Citta’ imperiali e grande sud

MAROCCO Citta’ imperiali e Grande Sud Partenza 7/10/2001 Ritorno 21/10/2001. Spesa Lit. 3.000.000 a testa Percorsi 2.700 Km in pullman ed in jeep Componenti: in gruppo Per festeggiare il primo anniversario di nozze ci regaliamo un viaggio in Marocco. Partiamo con un viaggio organizzato ma ben documentati e, nonostante la stanchezza con cui...
Scritto da: Cinzia Cinzia
citta' imperiali e grande sud
Partenza il: 07/10/2001
Ritorno il: 21/10/2001
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 3500 €
MAROCCO Citta’ imperiali e Grande Sud Partenza 7/10/2001 Ritorno 21/10/2001.

Spesa Lit. 3.000.000 a testa Percorsi 2.700 Km in pullman ed in jeep Componenti: in gruppo Per festeggiare il primo anniversario di nozze ci regaliamo un viaggio in Marocco. Partiamo con un viaggio organizzato ma ben documentati e, nonostante la stanchezza con cui siamo arrivati al giorno della partenza, l’entusiasmo e le aspettative non mancano. Per l’occasione Max compra la telecamera. E’ un peccato non averla comprata prima e non aver registrato i canti dei nubiani ad Assuan e le onde che si frangono sul reef alle Maldive. Dopo l’11 settembre ci consigliano tutti di non partire ma non ci lasciamo intimorire.

Domenica 7/10/2001 – Milano / Marrakech A Milano e’ un po’ freschino ma partiamo con i pantaloni di lino ed il golf di cotone, come bagaglio a mano lo zaino con la macchina fotografica, la telecamera e qualche decina di rullini. Guardiamo con nostalgia le coppie in viaggio di nozze con le fedi lucide, le valige pulite e le neo sposine con ancora i residui dell’acconciatura. Passato il check-in spengo il cellulare ed e’ proprio ora di partire…. Che dire, non ho mai festeggiato il mio compleanno a Marrakech! Arriviamo a Marrakech nel pomeriggio accolti in aeroporto dalle Frecce Tricolore in versione marocchina. Il clima e’ fantastico. Ma questa non e’ Marrakech: distese di pietrisco con qualche palma spelacchiata ed un quartiere moderno composto da alberghi a 10 piani e ville sormontate da decine di paraboliche! Ma dove sono i marocchini con la jellabah ed i palmeti? L’albergo ha una hall fantastica ma la camera lascia un po’ a desiderare nonostante le 4 stelle. E qui avviene il primo contatto con la cultura marocchina: nel bagno non c’e il water! Dopo i primi minuti di disorientamento ci accorgiamo di una porta che consente di accedere ad uno sgabuzzino che contiene l’oggetto del desiderio: diciamo che li seduti la sensazione e’ abbastanza claustrofobica! Vogliamo andare a fare due passi fuori dall’albergo ma le guide ci consigliano di non uscire per la dichiarazione di guerra degli Stati Uniti. Disobbediamo ed arriviamo fino alle mura di Marrakech senza essere ovviamente infastiditi da nessuno. Preoccupati ci chiediamo chi saranno i nostri compagni di viaggio perche’ fin ora non abbiamo incontrato nessuno al di sotto dei 55 anni ad eccezione di una coppia di Livorno che effettua un tour diverso.

