Cicladimania
Ho riflettuto a lungo su come costruire questo viaggio fra le isole Cicladi. Per un certo periodo ci era balenata l’idea di provare una crociera, pur sapendo che non era il nostro genere di vacanza, sarebbe stato il modo più semplice e meno faticoso, che però, ci avrebbe limitati ad un rapidissimo assaggio di solo un paio di isole.
Dopo aver consultato diari di viaggio e guide turistiche, la mia mente era farcita di mete fantastiche. Seleziona, taglia, riduci, ma le isole da non perdere erano sempre troppe. Con una ventina di giorni a disposizione, alla fine ho giudicato irrinunciabili: Mykonos, Naxos, Donoussa, Ios, Santorini e poi dovendo rientrare da Atene, perchè non fermarsi a Milos visto che rimane sulla direttrice?
Sei isole in 18 giorni, sono di certo un pò tantine, ma considerando che con una crociera, saremmo rimasti sulla terraferma solo per una manciata d’ore, potrebbero sembrare fattibili. E poi, mi vorranno scusare i miei amici amanti della Grecia, ma il mondo è tanto grande, la vita così breve e le risorse limitate, che non potremo permetterci di tornare da queste parti un’altra volta, almeno crediamo…
Così, nel giro di un giorno e mezzo, passiamo dai bagnati campi sportivi di Stoccarda, dove nostro figlio Simone di 11 anni partecipava ad un torneo di calcio, alle assolate spiagge di Mykonos, sostando a casa nostra a Firenze, giusto il tempo per cambiare le valige, sbrigare le ultime faccende burocratiche, e…… dimenticare il mio passaporto nella fotocopiatrice……Fortuna che partivamo da Peretola! Sono riuscito a riprenderlo in tempo, ma al check-in mi si è ghiacciato il sangue…..
La circolazione è ripresa regolare non appena l’airbus della Vueling si è alzato in volo, con noi a bordo, alle 19:00 di MARTEDI 1 LUGLIO, e altrettanto puntuale è atterrato a Mykonos, dove con nostro stupore non c’era ad accoglierci, ne il Meltemi, ne lo shuttle dell’Ibiscus villas. Quest’ultimo è arrivato dopo poco, il vento il mattino successivo.
L’Ibiscus, è situato a circa un chilometro e mezzo dal centro. Avevamo prenotato solo due notti e ci hanno sistemato in una delle camere peggiori, onestamente lasciava un pò a desiderare.
Per il giorno seguente, MERCOLEDI 2 LUGLIO, abbiamo noleggiato una pandina, con cui siamo partiti alla scoperta dell’isola. Prima siamo andati a dare una sbirciatina ad alcune delle più famose spiagge, come Super Paradise, Agrari, Kalo Liviadi, Kalafati, tutte bellissime e con acqua stupenda, ma un pò troppo “attrezzate” per i nostri gusti, così abbiamo proseguito fino a Lia, bella come le altre ma un pò più libera da ombrelloni e lettini. Nel pomeriggio siamo scesi al porto di Mykonos, decisi ad acquistare i biglietti per tutti i nostri trasferimenti dei prossimi giorni. Anche la signorina, dell’agenzia, è rimasta allibita quando le elencavo le nostre tappe, e alla fine soddisfatta, ha incassato 603 €.
Per l’ultimo bagno a Mykonos, abbiamo puntato su Agios Sostis, molto carina e anche se a nord, abbastanza riparata dalle onde provocate dal Meltemi. Alla sera ci siamo immersi nell’atmosfera caratteristica dell’isola, girovagando tra le bianche case del paese, in un groviglio di vicoli pieni di colori, di gente e di negozietti carini. Naturalmente abbiamo incontrato il famoso pellicano, che circondato da una piccola folla e da un gatto curioso, era intento a pulirsi le piume. Il tempo di godersi il tramonto dall’altura dei vecchi mulini a vento e siamo a cena da Marko Polo, una delle tante taverne con specialità greche, dove si mangia bene e si spende il giusto.
GIOVEDI 3 LUGLIO è già tempo di cambiare isola, dall’hotel ci accompagnano al porto, dove alle 11.10 partiamo puntuali per Naxos. Qui in taxi (12€), raggiungiamo Agios Prokopios, dove abbiamo prenotato due notti al piccolo ma simpatico hotel Panoramic view. Il nostro appartamento è molto carino, al piano terra con una veranda bordata da un bellissimo bouganville e con un ottima vista sul mare, che è di un tale azzurro invitante, che di lì a poco, siamo già in acqua. Siamo nella parte finale della spiaggia, anche qui soffia un forte Meltemi, ma alle spalle, quindi il mare è calmo e limpido. La spiaggia è poco affollata in questa stagione, si sta bene. Per raggiungere il paesino di Agios Prokopios, si percorre a piedi una strada bianca, tra il mare e gli stagni e in dieci minuti ci siamo. Non fatichiamo troppo per trovare un autonoleggio, ce ne sono tre che si fanno concorrenza, alla fine optiamo per Bilas che per 60€, ci offre una spaziosa Kia Rio per due giorni. Poi da Nikos sul lungomare, ci gustiamo un’altra buona cena greca.
