Colombia 2019: un mese con i mezzi pubblici

Viaggio di coppia autogestito viaggiando con bus locali più un volo interno
Scritto da: Lauro
colombia 2019: un mese con i mezzi pubblici
Partenza il: 16/01/2019
Ritorno il: 15/02/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
VIAGGIO

Viaggio di coppia autogestito dal 16/1/2019 al 15/2/2019 effettuato con bus locali più un volo interno. Tutti gli alberghi sono stati prenotati dall’Italia con Booking.com: alberghi in posizione centrale con bagno privato in camera. Per rendere il viaggio meno faticoso ho prenotato quasi sempre almeno 2 notti nello stesso albergo, a volte anche 3 notti. Il programma ha tenuto conto del fatto che il parco di Tayrona chiude tutti gli anni per un mese da fine gennaio a fine febbraio, e un’altra necessità era il fatto di riuscire ad andare al mercato di Silvia del martedì. Il percorso è circolare e abbiamo fatto delle esclusioni dolorose volendo limitare il viaggio ad un mese e abbiamo saltato: La Guajira, che tutti dicono essere bellissima, perché ‘’scomoda’’ e per la necessità di dedicarci almeno 4 giorni, la costa del pacifico perché difficile da raggiungere, l’isola di San Andres perché avevamo già organizzato una permanenza su isole più belle poco dopo, la zona amazzonica perché già avevamo visitato la parte brasiliana, Tierradentro perché complicata da inserire nel programma volendo visitare anche San Agustin. La Colombia è molto grande e se si vuole vedere tutte le cose più interessanti con i mezzi pubblici bisogna preventivare una permanenza di 45/60 giorni, anche perché le strade permettono velocità medie molto basse, anche di 30 km all’ora, e quindi gli spostamenti sono molto lenti.

Come sempre abbiamo viaggiato con il solo bagaglio a mano (trolley con le misure di Ryanair e zainetto da 16 litri) senza avere problemi con le compagnie aeree.

ITINERARIO

Malpensa, Bogotà (senza fermarci), Zipaquira, Villa di Leyva, San Gil, Barichara, Santa Marta, parco di Tayrona, Cartagena, Medellin (volo da Cartagena), Guatapè, Salento, Cali, Popayan, Silvia, San Agustin, Villavieja (deserto di Tatacoa), Bogotà, Malpensa.

COSTI

La Colombia è una nazione economica specialmente per mangiare e viaggiare con bus/taxi, gli alberghi sono costati dai 25 ai 47 euro a notte (camera matrimoniale o con 2 letti, bagno privato, a volte con colazione compresa, spesso con condizionatore o ventilatore)

In tutto in due abbiamo speso circa 4400 euro con queste spese principali: volo Malpensa-Bogotà (via Madrid) con Air Europa 1230, assicurazione con Viaggisicuri.com 140 euro, volo Cartagena-Medellin con Vivaair.com 110 euro, alberghi 960 euro, cibo 930 euro, trasporti 590 euro, visite varie 230, varie (SIM, cavalli, tour in jeep, funicolari…) 160 euro.

PROGRAMMA

16/1 VOLO Malpensa-Madrid-Bogotà con arrivo alle 19:35 e subito transfer già prenotato per Zipaquira – Hotel Esmeralda Plaza

17/1 Zipaquira – Villa de Leyva, Apartahotel Villa Luna

18/1 Villa de Leyva

19/1 Villa de Leyva – Sal Gil, Hostal Santander

20/1 San Gil – Barichara – San Gil

21/1 San Gil – Santa Marta con bus notturno

22/1 Santa Marta, Hotel Tayromar

23/1 Santa Marta – parco Tayrona – Santa Marta

24/1 Santa Marta – Cartagena, Hotel San Felipe

25/1 Cartagena – isole del Rosario e Playa Blanca – Cartagena

26/1 Cartagena

27/1 Cartagena – Medellin in aereo, 61Prado Guesthouse

28/1 Medellin – Guatapè – Medellin

29/1 Medellin

30/1 Medellin – Salento, Casa Borbon

31/1 Salento

1/2 Salento – Cali, MS Centenario Superior

2/2 Cali

3/2 Cali – Popayan, Hotel Krone

4/2 Popayan – Coconuco (terme) – Popayan

5/2 Popayan – Silvia (mercato) – Popayan

6/2 Popayan – San Agustin, Terrazas de San Agustin

7/2 San Agustin

8/2 San Agustin

9/2 San Agustin – Villavieja (deserto di Tatacoa), Sueno Real Tatacoa

10/2 Villavieja

11/2 Villavieja -Bogotà, Hotel casa Guadalupe

12/2 Bogotà

13/2 Bogotà

14/2 Bogotà e volo verso l’Italia via Madrid

15/2 arrivo a Malpensa alle 17/20

CLIMA, INSETTI, TELEFONIA, CAMBIO VALUTA, SICUREZZA

Siamo pensionati e quindi abbiamo potuto scegliere il periodo che pareva essere il migliore, e così è stato: clima ottimo, pochissima pioggia, bel sole caldo, mai troppo caldo o troppo freddo durante tutto il viaggio.

Apparentemente non c’erano insetti fastidiosi ma inspiegabilmente ci trovavamo sul corpo delle punture anche con un po’ di sangue. Pare che ci siamo degli insetti piccolissimi ma dannosi. Comunque siamo stati bene per tutto il viaggio mangiando anche insalata e bevendo succhi di frutta: ritengo che non ci sia alcun problema di infezioni particolari in Colombia.

Appena arrivati a Zipaquira abbiamo comprato una SIM della Claro valida 1 mese per telefonia e Internet ed ha funzionato bene (costo 43000 COP). Negli alberghi usavamo la loro wi-fi sempre presente e di sufficiente qualità. Non abbiamo mai telefonato in Italia.

Non ho mai usato i bancomat e ho cambiato subito 1000 euro all’ufficio cambi dell’aeroporto di Bogotà, al cambio di 3250 COP per un euro: durante il viaggio ho trovato cambi inferiori o uguali ma mai superiori. Non è facile cambiare euro: le banche cambiano solo USD e gli uffici cambi per turisti che accettano euro si trovano solo nelle città turistiche. La carta di credito è accettata raramente.

Noi non abbiamo avuto nessun problema di sicurezza e solo a Medellin e Cali abbiamo preferito tornare in albergo in taxi anzichè a piedi dopo cena. La presenza dei poliziotti è capillare e molto spesso sono saliti sui bus per controllare i documenti dei passeggeri. Prima della partenza dei bus un incaricato della compagnia fa foto o film a tutti i passeggeri come già ci era capitato di vedere in Venezuela. La situazione in Colombia non deve essere ancora completamente tranquilla e c’è stato un attentato a Bogotà in una scuola di polizia il giorno dopo il nostro arrivo, però non si avverte nell’aria una situazione di pericolo come invece capitava in Venezuela. La popolazione è gentilissima e molto collaborativa.

ZIPAQUIRA

I controlli doganali all’aeroporto di Bogotà sono durati più di un’ora, non per lungaggini burocratiche bensì a causa della grande quantità di viaggiatori arrivati a Bogotà negli stessi orari. Mi ero accordato con l’albergo di Zipaquira per farci venire a prendere e infatti subito fuori dall’area doganale c’era un incaricato con il solito cartello con il mio nome. Dopo circa un’ora di strada siamo arrivati in albergo verso le 23 ora locale.

