Con il camper in Francia e con il battello nel canale du Midi
Circa otto anni fa, nel mese di giugno, siamo andati a Padova per una visita alle meravigliose opere di Giotto. In quella occasione siamo andati a vedere le ville Palladiane costruite lungo il fiume Brenta che da Padova arriva fino a Venezia. Abbiamo percorso in battello turistico il fiume Brenta provando l’emozione delle chiuse e poi scivolare lentamente, fino ad arrivare nella laguna di Venezia dove abbiamo trascorso una magnifica serata. Antero è rimasto così contento della gita in battello che, ritornato a casa si è informato circa la possibilità di poter guidare lui stesso, in assenza di patente nautica, uno di questi battelli per provare questa nuova emozione. Cosi siamo ritornati in Veneto, a Chioggia, dove ci sono società che noleggiano i battelli con i quali navigare nella laguna, con l’intenzione di noleggiarne uno. Ma..…ci siamo subito impressionati : un po’ a causa della grandezza del battello (minimo 13 metri), un po’ per le difficoltà che ci ha evidenziato il noleggiatore, essendo noi profani di tutte le conoscenze nautiche, ed anche per l’itinerario che obbliga, prima di imboccare il fiume Brenta, ad entrare e navigare nella Laguna di Venezia. Per noi incompetenti di nautica, di barche e di quanto altro serve per navigare ci è apparso tutto molto difficile, complicato e……….costoso, nonostante la possibilità di poter guidare senza la patente nautica i battelli presi a noleggio. Per ben due volte siamo tornati a Chioggia con l’intenzione di intraprendere questa avventura e provare l’emozione di una guida a noi completamente sconosciuta. -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-. Aprile 2010
Di ritorno dal nostro quarto viaggio in Marocco, abbiamo fatto una sosta a Colombiers (Beziers–Francia) per vedere il famoso Canal du Midi. E qui è riaffiorato nella nostra mente quel desiderio- non soddisfatto- di guidare un battello. Abbiamo percorso, con il camper, un lungo tratto di strada che costeggia il canale, che con la sua lunghezza di oltre 254 km collega l’oceano atlantico al mediterraneo, e abbiamo visto i battelli che lentamente scivolano sulle sue acque. Al porto di Colombiers il responsabile della società che noleggia i battelli, ci ha dato, con serafica semplicità, tutte le informazioni e a noi è sembrato tutto più semplice, facile e…possibile. Abbiamo chiesto un preventivo di spesa, ottenuto depliant illustrativo e altro materiale vario e….tanta sicurezza per un eventuale percorso in battello nel canale du midi. Al nostro arrivo a casa, dopo averne parlato con i figli, la nostra immaginazione galoppava lungo le sponde del canale e ci è venuto il desiderio di portare con noi i nostri due nipoti. Ottenuto il consenso dai loro genitori e preso nuovamente i contatti con la società in Francia, abbiamo inviato l’anticipo per la prenotazione di una mini settimana da trascorrere in battello nel canale du Midi unitamente alla richiesta di una copertura assicurativa –all risk- che incrementa l’importo di 355 euro. Fissiamo la prenotazione per il periodo 14-18/6. Provvediamo al pagamento totale entro il 14/5 e riceviamo il libretto delle istruzioni (in francese) sulle varie manovre da eseguire per attraccare, per entrare e uscire dai porti, per passare sotto i tantissimi ponti e superare le tante chiuse che incontreremo oltre alle regole di navigazione nel canale.
Partiamo……il desiderio si realizza!
Sabato 12 giugno alle nove partiamo con il camper, in questa avventura siamo in compagnia dei nostri due nipoti Marco di undici e Francesco di otto anni. Prima di sera raggiungiamo l’area di sosta di Pelissane, dove ci fermiamo per la notte.
