Cina fai da te – Famiglia di 4 adulti
Malpensa: volo fino a Shanghai SU0422/AZ0560. Si vola con Alitalia fino a Mosca. Volo Mosca-Shanghai – L’aereo è un Airbus 330-200 nuovo. Durante il volo ci hanno servito la cena composta da: fettina di pane nero, micro panino che sembrava una gomma, un antipasto dove l’unica cosa che si capiva cos’era era la fetta di limone, un secondo a base di pollo, spaghettini fini e glassatura dolciastra, dolcino al cocco. Il tutto accompagnato da un bicchiere di acqua tiepida e una lattina di coca cola altrettanto tiepida.
05/08/10 – Giovedì
Arriviamo in perfetto orario. Controllo passaporti e dogana sono stati velocissimi. Cambiamo un po’ di € all’aeroporto con un tasso poco conveniente. Con il Maglev arriviamo a Shanghai (36°C, cielo lattiginoso). Il tizio che ci doveva venire a prendere a mezzogiorno non c’è. Aspettiamo fino a mezzogiorno e un quarto dopodiché cerchiamo un taxi che ci carichi tutti e 4 con i nostri voluminosi bagagli (100 CNY a forfait) e arriviamo all’ostello Le tour. È un po’ sgangherato, ma pulito. La registrazione è stata un po’ complicata. Altro piccolo neo: la camera non include gli asciugamani! Con poca convinzione vado alla reception a domandare come mai non ci sono gli asciugamani. Risposta: basta venire a chiederli (mah!). Meta del pomeriggio: il Bund, ovvero il vecchio quartiere sul fiume. Dal nostro ostello sono solo 3 fermate di Metro, così decidiamo di fare due passi per vedere un po’ della vita quotidiana di Shanghai! Pessima idea, perché le distanze tra una stazione e l’altra della metro sono di qualche kilometro. Stanchi morti ci prendiamo un momento di relax in uno dei tanti fast food alla cinese dove mangiamo un piatto a testa di ravioloni in brodo serviti alla temperatura del piombo fuso. Meno male che c’era anche il cucchiaio! Con una birra grande e due minerali abbiamo speso 92 CNY (~10 €). Riprendiamo la strada per il Bund (prendiamo la metro – biglietto 3 CNY) e finalmente verso le 18.30 siamo lì insieme a qualche altra centinaia di migliaia di cinesi. C’è una quantità di persone impressionante. La competizione tra pedoni, ciclisti, motociclisti, automobilisti, ecc. È serrata. Attraversare la strada col verde, sulle strisce pedonali col vigile che sorveglia si rischia comunque di essere investiti. I cinesi e in particolare i taxisti guidano molto male.
06/08/10 – Venerdì
Meta: SuZhou. Arrivati alla stazione di HongQiao tentiamo di comperare i biglietti alle macchinette, ma la quantità vendibile si ferma a 3. Ci viene in soccorso un cinese che parla inglese che ci dà una mano comperando 3 biglietti da una macchinetta e 1 dall’altra. I posti assegnati automaticamente però sono vicini. Cerchiamo un bar dove fare colazione scoprendo che vendono solo cose calde e salate. In un banchetto troviamo dei muffin (4 per 10 CNY) di sapore occidentale. Una macchinetta propone bibite “cold” (4 o 5 CNY) che risultano essere a temperatura ambiente. Riuscire a bere una bibita fresca in Cina non è semplice. Prendiamo il treno per SuZhou. Arrivati mentre veniva giù il diluvio. Smesso di piovere ci avviamo verso il centro e ricomincia a diluviare. Noi abbiamo 2 ombrelli piccoli in 4. Per fortuna dura poco e quando smette cerchiamo un taxi per andare alla banca a cambiare. Interminabile discussione con un taxista che vuole farci fare il giro dei giardini invece che portarci in centro. Finalmente troviamo un ragazzo che parla inglese che ci aiuta a trovare una ragazza che ci fa strada verso il taxi dicendogli dove portarci. Alle 12.40 entriamo in banca per cambiare 600.00 euro. Ci mettiamo 20 minuti (e non c’era nessuno). Hanno compilato vari moduli, controllato in 3 i soldi, contati 3 volte. Finalmente abbiamo ~5200 CNY. Per andare al Giardino dei Leoni cerchiamo un taxi, ma non riusciamo a trovarlo, per cui ripieghiamo su 2 Risciò a pedali spendendo 40 CNY (per un tragitto molto più breve di questa mattina col taxi abbiamo speso 4 volte tanto). Il giardino (ingresso 30 CNY) è particolare, ma non indimenticabile. L’attrazione speciale è costituita dalla miriade di pietre portate lì da zone lontane. Dopo siamo andati a visitare il giardino dell’Amministratore Umile (biglietto 70 CNY). Questo invece è veramente bello con tantissime piante di loto e un’esposizione di bonsai bellissimi. Usciti tentiamo di trovare un taxi con insuccesso per cui ci dirigiamo a piedi verso la stazione. Giunti nei pressi abbiamo difficoltà a trovare l’ingresso, causa intersecarsi di strade sopraelevate. Riusciamo a fermare un taxi guidato da una donna che per portarci alla stazione vuole 30 CNY. Dato che siamo messi male dobbiamo cedere al ricatto. Alle 18.27 puntualissimo il treno parte. Dalla stazione prendiamo la metro. Un signore cinese attacca bottone in inglese. Le donne ne approfittano per chiedergli dove ci sia un grande magazzino che vende roba taroccata e lui indica una fermata della metro. Per cena siamo andati in un centro commerciale dove ci sono diversi ristoranti. Onorevole cena abbondante con meno di 5 € a testa.
07/08/10 – Sabato
Colazione a buffet dell’ostello. 30 CNY a testa. Decorosissima e abbondante. Le posate hanno un che di famigliare (IKEA, anche qui!). Prima incombenza della giornata la prenotazione dell’ostello a Nanchino e Xian e l’acquisto del volo Nanchino Xian. Oggi è una giornata di sole abbastanza ventilata. Ci dirigiamo al parco del popolo. Un giardino bellissimo persino meglio di quello di SuZhou. Da lì andiamo al museo di Shanghai (ingresso gratuito). Per entrare abbiamo fatto la coda dalle 12.30 alle 13 sotto un sole a picco bestiale. Dentro abbiamo visto ceramiche cinesi antiche, oggetti di giada, calligrafie nel corso dei secoli legate alle varie dinastie e mobili di gusto estetico discutibile. Terminata la visita vedo che la cassa del negozio di souvenir del museo fa anche cambio ed è pure più conveniente. Tempo per cambiare i soldi: 1 minuto! (alla faccia della Bank of China di ieri!). Siamo poi andati in taxi fino al Bund dove c’era molta meno gente della sera scorsa. Quindi abbiamo trovato un ristorantino (erano le 3 p.m.) dove abbiamo fatto pranzo (o merenda) con 60CNY in 4 (poco più di 1.50€ a testa). La cucina cinese in Cina somiglia poco a quella che fanno in Europa. È decisamente meglio. Da lì col taxi ci facciamo portare nella zona della “Concessione Francese”. Un posto che sulla guida viene descritto come un angolo di storia di Shanghai, ma in realtà delle casette “art deco” non c’è quasi più nulla. Anche qui grattacieli nuovissimi, bei negozi, ecc. Finiamo la giornata al centro “Robe Tarocche” (metro linea 2, stazione Museo Scienza e Tecnologia) dove vengono acquistate varie cose griffate a prezzi molto bassi. Le contrattazioni sono sfibranti. Io che non ho molta pazienza ho preso un pullover di lana bella per 150CNY (partenza 380) e due polo per 100CNY (partenza 160). Chiara invece ha preso 2 Rolex per 100CNY con base di partenza a 400! Cenato in un ristorante vicino all’ostello. Io ho preso un piatto che, secondo la lista era anatra arrosto, in realtà non ho la minima idea di che cosa ho mangiato. Abbiamo chiesto una birra e tre bottiglie d’acqua “cold” e hanno portato una birra e tre te bollenti. In compenso in 4 abbiamo pagato 77CNY. Nota: i cinesi ci fotografano per strada come fossimo animali rari.
