claro que es madrid
Il volo parte in perfetto orario, ore 13.50 e alle 16.00 atterriamo all’aeroporto di Barajas. Il ritiro bagagli è velocissimo per cui ci dirigiamo altrettanto velocemente verso la metro; la fermata è all’interno dell’aeroporto, c’è da camminare un po’ e le indicazioni non sono sempre molto visibili. Ai distributori automatici facciamo il biglietto per una corsa singola da 2 €, rimandando la decisione su che pacchetto converrà acquistare, Abono Turistico o carnet da 10 viaggi, valuteremo in seguito.
Dobbiamo cambiare 2 linee per arrivare alla nostra meta, stazione Sol. Grazie al fatto che viaggiamo leggere i “trasbordi” non sono troppo impegnativi, anche se purtroppo non tutte le stazioni sono dotate di sono scale mobili ed ascensori e allora diventano pesanti anche i bagagli a mano.
Quando risaliamo alla luce del sole, 40 minuti dopo, siamo in Puerta del Sol: ci invade subito un’atmosfera caotica, rumorosa, cantieri aperti e un sacco di gente. E’ sabato sera e ci aspetta la Noche Blanca, la città si sta preparando. Il nostro hostal (Marlasca) si trova in Calle de la Cruz, vicinissimo a Puerta del Sol, ci arriviamo in 5 minuti. Alla reception c’è un attimo di panico perché il ragazzo non trova la prenotazione (fatta tramite Booking, 555 € 2 camere per 5 notti), ma poi chiarito l’inghippo ci assegnano le camere. In realtà ci sistemano in un altro hostal, 2 piani più su, hostal Los Angeles. Le camere sono piccoline ma pulite, unico neo il bagno, il lavandino è veramente minuscolo e la porta praticamente inesistente. Il tempo di rilassarsi un attimo e di una doccia e poi via, siamo pronte per il primo impatto con la movida madrilena e la sua Noche Blanca. All’uscita dall’hostal ci reinveste subito l’aria festaiola che esce dai locali; realizziamo subito che il nostro hotel è veramente in una posizione strategica per quel che riguarda aperitivi, cena e post-cena. Ci sono locali di tutti i tipi e per tutti i gusti, ognuno con caratteristiche e specialità proprie. Tanto per familiarizzare con il mondo delle tapas iniziamo dal locale di fronte al Marlasca, “Fatigas del Querer”, servizio non molto cortese, ma serve per ambientarci un po’. Dopo la 1° cerveza, un po’ di jamon serrano e qualche altro assaggino siamo pronte per le prime istantanee di Madrid. C’è tantissima gente per le strade, ormai il sole è calato ed è la luce artificiale ad illuminare i palazzi, rendendoli ancor più affascinanti. Il primo vero impatto emozionante ce lo regala l’ingresso in Plaza Mayor, bellissima, illuminata, piena di gente, e con nuvole di palloncini bianchi pronti a prendere il volo. Ci sono 2 affollatissimi punti informazioni che distribuiscono programmi, mappe e indicazioni su tutte le manifestazioni previste per la notte bianca di Madrid. Una di queste ha come cuore proprio Plaza Mayor, da qui parte verso le 22 la “vuelta” in bicicletta di Madrid, un modo decisamente originale di vedere e conoscere la città. Questa piazza si sviluppa in un ampio rettangolo racchiuso da portici, balconi e abbaini, e al centro una statua che raffigura Filippo III, colui che ne commissionò la costruzione. La cosa che colpisce immediatamente è la famosa facciata della Casa della Panaderia, decorata da dipinti allegorici, ristrutturata recentemente e quindi al culmine del suo splendore. All’interno, per l’occasione, si sta svolgendo una festa (ovviamente riservata a pochi fortunati) e dai suoi balconi e terrazze si affacciano gli invitati, eleganti e curiosi, che osservano la folla sotto di loro, consentendoci così di “sbirciare” all’interno dalle finestre aperte. Purtroppo possiamo solo intuire la bellezza e la ricchezza delle sale, perché questo palazzo, a differenza di molti altri, non è aperto al pubblico per la notte bianca; questa istantanea però ci è sufficiente per immaginare come dovevano apparire gli eventi qui un tempo, quando questa piazza era teatro abituale di corride, di esecuzioni e processi dell’Inquisizione. Aspettiamo il momento del lancio dei palloncini, la visione di decine di bollicine bianche che volano insieme nel cielo di Madrid fa il suo effetto e merita di essere immortalata nei nostri scatti fotografici.
