Cipro Double face
Grazie alla partenza mattiniera riusciamo ad essere in hotel per mezzogiorno. Il nostro albergo è il Marina situato a 400 metri dalla splendida baia di Grecian Bay e a circa 1 Km e mezzo dal centro d’Ayia Napa; la sua posizione collinare poi garantisce una vista impagabile dalle nostre stanze. Dopo avere sistemato i bagagli in camera ed esserci sciacquati di dosso le fatiche del viaggio, sfruttiamo da subito la presenza di una splendida piscina interna all’albergo; ma siamo qui anche per vedere il mare e dunque zaino in spalla e via a raggiungere la spiaggia sabbiosa sotto di noi; mentre scendiamo ammiriamo la spettacolare baia che si presenta dinnanzi a noi e quando arriviamo in spiaggia troviamo il mare di una splendida sfumatura azzurrina difficilmente trovabile almeno nel mare Mediterraneo: tutte le spiagge dell’isola sono libere mentre le sdraio e gli ombrelloni sono a pagamento ( circa 5 euro al giorno). Trascorriamo qualche ora qui in completo relax sotto un solleone accecante accompagnato per fortuna da una piacevole brezza marina, interrompendo la nostra pacchia solo per placare la fame in uno dei diversi chioschi sulla spiaggia. Rientriamo in albergo e dopo un’ultima nuotata in piscina e una buona doccia ci prepariamo per la cena. Nell’hotel il pasto serale è servito a buffet proponendo una discreta gastronomia locale unita alle piacevoli varietà della cucina internazionale: le lamentele culinarie dunque sono rimaste tutte chiuse in valigia. La serata prosegue dapprima con un giro turistico verso la zona del porto, satura di taverne, ristoranti, supermarket e altri negozi d’oggettistica varia, ottimi sia per una buona cenetta che x l’acquisto di qualche ricordino da far vedere a casa, per poi addentrarsi nel cuore pulsante della cittadina: caso vuole che proprio a ridosso dei locali notturni sia edificato un antico e bellissimo monastero veneziano, in una lotta senza tempo tra mistico e profano, forse per suggellare ancora di più il delirio che regna sovrano per queste vie. Ti accorgi subito di essere entrato in un altro mondo, in una realtà che non hai mai visto e che a stento crederai di aver vissuto quando tornerai a casa. Qui dominano leggi irrazionali, anzi le regole non esistono, anzi esistono ma le fai tu. Le strade sono un fiume di gente in piena, ragazzi e ragazze che urlano, gridano, ballano, cantano o stramazzano a terra stremati dalla fatica o dall’alcool; i locali sono gremiti ancor di più con la loro musica incessante che t’invita ad entrare per esserne travolto come un treno in corsa. Uno, due, tre, quattro pub, non puoi contarli, sono tantissimi, infiniti pare, e tutti bellissimi: c’è il Titanic con la nave sopra l’insegna, il Bed Rock tutto in stile Flintstones con le macchine vere fuori, il Caste Club che è davvero un castello, l’Abyss dove il party della schiuma è un evento imprescindibile, insomma ogni locale ha una personalità talmente forte che il desiderio di girarli tutti diventa presto una voglia irresistibile alla quale cedi inesorabilmente. Noi oggi ne abbiamo girati parecchi e tagliato il traguardo delle 4 di notte decidiamo di rientrare alla base e di andare finalmente a nanna.
16/08/06 Mercoledì La sveglia mi segnala che è mezzogiorno passato da un pezzo perciò decido di andare in piscina ad aspettare che anche gli altri vedano la luce del sole. Tutti noi ci accorgiamo che Cipro, rispetto ad altre isole del Mediterraneo, ha un clima molto umido con temperature molto elevate, e solo la presenza di una leggera brezza aiuta a sopportare meglio il sole quasi mai infastidito dalle piccole nuvole sparse qua e là. Il tempo di una nuotata in piscina e poi via di nuovo verso l’insenatura di Grecian Bay, sempre all’insegna di un tranquillo e rilassante pomeriggio. Così come ieri, anche oggi la baia non si presenta super affollata e così lo sarà per tutta la durata della vacanza, permettendo a chiunque sia disteso sulla sabbia un piacevole relax. Come da catalogo la spiaggia è perlopiù frequentata da inglesi, tedeschi, russi e scandinavi, anche se la presenza d’italiani rispetto agli anni passati si è rafforzata, e credo che lo sarà sempre di più anche negli anni a venire.
