CINA FAI DA TE – seconda parte
Gli alberi di cassia, che vi crescono numerosi, in autunno profumano la città. All’arrivo in aeroporto prenotiamo alla CIT la crociera sul fiume Li (460 Y a testa =58 €), pranzo e ritorno compreso. Con un pulmino pubblico CAAC (25Y=3,1€ a testa) ci trasferiamo al Guilin Park Hotel. Guilin by night è stupenda e ordinata. E’ tutto illuminato e il nostro hotel è situato su un’isoletta tra il lago e l’ Old Men Hill. Parliamo con la guida CAAC che, oltre a proporci un pacchetto per l’escursione alle risaie di Longji, che noi non acquistiamo, ci dà alcuni utili suggerimenti su come impostare la visita a Guilin. Facciamo un giro di ambientamento fuori dall’ hotel, sulla pista pedonale attorno al lago: è proprio un’atmosfera suggestiva, le luci colorate illuminano i ponti, le piante, i fiori e l’acqua rendendo l’ambiente quasi irreale. Al ritorno in hotel chiediamo consiglio all’information desk sull’escursione alle risaie terrazzate di Longji. Sono a circa 60 km e si può andare, ad un prezzo modico, in bus pubblico partendo dalla stazione. Saliamo in camera e dopo una doccia ristoratrice andiamo a letto stanchi morti.
Venerdì 5 Luglio – Guilin Sveglia alle 6,30, colazione e alle 8,10 arriva il pulmino CIT per portarci al porto (40 minuti). Alle 9,40 partiamo in barca per la crociera sul fiume Li (il percorso che parte dalla zona sud della città copre 83 km). E’ lo spettacolo più affascinante che consente di ammirare oltre alla lucentezza del fiume, svariate grotte, cascate, piante di bambù, cormorani, insomma sembra di far parte integrante di un classico dipinto a china.
Ci si presentano innanzi picchi, vette e rilievi calcarei immersi in una vegetazione dal verde intenso. Lo scenario è fiabesco, sul corso d’acqua si incrociano, fra le altre, imbarcazioni costruite con tronchi di bambù dalle quali si pratica l’antica pesca con il cormorano.
Durante la navigazione ci viene offerto un liquore con dentro i serpenti! Noi naturalmente lo rifiutiamo (la Gabri inorridisce). Alle 11,30 si pranza cinese con zuppa di alghe, riso, pollo, carne, pesce, verdure lesse. Non male, con bevande (acqua e birra) comprese.
Alle 12,30 arriviamo in prossimità di Yangshuo dopo 3 ore di navigazione. Fa un caldo torrido e siamo tutti sudati. Informiamo la guida CIT che è nostra intenzione ritornare più tardi con il bus pubblico. Ci insegna, gentilmente, dove prenderlo e la salutiamo per noleggiare le biciclette (30 Y=3,70 € per 4 bici). Alle 13 partiamo in bici per la campagna, tra le risaie e le piccole contrade contadine. Visitiamo anche la Butterfly Spring, dove ci mostrano delle grotte “false”, il ponte tibetano e il farfallario. Torniamo verso Yangshuo, ma lungo la strada veniamo sorpresi da un nubifragio equatoriale che ci costringe a cercare riparo. Riconsegniamo le biciclette, facciamo qualche acquisto e alle 17,20 partiamo in bus per Guilin (10 Y=1,25€ a testa). Il bus è piccolo e modesto, ma come ogni altro, è dotato di televisione e DVD che trasmette il karaoke o film violenti. Ad ogni fermata la bigliettaia, oltre a gridare:”Guilin!”, scende a recuperare un po’ di gente e sale anche un anziano che carica la bicicletta, una donna con il “bigòlo” sul collo con 2 ceste e altri personaggi caratteristici… Alle 18,50 arriviamo alla stazione di Guilin da dove prendiamo un taxi per tornare in hotel. Dopo la doccia usciamo a cenare al McDonald’s dove conosciamo 2 studenti che ci chiedono del calcio italiano e della vita nel nostro Paese. Dopo cena passeggiamo tra il luccichio della città e assistiamo alla cascata d’acqua dalla facciata di un palazzo. E’ stupefacente! Rientriamo presto in hotel.