08/08/10 – Domenica
Tempio del Budda di Giada (ingresso al Tempio 20CNY + 10CNY per vedere il Budda di Giada). Più che un centro religioso dedito alla meditazione sembra un centro commerciali per souvenir buddisti. Il Budda di Giada però è proprio bello. Si va poi alla Città Vecchia dove visitiamo il Giardino del Mandarino. Un parco pieno di piccole costruzioni in legno, piante, ruscelli, un caldo micidiale e un quantitativo impressionante di cinesi. Pranzo in un KFC. Siesta nel Parco del Popolo (Renmin), giro per Pudong fino a quando cala la sera per vedere i vari grattacieli illuminati. Arrivati a Jing An ceniamo al volo e ci comperiamo dei muffin per la colazione di domani al panificio francese che c’è nel centro commerciale. L’idea è di tornare all’ostello e preparare i bagagli con calma, prenotare il volo da Xian a Chengdu, organizzare il trasferimento alla stazione per andare a Nanjing. Chiediamo lumi alla reception dell’ostello circa il treno per Nanjing e ci dicono che sono rimasti pochissimi biglietti e di correre alla stazione per comperarli. Precipitati in taxi alla stazione, le macchinette che vendono i biglietti sono fuori uso e ci dirottano alla biglietteria con umano. Coda. Arrivato il nostro turno ci dicono (in inglese per fortuna) che non possono vendere biglietti per domani e di tornare domani mattina. Nel frattempo si sono fatte le 23. I bagagli vengono fatti infilando la roba alla come viene viene. Siamo di nuovo sudati marci. Il volo per Chengdu non siamo riusciti a comperarlo.
09/08/10 – Lunedì
Alla Stazione di HongQiao in taxi. 13 Km 55CNY. Comperiamo i biglietti per Nanjing alle macchinette a 146CNY l’uno. Comoda, spaziosa, pulitissima sala d’attesa. Le sale d’aspetto delle stazioni italiane sono invece mediamente puzzolenti e scomode. Saliamo sul treno e alle 9.35 in perfetto orario partiamo. Il display informa che stiamo viaggiando a 316 Km/h. In 2 ore si percorrono i circa 300 Km comodamente seduti, con l’aria condizionata perfettamente funzionante e soprattutto con una puntualità perfetta. Arrivati a Nanjing andiamo a prendere il taxi e scopriamo che tutti vanno a gas, per cui i nostri bagagli non ci stanno in uno solo. Così facciamo la carovana. I due autisti si consultano tra loro, partono e arrivati nella zona dell’ostello non riescono a trovarlo. A forza di domande finalmente arriviamo. L’ostello (Nanjing Internazional Fuzimiao) è decisamente più sgangherato di quello di Shanghai, però la camera è pulita. Anche qui gli asciugamani si devono chiedere. Al momento non sono disponibili perché stesi ad asciugare (tenerne qualcuno in più no?). In compenso la stanza ha in dotazione 2 paia di ciabatte rispettivamente n.42 e n.43 (curioso!). Fatto pranzo al ristorante self service, di fianco all’ostello, che si fregia del titolo “Ristorante Cinese” (?!?!). Ottimo pranzo abbondante per 80CNY (in 4). Locale pulitissimo. Chi serve i piatti ha la mascherina da chirurgo e i guanti. Facciamo un giretto del centro città per 40CNY su un’automobile elettrica con una guida che parlava solo cinese e ogni tanto diceva “my english is not good” (ma ce n’eravamo accorti già da soli). Caldo soffocante. Verso le 5 p.m. Siamo di nuovo usciti e abbiamo fatto il giro dei canali su un barcone (60CNY a testa per un giretto di circa un’ora).
10/08/10 – Martedì
Condizionatore rumoroso come un trattore tutta la notte. La giornata di oggi prevede la visita del monte ZIJIN a cui si può salire con una seggiovia. Stando alla guida si scende a piedi lungo una strada pedonale lastricata e lungo il tragitto si visitano diversi siti. Saliamo (35CNY a testa). Arrivati in cima facciamo ancora pochi metri e arriviamo a vedere Nanjing dall’alto (sul sentiero abbiamo visto due animaletti che potevano essere o donnole o furetti). Ci guardiamo intorno e troviamo una ricca cartellonistica scritta purtroppo in cinese. Provo qualche timido “do you speak english?” verso dei giovani ma mi ritrovo facce tipo “mucca che ti guarda stupita”. Non avendo a disposizione maggiori informazioni andiamo a naso e cominciamo la discesa. Dei siti indicati dalla guida però nemmeno l’ombra. Arriviamo sotto alla partenza della seggiovia dove c’è un enorme cartellone con fotografie di siti da visitare. Trovo una ragazzina che parla un minimo di inglese e le chiedo come fare a visitare quei siti. E lei mi risponde di prendere la seggiovia fino in cima e poi andare a piedi. Approfittando dell’arrivo di un taxi, stanchi, accaldati e depressi andiamo verso un sito indicato sulla guida, scoprendo che in realtà la guida fa un po’ di confusione e quei siti lì non sono raggiungibili a piedi dal sentiero che scende lungo la seggiovia. Fa un caldo allucinante e un umido altrettanto insopportabile. Ci fermiamo per pranzo in uno dei tanti snack che ci sono dove facciamo il solito gioco del mimo per farci capire (con scarso successo). Comunque qualcosa mangiamo e quindi iniziamo la visita. Partiamo da una zona di templi e pagode e poi andiamo al mausoleo di SUN YATSEN, considerato il padre della Cina moderna. Le donne cedono. Io salgo fino alla tomba in cima ad una scalinata di 309 scalini. Terminiamo la visita ad un sito pieno di colombi bianchi e fontane che spruzzano a tempo di musica (cinese). Poi finalmente il taxi con aria condizionata fino all’ostello. Doccia, relax e cena nel solito “ristorante cinese” Che abbiamo eletto come nostro fornitore di fiducia. Ottima cena con 85CNY (meno di 10€, in 4 naturalmente!). Rapido giro nei dintorni. Passiamo in una via dove ci sono vari negozi di animali (cani, gatti, coniglietti, scoiattoli) tenuti in un modo vergognoso in gabbie microscopiche. Alle 9 p.m. Faccio le parole crociate grazie alla luce dei lampioni esterni, perché le lampadine della camera sono da 5 watt (o anche meno). La cosa simpatica è che c’è il regolatore di luminosità, casomai si volesse ridurre un po’ la luce.
11/08/10 – Mercoledì
Colazione da 85c, una catena di bar pasticcerie. La stessa dove a SuZhou ci hanno messo un eterno per preparare 4 bicchieri di bibite. Proviamo il cappuccino. Da noi per fare un cappuccino ci vuole 1 minuto. Qui la procedura è un po’ più lenta. In sintesi per 4 cappuccini (buoni): si misura la quantità di latte in un bicchiere graduato, si preparano 6 caffè espresso, uno per bicchiere di carta più due bicchierini, si dividono i 2 caffè in più nei 4 bicchieri, si prepara il latte col vapore, si divide il latte nei bicchieri e se non basta, come nel nostro caso, se ne fa ancora un po’, si coprono i bicchieri col coperchietto (stile Starbucks), si serve. Tempo per tutto ciò 15 minuti. Non ci hanno dato lo zucchero. Dato che non spiaccicano una sillaba di inglese, lo beviamo così. Con 4 brioche buone abbiamo speso 63CNY. Poco meno di una cena. Si tratta ora di andare all’aeroporto. All’ostello ci hanno suggerito di andare con lo Shuttle-bus. Fermiamo un taxi, ma ha il bombolone del gas. Blocchiamo anche quello dietro che non ha il bombolone e quindi può caricare tutti e 4 con i bagagli. A questo punto ci facciamo portare direttamente all’aeroporto (115CNY per un viaggio di 40 Km cioè quello che avremmo speso con lo shuttle bus). Andiamo allo stand della CTRIP e mostro la stampa della conferma del volo (che mi hanno dato loro via mail). Ovviamente non parlano inglese, ma sembra che non capiscano nemmeno la sigla del volo. A forza di fare ci indicano l’unica biglietteria vuota dove c’è una che parla inglese e ci dà in due minuti le carte di imbarco. Controllo sicurezza minuzioso. Al check personale una tizia mi palpa lungamente il sedere poi finalmente mi fa passare. Alle 10.15 siamo nella sala d’attesa del gate 6. I negozi dell’aeroporto vendono confezioni regalo di 6 (sei) pesche a 120CNY!!! (2€ a pesca). Il volo MU2885 della China Eastern parte alle 13. Alle 12 scrivono che è in ritardo e alle 12.30 che parte alle 14.30. Così andiamo a prendere qualcosa da mangiare in un ristorante dentro l’aeroporto. Un pasto per 4 veramente ridotto ci costa 120CNY (un furto in Cina). Appena finito di mangiare, la China Eastern ci porta il classico vassoio da aereo con pasto caldo (a saperlo prima ci evitavamo la rapina). Si parte! Sull’aereo ci danno uno snack che consiste in un panino caldo piuttosto immangiabile e due bicchieri di bibite a temperatura ambiente. Alle 16.30 siamo Xian. Il caldo e l’umido sono anche qui soffocanti. A peggiorare le cose c’è un cielo color grigino uniforme che pare però essere la normalità. Visto il poco tempo a disposizione contrattiamo il noleggio di un’auto (una Buick) per andare all’ostello (200 CNY) dove siamo arrivati che erano quasi le 6 p.m. L’ostello (Square Hostel) è in posizione molto centrale e pulito, con personale molto gentile ma che sa 3 parole di inglese e basta. Ci accingiamo a fare le ultime prenotazioni con alcuni problemi a causa del sito di Hostelworld che modifica la data di arrivo (ci frega 10€). Dovevamo solo comperare il volo da Shangri La a Pechino ma è saltata la luce circa alle 20. Alle 22 non era ancora tornata. Il nostro isolato è tutto al buio, mentre dall’altra parte della strada c’è uno sfavillio di luci da Las Vegas. Il peggio è che senza luce non funziona il condizionatore. Alle 23 TORNA LA LUCE!!!! E con essa il condizionatore funzionante.