Rientriamo in albergo per prenotare la nostra unica escursione che faremo qui a Cipro, la visita ai siti archeologici di Pafos, dopodiché ci ritiriamo nelle nostre camere per prepararci per la cena, sempre a buffet. Visto che abbiamo in programma una lunga serata, preferiamo prima riposarci in camera sino a mezzanotte per poi avviarci verso la collina esplosiva come un vulcano d’Ayia Napa: questa zona off-limits non conosce né tregue né giorni della settimana, potrebbe anche esserci l’ottavo giorno che sarebbe lo stesso sempre piena. Dopo aver fatto il solito giro per i locali terminiamo la nostra serata nella nota discoteca Carwash tanto cara agli inglesi che, alla chiusura, si trascinano fuori aiutandosi l’uno con l’altro, in un rito al quale ormai ci si stava abituando. Finalmente allo spuntar del sole giriamo la chiave nella nostra stanza.
17/08/06 Giovedì Qui ad Ayia Napa, anche durante il giorno, il tempo scorre troppo velocemente: pare sempre che rincorra il ritmo forsennato del regno delle tenebre che abbiamo lasciato qualche ora prima, ed è per questo che è bene sacrificare molte ore di sonno pur di godersi lo spettacolare paesaggio di Cipro. La vostra sveglia suonerà giorno dopo giorno sempre prima di quando riuscirete a svegliarvi, ed è ciò che naturalmente succede anche a noi oggi. Solita routine, ormai ci siamo abituati, e quindi giù in piscina ad avvizzire al sole sorseggiando di tanto in tanto i drink tanto dissetanti del nostro bar. Cercando di evitare al massimo ogni minimo sforzo dei nostri colli notiamo l’arrivo dei nostri connazionali in albergo, con i quali nel corso dei giorni a seguire faremo presto conoscenza: tra qualche anno posso immaginare che non dovremo nemmeno più sforzarci di parlare in inglese per farci capire dalla gente del posto.
Il pomeriggio prosegue poi pigramente sulla spiaggia di Greacian Bay, che ormai conosciamo a memoria, e questo ci permette di ritrovare come per magia lo stesso punto dove abbiamo oziato il giorno precedente. Sempre in compagnia di un caldo opprimente cerchiamo frescura e sollievo facendo ping-pong fra l’acqua e la spiaggia interrompendo questo rito solo per mettere qualcosa sotto i denti in uno dei barettini che fanno da scenografia alla baia. Verso tardo pomeriggio rientriamo in hotel pronti a gustare la nostra cena. A tavola riceviamo un messaggio da tre nostre amiche milanesi che soggiornano in un recidente vicino ad un’altra baia non lontana dalla nostra, la famosa Nissi Beach, e decidiamo di incontrarci verso mezzanotte davanti ad uno dei locali del centro d’Ayia Napa. La serata insieme a loro trascorre per tutto il tempo in uno dei martellanti disco pub del posto, conversando del più e del meno, interrotti saltuariamente dalla cameriera stile cowgirl intenta a portare vassoi di drink uno dopo l’altro come se stessimo morendo di sete, e dallo sciame d’inglesi pronti a buttarsi in qualsiasi focolaio di rissa giù in strada. Verso le 3 di notte ci congediamo dalle ragazze e rientriamo in albergo, pronti a svegliarci a distanza di poche ore per la nostra visita a Pafos.
