Col camper in Andalusia di e non solo

Un tour tra Barcellona, Valencia, Granada, Siviglia, Cordova, Toledo, Saragozza, Carro...
Scritto da: Mauro Puliani
Partenza il: 30/07/2011
Ritorno il: 25/08/2011
Viaggiatori: tre
Spesa: 2000 €
Viaggiatori itineranti e camperisti ormai ventennali dopo che per quindici anni abbiamo esplorato e conosciuto ed imparato ad apprezzare, gran parte del territorio italiano, con moglie e figlia ci siamo affidati negli ultimi 5 anni al nostro nuovo Camper Challenger Mageo 192 GA per visitare l’Europa. Il Nostro Camper è ancora nuovo, ma una buona manutenzione prima di partire è d’obbligo: controllo liquidi (motore e olio dei freni) e ancora verifica della pressione dei pneumatici. Tenere in carica le batterie. Verifica dello stato dell’impianto del gas e dei fornelli. Controllo dello stato di carica delle due bombole.

Quest’anno per la seconda volta, per noi, viaggio in Spagna.

Ecco l’itinerario: Civitavecchia – Barcellona (in traghetto) – Sitges (Costa Brava) – Valencia Granada – Tarifa (Costa della Luce il punto più a Sud della Spagna) – Siviglia – Cordova – Toledo – Saragozza – Pineda de Mar (al centro della Costa del Maresme, a metà strada tra Barcellona e Girona.) – Santes Marie de la Mer (Camargue -Sud della Francia) – Carro (Provenza-Costa Azzurra) – Borghetto Santo Spirito (Savona) – Ischia di Castro (Viterbo) – Roma

Questo è il resoconto del nostro viaggio durato tre settimane (Agosto 2011).

INFORMAZIONI PER LA SOSTA, LIBRI, GUIDE

Per preparare un viaggio fino nel sud della Spagna oltre al portolano http://www.eurocampings.it/it/europa/francia/, l’elenco dei campeggi http://www.eurocampings.it/it/europa/spagna/ e guide varie (ottima quella del Touring), qui trovate anche http://www.campereavventure.it/download/spa-alfa-2011-.pdf 32 pagine in pdf di aree camper e punti/pernottamento sosta in Spagna. Complessivamente in Spagna ci sono ancora troppo poche aree di servizio speciali per camper. Il rifornimento d´acqua e l´evacuazione delle acque grigie e nere si può però, tranquillamente fare nei campeggi nelle installazioni apposite. Il campeggio libero non solo e vietato in tutta la Spagna ma con la sosta libera ci si espone al rischio di furti. Rischio che in alcune zone della Spagna specie sul mare, in sosta libera rimane altissimo (come da noi del resto).

Per il viaggio consiglierei di leggere il “Llanto por Ignacio Sánchez Mejías” di García Lorca:

Introduce all’Andalusia meglio di qualsiasi altra cosa. Molto utile risulterà anche leggere, meglio portarlo con se come ho fatto io, di Idelfonso Falcones: “La mano di Fatima” perché ci cala nell’atmosfera tragica della cristianizzazione forzata dei moriscos nel sud della Spagna dopo la resa dei mori di Granada. Ci fa conoscere i Re cattolici Isabella e Ferdinando che ci accompagneranno per tutto il viaggio. Circa quattromila i Km percorsi con il gasolio che costa in Italia non meno di 1,499 al litro – in Spagna anche 1,21 (Repsol agosto 2011 significa più di 15 euro in meno a pieno) e in Francia con un prezzo un po’ più simile al nostro, un euro e quaranta centesimi in media; abbiamo speso 754 euro di carburante a cui vanno aggiunti i quasi 610 per il traghetto all’andata. Discorso a parte per i pedaggi autostradali. Pensavo che i nostri qui in Italia fossero i più cari d’Europa (da noi si paga in classe 2, la nostra per i Camper, circa un euro ogni dieci Km di autostrada in media e più o meno si capisce). Poi ho conosciuto i pedaggi delle http://www.autoroutes.fr/index.htm francesi e mi sono accorto che con un euro di km se ne fanno solo sette o otto sempre in media e sempre più o meno si capisce, e poi pagare è uno stillicidio, ad ogni passo una barriera, all’inizio si usano sempre le monetine, pagamento pedaggi sempre automatizzati, e poi in 50 Km nel sud della Francia ho trovato 7 pedaggi diversi. (1,90+1,20+2,50+11,80+3,60+4,50+13,90). In Spagna le cose non vanno meglio, le Autopistas sempre a pagamento sono care quanto le nostre http://www.aseta.es/ anche se devo dire che le loro Autovias gratuite mi sono sembrate tenute meglio delle nostre autostrade.

Sicurezza personale. La situazione della sicurezza a me “romano de Roma” (se ne vedono tante qui a Roma, non so’ se mi spiego) in generale è sembrata buona, ma come in tutte le località a forte presenza turistica, anche in Spagna e più ancora nel Sud della Francia, sono frequenti gli scippi e furti con destrezza o con violenza. Attenzione al sistema della gomma bucata o simili, il sistema del veicolo fermato, qui lo vediamo su YouTube http://www.youtube.com/watch?v=dqQrFT1UTrc.

Noi abbiamo sempre prestato molta attenzione ai nostri beni per tutta la durata del viaggio, (basta un po’ di buon senso), abbiamo evitato di dormire nelle aree di servizio delle autostrade ed evitato la sosta libera. In questo modo non abbiamo avuto problemi di sorta.

IL VIAGGIO. Il Camper

Si viaggia per cambiare aria, luce, per vedere cose nuove e diverse, per conoscere nuove culture, nuovi luoghi di relax e di pace oppure di divertimento e cultura e confrontare e riempirsi gli occhi di cose diverse e singolari; quelle viste per la prima volta, e quelle riviste con altri occhi con altre luci, si viaggia in Camper anche perché il viaggio itinerante è (ancora?) molto economico, ed è il modo migliore di comprendere e conoscere la storia, la geografia, gli usi i costumi, il folclore le abitudini le usanze dei luoghi visitati, e magari conoscere ed apprezzare un po’ di più noi stessi e le persone che ci accompagnano. Anche se purtroppo gli italiani che viaggiano in questo periodo e da qualche anno ormai, tornano con le mani nei capelli per gli sfottò, le allusioni sessuali, gli sguardi di compatimento che ricevono. Il nostro ex Presidente del Consiglio è una celebrità planetaria nel campo del gallismo da barzelletta, le sue camicie di seta nera e il suo cerone, le fanfaronate, le promesse rutilanti e ripetute e mai nemmeno lontanamente rispettate, ne fanno una star dell’avanspettacolo. E si viaggia per tornare naturalmente .

