Cinque Terre: toccata e fuga
Dal sito delle Ferrovie dello Stato prenotiamo i biglietti (Intercity Milano-Levanto a/r Euro 30 a testa).
E sabato mattina partiamo. Arriviamo a Levanto per le 11 e subito andiamo in agenzia per ritirare le chiavi. L’alloggio è a un minuto a piedi dal centro di Levanto, ma in una stradina in collina, appartato e molto silenzioso, suggestivo il sentiero per raggiungerlo, tra oleandri e viti.
Sistemate le nostre quattro cose, ritorniamo alla Stazione di Levanto e facciamo la Cinque Terre Card giornaliera: è una carta che, al prezzo di Euro 8, ti permette di viaggiare in treno sulla tratta Levanto-LaSpezia quante volte vuoi e comprende anche l’accesso ai vari sentieri del Parco delle Cinque Terre, compresa la Via dell’Amore (che da sola costa Euro 3).
Arriviamo a Riomaggiore e decidiamo di cominciare subito la nostra scarpinata per la Via dell’Amore, direzione Manarola. Il panorama è stupendo, ogni scorcio vale una fotografia, il colore del mare è indescrivibile ed è talmente trasparente che viene voglia di tuffarsi (a saper nuotare…!).
Nel tratto Riomaggiore-Manarola (tempo di percorrenza circa 30 minuti) la Via dell’Amore è facilmente percorribile, ci sono molte aree di sosta, sia panche ricavate dalla roccia, sia aree attrezzate all’ombra.
Arrivati a Manarola, ci compriamo focaccia di Recco e torta di patate e pesto e facciamo sosta per il pranzo. Beh, la bontà di queste specialità liguri quasi supera la bellezza dei luoghi! Decidiamo di proseguire ancora a piedi fino a Corniglia; nel tratto Manarola-Corniglia (tempo di percorrenza circa 1 ora) il sentiero si fa sterrato e in alcuni punti un po’ roccioso, ma è comunque percorribile e credo siano proprio in questo tratto gli scorci pià belli e il mare più blu. Ci sono anche un sacco di passaggi per scendere verso il mare e fare una sosta sugli scogli a prendere il sole o fare un bagno. Attrezzati ma nel rispetto dell’ambiente! Arrivti a Corniglia decidiamo di prendere il treno per Vernazza; Corniglia è l’unica dei cinque paesi abbarbicata sulla montagna; per raggiungerla bisogna percorrere una lunga scalinata e, vista la scarpinata appena fatta, decidiamo di evitare! Vernazza è carina, con il suo porticciolo, i bar e i ristoranti comincia a diventare già più turistica, come turistica è Monterosso, l’ultima delle Cinque Terre; un bel lungomare che arriva fino alla statua del Gigante o Nettuno, una grande statua di pietra ricavata dalla roccia a picco sul mare, molto suggestiva.
Si sono fatte le 17.30 e decidiamo di tornare a Levanto, stanchi per la camminata e desiderosi di lavarci via la polvere del sentiero appena percorso.
Per la cena scegliamo il ristorante Da Rino a Levanto; semplice, carino e anche non troppo costoso: trofie al pesto, gamberoni alla griglia, sottofiletto, acqua, vino, dolce e Sciacchetrà, Euro 59 in due; per chi vive a Milano non è poi così caro! Lo Sciacchetrà è un vino passito molto buono, ci è stato servito con i cantucci; al primo sorso ricorda molto il Porto, ma lascia poi un retrogusto di Vin Santo. Da provare! Anche Levanto è molto carina, molto curata, bella gente, bei negozi (qualcuno ha anche trovato occhiali da sole firmati col 70% di sconto…!); dopo cena abbiamo fatto una passeggiata sul lungomare, fino al porticciolo, dove c’è una passerella in legno che porta quasi fino al mare; in fondo ci sono delle panchine in pietra per stare tranquilli ad ascoltare il mare e fare e farsi fare un po’ di coccole dalla propria dolce metà! Purtroppo la giornata è già finita e domenica mattina si riparte.
Che dire, è stata una sfacchinata, davvero toccata e fuga, ma ne è valsa la pena.
Il consiglio che ci sentiamo di dare è di fare il più possibile tramite la Via dell’Amore, perché le vere Cinque Terre non sono i singoli paesini, ma il meravigloso panorama che si può godere solo dalla passeggiata; l’incanto di ciò che vedrete ripagherà la fatica!