18/08/06 Venerdì Alle 6 e 30, contemporaneamente all’urlo della mia sveglia, apro gli occhi e, giuro, per una piccola frazione di secondo, spero di non avere forza sufficiente per alzarmi. Vedere le facce dei miei compagni a quest’ora è terribile, mi sembra di non riconoscere nessuno, e solo una doccia fredda e pungente come spine riesce a rimettermi in sesto. Compreso nel pacchetto turistico ricordo vagamente di avere diritto anche alla colazione, e in questo momento è l’unica cosa che mi riesce a strapparmi un mezzo sorriso. Il breakfast è una piacevole sorpresa per tutti, c’è un’imbarazzante quantità di cibo da non sapere cosa scegliere, una carrellata d’alimenti tradizionalmente legati sia alla cucina tipicamente italiana che a quella inglese; così dopo aver recuperato le energie per la lunga giornata siamo pronti per partire. Per arrivare a Pafos occorre percorrere circa 180 chilometri dal punto in cui siamo noi, ma il viaggio d’andata in pullman non stanca anche perché è interrotto diverse volte per ammirare altri siti archeologici e paesaggi naturali. La prima parte della mattinata è stata dedicata alla visita di Kourion, antica città stato greco-romana, che conserva i resti della Casa d’Eustolio con i suoi mosaici e le sue passioni per le saune naturali, oltre ad uno splendido teatro romano, ricostruito in seguito ad un terremoto e ancor oggi utilizzato per diversi spettacoli, dal quale si gode uno splendido panorama delle coste cipriote. Costeggiando la strada che serpeggia in direzione di Pafos, scorgiamo un’immensa base militare inglese, paradigma della forte unione che caratterizza ancor oggi Cipro con l’ex Madre Patria britannica, memore della colonizzazione passata. Lasciata alle spalle la zona militare giungiamo a Petra Tou Romiou, la famosa baia dove sorge la celebre roccia ove la leggenda narra che sia nata Afrodite, la nostra Venere. Lasciando perdere l’idolatria, noi tutti rimaniamo folgorati dalla bellezza incontaminata di questo posto, dove solo un piccolo numero di bagnanti si presta volentieri alle dolci culle delle onde del paradisiaco mare: questo autentico dipinto naturale avrei desiderato poterlo osservare e conservare gelosamente dentro di me per tutta la vita cinquant’anni fa, quando non mi sarei mai sognato di imprimerlo volgarmente nelle memorie delle nostre tecnologiche macchine digitali. Visibilmente emozionati riprendiamo contatto con la realtà e ci dirigiamo verso la città di Geroskipou, per visitare brevemente Agia Paraskevi, una delle più interessanti chiese bizantine dell’isola: all’interno è severamente effettuare alcun tipo di ripresa o istantanea al fine di preservare gli originali affreschi sacri, e quindi è consigliabile acquistare in loco un piccolo libricino illustrato per portarsi a casa un ricordino di questo luogo di culto. Ai sali e scendi dal pullman ormai ci stavamo abituando, e così, dopo un ulteriore ripartenza giungiamo finalmente a Pafos, ex capitale dell’isola e città simbolo per quanto riguarda il patrimonio artistico cipriota, protetta anche dall’Unesco. Dopo un giro turistico della città sull’autobus giungiamo alle famose Tombe dei Re. Qui tutto sembra surreale, il paesaggio cambia radicalmente e pare di essere circondati dal deserto; il clima si fa rovente, quasi insopportabile, la polvere si solleva sotto di noi e raramente si riescono a scorgere sporadici ceppi di vegetazione sparsi qua e la; il confine che separa Cipro dall’Egitto si azzera e di un tratto ti ritrovi catapultato, come in un viaggio nel tempo, nell’IV secolo a.C. A contemplare queste straordinarie tombe sotterranee che custodivano aristocratici Tolemaici. Destati ancora una volta da questo sogno riprendiamo la marcia stavolta in direzione del porto di pescatori di Pafos dove, svincolati momentaneamente dal giro turistico per la pausa pranzo, decidiamo di desinare in uno dei tanti ristoranti del luogo. La scelta del menù cade sul super reclamizzato mezè ovvero tanti, tanti, tanti piccoli assaggi di carne o di pesce; ci hanno riferito che le portate possono arrivare anche fino a trenta, ma per fortuna il nostro stomaco si è accontentato di molto meno. Una passeggiata digestiva per il lungomare del porto tra i vari negozietti di souvenir ci conduce verso il Forte Medievale, costruito a difesa del porto e ricostruito diverse volte nel tempo dai vari conquistatori dell’isola. Neanche il tempo di mettere bene a fuoco l’imponenza dell’edificio che è già ora di ritornare sui nostri passi per proseguire il tour verso la Casa di Dioniso, un’antica villa nobiliare, ove è possibile ammirare gli splendidi mosaici raffiguranti scene mitologiche greche. Questa è l’ultima tappa del nostro giro turistico, e il viaggio di ritorno particolarmente lungo permette a tutti noi di assimilare lentamente la lunga lezione di storia. Giungiamo in albergo verso le ore 18, e siccome la stanchezza tarda ad arrivare sfruttiamo il momento per scendere in piscina a fare una rigenerante nuotata. La cena come al solito è servita in modo impeccabile e dopo un riposino di un paio d’ore ci prepariamo verso mezzanotte ad uscire. L’attività frenetica dei giovani su per la collina sembra non avere ostacoli nemmeno stasera, e noi con loro confluiamo in un unico fiume in piena carico di elettricità, pronti per un’altra serata all’insegna del divertimento esagerato. Tra un salto da un locale all’altro, per chiudere il giro ci tuffiamo allo Starsky’s, una notissima discoteca presa d’assalto da migliaia di giovani; il delirio ti consuma qua dentro e solo quando si spegne la musica comprendiamo che è il nostro fisico è stremato e debilitato ed è meglio tornare in albergo.
