Compleanno a Dubai
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Era da settembre dell’anno scorso che mi frullava nella mente di festeggiare il mio 50° compleanno da qualche parte fuori Italia e pensavo a un posto che sommasse il periodo meteorologico giusto al divertimento, al mare e a qualcosa d’interessante da visitare: l’idea di scegliere DUBAI come meta mi arrivò da Lufthansa in quanto, proprio in quel mese, pubblicizzava la promozione di tariffe scontate e offriva quello per Dubai a un prezzo che ritenni ottimo.
Così mi dissi: “Perché no?”. Dubai è una metropoli sorta tra deserto e mare (ed io adorano entrambi), votata al futuro ma con un occhio al passato e dedita al commercio, quindi piena di vecchi souk e moderni centri commerciali. In più, è considerata una meta turistica “top” oltre che glamour e con un tocco chic.
Allora ok, la decisione fu presa e la prenotazione effettuata: si parte!
Fatto ciò, ho prenotato anche l’alloggio e poi… ho lasciato trascorrere l’anno fino al marzo scorso, quando ho completato l’organizzazione del soggiorno e sono partito.
12 aprile – giovedì
Alle 6 del mattino siamo già in autostrada diretti a Malpensa, arrivandoci all’orario previsto e scansando il traffico della tangenziale milanese, non ancora affollata. Lasciata l’auto al Park to Fly (38€ al coperto per sei giorni), arriviamo subito al Terminal 1 e lasciamo anche le due valige al check-in in modo celere per dedicarci poi ai controlli e poi, finalmente, a una ricca colazione. Il volo Lufthansa per Francoforte parte con un po’ di ritardo ma atterriamo al grande aeroporto in tempo per aspettare comodamente seduti la coincidenza, che parte alle 14,20 subito dopo l’imbarco: il grande B747 corre sulla pista, si solleva e volge il muso verso il sud. Noi a bordo ci godiamo il volo tranquillo, il buon pranzo e i film offerti per l’intrattenimento. Alle 21,30 iniziamo a intravedere le luci delle città del Golfo Persico e poi, sorvolando a bassa quota, atterriamo a Dubai in perfetto orario. Dal terminal raggiungiamo il controllo passaporti e del visto (la fila è un po’ lunga) e poi corriamo a ritirare i bagagli che, per fortuna, un addetto ha scaricato dal nastro e posto nelle vicinanze.
Prima di uscire cambiamo alcuni Euro in AED (o Dirham) e poi ci fiondiamo a prendere il taxi, la cui fila si snoda appena fuori gli arrivi: il nostro è guidato da un silenzioso indiano che ci lascia all’albergo dopo venti minuti di giro per le strade trafficate e al prezzo di 80 AED (circa 20€).
Il Savoy Park Apartment Hotel è situato in Bur Dubai, zona Al Mankool, nella parte seminuova della città, ed è appartenente a una serie di alberghi della stessa catena situati quasi tutti nelle vicinanze: noi alloggiamo in quello più economico, che consta di monolocali standard composti di un’ampia camera da letto con angolo cottura (fornito di tutto) e un bel bagno nuovo e funzionale. La colazione non è inclusa ma, a pagamento, può essere fatta nel salone a piano terra.
I receptionist sono gentili, educati nonché celeri e finalmente, dopo quasi due ore dall’atterraggio, entriamo nella nostra camera: il tempo di sistemare le valigie e poi andiamo a letto stremati.
13 aprile – venerdì
Ci svegliamo poco dopo le nove e scopriamo che fuori ci sono già 26°: il caldo ci aspetta!
Fatta la colazione, impronto un piano visite che cercheremo di rispettare: oggi, venerdì, i souk sono chiusi la mattina, quindi ci conviene dedicarci ad altro e, allora, decidiamo di recarci a Jumeirah per poi spostarci al Mall of the Emirates.
Raggiungiamo, con una passeggiata di dieci minuti, la fermata metro di Burjuman (prima di entrare ci copriamo perché l’aria condizionata è alta, soprattutto nei vagoni) in cui compriamo la Silver Card al prezzo di 25 AED (5€), già utilizzabile. Poi prendiamo la metro rossa in direzione A.E.U. e scendiamo alla fermata Mall of the Emirates per farci portare subito con un taxi (10 AED, pari a 2€) alla spiaggia adiacente al Burj Al Arab, il famoso albergo a forma di vela.