Domenica 13 giugno
La mattina ci troviamo accerchiati da una miriade di auto e vediamo che tantissima gente va nel vicino stadio dove hanno allestito una mostra mercato di cose vecchie e oggetti usati. Facciamo colazione, andiamo anche noi un po’ a spasso per il mercato poi riprendiamo l’autostrada per andare verso Colombiers. Arrivati ad Arles, facciamo una sosta per vedere questa bellissima città. In centro, proprio vicino all’arena c’è un trenino che fa il giro della città, noi ne approfittiamo, così riusciamo a vedere la città vecchia nel minor tempo possibile. Alle dodici lasciamo Arles e ci dirigiamo senza indugio verso Colombiers; quando arriviamo,andiamo subito nel campeggio “Les Peupliers” dove, tramite mail, abbiamo fissato la sosta per oggi e per i giorni che saremo in viaggio con il battello. I nipoti approfittano subito del bel tempo e, dopo pranzo, fanno un bel bagno in piscina.
14 Giugno
L’appuntamento per il ritiro del battello e per le istruzioni di guida è per le quattordici. Subito dopo pranzo i ragazzi prendono i loro zaini mentre noi abbiamo un piccolo trolley pieno di scorte alimentari per i nipoti (biscotti, latte e viveri per un giorno). Ci attende una signora –Josephine- molto gentile che, fortunatamente sa anche parlare un po’ in Italiano così da renderci facili alcune spiegazioni su come navigare. I nipoti sono letteralmente impazziti, entrano nel battello, cercano la camera, poi la cucina, il bagno, camminano sul bordo, fanno fracasso mentre la signora legge un elenco del materiale che ci viene dato in consegna: il martello, i picchetti, i giubbotti salvagente, l’ancora, i grappini per l’ancoraggio ecc, e firmiamo per accettazione. Al nostro ritorno dovremo restituire tutto il materiale che ci è stato consegnato. Poco dopo giunge il tecnico che ci deve insegnare come navigare e, mentre un aiutante carica le quattro biciclette sopra il tetto del battello, lui si siede a fianco di Antero – che si mette alla guida-. Il tecnico in un perfetto francese spiega come mettere in moto e l’utilizzo della leva dell’acceleratore e retromarcia, come girare il timone e i vari bottoni per accendere le luci, suonare il clacson, ecc ecc. Poi dice di partire. Antero gira la chiave, scalda il motore e spinge in avanti la leva dell’acceleratore mentre il tecnico, sempre seduto accanto suggerisce le operazioni per uscire dal porto, il quale a onor del vero, non è molto grande. Infatti, a meno di 5 metri dalla nostra prua c’è un isolotto, quindi occorre velocemente girare a destra al fine di non andarci a sbattere contro e poi girare subito a sinistra per immettersi nel canale. In teoria sembra tutto facile, Antero è tranquillo ha studiato bene a casa come deve fare e le informazioni che dà il tecnico sono già di sua conoscenza. Usciamo dal porto, attraversiamo subito il primo ponte, percorriamo un po’ di canale, sempre in compagnia e con l’aiuto materiale sul timone e sulla leva del tecnico. Proviamo a fare attracco, facciamo inversione in mezzo al canale e poi rientriamo nel porto e attracchiamo di nuovo…….non è passata nemmeno mezz’ora d’insegnamento!
Le prime difficoltà. Sembra facile. Finche abbiamo vicino un esperto ci sentiamo tranquilli e sereni, ma tutto cambia quando abbiamo la responsabilità in prima persona e quando dalla teoria si passa alla pratica, le difficoltà si moltiplicano per chi lo fa per la prima volta nella sua vita e non conosce niente di navigazione; insomma Antero ora deve affrontare la sfida che da tanto tempo desiderava! Accende, scalda i motori e……partiamo.