19/08/06 Sabato La lunga e pesante giornata appena trascorsa ci ha ridotto a degli stracci, la sveglia non riesce a destarci se non dopo innumerevoli tentativi terminati verso il primo pomeriggio. Oggi il programma improvvisato prevede la visita al promontorio di Capo Greco, situato sull’estremità sud-orientale dell’isola a circa 5 chilometri da Ayia Napa. Decidiamo di prendere un taxi a 6 posti, e verso le quattro raggiungiamo il posto. Qui le tanto decantate spiagge bianche cipriote non esistono, anzi sono rimpiazzate da scogliere alte diversi metri che finiscono a strapiombo sul mare, e sono davvero poche le possibilità di scendere al livello delle acque per potersi fare una nuotata. Dall’alto del promontorio godiamo una visuale incantevole del territorio che ci circonda: insenature frastagliate, grotte e gole profonde da fare venire i brividi, e quindi noi subito sfruttiamo l’occasione per immortalare nelle polaroid queste immagini. Individuato un passaggio tra le rocce, ne approfittiamo per scendere in riva al mare e farci una nuotata. In questo posto le onde si sono prese un meritato periodo di riposo, le acque sono quindi calmissime e i suoi colori meravigliosi, di un azzurro così intenso da riuscire a vedere il fondo dieci metri sotto di noi; con un fondale così bello pur senza una gran varietà di pesci, lo snorkeling è pertanto un must non solo per gli amanti del genere. E’ in luogo come questo che ritrovi l’essenza e la purezza delle cose essenziali: il contatto con la natura, la maestosità del mare e l’aria primitiva catturano i tuoi sensi regalandoti una sensazione di benessere e libertà difficili da trovare altrove. Dopo aver scandagliato lo sfondo marino ed esserci avventurati al largo anche a 400 metri dalla costa attendiamo l’arrivo del nostro taxi che ci riporterà in albergo. Consumata la cena e prestato un poco del nostro tempo al sonno, verso mezzanotte come ogni sera ci avviamo verso la zona sismica del centro, visitando, tra i vari locali, il Castle Club, un’imponente discoteca in stile castello medioevale composta da quattro sale da ballo, e il Carwash, altro locale da ballo e anche da sballo dove si conclude la nostra serata, prima del rientro in hotel.
20/08/06 Domenica Oggi abbiamo fissato il punto di ritrovo per mezzogiorno giù in piscina. L’obiettivo era presentarsi il più presto possibile alla spiaggia più famosa dell’isola, conosciuta con nome di Nissi beach, distante qualche chilometro dal nostro albergo e raggiunta da noi a mezzo taxi; non vi ho ancora parlato di questi poderosi piloti alla guida di mezzi antiquatissimi. Sembra che abbiano la velocità nel sangue, non esitano a superare veicoli che viaggiano a velocità-codice, e percorrono le curve con un’accelerazione laterale pari a 10 volte la gravità tale da far stridere le gomme naturalmente lisce; se avete problemi di coronarie o non avete particolare fretta nel raggiungere una località, vi consiglio di lasciarli perdere e di salire su un comodo bus o di noleggiare un’auto tutta vostra. Comunque in men che non si dica arriviamo a Nissi beach. Questa spiaggia è composta da una striscia di sabbia bianca finissima per circa un chilometro di lunghezza, oltre ad un isolotto distante un centinaio di metri dalla riva, collegato alla terraferma da un corridoio di sabbia, e messo in rilievo soprattutto durante la fase di bassa marea. Qui il mare è calmissimo e poco profondo, e prima di poter nuotare bisogna portarsi ad almeno un centinaio di metri dalla costa. Nissi beach è completamente dedicata ai giovani; infatti, si può praticare sci d’acqua, utilizzare motoscooter, fare bungee jumping grazie ad un’enorme gru, tuffarsi da circa sette metri d’altezza dalla cima dell’isolotto cercando di evitare gli scogli là sotto il pelo d’acqua, ma soprattutto ballare. Come ballare? Si, qui dalle quattro del pomeriggio si balla rigorosamente in costume la musica della notte nei vari bar assiepati lungo la spiaggia. In alcuni giorni della settimana compresa la domenica la pista da ballo è completamente ricoperta di schiuma da un enorme estintore, così che la festa si trasforma in uno schiuma party dove ragazzi e ragazze si muovono ricoprendosi di schiuma a vicenda e facendo scivolare i corpi l’uno contro l’altro. E’ un evento imprescindibile al quale naturalmente noi non ci siamo sottratti. Il primo pomeriggio trascorre blandamente in compagnia delle nostre piacevoli amiche, tra chiacchierate, partite di calcio sulla spiaggia e racchettoni, per poi improvvisamente accelerare sotto il getto continuo delle bollicine sulla pista. Poi nel tardo pomeriggio, salutate le ragazze, ritorniamo in albergo non senza qualche preoccupazione col taxi. La stanchezza per questa vitaccia comincia a farsi sentire, ma una buona doccia e una gustosa cena, aiutati dal seguente pisolino, sono ottimi integratori che ci rimettono in forma per la serata. Dopo il rituale dentro e fuori dai fragorosi ed estroversi disco pub, ci addentriamo prima nella discoteca Bagleys, preda di ragazzi nordici, poi all’Ice, ed infine all’Abyss, icona dello schiuma party, giusto per chiudere in bellezza la giornata a tema. Quando ormai il sole è già alto sopra le nostre teste, rientriamo alla base.