12/08/10 – Giovedì
Comperato il volo Shangri-La Pechino. Obiettivo della giornata: l’Esercito di Terracotta. Chiedo lumi alla reception, ma parlano inglese molto male. Per fortuna una ragazza olandese che è andata ieri mi spiega in un inglese molto migliore del mio come fare. Taxi fino alla stazione (19CNY). Pullmino per l’Esercito di Terracotta. Saliamo e cerco di pagare l’autista che mi fa segno di andarci a sedere. Il pullmino parte e nessuno viene a chiederci i soldi (7CNY a testa). Nel frattempo il pullmino si riempie. Da sotto i sedili spuntano sgabelli pieghevoli che la gente usa per sedersi nel corridoio. Quando è pieno e non si riesce a passare una tizia comincia a fare i biglietti. I passeggeri si passano i soldi per farli arrivare alla bigliettaia. Probabilmente viaggiare sui seggiolini non deve essere proprio lecito, perché a un certo punto la bigliettaia ha fatto sedere 3 persone nei sedili da due posti prima di passare davanti ad uno dei vari punti di controllo della polizia che ci sono lungo la strada. Arrivati al Museo comincia a piovere a secchiate. Prima di riuscire ad entrare ci laviamo. Tempo un quarto d’ora nel cinema del museo ed eravamo asciutti. Il problema è che continua a piovere! Il cinema è circondato da banchetti dove vendono di tutto; dal ciarpame ai gioielli di vera giada che costano un occhio. Tra i banchetti c’è una scrivania dietro la quale se ne sta seduto il contadino che nel 1974 mentre scavava per farsi un pozzo ha rinvenuto il primo pezzo dell’esercito di terracotta, dando quindi fama mondiale a questo paese nei dintorni di Xian. Il contadino se ne sta seduto lì a fare autografi. Piove un po’ più piano, ma piove. Cedo al ricatto del banchetto di cianfrusaglie che ha esposto numerosi ombrelli pieghevoli e ne compero 2 per 60CNY. Così possiamo spostarci al primo edificio da cui cominciare la visita. È uno spettacolo veramente grandioso. Quello che non sapevamo è che tutte queste statue di guerrieri e cavalli a grandezza naturale di quasi 2000 anni fa sono rotte e quelle esposte sono state tutte ricostruite con pazienza certosina. Terminata la visita mangiamo uno squallido panino da SubWay spendendo una cifra insensata per la Cina. Nel frattempo ha smesso di piovere e le quotazioni degli ombrellini è scesa a 20CNY. Si torna col bus da 7CNY alla stazione, coda per prendere un taxi (il taxista era un po’ “poco sveglio” tanto che non capiva dove ci doveva portare nemmeno facendogli vedere la cartina. Arrivati all’ostello guardo le mail e ne trovo una di CTRIP con cui mi comunicano che se non gli mando una dichiarazione firmata e la fotocopia del passaporto e della carta di credito mi cancellano la prenotazione del volo da Shangri La a Pechino. Alla reception dell’ostello hanno la fotocopiatrice ma è senza fogli, trovano i fogli ma fa delle copie che fanno schifo. Oltre tutto c’è una che non capisce l’inglese. Corse su e giù per il circondario per vedere se c’è qualcuno che fa le fotocopie. Nemmeno l’ombra. Comincio a mandare il fax con la dichiarazione che mi hanno chiesto e telefono per negoziare più tempo. Un po’ si sono rabboniti, ma devo riuscire a mandare quello che mi chiedono. Si va a cenare in uno dei mille ristoranti che ci sono nel circondario. I piatti sono tutti piccantissimi. Ci omaggiano di un paio di bicchieri di (credo) un te verde abbastanza insipido. Chiediamo 2 bottiglie di acqua minerale e ci arrivano 2 bicchieri di acqua bollente (!?!?). Proviamo a spiegarci meglio col solito gioco del mimo, fino ad arrivare davanti al frigo e scoprire che non tengono acqua minerale. Ripieghiamo su birra e gazzosa. Spesa 120CNY e uscendo ci regalano una lattina di Pepsi. Tornati in camera faccio le foto al passaporto e alla Visa e mando una richiesta di aiuto via mail all’ostello in cui andiamo domani. A causa CTRIP che ci ha costretto a questo fuori programma non siamo riusciti ad andare a visitare il quartiere musulmano.
13/08/10 – Venerdì
le ragazze della reception ci prenotano un fetente taxi per andare all’aeroporto per 150CNY (prima era 100 e si doveva aspettare 20 minuti, poi 5 minuti prima che arrivasse è diventato 150). Rispetto ai 200 della lussuosa Buick dell’andata non c’è confronto. Arrivati all’aeroporto cerchiamo un negozio di articoli elettronici che venda cavetti adattatori, chiavette USB, ecc. In qualunque aeroporto europeo ce ne sono. Qui in Cina nemmeno l’ombra. Il bello è che tutti questi articoli sono Made in China! Comincia la ricerca di qualcuno un po’ sveglio che parli inglese. Dopo vari tentativi andati a vuoto incappiamo in un cinese molto elegante con Laptop e valigetta executive che parla un ottimo inglese. Gli chiediamo se c’è un negozio di elettronica per trasferire i file da SD a chiavetta USB. Ci dice che non ce ne sono, ma che ce lo può fare lui col suo Laptop. Lo invitiamo a prendere un caffè nel Coffee Shop dell’aeroporto dove per 2 caffè espresso e 3 cappuccini spendiamo circa 30 EURO!!! Nemmeno nel Super VIP Lounge del JFK hanno questi prezzi! Sono l’equivalente di 3 cene! Si conversa col cinese ricco e ci dice che è avvocato e che ha studiato all’università in Germania (così parla pure un po’ il tedesco). Noi gli spieghiamo perché ci serve spedire via mail le foto di passaporto e Visa e ci dice che se dobbiamo mandare una mail per accorciare i tempi il suo Laptop ha la connessione Wi-Fi e quindi ci dà una mano a mandare la mail alla CTRIP. Alle 13.35 saliamo sull’aereo della China Eastern per Chengdu. Visto che da Nanjing a Xian abbiamo fatto 2 pranzi più il panino caldo riempiendoci come dei bovini, oggi ci siamo portati solo degli snack per resistere fino alle 14, ora prevista del pranzo sull’aereo. Si parte. Verso le 14 passano a dare una bottiglietta di acqua. Poi tutto tace e alle 14.50 siamo a Chengdu senza pranzo. All’uscita ci attende l’autista dell’ostello (gratis!). Alle 16 siamo nell’ostello (Lazy Bones). La CTRIP ha confermato il volo da ShangriLa. Un minimo di organizzazione (acquisto Panda Tour) e si parte per un breve giro in città (Statua di Mao e giro orientativo). Mentre giriamo vediamo una tizia che vende delle specie di scatoline forate fatte (sembra) di foglie di bamboo. Ci avviciniamo per guardarle meglio e vediamo che ogni scatolina contiene un povero grillo. Troviamo un ristorante tipico che prepara lo huóguó, una specie di bourguignonne cinese piccantissima da mangiare con le bacchette. Entriamo nel ristorante e il personale si è messo le mani nei capelli vedendo degli occidentali che non parlano cinese. Poi con un bel sorriso hanno cominciato a parlarci in cinese. Noi abbiamo balbettato huóguó indicando che volevamo anche noi quello che mangiavano due tizi. Per facilitarci il compito ci hanno presentato una lunga lista di cose in cinese da scegliere. Tra il gioco del mimo, il foglietto con le traduzioni in cinese, indicando gli altri clienti più o meno siamo riusciti a farci portare della carne (non tutta ben identificata) e della verdura da cuocere in un grosso pentolone che ha una parte più interna con del brodo vegetale e una corona esterna in cui c’è un intruglio a base di peperoncino e altre spezie piccanti da piangere. Tra le verdure ce n’era una verde, per noi strana, ma buona e delle fettine di un coso che forse era una parte del fiore di loto che crudo faceva schifo mentre cotto sapeva di niente a meno di passarlo nell’olio ci arachidi, aglio e spezie in dotazione. Agli altri portavano come strumento di servizio un mestolino per tutti. A noi vista la scarsa dimestichezza che avevamo con le bacchette hanno portato un mestolino ciascuno. Abbiamo fatto divertire tutti. Cena molto abbondante, 3 birre grandi e una sprite grande più bicchieri di acqua bollente a volontà (non abbiamo ancora capito perché bevano acqua bollente) 118CNY (un terzo di quanto speso per i caffè all’aeroporto!).
