Come vedere di quasi tutta Madrid senza usare la metro

La bellissima capitale spagnola vissuta tra musei, ristoranti, piazze e festeggiamenti
Scritto da: auroramaviaggiare
come vedere di quasi tutta madrid senza usare la metro
Partenza il: 03/01/2017
Ritorno il: 06/01/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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Ed eccoci qui, in una fredda ma serena mattinata di gennaio, a Malpensa, più precisamente al terminal 2 di Easyjet (che ormai utilizziamo per ogni nostro viaggio). Destinazione? Finalmente si parte per Madrid. Il volo è alle 12:55 e il decollo è (per fortuna) in perfetto orario, così dopo poco più di due ore, siamo atterrati all’aeroporto di Barajas. Decidiamo di prendere il taxi per raggiungere l’hotel, il quale si trova nel centro più assoluto della capitale (ossia Puerta del Sol) e la tariffa è di trenta euro (è fissa). Appena scendiamo dall’auto, notiamo subito un grande caos in questa piazza, la quale è conosciuta per essere la più caotica e fra le più frequentate della città. Dopo pochi passi abbiamo raggiunto il nostro albergo, che si chiama Petit Palace Puerta del Sol. E’ un tre stelle con un ottimo rapporto qualità/prezzo, infatti non è affatto caro e ha molti vantaggi: in primis la posizione strategica, è moderno e pulito, e il personale è cordiale e gentile; assolutamente consigliato.

Dopo aver fatto il check-in e quindi aver lasciato i bagagli in camera, siamo subito usciti per sfruttare al meglio il pomeriggio soleggiato che ci rimaneva. Innanzitutto abbiamo visto Plaza Mayor, che è vicinissima dall’hotel (massimo cinque minuti a piedi). E’ veramente bellissima, enorme, rende molto di più dal vivo che nelle foto. Poi avevamo un certo languorino, quindi ci siamo recati al Museo del Jamon, un’ istituzione culinaria madrilena. Abbiamo gustato dei buonissimi taglieri di jamon serrano, chorizo e formaggio. Dopo esserci rifocillati, ci siamo recati nella zona Callao, cioè calle Preciados (piena di negozi e super addobbata) e la Gran Via. La plaza del Callao è mozzafiato, infatti durante il periodo natalizio c’è un albero dorato bellissimo e tutti i palazzi attorno illuminati creano un’atmosfera magica. Per cena avevamo scelto un ristorante tipico, che si chiama El Buey. Per arrivarci siamo passati davanti al teatro cittadino e al Palacio Real, che di sera è ancora più bello. Questo ristorante è appunto nei dintorni della plaza de Oriente. Consigliato? Diciamo così così… Infatti era fin troppo tipico per i nostri gusti: il menù era microscopico e offriva solo piatti di carne di manzo. Da quanto ho capito il piatto forte è costituito da bistecchine crude che ti servono con un piatto di terracotta bollente, in pratica rischi di bruciarti una mano nel cuocertele. Inoltre era tutto abbastanza costoso, però se volete mangiare tradizionale e senza turisti attorno, va benissimo. Dopo questa cena particolare siamo passati per la Puerta del Sol, per ammirare lo splendido albero natalizio (ovviamente con attorno migliaia di persone e artisti di strada). Stanchi, torniamo in hotel, ci aspettano giornate lunghe e piene.