Lunedi 8/10/2001 – Marrakech / Casablanca / Rabat – 380 Km Aperta la finestra Marrakech non e’ piu’ quella del giorno prima: di fronte all’albergo c’e una villa con un paio di macchinoni parcheggiati in cortile ed un bambino che gioca con un monopattino, ma arriva un uomo in jellabah che getta la bicicletta sull’asfalto e raccoglie qualche oliva caduta sulla strada dagli alberi che ornano il viale. Finalmente conosciamo i nostri compagni di viaggio, che come sospettato, sono tutti pensionati. Divertiti non ci preoccupiamo piu’ di tanto, diventiamo i cuccioli del pullman e facciamo le nostre amicizie: Amedeo e Rita (35 anni per gamba!) ed una coppia di adorabili signore di Trieste (qui superiamo i 40 per gamba!). Il pullman GranTurismo corre veloce per l’autostrada marocchina in direzione di Casablanca. Il paesaggio e’ affascinante. Lasciamo la zona desertica di Marrakech, oltrepassando colline appena arate che ricordano molto la campagna senese. Casablanca ci sorprende con i suoi viali all’europea, i palazzi bianchi, i negozi di vestiti, i venditori d’acqua agghindati per essere fotografati, le ragazze con vestiti piu’ provocanti dei miei ed i capelli sciolti. Poi pero’ troviamo il negozio di vestiti per “signore decorose”, un bambino con mezzo piede marcio che chiede l’elemosina e la guida che ci illumina dicendo che gli uomini non vogliono che le donne vadano nei bar per il loro bene perche’ altrimenti gli altri uomini le infastidirebbero. La moschea di Hassan II e’ bellissima ma purtroppo e’ vietato entrare ai non musulmani. L’oceano e’ furioso e la nebbia avvolge la baia. E’ spettacolare! Vediamo la medina da lontano. Non riusciamo a capire: le case sono una sopra l’altra, sembrano malconce ma sono letteralmente ricoperte di parabole. Ma sono ricchi o sono poveri? La macchina fotografica incomincia a fare i capricci! Raggiungiamo il palazzo reale di Rabat con le guardie vestite di tutto punto, poi la torre Hassan ed il mausoleo di Mohamed V: rimaniamo affascinati dalla nenia dell’imam, e’ quasi ipnotica. Dopo cena non abbiamo il coraggio di avventurarci soli fuori dall’albergo, ma i nostri coraggiosi compagni di viaggio non si lasciano intimorire e con le orecchie basse ci aggreghiamo. Ma non sono i giovani il bastone della vecchiaia? Le vie sono completamente deserte, ci siamo solo noi e le cicogne sugli alberi.

Martedi 9/10/2001 – Rabat / Volubilis / Meknes / Fes – 270 Km Fa freddo ed incomincia a piovere. Visitiamo velocemente Volubilis sotto un acquazzone torrenziale. Meknes non ci lascia molto nel cuore, se non l’immagine delle onde che si frangono contro una casa rossa ed un giardino dei silenziosi: qui si che i morti sono tutti uguali! Mangiamo il primo pasto decente a Fes e delle strepitose crostate di frutta. Ormai mi nutro solo di pane, patate e torte. Max non ha di questi problemi e per lui ogni viaggio e’ un incontro con la cucina del paese.

