Cina – Classici rivisitati

CINA - CLASSICI RIVISITATI (PECHINO, XI’AN, GUILIN, NANCHINO, SUZHOU, SHANGAI) DAL 25 AGOSTO ALL’8 SETTEMBRE 2008 Tour Operator Chinasia – euro 5.400,00 a coppia Io, la Luna e il mio boy in un tour della Cina che tocca le mete classiche, rivisitate. Un paese pieno di contraddizioni, forse troppo orientato verso l’occidentalizzazione...
Scritto da: Luna Lecci
cina - classici rivisitati
Partenza il: 25/08/2008
Ritorno il: 08/09/2008
Viaggiatori: in coppia
CINA – CLASSICI RIVISITATI (PECHINO, XI’AN, GUILIN, NANCHINO, SUZHOU, SHANGAI) DAL 25 AGOSTO ALL’8 SETTEMBRE 2008 Tour Operator Chinasia – euro 5.400,00 a coppia Io, la Luna e il mio boy in un tour della Cina che tocca le mete classiche, rivisitate. Un paese pieno di contraddizioni, forse troppo orientato verso l’occidentalizzazione dove spicca qualche ancorata usanza. Così organizzato è un viaggio sicuramente adatto a tutti. Chi è abituato a muoversi da solo, ad adattarsi, può intraprenderlo in maniera più autonoma, ma sono sicura non riuscirà a visitare, in due settimane, tutto quello che il tour dà modo di vedere; incontrerà non poche difficoltà legate sia alle insegne non sempre scritte anche in inglese, sia alle pochissime persone in grado di comunicare in una lingua differente dalla propria. Per contro, abbatterà vertiginosamente i costi ed eviterà le tappe obbligatorie presso alcune fabbriche! Interessantissimo è stato ascoltare le spiegazioni socio-storico-culturali della guida italiana (che conosceva la lingua cinese e che ci ha accompagnati dall’Italia) e delle guide locali (che parlavano un comprensibilissimo italiano) differenti in ogni città. Curiosissimi usi, costumi, credenze spesso sfatate stimoleranno il vostro desiderio di sapere in merito alla storia passata e a quella contemporanea. Ho diviso il mio racconto in due parti. Questa è la seconda, un dettagliatissimo diario di bordo che seguirà nello specifico il tour, ma vi consiglio vivamente, innanzitutto, di leggere la prima, un commento sommario su vari argomenti dalla A alla Z pubblicato sempre e solo su questo sito con il titolo: Cina – Utili curiosità.

Buon viaggio, Luna Lecci

1° giorno: lunedì 25 agosto ROMA – PECHINO.

VOLO Air China 940, posti 55 L-K, partenza ore 20,20 – arrivo ore 6,20 (ora locale 12,20) del giorno successivo.

2° giorno: martedì 26 agosto PECHINO. Wow! Il giorno successivo alla fine delle Olimpiadi 2008 ci troviamo nella ormai famosa Beijing dove finalmente capiamo che BEI sta per NORD e JING per CAPITALE, seconda città più popolosa della Cina (terzo posto per Shanghai e primato a Sonchino con 39 milioni di abitanti).

La temperatura è buona e notiamo subito tanta gente che ci sorride, semafori che segnalano il conto alla rovescia e mascotte di Pechino 2008 in ogni angolo di strada.

La nostra prima GUIDA cinese – che parla un perfetto italiano – si chiama LIU e mentre il pullman ci porta all’HOTEL HOLIDAY INN TEMPLE OF HEAVEN cerchiamo di guardare il più possibile attraverso i finestrini ascoltando le sue prime informazioni. Dal ’79 è iniziata una riforma d’apertura all’estero, ma solo nel ’90 c’è stata la svolta economica. Pechino ha una superficie di 16.800 km2, è la capitale della Repubblica Popolare Cinese, centro culturale, amministrativo e politico della nazione. E’ stata al centro dei grandi avvenimenti sociali e culturali che hanno caratterizzato la vita della Cina imperiale e contemporanea. Ricchissima di monumenti e luoghi di grande interesse storico e artistico.

Intorno a Pechino ci sono 5 anelli. Dal 2° al 6°. La strada principale è lunga km 50×40; il centro business si trova nel distretto più sviluppato e importante della città, pieno di grattacieli; nel 2° anello ci sono pochi palazzi e costruzioni basse; il 6° passa per i distretti rurali. Intorno alla città c’è un fossato. Tempo fa era presente anche una cinghia muraria che successivamente, per costruire la metro, fu abbattuta. In Cina troviamo la prima enciclopedia a 23.000 volumi che vanta il primato, ancora oggi, al mondo! Come assaggino della città oggi vediamo il TEMPIO DEL CIELO (un’immensa costruzione con l’interno completamente in legno e il tetto in smalto blu utilizzata dagli imperatori per le cerimonie propiziatorie). 3° giorno: mercoledì 27 agosto PECHINO. Prima tappa PIAZZA TIEN AN MEN o Piazza della Porta della pace celeste, la più grande piazza al mondo. Misura 40 ettari, può contenere 1 milione di persone ed è mt 800 x 500. Mi delude un po’ forse immaginavo di rimanere senza fiato a mirar tanta ampiezza e invece, colpa della varie costruzioni sulla sua superficie, la apprezzo ma senza shock. Proseguiamo per LA CITTA’ PROIBITA con i tesori del PALAZZO IMPERIALE (fatto costruire da Yong Le della dinastia dei Ming) e IL PALAZZO D’ESTATE (12 Km a nord-est della città, sin dal XII secolo residenza estiva degli ultimi imperatori della dinastia Quing che, distrutta più volte, ora è un ameno parco pubblico nel quale passeggiamo piacevolmente ammirando, tra l’altro, sculture di fiori). Rientriamo, per solo un euro, in battello. Oggi inizia anche la visita ad una delle prime e diverse FABBRICHE che vedremo nel corso del tour: quella delle PERLE DI FIUME. La spiegazione e la dimostrazione dell’estrazione è interessante. Per gli oggetti da acquistare… ci penseremo anche se i prezzi sono, se si tratta pazientemente, abbastanza convenienti. 4° giorno: giovedì 28 agosto PECHINO. In mattinata, percorsi una quarantina di km, visitiamo le TOMBE DEI MING e passeggiamo, per un km circa, per la VIA SACRA. E’ poi la volta, direzione nord-ovest, della meravigliosa, indimenticabile GRANDE MURAGLIA.

