Colombia on the road 2

Colombia on the road tra Bogotà, Eje Cafetero, Medellin, Cartagena e il Parque Nacional de Tayrona
Scritto da: vale.astolfi
colombia on the road 2
Partenza il: 05/04/2019
Ritorno il: 14/04/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Andare in Colombia significa sicuramente avere voglia di un viaggio, non soltanto di una vacanza. Questo perché la sua incredibile bellezza sta soprattutto nella varietà di ciò che ha da offrire piuttosto che in singole attrazioni. Durante l’itinerario percorso non ci siamo imbattuti in qualcosa di straordinariamente imperdibile, ma siamo rimasti affascinati dal carattere aperto e cordiale della sua popolazione, dalla storia contradditoria e dalla possibilità di passare, all’interno di un solo paese, da una metropoli di 11mn di abitanti a 2700mt di altitudine a valli verdeggianti coltivate di caffè a splendide città coloniali affacciate sul mar dei Caraibi.

PRIMA DI PARTIRE

Volo: Uno dei motivi che ci hanno fatto scegliere la Colombia tra le varie idee selezionate, è stato il basso costo del viaggio, volo incluso. A differenza dei voli per altri paesi del Sud America, per i quali è difficile stare al di sotto dei 1000 €m, con Air Europa da Milano a Bogotà con scalo Madrid sono € 500 a testa. Air Europa è una compagnia low cost, quindi il bagaglio da stiva va pagato a parte così come il posto assegnato. Ciononostante ci troviamo bene: è il primo volo intercontinentale in cui non muoio di freddo (evidentemente risparmiano anche sull’aria condizionata) e in cui non mi ingolfo di cibo di bassa qualità (vengono serviti solo un pasto e uno spuntino). Sulla tratta MPX – Madrid sono molto fiscali per quanto riguarda il bagaglio a mano e per la tratta internazionale invece nessun problema.

Itinerario: La scelta dell’itinerario per questi pochi giorni di viaggio è stata parecchio complessa: la Colombia non ha, infatti, qualcosa di totalmente imperdibile (stile Machu Pichu in Perù), ma è caratterizzata da tantissime bellezze naturali sparse per tutto il territorio. Il percorso non è quindi per nulla scontato considerate le distanze e dipende dalle proprie preferenze. Avendo solo 9 giorni ho preferito escludere lo sport immerso nella natura, come solitamente cerco, per poter approfondire anche la cultura e lo stile di vita colombiano.

Col senno del poi forse sarebbe valsa la pena volare fino alle isole di Providencia e S. Andres invece di accontentarsi del mare di Tayrona, anche vista l’efficienza dei voli interni. Stando più giorni avrei probabilmente aggiunto una tappa di trekking ad alta quota, una visita nel deserto del Tatacoa e una gita da Medellin alla Piedra del Penol.

Un consiglio per i più festaioli: la Colombia è un paese che si presta moltissimo a fare festa. Soprattutto nei weekend i locali sono aperti fino a tardi e si balla ovunque danze latino- americane. Considerato il nostro programma stretto che prevedeva spostamenti ogni mattina, non siamo purtroppo riusciti a godere di questo clima festaiolo, ma sono sicura che varrebbe la pena tenersi qualche mattina libera per riprendersi dopo una notte di divertimento colombiano.

Salute e vaccini: Su diversi siti ho letto che il vaccino per la febbre gialla è obbligatorio per entrare nel parco nazionale di Tayrona. Nei fatti non ci è mai stato controllato, ma è comunque consigliato farlo per entrare in questa zona.

Antitifica, antitetanica e vaccino per Epatite A sono consigliate, come per tutti in viaggi in aeree in via di sviluppo. Per chi volesse recarsi nella foresta amazzonica, è opportuno un maggiore approfondimento circa il tema malaria.

Non è consigliato bere acqua del rubinetto, ma a parte questo non ci siamo mai limitati per quanto riguarda frutta, verdura, ghiaccio… e anche partecipando ad un tour di cibo di strada non abbiamo avuto alcun problema intestinale.