VENERDI 4 LUGLIO, di buonora, partiamo alla scoperta delle rinomate spiagge della costa sud-ovest di Naxos. Passiamo prima da Agia Anna ed il suo animato centro, proseguiamo poi lungo la strada sterrata che fiancheggia la lunga e deserta lingua di sabbia di Plaka, il mare è di un azzurrino assai invitante, ma noi continuiamo su una piacevole strada semideserta, in direzione sud, fino a giungere ad Aliko. Qui si aprono alcune piccole baie riparate che ci fanno vacillare sulla nostra idea di proseguire verso Agiassos. In effetti, ci siamo quasi, dopo poche curve, scoviamo una minuscola insenatura di ghiaia a sabbia tutta per noi a poche centinaia di metri dall’ampio bianco arenile di Agiassos. Ci godiamo per tutta la mattina la solitudine e la tranquillità di questo luogo. Nel pomeriggio ci muoviamo verso i paesi dell’interno. Filoti, alle pendici del monte Zeus, a quasi 500 metri d’altitudine, si presenta come una moltitudine di casette bianche. Nella bella piazza principale, piena di tavolini all’ombra di un gigantesco platano, ci gustiamo crepes e frappè, poi gironzoliamo tra scalinate e piccoli vicoli, in cui si aggira una moltitudine di gatti assonnati. A breve distanza, c’è una sorgente, da cui parte un sentiero che in poco tempo porterebbe ad una grotta e poi fino ai mille metri sulla cima del monte. Io sarei tentato, ma i miei compagni di viaggio (moglie e figlioli), non ci pensano proprio, per cui…
SABATO 5 LUGLIO, carichiamo al limite il comodo bagagliaio della Kia Rio e di prima mattina lasciamo l’hotel. Stasera alle 23:00 ci imbarcheremo per la piccola isola di Donoussa, quindi abbiamo il tempo per fare un bel giro di Naxos. Puntiamo subito verso est, ripassando forzatamente per Filoti e poi proseguendo per l’isolata Danakos. Da qui, una strada sterrata, segue piuttosto lineare il corso secco di un torrente, ed in breve sfocia sulla costa orientale. Puntiamo a sud, la strada è piacevole, veloce e deserta. Rapidamente arriviamo a Panormos. Una baia stretta e profonda, mantiene il mare calmo, ideale per una nuotata rilassante. Un filare di palme, fa da cornice alla piccola spiaggia sabbiosa, dietro cui sono disseminate una decina di abitazioni e una taverna. L’atmosfera è tranquillissima, anche perchè qui la strada termina. Noi ritorniamo verso nord fino a Moutsouna, dove un paio di taverne sul porticciolo, fanno bella mostra del pesce di giornata, mentre un gruppo di ragazzini, si diverte tra le onde. E’ ancora presto per mangiare, così risaliamo verso le montagne fino ad Apeiranthos, un simpatico e lindo paesino, a cui si accede tramite ripide scalinate dipinte di bianco e azzurro come le case. La piazzetta è circondata da una grande chiesa, da alcuni negozi con pregiati pezzi d’artigianato e da alcune taverne. In una di queste ci accomodiamo per un pranzo leggero. Poi proseguiamo il giro puntando verso nord, attraverso una strada dai tratti scenografici. Ad Apollon assistiamo allo spettacolo di un mare agitato da un forte Meltemi, che infrange le onde sulla scogliera, provocando un turbinio di spruzzi. Poco distante troviamo nella campagna, la famosa statua di Dionisio, che semidistesa com’è, invita i miei bimbi ad usarla come inconsueto scivolo… Da qui la strada prosegue piuttosto tortuosa e alta sulla costa, lambendo la torre veneziana di Agia. Ad Amiti arriviamo in macchina sulla spiaggia, dove constatiamo come sarebbe bella senza questo impetuoso Meltemi! Ci fa anche temere la cancellazione della nave di stasera. Arrivati al porto di Naxos, ci tranquillizzano al riguardo e quindi ci perdiamo tra i bellissimi vicoli della città salendo su fino al Kastro, in parte ancora ben conservato. Nel tardo pomeriggio, c’è poca gente e ce la godiamo veramente. Il vecchio mercato è disseminato di fantastici negozietti e invitanti taverne, ma non ci perdiamo il sole che tramonta dietro la famosa Portara. Dobbiamo riconsegnare l’auto, quindi torniamo ad Agios Prokopios. Il ragazzo che due giorni prima ci ha consegnato l’auto non c’è. La titolare è un’anziana signora che si atteggia a ragazzina. Come da accordi, ci riaccompagna al porto e durante il breve tragitto, constatiamo che è anche un’isterica, pessima guidatrice. Comunque giungiamo sani e salvi pronti per la cena. Con tutti i bagagli al seguito, siamo costretti ad optare per una comoda taverna sul porto, che fra l’altro per soli 6,90€ offre piatti completi e la bevuta.