Troppo veloce! C’è rischio di andare a sbattere sui sassi dell’isolotto, allora mette la leva per la retromarcia; il battello si blocca e gira un po’ troppo verso destra mentre la poppa (il retro del battello) sembra che vada proprio a sbattere… ancora un’accelerata. Siamo quasi fuori del porto ma….il battello passa sotto una fronda d’albero e perdiamo un rampino. Riusciamo a uscire dal porto ma abbiamo perso un oggetto (che dovremo ripagare al ritorno) ma.no! Antero tenta il recupero, leva avanti, giro del timone, leva indietro, giro del timone, la barca si ferma poi riparte, molte persone sono nell’isolotto a guardare poi, finalmente Marco riesce ad afferrare il rampino e, sotto uno scroscio di applausi proseguiamo il nostro viaggio, Fiuuuuuuuu meno male è andata bene! Subito dopo la prima difficoltà: centrare il ponte che essendo largo 4,20 metri (noi siamo 3,84) ci sembra un ostacolo insormontabile. Utilizzo della leva per diminuire la velocità e poter passare lentamente attraverso l’arco del ponte. Evviva le nostre prime due fatiche sono state superate. A circa 1 chilometro da Colombiers c’è il tunnel di Malpass, molto stretto e lungo 160 metri e che dobbiamo attraversare a senso unico. Ancora prima di avvicinarci accendiamo le luci e suoniamo il clacson per avvisare gli altri battelli che vengono in senso contrario, loro hanno l’entrata in curva e per noi è impossibile vederli. Ora piove, la pioggia da fastidio ma, poiché nessuno risponde Antero entra nel tunnel e prosegue fino ad arrivare alla metà; e proprio lì vediamo un battello che lentamente avanza verso di noi. Ci prende la frenesia, suoniamo più volte ma il marinaio ci fa segno di indietreggiare.
Indietreggiare, fare retromarcia in quel tunnel…e chi è capace.?
Purtroppo si tratta di un battello con i passeggeri e quindi ha la precedenza. Velocemente l’elaborazione di cosa fare si trasmette dal cervello alle mani, leva indietro, poco gas e in retromarcia dentro il tunnel riusciamo a uscirne indenni. Mary manda a quel paese il marinaio che sorride , mentre i ragazzi sono un po’ impauriti. Riprendiamo la nostra marcia, entriamo di nuovo nel tunnel e finalmente lo superiamo. Ora il canale è una lunga striscia diritta, i ponti, seppur sempre piccoli, sono perpendicolari al letto dell’acqua e quindi, con un po’ di attenzione riusciamo velocemente a passarci dentro. Proseguiamo e andiamo avanti, superiamo qualche curva, incontriamo altri battelli, altri ci superano..insomma un bel traffico. Siamo vicino a un villaggio; potrebbe essere un buon posto per andare a comprare i viveri e fare il nostro primo attracco ..da soli. Mentre ci avviciniamo, vediamo battelli attraccati alle due sponde mentre in curva vediamo un ponte da superare e subito dopo un piccolo molo per l’attracco. Riduzione della velocità e timone a destra….calcoli errati, dovevamo fare anche retromarcia per rallentare la corsa, invece arriviamo quasi di punta e con troppa velocità (si fa per dire). E così andiamo a sbattere ! Non tanto forte ma sufficiente per far cascare sulla testa del nipote più piccolo alcuni bicchieri e tazze che erano esposte nella credenza a giorno. Gran fracasso, Francesco piange più per la paura che per il dolore mentre preso dallo sconforto Antero fa molta fatica ad attraccare.
Poi tutto si risolve, Francesco non ha subito alcun danno, dolore e paura ma nient’altro. Piove siamo tutti in tensione, l’attracco non è riuscito bene e il nipote poteva farsi molto male. Andiamo a fare la spesa e decidiamo di restare nel piccolo porto per la notte. I nipoti scoprono il water nautico e si divertono a tirare su e giù lo stantuffo che fa entrare o uscire l’acqua. Mary prepara una cena succulenta, ci stiamo rilassando, passiamo la serata giocando a carte fino alle 23 poi si è fatto buio..andiamo tutti a nanna. I nipotiprima giocano sul letto poi si calmano e avvertono l’ansia e le preoccupazioni del nonno che non riesce a dormire per tutta la notte rimuginando su quello che poteva succedere …e se Francesco si faceva male? E se andando avanti, accade qualcosa di più complicato?.