Sicurezza: Molte persone mi hanno chiesto se sia veramente sicuro andare in Colombia. Ho sempre risposto che si, è un viaggio sicuro, nella misura in cui si resta dove è consigliato farlo. Mi sono sempre attenuta alle raccomandazioni che la gente del posto mi ha fatto e va sempre ricordato che, soprattutto nelle città, ci sono delle zone off-limits. Spesso infatti zone più ricche e sicure si alternano a zone più pericolose e mi è capitato più volte che, chiedendo indicazione, mi venisse risposto “Non passate assolutamente da quella via”. Rispettando questa semplice regola non ci siamo mai trovati in situazioni di pericolo né sentiti minacciati in alcun modo.

Clima: Essendo un territorio così vasto e variegato, anche il clima differisce parecchio da zona a zona: a Medellin c’è un clima temperato e piovoso tutto l’anno, mentre a Cartagena il termometro scende difficilmente al di sotto dei 35 gradi. Essendo un clima equatoriale, non c’è veramente una stagione ottimale per tutta la Colombia, conviene controllare zona per zona. In ogni caso va accettato che un po’ di pioggia in un posto o in un altro si prenderà

Libri – Film: La celebre serie Narco, ha sicuramente contribuito a suscitare interesse nei confronti della Colombia e ad attirare turisti. La ricostruzione degli eventi storici negli anni intorno al successo e al declino di Pablo Escobar è abbastanza precisa. Tuttavia, ha chiaramente come focus quello del narcotraffico, tralasciando una serie di altre problematiche, non può quindi essere considerato esaustivo nel raccontare questo complicato paese.

Il rumore delle cose che cadono, di Juan Gabriel Velasquez, è un interessante romanzo che, tramite un lungo flashback, racconta della vita di persone normali a contatto con il narcotraffico.

UNA VOLTA ARRIVATI

SIM: Da alcuni siti sembra che Movistar sia la compagnia più economica per acquistare una SIM con traffico dati. Purtroppo, arrivando a Bogotà di sera non abbiamo tempo di cercarla con i negozi aperti, quindi dobbiamo accontentarci di acquistarla il mattino dopo all’aeroporto dalla compagnia Claro – 1GB per COP 55k. Abbiamo trovato anche altre compagnie ancora più care, quindi i prezzi non sono allineati, conviene cercare la più economica.

Soldi: Non abbiamo riscontrato alcun problema a prelevare direttamente usando i nostri bancomat, quindi non è necessario portarsi dietro parecchio contante. Nelle città sono molti i posti che accettano la carta di credito. Conviene solo fare attenzione alle aree piccole tipo il Parque National de Tayrona dove è accettato solo denaro contante. Il peso colombiano (COP) al momento del viaggio scambiava a 3500 per 1 €.

Trasporti: L’aereo è in assoluto il mezzo che più consiglio per muoversi internamente al paese. In primo luogo, perché, non sembra, ma le distanze sono enormi, quindi diversamente rischiereste di perdere giornate intere. Inoltre, il sistema di voli interni è veramente sviluppato ed efficiente, con una grandissima frequenza di voli anche verso le città minori e costi piuttosto contenuti.

Le compagnie low cost sono Latam, Easyfly e Viva Colombia, i cui voli possono costare anche una trentina di euro, ma delle quali ho letto commenti veramente negativi. Un po’ come le compagnie low cost in Europa, sono estremamente fiscali sui bagagli ed è facile che soprattutto agli stranieri facciano imbarcare i bagagli a mano a pagamento.

Avianca è invece la compagnia di bandiera che però, data la fortissima concorrenza delle low cost di cui sopra, ha dovuto progressivamente ridurre i prezzi. Di conseguenza è possibile viaggiare con Avianca spendendo poco di più delle altre compagnie, ma evitando scocciature relative ai bagagli (i biglietti di Avianca comprendono infatti nel prezzo anche il bagaglio da stiva e il controllo dei bagagli a mano non è per niente fiscale). Tutti e tre i voli presi con Avianca sono stati puntuali ed estremamente rapidi sia prima della partenza sia all’arrivo del volo. Non vengono infatti controllati i documenti per viaggiare internamente al paese ed è sufficiente arrivare 45minuti prima del volo in aeroporto se non si imbarcano bagagli.