La grande nave della Blue Stars, è un pò in ritardo e arriviamo a Donoussa nelle piccole Cicladi, all’una di notte, ma ad attenderci, c’è comunque Lukas, il proprietario dei Makares appartments. Questo piccolo complesso, è ai margini del paese, a 100 metri dalla spiaggia. Al nostro ingresso, assaporiamo il profumo di nuovo che ci conferma la recentissima apertura. Siamo addirittura i primi a dormire in questo grande appartamento, su due piani, in stile cicladico, e con tutti i confort. Abbiamo due bagni, due terrazzi e una bella veranda sul mare. Sogni d’oro.
DOMENICA 6 LUGLIO, con un sentiero, in un quarto d’ora raggiungiamo la spiaggia di Kedros, un’incantevole piccola baia, con sabbia chiara, acqua celestiale e nudisti a volontà. Nella campagna alle spalle infatti, c’è un campeggio libero, per una vacanza a totale contatto con la natura. Non che ci sia un grande affollamento, ma la immaginavo ancor più solitaria.
Il pomeriggio lo passiamo a rilassarci sulla spiaggia del paese, anche qui un bel mare e comunque spazio per i bimbi che vogliono giocare a pallone. Ceniamo da Capitan George, sopra il porto per una onesta cucina greca.
LUNEDI 7 LUGLIO. Stamattina parto a piedi da solo, di buon ora, per il giro completo dell’isola. Dalla vicina spiaggia di Kedros, un bel sentiero, si snoda lungo la costa, rivelando ad ogni curva, minuscole calette rocciose con acque verdeggianti. Camminando tra piccoli cespugli di macchia mediterranea, giungo alla solitaria spiaggia ciottolosa di Windmill. Un luogo selvaggio ed intatto, a parte i resti di un antico mulino sul promontorio alla destra. Impossibile resistere ad un tuffo in un mare così! Da qui il sentiero è un pò da inventarsi, comunque seguendo la costa, riesco ad arrivare a Liviadi, un’idilliaca falce di sabbia bianca fra due promontori rocciosi e un mare splendido. Anche qui come a Kedros, niente taverne o lettini, anche il costume è un optional per pochi! Un sentiero sale ripido, di tanto in tanto mi fermo a riposare e la vista sempre più panoramica e stupefacente invita a prendersela con calma. Un gregge di capre mi accoglie all’ingresso del minuscolo paese di Mersini, dove vecchi allevatori si lasciano fotografare volentieri. Questo posto è “famoso” per una taverna che stasera vorremmo provare. Io proseguo il mio giro lasciando la costa sud dell’isola e percorro un tratto dell’unica strada asfaltata di dodici chilometri, che collega il porto con Mersini e da qui con Kalotaritsa. Soffia un furioso Meltemi e in questo tratto me lo prendo tutto contro. Sulla destra sotto di me, ammiro una minuscola caletta e non resisto all’idea di raggiungerla, così mi tramuto in uomo-capra e scendo tra rocce e cespugli pungenti, fino a quella che sembra una baia del naufragio di Zante in miniatura. Deliziosa e riparata. Qualche altro minuto di cammino e sono a Kalotaritsa. Alcune casette sparpagliate, una chiesetta, una taverna e tre spiagge solitarie, chiuse in un’ampia baia. Ognuna di queste meriterebbe una sosta, ma ho il tempo per un unico bagno rinfrescante. Qui termina la strada asfaltata. Per tornare al porto di Stavros, ci sono due possibilità: aspettare il bussino che parte ad orari regolari ma radi, oppure continuare il giro dell’isola con un sentiero. Naturalmente evito l’autobus e mi inerpico su questa unica via che rapidamente sale, regalando una bella vista sulla baia. Una volta scollinato, ridiscende verso il porto sottoforma di una mulattiera. Con delle soste fotografiche e un paio di bagni, ho impiegato 5-6 ore, comunque sono arrivato in tempo per una pastasciutta al dente sulla veranda di casa. Pomeriggio di meritato relax in spiaggia.