Usciamo da Plaza Mayor verso Calle Mayor e ci troviamo nei paraggi del Mercato di San Miguel, anch’esso inaspettatamente aperto grazie all’evento di stanotte. Si tratta di un mercato eno-gastronomico in vetrina, completamente circondato da vetrate che ne svelano i colori ci attira al suo interno. E’ praticamente impossibile muoversi, c’è un fiume di gente che si solletica il palato con formaggi, salumi, crostini di pesce, golosità di frutta, ostriche, vini, sangria, dolci…Insomma è veramente una festa per i golosi, ma anche solo per gli occhi e per cui ci ripromettiamo di tornare per apprezzarne i “sapori” in un momento di minor affollamento. Uscite dal mercato proseguiamo per Calle Mayor, passiamo davanti a Plaza della Villa e abbiamo anche l’occasione di entrare all’ambasciata italiana, eccezionalmente aperta alle visite con un esposizione di quadri.
Proseguiamo la nostra passeggiata notturna verso la Cattedrale de Almudena e il Palazzo Reale, splendidamente illuminati da luci che creano un effetto quasi magico.
Nel frattempo si è fatta l’ora di riempire lo stomaco per cui ci fermiamo per un boccone veloce in un locale nei pressi di Plaza de Isabel, del quale però non mi sono presa la briga di ricordare il nome in quanto abbiamo mangiato solo un paio tapas con le chips (patatine di sacchetto pagate 3.50 €!) e dove i camerieri nuovamente non brillano per la cortesia.
Torniamo verso Puerta del Sol, dove facciamo giusto in tempo a fotografare e salutare la simpatica statua dell’orsa, simbolo di Madrid; un paio di giorni dopo ce la tolgono da sotto gli occhi per i lavori di ristrutturazione della piazza! Anche il famoso Chilometro Zero è coperto dai lavori, forse stavano rispolverando la città per ben figurare alla candidatura per le olimpiadi del 2016… Risaliamo Calle de la Montera e sulla nostra strada ci imbattiamo nei grandi Magazzini El Cortes Inglés, sul cui piazzale si sta svolgendo uno delle tante esibizioni musicali della notte. La nostra passeggiata prosegue instancabile (quasi!) e prendiamo un po’ di confidenza con la città. In realtà facciamo anche un timido tentativo di visitare la mostra temporanea di Matisse al Thyssen, aperto fino alle 3 del mattino per l’occasione, con ingresso gratuito. Ma all’1.30 il serpentone di gente in coda per entrare (non si vede la fine) ci fa desistere. Madrid en blanco, illuminata a giorno e con le strade strapiene di gente ci ha accolto alla grande, ma la stanchezza prende il sopravvento, giusto il tempo di una sangria della staffa e poi alle 3 si va a nanna, domani comincia il vero tour! 20/09/09 Reina Sofia- El Rastro – Thyssen Usciamo dall’albergo verso le 9, in una Madrid ancora deserta (d’altra parte è domenica mattina), dirette alla pasticceria Malloquina, segnalata in tanti racconti di TPC come luogo culto dove fare colazione. E’ proprio in Puerta del Sol, facilissima da individuare, direzione Calle Mayor. In realtà non ne rimaniamo particolarmente colpite, c’è da dire che la scelta del nostro “menù” è un po’ affrettata dai modi poco cortesi della cassiera. Fino ad ora i madrileni incontrati nei vari locali non si sono distinti per la cordialità, ma ci consoliamo constatando che sono così anche tra loro, non ce l’hanno con i turisti…Almeno speriamo! Comunque, il programma è fitto e ci mettiamo in moto. Primo obiettivo il museo Reina Sofia: prendiamo la metro dopo aver optato per il biglietto da 10 corse (7,40 €), si dimostrerà più che sufficiente per l’intero soggiorno. Madrid va “camminata”, in fondo il centro e le principali cose da vedere sono ben concentrate, niente è troppo distante…Quasi niente! Scendiamo ad Atocha, il Centro d’arte Reina Sofia si trova proprio di fronte alla stazione. Le nostre guide (Mondadori e Lonely si confermano tra le migliori) ci svelano che l’edificio che lo ospita era sede un tempo dell’ospedale generale di Madrid. Il contrasto tra i moderni ascensori in vetro collocati sulla facciata esterna e l’interno del palazzo non è “stonato”, anzi l’effetto complessivo è gradevole. Da notare: essendo domenica l’ingresso è gratuito, peccato che anche in Italia non ci siano simili incentivi per l’avvicinamento all’arte.