La rete ferroviaria è inesistente e il sistema degli autobus confusionario e lento. Non si trovano online siti di raccolta delle varie compagnie che operano nel settore e non si riescono a comprare i biglietti online. Inoltre, essendo le strade spesso strade provinciali, la velocità è abbastanza ridotta. A noi non è capitato, ma ho letto di vari viaggiatori che lamentavano il fatto che gli orari degli autobus sono meramente indicativi, in quanto non partono finché non hanno raggiunto un numero minimo di persone a bordo.

In conclusione, nonostante il fascino che può avere viaggiare in autobus e poter guardare dal finestrino le immense foreste colombiani, l’aereo è senza dubbio più efficiente.

Costi: I costi in Colombia sono decisamente più bassi di quelli italiani per i trasporti, per gli alberghi e ancora di più per il cibo. Ovviamente cambiano da luogo a luogo: le città sono più care delle zone rurali con un particolare picco a Cartagena, data la quantità di turisti.

Cibo: Non particolarmente degno di nota, il cibo in Colombia non è molto vario, ma non sgradevole. Alimenti molto frequenti sono il riso e le arepas, piccolo pane di forma circolare preparato con farina di mais, usati per accompagnare il piatto principale, solitamente di carne o pesce nelle zone costiere. Di provenienza peruviana, nelle città grandi è possibile mangiare dell’ottimo ceviche. Assolutamente spettacolare è invece la frutta, buonissima e di una varietà incredibile. Il succo è di maracuja è semplicemente poesia, così come i ghiaccioli di frutta fresca.

Le colazioni servite negli alberghi sono solitamente a base di toast o uova strapazzate, accompagnate da arepas o platano fritto e frutta a volontà o avocado.

Lingua: Durante questo viaggio ho patito moltissimo il non conoscere la lingua spagnola, limite enorme nel contatto umano e nella conoscenza delle persone: mi è capitato spesso di trovare colombiani in cui si leggeva negli occhi la voglia di raccontare di sé ed interagire, dal vecchietto sull’autobus al gestore della guest house. Ma cavandomela io con lo spagnolo e loro con l’inglese solo per le nozioni di base, se l’interazione logistica non è mai stata problematica, l’approfondimento della conoscenza ne è invece stato limitato.

Bogotà

A Bogotà abbiamo passato la prima e la ultima notte del viaggio, in alberghi in due zone molto diverse tra loro: il primo nel Chapinero, di fianco alla zona T, il secondo nella Candelaria, il centro storico di Bogotà. La prima zona è moderna, elegante, pulita, ma anonima. La Candelaria invece ha un fascino decisamente più hipster e alternativo, ugualmente ricca di locali e ristoranti ma con una frequentazione diversa. In entrambe le zone, le vie principali sono sicure mentre ci hanno consigliato di non addentrarci di notte oltre determinate strade.

Nel quartiere della Candelaria ci sono anche le principali attrazioni da visitare e la funicolare che sale al cerro di Monserrate, da cui si può godere uno straordinario panorama su questa enorme città, che inaspettatamente conta oltre 11 milioni di abitanti!

Essendo a 3700mt di altezza, il clima di Bogotà è fresco e abbastanza piovoso tutto l’anno.

Selina – Chapinero: catena di ostelli di origine panamense con uno stile giovane ed hipster. Questo è di recente apertura e quindi nuovo e molto pulito. Al piano terra c’è anche il bar – ristorante. Doppia a EUR 54.

Cevicheria central: ottimo ceviche e piatti di pesce, stile moderno. Cena COP 70K a testa.