15 – 16 – 17 giugno
I nipoti sono i primi a tenere su di morale il nonno che oggi si deve cimentare ad allontanarsi dal molo avendo: dietro il ponte, davanti un altro battello attraccato e Altri battelli ormeggiati un po’ più avanti mentre possono arrivarne altri. Piano piano, con manovre delicate in avanti e indietro, il battello viene posizionato nel centro del canale. (p.s. Durante la navigazione dobbiamo stare nel centro del canale salvo poi avvicinarsi alla destra per lasciare passare chi viene da dietro e/o per non scontrarsi con chi arriva davanti) così da riprendere la marcia. Curve a destra e a sinistra ma andiamo tranquilli, mentre i ragazzi prendono il sole eleggono solo Antero è in tensione (bèh provate voi a guidare un battello se non lo avete mai fatto!). Arriviamo a Capestang molto, molto affollato di natanti, lo superiamo, incontriamo battelli ormeggiati a sbarrare il passo…è la polizia fluviale che controlla il traffico e fa rispettare la velocità che in quel punto e massimo 4 km all’ora. I ragazzi vogliono andare in bicicletta quindi dobbiamo ormeggiare, scegliamo un posto senza altre imbarcazioni in modo da fare con calma tutte le operazioni di approdo. Meno male che sono venuti con noi i nipoti …perché?
Perché Mary non ce la fa a saltare dalla barca quando cerchiamo di approdare fuori del porto,in quanto Antero non riesce ad ormeggiare bene nelle sponde del canale , dove c’è il sentiero per la pista ciclabile , ma non ci sono le bitte e gli ammortizzatori d’ormeggio che invece si trovano in porto, per cui è più complicato ed ecco che solo grazie ai ragazzi, che saltando in terra ancora prima di fermare la barca , tengono saldamente la fune e permettono al nonno di scendere e piantare i picchetti. Subito dopo, scese le biciclette, si fanno delle bellissime passeggiate sotto un bel sole. Antero però, per tutto il periododella navigazione resta teso e vigile , nonostante il luogo infonda calma e tranquillità. Nel canale i battelli scivolano via silenziosi, si sentono cinguettare gli uccelli mentre uomini, donne e i pochi bambini con la bicicletta ci accompagnano lungo il nostro percorso. Che dire dei piccoli porti che incontriamo?.Belli, invitanti per una sosta pranzo o per un semplice caffè.
La gente è cordiale e gentile sembra di vivere in una favola; quando siamo fermi, possiamo cucinare in tutta tranquillità, riposarci, leggere e giocare con i ragazzi: Si stiamo vivendo una bella avventura seppur nelle difficoltà personali di navigazione. Arriviamo al porto di Le Somail – uno spettacolo unico: davanti a noi un piccolo ponte collega le due sponde, nel piccolo porticciolo sono ormeggiate barche e battelli di tutti i tipi, grandi e piccoli e lungo le sponde gente sorridente se ne va a spasso e a fare le piccole spese. Noi, dopo aver ormeggiato, andiamo alla ricerca di un negozio di generi alimentari e l’unico aperto è quello dentro un grosso battello al di la del ponte. Simpatico entrare in un negozio di siffatta fattura (anche se i prezzi sono, mooolto più elevati), l’ingresso è tutto un balcone fiorito e l’interno , pur piccolo, è stracolmo di prodotti alimentari e…di baguette. Abbiamo ancora a disposizione due giorni , quindi se domani mattina partiremo presto, riusciamo ad andare alle chiuse ed arrivare fino a Homps e subito dopo ritornare indietro per la riconsegna del battello. Antero si informa bene, la prima chiusa è a circa mezz’ora ma c’è la possibilità che fino a che non siamo 4 battelli non ci fanno entrare. E’ la chiusa più alta del percorso (5,60 metri di dislivello) e i ragazzi dovrebbero stare sulla sponda tenendo in mano la fune per controllare meglio il battello e poi risalire a bordo quando scendiamo nell’altra parte del canale. No no, questo non è possibile, non possiamo rischiare che i ragazzi si facciano male perché Antero non gestisce perfettamente il battello; ci sarà da tenerlo fermo, nel mezzo del canale, assieme agli altri battelli, in attesa di entrare dentro la chiusa…no non è proprio possibile, dobbiamo rinunciare. I nipoti e la nonna non sono entusiasti di questa decisione ma Antero è preoccupato e si ricorda del primo attracco e della fortuna avuta nel non fare alcun danno al più piccolo dei nipoti. Ritorniamo indietro, anche se siamo in prossimità delle 7 chiuse da superare, senza provare l’emozione di guidare il battello nelle chiuse…..sarà per un’altra volta! Comunque andremo a vederle a Fonserranes vicino a Beziers così da vedere come si fa e avere maggiori informazioni per la prossima volta. E così, lentamente, ritorniamo a Colombiers, facciamo soste per andare in bicicletta, per fare gli acquisti nei villaggi che attraversiamo e dormiamo tranquillamente, soli,soletti lungo il canale. I ragazzi si divertono come matti.