Un imponente vallo murario eretto a protezione della Cina contro i popoli delle steppe. Con le diramazioni e le doppie linee il totale delle mura, costruite in periodi diversi supera i 6.000 km, con più di 40.000 tra fortezze e torri di guardia. Fu costruita alla fine del III secolo a.C. Da Qin Shi Huangdi, il primo imperatore della Cina unificata, che diede corpo unico a muraglie e valli già costruiti nei secoli precedenti dai diversi stati cinesi. La forma attuale risale alla dinastia Ming (1368-1644). In termini militari non riuscì mai a impedire importanti invasioni come quelle dei liao, dei mongoli o dei manciù, ma costituì una efficace barriera e un deterrente almeno per le piccole incursioni di frontiera. Costruita ai bordi estremi dell’area il cui clima e la cui natura hanno consentito l’affermazione del sistema agricolo cinese, indica fisicamente il limite tra due grandi forme di utilizzazione delle risorse naturali espresse dalle civiltà dell’estremo Oriente: quella sedentaria ad agricoltura intensiva dei cinesi e quella nomadica e seminomadica delle popolazioni turco-mongole, ma non segnò quasi mai un preciso confine politico, in quanto tutte le grandi dinastie cinesi estesero il proprio controllo anche molto al di là di essa. Con la sua mole la Grande Muraglia Cinese è l’unico segno umano, sulla faccia del nostro pianeta, visibile da lontano, nel cosmo. La nostra guida sostiene addirittura dalla Luna! A BADALING percorriamo un tratto molto ben conservato di un paio di km tra salite e discese ammirando centinaia di torri, e una porta monumentale e immaginando 2200 anni fa quando ebbe inizio la sua costruzione, esperienza unica, emozionante e affascinante. Prima di pranzo è la volta della visita alla FABBRICA DI CLOISONNÉ, un tipo di lavorazione del rame di vasi e oggetti vari. Interessante la spiegazione, molto rifornito, grande e un po’ caro il negozio. Il pranzo lo consumiamo all’interno della fabbrica e nel pomeriggio ci viene proposta la visita facoltativa agli HUTONG. Escursione costata € 13,00 che vi consigliamo di far per conto vostro non solo per spendere la metà ma perché sarà più vera. Dei risciò tutti uguali ci hanno trasportato (pedalavano i cinesi e noi comodamente dietro) per le strette, antiche e caratteristiche viuzze centrali della città. Con una mancia della guida a una signora (tutto previsto e organizzato) venivamo fatti accomodare all’interno di un’abitazione storica. La signora è anziana e ha piacere di rispondere alle nostre domande in merito alla sua vita. Sia lei che il marito lavoravano in un’impresa e ora vivono in questa casa fatiscente, piccola, poco curata, con “comodità” simili a quelle viste nei primi film, con € 280,00 al mese.

5° giorno: venerdì 29 agosto PECHINO – XI’AN. Lasciamo definitivamente l’hotel alle 9,30. VOLO Air China 1223, posti 16 E-F, partenza ore 12,10 – arrivo in un paio d’orette.

Ci accoglie, sotto la pioggia, la GUIDA NUVOLA (non è una battuta, è il suo nome di battesimo!) che ci propone subito una visita fuori programma, per € 15,00 ci porta a vedere un PICCOLO ESERCITO DI TERRACOTTA. Chi come noi non è interessato alla visita aspetta pazientemente sul pullman. Durante il rientro un po’ lungo ci parla di XI’AN, una città proprio al centro della Cina. Capoluogo della provincia dello Shaanxi al centro di un fertile bacino, è la più importante città del nord-est. Con il nome di Chang’an è stata capitale imperiale di undici dinastie dal 1000 a.C. Al X secolo d.C. E’ di epoca Tang l’intatta cinta muraria che la circonda per 35 chilometri. Somiglia all’Italia rovesciata ed è km 700 dal mare.

Nel quartiere vecchio le case fino agli anni ’40-’50 non avevano né bagno né acqua. Nei dintorni si trovano bagni termali sfruttati da turisti cinesi e non. E’ da qui che aveva inizio la via della seta (percorsa da carovane che attraverso montagne impervie e deserti infuocati, giungevano sulle coste del mediterraneo con il loro carico di preziose e misteriose sete). Oggi vi sono 30 università per cui è piena di giovani. Prima era una città agricola, ancora oggi a km 100 dal centro troviamo zone ricche di coltivazioni di uva, mele, melograni, pannocchie…, ora molto turistica.

