Civita di Bagnoregio: la città che muore

La città sospesa
Scritto da: Tartaruga92
civita di bagnoregio: la città che muore

Civita di Bagnoregio si trova in provincia di Viterbo, vicina al confine tra Lazio e Umbria. Raggiungerla è molto semplice, grazie alle diverse indicazioni presenti. Arrivati è un po’ complicato trovare da parcheggiare. Il parcheggio, anche per moto e motocicli, all’ingresso dell’area pedonale, a pagamento, è sempre completo, visti i numerosi turisti che provengono da tutte le parti del mondo per visitare questo borgo caratteristico.

Sono presenti, un po’ distanti, altri parcheggi, come quello in zona cimitero. Per arrivare al ponticello che collega Civita alla “terraferma” ci sono due scelte: una bella passeggiata di pochi km leggermente in salita, oppure è disponibile una navetta.

Nella strada principale di collegamento diversi sono i locali e i negozi per fermarsi a mangiare qualcosa o per fare shopping. Anche nel borgo vecchio si trovano molti ristoranti, ma con limitati posti a sedere, che vi obbligheranno a file di attesa.

Il solo modo di visitare il borgo, fondato dagli Etruschi, è a piedi; si percorre il ponte di qualche centinaio di metri e in leggera pendenza e ci si trova alla porta di entrata principale.

L’ingresso a Civita prevede un ticket di 5 euro, da pagare alla biglietteria all’inizio del ponte; ma la vista che ci aspetta è impagabile e il selfie è d’obbligo. La prima impressione di fronte a Civita non è quella di una città che muore, altresì di una città sospesa, che sembra fluttuare su una nuvola.

Fanno da padroni del borgo i mici e le voci rumorose dei turisti, molti dei quali stranieri, che neppure in tempo di pandemia hanno rinunciato ad animare questa meraviglia.

Il panorama intorno è veramente unico, così speciale che diversi l’hanno scelto come sfondo alle scene di film molto famosi, come Pinocchio.

Civita è costruita su un colle di tufo, destinato col tempo a crollare a causa dell’azione erosiva degli agenti atmosferici. Alle spalle del borgo si estendono i cosiddetti “calanchi” ovvero delle creste di argilla/tufo esili e ondulate in continua trasformazione.

Al centro del borgo vale la pena di perdersi tra i vicoli e le piccole stradine sulle quali si affacciano i portoni e le scale di accesso alle abitazioni adornate di vasi di fiori che colorano le pareti di tufo.

È possibile visitare, con pochi euro, un piccolo museo, geologico e delle frane, di un’unica stanza, che spiega l’ evoluzione del territorio e la particolare morfologia del luogo, ed una grotta, ripresa nel film di Pinocchio, che al momento ospita riproduzioni di antiche macchine di pietra, torchi per frangere le olive e attrezzi di una volta.

Cogliete l’attimo per trascorrere qualche ora in questa città sospesa, non solo fisicamente, ma anche nel tempo.

Buon viaggio!!

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