicata fin sopra la collina, e ovviamente file di immancabili baracchini. In alcuni blog, ci sono anche foto di gusci di ananas in cui vengono serviti cocktail, poi buttati tra le rocce. Nell’acqua, si intravedono meduse giganti e marroni. La nostra bravissima guida ci rassicura che le meduse grosse e scure sono del tutto innocue, ma per carità, nulla da contestare alle meduse, stanno a casa loro, siamo noi gli ospiti sgraditi. Impressione globale negativa, di sofferenza della terra, sfruttamento intensivo e turismo incivile.
3° Giorno: navigazione
Giorno senza scali, ma farò riflessioni sulla nave e sulla crociera alla fine dell’itinerario.
4° Giorno: Marsiglia
Una vera sorpresa. I forum di crocieristi pullulano di recensioni negative, che descrivono Marsiglia come sporca, pericolosa e priva di attrazioni, dato che l’economia gira intorno all’enorme porto commerciale. Non ho visto niente di tutto ciò! La città è elegantissima e piena di pasticcerie meravigliose, che già ammirare le vetrine è valso il viaggio. D’altronde, la Francia si distingue al mondo per la pasticceria e la panificazione. Sono andata anche nel minuscolo museo del sapone, con ingresso a 2,50 euro e un sapone di 100 grammi in omaggio. Poi ho assaggiato le navette, che sono il biscotto tipico ai fiori d’arancio, molto diverso dal gusto italiano. Siamo abituati a biscotti dolci e friabili, invece questi erano duri, neutri e con un lieve sentore e sapore… di sapone. Infine sono andata nella spiaggia dei Catalani, anche questa una sorpresa: nella parte rocciosa, l’acqua trasparente batte quella di Malta.
5° Giorno: Barcellona
Ci ero già stata, quindi ho evitato il classico giro delle case di Gaudì. La città, ovviamente, non ha bisogno di descrizioni. Barcellona è una Londra spagnola sul mare, multietnica e moderna, dove ognuno, a qualunque età, può realizzare i suoi sogni e vivere fuori dagli schemi, ben lontana dalla chiusura di alcuni paeselli della provincia italiana. Ho fatto la consueta passeggiata alla Rambla, facendomi fregare da uno dei locali di crema catalana che si proclamano storici, ma sono diventati trappole per turisti. Poi sono andata al mare a Barcelloneta. Mare di per sé bruttino, con schiumette galleggianti, che viene vissuto dagli abitanti più che altro per le attività in spiaggia. Però, ogni passeggiata a Barcellona vale il viaggio.
6° Giorno: Genova
Questa è stata la tappa più bella e inaspettata. Genova è una città che ha tutto: il centro storico con i caratteristici vicoli, una parte moderna, un lungomare bellissimo, attrezzato e panoramico, quello di Corso Italia, che sfocia nel borghetto di Boccadasse. Ho avuto modo di assaggiare anche la focaccia tipica, in una focacceria a ridosso della piazza centrale, rimanendo senza parole. Non ce l’ho fatta, però, a intingerla nel cappuccino, come solo i genovesi sanno fare.
Riflessioni sulla crociera
Chi c’era in crociera
C’era una popolazione variegata, in prevalenza coppie e famiglie con figli piccoli o adolescenti, ma anche piccoli gruppi di giovani, signori anziani, persone in sedia a rotelle, e tanti viaggiatori da soli. Tutti di nazionalità diverse, in prevalenza francesi e spagnoli, che quindi mangiano cose diverse, a orari diversi e fanno cose diverse. L’offerta della nave infatti è vastissima, così da intercettare le molteplici esigenze e abitudini. Di sera, nello stesso orario, c’erano almeno 5 serate diverse, nelle diverse lounge, da quella più tranquilla a quella più ritmata. Ognuno ha vissuto la vacanza a modo suo. Nessuno stava a badare a quello che facevano gli altri.