Sabato 6 Luglio – Guilin Sveglia alle 6,45, colazione scarsa ( oggi non c’è il buffet). Ci trasferiamo in taxi alla stazione dei bus (13Y a testa=1,6€) da dove partiamo alla volta delle risaie terrazzate di Longji (direzione Longsheng). La strada è lunga (in bus c’è una donna con un gallo che per restare fermo gli appoggia una valigia sul collo). Durante il tragitto facciamo 2 soste: una tecnica per il pieno e per i bisogni fisiologici, un’altra per gonfiare le gomme. Passando per un villaggio di montagna troviamo, in mezzo alla strada, una scrofa viva con le zampe legate. L’autista è costretto a fermarsi e, non capendo quello che si dicono, supponiamo che il proprietario volesse caricarla in bus. Poiché era già pieno e c’erano dei turisti (noi!) la scrofa resta giù, in attesa del bus successivo. Dopo 3 ore, alle 11 scendiamo ad un bivio per la coincidenza. Una ragazza cinese ci indica dove dobbiamo prendere il minibus (10Y a testa=1,25€) successivo che arriva subito. Dopo una ripida e scoscesa salita, alle 11,45 arriviamo, finalmente, in cima alle terrazze. E’ uno spettacolo stupendo! Saliamo sulla collina e il paesaggio è mozzafiato. Ogni piccolo appezzamento di terra è occupato dalle risaie, e i rigagnoli d’acqua alimentano i vari livelli. La contrada fatta di semplici case in legno ci ricorda i masi del Tirolo. Siamo accompagnati in questa escursione da 2 “guide” che (per 20 Y=2,5€) si sciolgono i capelli che arrivano fino a terra. Qui la popolazione è di un’etnia minoritaria, e i loro lineamenti somatici assomigliano molto ai Mongoli. Peccato che poi cominci a piovere, e dopo aver trovato riparo in un ostello, siamo costretti a tornare a valle e attendere l’imminente bus per tornare a Guilin. Alle 16,30, arrivati in hotel, ci riposiamo fino alle 18. Usciamo e a piedi ci rechiamo in centro (scopriamo che è molto vicino all’ hotel). Ceniamo in un ristorante cinese (della catena UBC Caffè): la scelta del cibo è un po’ difficoltosa e alla fine optiamo per spaghetti al ketchup e bistecca con riso in foglia di lotto e tanto tè. Facciamo una bella passeggiata serale tra luci, suoni, karaoke e tanta gente. Ritorniamo in hotel verso le 23.
Domenica 7 Luglio – Guilin/Hangzhou Sveglia ore 7,30, colazione, deposito bagagli e alle ore 9 usciamo a piedi per la visita di Guilin. Visitiamo prima il Picco della Bellezza Solitaria, situato proprio al centro della città e dai suoi 150 mt di altezza ammiriamo il panorama. In pochi minuti ci trasferiamo a piedi alla Collina Fubo. E’ inserita in un grazioso parco ad est della città, domina il fiume Li e prende il nome da un famoso generale di epoca Han; qui si trova la “Grotta dei 1000 Buddha” e la “Grotta della Perla Restituita”. Sempre a piedi ci trasferiamo alla Collina Diecai (dove si Accumulano i Colori). E’ meta turistica già dall’epoca Song, il nome deriva dalle venature calcaree colorate che si irradiano sui suoi fianchi. Sono presenti la Caverna del Vento, sulle cui pareti ci sono sculture buddhiste, e l’uccelario.