Da Civitavecchia a Barcellona per il viaggio di andata scegliamo la bella motonave Cruise Roma della Grimaldi lines (eccola su http://www.youtube.com/watch?v=g_3ZwCYQu-4) con ristorante, casinò, internet cafè, sauna, piscina, discoteca, self service, boutique e pure spettacolino di piano bar. Acquistiamo per il viaggio, per mia figlia Giulia, mia moglie e me una cabina e il camper parcheggiato per bene nella stiva (attenzione alla manovra di parcheggio) per 610 euro, il biglietto acquistato su internet e prepagato, comprendente prima colazione (un po’ spartana) ed un pasto eccellente per tre al self-service, quasi una mini crociera per il viaggio di andata. Partiamo l’ultimo sabato di luglio verso le 22 (45 minuti di ritardo dall’orario previsto) e arriviamo dopo la sosta la mattina dopo, a Porto Torres, alle 19 della domenica seguente, sempre in ritardo. Dopo 21 ore di viaggio circa, vediamo la collina del Montjuic che ci viene incontro mentre la motonave attracca in porto. Siamo a Barcellona, la vediamo dalla nave laggiù, sofisticata, vorticosa e piena di vita, elegante, romantica, metropoli piena di promesse non mantenute e di traffico, (http://www.arcipelagoverde.it/eco/spagna/barcellona.htm).

La sosta e il pernottamento in centro e sul lungomare di Barcellona è vietata a tutti i V.R. In questo viaggio non ci fermiamo a Barcellona ritenendo che l’area sosta camper Forum possa essere piena: si trova nelle vicinanze del quartiere “Forum” la zona che nel 2004 ha ospitato l’evento del Forum di Barcellona, e che ha subito un’ampia e bella opera di ristrutturazione architettonica, sulla Avenida Diagonal al N° 280 (nelle vicinanze della Rambla de Prim e della Ronda Verda) c’è un parcheggio camper “Area Sosta camper del Forum” (25 Euro/Notte con elettricità, carico, scarico, e docce ma per le docce datemi retta è meglio soprassedere), recintata video-sorvegliata, sporca con poco spazio a disposizione, ma sicura (fare attenzione: non è permessa nessuna forma di campeggio solo sosta). Collegamenti con il centro metro L4 fermata Maresme/Forum e con diversi bus.

Noi continuiamo il viaggio verso Sud, percorrendo la strada nazionale, i trenta km di Costa Brava che qui diventa Costa di Garraf che dividono Barcellona da Sitges piccola ed accogliente località di mare. C’è una minuscola, forse meno di dieci posti, ma deliziosa e tranquilla area per parcheggiare con il camper e pernottare a Sitges (area conosciuta da tutti in paese basta chiedere, anche se non ben segnalata) alla fine del paese, in alto, con una macchinetta automatica per pagare il parcheggio. Poiché forse casualmente era completamente deserta, strano ma vero, noi scegliamo di non fermarci al parcheggio benchè autorizzato, e raggiungiamo il Camping&Bungalows El Garrofer Ctra. C-246A Km. 39. Euro 23,80 la piazzola più 5,80 per ogni adulto 4 euro per la elettricità. Si vantano, nel campeggio, del microclima che si gode a Sitges bagnato dal mediterraneo il “Mare Nostrum” che mi sembra sia anche un po’ “Mare Eorum” visto come lo vivono, tutti citano 300 giorni di sole in media all’anno.

Da Sitges a Valencia 270 tranquillissimi Km di nazionale 340 e A7 (autovias gratuita)

Cerchiamo subito un Camping a Valencia per parcheggiare il camper e visitare la città, troviamo il “Camping Park El Saler” Carretera del Riu n°548. C’è un Autobus (un po’ troppo poco frequente direi) che porta a Valencia in 10-15 minuti costa un euro e venti il biglietto a persona. Ferma davanti al Camping “El Saler”. Biglietti sull’autobus. Il Camping non è economicissimo, tre persone, la piazzolina, l’elettricità, 45 euro a notte, ma si può andare in piscina (la sera è un rifresco amabilissimo) c’è anche il mare, di fronte al campeggio, di là della strada, con una bella spiaggia che scopriamo fare parte di un parco naturale molto amato e frequentato dai cittadini di Valencia. Valencia è stata una piacevolissima sorpresa. E’ città grandissima, la terza di Spagna, e bellissima. Specie nel centro storico che conserva molti monumenti costruiti nei suoi 2.000 anni di storia. Da non mancare la Cattedrale di Valencia in Plaza de la Reina, la Lonja a Plaza del Mercato. Bella la Plaza de Toros la cui costruzione dall’esterno assomiglia (per chi lo conosce) all’anfiteatro romano della città francese di Nîmes. Di siti dichiarati patrimonio dell’umanità ne visiteremo tanti da qui fino in Al-Andalus.

Appena arrivati in una nuova città da visitare, e da conoscere, una cosa utile da fare è recarsi nell’ufficio del turismo, noi facciamo sempre così. Si ricevono sempre molte informazioni utili e mappe e piccole guide, il Tourist-Info di Valencia lo abbiamo trovato nel Municipio di fronte alle Poste a Plaza del Ayuntamiento della città; fa caldo molto caldo.

Il profilo della città nuova è stato letteralmente trasformato dalla Ciutat de les Arts i les Ciències cioè da una serie di meravigliosi edifici pubblici di architetti come Norman Foster, David Chipperfield e specialmente il valenciano Santiago Calatrava. Dove una volta passava il letto del fiume Turia, l’architetto Santiago Calatrava ha costruito una città dedicata alle Arti, alla Scienza e alla Natura. Ciudad de las Artes y las Ciencias. La struttura, di circa 350.000 metri quadrati come recita la guida, è divisa in 5 grandi sezioni: Palazzo delle Arti, Umbracle, Hemisfèric (cinema in 3D), Museo della Scienza, Oceanografic. Le ultime tre strutture visitabili. Sono possibili varie combinazioni di ticket noi suggeriamo acquario+museo (visita nello stesso giorno). Anche se guardare tutto in un giorno è un pò difficile abbiamo passato una giornata indimenticabile nella immensa e bellissima struttura del museo Oceanografico di Valencia con l’acquario più grande d’Europa e il Museo delle Arti e delle Scienze. Il complesso architettonico è certamente splendido e vale sicuramente la pena visitarlo, una meraviglia architettonica, e nonostante tutte le nostre perplessità riguardo agli animali anche di grossa taglia in gabbia e in vasca, anche la visita all’acquario è risultata emozionante. 40.000 specie marine divise secondo le zone climatiche del mondo. Inoltre abbiamo dato da mangiare ai pinguini (attività opzionale “Enquentro con los Penguines” da prenotare alla cassa). Si passeggia sotto gallerie d’acqua con gli squali a pochi centimetri dalla testa.