21/08/06 Lunedì Sveglia verso mezzogiorno e ripresa delle facoltà mentali poco dopo giù in piscina grazie ad una quanto mai opportuna nuotata. Quattro soci del gruppo, me compreso, sono abbastanza alla frutta: c’è chi ha mal di gola, chi qualche linea di febbre, chi invece il raffreddore. Insomma si comincia a far fatica e la spossatezza sta prendendo il sopravvento sul nostro fisico. Cerchiamo di combatterla con i mezzi a nostra disposizione, vale a dire distribuzione razionale di medicinali italiani e riposo all’ombra dei nostri ombrelloni. Mentre la minoranza sana del gruppo preferisce dirigersi ancora una volta verso Nissi beach, noi quattro moschettieri in congedo decidiamo di recuperare le energie prima in piscina e poi al mare del Grecian Bay, vicino al nostro hotel. Qui facciamo la conoscenza di altre ragazze italiane con le quali scambiamo opinioni sulla vacanza che volge ormai al tramonto, e cerchiamo di assaporare gli ultimi riti che fra poco non avremo più l’opportunità di fare: l’ultimo contatto con il mare cristallino, l’ultima abbronzatura presa supini al sole, l’ultimo sguardo sognatore di quest’angolo di paradiso. Il ritorno in albergo è triste, ci godiamo per l’ultima volta il tepore dell’acqua della piscina e centelliniamo ogni boccone della nostra ultima cena. Il tempo è ormai diventato fin troppo prezioso, dunque niente riposino ma spazio al tour per negozietti e supermarket alla ricerca del souvenir giusto e delle cartoline da imbucare. Sono rimasto felicemente colpito dall’oggettistica artigianale cipriota: chiunque desideri venire a Cipro non avrà sicuramente difficoltà a scegliere il ricordino giusto da portare sull’aereo. Quando è ormai mezzanotte e i negozi abbassano le serrande, c’inoltriamo nel cuore di tenebra d’Ayia Napa; serpeggiando trascinati dalla corrente umana per le vie del centro città , come canoe alla deriva tra i torrenti burrascosi, saltiamo dentro e fuori da un locale all’altro, prima di impazzire del tutto nella giungla dello Starsky’s, dove la tribù d’occidentali mutati in indigeni balla e canta all’unisono la sua follia manovrata da dj stregoni, alla stregua di un rito sacrificale. Quando il tam-tam dei tamburi poi si placa si ha una sensazione di stordimento, come essere ridestati dopo l’assunzione di una pozione che finora aveva oscurato i nostri sensi razionali a vantaggio di uno solo: il sesto. E a noi tutti non resta altro che ritornare, abbagliati dal sole, al nostro albergo.
22/08/06 Martedì Quando rientriamo nelle nostre stanze manca davvero poco alla partenza, prevista per le ore 8. C’è giusto il tempo di sfregar via gli odori della notte e reintegrare le energie con un’abbondante colazione. Dopo la partenza in pullman per l’aeroporto di Larnaka, e il conseguente volo verso il ritorno in Italia a Verona, il nostro fisico è talmente debilitato da non rimpiangere nemmeno un po’ la partenza da un posto a noi tanto caro. Credo che solo il tempo ci aiuterà a comprendere meglio il viaggio che qui abbiamo consumato, ma contemporaneamente il ritorno alle nostre frenetiche attività quotidiane allenerà la nostra mente a non pensare troppo ad un sogno che vorresti non finisse mai.