In HOTEL AURUM, presso il quale alloggiamo, troviamo una piacevole sorpresina per cena: le bevande (di solito è previsto un bicchiere a pasto) sono no limits ed è presente un barbeque. Dopo cena passeggiatina per scattare qualche foto by night, al rientro sauna, bagno turco e per chi vuole un tuffo in piscina (anche se è alta solo mt 1,40).

6° giorno: sabato 30 agosto XI’AN. Iniziamo la giornata visitando, a circa una sessantina di km, la TOMBA del PRIMO IMPERATORE CINESE QUIN SHI HUANGDI che ricopre un’area di km2 25. L’imperatore, che unificò pesi e misure, utilizzò 700.000 lavoratori per 38 anni. Morì a 49 anni e a soli 13 anni, quando salì al trono, iniziò a farla costruire. E’ una vera e propria città sotterranea, il soffitto era tempestato di perle che dovevano rappresentare le stelle, era attraversata da rigoli di mercurio che simulavano i fiumi e scoraggiavano in quanto tossici i tombaroli. Scelse la posizione strategica vicino le catene montuose e a un affluente del fiume Giallo. A guardia della sua tomba, affinché fosse sempre difeso, su di una superficie di circa 14.200 m2, ci emozioniamo a vedere l’ESERCITO DI TERRACOTTA composto da un’armata di 8000 uomini (alcune rappresentavano lo stato maggiore), 600 cavalli da battaglia e circa 100 carri. Fu scoperto per caso nel ’74 da cinque contadini di cui uno reso famoso da Clinton quando, visitando il sito archeologico, gli chiese un autografo: lui era analfabeta e oggi lo incontriamo (chissà se è veramente lui!) nel negozio a siglare libri! Le statue di 2200 anni fa, alcune delle quali impugnavano armi in bronzo (armi probabilmente rubate da alcuni contadini in rivolta) hanno un’altezza media di mt 1,80, probabilmente per enfatizzare la potenza e la forza dato che all’epoca erano bassini. Oggi appare come un esercito sconfitto e per salvaguardarlo sono stati costruiti dei padiglioni. Purtroppo non sono state trovate le carrozze in legno, andate a fuoco durante le rivolte, ma ne vediamo due in bronzo. E’ diviso in 3 parti e per il momento è stato portato alla luce soltanto un terzo di quello che si stima esista. Gli scavi continuano con sempre nuove scoperte e noi rimaniamo a bocca aperta nel guardarci intorno! Dopo il pranzo, consumato all’interno di un teatro in ristrutturazione, visitiamo la PICCOLA PAGODA DELL’OCA SELVAGGIA chiamata così da alcuni monaci che, durante una preghiera, videro morire una delle oche che in quel momento passavano e prendendo l’evento come un segno del destino. Oggi è un luogo in cui vengono conservati scritti buddisti.

Dopo la cena in albergo, con il taxi (spendendo € 2,00 e staccandoci dal gruppo che aderiva a un’escursione facoltativa) raggiungiamo una delle PIAZZE più grandi dell’Asia dove assistiamo a uno spettacolo d’acqua, luci e suoni che per una ventina di minuti ci diverte e bagna un po’ (visto che siamo proprio a ridosso degli zampilli di uno dei tre vasconi da dove numerose fontanelle, a suon di musica, sgorgano). 7° giorno: domenica 31 agosto XI’AN. Iniziamo la giornata visitando il MUSEO DELLA FORESTA DI STELE, molto importante per le lingue cinese e giapponese che hanno alcuni ideogrammi uguali ma le cui pronunce e significati sono diversi. In questo ex tempio confuciano é presente anche una lapide scolpita che testimonia l’inizio del cristianesimo in Cina e di cui ne abbiamo una copia in Vaticano. Presso la GRANDE PAGODA DELL’OCA SELVAGGIA vivono una cinquantina di monaci buddisti e nei piccoli templi, immersi nel verde, vediamo molti cinesi recarsi a pregare portando cibo quale offerta. Prima di pranzo visitiamo una FABBRICA DI GIADA, perlopiù un negozio ben fornito dove alcune donne, usando un tornio, scolpiscono la pietra. La guida ci mostra le pietre dalle quali si estrae la giada che, a seconda della durezza, assume il nome di nefrite (più morbida e meno pregiata) e giadite. Sosta all’interno di un hotel dove per fortuna il pranzo è a buffet e offre un po’ di tutto. Percorriamo circa km 80 per raggiungere le TOMBE TANG, visitando prima quella della principessa, morta a 17 anni, dove tombaroli portarono via ori e sparpagliarono i suoi resti. Scendiamo in un tunnel dove sono ancora visibili affreschi del ’700 e ammiriamo statuine e utensili che venivano seppelliti intorno alla defunta. Percorriamo poi un tratto della VIA SACRA DI QUIANLING, lunga km 5 ammirando 140 statue tra guardie e animali in pietra, quattro torri, una stele scolpita su un unico pezzo di pietra e di cui rimase il mistero del perché non fosse stata incisa. La particolarità di queste tombe è che imperatore e imperatrice sono seppelliti insieme. Lui morì 20 anni prima di lei, una donna cattivissima che si pensi abbia ucciso figli e nipoti. Vi sono poi due gruppi di statue senza testa che rappresentano i forestieri non cinesi. Nel rientrare ci fermiamo da un contadino che ci vende, tagliandoli al momento, grappoli d’uva un po’ acerba ma dolce. Sbirciamo all’interno della sua abitazione e scorgiamo un’anziana donna guardare un bimbo disteso su una doga di legno coperta da una stuoia. Una ragazzina, invece, ha in braccio il fratellino al quale allunghiamo una moneta. La cena-banchetto, servita presso un teatro, ci dà la possibilità di assaggiare una dozzina di ravioli differentemente ripieni e bere a volontà. Qualcuno concluderà la serata (per € 22,00) guardando uno spettacolo mentre e altri passeggeranno per le viuzze del caratteristico quartiere musulmano. 8° giorno: lunedì 1° settembre XI’AN – GUILIN. In mattinata riusciamo a fare un’ultima passeggiata per il QUARTIERE MUSULMANO che si sveglia con il suo mix di odori per noi un po’ nauseabondi. Un’occhiata ai mille negozietti dalle pietanze più particolari e un po’ di corsa ci affacciamo alla GRANDE MOSCHEA (€ 2,50). Alle 11,30 nei pressi dell’aeroporto ci fermiamo per il pranzo.