Ecco che siamo davanti a uno dei simboli di Dubai: la giornata è calda, chiarissima e le foto dalle varie angolazioni si sprecano. A piedi, poi, raggiungiamo l’ingresso al lussuosissimo hotel, che da qui si può apprezzare con una prospettiva più ravvicinata e da dove si può anche ammirare la scenografica cascata d’abbellimento.
Dopo le foto di rito raggiungiamo, con dieci minuti di cammino, il Souk Madinat Jumeirah, costruito proprio rispettando i canoni e l’architettura tipica araba: l’aria fresca interna e i tanti negozi invitano a una lunga e piacevole sosta.
Girovaghiamo per un bel po’ all’interno, fermandoci ad ammirare la mercanzia esposta (dall’abbigliamento all’oggettistica d’oro fino ai classici ninnoli turistici da portare ad amici e parenti) per poi pranzare da Perry & Blackwelder’s Original Smokehouse, uno dei tanti ristoranti presenti: l’offerta del giorno (un hamburger a scelta con patatine e una bibita) costa sui 40 AED (8€) e mangiamo volentieri in questo simpatico posto.
Dopo usciamo dal souk, seguendo i canali e ammirando la mole del Burj Al Arab che si staglia sul complesso (nei canali si può fare una gita in barca tra ville, palme, ponti e angoli verdi) per poi rientrare e andar a prendere verso l’ingresso principale un taxi che ci porta, in breve, davanti all’accesso del Mall of Emirates.
Quest’ultimo, fino a poco tempo fa, era il più grande centro commerciale della città ma ora ne è diventato comunque un’interessante attrattiva: non sappiamo da quale dei tanti ingressi siamo entrati, ma davanti a noi abbiamo una piazza rotonda su cui si affacciano tre piani, uniti da affollate scale mobili, e da cui partono quattro lunghi corridoi pieni di negozi e insegne luminose. Un viavai di gente di ogni nazionalità circola dappertutto e lo smarrimento del senso d’orientamento diventa palese: per fortuna i tanti pannelli informativi aiutano a cercare la giusta via.
Ci incamminiamo tra le marche e i brands internazionali, i negozi di vestiti, arredamenti, cibo, prodotti etnici e tanta di quella mercanzia tale da lasciare a bocca aperta e giungiamo al grande spazio che ospita l’enorme vetrata da cui si scorge la Dubai Ski, la pista da sci coperta più grande del mondo: vedere gente che scia mentre fuori ci sono più di 35°, è davvero incredibile!
Vicino all’enorme vetrata (visibile da tutti e tre piani) c’è una serie di ristoranti etnici e ci fermiamo da Al Hallab Restaurant & Sweets per una sosta a base di té, succo d’arancia fresco e dolcetti mediorientali.
Dopo il piacevole break, continuiamo la visita e troviamo una bellissima piazza in stile parigino, sormontata da una cupola di ferro che dà l’apparenza di essere in una galerie francese; poi ce n’è un’altra adorna di una fontana di marmo tipica rinascimentale che ricorda quelle italiane e, infine, una galleria piena di orchidee (qui ci sono negozi lussuosissimi). Ci perdiamo tra le numerose esposizioni d’arredo (ho casa da arredare nei prossimi tempi) e prendiamo spunti ideativi, anche se alcuni prezzi sono inaccessibili.
Restiamo qui fin quasi ora di cena poi, stanchi, prendiamo la metro e scendiamo a Burjuman dopo quasi trenta minuti di tragitto: altri dieci di cammino e siamo in albergo.
La serata trascorre nel più completo riposo dopo questa bella passeggiata.
14 aprile – sabato
E’ il mio compleanno: il cellulare inizia a vibrare e gli auguri arrivano numerosi. Intanto, ci organizziamo per la giornata: questa mattina ce ne andiamo per mercati classici ossia i tipici souk. Dopo colazione, usciamo e ci rechiamo di nuovo alla fermata Burjuman per prendere la metro della linea rossa e scendere ad Al Ghubaiba (un consiglio: appena usciti bisogna girate subito a sinistra e seguire il colonnato che porta al terminal dei traghetti) da cui, dopo un attimo di disorientamento e un po’ a tentoni, raggiungiamo il Creek e la zona di Al Shindaga Historical Village, una delle parti più vecchie di Dubai.