Hemisfèric

Esistono diversi ristoranti nella Ciudad de las Artes y las Ciencias alcuni self service, un altro sub-marino considerato di cucina innovativa un po’ chic, fast food, hamburgeria, paninerie. Noi abbiamo mangiato a pranzo nel ristorante sottomarino molto curioso, circondato da acquari e dunque pesci che nuotavano lungo le pareti circolari del ristorante che ci guardavano incuriositi, molto più stupiti di come eravamo noi mentre mangiavamo, incuriositi di vedere loro nuotarci intorno. Abbiamo mangiato una stupenda paella valenciana davvero squisita, quella originale, quella con la carne di pollo e coniglio; le verdure: fagiolini verdi e fagiolini bianchi e il cosíddetto “garrofón valenciano” (fagioli bianchi di grandi dimensioni ) e per fortuna mia (le donne di casa non le hanno nemmeno toccate e dunque le ho mangiate tutte io) le lumache! che non vanno dimenticate nella originale ricetta valenciana. Come diceva Luigi Veronelli “Meglio un giorno da squacquerone che cento da galbanino!” Ho fotocopiato il conto del ristorante con il prezzo delle tre porzioni di Paella piatto unico dunque, 18 euro a testa, perchè voglio farlo vedere ad un paio di ristoratori romani che conosco io per far loro capire cosa esattamente significa il rapporto qualità prezzo.

537 Km da Valencia a Granada. Una tappa abbastanza lunga

Fa caldo, molto caldo. Il paesaggio è molto vario, l’emozionante Al-Andalus sembra salutarci, mentre ci scorre sotto, di fianco e incontro e si allontana dietro, al nostro Camper, difficile descrivere la quantità e la qualità degli agrumeti che affiancano per oltre 200 Km la Autovia e la Carretera Nacional che ci porta a Granada. Ancora tutti irrigati con il sistema tradizionale arabo il sistema di irrigazione della “saja” (in arabo “canale”) in pendenza. L’acqua raccolta si riversa nelle “conche” sotto ogni pianta in modo da raccogliere l’acqua per ogni albero. Giunti a Granada ci fermiamo subito, come al solito almeno per noi, quando si entra in una città, (prima cosa il Camper da sistemare), al camping Sierra Nevada, che incontriamo lungo la strada, rari e mal situati i segnali di indicazione, inutile contarci. Il Camping “Sierra Nevada” si trova al numero 23 di Avenida Juan Pablo II. Comodo anche perché posto in prossimità del Capolinea dello stazionamento degli autobus, con un frequentatissimo supermercato Al Campo proprio davanti. Il campeggio è di una 1ª categoria più che meritata, con ottimi servizi e personale gentile e socievole (33,40 euro al giorno soliti tre adulti Camper ed elettricità), con annessa piscina a pagamento (1,80 euro).

Eccola la Granada di Idelfonso Falcones tra la pianura e il monte, la Sierra Nevada e la costa, Granada scintilla sul cielo di nevi eterne (li vedo anche oggi i nevai in alto sulla Sierra 2 agosto 2011) e fiori tropicali. ”Dagli un’elemosina donna che non esiste al mondo cosa peggiore della sofferenza d’essere cieco a Granada” (dice Francisco A. de Icaza). L’Alhambra a Granada. Da fortezza a meraviglioso palazzo, una fiaba di pietra. I Giardini del Generalife a Granada, patrimonio dell’Umanità dove brillano mille e mille zampilli d’acqua. Il Palazzo Dar – Al – Horra, quello di Carlo V e l’Albayzin a Granada e poi il Parco delle Scienze di Granada. La Cattedrale dei Re Cristiani di Granada, c’è tanto da visitare, siamo qui per questo.

L’Alhambra con il palazzo di Carlo V; fuori come si vede è quadrato ma il cortile interno e gli ambienti, stranezza architettonica, sono circolari. Io vengo da Roma. Romano figlio di romani sposato ad una romana e padre di una romana. E Roma per noi non è solo una città, ma anche un simbolo ed un sogno, una rappresentazione un ideale, vero “caput mundi”. Per un romano Roma ha tutto, è stata tutto ed è tutto: la culla della civiltà e di una lingua universale, la patria del diritto, il centro del potere, il centro della cristianità, il centro del mondo. Influenzò la società, la cultura, la lingua, la letteratura, l’arte, l’architettura, la filosofia, la religione, il diritto, i costumi del mondo intero. Però visitando Granada anche un romano si accorge che la bellezza, anche se non equamente distribuita, sembra proprio che non si sia fermata solo a Roma. Utilizziamo il pomeriggio per cercare di prenotare la visita all’Alhambra.

Ufficio di informazione turistica (Oficina de Información) si trova presso l’Ayuntamiento de Granada (il comune) in Plaza del Carmen (aperto dalle 10 alle 19 la domenica chiude alle 14). Ci si arriva con il bus 3 o con il 33, direttamente dalla fermata vicino al “Camping Sierra Nevada”.

Fa caldo, molto caldo. Ci aiuta un simpatico, cortese ed efficiente connazionale (palermitano) che lavora nell’Oficina de Información a Granada e che nel suo italiano forbito mi trae dall’impaccio del mio insufficiente castigliano. Noi compriamo a 25 € la Granada Card un “Bono Turistico” che vale tre giorni e che consente la visita biglietti inclusi per i monumenti: (che visiteremo tutti). Alhambra, la Cattedrale, la Cappella Reale, Monastero della Cartuja, monastero di San Jerónimo e lo “Science Park Museum” e valido anche per 5 viaggi nella rete di autobus urbani. Francamente la consiglio vivamente a camperisti e visitatori, tra l’altro permette di evitare le file chilometriche alle biglietterie specie all’Alhambra. (con il metodo della prenotazione per la sola Alhambra avremmo dovuto aspettare 5 giorni) Il complesso monumentale dell’Alhambra e Generalife è uno dei monumenti più visitati di Spagna e di Europa, e a causa della grande affluenza di gente, hanno deciso di limitare il numero di persone che possono entrarvi ogni giorno; per questo motivo è possibile acquistare, presso la biglietteria, senza previa prenotazione, solo un 30% del numero totale di biglietti. Granada Card dunque, con ingresso indipendente e riservato. Noi la abbiamo utilizzata anche per andare al quartiere dell’Albacín Alto (vecchio quartiere arabo, caratterizzato da un groviglio di stradine e da case bianche i cui balconi sono colmi di fiori variopinti) prendete l’autobus n° 32, che vi lascerà in Plaza San Salvador. Se al tramonto vi trovate al Mirador San Nicolás, potrete avere una romantica vista sull’Alhambra. Scendete a piedi verso la zona bassa dell’Albacín www.flamenco-world.com e percorrete Calle de la Calderería Nueva, su cui si aprono numerosi negozi e teterías. Noi dopo la visita abbiamo mangiato un buon menù fisso (menù del dia) a soli 9 euro tutto incluso, il simpatico ristorantino si trova nella Cuesta de Gemenez la strada in discesa che dopo la Porta de Baja Miga dalla Alhambra porta alla Piazza Nueva. E poi, rigorosamente a piedi, in giro per Granada, fa caldo, molto caldo, tra la Plaza de Toros e le grandi arterie della Gran Vía de Colón e la strada de los Reyes Católicos, dove si trovano le vivaci strade intorno alla cattedrale, o per il vecchio quartiere del Sacromonte in cui il Flamenco non si sente ma si respira. Ho portato le mie donne nel palazzo che si trova di fronte alla attuale sede della facoltà di legge della Università di Granada, dove fu recluso Garcia Lorca per tre giorni dopo l’arresto e da dove fu reclamato senza esito, dagli amici. Venne arrestato il 17 agosto del 1936 dai nazionalisti di Franco, dopo aver firmato un manifesto contro Hitler e essersi dichiarato apertamente a favore dei diseredati e della giustizia sociale nel bel mezzo della guerra civile spagnola. Fu fucilato senza processo insieme ad altri quattro uomini: un maestro elementare, suo figlio e due toreri. “Come son pesanti i giorni, A nessun fuoco posso riscaldarmi, non mi ride ormai nessun sole, tutto è vuoto, tutto è freddo e senza pietà, ed anche le care limpide stelle mi guardano senza conforto, da quando ho appreso nel mio cuore, che anche l’amore può morire.” Garcia Lorca”