In pulmino turistico gratuito ci trasferiamo, alle 12,30, alla “Grotta dei Flauti a Canne” dove arriviamo dopo 30 minuti. Visitiamo la stupenda grotta, facciamo un semplice pic-nic fino alle 15 e in minibus gratuito ritorniamo alla Collina Fubo. A piedi andiamo in hotel dove alle 15,50 partiamo con minibus privato CAAC per l’aeroporto (120Y-15€ totali, 35’). Arriviamo alle 16,30 con largo anticipo perché l’autista ha corso come un pazzo e completiamo il check-in usando i biglietti acquistati in Cina dalla Snap-Dragon, tramite Valentino, e speditici via DHL. Al controllo bagagli ci fanno togliere anche le scarpe e alle 18,25 decolliamo, con Boeing 737 un po’ scassato della Xianmen Airlines, per Hangzhou. Arriviamo dopo 1h40’, dopo aver cenato. All’uscita i tassisti ci chiedono 300 Y(=37,7€) per 2 taxi per portarci all’ hotel. Noi, con un bus granturismo di linea, arriviamo in centro per soli 80Y totali (=10€). Prendiamo poi 2 taxi che ci portano all’ hotel Wanghu. Spendiamo in tutto 100 Y contro i 300 chiestici dai tassisti; siamo diventati abili a spendere poco! Check-in in hotel e chiediamo di prenotare il treno per andare domani a Suzhou. Siccome c’è alle 14 e per noi è troppo presto optiamo di usare il pullman. Arriviamo in camera alle 22. Siamo stanchissimi e dopo la doccia, finalmente, andiamo a letto (facendo prima cambiare le lenzuola).
Lunedì 8 Luglio – Hangzhou/Suzhou Sveglia ore 6,30, ottima colazione, check-out con deposito bagagli e alle ore 8,30 partenza per la visita della città.
Adagiata attorno allo splendido lago dell’Ovest, è la città più romantica della Cina: qui abbiamo l’occasione di interrompere il ritmo frenetico del nostro viaggio e di fermarci a respirare l’atmosfera incantevole del lago, delle sue fantastiche isolette, dei parchi, dei padiglioni e delle pagode immerse nel verde. Divenne capitale quando l’imperatore della dinastia Song la scelse come sua residenza nel 12° sec. E vi attirò vari studiosi ed artisti, per cui quando vi giunse Marco Polo (di cui fu anche governatore), nel secolo successivo, gli apparve ricchissima per l’ampiezza degli edifici e delle strade, raffinata per la qualità delle vesti dei suoi abitanti, ed incorniciata da un paesaggio molto fresco e riposante. Infatti la città è posizionata fra un fiume ed un lago, nel quale sono inserite quattro isolette: nella più grande posero le loro dimore gli imperatori.
A piedi passeggiamo per la splendida sponda del lago occidentale, a pochi passi dall’ hotel. C’è un po’ di foschia, ma il lago con i fior di lotto e i ponticelli è comunque romantico. Il lago ha una profondità massima di 1,8 mt e un perimetro di 15 km; ci sono alcune isolette ed è diviso in 3 bacini da 2 dighe. Isole, chioschi, padiglioni, giardini, alberi, foglie e fior di lotto galleggianti cercano di mettere in armonia le forze della natura. La gente anziana fa ginnastica nei parchi. In lontananza vediamo la pagoda che protegge Chu e arriviamo alla Tomba del Generale Yue Fei. Fu un eroe che visse nel 1100 e combatté strenuamente contro i nomadi invasori. Fu poi vittima di una congiura di palazzo e morì in prigione. La Tomba comprende vari cortili, la Via degli Spiriti che porta ai 2 tumuli sepolcrali: uno dell’Eroe e uno di suo figlio. Ci sono inoltre le 4 statue dei nemici traditori, rappresentate in ginocchio e con le mani legate. Alle 10,30 ci trasferiamo in taxi al villaggio di Longjingcha cun dove ci sono le piantagioni del tè del Pozzo del Drago. Nella casa del tè ci spiegano come viene lavorato e ce lo fanno assaggiare. Non ci riempiono il bicchiere, perché il bicchiere non pieno indica che gli ospiti sono graditi..