14/08/10 – Sabato
Sveglia alle 6.45. Colazione alle 7. Partenza per il Panda Tour alle 7.30. Costo 98CNY a testa viaggio A/R, ingresso al parco e guida (nel senso che ci ha fatto strada e bon, visto che parlava solo cinese). Alla partenza dall’ostello il cielo è grigio e pioviggina. Per strada pure. All’arrivo non piove più. Temperatura gradevole. Il parco è immenso con piantagioni di bambù curatissime. I panda giganti se ne stanno stravaccati in mezzo ai bambù mangiandone a chili. Visti dal vivo sono ancora più simpatici che nei documentari. Nel parco c’è anche qualche esemplare di panda rosso, con un musetto simpatico tipo tasso. Proseguendo il giro abbiamo visto l’ultimo nato di pochi giorni. È grande come un gattino (20 cm), colore rosa, senza nemmeno un pelo e con alcune parti (es. Le orecchie) ancora da sviluppare. Bruttissimo. Dato che la probabilità di sopravvivenza è bassa lo tengono nell’incubatrice. Visti anche dei cuccioli già più sviluppati con tanto di pelo bianco e nero. Bellissimi! Tra l’altro non sono minimamente aggressivi. Purtroppo il giro è finito e si torna. È andata proprio bene col tempo. Doccia, pranzo in una specie di KFC versione cinese (costa la metà di quello USA), riposo. Il carica batterie che ho comprato a New York per 15$ è morto (meno male che avevo contrattato) e siamo a metà della vacanza. Chiedo lumi alla reception. Mi dicono che nelle vicinanze c’è niente po’ po’ di meno che Carrefour dove probabilmente vendono un carica batterie. Andiamo. Già i nostri Iperstore fanno paura. Questo è da incubo. Sembra uno dei nostri la vigilia di natale, ma oggi è un giorno qualunque. Comunque troviamo il carica batterie per 39CNY. Visita al Tempio Buddista Wanshu. Costo 5CNY. Un’oasi di pace. Ci vediamo un pezzo di cerimonia buddista (una specie di messa cantata). Giriamo ancora un po’ nel giardino del tempio per goderci il silenzio e ci imbattiamo in un coniglio bianco. Dato che siamo in un tempio buddista pensiamo che sia la reincarnazione del nostro vecchio Bunny (ci siamo avvicinati e infatti non è scappato). Proseguiamo facendo un giro tra botteghe, ristorantini e bar in stile retrò. Nel frattempo arriva l’ora di cena. Entriamo in un ristorante che da fuori aveva un’aria interessante. Ci danno una lista tradotta in inglese da cui si scopre che tra i vari piatti che servono ce n’è uno a base di carne di cane! Quindi ce ne andiamo. Ne troviamo uno carino dove una delle cameriere parla anche un po’ di inglese. Hanno una scelta di piatti molto vasta che non prevede carne di cane). Prendiamo 3 piatti di carne (oca e maiale) e un piatto di spaghetti cinesi buoni. Come al solito non riusciamo a farci portare delle bottigliette di acqua fresca. Ripieghiamo su due birre Budwaiser (secondo la cameriera si tratta di una birra che fanno a Chengdu !?!?!) e sul tè verde gratis su cui non lesinano. Spesa 152CNY (~18€) per una cena veramente soddisfacente.
15/08/10 – Domenica
Oggi si trascorre la giornata a Chengdu e poi alla sera si parte per Lijiang. Si controlla la mail scoprendo che l’ostello di Lijiang ha fatto casino con la nostra prenotazione ma di non preoccuparci. A scanso di equivoci si telefona per tranquillità. Espletate queste formalità si va a fare colazione in un caffè di stile occidentale e partiamo alla volta del Parco del Popolo. Arrivati al Parco del Popolo vediamo un sacco di persone che fanno Tai Chi, un gruppo di una 40-ina di giovani con una divisa da fast-food che marciano in una piazzetta, altri mangiano (sport nazionale a qualunque ora) e altri si fanno pulire le orecchie. Sembra che farsi pulire le orecchie sia una pratica molto comune in questo parco, infatti cercano di convincere anche noi a farlo, ma decliniamo l’offerta. Girando per Chengdu notiamo che oggi è ferragosto, è domenica e tutte le banche sono aperte. Ci spostiamo poi al Tempio Taoista dell’ariete verde dove c’è una statua in bronzo di un ariete che se accarezzata toglie la sfiga. Noi andiamo e la strofiniamo a lungo. Usciti dal Tempio cerchiamo un posto per mangiare e il benefico effetto dell’ariete ci assiste. Mangiamo dei buoni ravioli al vapore, 2 acque, 2 bibite e paghiamo 23CNY in 4! Pranzo con 80 centesimi di € a testa! Col taxi andiamo ad un mercato economico che sembra Porta Palazzo (di Torino) moltiplicato 1000. Un casino da paura. Io non trovo nulla da comperare, Franca quasi nulla, C&G tornano con una quintalata di roba. Comperiamo ciotoline di anguria a pezzetti e una fetta di melone “da passeggio” (infilzata in uno spiedino). Scena insolita vista in questo mercato: la mamma che tiene in braccio un bimbo di pochi mesi nudo sopra il bidone della monnezza (si presume per fargli fare la popò). Troviamo con qualche difficoltà un taxi per tornare all’ostello e riposare un po’. Era da un po’ che cercavamo un taxi, ma erano tutti pieni, quando se ne ferma uno per far scendere i passeggeri. Noi ci fiondiamo dentro. Il taxista cerca di dirci qualcosa che probabilmente era “ho finito il turno”. Io gli faccio vedere la destinazione sulla cartina che non è tanto lontana. Tituba un po’ poi, anche visto che non abbiamo nessuna intenzione di scendere, parte e ci porta. Birra e gazzosa per rilassarci nella sala comune dell’ostello. Spuntino serale con tramezzini del bar di questa mattina (7CNY l’uno). Si osserva una coppia di giovani che ingannano il tempo in modo curioso: prima lei pulisce le orecchie a lui rovistando con un arnese, come un minatore, nella tromba di Eustachio illuminandola con una pila. Dopo lui comincia a massaggiarle in modo strano la pianta dei piedi facendole emettere grida agghiaccianti. Arrivano le 19 e il nostro autista è pronto per portarci all’aeroporto col pullmino (60CNY, 35 minuti). Visto che a Lijiang farà probabilmente freddo andiamo nei bagni dell’aeroporto a cambiarci i vestiti a favore di indumenti più pesanti. Check-in nella fila della First Class (quando abbiamo prenotato i voli economici non c’erano più). Accesso al VIP Lounge della Sichuan Airline (ne ho visti di migliori) dove l’aria condizionata fa un po’ pena, così si suda, e i refreshment fanno un po’ pena. Ci sono dei dolcini che non mangiano nemmeno i cinesi. Però hanno dei comodi divanetti ed è bello pulito. L’imbarco è previsto alle 9.30 dal Gate B2. Alle 9.20 raduniamo la nostra mercanzia, abbandonando sul tavolino una montagna di involucri degli snack, lattine, tetrapack, ecc. (ne abbiamo approfittato) e facciamo per uscire dal VIP Lounge, ma ci ricacciano indietro perché è presto. Dopo nemmeno 5′ ci dicono di andare perché c’è l’imbarco. Arrivati al Gate c’è una coda bestiale. Forti del biglietto di prima classe la saltiamo tutta. L’imbarco è col pullman