Casa Decò: bellissimo albergo situato nella Candelaria, prezzi un pochino al di sopra della media degli ostelli, ma ne è valsa la pena. Camera ampia e pulita, ottima colazione.

Gato Gris: ci viene consigliato dal personale di Casa Decò, si trova a pochi minuti a piedi e, almeno di venerdì, serve cena fino a tardissimo. Organizzato su vari piani affacciati su cortili interni. Qualità non eccellente ma posto comunque carino, prosegue la serata come bar. Cena COP 65k a testa.

Salento – Valle della cocora

Salento è un pittoresco villaggio situato nell’ Eje Cafeteiro, a circa 1h di distanza dagli aeroporti di Pereira, Manizales e Armenia, facilmente raggiungibile via autobus da tutti e tre le città per pochi pesos (Pereira – Salento con compagnia Alcala, 1h per 8K COP). Conviene quindi arrivare via aereo, considerando che sono veramente frequenti ed economici (praticamente uno all’ora sulle tre opzioni).

L’itinerario via autobus da Bogotà o Medellin è invece decisamente più lungo (almeno 7h) e scomodo (vedi sezione trasporti).

Salento è un villaggio turistico, che ha saputo sfruttare al meglio la vicinanza alla Valle della Cocora e alle hacienda produttrici di caffè. Non c’è niente di veramente degno di nota nel paese, a parte la piazza centrale dove si radunano sempre le “Willies” – le jeep che vengono utilizzate al posto dei taxi per gli spostamenti e un’atmosfera accogliente e festaiola. Sono parecchi i ristorantini affacciati sulla piazza e sulle vie principali – anche se di livello mediocre -, i bar che mettono salsa ad alto volume e le bancarelle che vedono souvenir.

La temperatura è fresca soprattutto al mattino e alla sera, intorno ai 15 gradi, e il clima piovoso. Solitamente i ristoranti e locali sono tutti aperti, conviene quindi portarsi sempre dietro una maglia in più.

Uno degli aspetti positivi della zona è che le principali escursioni possono essere fatte in totale autonomia, senza dover prenotare dei tour guidati. Questo anche grazie al personale delle guest house, veramente disponibile a spiegare in modo dettagliato i percorsi e i mezzi, senza cercare di vendere pacchetti.

Salento e la zona circostanti sono totalmente sicuri: non è sconsigliato recarsi anche nel tardo pomeriggio a piedi nelle campagne circostanti e non abbiamo mai avvertito situazioni di pericolo.

Valle della Cocora: Si raggiunge in circa 40 minuti di jeep dalla piazza centrale di Salento. Le jeep partono ogni ora oppure appena sono piene. Costo di COP 8K da pagare all’autista. Le jeep scaricano all’inizio della valle, poco più avanti ci sono due sentieri che partono formando un percorso ad anello. Scendendo a destra verso l’allevamento delle trote, vi troverete dapprima su un sentiero fangoso in mezzo alla giungla, che sale risalendo e attraversando varie volte il fiume grazie a dei ponticelli traballanti. In caso di pioggia il sentiero può essere parecchio scivoloso, tanto che la nostra guest house ci ha fortemente raccomandato e imprestato gratuitamente stivali di gomma e mantella per la pioggia. Consiglio l’uso degli stivali in ogni caso, anche in assenza di pioggia sono comodi per guadare i punti bassi del fiume evitando i ponti poco solidi. Dopo circa un paio d’ore si trova la deviazione verso la casa dei colibrì: con ancora un quarto d’ora di fatica e potrete riposarvi gustando una strana bevanda calda e osservando i colibrì. Tornando indietro fino alla deviazione si prende poi il sentiero che sale sulla destra fino ad arrivare a la Montana, il punto più alto del sentiero, da cui si può godere di una meravigliosa vista su tutta la valle circostante. Da la Montana inizia la discesa su una comoda strada sterrata fino al punto di partenza (5h in tutto) con diversi punti panoramici lungo la strada.

