Cile, Bolivia, Perù
Itinerario: Santiago del Cile, Pisco d’Elqui (La Serena), San Pedro de Atacama, Salar de Uyuny, Uyuny, Potosì, Sucre, Copacabana, Cuzco, La Paz.
Guide usate: Lonely Planet Cile, Bolivia e Perù, e le Polaris. Spesa: 3800Euro, aereo + assicurazione per tre.
laggiù 3500 euro, comprando molte cose.
Viaggio: sacco a spalla e mezzi locali.
Partiamo per il Cile da Firenze il 7 agosto, l’8 siamo a Santiago ed abbiamo un hotel prenotato da Firenze trovato sulla Lonely, Hotel Tokio, Barrio Brasil, 50 dollari a notte con bagno in camera. Un po’ freddo e lasciato ad una un po’ fuori di testa. Non lo consigliamo.
Stiamo a Santiago per un giorno, pioggia e freddo ci fanno dirottare verso la VAlle dell’Elqui, con un semi kama Tur Bus orrendo in sette ore arriveremo a Vicuna, da lì a Pisco.
Da Santiago fissiamo El Tesoro dell’Elqui, posto meraviglionso gestito da una tedesca, Ina, ganzissima, si spende giusto e si mangia benissimo, le ragazze sono eccezionali. La colazione compresa nel prezzo che era tipo 25 dollari a notte era buonissima e abbondante. Le stanze pulitissime.
Ina ci viene a prendere a Vicuna la sera che arriviamo.
Stiamo 6 giorni, aumentando sempre più la permanenza, la valle è particolare, c’è sempre il sole e un energia che arriva direttamente dall’Himalaya, non chiedetemi come. Si può andare a cavallo, avvistare condor, arrivare dove finisce il mondo ed anche, se non in inverno come noi, in Argentina da passi spettacolari. Visitare l’osservatorio astronomico Mammaluca, interessantissimo per capire qualcosa del cielo australe. Visitare la casa della Mistral, poetessa cilena premio nobel per la letteratura, andare a Cochiguaz dove hanno avvistato UFO e stazionare sul Rio Magico. Bere il Pico e il Pisco sur. Farsi fare massaggi da santoni cileni. Beccare uno che ti vende l’energia, comprare gioielli fatti con il rame e lo stagno.
Dopo vari giorni ripartiamo da Pisco con difficoltà perchè ci dispiace. Con un autobus arriviamo a la Serena, e da lì con Kama meraviglioso della tur bus, meglio che un aereo andiamo a San Pedro di Atacama, 16 ore di viaggio, dormendo la notte su questi sedili in “pelle umana”. Il 15 agosto arriviamo nel pomeriggio a San Pedro. Siamo nel deserto, Ina e Stefi del Tesoro ci avevano consigliato dove dormire e prenotato un posto laggiù. Incahuasi, bed and breakfast, gestito da una cilena sposata ad un tedesco, ma lasciato condurre a due ragazzi Argentini in cerca di fortuna.
Il posto è bellino, abbastanza caro, 35 dollari a notte, ma compresa la cucina, soggiorno, etc. La colazione ottima con pane fatto in casa e anche le cene preparate lì per lì in ambiente familiare ad un prezzo onesto visti i prezzi di San Pedro. Staremo 5 giorni, anche perchè San Pedro è a 2500 metri ed è il primo posto alto dove cominciare ad acclimatarsi per i 4900 metri che si raggiungeranno ai Geyser del Salar.
Il paesino è bello bello, spunta tra queste strade dissestate del deserto, un cimitero ed un campo sportivo. Una chiesa bianca e celeste che si staglia sul cielo blu. L’aria del deserto e i vulcani intorno, cani che fan da padroni nelle strade all’alba e al tramonto. Ristoranti cari ma dove si mangia bene, La Estaka sopra tutti. Tantissime agenzie per affrontare il Salar de Uyuny. Seguiamo l’indicazione della Lonely di andare all’Ufficio Turistico per leggere il libro delle lamentele rispetto alla traversata, nel frattempo giriamo tutte le agenzie per capire quale conviene. Pensavamo che il maggior costo fosse sinonimo di qualità, invece no. Cerchiamo un tour privato, perchè avendo la bambina di tre anni non ce la sentivamo di affronatare i 5000 metri legati ad altri. Così siamo liberi di scendere se le venisse il mal di montagna, ci danno il miglior choffer e la compagnia che ha maggiori esaltazioni è l’Estrella del Sur, paghiamo 250 dollari per tre per tre giorni tutto compreso, mi raccomando sottolineare il tutto compreso sennò a volte fanno pagare dei biglietti di ingresso al parco successivamente. Il mangiare ottimo, contro ogni aspettativa.