VOLO China Eastern, posti 12 C-F, partenza ore 13,30 – arrivo in un paio di orette durante le quali servono uno snack. Conosciamo subito la nostra GUIDA LI che presenta anche la sua città. La Grande Guilin è una città con 5 quartieri, 12 distretti ed estesa 17.000 km2 con una presenza di 4.670.000 abitanti mentre la Piccola Guilin, ossia la città in senso stretto, è km2 565 e conta poco più di 600.000 abitanti. In questa regione, dal panorama prevalentemente di rilievo carsico, esteso per 80.000 m3 vicino al fiume Li, vi sono molte risaie che danno il raccolto due volte l’anno, a luglio e a ottobre. È una regione autonoma abitata prevalentemente da una minoranza etnica. E’ gemellata alla Sicilia e il suo nome le è stato dato da un albero di origine tropicale dai cui fiori si ricava un vino dolce e profumato e un the: l’osmantus. GUI in latino significa OSMANTUS e LIN FORESTA. Ha un clima subtropicale mite, piovoso e umido, una temperatura media di 19 °C: a gennaio-febbraio 8°C, ma può arrivare a -4°C e nevicare; in estate va dai 22 ai 45°C con un tasso di umidità del 76% e una pioggia annuale di mm 1900. La primavera è la stagione più triste in cui piove più spesso, quasi 145 giorni di seguito con una temperatura media di 22°C. In autunno fa sempre bel tempo. Il turismo si è sviluppato sette anni fa e la guida ci dice che fino a quel momento Guilin era “una bella ragazza che vestiva male”. In pochi anni si sono investiti molti soldi per modernizzarla. Oggi ha una piazza centrale con un mercato libero che si tiene quotidianamente dalle 19,30 alle 24,00: nel laghetto è stato costruito un ponte in vetro a mo’ di opera d’arte e due pagode (a nove piani la Pagoda del Sole e a 7 piani quella della Luna). Giungiamo alla COLLINA FUBO dove alla fine dei 325 gradini godiamo di un bel panorama dopo aver visitato una grotta e ascoltato la storia un po’ surreale della medesima.