GRANADA-GIBILTERRA-TARIFA

Ci attende una tappa un pochino più lunga oggi, nell’ordine dei 250 km, così ci incamminiamo di buon ora, dopo la colazione nel Camping “Sierra nevada” che ci ha ospitato. Ci prepariamo noi ed il camper e puntiamo decisamente verso l’estremo sud, attraversando con la Autovia del Mediterraneo (A-7), conosciuta anche come Nacional N-340 i paesaggi desolati dell’Andalusia meridionale, arsi dal sole, con ogni tanto qualche invaso artificiale, fino a giungere sulla Costa del Sol. Sul mediterraneo e qui abbiamo trovato il peggior esempio di deturpazione edilizia ed urbana della costa esistente in Europa. Impressionante. Non esagero. Peggio delle nostre coste che è tutto dire. Chilometri e chilometri di seconde case, specie di palazzate, non so come definirli, alberghi, ristoranti, locali proprio a due passi dal mare, grattaceli sul mare palazzoni enormi fin dentro al mare, sulla costa fino a Marbella, città simbolo della Costa del Sol, tanto che si parla di “processo di Marbellizzazione” quando si parla di deturpazione urbanistica selvaggia. Non si riesce a capire in che modo la cementificazione selvaggia a ridosso delle coste abbia portato benefici economici, eppure la Spagna ci ha costruito sopra il suo boom economico ma, ora che le coste sono sature di costruzioni, la sparizione degli ambienti naturali mette a rischio la sopravvivenza economica del modello di sviluppo esistente in molte zone costiere. Infatti la Costa del Sol è uno degli esempi più evidenti della defezione progressiva ed inevitabile dei turisti. D’inverno si popolava di pensionati del Nord Europa che venivano qui per svernare. D’estate questa gente che vediamo schiacciata dai palazzoni, stretta dalle speculazioni edilizie, che riempie la Costa del Sol che va in giro in ciabatte e bermuda dovunque che attraversa l’autopista con gli ombrelloni sulla spalla verso il mare, va nei supermercati , centri commerciali, sagre paesane sta diminuendo, ovviamente. Dietro tutta questa speculazione edilizia veramente impressionante non si può non intravvedere una spaventosa corruzione. Noi puntiamo dritti su Gibilterra, la costa dopo Marbella migliora un pò, ma nel possedimento inglese la situazione in parte si ripresenta: Gibilterra e la sua costa sembra un cantiere aperto, iper-caotica. La nostra destinazione è Tarifa, la punta estrema della Spagna, proprio di fronte alla costa marocchina, Per strada ci fermiamo a mangiare qualcosa in uno spiazzo panoramico, circa 7 km prima di Tarifa, con una bella vista sullo stretto e sulle dirimpettaie città di Ceuta e Tangeri. Bello è il panorama che da lassù spazia fino al Marocco che è proprio di fronte a noi (a meno di 15 Km).

Tarifa, sulla Costa della Luce, dopo le colonne d’Ercole, il punto più meridionale della Spagna e dell’Europa continentale, è molto piccola, ma molto graziosa: le atmosfere caotiche della vicina costa del Sol sembrano lontane anni luce da questo borgo decisamente arabo nei tratti e nei costumi.

Noi ci fermiamo al “Camping Tarifa” si trova al km 78.9 della N340, a cinque km dalla città, circondato da pinete e con accesso diretto alla spiaggia. 5 euro e mezzo per il Camper 18 euro tre adulti 3,30 l’elettricità. Il vento dall’atlantico è molto forte ma ci spiegano che Tarifa e la Costa della Luce sono famose per i venti, (che davvero qui non mancano!) e che con uno sforzo che sembra modesto, chiamano semplicemente Poniente o Levante a seconda che venga dal mare o da terra e perciò pare sia il paradiso per il windsurf e il kitesurf (quello con il paracadute), se ne contano a decine e decine nell’acqua abbastanza fredda (specie tedeschi e inglesi mi sembra).

Fa caldo, molto caldo, la spiaggia e bella il Camping divertente, la piazzola non molto ampia anzi, il mare però è limpido e accogliente, il bagno rilassante ed inevitabile. Il tramonto sull’oceano è bello e dolce ed emozionante quasi come quello romano.

Da TARIFA a SIVIGLIA

Prendiamo la N 340, poi, la A4 e la A48 verso Cadice e la E5 verso Siviglia. 210 km. (Il navigatore satellitare di mia figlia segnala Roma a 2507 km… per un camperista nemmeno tanti no?).

Giunti a Siviglia, come sempre del resto, ci mettiamo subito alla ricerca del campeggio, non è che ce ne siano poi molti. Uno comodo per visitare Siviglia è il “Campeggio Villsom” Carretera N° 4, km 554,8 Sevilla/Dos Hermanas. Da Siviglia Carretera n°4 direzione Cadiz, uscita 555 la località si chiama Dos Hermanas o Isla Menor, il camping è subito a destra, (aldilà della strada rispetto alla nazionale) di fronte al supermercato Carrefour a Dos Hermanas. Inutile contare sui cartelli indicatori sono pochi (quasi niente) poco visibili e mal posizionati. A settecento metri dal “Camping Villsom” a Dos Hermanas (fermata Venta La Cuesta) con l’Autobus M 131 si arriva a Siviglia in poco più di dieci minuti, passa davanti al monumentale stadio di calcio del Betis, si scende al capolinea in Avenida Portugal 1 euro e 30 a persona. Non lontano dal Quadalquivir il fiume che attraversa Siviglia, dal capolinea del 131 a piedi per il centro, anche lungo il fiume, o a 200mt dal capolinea del 131 si può prendere il tram che porta proprio di fronte alla cattedrale (1.10euro).

