Colombia, dalle Ande ai Caraibi

Percorso circolare di un mese e mezzo in bus da/a Bogotà, con un volo a/r. Dai ghiacciai del Cocuy allo splendido parco Tayrona, dalle architetture di Cartagena alla zona cafettera di Medellin
Scritto da: pennacchio
colombia, dalle ande ai caraibi
Partenza il: 16/07/2013
Ritorno il: 28/10/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Diario viaggio Colombia 16/07/2013 – 28/08/2013

1° giorno

Volo acquistato on line con volagratis.com, Palermo-Roma-New York-Bogotà, A/R 1200 Euro a testa, compagnia Alitalia – Delta. Tutto tranquillo, ma molto lungo il ritorno per le pause tra una tratta e l’altra, un po’ seccanti i controlli negli USA anche se si è solo in transito.

Partiamo e arriviamo il 16 luglio, dormiamo al Bogotà on holidays prenotato on line, stanza per due con colazione 89.000 cops. Molto semplice la camera e povera la colazione, ma ottimo per la vicinanza all’aeroporto, inoltre ti vengono a prendere e il giorno dopo ti accompagnano al terminal dei bus.

2° giorno

Prendiamo un piccolo bus per Villa de Leyva, della Flota valle de Tenza, impieghiamo circa 4 ore per arrivare, ma la prima ora trascorre a Bogotà stessa a caccia di altri passeggeri. Questo accadrà in generale con tutti i bus. Al terminal una bella colombiana ci propone la sua Posada Angel Miguel, vicino al lussuoso hotel Getsemani. Il costo è ottimo, 20000 pesos a testa , un po’ di più per una stanza particolarmente grande. Prepara a parte anche buone colazioni. 5-6000 p. Restiamo da lei, ma in una palazzina vicina, che le appartiene. In piazza si tiene l’ultimo giorno della festa della Virgen del Carmen: musica, giochi e cibo. Anche se stanchi ci godiamo il movimento.

3° giorno

Oggi camminata a piedi (ne sentiamo l’esigenza). Visitiamo un’originalissima casa in terracotta, attraversiamo la pianura tra splendide villette, giungiamo al centro archeologico-astronomico (una sorta di Stonange in miniatura), poi, dopo aver spesso chiesto informazioni, arriviamo al museo il Fossil, molto interessante per un immenso Ittiosauro. Non sapendo che è molto distante decidiamo di arrivare ai Pozzos Azules, ma li vediamo solo dall’alto, dopo aver percorso un deserto solcato solo da stradine per moto e quad. Inizia a piovere, arriviamo in città e ci rifugiamo vicino alla Posada Angel Miguel, in un Asadero dove con soli 7000 pesos a testa (l’almuerzo del dia) mangiamo una zuppa, trota con riso, tapioca, zucca e insalata. Da bere succo di mango. Non ripeterò i cibi dei restanti giorni, ma posso assicurare che in Colombia si mangia benissimo (ma non so i vegetariani…), incredibili sono state le mangiate di frutta già affettata e i frullati (mai stati male con lo stomaco).

4° giorno

Dopo il riscaldamento di ieri, oggi camminata alla Laguna di Iguaque. In bus fino alla Casa de Pedra, poi 3 Km sino all’ingresso del parco, qui biglietto salatissimo (37500 pesos a testa) e ascesa molto pesante, perché sono 1000 metri di dislivello su 4 Km di percorrenza. Sono necessari gli scarponi e, possibilmente, i bastoni da trek, perché alcune parti sono tra pietroni, fango e radici. Ma ne vale la pena. Torniamo a rotta di collo per non perdere il bus che passa alle 16,30.

5° giorno

Oggi bus da Villa a El Cocuy, con cambio a Tunya e a Duitama. Partiamo alle 6 e 30 e arriviamo alle 17,30. Costo in totale a testa 37000. Il paesaggio è mozzafiato, soprattutto perché nell’ultimo tratto (5 ore) siamo seduti davanti con un gentilissimo autista. In realtà in Colombia sono tutti estremamente gentili, ospitali e disponibili! Ci fermiamo all’hotel Casa Muňoz, nella plaza Mayor. 40.000 la stanza, semplice ma pulita. Si può anche mangiare qui (ma per la cena non oltre le 19,30, meglio avvisare prima in cucina). Comunque la piazza offre piccoli e spartani luoghi dove mangiare arepas o empanadas. La sera nella piazza i ragazzi e le ragazze giocano a basket al suono della musica, sotto lo sguardo di alcuni soldati. L’atmosfera è sempre tranquilla e rilassata.