Con lo stesso taxi ci trasferiamo alla Pagoda delle Sei Armonie, (Armonia nel corpo, nella parola, nel pensiero, nella resistenza alle tentazioni, nell’accumulare ricchezze e nel formulare giudizi). Il Tempio consiste in una torre alta 60 mt, con 15 piani esterni, costruita con mattoni e legno nel 970 e più volte restaurata. Anticamente la pagoda faceva parte di un complesso conventuale e serviva sia da faro per le imbarcazioni sul fiume, sia da protezione spirituale contro le improvvise piene fluviali. Poi ci rechiamo al Tempio del Rifugio dell’Anima. Al suo interno le strutture principali che si trovano sono 2: il Padiglione dei Re Celesti, che contiene una grande statua dorata del Buddha Sorridente e il prezioso Padiglione del Grande Eroe, dedicato a Buddha che ha vinto i demoni. Quest’ultimo ospita una statua del Buddha in legno di canfora che con i sui 19 mt di altezza è la più alta scultura in questo legno pregiato che esiste in Cina. Qui molti pellegrini cinesi ci chiedono di fare una foto assieme. Inoltre, mentre Gabri legge le fotocopie del Touring Club, si forma un capannello di cinesi che ascoltano con interesse la nostra lingua e sorridono divertiti. Abbiamo l’ennesima conferma che i cinesi sono davvero curiosi e noi ci sentiamo proprio delle mosche bianche! Alle 14 ci trasferiamo in centro alla vecchia farmacia (che non è quella che cerchiamo!) e alle 15 ritorniamo in hotel in taxi. Poiché è ancora presto, facciamo l’ultima passeggiata in riva al lago. Alle 17 ritiriamo i bagagli e partiamo per la stazione dove troviamo un ingorgo che ci costringe a scendere in fretta e a correre con le nostre valigie fino alla stazione (chissà cosa sarà successo!?). Rimaniamo sorpresi perché la stazione è molto tecnologica, con uscite indicate da pannelli luminosi, posti assegnati a bordo e lettori barcode per verificare che si utilizzi l’uscita giusta. In compenso è abbastanza sporco e c’è molta gente. Alle 17,45 parte il pullman e in 2,30 ore arriviamo a Suzhou. Con 2 taxi arriviamo all’ hotel Aster e dopo aver fatto il check-in usciamo in taxi per la cena. Abbiamo nostalgia dei gusti italiani e scegliamo Pizza Hut. Nella zona di Pizza Hut e McDonald’s vediamo, per la prima volta, 2 bambini e un’anziana che mendicano. Dopo un po’, infastiditi, entriamo in un negozio per acquistare CD (3 x 36Y=4,5 €) mentre un cinese sgrida la vecchia perché ci importuna. Alle 23 siamo pronti per andare a dormire, molto stanchi. Martedì 9 Luglio – Suzhou Ore 7,30 sveglia, colazione ottima e alle 9,15 partiamo in taxi per la stazione Bus (14,5 Y a testa=1,82 €). Il tempo è nuvoloso e alle 10,05 parte il bus per Zhouzhuang dove arriviamo alle 11,30 (1h25’).
Il villaggio è un piccolo miracolo che ci riporta nel Medioevo, all’epoca della Dinastia Ming: qui il tempo si è fermato dentro le piccole, splendide case che si affacciano sui canali o dentro le residenze dei ricchi signori, dove tutto è rimasto intatto, fino ai minimi dettagli, dando l’impressione che il padrone di casa stia per ritornare da un momento all’altro. Negozietti, ristoranti tradizionali, ponti inarcati e chiatte che percorrono i canali in un silenzio incantato: una rara occasione per assaporare ancora il gusto della Cina vera, quella delle campagne e delle antiche tradizioni confuciane.
