Cinque Terre e Golfo dei Poeti su due ruote
GIORNO 1
Il nostro primo viaggio in moto, siamo un pò emozionati, abbiamo acquistato le borse, l’abbigliamento da pioggia (per fortuna perchè ci servirà nel tragitto di ritorno!) e la guida Touring appena uscita in libreria.
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Partiamo la mattina da Padova con la nostra Moto Guzzi e all’ora di pranzo arriviamo finalmente davanti allo splendido golfo di Levanto col Casinò degli anni ’30 e la lunga spiaggia che in questo periodo non è ancora molto affollata, ma che è stata frequentata da diversi famosi tra cui la famiglia Agnelli e Gino Paoli. Mangiamo una deliziosa focaccia con olive e pomodorini presa in un panificio e poi camminiamo fino alla bella chiesa di Sant’Andrea in stile gotico ligure che alterna fasce di marmo bianco e pietra verde scuro. Nel primo pomeriggio raggiungiamo attraverso una strada di montagna il delizioso e ospitale bed&breakfast Il Giardino degli Angeli che si trova a Framura e che ci ospiterà in questi giorni (www.ilgiardinodegliangeli.it/). Rimontati in sella andiamo a visitare Sestri Levante, un grosso centro pieno di vita e di negozi. Verso sera torniamo indietro lungo la strada litoranea detta “delle gallerie” perchè ha la particolarità di passare all’interno del tracciato della vecchia ferrovia, molto suggestiva anche se non comodissima perchè le gallerie sono a senso unico alternato regolato da semafori a tempo. Su consiglio del proprietario del bed&breakfast ci fermiamo a Moneglia a cena presso il ristorante Gli Amici della Piazzetta, consigliatissimo l’antipasto con gamberi e salsa di verdure piccante.
GIORNO 2
Il secondo giorno scendiamo in moto fino ad Anzo, la frazione sul mare di Framura e qui prendiamo il treno per la prima delle Cinque Terre: Rio Maggiore, i murales di Silvio Benedetto accolgono i turisti alla stazione e il suo bellissimo mosaico li conduce lungo il tunnel pedonale che porta al borgo costruito lungo la strada principale che sale incassata nella valle del rio Maior e sviluppatosi attorno allo scalo a mare alla foce del rio. Dalla stazione di Rio Maggiore inizia la Via dell’Amore, il percorso pedonale che raggiunge Manarola, ma a causa di una frana è chiuso perciò proseguiamo in treno. A Manarola approfittiamo dello spazio di piazza Cappellini, con un altro mosaico di Silvio Benedetto, per pranzare all’aperto con una fetta di farinata, la tipica focaccia fatta con farina di ceci, e un cono di pesce fritto da passeggio. Questa è una delle località che ci sono piaciute di più: dallo scalo delle barche parte un camminamento che aggira punta Bonfiglio con un panorama meraviglioso.
Riprendiamo il treno fino a Corniglia, il borgo si raggiunge dalla stazione salendo un’interminabile scalinata perchè è la località più alta delle cinque, carine piazza dell’Oratorio di Santa Caterina e piazza Eugenio Montale. In treno arriviamo poi a Vernazza, la più colpita dall’alluvione del 2011 che viene ricordata da alcune foto vicino alla stazione. Anche in questo caso il borgo si sviluppò intorno allo sbocco a mare del torrente ed è uno dei più antichi, attivo già nel medioevo. Dopo aver bevuto qualcosa di fresco in piazza Marconi affacciata sul porto ci dirigiamo verso la parrocchiale di Santa Margherita che ha la facciata rivolta verso nord e la navata a picco sul mare e da lì imbocchiamo l’ultimo tratto di sentiero pedonale in direzione Monterosso, l’unico segmento aperto dell’intero percorso. Il sentiero di un paio d’ore è impegnativo, ma ne vale davvero la pena perchè passa tra le vigne e i terrazzamenti e fa scoprire la vocazione agricola delle Cinque Terre che non senza fatica producono vini pregiati, agrumi e olio extra vergine di oliva.
Arrivati a Monterosso è d’obbligo una passeggiata sul lungomare e, se il clima lo permette, un tuffo nell’acqua cristallina del Mar Ligure. Stanchissimi torniamo alla moto e ci fermiamo a mangiare un eccellente piatto di trofie al pesto, quello autentico, a Framura al ristorante da Silvia a metà strada tra la stazione e il bed&breakfast.
TERZO GIORNO
L’ultimo giorno decidiamo di fare un bel giro panoramico in moto della riviera spezzina fino a Portovenere, un vero gioiello. Da favola la zona della chiesa di San Pietro costruita su uno sperone roccioso affacciato sul mare, lì accanto c’è un’insenatura con la grotta Arpaia ricordata dal poeta romantico Lord Byron. Sulle tracce degli scrittori inglesi che amarono queste terre risaliamo in sella e passata La Spezia visitiamo infine il “golfo dei poeti” fino a Lerici dove venivano in villeggiatura Mary Shelley col marito, Lord Byron, Virginia Woolf ed Henry James, luoghi pieni di storia e di fascino:
« Riviere,
Bastano pochi stocchi d’erbaspada
Penduli da un ciglione
Sul delirio del mare
O due camelie pallide
Nei giardini deserti,
E un eucalipto biondo che si tuffi
Tra sfrusci e pazzi voli
Nella luce […] »
Da Riviere di Eugenio Montale