Il giorno dopo siamo usciti verso le 7:30 per capire dove prendere il bus per Villa de Leyva e gli orari. L’unica compagnia di bus che va a Leyva è la Flota Boyaca e si trova nel quartiere di La Paz, alcuni chilometri lontano dal centro. Ci siamo andati in taxi per 6000 COP. L’agenzia è una piccola scrivania in un bar. Le partenze sono alle 9 e alle 15:30. Abbiamo subito prenotato e pagato la partenza delle 15:30. Dopo la prenotazione siamo tornati in centro in taxi che ci ha aspettati. Giretto per il piccolo ma bel centro e a piedi alla Cattedrale di Sale che apre alle 9. C’è una salita piuttosto impegnativa per arrivare alla biglietteria (biglietto caro da 57000 COP a testa), poi si prendono gli auricolari con le spiegazioni anche in italiano e infine si gira da soli per le gallerie. Niente di pericoloso o di scomodo, tutto ben areato, grandi dimensioni, ben illuminato. Temperatura gradevole. Ci vogliono un paio d’ore facendo le cose molto con calma. Bel posto che merita la visita. Tornati in centro siamo andati nel negozio principale della compagnia telefonica Claro e abbiamo comprato una SIM con telefonate illimitate e 1,5 GB per un mese per 43000 COP. Infine siamo tornati a piedi in albergo mangiando bene nel loro ristorante. Alle 14:50 abbiamo preso un taxi per l’agenzia dei bus (ci avevano chiesto di arrivare alle 15). Bus partito puntuale e pieno, strada tutta curve e lenta e 3 ore e mezza di viaggio tra bei paesaggi.

VILLA DE LEYVA

L’albergo a Villa de Leyva era molto vicino a dove ci ha lasciati il bus e quindi ci siamo andati a piedi. Il bus ci è costato 25000 COP a testa. In serata siamo usciti a fare una passeggiata: tanti giovani in giro, turisti e atmosfera serena. Bellissima e enorme la piazza principale. Abbiamo cenato male in un ristorante in piazza e nel conto avevano anche aggiunto il 10% di mancia volontaria chiamata ”servicio” (come troveremo spesso nei ristoranti colombiani).

Il giorno dopo abbiamo fatto colazione in casa e poi siamo usciti verso le 8:30. Il sole era già alto e cosi luminoso da dare fastidio agli occhi anche con le nostre lenti fotocromatiche. Temperatura molto gradevole. Prima tappa la vicina stazione dei bus per capire che strada prendere per andare a San Gil: c’è chi dice di andare via Tunya e chi via Arcabuco. A Tunja c’è un terminal, poi i bus passano per Arcabuco dove non c’è il terminal e si aspetta in strada, e non è detto che tutti i bus facciano una sosta. Quindi bel giro a zonzo per questa bella città. La città è veramente un gioiellino, tutta risistemata, pulita, piena di fiori, tutti palazzi coloniali, molto turistica e strapiena di bei negozi e locali pubblici e alberghi, evidenziando sempre fantasia e buon gusto. Insomma, ci piace molto. Atmosfera rilassata e festaiola. Tantissimi turisti ma sparsi bene per la città. Abbiamo pranzato molto bene accanto all’albergo, poi al pomeriggio abbiamo deciso di fare il solito tour che si fa partendo da qui in taxi (80000 COP): casa di terracotta (da fuori), osservatorio solare Muisca (6000 COP anziani), convento Ecce Homo (5000 COP anziani), museo El Fosil (8000 COP). Tutto molto bello e interessante. Il giro è durato meno di 2 ore. Al ritorno altro giro in centro con tanta gente nella bellissima enorme piazza. Hanno fatto una commemorazione in piazza per le 21 vittime dell’attentato di ieri a Bogotà in una caserma della polizia. Cena frugale in un posto economico e ritorno a casa verso le 20. Si gira belli tranquilli in città e altrove senza avvertire alcun pericolo. La Colombia è molto diversa dal Venezuela. Questa città è anche collocata in un posto bellissimo tra alte colline con prati e boschi e sembra un bellissimo posto dove vivere. Moltissimi ristoranti sono italiani.

Il giorno dopo mi sono svegliato alle 6 e sono andato a vedere il mercato ma era praticamente solo di frutta e verdura e nessuno portava vestiti tradizionali.

SAN GIL

Alle 8:30 a Villa de Leyva abbiamo preso il minibus che ci ha portati in circa un’ora a Tunja (7500 COP a testa). Al terminal abbiamo prenotato un grande bus per San Gil che avrebbe dovuto partire circa un’ora dopo alle 9:40 e che invece è partito alle 11:20 (40000 COP a testa, compagnia Omega). Prima della partenza un poliziotto ha controllato i documenti. Anche un minibus che avrebbe dovuto partire 20 minuti dopo il nostro arrivo delle 9:30 è partito praticamente assieme a noi. Dopo circa 40 minuti si è rotta una cinghia del motore e l’hanno cambiata. Tra soste varie e traffico lento abbiamo impiegato 5 ore per arrivare a San Gil. La stazione dei bus è fuori dall’abitato e abbiamo preso un taxi per arrivare in albergo (tariffa fissa 4500 COP). Giro in città, cena e ritorno presto in albergo. A San Gil fa caldo di giorno ma fresco alla sera. Solita atmosfera rilassata della popolazione in piazza. A San Gil non c’è nulla da vedere che meriti una sosta ed è solo una tappa per andare in giornata a Barichara e per prendere il bus notturno per Santa Marta.

BARICHARA

Siamo usciti poco dopo le 8 per fare colazione e prendere il bus per Barichara al ‘’terminalito’’, il vecchio terminal dei bus a due isolati dal nostro albergo. Abbiamo preso al volo il bus delle 8:30 (5200 COP a testa, partenza ogni 30’). Bel percorso di montagna e bellissima giornata di sole. In poco meno di un’ora siamo arrivati a Barichara e abbiamo cominciato a cercare il tanto famoso Camino Real. Barichara ci è subito piaciuta molto e merita di essere visitata. Sembra che qui ci siano più alberghi e ristoranti che a San Gil pur essendo molto più piccola. Alla fine, chiedendo un po’ in giro perché la segnaletica è molto scarsa, abbiamo trovato l’inizio del Camino Real. Il Camino inizia con una bella discesa panoramica tutta all’ombra fino ad una strada che si attraversa per continuare dall’altra parte: questa parte del Camino, forse 1/5 o meno di tutto il percorso, è la più bella del Camino perché poi si cammina su una specie di mulattiera tra muretti di sassi, sempre al sole cocente e senza alcuna vista panoramica. Noi abbiamo iniziato il sentiero verso le 9:30 e siamo arrivati alla fine a Guane verso le 12. La mia opinione su questo Camino Real è fortemente negativa perché per la quasi totalità del percorso non c’è nulla da vedere ma solo da camminare su uno scomodo terreno lastricato sotto il sole. Arrivati a Guane ci siamo rifocillati con alcuni gelati e una bibita. Abbiamo visitato il museo di archeologia con la visita guidata obbligatoria ogni 15/20 minuti (museo chiuso dalle 13 alle 14, costo 3000 COP ). Tutto il paese di Guane si concentra nella piazza e non abbiamo trovato né mototaxi né altri mezzi privati per tornare a Barichara, ma per fortuna alle 13:15 abbiamo preso un bus pubblico (2600 COP a testa) per Barichara, ma non so nulla sulla sua frequenza. A Barichara abbiamo trovato una gran folla nella piazza principale perché alle 15 hanno fatto il funerale di un ragazzo del posto ucciso nell’attentato di Bogotà ad una scuola di polizia del 17 gennaio con 21 morti e tantissimi feriti. Abbiamo pranzato, fatto un altro giro e preso il bus per San Gil alle 15:30. Per tutto il giorno ha fatto molto caldo con temperature intorno ai 30 gradi. Verso le 22, mentre ero sulla terrazza dell’albergo, ho sentito distintamente due colpi di pistola giù in strada. Guardando la strada, dopo qualche minuto, ho visto due ragazzi litigare ma nessuno dei due era armato di pistola: uno dei due aveva però una bottiglia di birra rotta come arma. Comunque i due si sono separati subito senza conseguenze. Non ho capito chi avesse sparato e a cosa. Ci troviamo sul corpo delle punture di un qualche insetto succhiatore di sangue ma non riusciamo né a vederli né a sentirli quando ci pungono: troviamo solo i buchetti delle loro punture su braccia, mani e gambe.