e noi della prima ne abbiamo uno separato. Arriviamo all’Airbus 319 della Sichuan Airlines, scendiamo, il nostro pullmino se ne va, arriviamo alla scala, ma non ci fanno salire perché stavano facendo il pieno. Chiamano di nuovo il pullmino e ci riportano all’aerostazione. Scendiamo e ci dicono di risalire e torniamo all’aereo. Sembrano le comiche. Questa volta però saliamo. Nonostante tutto questo casino partiamo in orario. Essendo in First ci chiedono cosa vogliamo bere. Chiara sceglie il tè indicandolo col dito sulla lista e le portano un bicchiere d’acqua. Io chiedo una birra e me la portano (tiepida). Però ci danno un gradevole piattino di frutta (con forchetta, no bastoncini). Arrivati, diluvia. E l’ariete? Essendo della First ci aspettano al fondo della scaletta con gli ombrelli. Dall’aereo all’aerostazione si va a piedi. Con i nostri bagagli ci avviciniamo ad uno dei taxi. Tentiamo di comunicare col taxista poco cordiale. Tira a dirci che le valigie non ci stanno e di fare due taxi, ma io gliele carico lo stesso e chiudo il baule. Le altre dentro l’abitacolo. Gli faccio leggere il messaggio di telefonare all’ostello che mi sono fatto scrivere in cinese all’ostello di Chengdu (meno male che sono previdente). Lo fa. Qualcosa succede. Sono le 23.30 spioviggina, ci sono 18°C, buio pesto (lampioni zero, altro che Pudong!). Viaggia ai 40 all’ora. Finalmente c’è un tratto di autostrada. Pagato 5CNY ma lo scontrino è da 2 direi, anche se è tutto scritto in cinese. Giunti in città il cordiale taxista si mette di nuovo in contatto telefonico con la tizia dell’ostello che si fa trovare in strada. Il tassametro segna 80CNY, io avevo intenzione di lasciare al taxista una bella mancia per la collaborazione; lui deve averlo intuito, perché gli ho dato 100CNY e mi ha dato di resto 10. A mezzanotte e mezza siamo in camera nell’ostello di appoggio per via del casino che ha fatto il nostro (Garden Inn) con le prenotazioni. Appuntamento alle 8.30 per il trasferimento al Garden Inn.
16/08/10 – Lunedì
Siamo a Lijiang (~2500 mt), terra dei Naxi. Cielo nuvoloso. Dormito poco perché alle 6.30 c’era gente (cinese) che schiamazzava nel corridoio. Alle 8.30 ci spostiamo al Garden Inn e incarichiamo May (la Hostel Manager) di procurarci i biglietti per Shangri La e prenotare un taxi per le 8.30 domani. Dato che la ricerca di un bar dove fare una colazione di stile europeo non porta risultati, si torna all’ostello per fare una colazione rapida. Invece ci va un eterno anche per fare gli “istant” coffee e portano le cose una alla volta, per fare in fretta ci abbiamo messo un’ora. Si esce. Nel frattempo il cielo si è rasserenato ed è venuto un sole bellissimo e caldo. Noi siamo partiti alla volta di una pagoda vestiti da ottobre in montagna e sudiamo come dei cammelli. Torniamo all’ostello per metterci qualcosa di più leggero. Per pranzo prendiamo una focaccia (6CNY) e uno yogurt di yak (5CNY, strepitoso). Si fa il giro di tutta la città vecchia respirando un’atmosfera di Tibet. La città è un’oasi di tranquillità, si gira tutta a piedi e ogni angolo è incantevole. È pulitissima. È curioso che girando a casaccio nei vicoletti in meno di mezz’ora inevitabilmente ti ritrovi in piazza o lì vicino. Dopo un riposo in ostello (ritiro anche i biglietti del pullman per Shangri La – costo biglietto 63CNY) si esce per cercare un ristorante dove fare cena. Giriamo per vicoli secondari e troviamo un ristorante con cucina Naxi che ha esposta la scritta “menu in english”. A parte la lista tradotta, però l’inglese non è proprio una lingua così conosciuta. Come al solito ci mettiamo un po’ per decidere cosa mangiare. Poi si passa alle bevande. L’acqua minerale sembrano non averla (d’altra parte c’è il tè gratis). Chiediamo in inglese 2 birre “cold” e una Sprite senza riuscire a farci capire. In un tavolo vicino c’è un americano con partner cinese che ci danno una mano. Le due birre sono belle fredde, la Sprite a temperatura ambiente (un buon risultato). Visto quanto siamo abili con i bastoncini ad un certo punto ci hanno portato 4 forchette. Cena ottima. Spesa totale 107CNY (12.50€). Ultimo struscio in piazza, acquisto di dolciumi fatti a forma di noce con una macchinetta che è un gioiellino di meccanica (i dolciumi non sono un granché) e poi in camera.
17/08/10 – Martedì
Rapida colazione con cose comperate ieri sera, perché fino alle 9.30 a Lijiang è tutto chiuso a parte locali dove per colazione ti danno ravioli o pesce fritto o altre cose del genere. Alle 8.30 davanti all’ostello c’è il pullmino che ci aspetta per andare alla stazione dei bus per andare a Shangri La dove arriviamo alle 8.50. Alle 9.15 saliamo sul bus de luxe. Visto il de luxe non sono curioso di vedere quello normale. I sedili sono imbottiti, ma abbastanza scomodi e ravvicinati con schienali fissi reclinati. Alle 9.32 accende i potenti motori. Alle 9.34 si parte. Alle 9.45 eravamo già fermi ad un’altra stazione dei bus. La strada si inerpica fino al passo della tigre. Poi comincia a scendere e di nuovo risale. Le ultime due ore di viaggio offrono panorami incredibili. A causa di lavori stradali l’arrivo è un po’ ritardato. Alle 14 siamo fuori dalla stazione dei bus di Shangri La (3600 metri s.l.m.) dove c’è un vero e proprio assedio da parte di procacciatori di affari che offrono hotel, trasporti, ristoranti, ecc. Arriva un taxi guidato da una donna tibetana o naxi. Ci fa mettere i bagagli nel baule. Le faccio vedere l’indirizzo mi fa capire che non sa dov’è e ci fa scendere. Togliamo i bagagli e aspettiamo un altro taxi. Questa volta gli facciamo vedere l’indirizzo prima. Sa dov’è. Ci porta per 6CNY. Gliene do 10. Dalla piazza all’ostello (Tavern 47) ci facciamo un pezzo a piedi tirando le nostre pesanti valigie sul lastricato. Arriviamo, ci sistemiamo e andiamo a pranzo in un ristorante tibetano. Probabilmente a causa dell’altitudine e della birra viene a tutti un po’ di mal di testa e stordimento. Torniamo in ostello a riposare. Quello che abbiamo notato qui a Shangri La è che le scritte sono bilingue: cinese e tibetano! Rimessici in piedi incontriamo nella sala comune un italiano di Monza che ci racconta di aver lasciato l’Italia più di 20 anni fa e di girare per tutta l’Asia spendendo 4000-4200 € all’anno. Non sa una parola di cinese, ma dice che non serve. Ci indica un tempietto da visitare poco lontano dall’ostello. Si sale per un sentiero con un fiatone bestiale. Ma ci arriviamo. Tornati giù andiamo alla piazza per vedere i balli che fanno ogni sera dalle 19 alle 21. Cena in un ristorante dove si mangia bene, a parte il servizio lentissimo che è una prerogativa della Cina e in particolare di queste zone tibetane.