Mercoledi 10/10/2001 – Fes Piove, sono arrabbiata perche’ la macchina fotografica funziona quando vuole e questo Marocco non mi piace poi cosi’ tanto. Max e’ tranquillo, e’ un camaleonte. Abi, la guida, ci avverte dicendo che ognuno di noi avra’ di Fes un impressione diversa: chi ne rimane affascinato, chi scioccato e chi schifato. Arriviamo nella medina. Fatichiamo a seguire la guida per i vicoli stretti e sporchi, i portatori urlano “Balech” tirando le briglie degli asini, i bambini ci seguono come mosche e sottovoce domandano “Chocolat”, teniamo stretta macchina fotografica e telecamera, i vecchi chiedono l’elemosina seduti negli angoli, le minuscole e sovraffollate botteghe mostrano gente che lavora senza un minimo di sicurezza, i ragazzi che pregano nelle medrasa. Mille lire per una foto. Entriamo in uno sgabuzzino e trovo un maestro con una nidiata di piccoli che cantano. E’ la prima cosa pulita che vediamo. Lasciamo una manciata di penne ed una di caramelle. Sale un groppo in gola. Entriamo in una porticina e ci troviamo in una palazzo bellissimo, decorato da pavimento al soffitto con mosaici di piastrelle, legno di cedro e stucco intagliato. E’ il ristorante. Ci laviamo le mani e quando portano il pane in tavola lo guardiamo prima di mangiare: e’ lo stesso che abbiamo visto nei carretti dei trasportatori buttato nello stesso modo con cui trasportano i tappeti, la menta e qualsiasi altra cosa. Aveva ragione Abi, ma ancora non abbiamo visto il peggio. Ritorniamo nella bolgia e questa volta scendiamo nell’inferno, nelle concerie di Fes. Ci danno un mazzetto di menta da mettere sotto il naso prima di entrare. Al primo sguardo sembra la tavolozza di un pittore e invece e’ gente poco e mal vestita immersa fino alla cintola in vasche piene di liquido maleodorante e che a mani nude concia e tinge le pelli. Tra le vasche il proprietario, con un lindo giubbotto bianco, controlla il buon operato dei lavoratori. Una visita alla fabbrica di ceramiche dove un lavoratore dopo 6 anni al taglio delle piastrelle viene promosso alla composizione dei mosaici! Ci guardiamo intorno e, ad eccezione del proprietario, il lavoratore piu’ anziano non ha vent’anni. Ci sono degli operai che camminano su un tetto sconnesso e buttano in un buco del tetto dei ceppi: sotto c’e’ il fuoco del forno. Non compriamo niente. Ritorniamo in albergo bagnati, sporchi, confusi e un po’ imbarazzati per tutte le volte che nella vita ci siamo lamentati di cose che in questa dimensione sembrano stupide. Purtroppo la bellezza della citta’ medioevale e dei tappeti non copre la tristezza della medina. Giovedi 11/10/2001 – Fes / Marrakech – 490 Km Ha smesso di piovere e ci aspetta una lunga giornata in pullman ed Abi ne approfitta per raccontarci di tutto e di piu’ su usi e costumi di questo paese. Attraversiamo una zona di colline brulle incontrando qualche fattoria. La strada e’ in salita. Ci fermiamo su un altopiano dove c’e solo un bar ed una casa rosa. Non c’e’ una pianta e tira vento. Sulla strada passa qualche macchina che sembra arrivare dal nulla ed andare nel nulla. Trovo dei sassi bellissimi. Oltre l’altopiano incomincia la discesa. Il paesaggio cambia completamente. Le colline sono piu’ aspre e ricoperte di abeti. Arriviamo in una pianura verdissima completamente coltivata ad uliveti e vigneti. Ci fermiamo per il pranzo in un albergo bellissimo chiedendoci l’utilita’ di costruire un tale albergo in una zona tanto isolata. Ci dicono che il proprietario, un marocchino, l’ha costruito per ospitare i suoi amici durante le battute di caccia. Ripartiamo in direzione di Marrakech e lentamente i vigneti scompaiono. Incontriamo qualche nuovo paese affollato di gente e di bancarelle. Le abitazioni in cemento sono tinteggiate di rosa, il colore di Marrakech. Raggiungiamo la zona desertica e vediamo in lontananza qualche caratteristico paese di fango. La cena e’ prevista in uno splendido palazzo trasformato in ristorante con tanto di canti tradizionali e danza del ventre. Non abbiamo ancora assaggiato un tajine uguale all’altro, ma un piatto di spaghetti aglio olio e peperoncino …. Per raggiungere il ristorante attraversiamo piazza Djemaa el Fna “di sera” e ne rimaniamo incantati. Scatto una delle piu’ belle foto del viaggio ad un ristorante all’aperto. Ci promettiamo di ritornarci con calma nei gg non organizzati del tour.

Venerdi 12/10/2001 – Marrakech Mentre la medina di Fes e’ per i marocchini, la medina di Marrakech e’ per i turisti ma non meno autentica e se Fes e’ un caleidoscopio di rumori ed odori, Marrakech lo e’ di colori. Nel souk si trova di tutto ma rimandiamo gli acquisti alla prossima settimana. Visitiamo uno splendido palazzo trasformato in museo e vari monumenti un po’ delusi, ma poi rimaniamo affascinati dalla piazza Djemaa el Fna “di pomeriggio”: incantatori di serpenti, cantastorie, giocolieri, saltimbanchi, cartomanti e soggetti vari. Ci godiamo lo spettacolo mentre sorseggiamo un the’ alla menta con delle corna di gazzella dal terrazzo dell’Argana’.