Il giorno dopo al mattino siamo andati a fare colazione in piazza, poi all’ufficio cambi dove per l’euro cambiavano a 3160 contro i 3250 dell’aeroporto, e allora non ho cambiato. Poi siamo andati al bel parco cittadino (3000 COP a testa). Ritorno in albergo verso le 11:20 e abbiamo lasciato la camera mettendo i bagagli nella hall. Siamo andati al vicino Terminalito e abbiamo preso il bus per Curiti come ci aveva suggerito la persona dell’albergo. Per la verità la cittadina non è granchè ma casualmente anche qui ci siamo imbattuti nel funerale di uno dei ragazzi uccisi nell’attentato di Bogotà. Ottimo abbondante pranzo e poi con un mini taxi a tre ruote siamo andati a Pescaderito, un posto in riva ad un torrente che forma varie pozze dove i colombiani nuotano felici. Con una specie di taxi siamo tornati a Curiti e poi bus per San Gil. Comoda attesa dell’ora di ripartire verso le 18 per il terminal dove alle 19 c’era il bus notturno diretto per Santa Marta della Expreso Brasilia (80000 COP a testa) con posti semi-cama.

SANTA MARTA

Il bus è partito alle 19:20 e quindi probabilmente l’orario che danno di partenza è quello di salita sul bus perché la procedura di stivaggio del bagaglio è un po’ lunga dato che anche in questa tratta ci hanno dato la ricevuta. Tutti i bus notturni che ho visto hanno un solo piano. La ragazza della compagnia mi ha consigliato di prendere due posti centrali. Il bus ha il bagno e da alcuni televisori hanno trasmesso due film. Temperatura fredda ma pensavamo peggio e comunque eravamo ben attrezzati. Abbiamo dormito abbastanza. Non siamo mai scesi dal bus durante il viaggio.

Il bus è arrivato puntuale alle 7:30 al terminal di Santa Marta, alcuni chilometri dal centro. Abbiamo preso un taxi (12000 COP) e siamo arrivati in albergo. La camera era libera e ce l’hanno data subito. Abbiamo fatto colazione in albergo e dato che non era compresa l’abbiamo pagata 30000 COP. Sole a picco e molto caldo sui 30 gradi. Abbiamo fatto un giro sul lungo mare e nella parte antica. Bello il museo dell’oro che è gratis. Accanto al museo dell’oro vendevano in strada le più belle borsette colorate di tutto il viaggio. Siamo andati al mercato centrale per vedere dove partono i bus per il parco di Tayrona. Poi cattedrale eccetera. C’è un solo ufficio cambi in un centro commerciale vicino a piazza S. Francesco che accetta euro a 3200, ma a parte il cambio non mi piaceva il posto cosi esposto e non ho cambiato. Siamo tornati in albergo molto accaldati e non abbiamo pranzato. Al pomeriggio altro giretto fino al tramonto. Albergo e alle 19 siamo andati a cena. Mezz’ora dopo la cena è andata via la luce in questa zona della città. Siamo tornati in albergo e dopo circa 20 minuti la luce è tornata. C’è un vento fortissimo e forse è questo che ha provocato il danno. Ormai siamo rimasti in albergo e domani mattina ci alzeremo prestissimo. Cenando abbiamo ricevuto la visita di una decina di mendicanti, e anche di giorno ne sono venuti parecchi mentre eravamo seduti su una panchina.

Anche durante la notte è mancata la luce ogni tanto.

Il giorno dopo sveglia alle 6:15, colazione e alle 7:15 siamo usciti per andare al Mercato Generale e prendere il bus delle 7:30 per il parco Tayrona (7000 COP a testa). Dopo circa un’ora siamo arrivati all’entrata principale El Zaino. Lunga coda per comprare il biglietto (66000 COP a testa), poi minibus per arrivare al parco (3000 COP a testa). Caldo ma percorso ombreggiato. Molte salite e discese. Abbiamo impiegato quasi un’ora e mezza per arrivare a Arrecifes e 2 ore in tutto per La Piscina, dove siamo arrivati alle 11:30, poi Cabo San Juan del Guia, molto bello ma strapieno di turisti. Molte tende in affitto, amache nella costruzione sul promontorio e grande ristorante strapieno. C’è anche una laguna con alligatore. Sono tornato a La Piscina e dopo una breve sosta siamo andati a Arrecifes per pranzare al ristorante. Dopo pranzo abbiamo preso due cavalli per uscire dal parco (20000 COP a testa). Cavalli molto docili che conoscevano perfettamente la strada, lasciati liberi ma con il loro gestore a piedi dietro. Durata di circa 40 minuti su percorso anche molto accidentato e stretto e ripide salite e discese. Bellissimo percorso molto divertente che consiglio assolutamente di fare considerando anche il basso costo. All’arrivo abbiamo ripreso il bus interno per arrivare all’ingresso (3000 COP a testa). Rapida salita su uno dei bus di linea e ritorno a Santa Marta. Sono andato a cambiare 200 euro con l’amara sorpresa del calo dell’euro, passato dai 3200 di ieri ai 3100 di oggi. Ritorno in albergo e alle 20 siamo usciti per cena, scoprendo come sono vivaci e piene di locali e di vita le calli 21 e 3 subito dietro il nostro albergo. Abbiamo cenato benissimo su un tavolino all’aperto sella calle 21 con suonatori, giocolieri e ballerini acrobatici. Ottima temperatura serale grazie anche al vento costante.

Il giorno dopo sveglia alle 6:15, abbondante colazione e partenza in taxi (10000 COP) per il terminal dei bus fuori città. Prima delle 8 del mattino c’erano già 29 gradi. Al terminal siamo andati subito allo sportello della Brasilia perché volevo fare il viaggio con un bus grande e comodo. Allo sportello, erano le 8, mi hanno detto che il bus sarebbe partito dopo 5 minuti e quindi ci siamo affrettati a prenderlo (35000 COP a testa), ma in effetti il bus che avrebbe dovuto partire alle 7:30 è partito alle 8:30. Bus molto comodo con schermo personale e cuffietta, come in aereo.