Dalla stazione prendiamo 2 trisciò (3 Y l’uno) per il centro e, dopo aver acquistato il biglietto d’ingresso (!!!), visitiamo la Venezia cinese, la più famosa città sull’acqua della Cina. Comincia a piovigginare e passeggiamo tra i numerosi ponti e le viuzze in riva ai canali. Alle 13 pranziamo al sacco all’interno del Tempio Quanfu e Gabri comincia a stare male. Qui non ci sono turisti occidentali, e questa località non viene descritta da nessuna guida italiana Peccato perché merita veramente. Alle 15,45 prendiamo il bus per Suzhou dove arriviamo alle 17,05. Torniamo in taxi in hotel. Dopo la doccia ci riposiamo fino alle 18,30 e in reception prenotiamo il treno per Shanghai (l’unico libero è alle 15,30). Usciamo, senza Gabri, per cenare al McDonald’s e poi a prendere il tè da UBC Caffè. Passeggiando nel centro città si sentono le musichette natalizie che ci sembrano del tutto fuori luogo! Telefono a Valentino, che è in Cina anche lui, per sentire come và. Facciamo un giro ai grandi magazzini e ritorniamo in taxi in hotel. Alle 21,30 siamo già a letto.
Mercoledì 10 Luglio – Suzhou/Shanghai Durante la notte Gabri continua a star male. Alle 0,45 scendo in reception per chiedere cosa fare. Mi consigliano di andare all’ospedale per una visita. Salgo in camere e telefono in Italia all’assicurazione. Ci decidiamo di andare all’ospedale, in taxi con uno della reception. L’ospedale è poco lontano e non così malconcio. Il dottore, assonnato, ci fa alcune domande che dal cinese vengono tradotte in inglese e quindi in dialetto. Spero che nel passaparola non ci siano fraintendimenti. Il medico non si spiega il sintomo. Conclude che è un problema di stanchezza accumulata durante il viaggio. Le prescrive una iniezione (che Gabri si rifiuta di fare), uno sciroppo giallo e delle pastiglie. Il tutto per 124 Y (15,5 €). Torniamo in hotel alle 2,30 (1 ora dopo) e faccio una bella mancia al receptionist che ci ha accompagnato con molta disponibilità. Gabri prende la “sbobba” e un po’ alla volta si riprende. Alle 7,30 ci svegliamo “in coma”. Scendo a fare colazione e racconto agli altri le avventure della notte. Dopo colazione ritiriamo i biglietti del treno e torno a letto fino alle 11, prepariamo i bagagli e scendiamo per il check-out. Nella hall attendiamo il ritorno di Marino e Sergio che, nel frattempo, sono andati a visitare la città. Alle 14 ci trasferiamo in taxi alla stazione dei treni. Scendendo dal taxi rompo la manopola del finestrino e il tassista si “incazza”! Attendiamo 1 ora nella sala di attesa ingabbiati sul nostro gate. Oggi è bel tempo e fa caldo.
Alle 15,30 aprono le gabbie e corriamo, inutilmente, con i bagagli al binario 3. Alla nostra carrozza ci attende una graziosa hostess che ci fa accomodare nel nostro posto assegnato. Restiamo sorpresi perché il treno è lussuoso per turisti (29,5 Y a testa 3,71€). Il treno parte quasi puntuale e dopo 55’ di viaggio confortevole arriviamo a Shanghai. L’uscita della stazione è un po’ squallida e qui prendiamo un minibus che ci porta per 50 Y (6,3 €) all’ hotel Jin Jiang Tower, una torre di 42 piani. Un lusso estremo, il “Gnò” è esterrefatto. Ci sistemiamo e Gabri sta un po’ meglio. Si mette a letto e noi alle 18 usciamo in metrò (2Y=0,25€) verso il centro. C’è una ressa incredibile e usciamo a People’s Square. A piedi proseguiamo per Nanjing Road. La via è la più importante della città dal punto di vista commerciale: su di essa si affacciano negozi e grandi magazzini che attirano centinaia di migliaia di persone ogni giorno. La via è fiancheggiata da palazzi ricoperti da insegne colorate e sembra, a prima vista, che lo spazio non sia sufficiente a contenere il fiume di folla.