Questo è il percorso che viene normalmente consigliato, tuttavia noi l’abbiamo percorso al contrario e non ce ne siamo pentiti: abbiamo preferito fare la salita sulla strada più comoda e la discesa nel sentierino fangoso. Fortunatamente, nonostante le nuvole, non abbiamo preso neanche una goccia di pioggia e nelle ore centrali faceva caldo.

Il trekking è impegnativo ma assolutamente fattibile, l’ambiente circostante molto bello per le palme della cera che caratterizzano la valle donandole questo aspetto unico. Il costo totale, suddiviso in vari punti, è di COP 10K. L’itinerario può anche essere percorso a cavallo, bisogna pagare per il cavallo e l’accompagnatore all’inizio del sentiero.

Per il ritorno ci sono le jeep che aspettano nel punto in cui lasciano al mattino, partono appena sono piene. Tutto il percorso può essere fatto anche in mezza giornata, considerando che le prime jeep partono da Salento alle 6 del mattino, ma conviene non essere troppo stretti con le tempistiche perché è difficile prevedere quando le jeep partono e può capitare di aspettare una mezz’oretta.

Noi ci eravamo portati da mangiare qualcosa al sacco da Salento, ma alla Montana ho visto delle persone sedute a tavola, quindi credo sia possibile ordinare qualcosa li.

Ci sono diversi autobus che collegano Medellin alle altre città, ma purtroppo non si riesce a trovare online tabella precisa degli orari… conviene chiedere aiuto alla vostra guest house.

· Posada Casa Salento: deliziosa guest house dal rapporto qualità prezzo ottimo. Personale super disponibile a spiegare i percorsi, prestare ciò che occorre per i trekking e acquistare i biglietti degli autobus. Super colazione, servita a qualsiasi ora anche sul balconcino in camera, buona ed abbondante. Camere spartane ma pulite. Conviene scrivere direttamente alla struttura, costa meno che booking. Si paga solo in contanti, ma nella piazza centrale di Salento c’è un bancomat. Camera doppia COP 98K a notte.

· Finca El Ocaso: a 50 minuti a piedi da Salento lungo una comoda strada sterrata in discesa, si può arrivare anche salendo su una Willy nella piazza centrale o fermandola lungo la strada. Si tratta di un’azienda produttrice di caffè che organizza visite ogni ora, in inglese e in spagnolo. Non è necessario prenotare, basta arrivare con qualche minuto di anticipo. Il tour spiega tutto il ciclo di produzione del caffè, dalla modalità di semina e raccolta dei semi, al processo di tostatura e raffinazione successivo. Si conclude con una degustazione di diversi aromi e la possibilità di acquistare i loro prodotti. Costo COP20k, super interessante e consigliata.

· Entia Arte Y Sabor: menù fisso per COP 19k, qualità mediocre e ambiente spartano ma accogliente

· Cafè Bernabè Gourmet: strano fusion francese – colombiano, antipasti mediocri ma ottimo filetto. Molto carino il patio interno, prezzi e qualità al di sopra della media di Salento (ca 50k COP a testa)

Medellin

Storicamente la regione di Medellin, Antioquia, è un’aera relativamente ricca, dove l’operosità della sua gente ha saputo sfruttare le risorse naturali (legali e non) e progressivamente innalzarsi dalla condizione di contadini, grazie al commercio di fiori recisi e industria tessile.

Chiamata anche città dell’eterna primavera per il suo clima mite 365 giorni l’anno, Medellin è una città con un passato violento e difficile, che con immensa fatica ha cercato di voltare pagina e costruire un futuro migliore per i suoi cittadini.

Sicuramente i risultati sono evidenti, sebbene i mezzi per raggiungerli equivoci. Ancora oggi la città è caratterizzata da grandissimi contrasti: ci sono quartieri, come la Comuna 13 e Moravia, che danno un’immagine di rinascita e speranza, ma allo stesso tempo, le problematiche legate alla povertà, al pericolo e alla droga sono tutt’altro che risolte. I nuovi narcotrafficanti vestono ormai giacca e cravatta e non sono neanche percepiti come dei criminali da parte di una popolazione che, nel bene e nel male, trae dalla cocaina un flusso continuo di denaro.