Su queste rive e in questa striscia di terra tra il Creek e il mare si testimonia la storia della città, nata da un gruppo di tende raccolte attorno ad un fortino e a una moschea. La giornata calda e chiara invita a esplorare le viuzze e le case di fango e terra ora restaurate, su cui svettano le torri del vento e le finestre forate, e ci rechiamo alla casa di Sheik Saeed Al Maktoum, che però troviamo chiusa.
Proseguiamo la passeggiata tra case arabe, palme, piccoli portici e porte decorate fino ad arrivare quasi alla fine, per poi tornare indietro lentamente vista la totale solitudine del posto e col sole che inizia a picchiare.
Ripassiamo davanti al terminal dei traghetti e, seguendo il lungocreek, entriamo nella zona del souk tessile che è al completo appannaggio degli indiani: e, infatti, siamo pian piano circondati dai venditori che vogliono portarci nei loro negozi per vendere le mercanzie esposte. Noi sorridendo tiriamo diritto e diciamo “No, thanks” mentre, nel frattempo, vediamo partire dal piccolo terminal gli abra diretti all’altra sponda carichi di turisti e locali che raggiungono Deira. Attraversiamo tutto il Bur Dubai souk pieno di negozi tessili, di oggettini turistici, pashmine, spezie, dolci, copricapi, vestiti indiani o arabi fino a raggiungere la Bur Dubai Grand Mosque e il dirimpettaio Shree Krishna Haveli, il tempio indù pieno di fedeli. A poche centinaia di metri c’è il piccolo fortino che ospita il Dubai Museum (6 AED, poco più di 1€), una piccola raccolta di mirabilia nei cui sotterranei sono narrate le origini e la storia della città. E’ ora di pranzo quasi, ci avventuriamo un po’ in giro per la Al Fahidi street ma fa troppo caldo e poiché nel pomeriggio abbiamo un appuntamento, prendiamo un taxi e ritorniamo in albergo, dove pranziamo e ci riposiamo. Alle 15, puntuale, l’autista della Dubai Tour Advisor con un 4×4 si presenta nella hall e ci avvisa che, dopo aver preso alle quattro persone, possiamo dirigerci verso il deserto. Tutto ciò è dovuto al fatto che, prima di partire, ho preso contatto con il sig. Mohamed, titolare dell’agenzia, il quale mi ha offerto un safari nel deserto con cena e spettacolo al prezzo di 75€ a persona, pagabili direttamente all’autista. Il giovane driver guida fino a Downtown, carica una famiglia indiana musona e maleducata, e poi si reimmette nel traffico per dirigersi fuori Dubai. La prima sosta la facciamo ai margini del deserto presso un posto dove compriamo una kefiah, il tipico copricapo arabo.
Dopo mezz’ora, partiamo per il safari e qui l’autista mostra tutta la sua capacità di guida: lasciato l’asfalto, s’inoltra nel deserto rosso e inizia un balletto con saliscendi stile montagne russe, seguendo piste già battute e facendo balzi e arrampicate tra dune. L’auto sembra ribaltarsi ma poi, in extremis, trova un suo equilibrio mentre la sabbia salta sul parabrezza e rende vana la visione davanti. Il safari cardiopatico tra le dune dura quasi una quindicina di minuti e si ferma solo perché il 4×4, nel tentativo di superare un’alta duna, s’insabbia sulla cima. L’autista ci fa scendere, tenta di liberarsi da solo ma non ci riesce e chiama quindi un’altra auto, che arriva solo dopo una decina di minuti. Noi, nel frattempo, ci dedichiamo ad ammirare la vastità del deserto, il sole rosso che scende verso ovest, l’azzurro del cielo e facciamo tantissime foto. Ritornati in carreggiata, ripartiamo e riprendiamo di nuovo il safari ma la corsa termina dopo una decina di minuti ritornando sulla strada asfaltata e dirigendosi verso un campo tendato posto ai margini: qui siamo lasciati in piena libertà per fare un piccolo giro su un cammello o su un cavallo, di guidare un quad, di scattar foto o semplicemente di ammirare il tramonto. Dopo un’altra mezz’ora, uno speaker invita tutti i partecipanti a trovar posto nei tavoli prenotati e ci sediamo presso il nostro a pochi metri dal palco, dove inizia lo spettacolo: prima una danzatrice del ventre esegue una sensuale danza; poi un mangiatore di fuoco fa giochi con lazi infuocati e torce fiammeggianti; infine un bravissimo e coreografico danzatore di tannoura ci affascina con i suoi giri e i suoi abiti sgargianti. Tra uno spettacolo e l’altro, sempre lo stesso speaker ci invita a recarci al buffet per la cena (e qui è la parte che meno mi è piaciuta perché credevo a un buffet pronto per poche persone invece era una sorta di mensa con una marea di gente) che, tutto sommato, non era male. Alla fine, intorno alle 21, lo speaker ci ringrazia e ci invita a lasciare il campo: riunitici di nuovo, partiamo per rientrare a Dubai. Arrivati in albergo, ho l’ultima piacevole sorpresa: trovo una piccola torta di compleanno nella camera, offerta gentilmente dall’albergo, che si rivela pure molto buona. Termina così la giornata e andiamo a letto stanchi morti ma io sono contentissimo perché mi sono davvero divertito e ho trascorso il mio 50° compleanno nel deserto, come desideravo fare.