CARTAGENA

Il viaggio da terminal Santa Marta a terminal Cartagena è durato 5 ore e mezza, come previsto, nel senso che in albergo ci avevano detto che il viaggio sarebbe durato dalle 4 alle 6 ore. Il terminal di Cartagena è molto fuori città e abbiamo impiegato in taxi (20000 COP) quasi un’ora per arrivare al nostro albergo in centro. In tutto abbiamo speso 50000 COP a testa e quindi poteva essere conveniente fare il tragitto con la compagnia suggerita dall’albergo per 53000 COP a testa da albergo Santa Marta a albergo/zona centrale Cartagena. Il bus però sarebbe stato piccolo. In albergo siamo arrivati verso le 15 e siamo andati subito ad un’agenzia di viaggi per studiare il giro delle isole da fare domani, e poi siamo andati al vicino porto per capire bene i prezzi. Dal porto siamo entrati nella bellissima città cintata che ricorda molto l’Havana. Sono andato in 2 banche che non cambiavano valuta finchè ho trovato un ufficio cambi che mi ha fatto lo stesso cambio di 3250 dell’aeroporto e ho cambiato 1000 euro. Ho poi scoperto che dietro al nostro albergo, nella zona di Getsemani, c’è un cambista dopo l’altro. Siamo tornati all’agenzia per prenotare la gita alle isole del Rosario + Playa Blanca di domani: tutti fanno lo stesso giro allo stesso prezzo (60000 + 17000 COP a testa se fatto con barchette da 30 posti veloci, di meno se fatto con barche più grandi ma più lente). Poi albergo e verso le 19:30 siamo usciti a cenare come al solito molto bene. Poi giro in piazza Trinidad già affollata di gente ma dopo un po’ ce ne siamo andati perché non succedeva niente e andando un po’ in giro siamo incappati in una bellissima festa di quartiere con musica e danze. Ci siamo rimasti a lungo e poi siamo tornati in albergo verso le 22:30.

Il giorno dopo alle 8:30 è passato l’incaricato e siamo andati al porto. Anche oggi era una bellissima giornata di sole. Al porto affollatissimo di turisti la procedura è un po’ macchinosa: in incaricato/incaricata (ce ne sono parecchi) prende nota dei vari nomi scrivendoli in un elenco e consegna il buono per il pasto, un altro incaricato chiede i soldi per la tassa portuale di 17000 COP a testa consegnando un biglietto. Con questo biglietto si accede agli imbarchi, ci si siede e si aspetta di essere chiamati. Ad un certo punto si viene chiamati e ci si dirige verso una delle tante barche da 25 posti che sono ormeggiate sul molo. Ci si siede, si mettono i giubbotti salvagente e finalmente si parte. Noi siamo partiti alle 9:30 circa. Le barche sono molto veloci e fanno molti sobbalzi ma non arrivano gli spruzzi. Dopo circa un’ora siamo arrivati all’isola con l’acquario. Sulla barca spiegano che ci sono due attività extra-gita obbligatorie: o si resta all’acquario al costo di 30000 COP o si resta sulla barca per fare snorkeling al costo di 35000 COP… oppure si può essere lasciati subito a Playa Blanca (ma nessuno l’ha fatto). Noi siamo rimasti all’acquario e ci è piaciuto molto: hanno anche fatto uno spettacolo con i delfini. Verso le 12 la barca è ritornata a prenderci e siamo andati a Playa Blanca. Contrariamente a quello che dice la Lonely Planet dal 2014 hanno costruito un ponte dove prima c’era un ferry e ora arrivano a Playa Blanca anche auto e bus con il risultato che la spiaggia è terribilmente affollata. Bel mare e bella sabbia, ma non c’è un metro libero. Inoltre fare il bagno è pericoloso a causa delle tante imbarcazioni e moto d’acqua e altri giochi acquatici che sfrecciano a pochi metri dalla riva, senza regole. Insomma: un incubo. Abbiamo pranzato sulla spiaggia nel posto che ci hanno indicato (pranzo compreso nel prezzo) ma durante l’ora libera di sosta non abbiamo potuto fare nessuna attività balneare per mancanza di spazio. Siamo poi rientrati in città.

Il giorno dopo abbiamo preso un taxi e siamo andati al Convento de la Popa che si trova sulla collinetta che domina Cartagena. Strada tortuosa piena di poliziotti perché in questi giorni c’è la gesta della Madonna della Candelaria con grande afflusso di gente. Bello il convento e bellissima la vista. Costo 12000 COP a testa. Il taxi ci ha aspettato e ci siamo fatti portare al castello di San Felipe (taxi 40000 COP). Il castello è una grandiosa fortezza con tre ordini di possenti mura. Costo 25000 COP a testa. Anche dalla sommità del castello si ha una bella vista sulla città. Oltre a passeggiare sulle mura abbiamo percorso alcuni camminamenti interni molto ben fatti e illuminati. In cima al castello c’è un bar. Vicino al castello c’è una piazzetta con una scultura rappresentante degli enormi scarponi molto fotografati. Dopo la visita del castello siamo andati in albergo a piedi e poi nella città vecchia, girando a caso tra le bellissime vie. Siamo capitati per caso nella Plaza de las Bovedas, vero paradiso dei turisti a caccia di souvenir perché sotto i sottoportici gialli ci sono 23 grandi negozi di cose inutili per turisti.

Il giorno dopo verso le 9:40 abbiamo preso un taxi (12000 COP) e siamo andati al vicino aeroporto in un quarto d’ora circa. Veloce controllo bagagli e attesa del volo delle 12:11. Nessun problema per imbarcare i nostri trolley come bagaglio a mano perché avevo già pagato il loro sovrapprezzo.

MEDELLIN

Il volo Vivaair (o Viva Air o Viva Colombia) è partito in orario. Durante il volo abbiamo trovato una forte perturbazione ma tutto bene e siamo arrivati a Medellin in orario. All’uscita abbiamo subito trovato l’incaricato dell’albergo con un cartello con il mio nome. In 40 minuti circa siamo arrivati all’albergo (70000 COP per il transfer). Abbiamo pranzato in albergo e siamo andati a piedi in centro, toccando con mano l’altra Colombia, quella vera che non vive di turismo. Tantissima povertà in giro, gente che dorme per terra, mercato poverissimo, strade usate come bagni pubblici, eccetera. Tutto ciò nella parte centrale della città, attorno alla piazza con le belle statue di Botero. Ho cercato inutilmente un ufficio turistico.