Inizia il primo vero giorno madrileno

Dopo una buona colazione in un bar nei dintorni, ci siamo diretti verso la carrera de S. Jeronimo, abbiamo oltrepassato la plaza de las Cortes e, poco dopo, siamo arrivati davanti alla nostra prima meta: il museo Thyssen Bornemisza. L’orario d’apertura è alle 10, ma si era già formata una lunga coda già alle 9 e mezza! Finalmente riusciamo ad entrare e a fare i biglietti, che in questo periodo sono sia per visitare l’esposizione permanente (sono presenti opere di qualsiasi genere, come impressionismo, espressionismo, scuola olandese del seicento e altri quadri del novecento) sia per quella temporanea dedicata solo a Renoir. Quest’ultima era decisamente affollata, ma molto bella comunque; ciò nonostante ho apprezzato di più la parte permanente, che si distribuisce su tre piani; inoltre qui si possono fare foto (chiaramente senza flash). Terminata la visita (dopo più di due ore) siamo tornati nella zona dell’albergo, ma solo per visitare un altro museo, che si trova sulla Calle de Alcalà. Si tratta della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, che purtroppo ritengo piuttosto sottovalutata, infatti non viene mai menzionata o visitata dai turisti, cosa che reputo sbagliata: è un edificio antico molto bello e ben tenuto, con 1300 dipinti, 800 sculture e migliaia di disegni. Queste opere non sono di persone sconosciute, anzi, di Goya, El Greco, Rubens, Arcimboldo, Velazquez e tanti altri di questo calibro. Oltretutto il mercoledì è gratuito, e siamo entrati senza fare alcuna fila, quindi straconsigliato. Dopo queste due visite la fame si faceva sentire, quindi abbiamo trovato un ristorante di nome La Carmela che proponeva un menù a prezzo fisso molto conveniente. Abbiamo mangiato abbastanza bene, perciò lo approvo.

Durante il pomeriggio siamo tornati nella plaza de Oriente, ossia davanti al Palacio Real (ma non ci siamo entrati), abbiamo visitato i giardini Sabatini (a destra) e per finire il giro abbiamo visto il famoso Templo de Debod, che l’Egitto regalò a Madrid nel 1970. Spettacolare la vista dall’alto su tutta la città, specialmente verso l’ora del tramonto. Questa sera, per cena, abbiamo scelto un ristorante galiziano (abbiamo già provato il tradizionale madrileno, ci basta e avanza), nel pittoresco quartiere la Latina, che si chiama Terramundi. Anch’esso propone un menu a prezzo fisso con diverse opzioni, tutte molto interessanti, come ad esempio il polpo alla gallega o il filetto. Consiglio vivamente di prenotare perché si riempie subito, infatti si mangia molto bene e il personale è veloce e gentile.

Comunque, solo per farvi capire, non abbiamo mai preso la metropolitana e abbiamo fatto solo quest’oggi 14 chilometri a piedi, quindi 21 mila passi, ma fidatevi, domani faremo molto di più…