Giornata dedicata alla visita di Siviglia. Fa caldo molto caldo. L’ufficio del turismo del comune si trova in Avenida de la Constitución, 21b. La mappa della città che ci mette a disposizione è molto accurata, i tre monumenti più importanti di Siviglia: la Cattedrale, l’Alcázar e l’Archivo General de Indias, sono stati dichiarati dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. E fa caldo, molto caldo. Tutti i monumenti più importanti di Siviglia si trovano intorno a Plaza del Triunfo, dove si ergono i Palazzi Reali (Alcazares Reales), uno degli edifici più ricchi di storia di tutta la Spagna, frutto della trasformazione della fortezza costruita dagli Arabi. Nella Cattedrale nostro sentito omaggio al Sepolcro di Cristoforo Colombo. Anche se il corpo del navigatore non si trova lì nel sepolcro. Saliamo, a piedi, sulla Giralda. A fianco dell’abside della grande cattedrale, il monumento più caratteristico di Siviglia. La torre è alta ben 96 metri a piedi salire non è il massimo bisogna farlo con molta calma, perchè come dicevo fa caldo, molto caldo. La vista di tutta Siviglia dalla torre, una volta in cima, con il meraviglioso panorama cancella la fatica.

Nell’area monumentale, al centro della Plaza del Triunfo, sorge anche la Casa Lonja dove ha sede l’Archivo General de Indias. Fa caldo molto caldo anche durante il pellegrinaggio alla Plaza de Toros de la Real Maestranza de Caballería de Sevilla, meglio nota come La Maestranza. È la più antica di tutta la Spagna ed è il luogo dove si svolge annualmente la Feria de Abril, uno dei festival di corride più famoso al mondo. Roma è una città calda, ma Siviglia di più… sopportare il caldo estivo è una fatica. Si suda, manca il respiro, spesso ci si sente anche deboli e privi di forze, ci si innervosisce. Ci vestiamo con abiti chiari e di cotone, il più possibile freschi, non troppo stretti e sempre puliti. Mangiamo tanta frutta, evitiamo cibi pesanti o caldi. Ci teniamo costantemente idratati, bevendo molto. E poi la sera il rifresco delle piscine dei Camping quando possibile. Ma fa caldo molto caldo.

Questa è la calle Sierpes di Siviglia è la via più commerciale e famosa della città, almeno dal punto di vista turistico. I teli di stoffa chiara che si vedono vengono tirati in alto per fare ombra ai passanti, mi pare che il termometro della farmacia, per altro chiusa, segni 44° all’ombra o mi sbaglio? Si vedono frequenti spruzzi d’acqua fresca nebulizzata e vaporizzata che scendono dai teloni per rinfrescare i clienti seduti (eroi) ai tavolini dei bar. La sera al Carrefour si fa la spesa immersi nell’aria condizionata del supermercato. Per due notti al “Camping Villson” seconda categoria a 13 km da Siviglia ma direi confortevole, pulito, con una grande piscina contornata da un prato verde con sdraio e ombrelloni, bagni attrezzati di lavanderia e docce molto grandi con acqua a volontà e comodissimo camper-service doppio, (proprio doppiocon lo spazio per due Camper affiancati) abbiamo speso tre persone camper ed elettricità poco più di 50 euro.

siviglia-cordova

Da Siviglia partenza per Cordova per l’autopista gratuita E5/A4 ben segnalata circa 130 km. Passando per le piccole cittadine di Carmona ed Ecija.

Eccola Cordova situata nella comunità autonoma dell’Andalusia, sulla riva del Guadalquivir e ai piedi della Sierra Morena. Impongo alle mie donne la lettura della descrizione della grande moschea di Cordova (ora cattedrale cristiana di Santa Maria ovviamente) tratta dalla “Mano di Fatima” La città è una fusione indubbiamente unica di culture romane, giudee e musulmane di rarità eccezionale, che le dona un’architettura e un’eredità culturale difficili da superare, tanto che nel 1994 l’Unesco ha dichiarato tutto il centro storico di Cordova Patrimonio dell’Umanità. Il Camper si lascia al “Camping Brillante” Avenida del Brillante, 50 – un 1° categoria – a meno di 1km dalla stazione ferroviaria di Cordoba. La fermata dei mezzi pubblici (n°10 e n°11) è vicina e comoda. Nel campeggio è presente: la lavanderia, il ristorante, il minimarket e la piscina. (Datemi retta la piscina è importante questa poi è stupenda, proprio da nababetti con pratino curatissimo, lettini, docce, compresa nel prezzo).

“La Mano di Fatima” che ho sotto il braccio, ci porta subito alla Mezquita. La Grande Moschea di Cordova, oggi Cattedrale di Santa Maria di Cordova. La Mezquita di Cordova è l’espressione unica dell’architettura islamica in occidente. Al suo interno una spettacolare infinità di colonne, circa 850, mettono i brividi.

Il mihrab dove veniva esposto il Corano, è una nicchia inserita nel muro orientato verso la qibla (la direzione della Mecca); generalmente è di piccole dimensioni ma questa è sormontata da una semicupola formando la sancta sanctorum della moschea. E’ da qui che l’Imam (colui che guida) conduceva la preghiera congregazionale (salat). “la Mano di Fatima” mi spiega e mi conduce a vedere qui a Cordova l’effetto del mihrab che è quello di un bersaglio verso cui lo sguardo si dirige come un dardo, che sembra colpire e polverizzare le tessere in un tripudio d’oro, d’azzurro e di smeraldo. E la volta, tecnicamente perfetta, spinge l’occhio dell’osservatore verso lo splendido slancio dato dall’incrocio delle ogive, che come vascelli di luce sembrano cantare Dio nelle contrade del settentrione.

Il Mihrab della Mezquita di Cordova

Rigorosamente a piedi per Cordova ci imbattiamo nella statua di Mosè Maimonide, (Cordova, 1138 – Il Cairo, 13 dicembre 1204), è stato un filosofo, rabbino e medico spagnolo. Mia figlia mi spiega che ha scritto pure un trattato sull’asma e uno sulle cause dei sintomi. Pare che per “buena suerte” di tutti gli studenti di medicina lei compresa bisogna accarezzargli la punta del piede destro che infatti è rimasto d’oro brillante rispetto al bronzo scuro della statua. Oggi Cordova proclamata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, mantiene per me il fascino antico nonostante sia tuttavia una città moderna, con centri congressuali, palazzi moderni, strade larghe e nuove. Ma basta entrare nel centro storico, aldilà delle antiche mura, visitare la Mezquita o girare per le strade acciottolate della Juderia, per ritrovare tutta l’atmosfera della Cordoba musulmana e lo spirito più vero dell’Andalusia di un tempo, passando per la Plaza de Toros ” Coso Los Califas” in Avenida Gran Vía Parque, e poi la Cattedrale L’Alcazar de los Reyes Cristianos di Cordoba, (ingressi a pagamento). Suggestivo il ponte romano sul Guadalquivir, caratteristica la antica sinagoga di Cordova.