Una volta dentro ci dirigiamo con passo abbastanza deciso verso l’opera che rappresenta simbolicamente questo museo, la Guernica di Picasso, che impressiona per le sue ingombranti e drammatiche dimensioni. Occupa quasi un’intera parete e anche se non siete amanti del genere, come me, è poco probabile che rimarrete indifferenti davanti a quest’opera. Ma al Reina Sofia potrete trovare anche capolavori di Mirò, Dalì, Solana e tanti altri artisti moderni. Abbiamo visitato anche alcune delle sale che circondando la corte interna al secondo piano, qui i nomi non sono molto noti ma, tempo permettendo, meritano una visitina.
Usciamo dal Reina Sofia che sono quasi le 12, in tempo per dirigerci al mercato domenicale del “El Rastro”, mercato che si svolge la domenica mattina e che si estende da Puerta de Toledo al quartiere de la Latina. Il mercato è davvero vasto e la calca di gente che affolla le strade rende praticamente impossibile avvicinarsi alle bancarelle. Di conseguenza il nostro spirito per lo shopping se ne va subito e ci limitiamo a percorrerlo lasciandoci quasi trascinare dalla folla…Senz’altro colorato e caratteristico, un po’ asfissiante però, non so se consigliarlo.
Uscite da questo marasma ci compriamo dei panini e ci fermiamo per il pranzo in una piccola oasi verde, un giardino vicino a Puerta de Toledo.
Il tempo di riprendere fiato e ci dirigiamo verso il prossimo obiettivo, il museo Thyssen. In base ad alcune delle nostre fonti anche questo museo dovrebbe essere gratuito la domenica. In realtà non lo è, anzi, secondo la ragazza al banco informazioni non è proprio previsto l’ingresso gratuito. Dato che ormai sono già le 16.30 decidiamo di visitare solo la collezione Thyssen-Bornemisza (ingresso 8 €), il museo chiude alle 19 e non c’è il tempo materiale per vedere anche la temporanea di Matisse; peccato perché era l’ultimo giorno dell’esposizione, ma non si può fare tutto di corsa! Purtroppo il tempo non basta nemmeno per vedere tutta la collezione ordinaria, alle 19.20 ci cacciano fuori. In realtà sono io che forse me la sono vista con un po’ troppa calma però questo tipo di esposizione incontra di più i miei gusti rispetto all’arte moderna: Tiziano, Goya, Van Gogh, i classici dell’impressionismo francese, Monet, Manet, Pizarro, Degas, Gauguin. Più di tutto ci ha colpito la sezione dedicata ai pittori americani dell’800, veramente bella. Paesaggi che sembrano quasi istantanee, spiagge, onde e prati verdi che è difficile non fermarsi ad ammirare.
Inutile dire che all’uscita dal Thyssen siamo sufficientemente cotte, per cui ci trasciniamo letteralmente in albergo per una doccia rigenerante prima di cena. Vista la stanchezza la scelta ricade su uno dei tanti locali “sotto casa”: ci mangiamo gamberi all’aglio come antipasto e una discreta paella valenciana. Dobbiamo ancora abituarci agli orari dei pasti in Spagna, praticamente si finisce di cenare a mezzanotte, è ovvio che uno è costretto a fare un po’ di movida prima di andare a letto! Così facciamo e ci dirigiamo verso la carinissima Plaza St. Ana che avevamo solo intravisto la sera prima e che si conferma essere una piazza davvero molto vitale, affollata e piena di locali che le fanno da cornice. Facciamo anche una capatina molto velocemente in un disco bar, musica rigorosamente spagnola, molto gradevole, un po’ piccolo e niente che valga la pena per una citazione, comunque adatto per concludere la serata allegramente.
