Cina d’inverno

Sono partita per la Cina senza sapere cosa avrei trovato…immaginavo la Cina cinematografica, quella degli hutong pieni di riscio’ e biciclette, vapori intensi che escono dai recipienti in bamboo delle cucine all’aperto…Purtroppo la realtà non coincideva con l’idea che mi ero fatta, mi sono dovuta ricredere, la Cina si è...
Scritto da: lula
cina d'inverno
Partenza il: 30/12/2005
Ritorno il: 12/01/2006
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
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Sono partita per la Cina senza sapere cosa avrei trovato…Immaginavo la Cina cinematografica, quella degli hutong pieni di riscio’ e biciclette, vapori intensi che escono dai recipienti in bamboo delle cucine all’aperto…Purtroppo la realtà non coincideva con l’idea che mi ero fatta, mi sono dovuta ricredere, la Cina si è occidentalizzata, a discapito delle sue belle tradizioni.

Nel primo giorno del 2006, non ancora nell’anno del cane che inizierà con la Festa di Primavera il 29 Gennaio, mi ritrovo a Pechino, tra sopraelevate, strade enormi, automobili, ancora automobili, dappertutto automobili e i cinesi che guidano come dei matti, senza rispettare per nulla le strisce pedonali! Pechino assomiglia ad una metropoli moderna percorsa dall’eccitazione intensa di un immenso cantiere. Hanno raso al suolo i vecchi quartieri per costruire grattacieli di altezza vertiginosa che per lo piu’ ospitano multinazionali, le quali facendo brillare giganteschi pannelli luminosi scritti in cinese, trasformano Beijing in un’immensa vetrina pubblicitaria.

I cinesi traggono ispirazione da una cultura straniera, ma della loro conservano poco o nulla, quell’eredità è stata cancellata con il pretesto che si trattava solo di un’accozzaglia di vecchiume.

Durante la Rivoluzione culturale, i templi furono saccheggiati, in seguito le statue delle divinità sono state rifatte, sono delle riproduzioni esatte che tuttavia suonano false.

Giro per la Città Proibita, spinta tra la folla di turisti cinesi (gli occidentali sono quasi inesistenti, è bassa stagione) e cerco di rivederla come’era al tempo dell’Imperatore; verso sera con la luce del sole calante acquista un fascino davvero particolare! La sera ho un primo approccio con la cucina cinese: assaggio l’anatra laccata che consiste in un’anatra arrosto glassata, servita a fette intinta nella salsa di soia e avvolta in una piadina, il tutto accompagnato dal tè al gelsomino, che ho bevuto a litri durante il viaggio.

Il freddo che imperversa a Pechino è atroce! Lungo il “Viale degli Spiriti” il vento è davvero gelido, percorro i 7 km fino alla “Porta della Fenice e del Drago”, dalla quale si accede alle Tombe dei Ming, ma la zona di sepoltura non è accessibile.

A 40 Km circa da Pechino si trova la Grande Muraglia (lunga 6350 Km), il grande drago la cui testa è rivolta ad Occidente e la coda ad Oriente; la percorro per un breve tratto a piedi, ma il freddo è davvero pungente! In inverno ci sono temperature davvero rigide, ma si ha anche l’occasione di vedere i templi sotto un’altra luce..Al Palazzo d’Estate (a circa 20 Km da Pechino), il lago Kunming è tutto ghiacciato ed i cinesi vi pattinano anche se vige il divieto; lo si puo’ costeggiare attraverso un lungo corridoio coperto, interamente in legno affrescato con colori vivaci, che porta fino alla nave di Ci Xi ed a un ponticello in marmo dove si giunge alla Porta Nord.