Per quanto riguarda la sicurezza, la zona migliore è El Poblado, dove si trovano la maggior parte degli alberghi e dei locali dove uscire la sera, sia per turisti sia per colombiani. In quell’area non abbiamo avuto alcun problema e le vie sono veramente un susseguirsi di negozi e locali. Le altre zone di Medellin vanno valutate a seconda dell’ora e della compagnia: in centro non è opportuno recarsi di sera, mentre nei quartieri come la Comuna Treize e Moravia è raccomandato andare accompagnati da un locale.

Medellin non è una città bella nel senso estetico del termine, ma l’ho trovata estremamente interessante da un punto di vista storico e sociale. Proprio per meglio comprenderne le implicazioni, avevamo prenotato un tour privato tramite Airbnb Experience con Juan, il quale ci ha portato tutto il giorno in giro con la sua macchina.

Abbiamo visitato Plaza Botero dove ci sono le state di Botero, la nuova Metro Cable, costruita per raggiungere gli strati più alti della comuna e tour dei graffiti presso la Comuna 13, quartiere che in passato era stato campo base delle FARQ e teatro di violenza continua fino al culmine delle operazioni di liberazione da parte dell’esercito. Ora l’area è stata in parte recuperata, dei meravigliosi murales ne ricoprono i muri e delle scale mobili sono state installate al fine di agevolare la popolazione più povera, che tipicamente vive negli strati più alti della comuna. Ci sono vari negozietti che vendono magliette con i disegni dei murales, caffè equo e solidale, ghiaccioli di frutta esotica fresca…

Juan ci ha spiegato tutta la storia della Colombia e di Medellin da Pablo Escobar in poi dal punto di vista di una persona pro Uribe e la sua politica, ritenendo una scelta giusta quella di usare il pugno d ferro contro le FARQ, anche a costo di appoggiare sulle milizie di sicurezza privata di destra che si sono nel tempo create per contrastare la guerriglia comunista.

Juan parlava un ottimo inglese ed è stato una guida eccellente, preparata e disponibile a parlare di tutto, sebbene molto di parte.

Sarebbe stato interessante visitare anche i quartieri Moravia e il barrio Pablo Escobar, ma non ne abbiamo avuto il tempo.

· Selina: Carino ma non all’altezza di quello di Bogotà, ottimo per viaggiatori solitari per socializzare, grazie alle ampie aree comuni (sale studio, bar, ristorante…). Camera doppia 60€ a notte

· La Chagra: Ristorante fusion colombiano – amazzone, trovato su Trip Advisor tra i migliori ristoranti di Medellin. Molto particolare, prendiamo due menù degustazione di cui non saprei ripetere un singolo piatto, tutti gli ingredienti sono assolutamente sconosciuti. Interessante ma non eccellente, prezzo decisamente al di sopra della media colombiana, 50€ a testa

Juan: trovato tramite Airbnb experience “City tour & Comuna 13”, si può contattare direttamente anche su Instagram . Tour 38€ a persona

Cartagena

Il centro storico di Cartagena des Indias è una perla affacciata sul mar dei Caraibi. Racchiuso dalle mura esterne che lo separano dal resto della città, è un fotogenico incrociarsi di stradine pedonali decorate da colorate case coloniali.

Nonostante il clima festaiolo e l’indiscutibile bellezza, il centro di Cartagena sta purtroppo subendo gli effetti negativi del turismo di massa: ai primi piani delle case coloniali ci sono ormai solo i negozi delle grande case di moda e ristorantini il cui stile assomiglia incredibilmente a quelli di Milano, la differenza tra dentro le mura e fuori dalle mura è abbastanza forte e gli abitanti di Cartagena si stanno ormai spostando tutti verso la parte esterna perché non si possono più permettere di vivere nel centro storico, dove i prezzi salgono di anno in anno.