21/09/2009 Plaza de España, Gran Via, Parque del Buen Retiro- Plaza de Toros Oggi il programma prevede una lunga passeggiata per il centro di Madrid, partendo da Plaza de España con arrivo finale al Parque del Buen Retiro. Arriviamo in Plaza de España in metro dato che dovremmo camminare già abbastanza per il resto della giornata. All’uscita della metro ci accoglie una piazza caotica, invasa dal traffico e dal rumore di clacson, questa piazza è crocevia apparentemente di tutto il traffico madrileno.
Qui spicca l’obelisco con la statua di Cervantes, e dall’altro lato, le sue “creature”, Don Chisciotte e Sancho Panza. La piazza è circondata da alti edifici dell’era franchista, dall’aspetto austero e grigio: rispetto alle linee neoclassiche e barocche viste fino ad ora appaiono come casermoni.
Proseguiamo verso il Tempio Debod, un vero tempio egizio nel bel mezzo Madrid: è un dono del governo egiziano risalente al 1968, come ringraziamento per il contributo spagnolo alla salvaguardia dei monumenti messi in pericolo durante la costruzione della diga di Assuan. La collocazione può apparire improbabile, ma merita una visita e se vi piacciono i giardini e i bei panorami, da quassù c’è una vista fantastica, dalla casa del Campo ai monti della Sierra Guadarama.
Scendiamo verso la Gran via, l’arteria che attraversa l’intera città e che è un tripudio di negozi, alberghi, cinema, tutti ospitati in palazzi dove l’architettura va dal neoclassico al moderno. Dei tanti negozi che attirano l’interesse mi sento di consigliare una capatina all’edificio che ospita la catena H&M. Il palazzo è davvero bello, all’ingresso scale in marmo, colonne, specchi alle pareti, soffitti a cassettoni…Ovviamente divieto assoluto di fare foto. Oltre a rifarvi gli occhi con la maestosità dei palazzi che le fanno da cornice la Gran Via è anche un buon posto dove acquistare souvenir. A marcare il termine di questa arteria, all’angolo con Calle de Alcalà, il Metropolis, con la sua bellissima cupola.
Poco oltre, Plaza de Cibeles dove, oltre all’omonima fontana, non si può non notare il barocco Palazzo delle Comunicazioni, sontuoso, candido, ornato da alte guglie e oggi ricca sede di una parte degli uffici comunali. All’altro angolo della strada Palacio de Linares dove è ospitata una casa/museo delle bambole, che però non abbiamo messo nel nostro piano visite e che quindi saltiamo a piè pari, sarà per la prossima volta.
Superata la puerta de Alcalà ci rifugiamo al Parque del Buen Retiro per il pranzo. Si tratta del più grande parco nell’area urbana di Madrid, un luogo dove è davvero piacevole passeggiare tra le stradine, riposare nei prati all’inglese o affrontare in barca a remi la traversata del laghetto sul quale si affaccia il monumento ad Alfonso XI. Visitiamo il roseto, anche se la stagione non è la più indicata ci sono ancora molti tipi di rose in fiore e l’effetto è comunque molto bello. Davvero suggestivo anche il palazzo di cristallo, i riflessi del sole sulla struttura di vetro e sull’acqua creano una miriade di giochi di luce. Troviamo anche una famiglia di cigni neri con tanto di piccoli. Tappa assolutamente incantevole, mi è piaciuto moltissimo.