6° giorno

Come a Villa de Leyva, anche qui la temperatura è splendida, (del resto siamo molto alti). Oggi passeggiatina per il piccolo villaggio, con i tetti rossi e i muri bianchi e verdi. Saliamo ad un monumento sulla collina vicina, incontrando tantissime mucche, infatti qui si producono yogurt, gelati e formaggi.

7° giorno

Oggi sveglia alle 4,30, perché alle 5 viene Oscar per guidarci verso il nevado Pan de Azucar. Ci ha contattato lui stesso in piazza il giorno dell’arrivo e si dimostrerà una persona affidabile. L’ingresso al parco è sempre caro, 38000 pesos, mentre il passaggio in jeep e la guida durante la camminata li paghiamo 200.000 pesos. Ne vale la pena: il paramo è affascinante con i suoi strani fiori gialli (frair leon o qualcosa del genere), il torrente cristallino e le lagune. Iniziamo il percorso alle 7, dopo una spartana colazione presso una famiglia del luogo. Dopo circa un’ora inizia la salita e, giunti a 4200 m., io mi ritengo soddisfatta, così mi dirigo verso un rifugio un po’ più in basso dopo si può bere una tisana o anche mangiare qualcosa (se vengono avvertiti prima). Loro giungono a 4800m, poi inizia a piovere e tornano indietro.

8° Oggi relax!

Acque termali lungo la strada che porta a Guican (10.000 a testa). Carine, con tre vasche a temperatura diversa; unica compagnia un colibrì che svolazza intorno. Un temporale ci scoraggia e non proseguiamo verso Guican, ma riprendiamo un bus per El Cocuy.

9° giorno

Oggi spostamento lungo per San Gil, passando per Tunja (130.000 a testa). Stesso autista dell’andata, che ci offre anche il caffè oltre ai posti accanto a lui. Partiamo alle 6,30 e arriviamo a Tunja alle 15.00 dopo aver fatto una pausa per il desayuno e una per cambiare una ruota. Poi megabus per San Gil. Alle 19.30 siamo a destinazione (miracolosamente salvi malgrado le manovre “audaci” dell’autista), in taxi (3500) arriviamo all’Hotel Santander Aleman VT (60.000), stanza piccola e calda con ventilatore. La temperatura è totalmente diversa, ovviamente, dai giorni precedenti: siamo scesi parecchio.

10° giorno

Essendo un po’ sensibili ai rumori, che avevamo dimenticato nelle due cittadine precedenti, cambiamo hotel, ci spostiamo al Sam’s Vip, in piazza Mayor, ma prendiamo una grande stanza sul retro, molto tranquilla e costa solo 10.000 in più. Poi raggiungiamo Las Cascadas (40 minuti in bus più 20 a piedi, ingresso 7000 a testa. La vegetazione è splendida così come le farfalle. Ci tuffiamo nella grande pozza ai piedi delle cascate, un vero refrigerio visto il caldo. E’ anche possibile scendere dall’alto in corda doppia. Nel pomeriggio vorremmo andare al parco cittadino, ma scoppia un temporale. Cena sostanziosa ed economica a El Manà.

11° giorno

Alle 7.00 prendiamo il bus per Barichara, 40 minuti, una deliziosa cittadina coloniale, dalla splendida cattedrale e dalle viuzze curatissime. Fatta colazione nel panificio della piazza iniziamo il “camino real” verso Guane, tutto lastricato in pietra costellata da un’infinità di fossili. Il percorso dura circa 2 ore a passo lento e con qualche pausa fotografica. Interessante il museo paleontologico con migliaia di ammoniti e gustoso il “cabro” nel ristorante vicino. Rientriamo a BArichara in bus e da qui a San Gil.

12° giorno

Oggi andiamo a visitare il Parco Nazionale di Chicamocha, di cui tutti i locali ci parlano. Arriviamo all’ingresso in bus (ma bisogna ricordarlo all’autista, altrimenti tira dritto) e scopriamo che non è un parco naturale, ma piuttosto un parco divertimenti. Per noi è una delusione, ma ormai siamo qui. L’ingresso è caro, 40.000 e include una funivia che porta dall’altro lato del canyon, dove ci sono molti negozi di souvenir. Il paesaggio è incredibilmente desertico, pieno di cactus e caprette.