Alloggeremo presso l’HOTEL BRAVO e dopo cena faremo una piacevole passeggiata lungo il perimetro del laghetto molto curato e verdeggiante dove rimangono illuminati fino alle 22 diversi ponticelli tra cui quello di vetro (un po’ troppo finto e in più a pagamento) e le due pagode che non hanno alcun significato storico ma solo estetico. Allegra la via principale dove si susseguono migliaia di bancarelle che vendono cineserie (ma va?!?)! 9° giorno: martedì 2 settembre GUILIN. La giornata di oggi è dedicata prevalentemente alla CROCIERA SUL FIUME LI lungo km 426 che si getta in quello delle Perle, passa da Canton e sfocia in mare. Ne percorriamo km 53 in quasi quattro ore durante le quali sul battello consumeremo il pranzo a buffet (volendo, come extra, potevamo gustare brodo di tartaruga, gamberi di fiume fritti e sorseggiare grappa al serpente, ma abbiamo evitato). Sulle rive dei fiumi sorgono alcune abitazioni di ricchi proprietari (costano circa € 3.500 al m2) ma, solitamente, sulle sponde, per scaramanzia, non è consuetudine costruire: si dice che lo scorrere del fiume porti via i soldi! Durante la traversata ammiriamo il paesaggio verdeggiante; qualche collina assume una forma stravagante che con fantasia somiglia a cavalli, draghi… E’ probabilmente a questi paesaggi che si sono ispirati famosi pittori cinesi e grandi poeti di tutti i tempi. Ogni tanto con imbarcazioni simili a zattere alcuni venditori di souvenir si avvicinano sponsorizzando rumorosamente i soliti prodotti. E’ curioso come arrivino fin sotto il battello e si arrampichino. Singolare è anche l’utilizzo di cormorani per pescare. Questi uccelli vengono addestrati affinché “sputino” il pesce nella barca del pescatore che precedentemente aveva legato al loro collo un filo di nailon prontamente tirato prima che l’uccello ingoi la sua preda! Notiamo infine dei bufali pascolare utilizzati, tra l’altro, per trainare zattere. Per fortuna la giornata è bella e approfittiamo per starcene spaparanzanti all’aperto anche perché, all’interno del battello, l’aria condizionata è agghiacciante! Scendiamo nella turistica cittadina di YANGSHOU dove mille bancarelle ci aspettano per fare affari! Prima di tornare in hotel una breve sosta presso la COLLINA DELLA PROBOSCITE DELL’ELEFANTE che sembra stia bevendo e somiglia a una formazione rocciosa che si trova in Francia. Al rientro ci facciam lasciare nei pressi di un negozio a cinque piani dove si può acquistare a buon mercato merce originale (es. Nike..) ma i cui modelli sono differenti da quelli importati da noi. Il “bello” arriva dopo cena quando la metà del gruppo, la più temeraria, rigorosamente condotta dalla guida italiana, decide di fare una “botta da matti” e andare a degustare un pezzetto di serpente. Fuori dal ristorante sono esposte diverse di bacinelle contenenti tartarughe, lumache, gamberi di fiume, murene, pesci in generale e differenti gabbie contenenti nutrie, fagiani, anatre e, per l’appunto, serpenti. Scegliamo quello che più “ci ispira” (mah, sono tutti uguali… dovremmo scegliere in base al colore… ma chi se ne intende? E poi i nostri pensieri sono “non voglio sacrificare un animale troppo grande per uno sfizio”… “in fondo sono già sazia, mica mi ci devo sfamare!”… “se non mi piace andrebbe sprecato”… “meno pesa, meno costa”). Il cameriere, con una lunga forcina, estrae la testa dalla gabbia, con una forbice la taglia e mostra fiero la lunghezza del rettile che ancora si muove. Una cameriera lo pesa e ci comunica il costo mentre lo adagia, ancora agonizzante, dentro un sacco di iuta per portarlo in cucina lasciando la testa e qualche traccia di sangue sul luogo del delitto. Un po’ sconvolti ci accomodiamo al tavolo all’aperto e mentre commentiamo la scena, un cuoco ci propone, avvicinandosi con un bicchiere sporco di un liquido verdastro e un “piccolo palloncino” in mano, se… vogliamo gustare la bile (no, questo proprio no!). Alcuni di noi rimangono storditi, altri stupiti, dispiaciuti… ricordiamo che in Italia funziona così se si vuol mangiare un’aragosta fresca e… siamo in ballo e… mangiamo sia la metà che portano fritta, sia quella ripassata in padella e condita con salsa di soia piccante. Una parte solitamente si cucina in brodo, la cui zuppa è particolarmente buona ma ci sarebbero volute un paio d’ore-tre di tempo! Un po’ meno ci piace l’insalata di pelle in quanto rimane decisamente gommosetta! Alla domanda che molti mi han fatto: “ma ‘sto serpente, che sapore ha?”… un po’ esitante rispondo: boh! Partendo dal presupposto che con un trancetto mangi ben poco, il divertimento sta nello spolparsi la colonna vertebrale e le costolettine… come si fa con il collo del pollo, ma il gusto è più simile a quello del coniglio, comunque ad animali a carne bianca. Il costo è stato, bibite comprese, di circa € 20,00 a persona per kg 3,5 di bestia. La nostra botta da matti ci costa quanto una pizza in Italia, ma per il costo della vita qui è come se, in Italia, avessimo ordinato tartine al caviale, ostriche, linguine all’astice… sorseggiando champagne in un lussuosissimo ristorante (qui la tovaglia era tutta strappata e in bagno i topi facevano da padroni!).

In Cina i fiumi più importanti sono il fiume Giallo al nord, il fiume Azzurro al centro e il fiume delle Perle al sud. 10° giorno: mercoledì 3 settembre GUIILIN – NANCHINO. Stamani è la volta: GROTTA DEL FLAUTO DI CANNA dove all’interno la temperatura è di 20°C tutto l’anno. La luce è automatica e dura cinque minuti. La grotta carsica è di circa mt 550 (la zona più ampia visitata è di mt 93), non è la più grande che conserva interessanti formazioni di roccia calcarea, ma sicuramente una delle più belle. E’ una sorta di palazzo d’arte della natura trovata abbandonata alla fine del 1944. Durante la guerra con i giapponesi molti contadini vi si rifugiarono. Nel ’59 fu restaurata ed è aperta al pubblico dal ’62. Vi sono due entrate, una per i cinesi, una per i turisti stranieri che dovranno passare all’interno di un negozio! Le stalattiti e le stalagmiti crescono di mm 15-20 ogni 100 anni. Basta un po’ di fantasia per vedere forme curiose quali cavolfiori, funghi, una statua della libertà, pesci, draghi… e alla fine del percorso vi saluterà addirittura un leone! All’esterno della grotta, per un euro o anche meno vi cercheranno di vendere un fischietto di canna di una decina di centimetri che si azionerà soffiandoci e tirando un fil di ferro. Il suono è simpatico ma sappiate che l’aggeggio funzionerà pochissimo! E’ poi la volta della FABBRICA DELLE PERLE DI MARE dove ci mostrano come viene estratta la perla dall’ostrica e poi ci fan vedere un video per la spiegazione della coltivazione. Lo show room è sempre bello e ben tenuto, estenuante la trattativa per acquistare non a € 280,00 ma a € 80,00 una collana e a € 8 e non 15 una crema (totalmente priva di etichetta!) che spacciano sia stata ricavata da estratti di perle. VOLO China Southern, posti 21 E-F, partenza ore 14,40 – arrivo in un paio d’ore a Nanjing o Nanchino dove NAN sta per SUD e JING sta per CAPITALE. Qui ci aspetta la GUIDA, che si dimostrerà la più simpatica in assoluto, HUANG ovvero soldato rosso in quanto nata all’epoca di Mao. Comincia a raccontarci che questo è il capoluogo della provincia del Jiangsu – già capitale imperiale dei Ming e della Repubblica cinese – che conta 76 milioni di persone e ha una superficie pari a un terzo dell’Italia. In periferia vivono in 7 milioni mentre nel cuore della città sono “solo” 5. E’ una città ricca di laghi e fiumi, gemellata con Firenze. Si produce grano, vi sono numerose risaie e il raccolto avviene una volta l’anno. In agosto piove molto, ma da settembre in poi no. Nei mesi estivi la temperatura va dai 35 ai 40°C e si cerca di ripararsi all’ombra dei platani, mentre in inverno raggiunge i -5°C e nevica. Si trova a km 400 dal mare, ma vi sono molti allevamenti di pesci, gamberi e… serpenti. Qui si trova la fabbrica della Fiat Palio Siena che da un paio d’anni, però, è un po’ in crisi. Ci sono molte fabbriche italiane di scarpe e da una settimana ha aperto anche Ikea. Appena si arriva dall’aeroporto si scorge un cupolone… è la “casa bianca” di Nanchino e cioè il municipio. Questa città ci ospiterà presso l’HOTEL MANDARIN GARDEN.