Sabato 13/10/2001 – Marrakech Oggi giornata libera. Scorazziamo da soli tutto il giorno per i souk di Marrakech, ci addentriamo anche nel mercato berbero facendo capolino nella piazza “di mattina”, “di pomeriggio” e “al tramonto”. La citta’ e’ frenetica e allegra ma che dire del bimbo che ci ha chiesto la bottiglia vuota di CocaCola per bere le poche gocce sul fondo? La serata la trascorriamo “Chez Ali” in una mega tenda nel deserto con tanto di spettacolo fantasia e tappeto volante! Domenica 14/10/2001 – Marrakech Mentre ci domandiamo chi saranno i nostri nuovi compagni di viaggio, ricompaiono Michele e Paola di Livorno e scopriamo che hanno cambiato itinerario e verranno con noi a sud. Ritorniamo nei souk, questa volta in quattro. Ci affidiamo ad una falsa guida per raggiungere una medrasa indicata sulla Lonely Planet, ma ci porta in quartieri al di fuori dei souk. Ci accorgiamo che la guida ha un complice che ci segue e scoperto l’inganno abbandoniamo la guida evitando probabilmente qualche guaio. Ci aspetta una settimana faticosa. Meglio godersi un giro della citta’ in calesse al tramonto. Ovviamente anche qui riescono a fregarci qualche soldo! Lunedi 15/10/2001 – Marrakech/Taroudant – 240 Km Siamo in 6 jeep da 6 persone ma sulla nostra ci siamo solo noi, Michele, Paola ed ovviamente l’autista. La nuova guida e’ un professore di arabo, antipatico e terribilmente noioso. Ci dirigiamo nella fertile valle dell’Ourika dove visitiamo una delle caratteristiche case di terra, paglia e sassolini. Ci sono solo delle donne che ci offrono il classico the’ alla menta e delle fantastiche piadine da inzuppare prima nell’olio di argana’ e poi nel miele. Poi andiamo in un souk all’aperto, che, forse solo per questo, sembra molto piu’ pulito rispetto a quelli nelle medine. I ristoranti offrono pero’ i soliti spiedini di fegato e grasso! La gente e’ completamente diversa rispetto a quella incontrata fin ora. Sono estremamente cordiali, desiderosi di scambiare quattro chiacchere e possibilmente di vendere qualcosa. Acquistiamo una pietra (vera?) da un sordomuto dopo una lunga ed estenuante trattativa: la spuntiamo con 4.000 lire. Ovviamente vi domanderete come si fa a trattare in italiano con un sordomuto che forse capisce il marocchino! Le merci sono esposte per terra sotto delle tende improvvisate ed i colori delle merci e dei jellaba rendono l’ambiente unico. Ripartiamo entusiasti ed attraversiamo delle valli impervie. La strada e’ stretta ed asfaltata solo per un paio di metri nel centro della carreggiata ed ovviamente non ci sono garde-rail. Le rocce vanno dal grigio, al rosso, al bordeaux. Visitiamo la moschea di Tin-Mal eludendo le soporifere spiegazioni della guida. Arriviamo al passo di Tizi n’Test a 2092 m. Fa freddo anche con la felpa ed il giubbino ma il panorama e’ bellissimo. Ci ristoriamo con un the’ alla menta bollente e iniziamo la discesa verso Taroudant. L’albergo e’ da mille e una notte all’interno delle mura della citta’.