Quel che più mi colpisce è un enorme monumento che ricorda una rivolta dei campesinos del 1700, si può passare tra le statue e ascoltare la voce narrante e la musica. Per il ritorno si deve fermare un bus in direzione San Gil. Nel pomeriggio parco cittadino Las Gallineras (6.000 a testa), veramente affascinante la vegetazione che racchiude e impressionante il pensiero che prima qui era tutto così.

13° giorno

Altro lungo spostamento, stavolta andiamo sulla costa, a S. Marta. Cambiamo il bus a Bucaramanga, dove aspettiamo un’ora. Pur essendo partiti da San Gil alle 6,20, arriveremo a destinazione solo alle 22. Diversi gli imprevisti (finisce l’olio, c’è un incidente, alcuni passeggeri salgono o scendono) oltre alla pausa pranzo. Dopo qualche altra peripezia dovuta ad una festa cittadina finalmente arriviamo all’hotel Solymar, sono le 23! La stanza è la n.2, nella parte più vecchia e non ci piace un granché ma per stanotte va benissimo.

14° giorno

Anche se potrebbero cambiarci di stanza, decidiamo di spostarci all’hotel Tayromar, proprio girato l’angolo, costa un po’ di più (90.000) ma c’è una buona colazione inclusa.

Il caldo lungo la costa è notevole, ma per fortuna vicino al mare c’è sempre la brezza. La quantità di gente al mare è enorme, ma per fare un bagno preferiamo spostarci a Taganga, poco distante in bus.

Qui prenotiamo per domani una visita il lancia a Baja Cristal, nel parco di Tajrona. La sera assistiamo alla processione con banda per la festa di Santa Marta (oggi 29 luglio). La città ha diverse parti coloniali ed è carina, peccato l’odore pungente di urina in parecchie strade…..

15° giorno

Da Taganga la lancia parte con po’ di ritardo, poi costeggia la costa del parco, nera e rocciosa, in alto ricoperta di cactus, ma la baja è veramente Cristal, con sabbia bianca e tantissimi pesci, colorati e bizzarri. Unica delusione il corallo, è assolutamente distrutto e morto. Si può pranzare qui, cosa che facciamo con 25.000 pesos in due.

16° giorno

In bus arriviamo all’ingresso del parco Tayrona. Il biglietto per stranieri è come sempre carissimo, 37.500 ciascuno, ma i percorsi sono molto belli, in parte tra la lussureggiante vegetazione, in parte sulla spiaggia. Fa molto caldo e il canto delle cicale è impressionante. Ci fermiamo a Piscinas, il mare è più calmo e ci si può anche sdraiare all’ombra delle palme da cocco.

17° giorno

Prima di partire visitiamo il museo dell’oro di S. Marta, gratuito e molto interessante, poi prendiamo alle 10 il bus per Cartagena (20.000 a testa), dove arriveremo alle 15, dopo una sosta a Barranquilla. Il taxi per il centro costa 15.000 pesos, ma gira sino a trovare l’hostal San Andres. La stanza è mal messa e con un condizionatore vecchissimo, per 99.000 pesos senza colazione decidiamo di lasciar perdere. L’autista ci porta subito fuori dal centro, all’hotel Stil Cartagena: il prezzo è lo stesso, la colazione a buffet è inclusa, sebbene non amiamo questi alberghi immensi (11 piani) restiamo qui e la scelta si rivelerà buona. In due passi si arriva sia allo splendido centro coloniale, sia al quartiere di Getsemani, muovendosi anche tranquillamente a piedi la sera.

18° giorno

Gita al Volcan El Totumo, prenotata ieri sera all’hostal Casa Viene a Getsemani. Nel biglietto (40.000 a testa) è incluso il trasporto al cono dal fango ribollente, il pranzo sulla spiaggia e il rientro a Cartagena. Immergersi nel fango dà una sensazione veramente strana, perché si galleggia molto. Ti massaggiano energicamente e poi, nella laguna vicina, alcune donne fornite di bacinelle ti aiutano a lavarti (per 3000 pesos). Rientrati a Cartagena, assistiamo alla proiezione di un film in bianco e nero sulla facciata di una chiesa (sembra di essere in Nuovo Cinema Paradiso!)

