Ciudad Perdida
Ho pensato di andare a Ciudad Perdida dal momento in cui comprai la lonely planet della Colombia, Poche parole, ma una descrizione alquanto affascinante. Su internet poi, poche informazioni.
Il posto si raggiunge con 3 giorni di cammino.. Mitica città dell’oro… Scoperta nel 76… E basta , tutto qui, 1 o 2 foto ma insomma niente di che.
Quindi dopo lunghi traffici per informarsi e per prenotare, il 18 dicembre, con il timore di aver scelto di fare una stupidata (ma io tacevo perchè sennò son sicuro che saremmo rimasti a prendere il sole…), io e davide, abbiamo abbandonato lo svacco e gli amici, dalle belle spiagge di Arecyfe nel Parque tayrona, con direzione la non proprio magnifica città di Santa Marta.
19 dicembre Passata la notte alla “Casa Familiar”, ci siamo diretti alla sede della agenzia segnata sulla guida (www.Burritaca200…) per le 8, abbiamo atteso l’apertura e poi abbiamo atteso e atteso e atteso.
Alla fine, dopo aver visitato il museo di etnografia locale, verso le 11,30 siamo partiti.
Team di turisti di 12 persone così strutturato: 2 italiani (io e davide) 1 ragazza olandese (anna) 2 sudafricani (bryan e george) 2 tedeschi (mira e thomas) 4 americani (erin, maddleine, andy e justine) 1 colombiana (maria) Oltre a noi Beto la guida, e Alberto il cuoco.
Siamo dotati di 2 mezzi, un fuoristrada e un fuoristrada modificata in versione coloratissima chiva colombiana su cui viaggiamo in 11. Per arrivare alla partenza servono 3 ore di macchina, mi chiedo come sia possibile visto il niente che apparirerrebbe sulla carta, ma finalmete partiamo.
Dopo 2 ore lungo la costa che iniziano ad allontanarci dalla civiltà, i mezzi girano e la strada diventa non asfaltata e sul volto dell’autista compare un’aria felice. Iniziano le montagne russe. Io sono piazzato in prima fila e vedo una strada così dissestata, ma così dissestata, che non sembra una strada. Non è semplicemente non asfaltata, ma è profondamente erosa, e zeppa di fango e di pietre varie.. Con frane innumerevoli. In alcuni tratti il pullman si piega così tanto verso la scarpata che sembra crollare,… Con tutti noi sopra. Insomma la strada è brutta, e il pullman 4×4 infatti cosa fa ? … Si pianta, … Si pianta una volta, due volte, tre volte… E poi fora !!.. E poi si ripianta !! E poi arriviamo olè.
Dunque si parte ? .. No ! Dunque si mangia ! E dopo un’ora si parte , sono le 15,30 e Alberto ci da sacchetti della spazzatura per coprire gli zaini. Previsione di camminata 4-5 ore.
Partiamo allegri e pimpanti, e al primo fiume da attraversare (l’acqua arriva sotto il ginocchio), ci togliamo le scarpe, alcuni si mettono i sandali. Ci sentiamo tutti molto astuti. Dopo 20 min. Altro rio, stessa scena, altri 30 min altro fiume e qui iniziamo a capire che bisogna attraversare un po’ troppa roba per pensare di togliersi e mettersi le scarpe, quindi iniziamo bellamente a camminarci dentro. E poi, … E poi si sale, molto dritto devo dire, in mezzo al fango, decisamente tanto fango.
Perchè tanto fango ? Semplicemente perchè ai tropici piove tanto e lo strato di terreno organico che da noi se va bene è di 40 cm, li è spesso 2-3 metri. E se a questo aggiungiamo il calpestio dei muli che vanno avanti e indietro, tutto inizia a spiegarsi, anche le macchie più scure di fango iniziamo a spiegarsi con la presenza dei muli, insomma, arranchiamo su per la salita cercando di non sprofondare nel fango, e arrivati in punta finalmente….. Piove.. Piove un bel po’ ! Mannaggia quanto piove, insomma camminiamo ancora 2 orette (totale 3,5 ore e complimenti della guida) sempre piu’ tra pioggia e fango e finalmente arriviamo alla baracca dove facciamo cena.