E’ l’ultimo giorno di navigazione: due grossi battelli turistici ci passano avanti facendoci traballare poi uno per l’altro, fanno come l’autobus di linea. Fanno soste per far scendere i turisti; c’è chi desidera andare in bicicletta, chi invece sceglie di vedere le chiuse che portano al mediterraneo, chi desidera visitare un villaggio e prendere un caffè…e noi sempre dietro a cercare di stare fermi dietro questi bestioni, in attesa che riprendano il largo. E’ stressante rallentare, fermarsi e ripartire mentre il battello scivola nell’acqua come fosse un’auto sul ghiaccio (questa è l’impressione). Poi arrivati vicino al porto di Colombiers, ricordiamo che se l’uscita dal porto è stata difficoltosa figuriamoci l’entrata e l’ormeggio! Il porto è completamente stipato di battelli, qui son tutti naviganti e entrare nel porto sbattendo qua e là non è proprio il massimo. Decidiamo di attraccare a circa 300 metri; Antero a piedi va all’agenzia, parla con un meccanico che si rende disponibile a condurre in porto il battello. Ma vengono in due perché è proprio stretta l’entrata del porto e bisogna fare piano, curvare, tornare indietro, avanzare e poi posteggiare in mezzo ad altri battelli. Se fosse una macchina, un camper, un trattore, un camion ecc, non ci sarebbero problemi ma un battello lungo circa 10 metri, metterlo dentro un posto lungo e largo tanto quanto il battello ed in mezzo ad altre barche è molto difficile. Magari la prossima volta con maggiore esperienza lo faremo! E così siamo ormeggiati nel porto , domani alle nove dovremo fare il check-in del materiale e restituire il battello, per stasera ricca cena e rilassante e dolce dormita per tutti.
18 giugno
Alle 9 in punto facciamo il controllo del battello, la società non vuole essere rimborsata per i bicchieri e le ciotole rotte, va tutto bene e quindi ci salutiamo. Noi facciamo ritorno al campeggio, dove ritroviamo il nostro camper. C’è un bel sole e fa caldo, decidiamo di trattenerci ancora per un giorno così i nipoti vanno subito in piscina e trascorrono la giornata facendo tuffi e lunghe nuotate mentre Mary prepara un succulento pranzo. Subito dopo una piccola pausa post prandiale , di nuovo in piscina fino al tramonto del sole.
