Cinque amici all’Oktoberfest di e dintorni

Ci organizziamo per visitare l'Oktoberfest (per i pochi che non lo sapessero si tratta della più grande festa della Birra del mondo che si tiene ogni anno a Monaco di Baviera) quando è già settembre, così per diversi giorni dall'Italia non riusciamo a trovare sistemazioni economiche. Siamo 5 ragazzi ventiduenni e non è facile trovare un posto...
Scritto da: metalguardian
cinque amici all'oktoberfest di e dintorni
Partenza il: 28/09/2006
Ritorno il: 10/10/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
Ascolta i podcast
 
Ci organizziamo per visitare l’Oktoberfest (per i pochi che non lo sapessero si tratta della più grande festa della Birra del mondo che si tiene ogni anno a Monaco di Baviera) quando è già settembre, così per diversi giorni dall’Italia non riusciamo a trovare sistemazioni economiche. Siamo 5 ragazzi ventiduenni e non è facile trovare un posto a poco prezzo durante le due settimane di festa. Per fortuna corre in nostro aiuto una coppia di signori tedeschi, conosciuti in Italia, che molto gentilmente ci prenotano un appartamento in albergo nella loro città, che dista circa 60 km da Monaco ma dalla quale si raggiunge facilmente il capoluogo baverese con numerosi treni ad ogni ora. Per l’alloggio spenderemo dunque 20 euro a notte compresa prima colazione.

Partiamo da Ostra (AN) giovedì 28 settembre di buon ora (dovevano essere le 7 poi qualcuno non si era svegliato…Eh eh…), per essere a Rosenheim (questo il nome della città) all’ora di cena, comprendendo nel viaggio una tappa al castello di Neuschwanstein che, essendo un po’ fuori dal tragitto, ci farà perdere qualche ora con una deviazione ad ovest.

Il viaggio trascorre tranquillo, e soprattutto comodo, con la Fiat Ulisse gentilmente concessa da uno dei nostri padri. Anche il tempo sembra assisterci! Dopo una sosta all’autogrill (uno degli ultimi prima della frontiera, nel quale acquistiamo anche il famoso bollino per circolare sulle autostrade austriache), superiamo il Brennero e ci dirigiamo verso Innsbruck. Muniti di cartine e navigatore satellitare, non fatichiamo più di tanto a raggiungere (verso le 15) Hoenschwangau, il paesino al confine tra Austria e Germania in cui si trova il castello. Già dal nostro arrivo lo vediamo svettare imperioso sulle montagne, con la sua inconfondibile figura. Il castello di Neuschwansterin, fatto costruire da Ludovico II nell’ottocento è in pratica quello a cui Walt Disney si è ispirato per i suoi cartoni più fiabeschi ed è in lizza per entrare a far parte delle 7 meraviglie del mondo moderno. Io e Filippo ci ervavamo già stati con la scuola ma la bellezza è tale che abbiamo deciso di fermarci nuovamente. Dopo aver parcheggiato (a pagamento) a valle (non si può salire al castello con mezzi propri!), ci dirigiamo verso la biglietteria che si trova anch’essa ai piedi della montagna. L’addetta ci dice che la visita è possibile solo con un tour guidato (prezzo 9 euro a testa) e che dobbiamo aspettare un’ora prima che inizi il prossimo… I nostri piani per un attimo vacillano ma poi decidiamo di aspettare vista anche la strada fatta per giungere al castello. Per salire fino all’entrata ci sono 3 modi: a piedi (una camminata di circa 40 minuti), in carrozza (per noi di sicuro troppo oneroso) e con un bus navetta (per il quale optiamo, al costo di circa 1 euro e mezzo). Arrivati al castello attendiamo il nostro turno tra una foto e l’altra, ammirando lo splendido paesaggio delle alpi bavaresi, nonostante il tempo si sia improvvisamente incupito. La visita del castello si consuma in circa 30 minuti in quanto sono previste solo le stanze più significative; è comunque splendido, nonostante fosse la seconda volta l’emozione è sempre fortissima. Lo consiglio vivamente a tutti, soprattutto a chi, come me, ama particolarmente il periodo e le ambientazioni medievali. C’è da dire che Ludovico II era un re un po’ “sulle nuvole” (si identificava in vari personaggi mitologici) ed il castello rispecchia a pieno questa sua vita sognatrice. Finito il tour ci dirigiamo di corsa al pullman per poi riprendere la macchina con destinazione Rosenehim. Arriviamo per cena, che consumiamo dai nostri amici tedeschi, e poi andiamo in albergo (gestito da una famiglia turca) per ricaricarci in vista del giorno seguente.

La sveglia suona alle 8 e dopo la colazione siamo pronti per dirigerci a Monaco. Per trovare posto all’Oktoberfest (soprattutto nei fine settimana ma anche durante i giorni feriali) bisogna arrivare la mattina (le birrerie aprono dalle 10 e 30 circa), altrimenti si rischia di restare in piedi, anche perché molti tavoli sono prenotati; inoltre se non hai posto a sedere non puoi farti portare da bere (a meno che non ti aggreghi a chi ha un tavolo…) e la festa è bella che finita!!! Alla stazione di Rosenheim facciamo il “Bayern Ticket” che al costo di 25 euro (vale per massimo 5 persone, quindi ottimo per noi che spendiamo 5 euro a testa!) ci consente di utilizzare illimitatamente treno-metro e autobus fino a Monaco e dentro la città.