18/08/10 – Mercoledì
Sveglia verso le 7.30. Fare la doccia è a prova di buona volontà. La temperatura in camera è piuttosto fresca ed è anche umido. Il termometro fuori segna 16°. Si fanno 4 parole con il nostro connazionale che ci raccolta un po’ della sua vita di nomade: si trova ogni tanto dei lavori in posti ricchi come Italia, Australia, Nuova Zelanda. Mette da parte tutti i soldi e poi torna in Asia. Tra 2008 e 2009 ha messo da parte 60000€ e con questi conta di campare minimo 10 anni errando per l’Asia senza far nulla. Colazione in un bar dove per 18CNY ci danno uovo fritto, 2 toast, marmellata e caffè o te. Si va quindi con l’autobus 3 a visitare il monastero buddista di Songzanlin. Il biglietto di ingresso costa uno sproposito (85CNY cioè 10€). Il monastero è molto grande, molte parti sono state rifatte e ci sono lavori in corso molto consistenti. A metà visita la Guida Lonely Planet non c’è più. Si ripercorre a ritroso la strada di corsa (in discesa se no saremmo morti) e la ritroviamo sul muretto. Se abbiamo ritrovato la guida e’ grazie al livello di onestà che c’e’ mediamente in Cina, e soprattutto in questa zona tibetana, che è incredibile. Nei monasteri ci sono le banconote delle offerte nei cestini e nessuno si azzarda a rubarle, sul pullman a Shangri La si sale e si paga quando si scende. Non danno i biglietti per cui l’autista potrebbe tranquillamente trattenersene una parte, ma sicuramente non lo fa. Una procedura del genere in altri posti (anche della Cina) sarebbe equivalente a viaggiare gratis. Per pranzo optiamo per il fast food alla tibetana. In piazza ci sono una decina di banchetti che grigliano al volo quasi qualunque cosa. Noi prendiamolo spiedini di yak, di agnello, verdura e una pannocchia. Spesa totale in 33CNY (+5CNY dell’acqua). Dopo pranzo si va a cercare di cambiare € in CNY, ma le 3 banche che ci sono non fanno servizio di cambio valuta. Giriamo un po’ di bancomat fino a quando uno ci dà 2000CNY. È uscito il sole e si muore di caldo. Andiamo anche in un supermarket locale dove comperiamo dei tovaglioli di carta da portarci dietro quando andiamo al ristorante, perché non li danno mai. Andati in piazza dove c’è un po’ di movimento il tempo cambia improvvisamente e si mette a piovere. Ci rintaniamo in camera dove però fa un discreto freddo. Poi usciamo per andare a vedere i balli tibetani. A cena andiamo nel ristorante e ordiniamo l’hot pot tibetano e da bere 2 birre e una Sprite grande. Le birre le prende dal frigo, la Sprite va a prenderla al supermarket di fronte. Noi pensavamo che l’hot pot fosse un piatto veloce come a Chengdu. Errore. Dopo una quarantina di minuti di attesa chiedo all’oste ragguagli. Lui, essendo molto collaborativo ci assicura che è quasi pronto e per convincerci della sua buona fede apparecchia la tavola un pezzo alla volta facendo passare un’altra ventina di minuti, portando così il tempo di attesa ad un’ora (lo standard). Finiamo di cenare. Fa freddo. È umido. Ci rintaniamo in camera nel letto riscaldato.
19/08/10 – Giovedì
Sveglia, colazione e poi giretto per il paese. Prima sosta al negozio di CD per comperare il CD delle musiche dei balli tibetani (20CNY). Poi siamo andati a vedere il museo. Siamo stati avvicinati niente po’ po’ di meno che dal direttore del museo (nonché medico) che in inglese molto buono ci spiega diverse cose interessanti sul Tibet e i suoi costumi. Tra le cose curiose che ci ha raccontato: “il funerale tibetano del cielo”. Il defunto viene tagliato in 108 pezzi (precisi), ogni pezzo viene accuratamente esaminato per capire le cause della morte, viene redatto un rapporto che serve ai medici e poi arriva uno stormo di avvoltoi che fa piazza pulita del defunto. Ci ha dato anche varie informazioni sulla medicina tibetana basata solo sull’uso di erbe medicinali. Alla fine della visita, il direttore/medico, ci porta nel suo ufficio per spiegarci le virtù delle erbe tibetane. Ci offre un tè (ovvero un bicchiere di acqua calda con 6 o 7 pezzetti di foglie secche che diligentemente beviamo per cortesia) e alla fine cerca di venderci un set di medicinali tibetani a base di erbe (a prezzi piuttosto elevati) facendo presente che accettano le “major credit card”. Deludendolo un po’, decliniamo l’offerta. A pranzo di nuovo al solito banchetto del BBQ (35CNY in 4), più acqua, più pezzo di formaggio di yak comperato al mattino (un pezzettino abbastanza piccolo 30CNY). Nel pomeriggio visita ad un mercato alimentare dove vediamo vendere cose un po’ strane (mastello pieno di rane vive, tartarughe, ammassi gelatinosi grigi e altro). Per strada mi fermo davanti ad un negozietto che vende gli yogurt di yak. La signora si avvicina dicendomi a gesti che costano 5CNY (come dappertutto). Io le indico con le dita “3” e lei mi fa segno di no, pensando che volessi contrattare il prezzo (che è la norma per quanto riguarda quasi tutto). Chiarito che volevo 3 vasetti, li prendo e andiamo in camera per riposare un po’ e fare merenda. Il tempo peggiora e comincia a piovere. Andiamo per l’ultima volta a vedere le danze che fanno lo stesso nonostante la pioggia. Per cena andiamo in un ristorante ruspante (52CNY in 4), che risulta però essere molto poco soddisfacente. Nel ristorante c’era un gruppo di tedeschi che pasteggiava a birra. La chiedo anche per noi e scopro che le bevande ciascuno se le deve andare a comperare al supermarket vicino. Sotto la pioggia battente torniamo in ostello (con l’ombrello perché siamo previdenti) e abbiamo la gradita sorpresa di trovare la stufa a legna accesa. Ci fiondiamo immediatamente attorno. Che goduria! Conversazione nella sala comune e alle 23 a dormire.
20/08/10 – Venerdì
Ultimo giorno a Shangri La. Cielo grigio. Ha piovuto durante la notte. Sembra Novembre. Colazione. Giretto senza meta in città (spioviggina, viene un po’ di sole, si copre, ri-pioviggina). Ultimi acquisti. 3 belle sciarpe per 50CNY, un paio di guanti in pelle scamosciata col pelo dentro a 25CNY, un paio di scarpine da neonato in pelle scamosciata a 25CNY. Il prezzo finale in generale è la metà o anche meno di quello di partenza. Pranzo al Dicòs con hamburger (108CNY) molto poco soddisfacente. Tra la cena di ieri sera e questo pranzo non abbiamo certo chiuso in bellezza dal punto di vista gastronomico. Dato che piove, alle 13.30 ci rintaniamo in ostello ad aspettare il taxi per l’aeroporto. Alle 14.30, in perfetto orario, è arrivato il taxista abusivo amico del gestore dell’ostello. Per il servizio di “picking up” davanti all’ostello (molto poco raggiungibile con un’auto a causa della zona pedonale e una strada alternativa quasi impercorribile) ci prende 30CNY. Se ci fossimo scarrozzati i nostri pesanti bagagli sul lastricato fino alla piazza e avessimo preso un taxi avremmo speso la metà o anche meno, però per neanche 2 €, vale la pena pagare per la comodità. L’aeroporto di Shangri La è molto più bello di quello di Lijiang. Il volo è previsto partire alle 17 e arrivare alle 19 a Chongqing. Alle 16.45 l’imbarco è terminato, alle 16.50 chiudono i portelloni e l’aereo si stacca dal finger. Alle 16.55 decolla. In tanti anni è la prima volta che un aereo parte in anticipo. Ci danno pure il vassoietto caldo neanche male (cosa che in Europa è scomparsa da tempo anche sui voli internazionali). Alle 18.30 con mezz’ora di anticipo arriva a Chongqing (scalo intermedio). Si passa quasi un’ora e mezza in sala d’attesa. Alle 20 risaliamo a bordo. Alle 20.25 si parte con 5′ di anticipo. Anche su questa tratta ci danno da bere e il vassoietto con frutta e dolci buoni. Si arriva con più di mezz’ora di anticipo. I bagagli arrivano in fretta. L’autista è lì ad aspettarci. In mezz’ora arriviamo all’ostello “Beijing downtown backpackers” (200CNY la doppia a notte con colazione compresa, però gli asciugamani costano 8CNY e un rotolo di carta igienica 3CNY). Io e Franca abbiamo la camera con letto matrimoniale che ha il lenzuolo sotto grande e sopra due lenzuola singole. Gaia ha un lenzuolo normale e Chiara un lenzuolo stretto. Doccia, registrazione e a dormire (è quasi l’una dopo mezzanotte).