15 aprile – domenica
Dopo le scorribande nel deserto di ieri, dedicarsi a un po’ di shopping non fa di certo male (visto anche che siamo in una metropoli dedita al commercio) e quindi organizziamo un tour in due posti fondamentali: Deira e il Dubai Mall.
Prima di andare a Deira, ci rechiamo ad Al Fahidi Historical Centre, sito sulle rive del Creek e raggiungibile dal nostro albergo con una passeggiata tra le vie di Bur Dubai: attraversiamo il quartiere di residenza della comunità indiana e persiana, tra ristoranti etnici, vetrine di barbieri indaffarati, negozi di spezie e abiti sgargianti. Al Fahidi è la ricostruzione del vecchio abitato che cingeva una fortezza qui costruita e che ora ospita bar, locali, centri culturali e molti colorati murales: ci aggiriamo tra piccole calli, giardini ombreggiati, gallerie d’arte e la riproduzione di un accampamento arabo proprio davanti alla moschea. Ritorniamo di nuovo nel souk tessile e ci rechiamo al terminal degli abra perché l’esperienza di attraversare il Creek non vogliamo perdercela: per il costo di 4 AED ci imbarchiamo e navighiamo fino alla sponda opposta, sbarcando proprio davanti all’ingresso del souk delle spezie. Attraversiamo la strada trafficatissima e ci inoltriamo per Old Baladiya, dove la vita commerciale già freme e moltissima gente affolla negozi e marciapiedi, fino ad arrivare all’ingresso del souk dell’oro. Noi però giriamo nella via opposta e scendiamo prima per Al Ras street e poi per Al Abra per trovarci alla fine davanti all’ingresso sud del souk delle spezie, che attraversiamo assaporandone gli intensi odori e curiosando tra le bancarelle colorate. Terminato il giro, ritorniamo di nuovo per Old Baladiya ed entriamo nel souk dell’oro, abbagliandoci nelle vetrine piene di anelli, gioielli, diamanti e oggetti luccicanti.
Usciti con gli occhi carichi di meraviglie, passeggiamo per le strade del quartiere votate totalmente agli scambi e al commercio fino alla fermata Metro Baniyas, dove prendiamo prima la linea verde per Union Square e poi, da qui, la linea rossa per il Dubai Mall, arrivandoci dopo circa una ventina di minuti.
Superati i tornelli d’uscita, le indicazioni portano lungo un tunnel sopraelevato dalle cui vetrate si ammira l’alta mole del Burj Khalifa fino a entrare nell’enorme fabbricato che ospita uno dei più grandi centri commerciali del mondo: quattro piani pieni di negozi, atelier, esposizioni, caffè e ristoranti oltre a delle attrazioni che col mondo del commercio hanno poco a che fare ma che attirano comunque tantissimi visitatori.
La prima che visitiamo, anche perché occupa tutti i quattro piani, è l’enorme vetrata del Dubai Acquarium e Underwaterzoo piena di pesci, anfibi, mammiferi acquatici e sub che la esplorano: una meraviglia alta per l’intero edificio. E’ possibile entrare e visitare il tunnel che la attraversa all’interno nonché partecipare a una serie di eventi che si tengono lì. Il biglietto si può comprare on line o nella vicina biglietteria.