11° giorno: giovedì 4 settembre NANCHINO. Prima escursione al MAUSOLEO CELEBRATIVO DEL DOTT. SUN YAT SEN che si trova su una collina di più di 30.000 ettari, una foresta. Il dottore è considerato il Padre della Patria in quanto nel 1911 soppiantò l’ultima dinastia Quing. Era medico ma organizzò una rivoluzione facendo trionfare tre importanti princìpi: quello della democrazia, del nazionalismo e del potere del popolo. Morì nel ’72 mentre sua moglie campò 102 anni. Percorriamo circa un km della VIA SACRA delle TOMBE MING dove sfilano statue di cavalli=l’ubbidienza, quelle di leoni=la forza, di elefanti=la pace e di cammelli=l’espansione. Importante visita è quella del MUSEO STORICO dove risaltano una scultura in palissandro intarsiata piena di significati, il vestito di giada, con cuciture in argento trovate all’interno della tomba di un funzionario, scatole di legno di lacca intagliate, un paravento laccato quaranta volte e con sculture colorate. Assistiamo da ultimo a una dimostrazione di come si lavora il braccato. E’ l’ora di pranzo che consumiamo all’interno di quella che era l’ambasciata inglese. Successiva sosta sul grandioso PONTE SULLO YANGTZI JIANG. Fatto costruire da Mao per unire il Nord e il Sud, costò € 28 milioni, materiali tutti rigorosamente cinesi. Morirono, realizzandolo in 8 anni, “soltanto” 18 operai. Fu inaugurato nel 1968, fino a qualche anno fa il più lungo dell’Asia, ha la caratteristica di essere a due piani, uno per le auto, uno per i treni. Passa su questo grandioso fiume di km 6.320 di lunghezza, 1,5 di larghezza, 35 di profondità e in cui Mao nuotò. Lo Yangtzi Jiang è navigabile per 2.000 km, i ponti totali sono 42 e dopo il Rio delle Amazzoni e un altro fiume africano è il terzo per lunghezza, passa in Tibet e si getta sul Mar Giallo. Un ascensore, alla base del quale troverete un’alta statua di Mao, vi condurrà sopra il ponte da dove potrete vederne, nonostante lo smog, tutta l’ampiezza e la particolarità del doppio piano. Un giro sulla PORTA ANTICA, una delle tredici nel muro che racchiude la CITTÀ VECCHIA e particolare per il fatto che su ogni mattone era inciso il nome di chi l’aveva realizzato e che in alcune parti ancora oggi è chiaramente visibile! 12° giorno: venerdì 5 settembre NANCHINO – SUZHOU.