Proseguo in volo per Xi An, la vecchia capitale dove partiva la Via della Seta e anche qui il freddo mi perseguita, addirittura trovo la neve! La sera vado in un ristorante ad assaggiare la specialità del posto: ravioli al vapore; vengono serviti nei cesti in bamboo e ce ne sono davvero tantissimi tipi, da fare invidia a Giovanni Rana..! Qui visito la Grande e la Piccola Pagoda dell’Oca Selvatica in uno scenario innevato davvero suggestivo; vado poi al Quartiere Musulmano, ma la Moschea cinese è tutt’altro che simile allo stile arabo, il Minareto è una torre esagonale con tetto spiovente in legno verde e blu; anche i vicoli intorno non sono dei veri e propri souk, ma anche qui è d’obbligo contrattare! Poco fuori dalla città mi aspetta l’Esercito di Terracotta: è impressionante! Sotto una struttura coperta in legno si trovano una serie di fosse piene di statuette di terracotta alte anche 1,80 m! Riprendo l’aereo per Shanghai…Qui l’atmosfera è futuristica: grattacieli ovunque, da skyline americano. Salgo sul Jin Mao Tower: 88 piani per un’altezza di 412 m, raggiungibili con l’ascensore in 45 secondi! Il panorama notturno è davvero fantastico: di fronte si vede la Torre della TV, con il ristorante girevole a 250 m di altezza. Certo non è piu’ la città delle fumerie dell’oppio e delle case di tolleranza;l’unica nota di colore nei pressi della città vecchia sono i panni stesi insieme ai polli sui fili della corrente.

Passeggiando lungo il Bund che fiancheggia la riva dello Huangpo si vedono ancora molti palazzi risalenti al periodo delle concessioni straniere, come l’Hotel della Pace, dove alla sera suonano jazz. Ma ora Pudong è uno dei centri finanziari piu’ importanti della Cina, a discapito dell’elevatissimo tasso d’inquinamento ambientale.

I giardini sono gli unici luoghi in ci si è mantenuto intatto lo spirito cinese; qui visito quello del Mandarino Yu.

Mi allontano da Shanghai per tornarvi solo per il volo di ritorno in Italia e prendo il treno per Hangzhou, sperimentando quest’altro mezzo di trasporto in Cina: l’aspetto è un po’ retrò con i sedili rosa e i coprisedili in pizzo bianco come le tendine; un’inserviente va su e giu’ per il treno portando tè caldo dentro thermos ed altre cose piu’ o meno commestibili. Dopo circa due ore arrivo a destinazione e finalmente il clima è piu’ mite.

Si puo’ fare una gita in barca sul lago dell’Ovest: l’atmosfera è davvero romantica! Visito “il Picco volato li’”, una collina interamente scolpita di Buddha, fino ad arrivare al “Tempio per il rito spirituale”, dove c’è una statua di Buddha Sakyamuni in legno di canfora alta 33 m.

Prima di arrivare alla “Pagoda delle sei armonie” visito una piantagione di tè verde dove degusto questa bevanda brucia grassi (…Ecco perché i cinesi sono tutti magri..).

Anche ad Hangzhou la parte piu’ interessante è la città vecchia, dove giro a zonzo in un mercatino, assaporando l’odore intenso dei loro cibi, evitando gli sputi…Brutta abitudine cinese! Riprendo il treno per Souzhou, una città tutta canali (..Un po’ come Venezia): facendo un giro in barca per gli antichi quartieri, le case sono palafitte con innumerevoli lanterne rosse, che la sera vengono illuminate con uno stupendo effetto scenico; attracchiamo vicino ad un ponticello e vado ad esplorare il mercato: le condizioni igieniche non sono delle migliori, ma è molto pittoresco.

Ma quello che merita di Souzhou sono i giardini:ne visito uno stupendo di bonsai; il sole è tiepido, c’è tanto verde, tutto trasmette tranquillità ed i cinesi al mattino qui praticano il Tai-chi.

Anche il “Giardino dell’Amministratore Umile” e quello “del Maestro delle Reti” sono spettacolari: si prova una sensazione molto cinese che ha il gusto della vacuità del tao…In uno di questi c’è anche un’esposizione di acquarelli.

Pensare, scrivere, dipingere: tutte attività che proteggevano dalla banalità della vita si sono perse; ora “il denaro rende stupidi” come diceva un grande poeta dei Tang.



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