Io sono un po’ preoccupato, i miei piedi sembrano una grattugia, tutto per colpa della mezz’ora di camminata che ho fatto coi sandali.. Ma tant’è, che ci possiamo fare ! La pioggia e il fango mi hanno spaccato, e ora escono le prime zanzare e ci prepariamo a dormire sull’amaca con zanzariera allestita dal buon Beto. Intanto si avvicinano i militari che faranno buona parte del viaggio simile a noi per controllare il sito archeologico, e fan 2 chiacchiere, affascinati dal vedere tutti sti europei e americani, e soprattutto europee e americane. Stanco e un briciolo preoccupato dai piedi mi accingo a dormire, credo alle 20,15.
20 Dicembre Dopo un mitico e gradevole sonno, accompagnato da scrosciante pioggia, al mattino c’è il sole.
Partiamo decisi, e sarà una giornata tra campi aperti pascolati e parzialmente ancora coltivati a coca, e tratti di foresta pluviale. Bello, affascinante ! Ovviamente il fango non manca, le scarpe ormai ci si infilano dentro con tranquillità e con gioia maggiore vanno a guadare i vari torrenti, per uscirne pulite. Sostanzialmente c’è un gruppo di persone veloci a camminare, tra cui davide e i sudafricani e gli ultimi simpatici ma lentissimi tedeschi. In realtà ci sono ancora Justine e Maria la colombiana , ma a fine giorno desistono e tornano indietro, lei dichiara male al ginocchio… Boh.. Sarà… Io come al solito sono a metà del gruppo. Nello specifico come mio solito riesco a rimanere solo per quasi tutto il tempo. In mezzo alla foresta e poi al fiume e in mezzo ai villaggi di paglia degli Indios che compaiono dal nulla. Lo trovo bellissimo !! Mi trovo bene, e se dio vuole dopo 2,5 -3 ore di cammino Beto si ferma, prende una bella foglia verde che usa da piatto e sopra ci taglia un ananas per spuntino. Mai piaciuto così tanto un ananas, mio dio che bontà, penso di aver il fango fino in testa, il sudore che cola ovunque, e via .. Ad attravesare il fiume, qui c’è da bagnarsi fino alle chiappe, ma oramai son lanciato, resta un’ora e mezza in solitaria lungo il fiume burritaca e si arriva al secondo campo, dove i primi son gia andati a fare il bagno nel fiume, e io felicemente li raggiungo. Dopodiche inizia a piovere (sono le 16 e la pioggia è precisa), relax, spuntino, si gioca a carte, si chiacchiera con i nuovi amici, e si fa cena, l’ambiente è allegro, piove senza senso, ma io e Davide tiriamo fuori una bottiglia di Rhum molto apprezzata da tutti (lo ammetto l’idea è stata sua..) e passiamo la serata così.. Oddio alle 21 siamo tutti a dormire nelle amache zanzarate, ma è bellisimo. Per la cronoca doveva durare, 5 ore e ne abbiamo camminate 4… Olè.
21 dicembre La camminata deve durare circa 7 ore. Chiedo a Beto la spiegazione del tragitto e mi spiega: 20 minuti muy mal, 1 arriba, 1,40 su e giu fino al rio, poi si attraversa il fiume 8 volte e poi la scalinata per ciudad perdida per un’ora. Partiamo e capiamo subito cosa sono i 20 minuti in piano muy mal, il fiume si è mangiato il sentiero, perciò si cammina su rocce scivolose a 20 metri dal fiume.. Ninte di tragico, ma si fa attenzione. Poi si attraversa il fiume una volta,e qui ci mettiamo molto, perchè l’acqua a 1,20 al guado e la corrente non manca, 2 indios che portano su un po’ di roba, lo attrversano nuotando e noi cittadini un po’ rincoglioniti ci mettiamo mezz’ora. Poi si sale, per un sentiero bello dritto, si passa tra 2 capanne indio, hanno