Città del Messico e dintorni

Per raggiungere Città del Messico sfortunatamente non ci sono voli diretti da Roma e così ho dovuto fare scalo all'aeroporto di Madrid. Il viaggio è lungo: fra voli e attese varie alla fine perdi quasi un giorno e quindi è meglio arrivare belli stanchi (consiglio di partire la sera) perché così di sicuro dormirete sull'aereo e il tragitto...
Scritto da: Consuelo_Murgia
città del messico e dintorni
Partenza il: 19/03/2008
Ritorno il: 30/03/2008
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
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Per raggiungere Città del Messico sfortunatamente non ci sono voli diretti da Roma e così ho dovuto fare scalo all’aeroporto di Madrid. Il viaggio è lungo: fra voli e attese varie alla fine perdi quasi un giorno e quindi è meglio arrivare belli stanchi (consiglio di partire la sera) perché così di sicuro dormirete sull’aereo e il tragitto sembrerà più rapido.

Città del Messico è una città enorme, con più di venti milioni di abitanti, qualcosa di inimmaginabile per noi italiani. Quando l’aereo sorvola la capitale messicana si vedono case a non finire e, se si arriva di notte, sembra di trovarsi davanti a un firmamento stellato color argento e arancio, uno spettacolo davvero indimenticabile.

L’aeroporto sorge nel mezzo del centro abitato e per questo vedrete l’aereo abbassarsi sempre di più e per alcuni istanti forse avrete paura di atterrare sul tetto di qualche casa ma alla fine, non vi preoccupate, la pista c’è.

Il mio sicuramente non è stato il viaggio di una turista qualsiasi perché sono andata a trovare il mio ragazzo che è messicano.

Il primo giorno, appena scesa dall’aereo e ancora frastornata per il lungo viaggio, sono andata a Tula insieme a lui, a suo padre, a suo fratello e a un cugino. Era il 19 marzo ed ero arrivata dall’Italia con sciarpa, cappotto e maglione ma ben presto sono rimasta solo in canottiera. Le rovine di Tula si trovano in una zona semidesertica e, quando c’è il sole, fa molto caldo. La guida ci ha spiegato che Tula era una città tolteca e ci ha portato a vedere le grandi statue chiamate Atlantes che sorgono in cima ad un tronco di piramide. Le statue erano veramente belle ma, se devo essere sincera, mi hanno emozionato di più i moltissimi cactus giganti fra una rovina e l’altra. Che volete farci, io ho un debole per queste piante! La sera abbiamo pernottato a Tepotzotlan, un grazioso pueblo (paese) vicino alla capitale. Dal momento che era semana santa, vale a dire la settimana prima di Pasqua, in centro c’era un delizioso mercatino con vestiti, giochi per bambini e cibarie varie.

Il secondo giorno mi hanno portato alla feria del caballo (fiera del cavallo) di Texcoco. C’era veramente di tutto: cavalli, galli, pecore, mucche e tori ma anche musica dal vivo, giostre e cibi vari. Molta gente indossava il sombrero, ma non quello tipico da messicani che ci aspetteremmo noi, bensì cappelli da cowboy. Si vendevano anche barbe posticce ed era veramente grazioso vedere dei piccoli cowboy di 4 anni con certe barbe nere! C’erano poi anche degli stand dove in pochi minuti ti mascheravano da rivoluzionario, con tanto di baffi, fucile e sombrero (quello vero stavolta) mentre alle donne facevano mettere parrucche con trecce e lunghi vestiti colorati per poi scattare una perfetta finta foto d’epoca in bianco e nero. Per chi fosse alla ricerca di souvenir, c’era pure una fiera dell’artigianato.

Dopo aver trascorso la seconda notte a Tepotzotlan, il mio ragazzo ed io siamo tornati a Città del Messico, dove vivono i suoi nonni. Se anche in mezzo alla città avete voglia di trovare un po’ di natura e tranquillità, potete visitare il bosco di Tlalpan (bosque de Tlalpan) dove molta gente va a correre o a fare una passeggiata. Ci sono anche giochi per bambini come scivoli e altalene ed è possibile vedere molti uccelli e scoiattoli in libertà.

Se invece siete giovani e vi riconoscete nello stile punk, emo o metal, sicuramente troverete abbigliamento e accessori per i vostri gusti e molti vostri simili nel mercato del chopo, dove gruppi emergenti suonano anche musica dal vivo.