Il giorno dopo siamo andati con la metrotranvia alla fermata Caribe che è collegata con il Terminal del Norte. Siamo andati al gate 14 dove vendono i biglietti per Guatapè con corse ogni mezz’ora. Noi siamo partiti alle 9 con un bus piccolo. Il viaggio è durato circa 2 ore. Costo 15000 COP a testa. Bel paesaggio alpino. Purtroppo il tempo al nostro arrivo era brutto e per la prima volta abbiamo trovato pioggia. Abbiamo subito comprato il biglietto per il ritorno delle 14:30. La cittadina è bellissima con tantissime case colorate e, oltre alle case, tutto è colorato. Bello anche il lago. Abbiamo fatto una infinità di foto. Il paese mette allegria e capiamo bene come mai sia una famosa meta turistica. Guatapè merita sicuramente una visita. I bus sono sempre pieni ed è per questo che conviene comprare subito il biglietto per il ritorno. Arrivati a Medellin verso le 16:30 abbiamo ripreso la metrotranvia e siamo scesi alla fermata di Poblado perché volevamo visitare quel quartiere che dicono essere il migliore per i turisti. E’ vero: il quartiere è completamente diverso sia da quello che abbiamo visto di Medellin che da quello visto finora nel nostro tour. Ci sono una infinità di bellissimi locali di tutti i tipi con delle zone verdi che sembrano foreste. Anche io sono convinto che convenga alloggiare a Poblado. Intendiamoci, anche a Poblado abbiamo visto gente dormire sui marciapiedi sia al pomeriggio che alla sera, ma indubbiamente il degrado è infinitamente minore di quello che abbiamo visto in centro. Abbiamo girato un po’ il quartiere, abbiamo cenato in una piccola pizzeria e siamo tornati al nostro albergo sempre con la metrotranvia fermata Prado.

Il giorno dopo abbiamo preso la metrotranvia fino a Acevedo e da li, con lo stesso biglietto, abbiamo preso la funivia fino a Santo Domingo, dove abbiamo preso i biglietti per l’altra funivia fino a al parco di Arvi (6000 COP a testa sola andata). Come è ben noto il primo tragitto è spettacolare e passa sopra le povere casette di questa zona periferica della città, ma inaspettato è stato il percorso del secondo tragitto perché non arriva fino ad una cima ma attraversa un altopiano passando sopra ad una bellissima foresta: già il tragitto merita il prezzo del biglietto. Arrivati al parco abbiamo scoperto che il mariposario (farfalle) è aperto dal mercoledi alla domenica e che i vari sentieri partono ben all’interno del parco. Quello breve che volevamo fare, detto Delle Orchidee, è privato, apre alle 12 e si può fare solo con una guida. Comunque avevamo poco tempo e dopo aver fatto un giretto siamo tornati in giù per andare alla fermata Universidad dove c’è l’orto botanico con ingresso gratis. L’orto botanico è una bella oasi di pace e frescura e abbiamo fatto molte foto alle orchidee. Purtroppo anche qui non abbiamo visto il mariposario perché in ristrutturazione. Poi siamo andati in centro scendendo alla fermata Parque Berrio, con la piazza di Botero, il Museo de Antioquia e il Palazzo della Cultura. Il museo è bellissimo (18000 COP a testa) e ha moltissime opere (sculture e quadri) di Botero, oltre a molte altre opere d’arte. Il Palazzo della Cultura è visitabile gratuitamente e oltre ad essere molto bello ha una grande terrazza all’ultimo piano. Abbiamo pranzato bene nel ristorante al primo piano che dà sulla piazza con le opere di Botero e poi siamo andati a visitare la vicina Basilica della Candelaria. Ancora metrotranvia per andare alla fermata di San Javier e prendere la funivia, sempre con lo stesso biglietto, per La Aurora, dove siamo scesi per fare delle foto al bellissimo panorama e infine siamo tornati in albergo scendendo alla nostra fermata Prado. Cena in albergo.

Riepilogando, la zona più degradata e pericolosa della città è quella centrale, mentre la zona più turistica e elegante è il quartiere di Poblado. Medellin ha molte cose interessanti ma non ci starei più di qualche giorno.

VIAGGIO MEDELLIN – SALENTO

Quasi tutto il giorno in viaggio. Sveglia alle 6, partiti dall’albergo alle 6:40, preso taxi con guidatore spericolato e arrivati al Terminal Sur alle 7:05. Siamo subito andati allo sportello della Flota Occidental E abbiamo preso i biglietti per Armenia (47000 COP a testa) per il bus delle 7:30 (ce n’è uno ogni ora). C’era la possibilità di prendere il bus diretto ma più piccolo per Salento con partenza alle 8, ma considerando la lunghezza del viaggio (previste 7 ore, in effetti fatte 8 fino a Armenia) ho preferito viaggiare il più comodamente possibile e poi cambiare bus a Armenia per un’altra ora di viaggio. Siamo partiti puntuali alle 7:30 (bus comodissimo semi-cama e abbiamo visto 2 film, inoltre Internet e presa per caricare i cellulari o altro) e siamo arrivati in albergo a Salento alle 17.

Salento è molto bella e molto turistica, piena di negozi e di bar/ristoranti. Siamo a circa 2000 metri e alla sera fa freddino.

SALENTO

Siamo andati in piazza verso le 8:10 per prendere i biglietti per la partenza delle jeep per la valle di Cocora delle 8:30 (8000 COP a testa A/R, partenze ogni ora). Le jeep caricano anche alcuni passeggeri in piedi sul predellino posteriore attaccati alla struttura della jeep. Il tragitto dura circa 30 minuti su strada asfaltata. Arrivati al parcheggio dell’arrivo si vedono già tantissime palme altissime. Il paesaggio è stupendo. Sentiero facile completamente secco, nessun problema con i cavalli, clima fresco ottimo per camminare, sole che andava e veniva. Noi abbiamo fatto un percorso facile circolare di circa 3 km, riprendendo una jeep per il ritorno a Salento alle 11:30. Sosta in albergo, pranzo e poi passeggiata di un’ora e mezza (circa 3,5 KM) per arrivare alla prima finca del caffè che organizza una visita guidata: Las Acacias. La visita guidata dura circa un’ora, può essere in spagnolo o inglese e costa 12000 COP a testa con un caffè da bere compreso nel prezzo. La visita è stata molto interessante e il posto bellissimo. Abbiamo comprato due confezioni di caffè già macinato per 12000 e 7000 COP. Durante il ritorno si è fermato un taxi per chiederci se volevamo un passaggio e abbiamo speso 5000 COP per farci portare in piazza.

CALI

Verso le 8 siamo andati nella piazza principale di Salento e abbiamo atteso il bus per Armenia (4700 COP a testa) dove siamo arrivati poco dopo le 9. Al terminal abbiamo subito cercato un bus per Cali e siamo partiti alle 9:30 con un bus abbastanza grande della Premium (22000 COP a testa) con wi-fi e presa per caricare gli smartphone. Siamo arrivati al terminal di Cali verso le 13. Abbiamo mangiato qualche cosa al terminal e abbiamo preso un taxi per l’albergo. Poi siamo usciti per fare un primo giro in città che ci è sembrata subito molto più moderna, pulita e ordinata di Medellin. Siamo passati per l’avenida 6 piena di locali e abbiamo individuato il bar/sala da ballo (Zaperoco) dove poi siamo andati alla sera. Ritorno in albergo e uscita per cena e ‘’salsa’’ (solo da vedere) verso le 19:30. Bella passeggiata a piedi fino alla zona dei locali, cena e ingresso allo Zaperoco poco prima delle 21. C’eravamo solo noi e siamo rimasti soli fino alle 21:30, ma solo dopo le 22:30 il locale ha iniziato a riempirsi e qualcuno ballava. Quando siamo usciti alle 23:30 il locale era pieno e tante coppie ballavano la salsa. Pensavo che la salsa fosse più dinamica avendo in mente la rumba cubana. La consumazione minima obbligatoria è di 15000 COP (il costo del mio cuba libre). Bell’ambiente e ottima musica. Usciti dal locale abbiamo preso un taxi per rientrare in albergo (6000 COP). I taxi hanno il tassametro e costano molto poco. Abbiamo scoperto casualmente che il 28 gennaio c’è stato un terremoto in questa zona di magnitudine 5,4, senza provocare danni.