Martedi 16/10/2001 – Marrakech/Taroudant – 400 Km di cui 90 su pista Facciamo un giro per la citta’. Non ho ancora visto una donna con il chador. Qui le donne non portano la jellabah ma si avvolgono in un lunghissimo telo blu Tuareg. Proseguiamo il viaggio verso gli ksar di Taliouine e Tazenakht che a causa della mancanza di manutenzione stanno crollando. Il paesaggio si fa via via sempre meno verde. Per raggiungere la valle del Draa percorriamo una pista desertica. L’orizzonte e’ lontanissimo! Nel tragitto ci fermiamo su un colle ad ammirare un oasi nel deserto dove l’ocra delle case si confonde con quello della terra con cui sono state costruite e crea un effetto cromatico bellissimo con il verde delle poche palme. Al tramonto arriviamo nella valle del Draa e ci fermiamo in un paese dove c’e uno ksar ben conservato. Ci addentriamo a piedi nel palmeto circondati da bimbi bellissimi con due occhi grandi cosi. La gente ha la pelle scura dai lineamenti africani. Parlano tutti un po’ di italiano anche i bambini. Ci fermiamo a lungo con un ragazzo che ci racconta come vivono in questa valle verdissima tra le palme. Prima di partire compriamo da un bambino un cestino fatto con nastri di foglia di palma intrecciati pieno di datteri squisiti. Mercoledi 17/10/2001 – Zagora / Erfoud – 300 Km di cui 200 su pista Siamo in pieno deserto pietroso. Il paesaggio e’ inquietante: distese e distese di pietre. Ci chiediamo cosa ci fanno qui cosi’ tante pietre. Percorriamo delle piste in pieno deserto e vediamo in lontananza dei paesi dove le case sembrano delle grosse pietre in un campo di piccole pietre. Ci sono solo due colori: il marrone del terreno ed il grigio del cielo. In pieno deserto ci fermiamo ad un pozzo dove ci aspettano alcuni bambini ed un asino. Ma da dove arrivano e dove vanno? La piu’ grande delle bambine porta il chador nero ma per fortuna e’ l’unica che incontriamo in tutto il viaggio. Mi fa una pena infinita, non riesco a vedere un solo centimetro di pelle. Pranziamo e poi riprendiamo la pista. La macchina fotografica non da piu’ segni di vita ed io sono ormai stroncata da 10 giorni di influenza. Dal terreno sono scomparse le pietre ma in compenso la polvere penetra ovunque. Percorriamo gli ultimi 70 Km di pista in mezzo ad una tempesta di sabbia. L’autista guida ad 80 Km all’ora in mezzo al nulla e noi quattro “svolazziamo” per la jeep. Ci guardiamo perplessi perche’ nonostante non si vede nulla e non c’e’ nessun punto di riferimento, l’autista svolta a destra o a sinistra. In base a quale criterio? Bho! Ci affidiamo al destino! Arriviamo alle dune di Merzouga che il sole e’ ancora alto ma non riusciamo a trovare le altre jeep. Dopo circa mezz’ora siamo tutti all’appello e quindi raggiungiamo il campo tendato ai piedi delle dune. Il panorama lascia senza parole. Le dune sono rosa e circondate da un’aria fantastica. Sembrano una vaschetta di gelato! Rinunciamo al giro in dromedario per l’ebrezza di camminare sulla sabbia a piedi nudi. Ci facciamo coraggio, scegliamo la duna che ci sembra piu’ alta e ci incamminiamo. Nonostante la sabbia si sia ormai raffreddata e rassodata camminare in salita e’ una vera e propria impresa. Finalmente arriviamo sul crinale della “nostra” duna e non avrei raggiunto la meta senza l’aiuto del ragazzo Tuareg. Ci sediamo sul crinale ad ammirare un tramonto “bianco” bellissimo. Il sole cala in fretta e raggiungiamo il campo tendato che e’ gia’ buio, non prima di esserci fatti fregare dal Tuareg con l’acquisto di alcuni fossili ad un prezzo che poi abbiamo scoperto essere eccessivo. Sto’ troppo male per passare la notte in tenda e quindi ritorniamo in albergo ad Erfoud per un sonno ristoratore.

Giovedi 18/10/2001 – Erfoud / Ouarzazate – 350 Km Ripartiamo per Tinerhir e poi proseguiamo per le altissime gole del Todra dove ci fermiamo a pranzare. Ripartiamo per Boumalne e per la verdissima valle del Dades chiamata anche la strada delle mille kasbah. I paesaggi sono sempre bellissimi ed i colori contrastanti.

Venerdi 19/10/2001 – Ouarzazate / Marrakech – 200 Km Ormai siamo sulla via del ritorno ma il paesaggio mutevole continua a stupirci. Visitiamo i luoghi in cui sono stati girati celebri film ambientati nel Nord Africa o nel Tibet. Sostiamo nella kasbah di Taurirt, trasformata in ristorante, per prendere un the’. Sostiamo qualche ora nella bellissima kasbah di Ait Ben Haddou che sembra l’illustrazione di un libro per bambini. Ci dirigiamo verso le montagne e passando per il passo Tizi n’Tichka a 2160 m di altitudine ritorniamo a Marrakech in serata.

Sabato 20/10/2001 – Marrakech Ormai siamo al capolinea, quindi passiamo la giornata a far compere nel souk di Marrakech pregustando la pizza che mangeremo per cena in un ristorante italiano poco lontano dall’albergo. La serata finisce in bellezza nel senso che Max, Paola e Michele si abbuffano al ristorante, mentre io passo la serata e gran parte della nottata in bagno a vomitare con la febbre a 39! Domenica 21/10/2001 – Marrakech / Milano La sveglia e’ alle 5 e Max mi trascina insieme ai bagagli! In aeroporto incontriamo parte dei compagni di viaggio della prima settimana che rientrano da Agadir non poco delusi. Arriviamo a Milano nel pomeriggio e finalmente torno dal mio papino e dalla mia mammetta.

Nonostante i capricci della macchina fotografica abbiamo portato a casa delle immagini bellissime di un paese e di un popolo pieni di contrasti e contraddizioni, ma le fotografie piu’ belle sono quelle che rimangono impresse nella memoria e nel cuore come le concerie di Fes, la piazza di Marrakech, il sorriso dei bambini della valle del Draa e l’immensita’ del deserto.

Cinzia e Max



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