il secondo giorno nella capitale

E il nostro secondo giorno inizia con una nebbia inaspettata mentre stiamo percorrendo la calle de Alcalà. Siamo entrati in una chiesetta che abbiamo trovato lungo la strada (si chiama Iglesia de las Calatravas), poi abbiamo scattato delle foto davanti al famosissimo edificio Metropolis, e dopo aver raggiunto la plaza de Cibeles e percorso il paseo del Prado, siamo finalmente giunti davanti al nostro terzo museo madrileno: il museo del Prado, uno dei più famosi al mondo. La fila era lunga, ma si è smaltita in fretta (anche questo apre alle 10). Mi raccomando, non scattate foto in questo museo, ve lo dico io che ho ricevuto una bella sgridata (decisamente imbarazzante), dopo aver cercato invano di fotografare con un cellulare il più famoso quadro di Velazquez dal titolo Las Meninas. Ciò nonostante, il museo è davvero bello e vasto, davvero ricco di opere di ogni artista e di ogni epoca, insomma merita di essere visto. Dopo circa tre ore di visita siamo andati a vedere da fuori la stazione di Atocha e il centro di arte Reina Sofia, che anche esternamente ha il suo perchè. Questa zona mi ricordava decisamente Barcellona, forse per i palazzi, ma mi sembrava di essere nella città catalana. Per pranzo torniamo al Terramundi e, se possibile, mangiamo ancora meglio della sera precedente, veramente un pasto squisito, perciò decidiamo di prenotare per il pranzo del giorno dopo. Successivamente, siamo ritornati vicino al nostro hotel e da lì abbiamo percorso tutta la Gran Via, davvero affollata e piena di negozi di ogni genere. Abbiamo raggiunto la plaza de Espana, e camminando ancora un po’ e svoltando a sinistra (precisamente nella calle de Ventura Rodriguez) siamo arrivati al quarto museo: il museo Cerralbo, che non è molto conosciuto dai turisti, infatti c’era pochissima gente nonostante l’entrata gratis (il giovedì pomeriggio, dalle 17 alle 20). Strepitoso questo palazzo, che era appartenuto a un marchese esteta e collezionista di opere d’arte, che lo lasciò in eredità allo Stato. La collezione è su due piani collegati da una scalinata meravigliosa, e include tantissime opere di calibro prestigioso. Lo consiglio tantissimo, merita veramente. Per la cena ci siamo nuovamente rivolti al museo del Jamon, ma oltre al buonissimo jamon, abbiamo anche gustato una fantastica tortilla di patate. Questa era la sera del 5 gennaio, che non è una serata qualunque, bensì la sera dell’arrivo dei re magi: infatti qui in Spagna, non si festeggia la Befana, ma i bambini attendono i re magi che portano i regali (una sorta di secondo babbo natale). A Madrid c’è una importante sfilata con 33 carri, che termina nella plaza de Cibeles come ogni anno, con consueti fuochi d’artificio. Dopo la cena abbiamo rivisto la meravigliosa Plaza Mayor illuminata e abbiamo fatto un bel giretto vicino. Oggi abbiamo camminato molto più di ieri e non abbiamo mai usato ancora la metro!

ultimo giorno

Ultimo giorno madrileno purtroppo. Dall’hotel siamo partiti verso la Cattedrale dell’Almudena, oltrepassando la bellissima plaza de la Villa. La cattedrale mi è piaciuta molto e la cripta era veramente particolare, c’era una musica che rendeva il tutto quasi surreale, un’atmosfera davvero strana e indimenticabile. Poi siamo tornati (dopo una lunga camminata) in albergo, per fare il check-out. Abbiamo lasciato i nostri bagagli nella camera apposita e siamo andati a mangiare al Terramundi. Il quartiere La Latina è davvero bello e caratteristico, inoltre il 6 è un giorno di grande festa, quindi era pieno di persone del posto che festeggiavano e si recavano a messa; l’atmosfera era bella e rilassante. Dopo il pranzo sempre buono, siamo andati verso il parco del Retiro, che è davvero imperdibile: il sole era caldo e il cielo senza nuvole, la giornata ideale per visitare questo parco bellissimo e molto molto vasto.

Usciti dal parco, ci siamo trovati davanti alla puerta de Alcalà e, dato che volevo assolutamente andare da Hard Rock prima di tornare a casa, ci siamo incamminati sul Paseo de Recoletos (fra l’altro molto bello) e, dopo venti minuti circa, siamo arrivati a plaza de Colon e quindi proprio dove si trova l’Hard Rock Cafè, dove ho preso dei bei gadgets. Percorrendo a ritroso la via di prima e calle de Alcalà ci ritroviamo a Puerta del Sol e quindi al nostro hotel. Riprendiamo i bagagli e prendiamo il taxi che ci porterà in aeroporto. Dispiaciuti, lasciamo questa bellissima capitale, ma contenti per ciò che abbiamo visto e vissuto avendola potuta girare sempre e solo a piedi: ci siamo più e più volte persi, ma solo così si vive appieno l’atmosfera di una città, all’aria aperta, non ammassati in un vagone, vedendo con gli occhi all’insù i bellissimi palazzi e mescolandosi con la gente del posto. Questo è per me viaggiare, scoprire città nuove sentendosi parte integrante di esse. Quando la prossima città?

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Metropolis

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Parco del Retiro

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Plaza Mayor

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Albero Puerta del Sol

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Templo de Debod



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