E dopo tanto verde riprendiamo la nostra marcia, direzione Plaza de Toros. Nessuna di noi è appassionata di corride, tra l’altro l’arena è aperta solo in occasione di queste, ma si dice che sia una delle più belle di Spagna. Le altre non le ho viste, ma questa è davvero notevole, di evidente influenza moresca, risalente al 1929. Sulla piazza antistante 2 monumenti ad altrettanti famosi toreri. Mi sento di consigliare una visita a questo edificio, indipendentemente da quello che ne pensate sull’argomento. Riprendiamo la metro e ci dirigiamo verso il Prado con l’intenzione di approfittare delle 2 ore di visita gratuita: tutti i giorni dalle 6 alle 8 anche il Prado è gratis…Come sono avanti gli spagnoli! Peccato che all’arrivo scopriamo che proprio il lunedì è giornata di chiusura, quindi, ci consoliamo con un rigenerante caffè molto “global” da Starbucks. Anche la giornata di oggi ci ha davvero stremato, per cui ceniamo ancora una volta vicino casa da Tijcal, ristorante argentino segnalato in molti racconti di TPC. A me non ha lasciato ricordi tali da consigliarlo, comunque abbiamo mangiato abbondantemente con 22 € a testa (la cena più cara di tutta la vacanza).
22/09/2009 Toledo Oggi è la giornata dedicata alla gita fuori porta. In realtà la scelta delle località di interesse attorno a Madrid visitabili in giornata è molto varia, ma alla fine la scelta è ricaduta su Toledo, in quanto oltre ad essere la più famosa è quella sulla quale si trovano più facilmente notizie e informazioni. Abbiamo scelto il treno per andarci, i biglietti li abbiamo acquistati in anticipo su internet (www.Renfe.Es), costo 15,60 € a testa, andata e ritorno.
Alla stazione di Atocha arriviamo in metro, la fermata è proprio sotto la stazione. C’è anche il tempo di fare colazione prima della partenza, abbiamo i posti prenotati sul treno delle 9.20. Per accedere ai binari dobbiamo superare diversi controlli, dopo l’attentato del 2004 le misure sono divenute ovviamente molto più severe; si passa solo se muniti di biglietti. Tutte queste trafile tuttavia si sopportano volentieri considerato l’alto livello del servizio che le ferrovie spagnole offrono: treno pulito, spazioso e velocissimo, in mezz’ora percorriamo gli 80 Km che separano Madrid da Toledo e alle 9.50, puntualissime siamo a destinazione. Dopo un attimo di smarrimento alla ricerca del modo di raggiungere il centro cittadino (scopriremo solo in seguito che si raggiunge molto velocemente anche a piedi) optiamo per il mezzo meno economico ma più folcloristico: tour con autobus turistico a 2 piani, con audio guida anche in italiano. Costo 5 €, ma li vale tutti sia per la visione d’insieme che offre sulla città fortificata e sia perchè aiuta a rendersi conto delle dimensioni e delle distanze tra le varie cose da visitare: consigliato vivamente, unico neo il freddo che soffriamo durante il tour all’ombra delle colline e delle mura cittadine. Toledo è davvero pittoresca, circondata dal fiume Tago e fortificata da antiche mura. Per anni questa città è stata la capitale della Spagna, relegando Madrid ad un ruolo secondario. Molti dei suoi edifici più significativi risalgono al Medioevo, e sono il risultato di 3 culture, ebraica, musulmana e cristiana. Toledo, oltre che per la tradizione artigiana nella lavorazione delle spade, è nota anche per essere la città che ospitò per anni il pittore El Greco del quale è possibile visitare la casa-museo, cosa che noi non abbiamo fatto. Alcune opere di questo pittore si possono ammirare anche all’interno della splendida cattedrale cittadina, che è proprio l’edificio dal quale iniziamo la nostra visita. L’ingresso costa 7 € ma è assolutamente imperdibile: enorme, maestosa, ricca di cappelle e capolavori