qualche gallina qualche maiale piante di banane e stanno molto riservati, passiamo e in punta alla salita Beto e Alberto ci danno banane colte dall’albero al momento… Ovvimente ottime. Relax dieci minuti e poi su e giu, fino a raggiungere il fiume; qui iniziamo i guadi, tutti sopra il metro e con discreta corrente, faticoso, è bello. All’ottavo guado, ci giriamo e zac, lungo il fiume compare la scalinata, che sale, sale su in mezzo alla foresta. E noi ci inerpichiamo. Dura un’ora, un’ora di scalini belli viscidi franati e sconnessi. Gli avevano fatti gli indios, non so quando. Sostanzialmente Ciudad Perdida era un santuario tra i monti di una popolazione che viveva essenzialmente sul mare. Un posto molto lontano e scomodo dal mare, dove loro avevano avevano fatto una cittadella con piattaforme di petra su cui poggiare le loro capanne e per posizionare un loro osservatorio. L’osservazione degli astri era fondamentale per chiviveva nella natura come loro. Il cielo era un libro da leggere, e per capire il cielo la vita gli dei la natura si costruivano piattaforme sulle montagne, dove si venivano a creare santuari. Comunque i Tayrona, vivevano sul mare e scapparono qui in massa solo dopo che i “Conquistadores” li cacciarono dalla costa. E non lo trovarono mai questo posto, rimanendo con il mito dell’eldorado per anni. Questo posto lo trovarono altri cercatori d’oro, i guacqueros, tombaroli da noi, nel 1976 spinti dal mercato nero. Ma la scoperta fu stupefacente anche per loro, che descrivevano il posto come una città nel cosidetto Infierno verde. All’arrivo, devo dire di essere stato molto felice, e stravolto, nello specifico ho pure strappato i pantaloni nei guadi dei fiumi, per cui il mio trionfale arrivo è in costume. Facciamo un giretto e andiamo a posizionarci nella capanna. Molto bello, per dormire materassi (olè), e mega zanzariera in comune. Mangiamo, Alberto grande cocinero ci fa la pasta coi wurstel… Gli americani che apprezzano particolarmente e ci chiedono se è come quella italiana… “Certo” rispondo brillante, ma in effetti vista la fame ho particolarmente apprezzato. Giochiamo a carte con i compagni di viaggio beviamo la seconda bottiglia di rum (siamo dei grandi…) si ride e si scherza. Diamo spettacolo di humor italico alla compagnia, ottimo. Alla fine si va a dormire con vista diretta sulle montagne della Sierra nevada con la luna piena. 22 Dicembre Ci si sveglia presto e decidiamo di fare il giro per Ciudad perdida fino a mezzogiorno e poi ritornare alla capanna del giorno prima. Il giro è bellissimo, e io scivolo per ben 3 volte sugli scalini che sono ovonque. La prima caduta la definirei anche spettacolare modestamente,… Ma per fortuna non mi faccio nulla. E qui ammeto di essermi chiesto per la prima volta se nell’organizzazione che ci accompagna c’era anche l’assicurazione… Vabbè forse si.. Facciam finta di niente troppo tardi per chiederlo…:-). Poi ritorniamo indietro, fatte le scale con attenzione partiamo spediti, e guadiamo il fiume 8 volte di nuovo ma in metà tempo. Qui un cane ha deciso di seguire davide e i sudafricani, perchè vuole tornare alla sua india. Dopo qualche difficoltà nei guadi davide lo porta in braccio per fargli attraversare l’ultimo pezzo, dopo di che saluta e schizza via a casa. Poi percorso inverso con pausa con banana portata direttamente dai bambini indios amici di Alberto il cuoco.