Qui a Cordova ci concediamo finalmente le Tapas. Le troviamo alla “Taberna 101 Tapas”. Velazquez Bosco 12, € 2 l’una. Si dice che se ne debbano prendere almeno 5 io faccio ovviamente così. Le tapas sono nate in Andalusia nell’ottocento per accompagnare lo sherry. Il nome nasce dall’abitudine di coprire il bicchiere con una tapa (tappo o piattino) per tenere lontane le mosche. Dal piattino si è poi passati a piatti di formaggio, olive e salumi. Oggi le tapas variano dai piatti semplici di allora a piatti più elaborati.

Ecco le tapas più diffuse:

Queso manchego: formaggio di pecora prodotto in La Mancha.

Ensalada de pimientos rojos: insalata fredda di peperoni rossi arrostiti e conditi con olio e aceto.

Jamon serrano: prosciutto crudo di montagna.

Tortilla española: omelette (dico frittatina) di patate e cipolle.

Almendras fritas: mandorle fritte e salate.

Pollo al ajillo: pollo in pezzi soffritto nell’olio condito con salsa all’aglio.

Gambas alla plancia: gamberi alla griglia.

Albondigas: polpette di carne in umido.

Patatas bravas: patate piccanti fritte e condite con una salsa di pomodoro insaporita da cipolla, aglio, vino bianco, prezzemolo, pepe.

Salpicón de mariscos: insalata fredda di frutti di mare, aragosta, granchi, pomodoro a pezzi.

Banderillas: spiedini con pesce, verdure, uova sode, gamberetti, cetrioli e olive.

Mangiamo alla “Taberna 101 Tapas” con la televisione dall’alto che ci invia ininterrottamente video di corride, e musica flamenca, con poster di Manolete, Ignacio Sánchez Mejías, Luis Miguel Dominguín, Gitanillo de Triana, Juan Belmonte, alle pareti e Tauromachia dappertutto. Chiedo al cameriere dove è seppellito Manolete lui si stupisce che un romano sappia chi è Manolete. Gli racconto allora della giostra dei tori, per esempio, popolarissima nello Stato Pontificio che si svolgeva anche nel celebre sferisterio di Macerata, senza dimenticare poi la Caccia ai Tori in Campo San Polo a Venezia, e gli mostro, il ritaglio di giornale, che mi serve da segnalibro, della “Repubblica” di domenica 26 agosto 2007 in cui il mitico Gianni Clerici ricordava, in un suo pezzo bellissimo, il 28 agosto di più di sessant’anni fa, nella Plaza de toros di Linares, ricordava colui che molti considerano il massimo torero di tutti i tempi che finiva i suoi giorni incornato dal toro Islero, una bestia di cinque anni, e un poco, anche dalla sua bellissima Lupe Sino la donna della sua vita: e la “suerte de matar”, ovvero la corrida. Il cameriere si siede al nostro tavolo! tra lo stupore di mia moglie e mia figlia e mi racconta della tomba di Manolete nel cimitero di Nuestra Señora de la Salud qui a Cordova, dove mi dice non manca mai un fiore fresco. Ho fotocopiato anche qui lo scontrino del conto e poi dicono che la Spagna è cara, mai stati a Roma o in Francia?

Cordoba Plaza de Toros “Coso de Los Califas”

344 Km di E5 da Cordova a Toledo passando per Andujar, Valdepenas, Manzanares lasciamo abbastanza presto Cordova percorrendo l’Avenida del Brillante usciti dal “Camping El Brillante” (75 euro due notti, per tre persone camper ed elettricità, e l’uso della bella piscina) ci porta rapidamente verso l’Autovia (attenzione agli autovelox che qui mi sono sembrati piuttosto numerosi). L’Andalusia ci saluta, guido con prudenza, faccio rifornimento, ancora guido, ed ecco Toledo. Il Tago, quieto, lento e allo stesso tempo maestoso bagna Toledo, antica roccaforte medievale arrampicata su una collina situata proprio al centro della Spagna, capitale dell’omonima provincia di Toledo appartenente alla Comunità Autonoma di Castilla-La Mancha e si trova giusto a una settantina di chilometri dalla capitale spagnola Madrid. Toledo è una cittadina di poco più di settantamila abitanti, saldamente ancorata alle tradizioni e alle leggende che trasudano dalle mura della parte vecchia della città. Toledo è stata proclamata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Da Toledo a Saragozza ho fatto 416 Km non facilissimi che mi hanno portato prima con la N1 praticamente a Madrid poi seguendo le indicazioni E90 /A2 prima a Guadalajara e poi Catalayud poi con la E804 a Saragozza. Subito al Camping Municipale di Saragozza si chiama Campeggio Camping Municipal Ciudad De Zaragoza si trova in una strada che si chiama San Juan Bautista de la Salle s/n civico (datemi retta è del tutto inutile cercare i cartelli che sono pochi e spesso contraddittori, quando ne vedete uno vuol dire che avete già trovato il campeggio). 6,50 euro il camper e 5,50 gli adulti a testa, 4,50 l’elettricità, nel campeggio municipale c’è anche la piscina, è molto assolato. Fra dieci anni quando saranno cresciuti gli alberelli piantati da poco sarà bellissimo, ma ora è una landa desolata e desertica anche se le temperature sono più sopportabili di quelle dell’Andalusia. Comodo e anche frequente il bus per il centro città che si prende subito davanti alle prime case aldilà del prato che sta davanti al campeggio.

Il centro storico di Saragozza offre un patrimonio architettonico di particolare importanza, con una ricchezza di elementi degna delle più grandi capitali europee. Capitale lo fu anche Saragozza, del regno musulmano in Spagna con il Califfato di Cordova, e del regno d’Aragona con Ferdinando II e Isabella di Castiglia; non c’è da stupirsi dunque della presenza di così tante testimonianze storiche.

La città è adagiata sulle rive dell’Ebro il fiume più lungo della Spagna, e la sua vita, ma anche la nostra visita, è influenzata dalla silenziosa ma imponente presenza del fiume.

La vita cittadina si svolge intorno e sul fiume e ai ponti che legano le varie parti della città, conserva la struttura rettangolare dell’antica città romana e si possono ancora ammirare le rovine delle mura romane. E poi la Cattedrale di San Salvador di Saragozza (ingresso a pagamento 3 euro) il Palazzo dell’Aljafería (3 euro), la Basilica di Nuestra Senora del Pilar. Anche Saragozza che è oggi capoluogo dell’Aragona, nel suo bellissimo centro storico possiede numerosi monumenti dichiarati Patrimonio dell’Umanità.