La sera, stavolta col bus, andiamo a mangiare alla rinomata taverna Mihali a Mersini, dove ci sono un sacco di specialità, tra cui squisiti grossi fagioli fritti, una specie di mussaka con dell’ottima carne di capra e un’eccellente frittura di pesce. Tutto delizioso, ma il servizio un pò lento, ci fa preoccupare, perchè si avvicina l’ora dell’ultima corsa del bus. Ma l’autista che nel frattempo è rimasto nel locale a scolarsi un bel pò di vino, ci tranquillizza. Farà una corsa extra per tornare a prenderci! Non so dove possano ancora accadere queste cose se non in Grecia!
MARTEDI 8 LUGLIO, alle 7:50 del mattino con gran puntualità, lasciamo Donoussa col traghetto della Blue Stars. In poco più di un’ora siamo a Naxos, dove sul porto attendiamo la coincidenza per Ios. Qui giungiamo sull’ora di pranzo, giusto in tempo per un pasto veloce in uno dei tanti locali sul porto. Proprio accanto a questo, c’è Rent car, dove ci accordiamo al volo per una Toyota Yaris: 3 giorni 100€. Il titolare si raccomanda di non percorrere strade bianche e sapendo che siamo diretti a Manganari, ci suggerisce di fare subito provviste, perchè laggiù non troveremo niente. Mentre firmo il contrattino, ci caricano anche i bagagli, così non ci rendiamo conto che un trolley, è rimasto tra i tavoli del ristorante. Naturalmente ce ne accorgiamo quando, arrivati a destinazione, scarichiamo l’auto. Poco male, perchè i 28 chilometri fra il porto e Manganari, sono spettacolari, sia come panorami, che come percorso stradale. In un paio di punti, ricorda i tratti di due famosi circuiti di formula uno, e oltretutto non incrociamo quasi nessuno. Divertimento puro per gli appassionati di guida! Comunque, è stato un bel sollievo, scovare la nostra valigetta, proprio accanto alla sedia, dove l’avevamo lasciata un paio d’ore prima….
Ios è un’isola double face: la Chora e la sottostante spiaggia di Mylopotas, tutta vita, tanta gente, notti movimentate. Tutto il resto dell’isola invece, è praticamente disabitato, con tante spiagge grandi e piccole, quasi tutte sabbiose e piacevolmente deserte. A Manganari, nel sud, dove alloggiamo all’ Helena’s rooms in una baiadera con una grande veranda vista mare, ci sono quattro spiagge, due delle quali molto ampie, dove i nostri pargoli possono tranquillamente disegnarsi un campo di calcio, altre due rimangono un pò più appartate sulla destra, superati alcuni scogli e sono molto più piccole.
MERCOLEDI 9 LUGLIO. Nonostante che da tutto il resto dell’isola, la maggior parte dei vacanzieri, venga almeno una volta a Manganari, noi lasciamo questo luogo meraviglioso per scoprire un’altra spiaggia sulla costa nord-est: Agia Theodoti. Bella, poco frequentata e con acqua pulitissima. Tornando a Manganari, poco prima di una biforcazione, sulla sinistra accanto ad una bianca chiesina, notiamo un sentiero che porta ad una bella e invitante caletta, così nel pomeriggio ci andiamo e scopriamo che poco oltre, aggirando una recinzione arrugginita, si accede ad un’altra: una mezzaluna di soli 50 metri, intatta, con acqua cristallina, mare fermo, e una bella villa in stile cicladico alle spalle come coreografia. Eccezionale!
La sera si cena da Christos, la taverna posta all’inizio della prima spiaggia di Manganari. Non male. Dalla veranda in lontananza guardando verso il mare, si scorgono le luci di Oia a Santorini, la nostra prossima isola.
GIOVEDI 10 LUGLIO. Stamattina ci godiamo la grande baia di Manganari, tra nuotate e pagaiate in kayak, con approdi alla Robinson Crusoe, sulle due più piccole spiagge deserte. Nel pomeriggio, disattendendo le raccomandazioni di Rent Car, portiamo la Yaris sulla strada dissestata per Kalamos, infondo è o non è una Toyota?! La spiaggia di un chilometro, è divisa da uno scoglio proteso verso il mare, sul quale è facile salire per fare della belle foto e da cui notiamo che ci siamo solo noi e altre due coppie. Da qui, potrei avventurarmi per sentieri, verso nord o verso sud alla ricerca di altri angoli incontaminati, ma si vede che l’età comincia a farsi sentire e mi accontento di una tranquilla nuotata in queste limpide acque.