A me però sinceramente è piaciuto molto di più un altro tipo di mercato. Una domenica mattina, infatti, sono andata a vedere un tianguis o “mercato su ruote”, chiamato così perché è un mercato settimanale e non fisso. Dal momento che Città del Messico è enorme, ce n’è praticamente almeno uno ogni giorno della settimana. Un tianguis è una festa di colori: montagne di frutta esotica, ma anche vestiti, scarpe, verdura, CD e DVD, borse, tacos e quesadillas. Non è un’attrazione per turisti ma un mercato frequentato dagli stessi messicani e, forse proprio per questo, mi ha affascinato ancora di più. Vi avverto, vedrete cose dell’altro mondo: banchi di macelleria in mezzo alla strada, con carne all’aria aperta, senza vetri o alcun altro tipo di protezione…Condizioni igieniche alquanto discutibili…Un’altra avvertenza: i CD e i DVD che si vendono in un luogo del genere sono molto economici ma tutti rigorosamente falsi. Per non parlare poi di bevande fresche vendute in sacchetti di plastica con tanto di cannuccia, e che sembrano bustine per pesci rossi! Meglio evitare di mangiare o bere cose comprate per strada se non volete incorrere in quanto è successo a me: 4 giorni di mal di pancia. Altro consiglio: portate con voi farmaci contro la diarrea. Ai messicani non succede niente se mangiano o bevono queste cose perché ci sono abituati, però noi no.

Uno dei simboli di Città del Messico è l’angelo dell’indipendenza (el angel de la independencia) che si trova in zona centro. Si tratta di una statua dorata in cima ad una colonna molto alta. Nelle strade vicine potrete ammirare moderni grattaceli, sede di vari uffici, ma non è questo il Messico che io amo e che mi è rimasto nel cuore. Sinceramente io preferisco di gran lunga le sgangherate ma colorate casette dei quartieri popolari, con le strade sconnesse e i fili della corrente per aria invece che sottoterra.

Ultimo luogo memorabile di questa mia visita è stato Xochimilco, la Venezia di Città del Messico, dove si possono affittare variopinte imbarcazioni chiamate trajinetas. Una volta erano decorate con fiori, ma oggi sono semplicemente dipinte. Il rematore vi porterà a spasso per canali immersi nel verde e lungo il tragitto incontrerete molte altre imbarcazioni simili con a bordo anche intere famiglie (su ogni trajineta possono salire sino a 18 persone). Volendo si può anche comprare da mangiare e da bere dai venditori ambulanti che si spostano in barchette più piccole o si possono pagare dei mariachi per farli suonare e cantare per voi. Lungo le rive, invece, potrete vedere uccelli acquatici, alberi, alcune case e molti vivai da cui poter comprare piante e fiori.

Gruppi emergenti suonano anche musica dal vivo.

A me però sinceramente è piaciuto molto di più un altro tipo di mercato. Una domenica mattina, infatti, sono andata a vedere un tianguis o “mercato su ruote”, chiamato così perché è un mercato settimanale e non fisso. Dal momento che Città del Messico è enorme, ce n’è praticamente almeno uno ogni giorno della settimana. Un tianguis è una festa di colori: montagne di frutta esotica, ma anche vestiti, scarpe, verdura, CD e DVD, borse, tacos e quesadillas. Non è un’attrazione per turisti ma un mercato frequentato dagli stessi messicani e, forse proprio per questo, mi ha affascinato ancora di più. Vi avverto, vedrete cose dell’altro mondo: banchi di macelleria in mezzo alla strada, con carne all’aria aperta, senza vetri o alcun altro tipo di protezione…Condizioni igieniche alquanto discutibili…Un’altra avvertenza: i CD e i DVD che si vendono in un luogo del genere sono molto economici ma tutti rigorosamente falsi. Per non parlare poi di bevande fresche vendute in sacchetti di plastica con tanto di cannuccia, e che sembrano bustine per pesci rossi! Meglio evitare di mangiare o bere cose comprate per strada se non volete incorrere in quanto è successo a me: 4 giorni di mal di pancia. Altro consiglio: portate con voi farmaci contro la diarrea. Ai messicani non succede niente se mangiano o bevono queste cose perché ci sono abituati, però noi no.

Uno dei simboli di Città del Messico è l’angelo dell’indipendenza (el angel de la independencia) che si trova in zona centro. Si tratta di una statua dorata in cima ad una colonna molto alta. Nelle strade vicine potrete ammirare moderni grattaceli, sede di vari uffici, ma non è questo il Messico che io amo e che mi è rimasto nel cuore. Sinceramente io preferisco di gran lunga le sgangherate ma colorate casette dei quartieri popolari, con le strade sconnesse e i fili della corrente per aria invece che sottoterra.

Ultimo luogo memorabile di questa mia visita è stato Xochimilco, la Venezia di Città del Messico, dove si possono affittare variopinte imbarcazioni chiamate trajinetas. Una volta erano decorate con fiori, ma oggi sono semplicemente dipinte. Il rematore vi porterà a spasso per canali immersi nel verde e lungo il tragitto incontrerete molte altre imbarcazioni simili con a bordo anche intere famiglie (su ogni trajineta possono salire sino a 18 persone). Volendo si può anche comprare da mangiare e da bere dai venditori ambulanti che si spostano in barchette più piccole o si possono pagare dei mariachi per farli suonare e cantare per voi. Lungo le rive, invece, potrete vedere uccelli acquatici, alberi, alcune case e molti vivai da cui poter comprare piante e fiori.



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