anche di Goya, Velazqués, Tiziano. Ovviamente fare foto, neanche a dirlo, è severamente vietato. Purtroppo anche il chiostro è chiuso ma le cose da vedere sono talmente tante che per apprezzarle dovrete dedicare a questa visita almeno 1.30 h. Uscite dagli sfarzi della cattedrale ci ri-immergiamo nelle atmosfere suggestive delle antiche vie cittadine. Visitiamo anche un laboratorio artigianale di oreficeria, a Toledo si trovano molte occasioni per acquistare souvenir e oggetti tipici dell’artigianato locale. Ci dirigiamo poi verso il quartiere ebraico soffermandoci alla sinagoga del Trànsito. Solo 2 di noi hanno la tenacia di visitarla, le altre si godono pigramente il sole e il panorama dal belvedere attiguo. La bella giornata e gli antichi viottoli attraverso i quali ci troviamo a passeggiare fanno perdere per un attimo la percezione della realtà e catapultano in una dimensione dei tempi passati. Dopo un pranzo veloce scendiamo verso il quartiere musulmano, passando davanti alla Iglesia di San Tomè. Ormai la stanchezza dei giorni precedenti e della mattina si è accumulata nelle nostre gambe per cui ci prepariamo a concludere la nostra visita. Scendiamo viottoli e scalini, godendoci gli scorci e i panorami sulla vallata, bellissima, arriviamo a una delle porte più imponenti e meglio conservate, Puerta del Sol per poi tornare verso la splendida piazza de Zocodover dove c’è il tempo anche di prendersi un gelato prima che il nostro autobus passi a riprenderci alle 4. Dato che il treno di ritorno è alle 17.30 alcune di noi decidono di scendere a piedi, per spendere un po’ del tempo che ci rimane in un ultimo giretto per negozi. Tenete conto che il tempo di percorrenza a piedi da Plaza de Zocodover alla stazione è di 10 minuti circa, usciti dalle mura cittadine si percorre un brevissimo tratto di statale e si è arrivati. Il treno ovviamente è puntualissimo e alle 18 siamo nuovamente a Madrid. All’uscita dai binari una scultura raffigurante una testa di bambino ci ricorda ancora una volta la tragedia che pochi anni fa scosse questo paese e il mondo ancora una volta dopo l’11 settembre.
Ma all’interno della stazione di Atocha troverete anche degli aspetti decisamente più leggeri e gradevoli, un bel giardino botanico, un’oasi verde tra i binari con tanto di tartarughe e uccellini. Attendere chi arriva e chi parte in questo scenario deve essere estremamente rilassante.
Ancora una volta ci dividiamo in 2 gruppi con destinazioni diverse: 1. Giardino Botanico Reale (praticamente appena fuori dalla stazione di Atocha) 2. Porte d’Europa, in Plaza de Castilla.
Io faccio parte di questo secondo gruppo e a bordo della linea 2 saliamo a Nord, verso la Madrid moderna. Uscite dalla metro il contrasto con la parte storica vista sin d’ora, in particolare oggi, è forte eppure non priva di fascino. Le torri svettano davanti a noi, si protendono l’una verso l’altra delineando un ingresso immaginario nella città dei grattacieli e degli affari, in completa armonia con quello che le circonda. E’ l’ora del tramonto e sulle pareti specchiate si riflettono gli ultimi raggi del sole. Molto, molto belle. Dopo le foto di rito rientriamo in albergo e ci prepariamo per la cena.
Direzione Gran Via e Chueca decise a trovare un locale per un aperitivo “alternativo” ma la Plaza della Chueca ci delude un po’: qualche tavolino all’aperto, un po’ di gente ma niente di che. Quindi facciamo marcia indietro verso la Gran Via, ormai però la fame ci insegue e qui non si trovano molti locali per cenare come si deve, solo negozi chiusi. Alla fine la scelta migliore si rivela essere ancora un ristorante vicino a Puerta del Sol dove mangiamo una buona frittura di pesce.
Bicchiere della staffa e poi a nanna.