In treno. Di buon ora lasciamo Nanchino sotto la pioggia e raggiungiamo Suzhou dove SU vuol dire PARADISO e ZHOU (che si pronuncia giò), PESCE E RISO. La prima informazione è quella relativa a un detto: “in cielo c’è il Paradiso e in terra c’è Suzhou”, praticamente siamo in un Paradiso terrestre WOW! E’ una deliziosa cittadina che risale al VI secolo a.C. Ed è famosa per gli stupendi ricami di seta. La guida LIU (ma che cognome originale!) ci dà queste informazioni appena arrivati aggiungendo che è gemellata a Venezia per i numerosi canali ed è stata visitata da Marco Polo. Famosa per gli stupendi giardini costruiti negli stili delle dinastie Song, Yuan, Ming e Qing all’epoca in cui era difficile far politica. Era una città culturale, vi erano bravissimi funzionari costretti ad andare a lavorare fuori: una regola imponeva che non si poteva amministrare nella propria città! Quando però, in pensione, rientravano, si dedicavano all’hobby rilassante del giardinaggio aiutati dal buon clima e dalla ricchezza d’acqua. Molti pittori cinesi si ispirarono a questi paesaggi con uno stile detto “U”. Un quinto della seta cinese proviene da questa regione così come un sesto dell’esportazione nazionale. Rilevante la produzione di elettronica grazie a marchi come Sony, Canon… Prezzi concorrenziali a quelli italiani, però, si trovano solo a Hong Kong. Vi sono circa 2 milioni di abitanti e ha un terreno molto fertile grazie alla presenza di tanta acqua. Oggi piove ma non ci facciamo scoraggiare e iniziamo, subito dopo pranzo, con la COLLINA DELLA TIGRE che deve il suo nome a una leggenda (tanto per cambiare). Il suo nome originale era Collina delle onde del mare. 2500 anni fa un re fu seppellito sotto la collina dove per tre giorni una tigre bianca si aggirava. La tomba tuttora non è stata scavata ma si sa che insieme al suo corpo vennero seppellite 3000 armi di bronzo alcune delle quali trovate casualmente in un pozzo adiacente detto lo “stagno della spada”. Vediamo la “pietra dei mille uomini” una piazza in cui mille uomini che avevano partecipato alla costruzione della tomba furono fatti uccidere dal re affinché rimanesse segreto il luogo della sua sepoltura. Molto bello il giardino dei 600 bonsai dove il più vecchio ha 400 anni. Bonsai è un termine giapponese in quanto in cinese si direbbe PENCIN dove PEN sta per VASO e CIN sta per PAESAGGIO. Ci rechiamo poi a uno degli innumerevoli giardini che hanno reso famosa questa città: il GIARDINO DELL’AMMINISTRATORE UMILE che ribattezziamo dell’amministratore umido per il clima che ci sta accompagnando. E’ un giardino molto grande realizzato in sedici anni da un funzionario che si licenziò dalla corte dell’imperatore in quanto non molto ferrato in politica, ma bravo per quella semplice: curare un grande giardino. Suo figlio ne perse il possesso al gioco, divenne di vari altri proprietari e oggi è mantenuto dallo Stato. Una visitina alla FABBRICA DELLA SETA dove assistiamo all’interessantissimo procedimento che porta ad accarezzare questo elegante tessuto. La spiegazione è esaustiva ma l’abbigliamento in vendita un po’ troppo retrò con conseguenti pochi acquisti. La cena all’HOTEL BAMBOO GROVE è tra le migliori di tutto il viaggio: il ricco buffet, il barbecue, le bevande alla spina no limits e la fontana di cioccolata! Una passeggiatina per le viuzze del centro, raggiungibile in un quarto d’ora a piedi, in cui notiamo tanti pub e localini un po’ ambigui (forse per le truccatissime e scollatissime ragazze che per strada fan da “butta dentro”?) che si alternano a negozietti di borse e t-shirt veramente false ma veramente fatte bene! Beh, buona notte Suzhou! 13° giorno: sabato 6 settembre SUZHOU – SHANGAI. Prima meta il GIARDINO DEL PESCATORE. Meno ampio rispetto agli altri ma graziosissimo. Passiamo sul ponticello più piccolo della città su un laghetto ricco di pescioni rossi e di ninfee. Complimenti a questo pescatore che, seguendo alla lettera i consigli di Confucio, secondo cui quando si andava in pensione ci si doveva dedicare alle attività umili e al contatto con la natura, ha realizzato un angolo di paradiso riprodotto anche al Museo di New York. Seconda tappa: la PAGODA DEL TEMPIO DEL NORD ai cui piedi di recente hanno realizzato una grande statua di Budda senza alcun valore storico. Si può salire fino alla cima della Pagoda di mt 76 e a 360°C immortalare Suzhou sotto un pallido sole e darle il SAI CIE’ e cioè l’ARRIVEDERCI. In treno. Raggiungiamo la stazione ferroviaria e in 35 minuti Shanghai la nostra ultima destinazione. Rimaniamo in sala d’attesa fin quando un’hostess annuncia l’arrivo del treno. Solo a quel punto, correndo correndo tra tantissimi viaggiatori, ci disponiamo, a seconda del vagone assegnatoci, in file parallele sui gradini che lo indicano in quanto il treno si fermerà esattamente davanti ad esse. SHANGAI dove SHANG sta per SOPRA e HAI per MARE. L’HOLIDAY INN DOWNTOWN sarà il nostro hotel, vicinissimo a questa grande stazione nord, e lo raggiungeremo a piedi. Solo lì conosceremo la nostra ultima e purtroppo poco entusiasmante guida SUN. Mentre ci condurrà a pranzo introdurrà la sua città dicendo che è la 2° città più grande della Cina, la sua storia risale a 6000 anni fa, ma ora è modernissima! E’ centro dell’attività industriale, politica, culturale (conta tantissime scuole straniere a pagamento), economica, commerciale… e gemellata a Milano. Qui sono presenti addirittura ristoranti italiani come “Pasta fresca da Salvatore” dove i proprietari e i cuochi sono rigorosamente italiani. E’ mt 4 sopra il livello del mare che dista km 56, è estesa km2 6.400, un po’ meno di Pechino, ma gli abitanti sono di