In serata andiamo a visitare la Chora di Ios, una delle più belle delle Cicladi. Le bianche casette, addobbano, quasi come un albero di natale, il fianco di una piccola collina. I vicoli si inerpicano verso la cima, dominata da quattro chiesette posizionate a scaletta. Quassù al tramonto si raduna, una piccola ordinata folla, per assistere allo spettacolo del sole che colora di arancio la baia e i suoi isolotti. Tornando verso Manganari alle undici di sera, sui 28 chilometri di strada, non abbiamo incrociato una macchina, ma dietro una curva nel buio assoluto, ci siamo trovati davanti un’intero gregge di pecore addormentate sull’asfalto! Fortuna che per una volta andavo piano! C’è voluto un pò per farle svegliare e soprattutto per farle spostare, ma piano, piano siamo riusciti a passare.
VENERDI 11 LUGLIO, lasciamo la comoda casetta di Manganari e percorriamo per l’ultima volta la meravigliosa strada per il porto, ma prima passiamo a dare un’occhiata alla spiaggia di Mylopotas, per noi troppo attrezzata e assediata da taverne e chioschi, anche se la mattina è un pò assonnata e si presenta ancora vivibile. Lasciamo l’auto e ci imbarchiamo sul mega catamarano Hightspeed6, che in quaranta minuti ci porta a Santorini. La scogliera ci circonda e ci sovrasta, facendoci largo tra la folla, scorgiamo il pulmino del Babis hotel. Il primo impatto ci sconvolge, ma non ci sorprende più di tanto, d’altronde Santorini è una delle Isole più “battute” della Grecia! La fila di pullman che si arrampicano su per i tornanti, fino sopra la caldera è impressionante. Nel pomeriggio, ci rilassiamo nella piscina dell’hotel che si trova a Karterados, un chilometro da Fira e che per 60€ al giorno, ci offre anche la navetta per la città. Così la sera passeggiamo lungo le viuzze caratteristiche di questo paese, affacciato su uno dei punti più alti della scogliera di Santorini. Alcune viste sono belle da mozzare il fiato. Come consigliato da un’amica di Maldigrecia, ceniamo bene al Parea e dato che oggi è anche il compleanno di Simone, ci rimpinziamo di dolcini tipici, in un altro vivace locale.
SABATO 12 LUGLIO. Direttamente tramite l’hotel, abbiamo prenotato un’ auto, e puntuale alle 8:00 del mattino, ci viene consegnata una Toyota Aygo per 30€. Dopo una discreta colazione compresa nel prezzo della camera, ci mettiamo sulle strade di Santorini, constatando come siano tutte molto trafficate rispetto agli standard greci. Sulla nera spiaggia di Perissa, passiamo qualche ora a crogiolarci al sole, proprio davanti alla chiesa del paese. Qui il litorale è quasi tutto attrezzato, ma troviamo comunque posto libero per i nostri asciugamani e anche l’auto la parcheggiamo sul lungomare addirittura all’ombra. Per pranzo, ci fermiamo nei pressi della famosa Red beach, molto fotografata, ma diciamo solo che abbiamo visto di meglio! Dato che qui il mare è molto mosso, preferiamo salire sul promontorio che separa Perissa da Kamari, percorrendo una stretta e tortuosa stradina. Sulla cima, si trova anche il sito archeologico dell’antica Thira. Noi ci accontentiamo del fantastico panorama, poi scendiamo a Kamari e parcheggiamo proprio sotto la collina. L’acqua è pulita, anche se non limpidissima, dagli scogli sulla destra, ci sono dei punti da cui cimentarsi in arditi tuffi.
E’ l’ultima nostra sera a Santorini, perciò andiamo ad Oia, dove troviamo un bel pò di gente ad attendere il tramonto. Sicuramente i villaggi affacciati sulla caldera, sono l’aspetto migliore di quest’isola. I panorami sono veramente unici, da cartolina. Un intrico di vicoletti, bianche scalinate, celesti cupole di piccole chiese, si stagliano su un mare blu cobalto, chiuso dalle isole di Thirasia, Nea kameni e Aspro. Farsi largo tra la folla per raggiungere il punto migliore da cui fotografare il tramonto, non è impresa facile. Alla fine, quando il sole finisce in acqua, scatta addirittura l’applauso collettivo, mah!…..Prima che la fila di gente, riesca a mettersi in movimento passano diversi minuti, anche perchè, dal lato opposto, è sorta una bella luna piena, che inchioda un’altra schiera di fotografi. Pure sulla strada del ritorno, in auto, ci facciamo un pò di coda. Certo Santorini è Santorini, unica!