Dopo un break al Food Court in cui assaggiamo delle delizie thailandesi, ci rechiamo alla Waterfall, la cascata che occupa un angolo del Mall e che è abbellita da una splendida scultura composta di tanti tuffatori che si lanciano dall’ultimo piano fino a terra. Ci perdiamo per i piani passando davanti le più celebri marche e i più famosi brani e ci facciamo tentare dalle tante offerte e dagli occasionali sconti che sono proposti. Passiamo davanti alla grande pista di pattinaggio e visitiamo il suk arabo, nel cui atrio principale troneggia Dino, lo scheletro di un dinosauro. E’ pomeriggio inoltrato e una sosta ci vuole così ci fermiamo da “The Cheesecake Factory” per assaggiare una fetta di cheesecake in uno dei gusti proposti da questo particolare caffè: la mia scelta cade sul mango e lime, mentre Roby lo prende classico, con i frutti di bosco; il tutto accompagnato da un succo d’arancia e un brewed café (una schifezza americana) per un prezzo di 80 AED (22€). Usciamo verso le fontane poco prima che inizi il primo degli spettacoli che, a cadenza di ogni mezz’ora, si eseguono nel laghetto interno all’ombra del grande grattacielo e ci godiamo lo show di neanche cinque minuti fatto da una coreografia di getti, lanci, cannoni d’acqua e spruzzi che, se ci si appoggia alle balaustre, lasciano bagnati ma estasiati. Dopo lo spettacolo, entriamo nel Souk Al Bahara, l’altro centro commerciale sito proprio di fronte il Dubai Mall e dall’altra parte del lago interno: costruito in stile arabo, ospita altri negozi e ristoranti. Ormai è quasi sera ed è ora di ritornare in albergo a riposare quindi ripercorriamo il Mall e ritorniamo alla metro ma la cosa buffa è che ne dobbiamo aspettare tre perché tutti sono stracolmi di persone che rientrano da lavoro, pigiate come sardine: non c’è spazio per entrare, peggio che nelle metro giapponesi! Prima di rientrare in albergo, curiosiamo nell’ipermarket Al Fathima alla ricerca di prodotti particolari e di hummus e pane arabo, che compriamo per cena: la serata termina con la visione di una telenovela indiana.
16 aprile – lunedì
La troppa stanchezza, gli sbalzi di temperatura e un po’ troppo cibo speziato iniziano a far sentire gli effetti quindi questa mattina decidiamo di non andar più a visitare The Palm (alla fine era solo un giro in Monorail per ammirare la struttura dell’Hotel Atlantis) ma di dedicare la mattinata alla Jumeirah Mosque, che è la più importante di Dubai anche se la meno antica. Inoltre, vogliamo conservarci riposati perché stasera abbiamo un altro appuntamento importante. Comunque, con un comodo taxi preso appena fuori l’hotel, raggiungiamo la Moschea sita a Jumeirah, ma scopriamo che si può visitare solo se ci si aggrega a un tour che parte alle 9.30 del mattino (sono passate le 10) quindi non ci resta che ammirarne l’aspetto esteriore. Poiché la spiaggia è a pochi passi e la giornata è bella, seppur afosa, raggiungiamo la promenade che parte nelle vicinanze e la percorriamo per un bel tratto: le spiagge sono affollate, il mare è limpido e quella che crediamo un classico lungomare simile ai nostri, si rivela un percorso tra giardini, fontane, palmeti, bar e locali tutti adiacenti alla riva. Molti di questi locali sono chiusi ma sicuramente di sera lavorano alacremente: sembra di passeggiare per quelle tipiche spiagge americane di Venice Beach o Santa Monica.
A ora di pranzo, con la temperatura ormai in aumento, ci ritiriamo in albergo per mangiare e riposare per poi nel pomeriggio uscire e raggiungere Downtown in metro.
Abbiamo, infatti, alle 19 l’ingresso al Burj Khalifa per salire sulle terrazze del 124/125° piano, con un biglietto prenotato direttamente dall’Italia sul sito del grattacielo e pagato 280 AED (60€ ossia 30€ ciascuno). L’ingresso si trova nel Dubai Mall quindi dobbiamo raggiungere il centro commerciale e ripercorrerlo quasi tutto fino alla biglietteria.