19° giorno

Decidiamo di andare al porto per trovare una lancia diretta all’isola del pirata. E’ facilissimo, ci sono tutti gli uffici con le varie destinazioni, poi basta pagare 100.000 più 12.000 (uso del molo), farsi stipare in 48(!) e sperare bene. Forse perché è sabato ci sono tantissimi turisti, soprattutto locali. L’atollo è piccolissimo e delizioso, dormire qui costa tantissimo, noi ci accontenteremo del pranzo (incluso nel biglietto), di un giretto in canoa e dello snorkeling (40.000 a testa). Anche qui pesci molto belli ma corallo morto (ci informano solo dopo che anni fa una petroliera è naufragata qui vicino).

20°- 21° giorno

Visita al Castillo de San Felipe (17.000), interessante, anche se le parti al sole sono da svenimento. Per fortuna al ritorno c’è sempre la possibilità di riprendersi con gli splendidi frullati di frutta colombiani. Giro di saluto al centro storico, che di domenica, senza il traffico, si gode appieno. Poi alle 19,30 partiamo con l’Expresso Brasilia in direzione di Medellin.(95.000 a testa). Pensiamo che viaggiando di notte ci peserà meno la lunghezza del viaggio. Ci sbagliamo. Proprio stanotte, lungo il percorso, la polizia ha deciso di chiudere per motivi di sicurezza l’accesso a Medellin, quindi arriveremo all’hotel 61 Prado (75.000) alle 13,30: stravolti!! Pranziamo discretamente qui stesso e poi giro in piazza Botero, con le enormi statue. C’è una folla incredibile in giro, assistiamo anche ad un concerto nella piazza des descarzados.

22° Ottima colazione all’hotel (8.000), poi con la metro arriviamo al centro commerciale Santa Fè per vedere un immenso tappeto di fiori. Questa è infatti la settimana dei fiori ( dal 3 al 11 agosto), purtroppo le manifestazioni più suggestive sono durante i fine settimana, così le perdiamo. Bello girare per la piazza ricca di enormi statue di Botero.

23° Oggi, 7 agosto, è festa nazionale, ricorre il giorno della liberazione, molti uffici e negozi sono chiusi. Andiamo con la metro e due incredibili e fantastiche funivie al Parco di Arvì. Si sorvolano prima un barrio estremamente pendente, poi una foresta inimmaginabile a così breve distanza dalla città. L’accesso è libero e gratuite sono pure le guide per le varie camminate. C’è la possibilità di acquistare cibo, acqua e tanti tipi di souvenirs. Si può visitare anche un bel “mariposario” con splendide farfalle. Al ritorno della camminata il tempo cambia e diluvia. Al ritorno ci fermiamo al giardino botanico di Medellin, c’è una immensa esposizione di orchidee e una folla spropositata….

24° Partenza per Manizales con la linea di bus Arauca. Si tratta di un’auto nuova a 8 posti, che ci porta a destinazione in 5 ore malgrado i frequenti lavori in corso e i sorpassi azzardati sotto la pioggia. Alloggiamo al Aquimequedo calle 67 n.23/30. (70.000 con colazione) Il posto è carino e Luisa ci dà molte informazioni. Ottima la cena da Don Juaco. Piove.

25° Purtroppo il rumore delle macchine, malgrado la stanza sul retro, ci ha disturbato parecchio, inoltre la colazione è molto spartana, così decidiamo di spostarci al Las Reginas hotel, qui vicino. (Attenzione al sistema di calle e carrera a Manizales, è veramente contorto, quindi chiedete sempre, se sbagliate rischiate di fare lunghissimi percorsi e tutto è in salita o discesa. La stanza con colazione (ottima) costa 145.000, ma su booking è 99.000, così li convinciamo a farci pagare il prezzo più basso. Poi andiamo con un bus al Recintos de los pensatores, un po’ fuori città. La vegetazione è rigogliosa, ci sono un’infinità di orchidee e colibrì. Il biglietto costa 13.000 a testa, ma la guida ti fa notare molti particolari. C’è anche una struttura per conferenze tutta costruita in guadua (bambù gigante locale) e, se si desidera, anche un ristorante e un caffè.

Tornati a Manizales saliamo sino alle guglie della cattedrale, peccato piova, ma la vista a 360° è bellissima.

26° Ieri abbiamo prenotato, presso l’hostal Mountains, sia l’escursione per oggi alla Finca Venecia (35.000 tour più 11.000 pranzo) sia per domani al Nevado. Interessante tutta la spiegazione dei vari stadi della lavorazione del caffè, la camminata tra le piante e l’osservazione dei macchinari. La camionetta che ci accompagna (siamo in otto) è la Willies, divertente ma scomoda. Comunque il tragitto è breve.