Arriviamo al Peace Hotel e ammiriamo le luci del Bund. E’ una grande strada urbana con un’alta concentrazione di edifici in stile architettonico americano degli anni ’20 e ’30. La vista sullo Skyline (Pudong), dove svetta la Pearl Tower (torre della televisione-simbolo fallico come definito da Turisti per Caso), è davvero mozzafiato con le luci colorate e i riflessi che ne esaltano l’aspetto avveniristico.
Shanghai si presenta come una città modernissima, costellata da innumerevoli grattacieli e torri tangibili testimonianze di un Paese che sta entrando a rapidi passi nel progresso occidentale. E’ qui, infatti, che è stato posto il quartier generale dello sviluppo economico cinese: banche, industrie, joint-venture, alberghi, negozi, sono qui addensati e vivacizzano il ritmo economico dell’intera Cina. La città costituisce un interessante esempio di megalopoli orientale (8 milioni di abitanti) nella quale non si perdono le caratteristiche culturali né alcuni modi cinesi di vivere in relazione con gli altri. Fu da sempre la porta di accesso per i commerci che arrivavano dall’oceano, risalivano lungo il fiume Yangtze fino alla Mongolia. E’ per questo che era ed è un punto strategico, a lungo dominato dalle colonie occidentali.
Ceniamo da Gino’s con una carbonara dai gusti quasi italiani. Telefona Valentino e ci accordiamo per incontrarci la sera successiva. All’uscita andiamo al nr. 98 dove troviamo i compagni di Eva, l’amica di Valentino. Saliamo all’8° piano e visitiamo l’esposizione dei quadri che gli studenti dipingono e vendono per mantenersi agli studi. Poco dopo arriva anche lei e ci fa molta festa e chiacchieriamo un po’ assieme e ci mostra, con orgoglio, la foto della taverna di Valentino, con i suoi quadri cinesi. Torniamo in taxi in hotel e saliamo al 42° piano per ammirare il panorama. E’ stupendo. Siamo stanchi e Gabri dorme. Alle 22,30 andiamo a dormire, dopo una giornata intensa e “sballata” .
Giovedì 11 Luglio – Shanghai Sveglia ore 7,30, colazione e alle 9,15 partenza per la visita alla città. C’è bel tempo e il tassista ci porta al Tempio del Buddha di Giada. E’ il Tempio più importante di Shanghai. Cinto da un muro giallo, fu costruito alla fine dell’epoca Qing per ospitare 2 statue in giada del Buddha, portate dalla Birmania da un monaco. Adibito al culto, il Tempio è molto frequentato e funge da monastero giacché vi alloggiano stabilmente una settantina tra monaci e monache. Poi ci trasferiamo nella zona del Giardino del Mandarino Yu, preceduto dal Bazar e dalla Casa da tè in Mezzo al Lago. Ci accompagna un signore cinese che ha voluto farci da guida. Gli offriamo il tè e chiacchieriamo. Ci racconta che anche in Cina c’è il problema della droga e dell’Aids. La Casa da tè è un padiglione pentagonale a 2 piani posto al centro di uno stagno, collegato alla terraferma da un camminamento a zig-zag che prende il nome di Ponte delle 9 Curve (secondo la tradizione gli spiriti maligni possono camminare solo in modo rettilineo, quindi la Casa da tè sarebbe preservata dalla loro nefanda presenza). Visitiamo il Giardino del Mandarino che è uno splendido esempio dell’arte cinese di allestimento del verde. E’ un microcosmo in cui piante, animali e minerali convivono in modo equilibrato. Sul muro perimetrale si snoda serpeggiando un lungo drago. Diamo da mangiare piccoli bocconi di pane ai grossi pesci rossi che sono simbolo di ricchezza.