Da SARAGOZZA a PINEDA de MAR 361 km dalla capitale di Aragona alla costa mediterranea

Andiamo al mare. Andiamo a cercare la distesa di 160 chilometri di costa ancora bellissima in Catalogna, sull’angolo nordest della Spagna la Costa Brava. Esco da Saragozza e prendo la E-90 / A-2 in direzione di Barcellona il viaggio è comodo, ben segnalato è anche il bivio per la E-15AP-7 direzione Girona e poi França – Francia, il passaggio dentro Barcellona sufficientemente tranquillo (insomma sempre un po’ troppo bassi i cavalcavia dove sotto passiamo). Sul lungomare mediterraneo prima per il Carrer de Montecarlo poi per il Carrer del Gar attraversiamo Badalona, Premia de Mar, Vilassar de Mar, Canet de Mar attenzione agli ovvi limiti stradali di velocità, anche 40 Km orari, nell’attraversamento dei centri abitati. Scegliamo di percorrere la nazionale sul mare e non l’autopista poiché siamo alla ricerca di un camping. Eccoci un po’ stanchi al Camping “Caballo de Mar” il lungomare si chiama Passeig Maritim, s/n civico a Pineda de Mar (Barcelona).

Il camping “Caballo de Mar” a Pneda de Mar possiede un fronte di 300 metri di spiaggia di sabbia dorata, a noi è sembrato ideale per famiglie che cercano un camping pulito e ben organizzato, comodamente ospitati in un posto tranquillo (però, in genere, è molto affollato). Dispone di una grande palestra per conservare la forma, piscina per adulti e bambini. Animazione pensata per tutta la famiglia. 15 euro il Camper, 8,50 a persona 4,20 l’elettricità. La sera del 14 agosto alle ore 22, grande partita Barcellona-Real Madrid si gioca a Barcellona, noi la vediamo su un grande schermo allestito al Bar della Playa del camping. Certo “nun è a Maggica” però non possiamo mancare. Si giocano la supercoppa di Spagna trofeo che scopro essere sentitissimo qui, molto più che da noi. Centinaia le persone presenti praticamente tutto il campeggio ed oltre. Birra, cori tra sostenitori del Barca e del Real, l’atmosfera è elettrica, anziani signori che, insieme ai loro nipoti, ostentano la maglietta ufficiale dei club. Quando spiego per chi tifo (Roma ovviamente) vengo adottato dai tifosi del Barcellona, qui Lous Enrique viene ancora adorato. Finisce 2 a 2 con il Real due volte in vantaggio ed il Barcellona spinto anche da mille urla, due volte in rimonta. Qui in Spagna il calcio è seguitissimo specie dopo la conquista del mondiale, ma dietro ai due grandi Club che incassano milioni di euro, le altre squadre, tutte le altre squadre, sono praticamente al collasso. Cena nel ristorantino più economico di Pineda de Mar. Si mangia complessivamente bene in Spagna anche se si è più esigenti del solito. A pranzo potete optare per il menù del dia, solitamente economico e costituito da antipasto, portata principale, dolce (postre), pane e vino. Per un italiano il pane presentato è di solito poco, non vergognatevi a chiedere ancora del pane, succede a tutti. Il plato combinado, è una variante del menù del dia, un piatto unico in cui vengono mescolate più pietanze; può comprendere una carne con verdure, o frutti di mare con patatine, o uova con insalata o patate, oppure salumi misti. Il menu alla carta è strutturato in diverse portate, le prime voci che si trovano sulla lista sono: ensaladas (insalate) sopas (zuppe) entremésas (antipasti). Le entremésas di per sé potrebbero bastare per un pasto: patate, insalate varie, asparagi, acciughe, affettati, formaggi. Le portate successive sono: carne – cerdo (maiale), ternera (vitello), cordero (agnello), mariscos (frutti di mare), pescado (pesce), arroz (riso), huevos (uova), verduras/legumbres (verdura).

Da Pineda de Mar (al centro della Costa del Maresme, a metà strada tra Barcellona e Girona) a Saintes Marie de la Mer (Camarque -Sud della Francia-) sono 349 km.

All’inizio della N II per Girona si lascia il mediterraneo e si continua per la E-15/AP-7. A la Jonquera c’è l’ingresso in territorio francese. Ai lati della statale, scorrono file di case molto basse, disposte come in un villaggio western, alla frontiera, sexy shop, megastore centri commerciali di tutti i tipi, dove vengono a fare la spesa i francesi, stazioni di servizio e, grandi parcheggi per camion, che sembrano non finire mai. Naturalmente comodo parcheggio per il Camper tra i Tir e fila ad un supermercato frequentatissimo, si fa incetta di prodotti spagnoli che mia moglie assicura economicissimi ed a giudicare la quantità di famiglie francesi che fanno acquisti compulsivi tra gli scaffali deve essere proprio così. Dopo la spesa continuo a guidare fra bei paesaggi pirenaici su: A9 / E15 passando in prossimità di Perpignan, Narbonne, Beziers famose per il buon vino ed il buon Rugby e per gli idioti che fanno battute sceme sugli italiani e sul nostro ex Presidente del Consiglio.

Arriviamo a Saintes Maries de la Mer sulle bocche del Rodano in Camarque passando, una trentina di km prima, vicino alla caratteristica e molto pittoresca città medievale fortificata di Aigues-Mortes, un paese murato fatto di acqua, palude, sale e sabbia. La strada è un po’ stretta per iI mio Camper, ma il paesaggio è bello ed inusuale, piatto e paludoso, cavallini della Camarque che qui sono dovunque insieme ai tori ed agli uccelli di palude, ci accompagnano fin dentro l’Ufficio del Turismo di Saintes Maries de la Mer che si trova al numero 5 di Avenue Van Gogh. A Saintes Maries de la Mer i sono due parcheggi Punto Sosta per Camper entrambi abbastanza ben segnalati e sempre decisamente pieni: appena entrati nel paese a sinistra, oppure sul lungomare sempre alla sinistra del paese. Entrambi a pagamento con servizi, pozzetto e acqua.

La chiesa fortezza di Saintes Maries de la Mer – Noi ci siamo fermati al primo Punto Sosta, subito dopo l’ingresso e dopo la statua simbolo del paese a sinistra. Qui per 10 euro, riscossi alla sera o al mattino da simpatiche (faccio per dire) vigilesse comunali, si ha a disposizione un’area per 40-45 camper, bella spaziosa, con una comoda zona per lo scarico e il carico: manca solo l’attacco per l’elettricità (e anche qui la pulizia lascia molto a desiderare che sia colpa anche di noi camperisti?). Passeggiata gradevole per il paese, decisamente troppo turistico, e visita al monumento principale, la chiesa fortezza piena di leggende sulle “Marie” che danno il nome al paese, alla loro serva Sara, diventata la patrona dei gitani, è dedicata la statua nella cripta.