27° Alle 5 passano a prenderci con una Jeep, destinazione Nevado Isabel. La prima ora trascorre tra sosta per gas e poi per caffè, poi altre due ore e poco più di sterrato, colazione in una casa di allevatori e altra mezz’ora di sterrato. Si parte a piedi da 4000 m, per arrivare a circa 4800 o un po’ meno. Il tempo è piovigginoso, anche se non fa particolarmente freddo, ma alcuni dei nostri compagni di avventura sono abbigliati in modo non appropriato alla montagna. La giovane guida non dice nulla e iniziamo l’ascesa. Splendidi prima il paramo e poi il superparamo, fiori e lagune, anche un colibrì. Peccato non vediamo molto, perché si alternano pioggia, grandine e neve. Arriviamo al ghiacciaio per tornare subito giù. Noi siamo ben attrezzati e abbiamo il ricambio, gli altri tremeranno sino al rientro, malgrado il pasto caldo incluso come la colazione.

28° Malgrado l’albergo vada bene e il personale sia disponibilissimo, per risparmiare un po’ ci spostiamo all’hostal Montains (65.000 senza colazione), il materasso è molto meno comodo, ma va bene comunque. Giro per Manizales con visita al mercato e salita sulla torre al cielo a Cipre. Pranziamo poi vicino all’hostal, a Casa Grande, piatti abbondantissimi per 11.000 a testa. Peccato sia aperto solo a pranzo, per gli impiegati della zona. In serata bus e taxi per le acque termali El Otono, belle e calde, anche se un po’ care (25000 a testa), ma dopo la grandine di ieri ne sentiamo il bisogno.

29° Ottime creps all’hostal (6000 l’uno), piove e c’è nebbia. Quando migliora un po’ andiamo in bus al parco Los Herumos, ma è una delusione, il sentiero è chiuso da tempo per una frana.

Pranziamo di nuovo a Casa Grande e poi riproviamo con il parco Los Halcazares. Per quanto vicini alla città, questi parchi hanno una vegetazione incredibilmente selvaggia. Facciamo una camminata e ammiriamo i colibrì.

30° Nuova partenza, in minibus, direzione Salento. In realtà per comodità scendiamo, superata Pereira, ad un bivio, dove prendiamo un altro collectivos per Salento. Qui alloggiamo al Plantation house (stanza 55.000 senza colazione), spartano ma molto carino, tutto in legno e in mezzo alla vegetazione. Si può cucinare in una comoda cucina e conoscere con più facilità altri viaggiatori, alcuni dei quali fanno anche l’esperienza di raccoglitori (per una mattinata) di caffè nella finca del proprietario dell’hostal. Il villaggio è delizioso, coloniale, ricco di negozietti di artigianato originale, non visto nelle altre cittadine. Ottimo il menù del giorno al Rincon del Lucy e bella la vista dall’alto del mirador.

31° Visita alla valle del Cocora. Le jeep Willie in circa mezz’ora e per 3200 a testa ci portano all’inizio del sentiero. La prima parte del percorso è tra pascoli, ma molto difficoltosa per il fango smosso dai cavalli con i quali viene trasportato il latte. Poi ci si inerpica nella jungla, la vegetazione è spettacolare, sarà l’altitudine unita al clima mite. Tanti i ponticelli sospesi, finchè arriviamo ad un’abitazione immersa nel verde. 4.000 a persona per entrare, bere una splendida cioccolata o un caffè e ammirare gli innumerevoli colibrì. Si prosegue poi verso la stazione dei ranger, la Montagna; a circa 3000 metri, poi il ritorno è tutto su un largo sterrato con viste mozzafiato sulla vallata e sulle altissime e longilinee palme della cera. Se si vuole si può fare solo questo tratto della strada, ma si perde la bellezza della foresta. A Cocora si può pranzare in uno dei ristorantini, prima di prendere una delle Willie che ritornano a Salento.

32° Oggi si parte per Armenia. Il percorso è breve e facciamo colazione a destinazione. Andiamo al Jeronimo hotel (60.000 stanza con colazione), pulito e vicino al centro. In bus raggiungiamo il giardino botanico, dove una guida ci accompagna per circa 2 ore e mezza tra boschetti di guadua (bambù gigante), all’interno di un mariposario e ad avvistare uccelli colorati (oltre agli infaticabili colibrì). Poi pranzo in una traversina del corso principale (L’Abuela) e giro per i tanti negozietti.