Facciamo gli ultimi acquisti al Bazar (maglietta blu a 40Y=5€) dove si possono trovare oggetti di uso quotidiano in molteplici fogge. Mangiamo al sacco in un cortiletto con cascatine. Ci trasferiamo in taxi al Bund. E’ stupefacente anche di giorno. E’ la più spettacolare strada urbana della Cina. Il termine, di origine anglo-indiana, indica un terrapieno in prossimità di acqua; difatti il Bund costeggia la riva sinistra del fiume Huangpu. Affacciati sul fiume, grattacieli e palazzi ricordano i fasti del periodo coloniale. Il lato che dà sul fiume è stato sopraelevato e offre una bella passeggiata.
Facciamo le foto di rito e attraversiamo il fiume con il tunnel turistico (40Y=5€) arrivando a Pudong. E’ una delle zone Economiche Speciali, dominata dalla altissima torre-faro (Pearl Tower) che con la sua silhouette sembra sovrastare il lontano Bund che si trova sull’altra riva. Pudong è ricca di imprese commerciali e industriali che furono favorite nel 1989 per attrarre i capitali stranieri.
Girovaghiamo per l’altra sponda e ritorniamo davanti al Peace Hotel dove prendiamo un taxi per tornare al nostro hotel. Arriviamo alle 16,45 e dopo la doccia ci riposiamo fino alle 18. Usciamo e prendiamo il metrò dove assistiamo alla “pisciatina” del bambino che, nella ressa dell’ora di punta, per poco non ci bagna. Facciamo a piedi lo stesso percorso della sera precedente. Alle 20 arriviamo da Eva che ci attende. Acquistiamo il quadro degli aironi dalle lunghe zampe (= lunga vita) per 20€, dipinto dalla sua insegnante di cui scrive il nome sul retro e alle 20,30 ci troviamo davanti al Peace Hotel con Valentino e il suo collega. Valentino ci fa vedere la jazz band che suona al Peace Hotel e la sua suite. Ceniamo con Eva da Gino’s e trascorriamo una serata piacevole… Passeggiamo un po’, facciamo la foto e poi Eva ci saluta. Proseguiamo fino a People’s Square e salutiamo Valentino e Gianpietro e torniamo in taxi in hotel. Il viaggio è quasi finito. Per consolarmi vado al 42° piano a fare una foto notturna.
Venerdì 12 Luglio Sveglia ore 7, ultima colazione, prepariamo le valigie e alle 9,30 siamo pronti in reception. Alle 10 partiamo con il bus navetta per l’aeroporto (30Y=3,78€ a testa) e arriviamo alle 11. Ci mettiamo in coda per il check-in e incontriamo Valentino. Al controllo bagagli ci ritirano la forbicina che distrattamente abbiamo tenuto nel bagaglio a mano. Spendiamo gli ultimi spiccioli acquistando qualcosa da mangiare per il viaggio.
Il volo Lufthansa decolla alle 13,45 e segue la rotta sopra la Siberia. Abbiamo così modo di vedere le sue immense distese verdi e disabitate, solcate da innumerevoli fiumi che gradualmente si stanno prosciugando dopo il disgelo. Dopo 11 ore arriviamo alle 18,45 (ora italiana) a Francoforte. Il volo è stato lungo e tutto di giorno. Nell’attesa Valentino ci offre un espresso che ci fa ritornare ai sapori di casa nostra ma nello stesso tempo ci indica che il viaggio è finito. Alle 20,30 decolliamo con un ATR42 per Verona dove arriviamo alle 21,55 (1h25’). Siamo stanchi e torniamo a casa, tutti 5 insieme, in auto. Il viaggio è finito! Siamo molto stanchi ma nella mente assaporiamo ancora le emozioni cinesi, mentre negli occhi ci scorrono innumerevoli immagini di Palazzi, Templi, Persone, Giardini e Paesaggi.
Abbiamo volato per 26 ore e mezza, abbiamo girato città, villaggi e campagne. Abbiamo usato i seguenti mezzi di trasporto: Aereo (intercontinentale, nazionale, regionale), treno, metrò, bus, minibus, taxi, barca, trisciò, bicicletta e naturalmente… piedi Un viaggio straordinario alla scoperta di un mondo ancora molto lontano dal nostro immaginario collettivo! Paolo, Grabriella, Marino e Sergio.