Il giorno dopo ce la siamo presa comoda con sveglia alle 8. Dopo colazione abbiamo iniziato il giro delle poche attrattive turistiche di Cali (ma la città è carina e ben tenuta come una qualsiasi città europea). Abbiamo visitato la cattedrale, la chiesa di San Francesco, il complesso della Merced con il suo bel museo archeologico (4000 COP a testa), il museo dell’oro, siamo saliti sulla collina della chiesa di San Antonio. Abbiamo pranzato benissimo in un ristorante all’inizio della salita per la collina di San Antonio e che ha sulla porta la scritta ‘’cucina d’autore’’. Verso le 20:30 abbiamo provato ad andare a cena in un bel locale vicinissimo all’albergo ma era tutto esaurito, e allora siamo tornati nella zona dei locali della sesta strada dove eravamo stati ieri sera, cambiando però bar ma sempre con pista da ballo. Verso le 22 siamo tornati in albergo in taxi.

POPAYAN

A Cali, dopo colazione, abbiamo preso un taxi per il terminal. Ci sono varie compagnie che trasportano passeggeri da Cali a Popayan, sia con minibus che con auto tipo grandi taxi. Noi abbiamo usato la Velotax con la quale si poteva viaggiare su minibus per 20000 COP o su auto per 17000, e abbiamo scelto il minibus. Siamo partiti alle 9:30 e siamo arrivati a Popayan circa 3 ore dopo. Altro taxi e siamo arrivati in albergo. Subito giro per la città (essendo domenica con i negozi e molti caffè chiusi) e ricerca di un ristorante. Dopo pranzo altri giri per la bella parte coloniale della città, tutta bianca. Ritorno in albergo e altra uscita alle 18 per visitare le chiese finalmente aperte per le messe. Ancora giri nella parte storica che man mano accendeva le luci, la temperatura è gradevole. La piazza principale è bellissima e era piena di gente durante il giorno. C’è molta polizia in giro.

Il giorno dopo siamo andati in taxi al terminal dei bus e siamo partiti alle 9:30 per la cittadina di Coconuto per andare alle terme Agua Hirviendo. La compagnia dei bus è la Transtimbio, 5000 COP a testa a tratta. Dopo circa un’ora e mezza l’autista del minibus si ha fatti scendere dove si prendono i mototaxi per arrivare alle terme (3000 COP a testa). In una quindicina di minuti di mototaxi in salita si arriva alle terme Agua Hirviendo (ingresso 10000 COP a testa). Le terme sono composte da un ristorante, spogliatoi, bagni, 2 piscine di acqua sulfurea, altre vasche più piccole con varie temperature. L’acqua sgorga a 90 gradi. Non affittano asciugamani. Era lunedì e c’erano pochissime persone, forse una decina. La giornata era nuvolosa e ha anche piovigginato, ma in acqua si stava benissimo. Siamo stati a mollo, con varie soste per rinfrescarsi sotto un getto di acqua fredda, fino alle 13 circa, chiacchierando con altri stranieri. Abbiamo pranzato al ristorante (solo menù del dia), abbiamo chiamato con il cellulare uno dei motociclisti che ci avevano portato sù e dal quale ci eravamo fatti dare il numero, due motociclisti sono venuti a prenderci e siamo tornati a Coconuco per riprendere il bus. Siamo ripartiti da Coconuco verso le 14:30 e arrivati a Popayan verso le 16. Questa gita alle terme Agua Hirviendo (una delle due terme di Coconuco) ci è piaciuta moltissimo.

POPAYAN – SILVIA – POPAYAN

Sveglia alle 6:30, colazione fuori e taxi per il terminal. Bus delle 8:30 per Silvia. Una sola società va a Silvia e il suo sportello è ben identificabile: sul biglietto c’è scritto Coomotoristas del Cauca-Sottacauca, 7500 COP a testa, circa 90 minuti di viaggio. A Silvia il bus si ferma nella piazza centrale accanto alla zona del mercato sia coperto che scoperto. Molte donne in costume e parecchi uomini. Bel mercato molto animato. Difficoltà nel fare le foto perché le persone non amano farsi fotografare, quindi tutte foto ‘’rubate’’ possibilmente a distanza. Dopo un paio d’ore di mercato abbiamo fatto un giro nella strada principale di Silvia e abbiamo visitato la bella casa/museo/albergo/ristorante ‘’Casa turistica de Silvia’’ (2000 COP a testa), molto fotogenica. Poi siamo saliti sulla chiesetta in cima a una bassa collina (chiesa di Belen) con bel panorama, quindi siamo tornati in piazza per pranzare. Buon pranzo nel ristorante sulla piazza con un balcone. Abbiamo preso il bus per il ritorno verso le 13:20 (8500 COP a testa). Arrivati a Popayan siamo andati a piedi alla Cappella di Belen su una collinetta e sconsiglio di andarci per molti motivi: la scalinata pedonale è chiusa e bisogna percorrere la strada carrozzabile, la cappella è insignificante sia dentro che fuori, non c’è panorama perché coperto dagli alberi. A Silvia, che si trova a 2600 metri di altitudine, faceva freddino quando non c’era il sole. Vale la pena fare di tutto per vedere questo mercato (come ho fatto io)? Io l’ho trovato interessante ma non imperdibile e altri mercati in giro per il mondo mi sono piaciuti di più perché erano presenti varie etnie ognuna con i propri costumi, mentre qui c’è una sola etnia con un solo abito tradizionale non particolarmente ricco.

VIAGGIO POPAYAN – SAN AGUSTIN

Sveglia alle 6:30, colazione e taxi fino al terminal. Abbiamo avuto l’amara sorpresa di scoprire che il bus delle 8:30 era pieno. Allo sportello mi hanno detto, mentendomi, che ce ne sarebbe stato un altro alle 9, ma quando ho comprato i biglietti (35000 a testa con la Cootrans Laboyana) ho scoperto che il bus sarebbe partito alle 10 e non era diretto ma con un cambio già compreso nel biglietto. In effetti il bus è arrivato al terminal alle 10:15 già quasi pieno (minibus, noi avevamo i posti in fondo) e poi è partito alle 10:50 dopo infinite discussioni perché probabilmente c’era stato qualche errore nella vendita dei posti. Prima della partenza hanno fatto l’appello. Due poliziotti e un cane anti droga giravano per il terminal controllando qua e là. La strada verso San Agustin è di montagna e tutta curve, ma il pezzo peggiore sono le circa 2 ore che si percorrono all’interno del parco di Puracè perché la strada è stretta, sterrata e piena di buche. Il bus fa una sosta alla fine di questo lungo tratto sterrato davanti ad uno dei loro soliti punti di ristoro con cibo e bagni. Ad un certo punto verso le 15 il bus si è fermato e hanno fatto scendere i passeggeri per San Agustin (cioè solo noi) e ci hanno fatti salire su una camionetta locale che in pochi minuti ci ha portati in città dove poi abbiamo preso un taxi per il vicino albergo (vicino ma in salita). Alla fine abbiamo impiegato circa 4 ore e mezza da Popayan a San Agustin.