Solo più strada in discesa e arriviamo alle capanne. Qui incrociamo 2 mega gruppi che salgono. Si fa il bagno nel fiume, si chiacchiera gioca ride, e davide da gran politico convince tutti a fare il tiratone unico il giorno successivo, per arrivare in serata a Santa Marta, la civiltà. Le operazioni di convincimento vanno a buon termine, con Beto che mi preoccupa un po dicendo che sono 7 ore. Poi scende a 6 e Alberto dice che si fa in 5 secondo lui. Vabbè, a rigor di logica principalemnte si scende quindi insomma no problem. Poi l’han pure fatto dei tizi inglesi che avevamo conosciuto al parque Tayrona, e che mi sembravano fare molto i fighi , per cui e che cazz lo facciamo anche noi. 23 dicembre, Partenza ore 7, tutti molto determinati e convinti, i sudafricani e l’olandese scappano via subito, gli americani a ruota, io ho deciso di fare con Davide, che non riemerge dal bagno, almeno la prima ora lungo il fiume. Il sentiero non mi sembrava chiarissimo e quindi preferivo farlo in compagnia. Anche perchè Beto è partito alle 6 per andare ad avvertire l’agenzia di mandarci il rottame pullman prima. Alla base della prima salita Davide parte a piede rapido e io resto per conto mio. Dietro restano i tedeschi spariti da tempo. In sintesi cammino da solo per 5 ore, in mezzo a foresta, fiumi pascoli, fango. Puff puff, stancante, ma bello, ha anche un che di rilassante il contesto. E quindi avanti, passo il primo campo e c’è beto che rifornisce succo di frutta, e aspetta gli ultimi chiedendomi se li ho visti all’orizzonte, “…Ehm, no bo son stanco puff puff dammi da bere..”. Proseguo, incrocio dei ragazzi inglesi che erano partiti il giorno prima di noi per rientrare, arranco abbastanza sulla salita, ma è corta, e poi solo più piano e discesa, e fango in magna quantità, questa è la zona dove passano tanti campesinos, e i muli lasciano abbastanza tracce. Alla fine, pulisco le scarpe lungo l’ultimo rio attraversato e faccio l’ultimo km in gara con un mulo che mi affianca. Be in realtà son io che son stanco e quando sto mulo mi si affianca decido che devo arrivare prima… E vabè.. Soddisfazione di menti stanche eh eh. Aspettiamo al bar l’arrivo degli ultimi 2, mangiando qualcosa. Arrivano un’ora dopo, Mira a piedi,e Thomas distrutto a cavallo di un mulo. Be, ottima scelta ammette lui stesso,e poi mi fa piacere vederci tutti riuniti insieme. La sera è deciso si farà festa ! 3 di noi per rientrare prendono il mototaxi fino alla statale e di li prenderanno il pullman per santa marta. A noi non resta che aspettare il rottame, che arriva in ritardo mitico e inizia a piantarsi in ogni dove nel rientro e quando scendiamo per togliere peso, ci dice di risalire in fretta che se si mette a diluviare è peggio. Allora alè di corsa. E poi sto trabicolo si va a mettere in passaggi allucinanti lungo la discesa. Restiamo anche simpaticamente in bilico sopra la scarpata in un pezzo di strada franata, devo ammettere di aver provato una certa strizza. Notevole, sarà la stanchezza ma temo anche di dare il giro in 2 o 3 occasioni, ma sto trabicolo 4×4 raggiunge inclinazioni folli. Vabbè, amen finisce anche questa e arriviamo sulla statale di li a santa marta. Stanchi e luridi ci andiamo a mettere tutti nello stesso albergo e alla sera tutti insieme al ristorante.
Sono dei nuovi amici non c’è che dire.
Per la cronaca, il prezzo per 6 giorni è di 450.000 pesos, 150-160 euro. Ottimo mi pare. Anche perchè si può andare solo con questa agenzia o un’atra, senza guida mi pare imposssibile, e con guide improvvisate mi pare rischioso e stupido oltre che vietato. E’ sufficiente portarsi uno zainetto, dove suggerisco di mettere obbligatoriamente 1 maglietta al giorno e 1 per la notte, suggerisco pure un piccolo sacco a pelo, per quanto forniscano le coperte. Ma visto il mitico quantitativo di zanzare, eviterei di farsi pungere da altri insetti usando quindi le proprie coperte. Poi spray anti zanzare fondamentale e pila utile. Ciabatte, costumi e amen. L’organizzazione a me pare buona quindi evitate pure di appesantire lo zaino.
A chi lo consiglio,……
A chi ama la natura ovviamente, ed è consapevole che nella natura ci sono anche la pioggia il fango e le zanzare. Perchè la natura qui e maestosa. A chi ama gli scavi archeologici, ed è consapevole che in sudamerica non c’erano solo aztechi, maya e incas, ma migliaia di popolazioni che son dovute fuggire a causa della “civilizzazzione”. A chi ama le culture differenti, indios e anche campesinos, ex cocaleros, con cui si può parlare nelle pause dalle capanne. E a chi vuole provare a farsi un giro tra le montagne lontano da casa. E’ questione di voglia. E si può avere veramente tanto, un ricordo scolpito nel cranio col fuoco, amici e sensazioni. E poi tranquilli.. Perdete anche qualche kiletto …