I treni per la città sono, come detto, numerosissimi (circa uno ogni ora) ma con il Bayern Ticket si possono prendere solo i regionali o interregionali (che comunque sono la maggioranza). Dopo 40 minuti di viaggio scendiamo a Hauptbanhof (stazione di Monaco Centrale) dove si respira già l’aria di festa, con molti bavaresi abbigliati con i costumi tipici della tradizione. Per me è la seconda volta all’Oktoberfest, quindi dirigo i miei amici (loro invece tutti “novizi”) verso Theresienwiese, sede della festa, che si raggiunge con solo una fermata di metro dalla stazione. Ora, non mi metto a descrivere l’atmosfera della festa, che comunque comprende 13 enormi birrerie (le maggiori di Monaco tra cui Paulaner, Lowenbrau, HB, ecc) una al fianco dell’altra: è come stare nel paese dei balocchi, c’è addirittura il luna park, e l’unico modo per rendersi conto del motivo per cui una festa della birra attiri ogni anno milioni di visitatori è provare di persona! Con le birrerie aperte da poco ma quasi tutte piene, troviamo posto alla Lowenbrau (il nostro tavolo è prenotato ma solo dalle ore 16) ed iniziamo con i primi “mass” (boccali da un litro) e piatti tipici (mangiare dentro le birrerie è costoso anche se più comodo. Per chi volesse risparmiare ci sono comunque tanti baracchini lungo la strada!). Prima che l’orchestrina (ce n’è una in ogni birreria) inizi a suonare (verso mezzogiorno), è la gente che dà il via ai cori, dominati quest’anno (e soprattutto in questo che è il “weekend degli italiani”) dall’ormai inconfondibile coro po-po-po-po-po-po con cui sfottiamo i tedeschi per l’ultimo mondiale. L’atmosfera è comunque sempre amichevole e si brinda e socializza con chiunque ti capiti a tiro (molti ovviamente i tedeschi poi italiani, australiani, russi, ecc.).

Alle 16 veniamo “scacciati” (è tipica la rudezza delle cameriere, comunque spesso solo di facciata per alimentare una figura tipica della tradizione) per far posto alla prenotazione ma siamo già belli gonfi di birra e ci dirigiamo in stazione molto soddisfatti. La serata la passiamo a Rosenheim, città tipicamente bavarese (sembra un paesotto nonostante i suoi oltre 40 mila abitanti) facendo un giro in città.

Il sabato decidiamo di visitare Monaco e poi, magari, di fare un altro salto alla festa che però si preannuncia (essendo l’ultimo weekend dell’edizione) strapiena. Con il solito “Bayern ticket” raggiungiamo nuovamente la città e ci addentriamo per le vie più turistiche. Monaco è una bella città (è la terza volta per me, gita compresa…) ma i monumenti da vedere non sono moltissimi; dopo la classica tappa a Marienplatz (cuore della città) e l’attesa per il famoso balletto dei personaggi posti sulla torre del municipio, visitiamo il duomo, l’Hard Rock Cafè e l’HB, la più antica birreria della città (presente ovviamente anche all’Oktoberfest). Dopo aver pranzato con una pizza veloce, prendiamo la metro (che collega ottimamente tutta la città, davvero funzionale e pulita!) e raggiungiamo il Parco Olimpico: costruito per le Olimpiadi di Monaco, comprende il famoso Olimpiastadion (che si può visitare al prezzo di due euro), la Piscina e il Palazzetto dello sport, tutti immersi tra diversi laghetti e colline verdi dove i bavaresi vengono a correre. Visitiamo poi il museo della BMW, situato a pochi passi dal parco vicino alla sede della casa automobilistica, che costa 1,50 euro (per studenti) ma che non è molto grande (ci sono comunque diverse auto d’epoca e anche la formula 1). Poi, sempre via metro, facciamo un salto all’Allianz Arena, il nuovo e futuristico stadio costruito per i Mondiali. Dentro è come una città, con numerosi negozi e uffici, ma per visitare il campo e le tribune bisogna per forza seguire un tour (come al castello!!) al prezzo di 8 euro (7 per studenti) che però, vista l’ora tarda, decidiamo di non fare. Prima di riprendere la metro assistiamo all’accensione delle luci dello stadio, famose per cambiare colore in base alla squadra che ci gioca, che lo rendono simile ad una enorme e bellissima astronave.

Il richiamo della festa ci induce a condurre l’ultimo giro tra le birrerie: come previsto l’affluenza è massima, tanto che alle 21 sono già tutte chiuse (non fanno più entrare perché sono già piene). Così ci rassegnamo a fermarci in uno dei “paddock” esterni (ogni birreria ha alcuni tavoli all’aperto) e risuciamo a prenderci una birra, nonostante fossimo sprovvisti di posto, grazie all’aiuto di alcuni italiani. All’esterno comunque la festa perde molto, il bello è dentro dove c’è il vero “delirio” e quindi ci fermiamo giusto il tempo per scolare i boccali e per “occultarli” come souvenir. Sulla via del ritorno assistiamo poi ad una scazzottata tra due italiani e tre americani (gli episodi di violenza sono limitati ma ovviamente accadono) che si conclude nel peggiore dei modi per i nostri connazionali, uno all’ospedale e l’altro arrestato dalla polizia (poi verrà preso anche l’americano responsabile, addirittura un militare!), e che verrà riportata anche dai notiziari nei giorni seguenti. Il mattino del 1 ottobre ci apprestiamo a ripartire. Sulla strada ci fermiamo a visitare Innsbruck, città davvero bella e piena di turisti, prima di ritornare in patria e di concludere un’esperienza davvero ottima ed entusiasmante, seppur breve, tra amici pieni di voglia di divertirsi.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche