City break a Düsseldorf
Data la distanza di oltre 80 km e la presenza di mio figlio di poco più di due anni, ho deciso di noleggiare un auto a prezzi convenienti da Budget, piuttosto che affidarmi ai rari bus che collegano l’aeroporto con il centro città.
Così atterrati nel piccolo ma grazioso aeroporto di Weeze, ritiriamo la nostra Skoda Fabia e partiamo alla volta di Dusseldorf, raggiungibile in circa 45 minuti di autostrada. Non appena arriviamo nei pressi del nostro albergo ci tuffiamo in uno dei tanti parcheggi sotterranei (peraltro economicissimi visto che l’intera giornata di sabato o domenica costa solo 3 euro), lasciamo l’auto e ci dirigiamo all’Hotel Dusseldorf Mitte. L’hotel sorge a due passi dalla stazione centrale e non lontano dai punti di interesse della città, dispone di camere standard già discretamente ampie e ben arredate, una reception molto efficiente e un’ottima colazione a buffet. Ci prepariamo velocemente per fare il nostro primo giro della città. La prima tappa non può che essere che la limitrofa via dello shopping: la Konigsallee. La passeggiata è rilassante, anche perché oltre ai negozi delle migliori griffe internazioniali, ci sono i canali posti al centro della strada che rendono tutto il contesto molto gradevole. Alla fine della Konigsallee si arriva alla prima grande area verde della città l’Hofgarten. Qui è possibile rilassarsi a bordo del lago guardando i cigni, bere una birra o semplicemente far correre e giocare il proprio bambino.
Dall’Hofgarten la strada per arrivare all’Altstadt, vale a dire il centro storico, è veramente breve. Si passa per una strada piena zeppa di locali e brulicante di gente festante fino ad arrivare alla Market Platz dove campeggia il municipio cittadino. Facciamo un giro per le stradine del centro storico fino a che non ci spostiamo sulla Rheinfurpromenade (cioè il lungofiume sul Reno). E’ proprio lì che inizia il così detto “bar più lungo del mondo“, vale a dire una sequenza di birrerie poste in sequenze una dietro l’altro che in effetti danno la sensazione, viste dall’alto, di un unico grande locale. La passeggiata sulla promenade è molto gradevole. Il panorama è dominato dalla Rheinturm (la Torre del Reno) verso cui ci dirigiamo, e che raggiungiamo in 15 minuti di passeggiata a piedi. La torre è imponente nella sua altezza di 218 m, ed è possibile salirci sopra fino a mezzanotte, pagando un biglietto di 9€ a persona. La maggior parte dei visitatori scende al bar posto a 168 metri, da dove si ha la possibilità di gustarsi il panorama sorseggiando una bibita (meglio al tramonto come abbiamo fatto noi). Immediatamente sopra, a 172 metri, c’è il ristorante rotante che permette di godersi il panorama a 360°. Esperienza da fare sicuramente, ma non aspettatevi un panorama da sballo.
Giunta la sera, ripercorriamo la strada all’inverso. A questo punto, lo skyline è al massimo delle sue potenzialità, sia per l’illuminazione multicolor della torre, sia per il ponte sul Reno, sia per il lungofiume che brulica di luci e gente che beve e si diverte. Noi cerchiamo per cena un posto più appartato e adatto come spazi alle esigenze di nostro figlio. Ritorniamo così a pochi passi dal nostro albergo, in uno dei Maredo, una catena di steakhouse argentina dal discreto rapporto qualità prezzo.
L’indomani recuperiamo la nostra macchina dal parcheggio ed in pochi minuti siamo a MedienHafen, che si trova nell’area portuale e che rappresenta il quartiere più trendy e all’avanguardia della città. Qui infatti ci sono gli edifici dell’archistar Franz Gehry, i locali più carini e gli hotel più esclusivi. Dal bar outdoor dell’Hyatt è possibile ammirare il panorama migliore di tutta la città. Insomma il quartiere tutto lascia intendere come, con intelligenza, si possano rendere vivibili e molto interessanti ex aree portuali/industriali che in passato sicuramente non avevano lo stesso appeal che hanno oggi. Proprio in zona mangiamo da Sattgrun, un ristorante a buffet vegano, che ci sentiamo assolutamente di consigliare, sia per la qualità del cibo, sia per l’atmosfera easy che si respira , sia per i prezzi contenuti. Proprio da Sattgrun è possibile anche attrezzare un pranzo al sacco da portare nell’area verde del MedienHafen o da qualche altra parte.
E’ proprio quello che abbiamo fatto per nostro figlio (che infatti si era beatamente addormentato nel passeggino), che si è sfamato una volta che abbiamo raggiunto l’ultima meta del nostro soggiorno, vale a dire il NordPark, che è la più grande area verde di tutta la città.
Anche questo parco cittadino è molto curato e molto frequentato da famiglie perché ci sono vari playground per bambini. Attrazioni principali sono l’Acquazoo, che tuttavia in questo periodo è chiuso per lavori, e il Japanischer Garten, un piccolo giardino giapponese che sembra fatto apposta per lenire la nostalgia di casa dei numerosi giapponesi presenti in città.
Alle 18 decidiamo che è giunto il momento di tornare nel paese di Weeze, dove abbiamo prenotato una camera presso la Pension Heidweg su Booking. La camera è molto bella, la proprietaria gentile e simpatica. Un po’ meno carino è il paese, che risulta essere, dopo le 19, abbastanza morto, tanto che mi ritengo abbastanza fortunato ad aver trovato un kebabbaro aperto. Tuttavia la cosa positiva è che ci troviamo a soli 10 minuti d’auto dall’aeroporto cosa fondamentale considerando che l’aereo per Roma l’indomani sarebbe decollato alle 7 del mattino.
Concludendo la città vale sicuramente il city break (ma non di più). Ovviamente sarebbe meglio volare direttamente sull’aeroporto cittadino che viene servito da Eurowings. Ma in questo caso occorre valutare al momento dell’acquisto la differenza di costo tra il prezzo dei biglietti aerei sullo scalo principale e quello della combinazione volo Ryanair + auto (o autobus andata e ritorno) su Weeze. Nel mio caso la differenza era talmente ampia da giustificare la scelta fatta.