San Pedro riserva numerose opportunità di escursioni e foto bellissime. Andiamo alla Valle della Luna dalla mattina fino al tramonto. La Valle è lunare e si può fare anche sandboarding. Rinunciamo al Salar de Atacama e ai Geyser di Atacama, il primo perchè vedremo quello più bello di Uyuny, ed ogni cosa costa un bel po’, i secondi perchè per i geyser bisogna svegliarsi alle 4 del mattino e stare a -15 per un bel po’, tipo due ore, e per la bimba non era proprio un’opportunità! Dopo molti dubbi e giorni passati ad acclimatarci, (portatevi un collirio che lì tra luce e polvere gli occhi sono i primi a partire) partiamo il 19 agosto per la Bolivia con Jesus che ci porta al confine.Tutte le agenzie fan così: c’è un cileno che porta fino alla frontiera della Bolivia consegnando le persone alla guida del Salar boliviana.
Jesus ci porta da Carlos, fantastica guida, e con lui iniziamo l’avventura.
La Estrella del Sur sembra un’agenzia familiare e son tutti fratelli. Il Salar è talmente bello che non si può raccontare. Le lagune verde(c’è l’arsenico), bianca e colorada(piena di fenicotteri meravigliosi), i geyser, e la bettola dove dormiamo, ogni cosa insostituibile. La prima notte dormiamo a 4200 metri, fa un freddo barbino e siamo costretti a dormire con tutto quello che abbiamo e sei coperte delle loro sul saccapelo che fanno un peso irragionevole.
Serve anche il cappello la notte. Ma i cieli stellati ripagano la fatica e il freddo, pare d’essere immersi in una calotta di stelle, a Firenze le stelle non esistono più.
Secondo giorno nel salar è di spostamento per arrivare all’Hotel del Sal, un Hotel fatto solo di sale, e lì dormiamo la seconda notte a 3600 metri, passiamo lungo la strada da un albero di pietra, che non è altro che una pietra vulcanica erosa dal vento a forma di albero, meraviglioso. Poi fenicotteri, lama, viscacce, guanaco, alpaca, e muschi verdi. Siamo storditi da tanta bellezza, con i vulcani intorno e questo altipiano a 4000 metri che pare d’essere in pianura.
Dormiamo all’Hotel del Sal e la mattina è per Incahuasi, la casa degli Jnka, ovvero un’isola di cactus di 1200 anni persa nel mezzo del salar e prima il salar era mare , l’isola una grotta, la grotta una casa e gli Jnka ci vivevano pescando all’isla del pescado poco lontano da lì, raggiungibile ai tempi in canoa.
Incahuasi è una bellezza così grande che fa commmuovere alla vista, non ci sarà foto poi che potrà dimostrare la sua bellezza e il ricordo nitido e completo di un posto unico al mondo.
Il nostro viaggio nel salar sta per terminare, mancano poche visite, le foto agli esagoni formati dal vento sul sale, i buchi che lo spostamentoi della terra fa nel sale facendo vedere l’ acqua e il sale cristallizzato sotto. Sembrava di essere sul pack.
Il cimitero dei treni ad Uyuny, un altro posto assurdo e solitario, dove treni di un’altra epoca giacciono fermi tra il deserto e il cielo azzurro.
Aver avuto tempo e possibilità di decisione saremmo rimasti un giorno in più all’hotel del Sal, girato li intorno tra sale e montagne di cactus, perchè rapisce il panorama per la sua bellezza e coglie una nostalgia tremenda a lasciare quel posto, quella distesa bianca che non puoi guardare senza occhiali, quell’altipiano disperso nel nulla tra fenicotteri e puebli dispersi e sconosciuti al nostro mondo.
Uyuny, 21 agosto, abbastanza distrutti cerchiamo un hotel, senza speranze dovendo ripiegare su qualcosa di costoso, 60 dollari per un po’ d’acqua calda e una stanza decente, ma brutta, el Girasol, di nuova costruzione, le camere interne sono angoscianti perchè sotto una specie di serra, le altre in fondo al cortile migliori. Non in qualità, ma dopo tre giorni all’aria, a 4000 metri, nei posti più remoti della terra, abituati al vento in faccia trovarsi in una serra è fastidioso.
La colazione a buffet compresa nel prezzo è orrenda. La mattina ripartiamo, a posteriori ci dispiacerà non aver dedicato un giorno in più ad Uyuny che ha il fascino di una città remota.