Le istruzioni che arrivano via mail consigliano di recarsi all’ingresso prima dell’orario prescelto al fine di compiere l’accettazione e i controlli, che si rivelano comunque abbastanza celeri.
Dopo di questi, una lunga passeggiata porta agli ascensori (i più veloci al mondo) che, in meno di un minuto, conducono ai piani: da qui è possibile ammirare Dubai con una visuale di 360° e il panorama che si presenta, fatto di luci multicolori, è veramente bellissimo.
Al 125° piano la terrazza è interna e le foto e le videoriprese sono macchiate dal riflesso dei vetri ma basta scendere al 124° piano che la terrazza è esterna e da lì è possibile scattare foto più nitide e pulite. Sotto, il tetto del Dubai Mall luccica nella sera e lo spettacolo delle fontane illuminate è veramente fantastico. C’è la possibilità di salire anche al 147/148° piano ma il prezzo del biglietto raddoppia quasi: il panorama cambia di poco ma si ha l’ebbrezza di essere nel punto più elevato del grattacielo più alto del mondo.
Dopo la visita, scendiamo e ci rechiamo al lago interno per cenare presso il Café Blanc, un ristorante libanese sito appena sulla sinistra uscendo dal Mall: all’aperto, con le fontane in bella vista e il Burj Khalifa che svetta su di noi, ceniamo meravigliosamente a base di hummus, olive, shawarma e pane arabo per una spesa totale di poco più di 100 Dirham (circa 25€ a persona).
Come ultima serata a Dubai, torniamo in albergo pienamente soddisfatti.
17 aprile – martedì
La mattinata è impegnata nella preparazione delle valige poi lasciamo la camera e le valige le poniamo in custodia all’albergo. Ci rechiamo al Dubai Mall in metro con l’intenzione di effettuare gli ultimi acquisti tra regalini e souvenir da portare agli amici e trascorriamo lì le ultime ore prima della partenza facendo incetta di spezie, dolci, piccoli ninnoli e dei carinissimi portamonete da regalare alle amiche. Nel supermercato del Mall compro anche del buon couscous, dell’hummus in barattolo e del riso di provenienza thai, che pago davvero con una cifra ridicola rispetto all’Italia. In tardo pomeriggio rientriamo in albergo, ci cambiamo (non si può far un viaggio con i bermuda), ci rinfreschiamo un attimo e poi in taxi giungiamo in aeroporto (spesa sui 70 AED, pari a 15€), attendendo per un po’ l’apertura del check in (già fatto on line) per Francoforte. Dopo aver lasciato i bagagli, passiamo i controlli e aspettiamo nella hall del Terminal 1 che sia comunicato il gate d’imbarco: nell’attesa, spendo gli ultimi dirham a disposizione acquistando datteri confezionati da offrire ai colleghi.
18 aprile – mercoledì
Il volo Lufthansa per Francoforte è in perfetto orario e l’imbarco si svolge celermente così che già pochi minuti dopo l’1 di notte il grosso B747 si stacca dal gate e si dirige verso la pista di decollo: non appena ci arriva, inizia a rullare e poi, correndo, s’innalza nel cielo stellato, compie un’ampia virata a destra e sorvola la città. Per fortuna ho scelto bene i posti in quanto riusciamo a vedere il Burj Al Arab e The Palm illuminati, che ci regalano l’ultima visione della città. Sorvoliamo il Golfo Persico ammirando le luci delle città poi l’aereo entra nello spazio aereo iracheno e lì ci dedichiamo a un po’ di riposo, dopo aver ricevuto un piccolo rinfresco da parte dell’equipaggio. La notte trascorre tranquilla e, poco prima dell’atterraggio, ci servono la colazione con scelta tra un’omelette salata o un waffel dolce. A Francoforte il volo per Milano parte con trenta minuti di ritardo ma arriviamo comunque in tempo e una bella giornata ci accoglie all’arrivo. Il rientro a casa avviene in situazione di pre-coma e, dopo aver svuotato le valige, ci gettiamo letteralmente sul letto, visto la grande stanchezza: prima di chiudere gli occhi per un riposino, ci pronunciamo valutando con molta soddisfazione il bel soggiorno fatto a Dubai.