21/08/10 – Sabato
Primo giorno a Pechino. Piove a dirotto! Colazione dell’ostello: uova, wurstel, burro, marmellata, 3 fettone di pane tostato, frutta e succo d’arancia. Anche se è sabato le banche sono aperte (fanno un orario un pochino più breve) così cambiamo 300 euro a fronte dei quali ci danno solo 2500CNY (sempre peggio). Con la metro andiamo in piazza Tian’Anmen. Piove. Optiamo per visitare la città proibita perché nella guida c’è scritto che è formata da palazzi, padiglioni, ecc. E quindi sembra possibile alternare pioggia ad asciutto. Paghiamo l’ingresso (60CNY) e poi prendiamo anche l’audioguida, disponibile in una 30-ina di lingue compreso l’italiano. Costa 40CNY. Continua a piovere, a tratti più piano a tratti più forte. La convivenza con i cinesi è già normalmente difficile; la convivenza con i cinesi con l’ombrello sotto la pioggia porta all’esasperazione. In più, l’audioguida funziona da fare pena. Sovente parte a sproposito mentre altre volte non parte quando dovrebbe. Così, la visita alla città proibita risulta un po’ al di sotto delle aspettative. Inoltre i vari palazzi e padiglioni si possono vedere solo da fuori attraverso alcune porte aperte e competere con i cinesi è difficile. Dopo un po’ anche noi cominciamo a fare i cinesi e spintoniamo per farci largo. Gaia supera tutti chiudendo d’autorità l’ombrello a una che pur essendo sotto una tettoia teneva l’ombrello aperto sgocciolando addosso alle altre persone. Questa l’ha guardata un po’ stupita. Degno di nota, anche sotto la pioggia, è il giardino. Questo è veramente molto bello con tanti alberi secolari. Molto bella anche l’esposizione di oggetti antichi di giada. Dopo 3 ore di visita (il sito è immenso) usciamo mentre piove forte. La ricerca di un taxi è piuttosto complicata. Nessuno si ferma. Non capiamo se è perché temono che sporchiamo il taxi, visto che siamo fradici. Finalmente uno si ferma e torniamo in ostello. Il tassametro segna 11CNY, gliene do 15, anche perché era un po’ preoccupato del fatto che gli abbiamo sporcato le fodere dei sedili. Doccia bollente. Cena con cucina del Sichuan (Chengdu). Mangiamo decisamente bene per 148CNY. Qualche vasca per gli hutong. Il nostro vicolo è animato, negozi, bar e ristoranti, uno snack che espone spiedini di bacherozzi e scorpioni (?!?!?), mentre in quelli vicini non c’è un tubo. C&G trovano un negozio che fa i churros con gelato e cioccolato (1 porzione 20CNY) (preso d’assalto dai giovani cinesi).
22/08/10 – Domenica
Ci svegliamo alle 8 e c’è un bel sole. Questo buon segno però dura poco e la giornata comincia storta e continua su questo tono. Infatti Gaia è stata male nella notte. Bimixin e buscopan. Attesa di mezz’ora poi si decide cha Gaia sta in camera e noi 3 andiamo al Palazzo d’estate. Mezz’ora per arrivare alla metro e circa un’altra mezz’ora per arrivare alla biglietteria insieme ad una milionata di cinesi domenicali. Coda per il biglietto comprendente anche gli ingressi ai siti interni a pagamento (60CNY). Entrati andiamo subito a visitare la parte di giardino costruita nello stile di Suzhou. È praticamente un negozio dopo l’altro, però il complesso nell’insieme è carino. Ci dirigiamo poi verso la Collina della Longevità arrampicando come dei camosci. Scesi cerchiamo di capire dove siamo e soprattutto dove dobbiamo andare. Vediamo l’indicazione della “nave di marmo” e la seguiamo. Transitiamo davanti ad un ristorante che propone il piatto di “dumpling” per 20CNY. È l’una. Per mangiare i dumpling si fa in fretta Ci fermiamo. 45′ di attesa e 10′ per mangiarli. Troviamo la barca di marmo che fa da ornamento del lago. Poi troviamo anche tutti gli altri siti e alle 15.20 usciamo da questo bellissimo posto infestato purtroppo da sciami di cinesi che usano l’ombrello anche come parasole e quindi nei luoghi affollati rischi di prenderti una stecca in un occhio anche quando c’è il sole. Rettifico quanto scritto ieri: i cinesi ti esasperano in ogni caso. A parte i cinesi la giornata è stata gradevole con un bel sole e ventilata. Per fare in fretta, visto che Gaia è da sola in camera, prendiamo un taxi. Alla reception ci hanno detto che costa sui 35-40CNY. Quando arriviamo a destinazione il tassametro segna 121CNY. Iniziamo un furibondo litigio con il disonesto taxista e cominciamo a fare segni ad un’auto della polizia (peraltro vuota, ma forse il taxista farabutto non se n’è accorto) perché gli molliamo 60CNY e con reciproche maledizioni ce ne andiamo. Il tempo risparmiato rispetto a prendere la metro sarà una decina di minuti (causa traffico abbastanza intenso) per un costo pari a 10 volte. A Shanghai di taxisti disonesti non ne abbiamo trovati. D’ora in poi ci muoveremo solo in metropolitana. Alla recepion dell’ostello mi faccio spiegare il trucco del tassametro. Semplice possono impostare un costo a Km e dei tempi di attesa alto. Così viene fuori un costo alto. Mi hanno detto che abbiamo fatto bene a litigare. Acquistato il pacchetto gita per la Grande Muraglia e Tombe Ming per domani (320CNY a testa incluso il pranzo). Visto che Gaia si è un po’ ristabilita decidiamo di andare a piazza Tian’Anmen con la metro. Passiamo davanti ad una panetteria dove comperiamo delle brioche buone. Poi facciamo un giretto dentro al supermercato dove spendiamo meno di due euro per 4 banane e una confezione di bustine di te. Mentre passeggiamo noto una ragazza che parcheggia il suo motorino e mette un bel lucchettone sulla ruota dietro e poi uno su quella davanti. Forse Pechino non è così esente da furti. Arrivati a piazza Tian’Anmen avevano già ammainato la bandiera e stavano chiudendo la piazza. Scattate un po’ di foto torniamo verso l’ostello per la cena. Su una metro non siamo riusciti a salire tanto era piena (quella dopo è andata meglio). Siamo finiti nella zona dei ristoranti dove c’era un pienone impossibile e i ristoranti erano tutti pieni con la gente in coda fuori per entrare. Passando davanti a uno dei tanti, il buttadentro ci propone di entrare. Vista la poca disponibilità entriamo e contrariamente alle sfighe della giornata questa volta va bene. Una buona cena, abbondante a 101CNY. Tornando all’ostello abbiamo visto un bel po’ di gente in una piazzetta che ballava.