DOMENICA 13 LUGLIO. Da alcuni giorni ormai, non soffia più il Meltemi, ma soltanto un leggero vento da ovest, una bella fortuna visto che stamattina, abbiamo il trasferimento all’isola di Milos con il piccolo catamarano della Sea Jet, che nei giorni passati ha subito parecchie cancellazioni. Effettivamente anche in queste condizioni di mare quasi ideali, si balla abbastanza e arriviamo a destinazione con oltre un’ora di ritardo. A Milos, abbiamo prenotato un appartamento da Giourgas, che ne possiede una decina vicino a Provatas, sulla costa centro-sud dell’isola, a picco sulla piccola caletta di Agios Sostis. Al porto troviamo ad accoglierci un italiano che da sette anni è qui, ma non sa darci grandi consigli sull’isola, mah!……Comunque in compenso, la sistemazione è davvero ottima. L’abbiamo fortemente voluto questo appartamento, il numero 10. 116€ al giorno non sono pochi in Grecia, ma abbiamo un sacco di spazio esterno a nostro uso esclusivo, con una veranda che domina la spiaggetta sottostante, raggiungibile con 50 metri di sentiero. Il pomeriggio naturalmente ci godiamo la bellezza e la tranquillità del luogo in completa solitudine. Il boss del residence, è un simpatico pensionato greco, che ha pensato di mettere i suoi risparmi a Milos, anche se, dice lui, di non aver fatto un buon investimento, perchè la stagione turistica qui è troppo breve. E’ gentile, ci da un sacco di buone informazioni sui luoghi e sulle gite in barca. Suo figlio è titolare di un autonoleggio, ma non ne ha disponibili. Quindi la sera ci offre un passaggio fino ad Adamas, il villaggio e il porto dell’isola. Qui troviamo una pandina per tre giorni e mezzo a 120€, da Drougas sul lungomare, e quasi accanto, ci accomodiamo ad un tavolo della taverna Flisvos vicino alla TV, per assistere alla finale dei campionati mondiali di calcio. Tra le esultanze di un gruppetto di turisti tedeschi, gustiamo una buona cucina greca ad un buon prezzo.
LUNEDI 14 LUGLIO. Dato che in questi giorni le condizioni del mare, si mantengono buone, ne approfittiamo per fare l’escursione in barca fino a Keleftiko. Sull’isola, ci sono una ventina di imbarcazioni che effettuano gite intorno a Milos, la maggior parte salpano dal porto di Adamas, alcune invece dalla costa sud. Il boss ce ne consiglia una che parte da Kipos, vicinissimo a noi. Con 60€ saliamo tutti e quattro su un bianco peschereccio. Facciamo prima una sosta con tuffi a Gerontas, una piccola baia con acqua celeste e una spiaggetta incontaminata. Poi proseguiamo per Keleftiko, dove per un’ora nuotiamo in un mare turchese, circondati da scogliere bianche, faraglioni, archi, grotte e gallerie di rocce, sempre accompagnati da branchi di pesciolini neri. Alle 14:30 siamo di nuovo a terra, giusto per il pranzo che ci gustiamo nell’unica ma buona taverna di Kipos. Breve passaggio dal nostro comodo alloggio e poi ci spostiamo a nord-est dell’isola. Sull’estremità, nel villaggio di Pollonia, si respira un’aria tranquilla e rilassata. Nei suoi paraggi si trova la profonda insenatura di Papafragas, che però ci lascia abbastanza indifferenti. Quindi raggiungiamo la vicina Sarakiniko, con le sue bianchissime formazioni di calcaree, sagomate in strane forme dal vento e dall’acqua. Ci sono alcuni punti dai quali non possiamo esimerci, dal lanciarci in emozionanti tuffi da discrete altezze, sempre e comunque in tutta sicurezza data la profondità del mare. Dopo una giornata così intensa, ceniamo tranquillamente nella veranda del nostro appartamento, posizionata a strapiombo sul mare.
MARTEDI 15 LUGLIO, come ogni mattina da quando siamo qua, la mia giornata inizia con una bella nuotata solitaria in questa baia, per poi concedermi una sostanziosa colazione, mentre il sole ancora basso, mi asciuga la pelle. Nuotare in queste acque placide è fantastico, non ci sono barche che scorrazzano, meduse in tre anni di Grecia, non ne ho ancora viste, ci sono solo tanti pesci… Lasciamo il nostro paradiso privato e in auto, passiamo da Acharavadolimni e la sua comoda spiaggia bianca ombreggiata dalle tamerici. Proseguendo verso nord, sempre costeggiando il golfo di Adamas, prendiamo una strada sterrata sulla destra. In alcuni tratti, sembra un pò troppo per la pandina, ma fatti quattro o cinque chilometri, arriviamo comunque dove volevamo. Un tratto di costa selvaggio, frastagliato, che racchiude tre o quattro spiaggette, una più bella dell’altra, tutte per noi o quasi, visto che incontro solo un pescatore che mi dice che siamo a Patrikà o qualcosa del genere. Salgo su un piccolo promontorio proteso nel mare. Dalla cima, un giro a 360°, inquadra barche, calette e lingue di terra, incastonate in un mare verde e celeste. Un incanto. In questa solitudine a contatto con la natura, viene proprio voglia di mettersi a nudo. Rientriamo alla nostra casina per pranzare all’ombra della veranda affacciata sul mare. E’ difficile staccarsi da questo posticino, anche perchè la comoda caletta sottostante è quasi sempre solo per noi e ha l’acqua bassa e pulitissima, in cui i pargoli amano sguazzare per ore.