Partiamo con i primi mezzi Boliviani, l’11 de Julio ci porterà a Potosì, viaggiamo con il pullman della mattina, partenza alle 10 che arriverà alle 17, mentre ce ne è un altro il pomeriggio alle 18 che arriva alle 2 di notte, la gente rimane a dormire sul pulman e poi scende la mattina.
La strada è realmente molto bella, il bus primitivo, ma niente di meglio concedeva il mercato, arriviamo e questa è già buona cosa. Potosì è a 4000m e molti accusano il mal di montagna. Andiamo a dormire allìHostal di Jesus che è un vecchio convento carmelitano a buon mercato, con acqua calda e colazione tremenda. Non è brutto ma il freddo che fa in quelle stanze è peggiore del freddo che fa fuori quando cala la sera.
Potosì è carina, si compra molto bene e a buon mercato cose veramente belle che in altre parti non si trovano. Noi siamo sempre andati in negozi fair trade che è il commercio equo e solidale. La roba è bella e viene sempre spiegato di che materiale è, possono essere di lama, ovecha (pecora) o alpaca (migliore per morbidezza) o miste. Sulla lonely sono segnalati tutti questi negozi e camminando per le strade ne troverete altri. Il mercato di Potosì ha prezzi buoni. Non siamo andati alle miniere con la bambina non era il caso, ma da lì organizzano tutte queste gite. La città si gira benissimo anche in taxi che hanno prezzi veramente economici a persona (tipo 30 centesimi di euro) ovunque vai in città.
Dopo due giorni a Potosì in taxi, 3 ore e mezzo, raggiungiamo Sucre, e L’Hostal los Pinos, un po’ lontano dal centro ma con un giardino verde intorno.
Anche lì è molto economico girare in taxi, mi pare sia sempre un euro o qualcosa meno, anche a Sucre ci sono negozi fair trade e un museo di arte textil che vendono e mostrano tessuti molto belli, ponchi, coperte, etc..
Sucre ha l’aria molto occidentale, pulita, piena di ristoranti carini. Non ci fermiamo tanto un giorno e poi kama per La Paz e da lì direzione lago Titicaca.
Siamo il 25 di agosto, viaggeremo di notte, nonostante la guida lo sconsigli, perchè dice che i guidatori boliviani per tenersi svegli bevono. La differenza dei Kama tra Cile e Bolivia è enorme. L’autobus non è molto spazioso, le gambe soffrono, ma più che altro è il freddo che patiremo quella notte, un freddo pazzesco da non sapere come fare a farselo passare. Inoltre l’autobus partito da Sucre con destinazione La Paz fa la prima sosta a Potosì, e nonostante avesse il bagno a bordo, assolutamente schifoso, l’autista grida alla sosta di scendere per chi vuole fare pipì. Vari coraggiosi lo prendono alla lettera tra cui Fili, e l’autista a questo numero di boliviani più Fili gli indica di andare ad espellere il proprio bisogno su un muro di una casa un po’ distante, a Fili pareva strano ma va, pur di non usare il cesso a bordo. Lì un finto poliziotto, che lui non sapeva finto, lo ferma, gli dice che non deve fare pipì lì, gli chiede il passaporto e di fargli vedere i soldi, perchè nè girano molti falsi. Uno accanto a Fili glieli fa vedere, probabilmente da’accordo con il finto poliziotto, Fili reagsice, (era buio ed io non sapevo neanche dov’era) gli strappa il passaporto suo dalle mani del poliziotto, s’incavola e chiama l’autista, riesce a spuntarla ma la paura è stata tanta, morale attenti ai falsi poliziotti sembra che in Bolivia ne girino veramente tanti.
Arriviamo a La Paz la mattina è ancora buio, il terminal de buses è molto grande e fornito, ci riscaldiamo con una colazione in un bar fatiscente e poi di nuovo su un bus direzione TiTicaca, Copacabana.