23/09 Palazzo Reale – Campo del Moro-Prado Oggi cominciamo con la visita al Palazzo Reale: il mercoledì l’entrata è gratuita per i cittadini della comunità europea, quindi ricordatevi la carta d’identità e cercate di arrivare presto, non farete coda e la visita sarà molto più piacevole. Ovviamente foto vietate anche qui, ma pazienza, ormai ci dobbiamo accontentare di osservare attentamente quello che ci circonda e imprimerlo il più possibile nella nostra memoria: l’ex residenza reale oggi è utilizzata solo per i ricevimenti o le manifestazioni ufficiali. Una volta entrati si passa dalla magnifica scalinata Regia, a un susseguirsi di ricche sale, tra le quali le più note sono la sala delle colonne, la sala degli Alabardieri con il soffitto dipinto dal Tiepolo, la Sala del Trono, vegliato da 2 statue di leoni. Stanze di spiccato stile rococò si alternano a sale più neoclassiche, e ancora, stanze con pareti ricoperte di stucchi o da ceramiche arricchite da dipinti, arazzi, lampadari, specchi, porcellane. Fuori dal palazzo la Farmacia Reale e l’Armeria, una raccolta di armature e armi voluta da Carlo III.
Davvero magnifica poi la vista che si gode dal lato est del cortile dell’Armeria.
Quando usciamo dal Palazzo Reale troviamo una fila lunghissima che attende di entrare, da qui il consiglio di arrivare presto.
Di fronte al Palazzo Reale si può dire quasi che si specchia la Cattedrale de la Almudena, la cui costruzione durò più di 120 anni e si concluse solo di recente, nel 1993. L’interno è luminoso, bianco, e dalle linee nettamente più sobrie e moderne rispetto alla Cattedrale di Toledo ma l’effetto è comunque maestoso. L’ingresso è gratuito. Dato che di chiese ancora non è abbiamo abbastanza decidiamo di ritentare la visita alla Basilica di S. Francisco el Grande, che 2 giorni prima avevamo trovato chiusa. Si rivelerà una decisione azzeccata innanzi tutto per la simpatia del custode all’ingresso, che con un sorriso compiacente ci fa un biglietto per studenti (facendoci risparmiare ben 1 €!!!) pur di farci visitare la sua creatura. Il biglietto intero comunque costa solo 3 € quindi assolutamente sostenibile. Ma quello che sorprende è la ricchezza delle opere custodite qui, da quadri di Goya (in una delle prime cappelle che circondano la pianta circolare della basilica), alle statue di marmo di Carrara, all’impressionante pinacoteca della Sacrestia. La visita guidata è in spagnolo, assolutamente comprensibile anche per gli italiani che non conoscono la lingua. La nostra guida poi è fantastica, un personaggio simpaticissimo. Notevole anche l’enorme cupola restaurata di recente. Uscite dalla basilica cerchiamo come al solito un rifugio “verde” per il pranzo, optando per campo del Moro. E’ uno dei giardini che circondano il palazzo reale, da cui si gode una bellissima vista sulla facciata posteriore del palazzo e una passeggiata tra i suoi viali ci ritempra dalle fatiche turistiche.
Dal campo del Moro andiamo verso Plaza de Oriente dove la mattina di ogni mercoledì si può assistere al cambio della guardia: io me l’aspettavo al palazzo reale e me la sono persa! Godetevi la vista di questa bellissima piazza semicircolare da uno dei tavolini del Cafè de Oriente, dove potete magiare o semplicemente prendervi un caffè per riposarvi un po’ e ammirare le statue che vi circondano, raffiguranti i primi re di Spagna.
In questa piazza si affaccia anche il Teatro Real, aperto alle visite in orari molto limitati. Dopo il caffè ci muoviamo verso il Monastero de las Descalzas Reales, che, sulla base di alcune segnalazioni di TPC, dopo le 16 del mercoledì dovrebbe permettere l’entrata gratuita. In realtà non è così, comunque noi non arriviamo in tempo utile per rientrare in nessuno degli ultimi gruppi previsti, le visite sono guidate e si svolgono ad intervalli di mezz’ora. Non resta che arrendersi e ritentare il giorno dopo.