La sera, passiamo in rassegna due caratteristici borghi di pescatori: Firopotamos e Mandrakia. In quest’ultimo carinissimo, rimaniamo pure a cena nell’unica e rinomata taverna, Medoussa. Ottimo il pesce, ma il servizio lascia un pò a desiderare, visto che dopo un paio di richiami, alla fine ce ne andiamo senza aver assaggiato il polpo bollito al vino bianco.
MERCOLEDI 16 LUGLIO, è l’ultimo giorno intero a Milos e abbiamo ancora un bel pò di posti da vedere. Passiamo subito da Agia Kyriaki, una spiaggia parzialmente attrezzata, con sabbia e piccoli sassolini bianchi, che non ci attrae, quindi ci rimettiamo in marcia e attraverso una strada bianca di circa cinque chilometri, seguendo i cartelli per Trachilia, arriviamo a Paliorema. Una mezzaluna di sabbia dorata, incastonata fra scenografiche rocce multicolore, con il verde del mare che ne esalta le sfumature. Alle spalle, una grande miniera abbandonata, si fonde col territorio.
Al pomeriggio facciamo un salto a Firiplaka, che rimane proprio vicina al nostro alloggio. Passeggiando lungo la battigia, passiamo dalla sabbia ai ciottoli, che vanno dal rosso, al giallo, al verde, al viola, al bianco, come del resto l’impressionante scogliera che la sovrasta. Nel mare vicino alla riva, svetta un grande faraglione. Alla spiaggia si giunge tramite una strada polverosa, percorsa anche dai grandi autocarri della vicina cava di perlite. Una biforcazione, conduce all’adiacente Tsigrado, una minuscola caletta circondata da scogliere, cui si accede calandosi con una fune e tramite due scale a pioli. Recentemente, si è verificato un grave incidente e pare che il tutto sia stato rinnovato, ma la discesa è comunque sconsigliata dalle autorità locali, che declinano ogni responsabilità. Comunque il passaggio ci è parso abbastanza facile, veloce e divertente. Fra Tsigrado e Firiplaka, ci sono un paio di insenature rocciose, la cui vista dall’alto incanta per il celeste dell’acqua.
Poco prima del tramonto, scopriamo il minuscolo villaggio di Klima, con una fila di colorate dimore di pescatori a pelo d’acqua. Alcune di queste vengono affittate a caro prezzo ai turisti. Poco sopra sulla collina, c’è il caratteristico paese di Plaka, con i vicoli lastricati, disseminati di tavoli e sedie di una moltitudine di taverne, fra i quali si aggirano i soliti gatti smagriti. Per un classico tramonto da cartolina, si può salire sulla cima della collina, dove immancabili, ci sono un paio di chiesette a dominare l’ingresso della baia.
GIOVEDI 17 LUGLIO. E’ ora di salutare Milos e le isole Cicladi, certamente non prima di un’ultima, lunga nuotata nelle acque prospicenti la nostra casetta. Alle 11:30, partiamo con la nave veloce della Aegean, che su un mare liscio, in quattro ore, ci porta ad Atene, dopo aver fatto scalo anche a Serifos e Sifnos, due isole che reputiamo interessanti da scoprire in un eventuale prossimo viaggio da queste parti. Sbarcati ad Atene, accanto ad un paio di giganteschi “condomini” da crociera, troviamo la banchina colorata del giallo dei taxi in attesa. Ne prendiamo uno. A bordo l’autista, in un inglese essenziale, come del resto il mio, ci parla della mafia e della corruzione galoppante, ad ogni livello che attanaglia la Grecia. Del traffico caotico, ce ne accorgiamo da soli, visto che per districarci dalla zona del Pireo, ci vuole una mezz’ora buona. Per 17€, ci scarica davanti all’hotel prenotato, il Cecil, vicino a piazza Monastiraki (90€ al giorno per due camere comunicanti e colazione). Il tempo di rinfrescarsi, un pò di relax e ci immergiamo nella capitale greca. La zona di Plaka è carina, con i vicoli che sono un susseguirsi di negozietti di souvenir, finchè lasciano il posto alle taverne, che con i loro tavoli, quasi ostruiscono il passaggio. Sembra di essere ancora su di un’isola….con i buttadentro che parlano un italiano perfetto. Noi però ci fermiamo, come consigliato da una commessa, da Saita, dove non parlano una parola della nostra lingua, ma si mangia bene e a buon prezzo. Tornati in hotel, alla reception, con nostro stupore, ci riconsegnano la playstation, che i miei figli avevano distrattamente abbandonato sul sedile dell’auto con cui Loukas, il boss dei Makares appartments di Donoussa, ci accompagnò al porto. Grande Loukas!