Essendo molto turistica, a differenza delle altre città che abbiamo visitato, sono tantissimi i venditori di strada che cercano di guadagnare qualcosa vendendo frutta, cappelli per ripararsi dal sole, foto in compagnia delle donne nere vestite con gli abiti tradizionali…

Centro dello smistamento degli schiavi provenienti dall’Africa, la popolazione è qui mediamente più scura rispetto al resto della Colombia e dai tratti più Afro-americani. La temperatura è estiva tutto l’anno. Il mare nei dintorni di Cartagena non è paradisiaco, sebbene spostandosi un pochino dalla città si dovrebbe trovare qualche bella spiaggia.

Subito al di fuori dal centro storico, si trova il quartiere Getsemani, dove si trovano la maggior parte degli ostelli a buon prezzo, alcuni bar da backpackers e alcune vie molto fotogeniche.

· Cafè del Mar: Bar sulle vecchie mura affacciato sulla spiaggia, magnifico per andare a vedere il sole che tramonta sul mare. Prezzi abbastanza alti, frequentazione elegante e pieno di gente. Per qualcosa di più easy ma ugualmente panoramico consiglio di comprarsi due birre ghiacciate e godersi il tramonto seduti sulle mura.

· Ceviche Y Cebiche: ristorantino peruviano dove per COP 80k prendiamo 4 diversi ottimi ceviche.

· Free Walking Tour: partenza alle h 10.00 da Piazza Santa Teresa, visita di un paio d’ore per il centro storico. Interessante ma un po’ didattico

· Fortezza di San Felipe: al di fuori dalla mura del centro storico, ci si arriva anche a piedi con una passeggiata di una ventina di minuti. Visita interessante e splendida vista sulla città

· Cartagena Connections – Food Tour: piccola agenzia che organizza diversi tour personalizzabili per Cartagena. Noi prenotiamo la sera precedente il “Tour Food” – 2h circa, COP 80K a testa. All’appuntamento presso il museo del cioccolato scopriamo di essere da soli con la guida, Alehandra, simpaticissima colombiana che chiacchierando del più e del meno ci porta a spasso per Centro Storico e Getsemani e ci fa assaggiare diversi tipi di cibo di strada (Mango nelle sue varie forme, platano fritto con formaggio, empanadas ripiene, ghiaccioli home made…) Tutti ottimi anche se pesantucci, non bisogna farsi impressionare da come vengono cucinati… in ogni caso non abbiamo alcun problema di salute intestinale post tour.

· Casa Gastelbondo Adults Only: bellissimo albergo, camera spaziosa e nuova, ottima posizione. Purtroppo siamo in ritardo e non riusciamo a godere appieno della colazione, ma sembrava ricca e buona. Prezzo al di sopra delle alte città, ma ne vale la pena, doppia a COP 385K.

Santa Marta e Parque National de Tayrona

Arriviamo a Santa Marta con l’autobus da Cartagena (4h compagnia MARSOL). Ho letto parecchi commenti negativi su questa compagnia, che pare non rispettare gli orari di partenza finché gli autobus non sono pieni, essere sempre in ritardo… Noi non abbiamo riscontrato alcun problema in quanto abbiamo preso l’ultimo della giornata (alle 18), che non fa il giro degli alberghi ma parte dalla stazione degli autobus e scarica a Santa Marta in un unico punto. Inoltre entrambi gli autobus erano pieni fin dall’inizio, quindi sono partiti puntuali e arrivati rispettando le 4 ore.

Santa Marta non è particolarmente degna di nota, l’abbiamo usata solo come base per andare nel parco nazionale di Tayrona. Ci ha anche dato l’impressione di essere più pericolosa delle altre città, ma forse perché ci siamo arrivati di notte ed eravamo gli unici turisti.

· Casa Verde Hotel: albergo carino, con le camere organizzate attorno ad un patio interno. Buona la colazione e molto disponibile il personale, che ci ha lasciato, al ritorno da Tayrona, fare gratuitamente una doccia nel bagno di servizio prima di prendere gli zaini e andare all’aeroporto. Ottima posizione vicino alla via dove ci sono tutti i ristoranti e locali aperti fino a tardi.

