Colpite dal mal d’africa

A sentire i racconti di chi torna dal Kenya, non sembra possibile che possa accadere davvero. Invece eccomi a parlare del mio itinerario in questo meraviglioso Paese, con il cuore carico di nostalgia dopo appena due giorni che sono rientrata in Italia. Due amiche decidono di paritre per una settimana di relax e trovano sette giorni da sogno da...
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colpite dal mal d'africa
Partenza il: 09/03/2004
Ritorno il: 17/03/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
A sentire i racconti di chi torna dal Kenya, non sembra possibile che possa accadere davvero. Invece eccomi a parlare del mio itinerario in questo meraviglioso Paese, con il cuore carico di nostalgia dopo appena due giorni che sono rientrata in Italia. Due amiche decidono di paritre per una settimana di relax e trovano sette giorni da sogno da cui è difficile risvegliarsi. L’esperienza dell’Africa ci ha fatto dimenticare anche un viaggio al limite dell’incubo con 12 ore di ritardo e oltretutto scalo a Zanzibar, per un risultato negativo di un giorno di vacanza perso. Ma poi c’è stato il Safari allo Tsavo Est, qualcosa che si porta nel cuore per sempre: i colori, i rumori, gli animali, quel cielo della Savana che di notte sembra sfiorarti la testa, puoi quasi toccare le stelle mentre centinaia di gazzelle dormono fuori dalla tenda del campo e le scimmie giocano sui tavoli. E’ un mondo così lontano dalla nostra realtà che sembra soltanto disegnato, uscito da certe favole dei tempi passati. Eravamo in cinque a fare il safari: io e la mia amica e tre ragazzi simpaticissimi conosciuti lì. Magnifica la guida, Romeo, chiedete di lui per il safari, è un uomo fantastico. Abbiamo visto anche cinque leonesse, oltre a tantissimi altri animali, e questo ci ha fatto diventare dei miti quando siamo arrivate al villaggio Aquarius di Watamu. Il villaggio è bellissimo, ben organizzato, pulito, tranquillo, e l’ospitalità fa da padrona. Abbiamo mangiato molto bene, caratteristica rara a trovarsi nei villaggi turistici. Bravissimi gli animatori Filippo e Momo, che sanno stare con gli ospiti del villaggio e sono molto disponibili anche ad accompagnare i clienti a Malindi per le feste sulla spiaggia. Oltretutto, Watamu è l’unica perla del Kenya: spiaggia bianchissima che acceca davvero sotto il sole, acqua cristallina e palme di cocco sotto cui stendersi e riposare. Ma ciò che forse resta più dentro di questo posto è qualcosa di più intimo, qualcosa che è difficile spiegare a chi non c’è mai stato: i colori, i profumi del bouganville che si mischiano a quelli di terra bruciata più intensi, e la gente: con una dignità senza paragoni nella loro povertà. Potrei stare ore a scrivere le mie sensazioni ma è inutile, vanno provate: sono contenta di aver scelto Watamu, che non è un luogo turistico come Malindi, sono cresciuta interiormente di fronte alla realtà dell’Africa fatta anche di bambini bellissimi che sanno sorridere e cantare con te anche se quel giorno non hanno mangiato. A loro basta poco, forse dovremmo imparare a pensare più spesso a quanto siamo fortunati. La mia valigia, comunque, è tornata vuota o quasi dei vestiti che avevo portato: li ho regalati. In compenso, con Lara abbiamo comprato tanti di quei Kikoi da poter aprire un negozio in Italia. Mi posso rispecchiare, per il resto, in ognuno dei racconti che ho letto su questo sito, quindi non voglio dilungarmi oltre. Solo un consiglio: ottimo l’Aquarius (io e Lara abbiamo già deciso di tornarci l’anno prossimo per 15 giorni, perché una settimana è ben poco!) e tra i beach boys affidatevi pure a Babsy, Omar e Sansone che sono carinissimi e molto bravi quando organizzano le escursioni al parco marino. Anche se non dovete avere fretta… Pole pole, siamo in Africa, hakuna matata! E non abbiate fretta neanche di dimenticare un viaggio così… Non ci riuscirete… L’Africa ti resta dentro come il più dolce e malinconico dei ricordi. Intensa come la sua gente, i suoi colori, i suoi profumi.

Katiuscia, 19 marzo 2004, Siena



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