Da Saintes Marie de la Mer (Camarque-Sud della Francia) a Carro (Provenza-Costa Azzurra)

98 Km sul tratto mediterraneo della Francia sulla N 113 direzione Marseille-Avignon

Si attraversa Martigues con un ardito ponte che supera Il Canale che collega il lago di Martigues al mare strapieno di barche dei marsigliesi che le ancorano qui in attesa della prossima estate. A sei km a sud di Martigues ecco il porticciolo di Carro decisamente da consigliare una visita ed un soggiorno. Adagiato su un tratto di costa mediterranea incontaminata è caratterizzato da una grande varietà di fauna e flora oltre che da insenature e calette rocciose scavate nel calcare. Vive principalmente di turismo, ma la sua principale attività rimane quella della pesca che si sviluppa attorno al pittoresco porto cittadino, dove ogni mattina si svolge un caratteristico mercato del pesce.

Carro – Provence Cote d’Azur – Bouches du Rhone si candida per avere l’area attrezzata per Camper più bella d’Europa (non esagero). E’ un grande parcheggio sulla destra del porto, Punto Sosta aperto tutto l’anno per 65 camper a Carro À Port, Quai J.Vérandy, di fronte al mare, bello ampio comodo e sicuro, protetto da sbarre automatiche che si aprono al pagamento del biglietto 6 (dico sei) euro per 24 ore, possibilità di 5 ingressi 20 euro. Dal piazzale asfaltato di fianco al porticciolo si ha accesso direttamente al mare, la sera è illuminato, da sfruttare la possibilità di acquistare pesce fresco dalle bancarelle sul porto.

A Carro si possono caricare e scaricare comodamente le acque, e con un tubo doccia, da allacciare al comodo rubinetto, c’è sempre la possibilità di doccia all’aperto, manca però l’elettricità, ed è vietato l’uso di generatori. La sera nel grazioso paesino di fronte al porto (moules pour les Français) cozze alla francese, di certo diverse dalla nostra impepata di cozze (ma non per questo meno apprezzate ) buone ed economiche, aperte con fuoco vivo, con sopra 2 cucchiai di panna, 1 bicchiere di vino bianco, 1 tazza di maionese e poi cipolla, limone e senape. Tornando al Punto Sosta con i camper praticamente sulla spiaggia e sul mare, ci saluta il sole con il suo disco rosso che appare deformato dal caldo e dalla umidità estiva della sera, che va a dormire nel mediterraneo proprio davanti a noi.

Carro (Provenza-Costa Azzurra) a Borghetto Santo Spirito (Savona) 341 km

Prima la A55 in direzione Marseille – Aix en Provence – Nice – poi continuare su: A51/E712 Passando per Cannes, Antibes ed in prossimità di Nizza e Montecarlo (sulla area di servizio dell’autostrada, mozzafiato la vista sul Principato dal belvedere da cui si domina il porto i grattaceli, il golfo e la parte iniziale di Costa Azzurra – Non lasciamo però, incustoditi il mezzo e visibili e a portata di mano i nostri effetti personali – ) dopo il lungo Tunnel de l’Armè, passaggio in prossimità di Menton e ingresso in territorio italiano. A Borghetto Santo Spirito gestita dal comune (area comunale) c’è una comoda Area Sosta per Camper con videosorveglianza, custode e ingresso regolato da sbarra. E’ molto ampia con 132 posti Camper suddivisa in zone: zona A con 42 piazzole di sosta e allaccio energia elettrica di cui 2 per diversamente abili e una zona B con 90 piazzole di sosta senza allaccio energia elettrica. Orari: dal lunedì al giovedì 08.00 – 12.00 e 15.00 – 19.00 dal venerdì alla domenica 08.00 – 12.00 e 14.00 – 23.00. L’area Sosta si trova in Via Po’ snc (Lungofiume Torrente Varatella) Borghetto Santo Spirito (Savona) a 1 km dall’uscita del casello autostradale di Borghetto S. Spirito. Appena usciti proseguire in direzione Loano 1° rotatoria sempre dritto, 2° rotatoria a sinistra e attenzione alla postazione fissa dell’autovelox indicata dalla segnaletica. Dopo l’autovelox girate a sinistra al primo incrocio e proseguite fino alla rotatoria. Passate davanti alla stazione dei Carabinieri e girare a sinistra all’incrocio. Dopo 50 m circa siete arrivati. Il costo è di € 12 al giorno senza corrente e € 15 con corrente. Il giorno inizia alle ore 10 o alle ore 22. Anche solo 2 ore in più significano mezza giornata da pagare. Come praticamente tutte le cittadine del ponente ligure anche a Borghetto, stretta tra l’Aurelia e la ferrovia, tra le pochissime Sla (spiagge libere attrezzate), leggi regionali e ordinanze comunali, e tanti tanti stabilimenti in concessione, conquistarsi un pezzetto di sabbia gratis significa affrontare una corsa a ostacoli, e quì nell’estremo ponente della Provincia di Savona, si rivela molto spesso una battaglia persa. Una piccola e ridente cittadina di mare che soffre di congestionamenti causati dal turismo di massa. Trovare uno spazio libero su cui stendere il proprio telo può diventare una vera e propria impresa, a meno di essere disposti a sborsare cifre da capogiro.

Borghetto Santo Spirito (Savona) – Ischia di Castro (Viterbo) – 499 km

Forse è la tappa più lunga di tutto il viaggio; l’A10 ci porta a Genova – l’A12 a Livorno e la SS1 – VIA AURELIA a Cecina, Piombino, Grosseto. Dopo Montaldo di Castro la strada provinciale 47 dell’Amone ci porta attraverso la maremma laziale dentro la Tuscia Viterbese e a Ischia di Castro.

Come dice Piero Viscardi nel suo Blog è il centro del mondo. La Sosta è consentita, con pernottamento gratuito, nel parcheggio di fronte all’ingresso del vecchio campo sportivo, in alto vicino al Poggio Bricco sopra la sede del Comune, nel parcheggio dove è stato installato il chiosco distributore che fornisce acqua trattata, refrigerata e frizzante. Grazie ad un progetto europeo resosi necessario a causa delle concentrazioni di arsenico nell’acqua dell’acquedotto. A Piazza Dell’immacolata, 27 a Ischia di Castro il ristorante Ranuccio II a 25 euro ampio menù di degustazioni, oppure Acquacotta alla maremmana, brodo di tinca con i tagliolini, zuppa col pesce di lago luccio, tinca, coregone, anguilla, scàrdola, pesce persico la “sbroscia casalinga” con patate, i fagioli appena sgranati i “gialloni”, e le cosiddette “erbarelle” cipolla, aglio, mentuccia, prezzemolo.

Da Ischia di Castro a Roma 121 km di SS 2 Cassia Il rimessaggio Roma Porto 2000 sull’ardeatina aspetta e accoglie il camper; non si può tornare dalle vacanze senza pensare al prossimo viaggio.



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