SAN AGUSTIN

Alle 9 è passata una jeep a prenderci per il tour organizzato ieri: eravamo noi, una austriaca, un sud coreano, una americana e una spagnola che vive in Canada. Il tour di tutto il giorno (siamo tornati alle 17:30) è costato 50000 COP a testa (+ 20000 di mancia). Il tour è bellissimo sotto tutti i punti di vista: paesaggio bellissimo (il più bello visto finora), belle cascate e bellissimi siti archeologici. Siamo andati al Salto del Martino (cascata, 3000 COP a testa), Alto del la Piedras (archeologia, 50000 il ‘’passaporto’’ valido per 2 giorni per molti posti), Salto de Bordones (cascata). Pausa pranzo, poi Alto de los Idolos (archeologia), Obando (museo archeologico, 3000 COP a testa, poco interessante), Estrecho del Magdalena (piccole rapide del fiume Magdalena), fabbrica dello zucchero di canna. I reperti archeologici (tombe e statue tombali) sono belli e interessanti perché risalgono ad una civiltà di circa 5000 anni fa della quale non si sa nulla. Decisamente a San Agustin bisogna stare 2 giorni completi.

Il giorno dopo ci siamo svegliati mentre stava piovendo forte e pensavamo di non poter fare il giro a cavallo organizzato l’altroieri, ma verso le 9 ha smesso di piovere e lo ‘’stalliere’’ è andato a prendere i cavalli e solo alle 10:30 siamo riusciti a partire. Dato che era tardi e dovevamo poi visitare il parco archeologico ho chiesto di accorciare un po’ il giro e di farlo finire al parco anziché in albergo. I nostri cavalli erano docili, avevamo il casco e una assicurazione contro gli infortuni. Il prezzo concordato era di 70000 COP a testa. Delle 4 visite previste inizialmente ne abbiamo fatte solo due (La Pelota e El Purutal) perché la strada per El Tablon era chiusa e La Chaquira ci avrebbe portato via troppo tempo. Il giro a cavallo è durato circa 3 ore in mezzo alla solita bellissima natura lussureggiante. Siamo arrivati al Parque Arqueologico San Agustin alle 13:10, abbiamo iniziato la visita dal museo e abbiamo mangiato dei toast alla caffetteria, poi abbiamo fatto il giro circolare delle statue che inizia accanto alla caffetteria. Terminato quello abbiamo fatto l’altra parte del percorso che inizia alla sinistra dei tavoli della caffetteria. La visita si svolge in un grande bosco interrotto ogni tanto da radure con tombe e statue. Verso le 15 si è rimesso a piovere molto forte ma fortunatamente solo per una ventina di minuti. La visita del parco è lunga e entusiasmante e noi siamo usciti poco prima delle 17. All’uscita non c’erano taxi e abbiamo atteso il bus locale che è partito verso le 17:15 riportandoci in città (1200 COP a testa). Abbiamo visto che la zona con ristoranti e negozi per turisti è la strada che porta al parco archeologico e alla sera abbiamo cenato in uno di quei numerosi ristoranti.

VILLAVIEJA (DESERTO DI TATACOA)

A San Agustin sveglia alle 6:30, colazione e andati al bus con un taxi. Siamo partiti puntuali alle 8 e siamo arrivati a Neiva alle 12:40. Compagnia Taxis Verdes, 35000 COP a testa. A Neiva abbiamo dovuto aspettare quasi un’ora il bus per Villavieja delle 13:30 (10000 COP a testa, circa un’ora e un quarto). Il tragitto Neiva-Villavieja viene effettuato sia con minibus che con pick-up e a noi purtroppo è capitato un pick-up con tutto il vento addosso. Il nostro albergo è appena fuori la cittadina ed ha una bella piscina. La mia prenotazione era per una camera senza aria condizionata e ho chiesto di cambiarla con una camera con aria condizionata. Fa caldo ma non eccessivamente. Ho subito parlato con una guida per fare un giro questa sera al tramonto (partenza da qui alle 17:30) in un famoso punto panoramico, poi alle 19 serata al vicino osservatorio astronomico fino alle 21, quindi ritorno in albergo e cena. Domani mattina invece giro per il deserto dalle 7:30 alle 11:30 circa, il tutto per 75000 COP a testa. Il resto del pomeriggio l’abbiamo passato tra piscina e amaca. Molto bello al tramonto il belvedere vicino all’osservatorio e c’era giustamente molta gente. Ci sono anche dei piccoli bar. Davanti al belvedere c’è un osservatorio ma era chiuso per cui la serata astronomica l’abbiamo fatta all’altro osservatorio a circa un chilometro dal belvedere, andandoci in macchina. L’osservatorio ha aperto alle 19 (10000 COP a testa), ci sono 4 telescopi ‘’amatoriali’’ puntati su vari corpi celesti, centinaia di visitatori arrivati anche con parecchi bus, tante luci di auto e bus che disturbavano gli occhi, molto caos. Per circa 20 minuti ci hanno fatto una conferenza sui corpi celesti. La serata non mi è piaciuta molto. Verso le 8:40 è finito tutto e in macchina siamo tornati in albergo dove abbiamo cenato.

Durante il viaggio abbiamo trovato poche zone con insetti ‘’pungenti’’ ma qui ce ne sono moltissimi. Stiamo usando sia insoliti repellenti energici che le piastrine elettriche in camera. Fa caldissimo fin dalle 9 del mattino e serve l’aria condizionata in camera. Di notte la temperatura esterna è gradevole mentre la camera resta un po’ calda ma un buon ventilatore è sufficiente. Di giorno no.

Il giorno dopo siamo partiti con un’altra coppia per il giro del ‘’deserto’’, che non è un deserto ma un bosco (o foresta) semi arido. Qui piove specialmente in agosto e ottobre e in quei mesi non si può visitare la zona perché c’è troppo fango e molti passaggi diventano torrenti. Anche ieri mattina ha piovuto un po’, e inoltre c’è molta acqua in profondità che usano anche per alimentare delle piscine come quella del nostro albergo. In macchina siamo andati al punto panoramico dove siamo già stati ieri e abbiamo fatto una bella passeggiata tra le rocce rossastre. Poi siamo andati sempre in macchina nella zona grigia dove le rocce sono appunto grigie e dove hanno costruito una bella grande pulita piscina riempita con la solita falda sotterranea: parecchie persone, anche turisti, nuotavano felici in questa invitante piscina, anche perché ci siamo arrivati verso le 9:30 e faceva già caldissimo. Praticamente poco dopo le 10 il tour era finito e, volendo, sarebbe stato possibile lasciare l’albergo e ripartire. Tenete quindi presente che la visita al deserto dura circa 3 ore al mattino e poi si può ripartire. Tornando dal tour ci siamo fatti lasciare al piccolo museo paleontologico (7000 COP a testa). Abbiamo fatto un giretto fino al fiume Magdalena e poi siamo tornati in albergo verso le 12 con un caldo terribile.