VOLO
Come già detto, ho approfittato di un’offerta della Lufthansa in settembre, che offriva il volo Milano-Francoforte-Dubai a 370€ a/r in Economy: visti i prezzi delle altre compagnie, direi che è stata un’ottima offerta e ho volato davvero bene.
ALLOGGIO
Ho alloggiato al Savoy Park Apartment Hotel sito a Bur Dubai e mi sono trovato benissimo: il soggiorno è costato 320€ ma bisogna ricordarsi che gli alberghi applicano una percentuale sui costi dei servizi, il 10% di tassa municipale e 10 AED (2€) l’imposta di soggiorno a notte per persona.
Alla fine, paghiamo circa 400€ in tutto che per gli standard locali non sono una cifra cara, considerato che l’albergo è un ottimo tre stelle ben posizionato in città.
TRASPORTI
Dubai non è una città da percorrere a piedi, soprattutto la parte nuova: i chilometri sono tanti e il traffico molto sostenuto a qualsiasi ora. I mezzi pubblici sono ottimali perché gli autobus sono frequenti e le due linee metro sono all’avanguardia (hanno la guida automatica). Per la metro conviene fare la Silver Card, che va caricata alle macchinette o anche dal bigliettaio: il prezzo del biglietto dipende dalla zona ma da Burjuman al Mall of the Emirates (il percorso più lungo fatto) abbiamo pagato circa 9 AED (neanche 2€). Si può anche viaggiare in prima classe e, inoltre, per le signore c’è un vagone destinato esclusivamente a loro (una volta ci siamo entrati per sbaglio e siamo stati gentilmente invitati a uscire). Noi ci siamo serviti sia della metro, frequente e a buon mercato, sia dei taxi, davvero economici: per lunghi spostamenti, meglio prendere la metro fino alla fermata più vicina e poi il taxi, così si risparmia notevolmente.
Se non siete pieni di valige, dall’aeroporto c’è la metro che porta in città, ma anche i taxi non sono assolutamente cari, sebbene dipenda quale zona di Dubai c’è da raggiungere (più a sud si va, più il costo aumenta).
I vecchi quartieri come Bur Dubai o Deira si possono percorrere a piedi e le distanze non sono eccessive.
COSA MANGIARE
Di tutto: a Dubai c’è l’imbarazzo della scelta su qual cibo voler assaggiare.
I ristoranti abbondano e sono anche a buon prezzo: in media, un pranzo veloce può costare al massimo sui 50 AED (10€) mentre una cena può essere un po’ più cara, soprattutto se il locale è particolare (di lusso o etnico).
I mediorientali sono quelli a più buon mercato ma se si è abbastanza allenati con i sapori forti, moltissimi sono anche quelli indiani.
Personalmente consiglio i thailandesi, numerosi, mentre chi non può far a meno del cibo nostrano, al Dubai Mall c’è Eataly con le sue specialità.
Da considerare che i tanti supermercati presenti (uno su tutti il Carrefour) hanno frutta fresca, cibi da tutto il mondo e del pane fatto al momento buonissimo.
COSA COMPRARE
Intanto la valuta, che è il Dirham o anche AED: per 1€ il cambio è di 5 AED in eccesso quindi basta dividere l’importo in AED per 5 poi, se il valore è composto di due cifre, aggiungere al risultato 0,50€; se è composto di tre, aggiungere invece 5€; se è di quattro, sono 50 gli Euro da sommare.
Presa cognizione sul cambio, gli acquisti ora dipendono dal portafoglio perché ci sono prodotti per tutte le tasche nei tanti centri commerciali e nei souk: noi ci siamo limitati ai classici prodotti turistici e alle delizie gastronomiche ma l’offerta merceologica è tantissima, visto anche che la vocazione della città nasce proprio come centro di scambi.
Se mi dovesse capitare di tornarci, non mi lesinerò a prendere dei bei lavori d’artigianato visti in alcune botteghe di Al Fahidi e ovviamente non farò a meno di qualche splendido servizio da té in argento: alcuni erano davvero molto raffinati.
Per l’abbigliamento, pashmine a volontà ma non ho potuto far a meno di comprare la kefiah, il tipico copricapo arabo bianco e rosso tenuto fermo dal cordoncino nero: è un must per chi va nel deserto!
SITI VISITATI: Www.visitdubai.com/it – www.viaggioadubai.it – www.dubai.it – Www.burjkhalifa.ae/en