19 giugno
Alle 9 lasciamo il campeggio, dopo aver salutato il gestore, persona ospitale e molto gentile e ci incamminiamo verso Carcassonne per andare a vedere questa meravigliosa città. Proprio sotto le mura che circondano la città medioevale, ci sono posteggi idonei anche per un’eventuale sosta notturna. Il costo del posteggio è: gratis per la prima ora, successivamente fino a 6 ore costa 5 euro. Abbiamo tutto il tempo a nostra disposizione per visitare la città antica e ci inoltriamo attraverso il ponte levatoio proprio dentro le piccole viuzze molto caratteristiche. Si è proprio vero è molto turistica, piena di negozi che vendono souvenir e i palazzi, tutti ben tenuti sono esteticamente belli ed il castello interno è proprio una meraviglia. Nel nostro girovagare per le strade, prima di giungere alla cattedrale vediamo venire incontro a noi una fitta schiera di armati e personaggi in costume medioevale che si preparano a fare una manifestazione nella città. Eccoli che, dopo aver percorso le stradine, si mettono in cerchio per uno spettacolo di armi. Interessante vedere il combattimento , sentire le urla dei partecipanti e ci sembra di partecipare alla lotta, come se fossimo anche noi antichi abitanti del luogo. Visitiamo anche la cattedrale, imponente e poi facciamo il giro delle mura interne, dove i figuranti hanno allestito le tende per dormire, per esporre i prodotti della terra e i manufatti artigianali (armature, guanti, maglie di ferro ecc) . E’ arrivata l’ora di pranzo e gli armigeri assieme a tutti gli altri figuranti si mettono a sedere in attesa che le vivandiere portino loro carne, verdura e pane,c’è qualcuno che beve nel corno di bue, altri che, nell’attesa ancora di pranzare, preparano le frecce per gli arcieri forgiando le punte direttamente sul fuoco. I nipoti fanno acquisti da questi antichi bottegai prendendo alcuniricordi per i genitori, poi torniamo al camper e proseguiamo nel nostro itinerario. Antero lo aveva promesso…andiamo a vedere le chiuse ! Le “ ecluses de fonserranes” (nove chiuse tutte in fila) che permettono di giungere nel mar mediterraneo. Arriviamo a Beziers e sostiamo proprio davanti alle chiuse così che possiamo vedere come funzionano. Abbiamo fortuna: già ci sono alcuni battelli che da nord vanno verso Agde scendendo le chiuse. Uno spettacolo avvincente; quando si apre una chiusa diminuisce il livello dell’acqua che, con una forza impressionante, scende fragorosa, mentre i battelli, pur se tenuti con le funi, vengono sballottati dentro le chiuse. E così vediamo aprire e chiudere una dietro l’altra tutte le chiuse. Abbiamo fatto bene a non andare nelle chiuse con il nostro battello….infatti chi ce l’avrebbe fatta? Sono appena passati i battelli che scivolano verso il mediterraneo che ecco arrivarne uno gigantesco che risale le nove chiuse per andare verso Carcassonne. Tutto viene eseguito nel modo contrario a prima, ora si alzano le acque, dove si trova il battello mentre la chiusa davanti si svuota fino a far diventare uguale il livello dell’acqua con la chiusa dove si trova il battello e così fino alla nona chiusa. Che spettacolo! E’ ancora giorno e possiamo proseguire per cercare un posto dove dormire, decidiamo di andare a Sete ma non riusciamo a trovare l’area di sosta. Ci fermiamo nel parcheggio di un grosso supermercato vicino al porto d’imbarco per il Marocco. Facciamo acquisti per i prossimi giorni, e passiamo una notte tranquilla.
20 giugno
Stamane si è alzato un fortissimo vento, partiamo presto per andare a Aigues Mortes e poi fare un bel giro nella Camargue. Arriviamo al posteggio proprio sotto le mura e andiamo a visitare la vecchia città. A parte la maestosità delle mura che la circondano , dentro ci è apparsa una città morta (come il nome, assolutamente vuota…no non ci è piaciuta). I nipoti vorrebbero trascorrere una giornata a pescare, quindi ci sistemiamo in un’area di sosta in riva ad un lago. Il gestore ci rifornisce di tutto l’occorrente: 2 canne per i nipoti, l’esca e via nel piccolo laghetto a pescare. Il vento tira tanto forte che non riusciamo a tenere la canna in mano, presto i ragazzi smettono di pescare e si divertono a correre intorno al laghetto. Passa così la giornata, i ragazzi sono contenti di aver…messo l’esca a bagno.!