più: 17 milioni più 5 milioni di pendolari. Il fiume Huang Pu che l’attraversa è breve (km 120, profondo mt 9 e largo 400, ha 5 ponti costruiti nel 97) ma potente. E’ un affluente di quello Azzurro (km 6.400, largo km 56) che passa attraverso la provincia tibetana e si getta al largo del Mar Cinese. La temperatura media è di 15°C, in agosto arriva a 35°C, un clima generalmente umido, a gennaio arriva a 0°C ma non nevica quasi mai. Capodanno è il periodo più freddo, e quello che va da metà giugno a metà luglio il più piovoso (anche 24 ore su 24!). Questa zona non è sismica e passano, seppur leggeri, i tifoni. Molte vie sono strette perché antiche e tutte a senso unico. I nomi delle strade che attraversano la città da Ovest a Est sono quelli di grandi città cinesi mentre quelli da Sud a Nord di province cinesi. Ci sono più di 8 milioni di biciclette (ovunque, tranne per i km 5 della Via Pechino) e 40.000 taxi di proprietà dello Stato. Ogni taxi ha un colore diverso perché vi sono differenti compagnie statali. Vi sono 9 linee metro che coprono 160 km ma entro il 2010, anno dell’EXPO Mondiale (di cui troviamo i pupazzi azzurri, le mascotte, ovunque), ne saranno completate altre 5. Cominciamo la visita con il TEMPIO DI BUDDHA DI GIADA del 500 ricostruito nell’82. Incontriamo subito una prima statua di Buddha grosso e sorridente che porta la fertilità di mt 1,94. Intorno quattro (come i punti cardinali) guardiani celesti con la funzione di proteggerlo. Due di questi ridono, due no; una maestosa sala che ospita Buddha Sacchiamuni, un principe indiano, ossia lo storico Siddartha, con al suo fianco altri due Buddha, quello del Paradiso e quello Farmacista alte mt 4. E’ posizionato sul fiore di loto in quanto quest’ultimo, crescendo sull’acqua, è pulito. Intorno venti discepoli che ascoltano il suo insegnamento. Una campana dei monaci scandisce le ore delle preghiere e un tamburo in pino vuoto scandisce il loro ritmo. Un altro Buddha indossa un vestito da donna in quanto a lui spetta il compito di far convertire il nostro sesso. Il Buddha più importante, però, è quello di giada che la Birmania regalò a un monaco cinese recatosi in quel paese per pregare. A dir la verità ricevette in dono 5 Buddha: gli altri quattro distano diversi km da qui. L’ultimo Buddha che fotografiamo è sdraiato, una posizione che aiuta ad allontanarsi nell’aldilà. Lasciamo questo luogo di preghiera per ammirare, lungo il fiume, la zona BUND, ex quartiere coloniale degli anni 30 con edifici occidentali sedi di importanti banche e famoso centro commerciale ricco di grattacieli. Dal PUDONG ammiriamo la avveniristica TORRE DELLA TV costruita nel ‘96, alta mt 468 e dove nella prima palla vi sono uffici e nella seconda il ristorante girevole. Una passeggiata per la pedonalissima VIA NANCHINO piena di insegne luminose, di negozi griffati, molto caotica… Un certo fascino lo ha il QUARTIERE FRANCESE dove i visi dei cinesi sono soppiantati da turisti occidentali che, seduti intorno a tavolini all’aperto, gustano invitanti frappé e freschissimi boccali di birra. In hotel un’ottima, abbondante e ricca di tutto e di più cena (addirittura i più nostalgici si abbuffano di pizza e pasta) e poi a nanna visto che nei dintorni dell’hotel non c’è nulla di particolare e la stazione attira, come sempre, tanti senza tetto, mendicanti, personaggi poco raccomandabili. 14° giorno: domenica 7 settembre SHANGAI. Iniziamo con il MUSEO STORICO-ARCHEOLOGICO del 1840, uno dei più importanti della Cina per i bronzi, per le porcellane, per le ceramiche, per la storia della scrittura, per i mobili e per l’esposizione dei vestiti delle minoranze etniche. Ci viene consegnata un’audioguida in italiano che ci spiegherà, con dovizia di particolari, i diversi oggetti esposti. Ci rechiamo poi al TEMPIO DEL DRAGO dove è presente una pagoda a 87 piani in legno e mattoni con la caratteristica che ogni piano ha dei campanelli che suonano con il soffiar del vento. Anche in questo tempio ritroviamo il Buddha sorridente in pino dorato, i quattro guardiani celesti, il Siddartha e quello dalle mille braccia in legno di sandalo. Prima del pranzo in hotel la visita all’ultima FABBRICA, quella DEL CACHEMIR, che ci delude molto in quanto è solo un negozio di prodotti, seppur morbidissimi e di buona qualità, decisamente fuori moda. Il primo pomeriggio lo dedichiamo al GIARDINO DEL MANDARINO YU di due ettari, unico giardino classico cinese fatto costruire da un funzionario affinché fosse DEL PIACEVOLE RIPOSO (questo il nome originale) per i suoi genitori anziani. Un architetto riprodusse un piccolo palazzo imperiale e, in terracotta verniciata, un animale dalla testa di un drago con il corpo di un serpente ricoperto di squame. Un ultimo giro per la CITTÀ VECCHIA, la VIA NANCHINO, l’ultima fugace cena in hotel e prima di raggiungere l’aeroporto due foto al PUDONG.

15° giorno: lunedì 8 settembre SHANGAI – MILANO – ROMA. Tantissimi severissimi controlli soprattutto sul peso del bagaglio, una corsa perché chiude a mezzanotte al convenientissimo duty free (es. Una stecca di Marlboro € 8), un po’ di delusione per non aver trovato nessuno che venda francobolli, una bevutina (da sconsigliare) presso i distributori automatici gratuiti d’acqua nei corridoi e… imbarco immediato! VOLO Air China, posti 45 J-L, dietro l’ala, partenza ore 1,40 e dopo diverse cene/snack – per alcuni disgustose per altri commestibilissime – alle 8,15 colazione con cornetto e cappuccino presso l’aeroporto di Milano e dopo un paio d’ore di scalo ridecolliamo per atterrare puntualissimi a FIUMICINO. Buon viaggio, Luna Lecci



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