BOGOTA’

Alle 8 circa è venuto a prenderci nel nostro albergo di Villavieja lo stesso tipo di pick-up che avevamo preso da Neiva, ma questa volta ci siamo sistemati all’interno anziché dietro all’aperto, 10000 COP a testa. I bagagli nostri e di altri 6 passeggeri sono stati messi sul tetto. Dopo varie soste siamo arrivati a Neiva verso le 9:20 e abbiamo subito preso i biglietti per Bogotà con la Coomotor: 50000 COP a testa, partenza alle 10:20, grande bus con bagno, aria condizionata, wi-fi (che non andava), monitor personale con film e altro, cuffia, coperta, bibita e wafer in omaggio, viaggio diretto senza soste. Prima della partenza un incaricato della Coomotor ci ha ripresi uno ad uno con una videocamera (in altre occasioni sui bus ci hanno fatto delle fotografie). Il viaggio è stato confortevole e siamo arrivati al terminal Salitre di Bogotà verso le 16, quindi dopo circa 5 ore e mezza di viaggio senza soste. Con una taxi e qualche difficoltà (18000 COP) siamo arrivati al nostro albergo che è proprio in mezzo alla zona di vita della Candelaria. Temperatura fresca.

Il giorno dopo siamo andati al Museo del Oro, bellissimo (4000 COP a testa, noi gratis perché oltre 60 anni). Ci siamo rimasti a lungo. Davanti al museo abbiamo visitato le tre chiese e in quella di San Francesco mi sono chiesto cosa direbbe il santo vedendo tutta quella profusione di dorature che addobbano la chiesa in suo nome. Abbiamo poi percorso la Carrera 7 pedonale fino alla Piazza Bolivar. Visita alla cattedrale e al Sacrario, visita mancata alla Chiesa Museo de Santa Clara perché era chiusa. Pranzo, tentativo fallito di visitare il Musso Botero e il Museo de Arte perché chiusi il martedì. Allora abbiamo preso un taxi e siamo andati nella lontana Zona Rosa. Per arrivarci si attraversano bei quartieri residenziali e la Zona Rosa è piena di bei ristoranti, negozi di lusso, 2 eleganti shopping center. Ci si sente immersi nel lusso. Siamo poi tornati in taxi nella nostra zona cenando vicino all’albergo. Bella giornata di sole. Ci sono molti poliziotti in giro, spesso con dei cani. All’entrata di uno shopping center la guardia all’ingresso ci ha chiesto di far annusare i nostri zainetti dal suo cane. In generale non abbiamo avuto sensazioni di pericolo e la città ci piace.

Il giorno dopo abbiamo preso un taxi e ci siamo fatti portare alla partenza della funicolare per il Cerro de Monserrate. La funivia non era funzionante. Il costo andata/ritorno è di 21000 COP a testa, ma chi supera i 62 anni di età paga 17000. La salita è molto ripida e si arriva a 3127 metri di altitudine. La giornata era bellissima e calda e anche in cima si stava in maglietta. La chiesina non dice molto ma il panorama sulla immensa città è veramente bellissimo. Oltre alla chiesa ci sono molte bancarelle per turisti e molti posti per mangiare. Siamo rimasti su poco più di un’ora e poi, dopo essere scesi, siamo tornati al museo dell’oro. Poi abbiamo ripercorso l’itinerario di ieri mattina sino alla Chiesa Museo di Santa Clara (4000 COP a testa). La chiesa è spettacolare e la LP ha ragione nel raccomandarne la visita. Abbiamo poi visitato la Casa de Moneda scoprendolo molto più vario e interessante di quanto pensassimo. Questo museo è unito ai musei Botero e De Arte. In mezzo a questa enorme struttura museale c’è un elegante ristorante dove abbiamo mangiato molto bene. Il museo Botero ha tantissime famose opere di Botero ed è complementare con l’omonimo museo di Medellin. Terminate queste impegnative visite siamo tornati a piedi in albergo trattenendoci un po’ come sempre nell’animata Piazoleta del Chorro de Quevedo. Per la cena siano andati in un ristorante della zona. Parlando di sicurezza, mi sono accorto solo oggi che non tutti gli agenti di guardia sono della polizia perché parecchi di loro hanno scritto sul giubbotto che lavorano per società private ed è forse per questo che di solito hanno un cane da usare come arma. Queste guardie private le ho viste attorno all’università (forse pagate da loro) e nella zona della Piazoleta del Chorro de Quevedo (forse pagati dai locali pubblici).

BOGOTA’, ULTIMO GIORNO DI VIAGGIO

Oggi ce la siamo presa comoda. Dopo colazione abbiamo finito di preparare il bagaglio, siamo usciti per un breve giro in zona per fotografare dei graffiti e verso le 10:30 abbiamo liberato la camera lasciando il bagaglio in un armadio chiuso dell’albergo. Purtroppo l’albergo è pieno e quindi non è stato possibile mantenere la camera fino alle 18 come avevo chiesto, ed inoltre l’albergo non ha un bagno comune per cui non è stato possibile passare del tempo in albergo in attesa dell’ora giusta per andare all’aeroporto. Usciti dall’albergo abbiamo fatto un bel po’di foto, siamo tornati a visitare la chiesa di San Francesco per dirigerci poi verso la piazza Bolivar. Abbiamo visitato il Centro Culturale Gabriel Garcia Marquez e ri-visitato il museo di Botero. Pranzo nello stesso ristorante di ieri all’interno del museo e infine ritorno in albergo. Abbiamo ripreso il bagaglio e fatto chiamare dall’albergo un taxi con la quale hanno una convenzione con la tariffa fissa di per 33000 COP per il tragitto fino all’aeroporto. Verso le 15: 30 siamo partiti e in circa mezz’ora siamo arrivati all’aeroporto. Ovviamente era troppo presto per il check-in e abbiamo atteso le 17:30 che aprissero gli sportelli. Avevo fatto il check-in online ma era provvisorio perché in ogni caso bisogna fare il check-in all’aeroporto. Nessun problema per il bagaglio a mano. Rapidissimi controlli sia per il passaporto che per il bagaglio e alle 18:05 eravamo già nella zona dei gate dove c’è un ufficio cambi e ho cambiato gli ultimi pochi pesos che mi erano rimasti. Verso le 21, con un po’ di ritardo, ci siamo imbarcati lasciando poco dopo la Colombia.

CONCLUSIONE

Siamo andati in Colombia spinti dai suggerimenti di tanti amici che c’erano già stati, alcuni molte volte e per lunghi periodi, e che l’adorano: avevano ragione perchè anche a noi è piaciuta moltissimo. La Colombia ha paesaggi bellissimi di tipo alpino ma con la vegetazione lussureggiante e colorata, le cittadine coloniali sono state restaurate molto bene e sono affascinanti, la gente è molto gentile, le grandi città sono moderne, i bus pubblici vanno dovunque, i prezzi sono bassi, si mangia benissimo, la zona archeologica di San Agustin è semplicemente incredibile, la sicurezza è di buon livello, eccetera eccetera.

Dobbiamo completamente dimenticare la pessima fama che aveva la Colombia qualche anno fa, tra l’altro ben meritata come si può leggere nel libro di Silvia di Natale ”Viaggio in Colombia” nel quale sono raccolte storie vere di quanto accadeva all’epoca della lotta armata delle FARC.

Un nuovo problema della Colombia può essere la crisi venezuelana con migliaia di profughi venezuelani che ogni giorno entrano in Colombia senza avere nulla con sè.



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