21 giugno
Direzione Saintes Maries de la Mer percorrendo piccole strade dentro le paludi. Vediamo tanti cavalli bianchi, tori e fenicotteri, sosta per una corsa lungo mare e poi riprendiamo il viaggio attraversando, sempre per piccole strade, il parco regionale. Attraversato il piccolo rodano, percorriamo la piccola strada che conduce dentro l’Etang de Scamandre e qui riusciamo a vedere molti fenicotteri bianchi. A Scamandre, dove esiste un centro d’informazione sull’avifauna della Camargue, è possibile usufruire di alcune attività (passeggiate a cavallo o con il calesse) ma è chiuso, allora ci dirigiamo verso il dipartimento di Vaucluse. Cammina cammina (facendo strade secondarie per accorciare il percorso) , riusciamo ad arrivare alle 14,30 ad Anduze piccolo paese da dove parte il treno a vapore che porta fino a St: Jean du Gard. Il treno parte alle 15,30 e facciamo in tempo a salire, ci sistemiamo nella prima carrozza proprio dietro la vaporiera e…incominciamo a respirare il fumo del treno. l treno, mentre si inerpica per la montagna, sbuffa ed i vapori ci investono, il fumo nero ci sporca un po’ ma siamo contenti, le gallerie le attraversiamo al buio. Il tour dura 45 minuti, il tempo di scendere e prendere un gelato ,il villaggio di St Jean è piccolo e così decidiamo di ripartire per ritornare ad Anduze.Alle 18 siamo di nuovo ad Anduze, dove facciamo una bella passeggiata e poi rientriamo. Dopo cena ci spostiamo per andare nell’area di sosta che si trova a lato della stazione ferroviaria.
22 giugno
Oggi è prevista una sosta in un parco avventura (con i percorsi sugli alberi) per far divertire i nipoti che, imbracati ben bene, proverebbero l’emozione di andare da un albero ad un altro. Arriviamo al “ parco della Foresta” , ma lo vediamo chiuso, forse è troppo presto! leggiamo il cartello sul cancello e…disdetta apre il mercoledì, il sabato e la domenica ed oggi è martedì! Restare un giorno qui, senza far nulla non è possibile, consultiamo con attenzione i depliant che ci hanno inviato da questa regione e vediamo che a pochi chilometri, lungo la strada che conduce a Pont Du Gard, c’è un parco acquatico immenso e…aperto tutto l’anno. Svelti ripartiamo, arriviamo al parco e anche se sono appena le dieci, decidiamo di andare subito a tuffarci negli immensi scivoli. Parcheggiamo il camper e andiamo a vedere: la biglietteria è aperta … evviva! La signora però ci fa presente che oggi non è possibile fare il bagno in quanto l’acqua è molto fredda (17 gradi è acqua sorgiva ) e tira ancora molto vento , quindi è come se fosse chiuso, possiamo restare lì, goderci il fresco degli alberi, vedere l’acqua scrosciare ma non fare il bagno; inoltre si può entrare nelle piscine solo con il costume e non con i pantaloncini.. e i nipoti hanno i pantaloncini. Ma che sfortuna, ci accontentiamo di fare un giro del parco, che è grande anzi immenso, bello e avventuroso, ma…..dobbiamo rinunciare. Oggi è proprio una giornata “no” Andiamo allora a Pont du Gard e visitare il ponte acquedotto che hanno costruito i Romani. Entriamo nel posteggio, grande e alberato e a piedi andiamo al ponte. Bellissimo, grandissimo e imponente e molto ben conservato. C’è tanta gente, chi fa le foto, chi attraversa il ponte e scende nel fiume di un bel colore blu, chi passeggia godendosi la giornata di sole. Prima di pranzo andiamo per pagare il posteggio e notiamo che il costo del posteggio è fisso: 15 euro ! e possiamo rimanere fino alle 19; nel prezzo è compresa la visita del museo, della ludoteca e del cinema e noi ci andiamo subito dopo pranzo. Alle 15 andiamo a Avignone che è poco distante e dopo aver posteggiato il camper, a piedi andiamo in centro per vedere il Palazzo dei Papi. Moltissimi turisti , ma nessun italiano, a noi viene consegnata la guida fonica in italiano e iniziamo il nostro percorso che ci tiene impegnato per oltre 3 ore. Interessante la visita del palazzo che denota l’importanza che ha ricoperto nel periodo in cui il Papa aveva sede qui ad Avignone. La guida ci facilita la visita e ci coinvolge la storia e le vicissitudini qui accadute, mentre i ragazzi sono abbastanza interessati all’argomento e si divertono. A Fontaine de Vaucluse si trova un’area di sosta molto ben attrezzata e quando arriviamo, è ancora giorno e possiamo andare al fiume che ha ispirato Petrarca. Fa fresco, l’acqua è gelida ed ha un colore incantevole. La sera prima di dormire Francesco prende il suo portafoglio lo apre e guarda la fotografia dei suoi genitori e incomincia a baciarli. Gli chiediamo se ha la nostalgia del babbo e della mamma e dice sì, sono tanti giorni che non li vede e vorrebbe ritornare a casa. Marco che è più grande cerca di convincerlo poiché abbiamo ancora da vedere tante cose.