Arriviamo a Copacabana che è brutta brutta, palazzoni e questo lago invivibile, per fortuna alloggiamo in un posto bellissimo, un po’ più sù rispetto al paese, La Cupola, cota 32 dollari la suite ma è da provare, una bellissima casa di legno soppalcata con vetrata vista mare, eccezionale, amache e tavolini dove riposarsi. Il ristorante abbastanza buono, ma non prendete la pasta arriva scotta dopo 10 ore di attesa. Colazione non compresa ma buona e non eccessivamente cara. Copacabana è un posto un po’ da fricchettoni che vendono collanine lungo il viale al lago e molta roba boliviana che costa più che in altri posti. L’Isla del sol è raggiungibile da lì, ma noi non abbiamo fatto questa fatica, da racconti di altri italiani ti buttano in un barcone stipato all’inverosimile, poi ti lasciano sull’ isla, che è bella ma brulla e molto simile alla Sardegna, dormi una notte lì e poi via. Magari è un bel posto dove rilassarsi ma il Lago a noi ci ha stressato abbiamo bisogno d’altro, prima pensiamo di andarci a vedere le isole flottanti da Puno sempre sul Titicaca, ma dal Perù poi pensiamo a Coroipò e la strada più pericolosa del mondo, poi causa malaria al di sotto dei 2500 e pericoli vari decidiamo di buttarci nell’avventura Macchu Picchu e Cuzco. Prendiamo un autobus da Copacabana, pensando di fermarci a Puno, Panamericano la compagnia, passiamo la frontiera, non perdete mai i fogliettini che allegano al passaporto in tutti questi stati dell’America Latina, sennò siete rovinati, come tre canadesi che per passare la frontiera non avendo più il foglio di entrata da un confine all’altro hanno dovuto cedere alla corruzione e pagare non so quanti dollari per non firmare un foglio bianco.
Arriviamo a Puno senza grossi problemi, lì, nonostante l’hotel prenotato decidiamo di non fermarci e proseguire subito per Cuzco, un panino al volo(da vomitare) e un kama, Ormeno, la miglior compagnia assolutamente consigliata dalla Lonely.
Noi la sconsigliamo, a parte il nostro viaggio, ne abbiamo sentite tante di questa compagnia, probabilmente è un po’ alla frutta. Subito dopo aver acquistato il biglietto, pagandolo caro almeno il doppio delle altre compagnie che andavano a Cuzco, scopriamo che ci hanno imbrogliati perchè l’autobus è rotto a Juliaca, una città del Perù, e probabilmente non ce la fa a ripartire, ci dirottano su un altro autobus, che costava la metà e cigola tantissimo per poi darci la possibilità a Juliaca di cambiare o proseguire. Noi decidiamo come gli altri di cambiare ma a Juliaca è buio, la città è polverosa e piena di risciò, tuc tuc, taxi bicicletta, bambini, donne e uomini in mezzo alla strada. Un autobus ci scarica l’altro non apre le sue porte mollandoci in mezzo alla strada con i bagagli, la figliola, il passeggino. Tentano allora di derubarmi, a me con il sistema:- scusi le è cascato questo?- io con figliola in braccio, un sacco sulle spalle, due sacchi ai piedi mi giro e mi fregano il sacco, urlo fortissimo, li becco e mi vado a riprendere il sacco in mezzo alla strada e impreco. Fanno una specie di staffetta, uno ti distrae, uno lo prende, poi lo passa ad un altro, fino a che non lo vedi più. Mi hanno detto che a volte per distrarti ti buttano un bicchiere d’acqua negli occhi o peggio ancora ti sputano nel viso. Be careful!!!! Arriviamo a Cuzco con 5 ore di ritardo in piena notte senza un posto dove dormire e con tutto occupato. La città è bellissima e troviamo come in sogno un posto magico che vi raccomando vivamente : La Piccola Locanda, che è gestita da Matteo e Camila, lui Italiano lei di Lima, hanno anche il sito, www.Piccolalocanda.Com, il posto è bellissimo, le stanze pulite, ordinate, il prezzo giusto, 35 dollari stanza con bagno, 25 dollari stanza con bagno diviso. I bagni pulitissimi, possibilità di usare internet, la colazione fantastica e ricchissima, in più loro pensano a tour etici nella valle sacra e gestiscono aiutando economicamente dei progetti di casa famiglia per ragazzi con problemi. Una percentuale del ricavato del loro albergo va per queste cose. Nella hall poi c’è una cesta e una lista di cose che servono per ragazzi, tutti possiamo contribuire. Ora hanno aperto anche un risorante gestito da loro amici, molto comodo perchè all’interno dell’hotel. Dove fare due chiacchere, conoscere amici, i prezzi del ristorante sono un po’ alti per il menu fisso ma una parte va sempre per i progetti coi ragazzi.
Questo posto sembra un posto magico davvero, Matteo e Camila sono veramente ospitali e simpatici. Noi siamo stati una settimana tra un MacchuPicchu e l’altro perchè puoi lasciare lì la roba quando vai ad Aguas caliente e loro te la custodiscono finchè non torni. Si parla italiano e sono disponibilissimi. Un posto da provare.
Da Cuzco abbiamo prenotato con le nostre forze e facendo un po’ di coda il fantasmatico treno poer il Macchu Picchu, che arriva a Aguas caliente ad un modico prezzo di 68 dollari il backpaker, e 105 dollari il vistadome, i prezzi sono a persona e sono comprensivi di andata e ritorno, i treni partono da Cuzco o da città della valle Sacra come Ollantaytambo, di solito conviene dormire una notte ad Aguas caliente, paesino un po’ bruttino con grossi palazzoni alle pendici dei monti che portano al Macchu. Molto turistico e caro.
