Comacchio, regno incontrastato dell’anguilla

merende”. Siamo usciti da lì con 2 cartoni di vino, già mezzi brilli, affascinati da un tramonto rosso fuoco. Una doccia e quindi siamo andati a cena al “marina Club” nel porticciolo di Porto Garibaldi, abbiamo gustato anche qui l’anguilla alla brace, stupenda, meglio che la prima che abbiamo mangiato e, come dessert uno Zacapa di 22 anni con scaglie di cioccolato fondente. Anche questo ristorante è stato azzeccatissimo, i prezzi qui, rispetto alla Liguria sono decisamente più convenienti, abbiamo mangiato pesce freschissimo, bevuto ottimo vino e non abbiamo mai superato i 35€ a testa. L’ultima mattina l’abbiamo dedicata alla visita dell’Abbazia di Pomposa, splendido esempio di arte romanica risalente all’anno 1000, in aperta campagna, con un campanile alto 48 m. Dell’imponente monastero benedettino rimangono visitabili la foresteria, in cui ora c’è la biglietteria e il negozio, il refettorio con ancora parte dei dipinti del 1200, singolare è l’affresco dell’ultima cena in cui gli Apostoli e Gesù son seduti attorno ad una tavola rotonda; i dormitori in cui c’è il museo dell’Abbazia che contiene sculture, iscrizioni e oggetti rinvenuti nei pressi dell’edificio. L’interno della chiesa è magnifico, con affreschi di scuola giottesca, le pareti laterali ritraggono scene del nuovo e vecchio Testamento, la parete di fondo il giudizio universale e il catino absidale Cristo in maestà con Angeli e Santi. In una delle cappelle laterali c’è raffigurato il primo pentagramma della storia, ideato dal momaco Guido D’Arezzo ideato attorno all’anno 1000. La visita purtroppo è stata abbastanza frettolosa perché dovevamo andare a prendere mia figlia all’aeroporto ma quest’angolo di Emilia ci è veramente rimasto nel cuore: non pensavamo veramente che fosse tanto affascinante e, con tante cose da fare e da vedere. Anche se abbiamo vissuto questi 3 giorni intensamente molte sono le cose che non siamo riusciti a vedere, da Ravenna, al Castello della Mesola con il suo bosco, alle saline , alla riserva di Canneviè, agli innumerevoli percorsi ciclabili… quindi non ci resta che concludere con un “arrivederci a presto Comacchio”…