Com’è la nave
MSC Seaview è stata progettata per massimizzare gli spazi esterni, per aumentare il contatto con il mare. C’erano ben 4 piscine in 4 diversi ponti, un solarium enorme, passerelle trasparenti, passeggiate esterne e tantissime lounge elegantissime con vetrate affacciate sul mare. Anche le attività proposte erano diverse a ogni ora tutti i giorni. Impossibile descriverle, c’è davvero di tutto. C’è anche un centro benessere e diversi negozi di lusso (gioielli, orologi, borse di marca, boutique), che fanno anche eventi. Un giorno ogni cabina è stata omaggiata di un ciondolo. Bar tutti molto eleganti, e sempre pieni di “avventori” che sorseggiavano cocktail seduti al bancone (o italiani in astinenza da caffè espresso). Di sera l’ambiente diventa molto “pettinato”, tutti si acchittano per “uscire”, non è raro vedere alcune signore in abiti di gala che prima dello struscio passano anche dal parrucchiere di bordo. Ci sono serate a tema, con dress code consigliato, ma non obbligatorio. In ogni caso, a nessuno viene vietato di girare in modo informale.
Com’è il cibo
Argomento che interessa tutti. È vero che in crociera si può mangiare sempre e tanto e si ingrassa. Su MSC Seaview c’erano sia due buffet che due ristoranti gratuiti, oltre a ristoranti “tematici” a pagamento, di cui uno stellato, che organizzano anche eventi e dimostrazioni. Mangiare al buffet o ai ristoranti è una diversa food experience. I ristoranti sono “pettinati”, i piatti curati nelle presentazioni e la cucina è gourmet. Il menù cambia ogni giorno, ma è più limitato rispetto ai buffet, che sono informali e offrono una varietà infinita di piatti che cambia ogni giorno, anche dal pranzo alla cena. La mia curiosità ha ceduto agli assaggi, ma fare anche solo assaggi di tutto, su un buffet lungo 300 metri significa davvero farsi male. E dire che, essendo vegetariana, ho escluso tutti i piatti di carne, ma nonostante questo, mi sono fatta davvero male. Conviene portarsi dietro biochetasi per aiutare la digestione in caso di abbuffate.
Come funziona con le bevande
Al buffet, sono gratis acqua, caffè americano e bustine di tisane (tranne nei ristoranti), a colazione anche un’enorme varietà di succhi. Ci sono poi pacchetti che includono drink e altre bevande, che partono dai 20 euro al giorno.
Come erano le escursioni e gli scali nei porti
Ovviamente quelle organizzate dalla compagnia di crociera sono più costose di quelle che si trovano a terra o delle uscite in autonomia, ma si paga anche la tranquillità di non avere sbattimenti per spostarsi, né preoccupazioni di orari, perché se si fa ritardo, la nave aspetta. Invece chi esce da solo e non rincasa nell’orario del “tutti a bordo”, viene lasciato a terra, anche se c’è il numero di emergenza per organizzare il reimbarco (a proprie spese) dal porto successivo. Quando il porto è grande e lontano dalla città, come quello di Marsiglia, la nave mette a disposizione, a pagamento, dei pullman per il centro. Costosi, ma fanno avanti e indietro e quindi si paga la comodità di rientrare a qualunque orario (prima del “tutti a bordo”) e di essere “scaricati” comodamente sotto la nave o al centro città.
Com’è la cabina con balcone
Io ho preso una cabina con balcone e la consiglierei. Ho preso quella al 15° piano vicino agli ascensori e sotto un ristorante e un buffet, per comodità. Su alcuni forum hanno fatto terrorismo, dicendo che sarebbe stata rumorosa, invece era perfettamente insonorizzata. Non si sentono neanche grandi oscillazioni, anche ai piani alti, perché la nave ha sistemi di stabilizzazione. Ovviamente qualcosina si sente, ma molto lieve. Avere il balcone è un’esperienza che vale i soldi in più che costa e consente di vedere persino dal letto il mare che scorre e vivere l’ingresso nei porti. Per gli introversi è essenziale per avere un proprio spazio.