23/08/10 – Lunedì
Ore 8.30 siamo sul pullmino che ci porta a Mutianyu; uno degli accessi alla Grande Muraglia. Alle 10.30 siamo in loco. Giornata con sole e venticello. Condizione climatica perfetta. Ci sono vari modi per visitare il sito. Salire a piedi (un migliaio di scalini se basta) oppure in funivia (60CNY solo la salita) oppure un forfait da 65CNY che prevede la salita in seggiovia e il ritorno con un taboga. Si opta per questa soluzione. In pochi minuti siamo sulla Grande Muraglia. Camminiamo spediti su gradini, gradoni e lastricati fino ad arrivare alla torre n. 13, cioè quella appena prima dell’arrivo della funivia. La Grande Muraglia è uno spettacolo! Il giro dura quasi due ore poi si scende con il toboga; una specie di pista da bob in lamiera su cui si scende con uno slittino. Purtroppo il percorso di discesa è funestato da imbranati così si va giù alla velocità di una lumaca. Scendere veloci sarebbe stato molto più divertente. Alle 13 si va a fare pranzo al ristorante. Di solito i pranzi compresi nel prezzo delle escursioni sono un po’ una fregatura, invece questo è molto buono e abbondante. Uno dei piatti che ci hanno dato era a base di strani semi bianchi grandi più o meno come un piccolo fagiolo. Le ipotesi più varie si sono scatenate poi abbiamo chiesto alla guida. Erano i semi che si trovano dentro i noccioli delle albicocche pelati e quindi bianchi. Dopo pranzo torniamo al pullmino che ci porta alle tombe Ming. La visita non offre spunti particolarmente interessanti. Si capisce che le dinastie di imperatori cinesi tutto sommato erano molto misurate per quanto riguarda lo sfarzo. Le tombe sono molto grandi, ma disadorne. Finita la visita torniamo al pullmino che ci riporta all’ostello. Un’ora per fare i circa 50 Km per arrivare al 2° ring, mezz’ora per fare 3 Km scarsi fino all’ostello (traffico impossibile). Doccia, minimo riposo e poi a cena in uno dei ristoranti intorno al laghetto Houhai, una zona molto animata, piena di locali, bar, negozi di ogni genere. Ottima cucina. Ristorante elegante. 170CNY.
24/08/10 – Martedì
Oggi la giornata si preannuncia dura anzi, durissima per me. Il programma prevede la visita del Silk Market. Alle 9.30 si parte. Alle 10.00 siamo in un casino tale che al confronto il Gran Bazar di Istanbul è un tempio per la meditazione o un eremitaggio. Si vende più o meno di tutto e ogni stand ha una persona che cerca di acchiappare chiunque passi davanti per trascinarlo dentro e vendergli qualcosa. Quando chiedi il prezzo ti sparano cifre assurde anche per la 5th Avenue di N.Y. Li mandi al diavolo e inizia una contrattazione sfibrante. Sui racconti di viaggio è riportato che in generale il prezzo che si paga è un decimo di quello che viene sparato in apertura. Probabilmente questa regola vale per le cose molto care. Per quelle poco costose si direbbe valere la regola del 5 o 6. Io ho comperato due Levìs 501 autenticamente tarocchi, ma identici agli originali per 150CNY (2×18€). Quelli che avevo comperato nel negozio Levìs di N.Y. Avevano l’etichetta Made in Bangladesh. Questi cinesi invece hanno dentro l’etichetta Made in USA (che facce di bronzo). Chiara come suo solito ha comperato di tutto. In questo monumento del consumismo si trova anche un grosso negozio di ottica (XIUSHUI Optical) che fa in due ore occhiali con lenti progressive. Mi faccio fare un preventivo, visto che quelli che ho, per leggere da vicino non vanno più bene. Lenti antiriflesso e montatura di titanio a 2100CNY (240€) dopo la contrattazione. In italia mi avevano chiesto 450€ solo per le lenti. Mi faccio tentare. Gli occhiali sono belli, però per la parte di vista “lontano” non sono perfetti. Con quelli vecchi vedo più nitido. Sul vicino invece vedo meglio. Poi finalmente ce ne andiamo da questo girone infernale e facciamo un’ultima capatina a Piazza Tian’Anmen per vederla di giorno col sole. Per cena andiamo a mangiare l’anatra alla pechinese nel ristorante che abbiamo trovato ieri (No Name Restaurant). Cameriere tonte da morire. Un’ora di attesa. 10′ per mangiare l’anatra. Ha un sapore particolare. È buona, ma non da impazzire. L’anatra intera con pancake, cipollotti e salsina alla vaniglia costa 108CNY, però tirano a fregare con le bevande. Una Tsing Tao piccola 20CNY (quella grande in ostello ne costa 4). Ultimo giretto pechinese e poi a dormire. Domani ci attende un viaggio molto molto lungo.
25/08/10 – Mercoledì
Alle 8.20 il nostro taxi arriva. Qualche piccolo problema a far stare tutti i bagagli nel baule poi si va all’aeroporto. Il viaggio fino all’aeroporto con questo taxista onesto costa 70CNY + 10CNY di pedaggio autostradale. Gli lascio 10CNY di mancia che apprezza molto. Alle 11.00 inizia l’imbarco. Alle 11.50 l’A330-200 si stacca dal finger. Alle 12.15 decolla. Verso le 13.30 di Pechino ci danno il pranzo molto migliore di quello dell’andata (e con le bibite fresche) mentre stiamo sorvolando la Mongolia. Il cielo è sereno e quindi si può vedere bene il paesaggio brullo e desolato sottostante. Abbiamo sorvolato Ulan Bator, un posto da tagliarsi le vene. Deserto color marrone bruciato tutto intorno a perdita d’occhio. Quando sorvoliamo le montagne tra la Mongolia e la Siberia si balla che è una meraviglia per un bel po’. Poi quando raggiunge la pianura siberiana il volo procede tranquillo. Arriviamo puntuali alle 15.50 ora di Mosca. Ai transiti ci danno le carte di imbarco per MXP. Verso le 22.15 atterriamo a MXP. La vacanza è finita. L’estate quasi.
Classifica ostelli:
Lazy Bones – Chengdu – il migliore in assoluto sotto tutti i punti di vista.
Downtown Backpackers – Pechino
Le Tour – Shanghai
Square Hostel – Xian – peccato parlino pochissimo inglese
Garden Inn – Lijiang – hanno fatto casino con la prenotazione ma hanno anche risolto il problema.
Tavern 47 – Shangri La – alla pari col Garden Inn
Fuzimiao – Nanjing – scassato.
Capitolo “VARIE”
ovvero il capitolo dove annotare impressioni, curiosità, ecc. Sul viaggio.
· In molti posti pubblici ci sono erogatori gratuiti di acqua calda così i cinesi tengono con sé delle bustine con le foglie di te verde e recipienti col tappo e si fanno il te mentre girano per le città, prendono il treno o l’aereo.
· A Shanghai, Nanjing, Xian e Chengdu c’è un clima caldo umido che deve essere persino insopportabile per le zanzare, infatti non ce ne sono quasi.
· Ci sono vari negozietti che vendono le cose più strane da mangiare come ad esempio le zampe delle galline (costano pure care), le teste delle anatre con tanto di becco, ossa con un po’ di carne attaccata da rosicchiare, spiedini di scorpioni, larve e bacherozzi vari e altre prelibatezze del genere.
· I cinesi hanno la pessima abitudine di sputare in continuazione.
· In Cina non è necessario il casco per andare in moto, per cui pochissimi ce l’hanno. Però molti usano i caschetti da cantiere.
· I taxisti in generale sono onesti. Inseriscono il tassametro. A Pechino però un farabutto lo abbiamo trovato (vedi 22/08/10). In alcune città tirano a tenersi 1CNY di mancia quando danno il resto.
· Le ragazze cinesi belle hanno un fascino particolare.
· Danno ricevute per ogni cosa compilandole in 3 o 4 copie.
· Il costo dei carburanti è tra 6.5 e 7.2CNY al litro.
· Shanghai è molto meglio di Pechino sotto molti aspetti: pulizia, taxisti, negozianti, edifici, ecc. Pechino come ultima tappa non lascia un buon ricordo della Cina.
· I cinesi sono difficili da sopportare per il fatto che sono tanti sempre ed ovunque. Anche da noi ci sono zone invivibili perché troppo affollate, però si trovano anche posti in cui stare tranquilli. In Cina qualunque posto è pieno di gente abituata a spintonare. In compenso se li spintoni per passare davanti non se la prendono minimamente.
Spese
~ 2000€ volo
~ 5300€ soggiorno in Cina
~ 100€ parking MXP + TO-MI
~ 150€ marche passaporto
~ 170€ visti
per info: l.masera@alice.it