Tayrona

Per arrivare a Tayrona, parco nazionale immerso nella giungla, ci sono due modalità: via barca da Taganga oppure via terra. Noi abbiamo scelto la seconda opzione. Da Santa Marta bisogna recarsi al mercato (incrocio che saprà spiegarvi qualunque guest house) a prendere l’autobus direzione Palomino che per COP 7K vi porterà in circa 1h davanti all’ingresso del parco. Qui bisogna prima acquistare un’assicurazione obbligatoria (COP 3.5K a testa per due giorni) e poi pagare l’entrata al parco, COP 53K a testa. Volendo è possibile prenotare all’ingresso il pernotto nei vari punti del parco che incontrerete lungo il percorso. Noi abbiamo preferito non farlo e, non essendo alta stagione, è stata una scelta vincente.

Dall’ingresso del parco per altri COP 3K si possono percorrere i primi 3km su un mini autobus. Dall’arrivo in poi bisogna per forza proseguire a piedi o a cavallo. La prima parte del percorso è immersa nella giungla, il sentiero facilitato da varie assi di legno. Dopo circa 45 minuti si arriva alla prima spiaggia, Canaveral, che non è però balneabile. Da qui il percorso continua lungo le varie spiagge (Arrecifes – non balneabile, La Piscinas – balneabile) fino al punto più estremo nonché più famoso, Cabo San Juan.

Lungo il percorso si incontrano diverse possibilità di pernotto, che non sono però vicine a spiagge balneabili. A Cabo San Juan si arriva in circa 1h30 / 2 di camminata. Il sentiero non è difficile, ma comunque faticoso per il gran caldo e l’umidità.

Arrivati a Cabo San Juan, all’inizio della spiaggia si trova un gazebo per le prenotazioni, dove è possibile scegliere tra la sistemazione in tenda o quella in amaca, entrambe per COP 40K a testa.

Le tende sono da 2/3 persone e contengono il materasso gonfiabile; offrono chiaramente una maggiore privacy e protezione dagli insetti rispetto alle amache, ma sono più calde e scomode. Se avete la fortuna di arrivare il mattino presto tra i primi visitatori della spiaggia, ci sono una ventina di amache collocate sulla collinetta che divide le due spiagge, a pochissimi metri dal mare. Li potrete sicuramente dormire cullati dal fragore delle onde che si infrangono sulla battigia. A Cabo San Juan è presente un chiosco per organizzare uscite di snorkeling e un ristorante che serve ottimi succhi di frutta e cibo mediocre a qualunque ora. I prezzi sono ovviamente più alti rispetto al resto della Colombia, ma nulla di inavvicinabile. Non è consentito portare alcolici all’interno del parco, ma il ristorante vende la birra (lattina COP 5k).

Per quanto riguarda cosa portarsi dietro, consiglio uno zainetto leggero con l’indispensabile: sacco lenzuolo per la notte, necessario per fare il bagno, scarpe da ginnastica per la camminata, carta igienica/fazzoletti, crema solare e antizanzare in abbondanza, torcia e acqua per affrontare la camminata di un paio d’ore. Non consiglio di portarsi litri e litri d’acqua perché considerando il caldo sarà difficile tenerla fresca.

La spiaggia è bella e suggestiva, ma il mare non è come i Caraibi da cartolina che ci si immagina, quindi non aspettatevi spiaggia bianchissima e acqua azzurra e trasparente. Per questo decidiamo di non fare l’uscita di snorkeling di 2h (COP 55K) che viene organizzata mattina e pomeriggio. Per il ritorno considerate di partire nel primo pomeriggio, in quanto bisogna uscire dal parco entro le 18.00.

Nel parco ci sono anche degli ecohubs di lusso, mentre purtroppo mancano sistemazioni intermedie tra il campeggio e i lodge esclusivi.

Per maggiori informazioni e foto visita www.onetravelonecolor.com



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