Il Macchu costa 36 dollari, 118 soles, a testa, la bambina a 3 anni non paga. L’autobus per andare su e tornare giù, 12 dollari. Portatevi acqua a volontà perchè all’entrata del MAcchu la vendono ma costa tanto tanto. Il Macchu è talmente bello che non puoi non andarci di nuovo il giorno seguente, e il Waynapicchu è la montagna che lo protegge dall’alto. Per salirci bisogna fare check in e check out e ci vuole un’oretta a salire meno a scendere. Ma una volta su è veramente liberatorio. Andateci. Fanno salire 400 persone al giorno e si sale solo fino all’una poi chiudono i battenti, anche se il sito rimane aperto fino alle cinque. Il Macchu è bellissimo, fate il biglietto giù ad Aguas Caliente perchè sù rompono le scatole, dicono che non li hanno. Visto quanto costa l’autobus non si può rischiare. Il treno è tremendo, il backpacker è a posti di 4 talmente vicini che le ginocchia si devono per forza toccare, e sinceramente è fastidioso dover incrociare le ginocchia col giapponese o l’americano vitaminizzato che hai di fronte, mentre il vistadome che costa di più da la possibilità di stare due a due senza ginocchia di fronte, ma non conviene di prezzo, uno casomai prega di avere un giapponese( più piccolo ) di fronte e entra due volte al Macchu con gli stessi soldi che darebbe per il vistadome. Cuzco è molto bellina, sono particolari le cuzchene, le madonne che dipingono su tela gli artigiani del luogo, è bello San Blas, le chiese e il museo di arte textil. Ci sono negozi molto belli, tipo la Casa Andina che è commercio equo ed ha un negozio anche a Ollantayambo e vari mercatini che però sono in numero talmente grosso che dopo un po’ ti nauseano. I prezzi sono molto migliori quelli boliviani, senza paragone, ma non si riesce comunque a resistere nemmeno lì.
Per visitare la valle sacra si può fare un tour etico con la Piccola Locanda, ma purtroppo mentre eravamo noi la non abbiamo trovato posto, oppure con un fai da te affittando un taxi a 35 dollari che ti scorrazza todo el dia dove vuoi, e se non sai fa lui, Chinchero è veramente bellina e esiste un biglietto da 40 soles (12 dollari)che permette di vedere 4 rovine, ed uno di 70 soles(21 dollari) che permette di vedere più rovine, a noi è bastato quello da 40, in un giorno non ce la fai a vederne di più. Abbiamo visto Chinchero, Ollantayambo, Pisaq da lontano, le saline e Moray. A Pisaq il martedi, giovedi e domenica è giorno di mercato.
Tutti bei posti.
Siamo alla fine del viaggio, torniamo a La Paz il 4 settembre in un viaggio di notte su un autobus osceno, con un freddo pazzesco, freddo freddo, ci perdiamo a Desaguadero perchè la dogana, frontiera non è ben visibile, torniamo in Bolivia. A La Paz dedichiamo solo un giorno e mezzo, odiamo le città caotiche e piene di smog.
Prenotiamo all’Hotel Rosario 47 dollari per dormine con desayuno. Hotel pulito e centrale, accanto al mercato raggiungibile a piedi. Il ristorante dell’hotel è molto buono. La città un caos statene lontani. I taxi tremendi e sulla strada è come nella vita vige la legge del più forte, allora tutti a suonare imprecare fare peli alle altre macchine o autobus, un delirio.
Il mercato caratteristico, con i feti di lama imbalsamati, uno schifo. Per comprare le ultime cose che son sfuggite La Paz è conveniente, anche se Sucre e Potosì per gli acquisti di alpaca sono le migliori.
Ripartiamo, la tassa di volo da pagare alla Bolivia è 25 dollari a testa che vogliono solo cash, quindi ricordatevelo.
é stato un viaggio bellissimo e Margò è stata bravissima, lo consigliamo a chi a figli e voglia di avventura, si può fare. Anche il Salar che noi credevamo più complicato con le dovute precauzioni si può fare. Se potete evitate le città e state più nel verde, tornando indietro ci sarebbe piaciuto il Canyon del Colca in Perù dove si vedono i condor vicinissimi!!!ma sarà per il prossimo viaggio! suerte e ciaoooooooo Silvia, Filippo e Margò
RFipartiamo da Cuzco, il nostro viaggio sta per finire