33° Incredibile tragitto in bus per Bogotà. Non tanto per gli strapiombi e le curve (ormai siamo abituati), ma per i dislivelli: da 1500 metri a 3300, poi a 300, di nuovo a 2000, 1500 e infine 2500. Frullati giungiamo nella capitale e raggiungiamo in taxi l’hostal Explorer (69.000 più 1500 ad asciugamano e 4.500 colazione). E’ grazioso e ristrutturato, anche se i pavimenti in legno fanno sentire nottetempo gli altri ospiti che rientrano nelle stanze. Assistiamo ad un concerto di salsa, c’è tantissima gente e tutti veniamo perquisiti dalla polizia prima di accedere in piazza Bolivar. L’atmosfera è allegra e il ritmo trascinante.

34° Oggi è domenica e la capitale è affollatissima di ciclisti e pedoni, venditori di cibo e mimi. Visitiamo il museo Botero (gratuito sempre), che contiene anche altri grandi e famosi pittori. Il museo dell’oro (gratuito oggi come tutti gli altri musei cittadini) è affollatissimo ma decidiamo comunque di entrare: ne vale veramente la pena…..

35°-39° Partenza in aereo per San Andres, dove arriviamo quasi a mezzogiorno. La vista dall’alto è splendida. Abbiamo acquistato il pacchetto volo più albergo (pensione completa) a Medellin per circa 1.000.000 a testa. Abbiamo scelto l’hotel Blue Cove perché distante dal centro e fornito di accesso su scogli e non sull’enorme spiaggia piena di alberghi enormi. Non ce ne pentiamo perché nuotare qui che al West Point, a un Km dal Blue cove, è bellissimo, allietato da moltissimi pesci. Certo, non manca qualche nota negativa per l’albergo, per quanto riguarda l’organizzazione dei pasti al buffet, dei trasporti o della pulizia delle stanze (nuove e grandi), ma nel complesso lo consigliamo. C’è anche una piscina riscaldata, ma non c’è acqua calda nella doccia (come del resto anche dove abbiamo dormito a S. Marta e a Cartagena). Ma con il caldo che c’è questo non è un problema. Belle le escursioni (meglio pagarle direttamente al molo) agli atolli di Acquario e Jonny Kay, interessante anche la spiaggia di Rocky Kay. La cittadina è stracolma di negozi di alcolici e profumi, perché è un porto franco. A pranzo volo di rientro a Bogotà.

40° Dopo una notte poco felice (ed esageratamente cara: 90.000 senza colazione) al vecchio Bogotà Dreams hostal, con un rumoroso pub al piano di sotto, ci spostiamo al Dann hotel, a un paio di isolati di distanza (calle 12 C). Anche se costa 199.000 pesos con colazione ed è un po’ antico, la stanza è enorme e silenziosa. Con il transmillenium e un altro bus andiamo a visitare la Cattedrale di sale di Zipaquirà. Enorme ed affascinante, ma anche la cittadina coloniale è deliziosa.

41° E’ domenica e decidiamo di salire al monastero di Monserrat. Ma l’ascesa la facciamo in funivia e scendiamo a piedi, incontrando un’infinità di gente, distrutta dalla salita e dal caldo. Per fortuna tutto il percorso è costellato di venditori di acqua, frutta o gelati.

La vista dall’alto è molto bella, la città è incredibilmente grande. La sera di venerdì era impressionante la quantità di giovani in giro per locali, sabato erano un po’ meno, oggi dopo le 20,30 non c’è nessuno e molti ristoranti sono chiusi.

42° Poiché partiamo stasera tardi, ci lasciano la stanza fino a quando vogliamo (conosciamo ormai la disponibilità dei colombiani). Esploriamo una zona della città che non avevamo visto, molto popolare, strapiena di negozi di elettrodomestici, di vestiti o altro, in base all’isolato in cui ti trovi. Poi ci facciamo una cultura sugli smeraldi, ci sono moltissimi negozi e tantissime qualità e vari prezzi. Dalla sera inizia il lunghissimo volo di rientro, con 10 ore di attesa a New York. Partiamo il 26 agosto, saremo a casa a Palermo il 28 per pranzo. Distrutti ma felici dell’esperienza vissuta.

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