In alternativa al convento optiamo per il Prado, sappiamo per certo che dalle 18 l’ingresso è gratuito tutti i giorni e decidiamo di approfittarne. Sicuramente non saranno sufficienti, ma almeno possiamo averne un “assaggio”. E in effetti, sebbene mentre siamo in fila mi preparo il percorso con tanto di mappa dei capolavori, cercando di ottimizzare gli spostamenti sulla carta, una volta dentro mi faccio prendere dall’entusiasmo e non riesco a rispettare la mia tabella di marcia quindi…Non riesco a vedere tutto quello che mi ero prefissata. Per cui, se avete modo di rimanere più giorni in città vi consiglio di frammentare la visita al Prado magari in 2 o più giorni, usufruendo dell’entrata gratuita, risulterà meno pesante e avrete modo di vedere con calma tutto quello che vi interessa…X tutto il resto non basterebbero 2 giorni interi! Bellissime alcune delle Sacre Famiglie di Tiziano e Raffaello, impressionante il realismo di Davide che uccide Golia del Caravaggio e poi…Beh, le reazioni lungo queste gallerie sono del tutto soggettive, va vissuta in prima persona per cui non perdetevela.
Dal museo ci sbattono fuori 10 minuti prima dell’orario di chiusura purtroppo e non ci resta che dirigerci in albergo per prepararci alla nostra ultima notte madrilena.
Dato che anche oggi abbiamo messo a dura prova i nostri piedi ritentiamo la fortuna nella vicina Plaza St. Ana. Tavolini all’aperto completamente full, è pieno di gente in giro che sorseggia ancora l’aperitivo o che ha appena iniziato la cena. Tentiamo l’ingresso in una taverna e …Eureka usufruiamo di un ampissimo tavolo appena “sprenotato”.
Antipasto di bruschette varie (pesce, prosciutto, formaggio), patatas bravas e poi l’ultima paella. Mangiato molto bene con 15 € a testa (Naturbier, Plaza St. Ana, 9).
24/09 Valigie pronte ci svegliamo non troppo presto, l’aereo è alle 18.25, quindi possiamo sfruttare buona parte della giornata. Lasciamo le valigie in albergo e andiamo a far colazione alla cioccolatiera St. Gines per assaggiare i famosi churros con la cioccolata calda. L’organizzazione del bar è degna di una linea produttiva, decine di tazze vuote già allineate sul banco, cameriere/giocoliere che porta disinvolto caffè/cappuccini/cioccolate servendo minimo 2 tavoli per volta…Professionisti veri e propri. Dopo la parentesi golosa ci dirigiamo alle Descalzas per portare a termine il programma del giorno prima: arriviamo in anticipo (l’apertura è alle 10.30) per cui dobbiamo aspettare, ma c’è già gente quindi ci mettiamo in coda per non perdere l’ultima occasione di visitare questo convento. Riusciamo ad infilarci nel primo gruppo, ore 10.45, guida in spagnolo e…Niente foto (sono un po’ troppo fiscali su questo aspetto, passi per il convento, ma sembra che a Madrid non si possa fotografare niente!).
Il monastero è comunque un gioiello da non perdere, nato come palazzo della nobiltà e destinato a convento da Giovanna d’Austria solo in un secondo momento. Il numero delle opere d’arte che ospita è impressionante. Oltre alla spettacolare scala di marmo e alle pareti affrescate che la circondano, ci vengono illustrate e raccontate le storie riguardanti le varie cappelle, i quadri di Rubens, Tiziano, gli splendidi arazzi che tappezzano alcune sale. E’ anche grazie alla guida spagnola, molto brava e preparata, che apprezziamo appieno quest’ultima visita. Usciamo dal convento che sono le 11.30 e per ottimizzare i tempi degli ultimi acquisti rompiamo le righe e ci diamo appuntamento per il pranzo al Mercato di San Miguel. Ritagliatevi il tempo per prendere almeno un aperitivo in questo posto fantastico, è un “Must”, non andatevene da Madrid senza togliervi lo sfizio di aver assaggiato almeno una delle golosità che vi tentano da dietro i banchi. Alle 15.30 ritiriamo i bagagli e prendiamo la prima delle 3 linee metro che ci servono per raggiungere Barajas. Ricordate che va acquistato un supplemento (1€) per raggiungere l’aeroporto. Se avete già un biglietto (ad es. Avanzato da un pacchetto da 10 come nel nostro caso) il supplemento si può acquistare anche separatamente, direttamente dai distributori automatici della metro.
Volo puntualissimo, un po’ di storie per il bagaglio a mano ma…Tutto regolare, si parte e per ora…Adiòs Madrid e muchas gracìas.