23 giugno
La mattina però, Francesco è proprio nostalgico allora decidiamo di fare alcune tappe veloci e poi rientrare a casa. Andiamo subito a vedere il Lago di Verdon , poi ci andremo nelle gole per vedere le aquile. Arriviamo all’ora di pranzo nell’area di sosta di St Croix du Verdon proprio sopra il lago. I ragazzi fanno il bagno, sono contenti e si divertono un mondo e così per tutta la giornata. Cala sera e restiamo qui per la notte.
24 giugno
Dopo colazione andiamo verso La Palud sur verdon per andare nel canyon dove si dovrebbero vedere le aquile; lungo la strada troviamo campi di lavanda , ce ne sono a perdita d’occhio ed il profumo riesce ad entrare anche dentro il camper. Superato il piccolo paese di Le palud andiamo in montagna fino a raggiungere circa 1300 metri e siamo sopra le gole del Verdon. Da alcuni balconi ammiriamo lo spettacolo del fiume che scorre sotto di noi. C’è tanta gente, tutti con grosse macchine fotografiche in attesa di riprendere le aquile che hanno qui i loro nidi. Ecco ne vediamo una, due, cinque, volteggiamo sopra di noi, talvolta sono tanto vicine che non riusciamo a catturarle con l’obiettivo altre volte sono piccole perché lontane. Sono maestose e belle e siamo molto felici per averle viste. Proseguiamo il percorso e troviamo anche dei caproni liberi, ci fermiamo, diamo loro da mangiare del pane e riusciamo a scattare qualche foto. Più lontano vediamo anche un piccolo allevamento di Lama poi, finito il percorso proseguiamo per avvicinarsi il più possibile verso casa che raggiungeremo domani. Lungo la strada troviamo una fattoria per la produzione e l’insacchettamento della lavanda; all’ingresso del laboratorio ci attendono due conigli ed un gatto con le orecchie appuntite ed una coda che pare una piuma. Facciamo alcuni acquisti poi proseguiamo fino ad arrivare a Castellane dove troviamo una bella area di sosta per la notte. In attesa che faccia buio andiamo a vedere il paese e notiamo che alcune persone stanno andando nel fiume con grandi e piccole canoe per fare rafting. Ci mettiamo a sedere sulla sponda delponte ed assistiamo alla partenza di questi spericolati, bello ci piace a tutti: i nipoti hanno detto che lo vorrebbero fare…è un’idea per il prossimo anno? Ora è arrivata l’ora di cena poi tutti a dormire. (si fa per dire perché i ragazzi sono euforici per il ritorno a casa). Hanno deciso di dormire con la nonna nella mansarda ma per l’euforia e la contentezza, si sono addormentati tardi, poi si sono svegliati la notte e…si sono alzati presto.
25 giugno
Dopo aver dormito poco e fatta colazione partiamo. Superiamo la città di Grasse, entriamo in autostrada a Cannes e via fino a raggiungere Ventimiglia; superare Genova è difficoltoso a causa del gran traffico che troviamo fino a La Spezia poi un po’ di tranquillità. Ci fermiamo per la pausa pranzo, di nuovo traffico fino a Firenze e finalmente lasciamo l’autostrada al casello del Valdarno per rientrare a casa dove arriviamo alle 19. I genitori di Marco e Francesco, sono al cancello, ci aspettano assieme a Lampo e Pippo (cane e gatto), e tutti ci accolgono festosamente. Baci, abbracci e poi ciascuno a casa.
E finita questa piccola avventura nel battello ma si prospetta un’altra avventura: la prossima volta andremo nelle rapide a fare Rafting ? oppure ce ne andremo verso il grande Nord ? Boh!!!!!
Se vuoi leggere e vedere le foto vai sul nostro sito dei viaggi: www.conilcamper.it