Com’è l’ingresso e l’uscita nei porti
L’ingresso è un momento emozionante (finché non arriva la puzza di gasolio). I gabbiani iniziano a volteggiare intorno alla nave. Dal porto si avvicina la “pilotina”, una piccola imbarcazione che conduce il pilota di porto sulla nave, esperto nel fare manovra in acque strette, dove c’è più rischio di incidenti. La sua imbarcazione punta verso la fiancata, la prima volta che l’ho vista sembrava volersi schiantare. Il pilota di porto sale da una porticina con maestria, mentre i due natanti sono in movimento, arrivando ai piani alti, dove c’è la plancia di comando, che sporge dai lati per consentire ai manovratori di monitorare la nave in tutta la lunghezza. Il pilota della nave gli passa il testimone e lui in base al mare, al vento, a quello che fanno gli altri colleghi nelle vicinanze, ormeggia la nave o la conduce fuori dal porto. L’uscita dal porto è altrettanto emozionante. Sulla nave viene diffusa la canzone di Bocelli, “Con te partirò, su navi per mari…”. Tutti si accalcano a poppa per vedere la propulsione dei motori che crea la scia e si scattano selfie, soprattutto le coppie. I viaggiatori solitari… beh, fanno people watching ;).
Com’è l’equipaggio
L’equipaggio è estremamente gentile, discreto e rispettoso, costituito al 90% da cingalesi e filippini che con tenerezza si sforzano di parlare italiano e sono davvero servizievoli. Gli animatori non sono assolutamente invadenti e non disturbano nessuno, non è come nei villaggi anni Novanta. Stanno sul ponte 16, nello spazio antistante la piscina e chi vuole seguire le attività le segue, altrimenti non viene proprio disturbato. Non sono attività pacchiane come quelle dei villaggi. Non c’è stata nessuna pressione, da nessuno, né dai fotografi, né a comprare servizi, come si legge in alcuni blog terroristici. I fotografi poi sono fin troppo impegnati a fare i servizi fotografici su richiesta, perché hanno fin troppe richieste. Sulla nave, molto panoramica ed elegante, lustrata in ogni momento del giorno e della notte, sono allestiti spot fotografici, sempre occupati da persone che chiedono di farsi ritratti professionali (hanno un costo elevato però). Nessuno scatta foto a buffo. Certi blog esagerano con le polemiche.
Come sono gli spettacoli teatrali
Senza parole. Il cast è internazionale e costituito da professionisti di altissimo livello. Ogni sera viene fatto uno spettacolo in stile Broadway, sempre di gran classe. C’erano 4 cantanti fissi, un gruppo di ballerini fisso, più artisti, acrobati e altri figuranti in base agli spettacoli. La cantante riccia meriterebbe proprio di stare a Broadway, è di una bravura impressionante. Fanno 3 repliche ogni sera, immagino il loro sforzo. Per chi non può seguire, perché magari sta poco bene ed è in cabina, lo spettacolo viene trasmesso nella tv interna nelle cabine stesse, ma non è assolutamente come seguirlo dal vivo, in un teatro bellissimo, dentro una nave in mezzo al mare.
Com’è mangiare da soli in mezzo alla folla
Non c’è nessun imbarazzo a mangiare da soli! Questa era la paura più diffusa dei viaggiatori solitari. A parte che sulla nave erano tanti, e MSC ha organizzato anche una serata per loro in una delle tante lounge (ma non ci sono andata per la stanchezza), ma è davvero comune vedere qualcuno che mangia da solo al tavolo. Non per forza è un viaggiatore solitario, magari è in gruppo, ma gli viene fame a un orario diverso dagli altri. Anche chi viaggia in gruppo, non deve per forza sincronizzare i propri bisogni primari con tutti gli altri. Oppure è una mamma single che ha i figli nel baby club e si sta godendo il suo pasto in tranquillità prima di far pranzare i bambini. E poi, ognuno sta in vacanza, pensa a sé, non sta assolutamente a guardare il mangiatore solitario! Questa paura, che capisco, è assolutamente infondata.
La crociera è un’esperienza per introversi?
Su forum e blog americani imperversa questa domanda. Secondo me, sì e no. Si può stare da soli in pace, anche su una nave con 4000 ospiti, perché nessuno dà fastidio a nessuno. Certo, si rimane un po’ sopraffatti da troppi stimoli, gente che gira ovunque, proposte di attività a ogni ora, cambiamenti di porti, una varietà di cibo enorme e continua. Non ho mai percepito però caos, ho sempre trovato tavoli liberi, e gli spazi esterni della nave Seaview sono tanti, quindi si trova sempre posto ovunque. È un’esperienza per me? No, preferisco avere una base sulla terraferma, però, ascoltare Bocelli mentre la nave salpa è commovente, quindi, forse…con me ripartirò.