VENERDI 18 LUGLIO. E’ l’ultimo giorno, siamo pronti ad un bagno di cultura. Dall’hotel, percorrendo un viale in lieve pendenza e parzialmente ombreggiato, in una ventina di minuti, raggiungiamo l’Acropoli. Saremmo intenzionati a prendere una guida, ma ci chiede 100€ ed è pure antipatica, quindi acquistiamo un libriccino e ci arrangiamo con quello. Si pagano solo 24€ in quattro, perchè i ragazzini sono free. Sotto questo sole implacabile, è dura aggirarsi tra i resti riassemblati del grande teatro di Dionisio, il tempio della Nike, Propilei, Eretteo e Partenone. Fra l’altro quest’ultimo è sovrastato da un paio di enormi gru, che deturpano non poco la scena e insieme all’assedio della folla, rendono praticamente impossibile calarsi con l’immaginazione nel V° secolo a.c.. Non siamo grandi appassionati del genere, ma devo dire di essere rimasto molto più colpito dal tempio di Segesta in Sicilia. Ridiscendiamo dall’Acropoli, attraversando l’Agorà romana, dove almeno, tra altri reperti, c’è l’ombra di alcune piante. Pranziamo nel quartiere di Monastiraki, che è un susseguirsi di negozietti, le cui tende da sole ombreggiano le vie, facendole apparire come un mercato senza fine. L’animata piazza principale, è riempita dalle bancarelle di frutta secca e fresca. Facciamo un pò di provviste e ci rifugiamo nella nostra camera climatizzata.
Prima di pensare alla cena, andiamo in piazza Syndagma, sempre presidiata da gruppetti di poliziotti, per assistere al cambio della guardia. La cerimonia è simpatica, la marcia improbabile dei soldati greci fa sorridere e alla fine si concedono addirittura per foto ricordo. Accanto ci sono i giardini nazionali, per una passeggiata nel verde. Poi, senza spendere una fortuna,ci concediamo una bella cena di pesce da Sitia nel quartiere di Plaka, e per concludere in bellezza yogurt greco a volontà!
SABATO 19 LUGLIO, saltiamo presto giù dal letto, e dopo una colazione essenziale, lasciamo l’hotel. La stazione della metro è a cento metri. Per giungere all’aereoporto impiega quasi un’ora, ma è la soluzione più comoda ed economica. Il volo per Roma con la Easy Jet è in orario, così giungiamo alla stazione Termini col tempo per pranzare in tutta calma. Il freccia argento per Firenze a 58€ in quattro, è alle 14.50 e come promesso in poco più di un’ora e mezza ci riporta a casa.
CONCLUSIONI: In definitiva, siamo riusciti a fare e a vedere quasi tutto quello che volevamo, forse mi è mancato un giorno a Santorini per fare il sentiero di dieci chilometri sulla caldera, e con un altro paio di giorni distribuiti fra Ios e Milos, sicuramente non ci saremmo annoiati. Certo non si pùò dire che sia stata una vacanza riposante, con tutti gli spostamenti che abbiamo fatto….Diciamo che almeno tre giorni in più ci volevano. La spesa è stata in linea con le aspettative, un pò più cara Mykonos.
Premesso che normalmente in viaggio cerchiamo principalmente bellezze naturali in contesti tranquilli, volendo fare una classifica delle isole che abbiamo visitato, diremmo…..
6°) Mykonos (bella, ma troppo sfruttata turisticamente, con poche zone intatte. Il paese è una chicca.)
5°) Santorini (Fira e Oia costruite sull’orlo della caldera a strapiombo sul mare, sono uniche. Per il resto l’isola non è granchè, spiagge deludenti.)
4°) Naxos (un’isola piuttosto grande, con molto da offrire, partendo dalla città bellissima, le lunghe spiagge bianche del sud-ovest, i paesi e le montagne dell’interno.)
3°) Donoussa (piccola, ma giusta per girare a piedi e per gli amanti della natura e del naturismo.)
2°) Ios (due anime: quella vivace della spiaggia di Mylopatos e della Chora, e quella tranquilla e solitaria di tutto il resto dell’isola, con bellissimi panorami e spiagge grandi e piccole quasi tutte di sabbia.)
1°) Milos (stupefacente la varietà e la bellezza dei paesaggi. Formazioni rocciose, danno origine a rare particolarità naturali. Angoli solitari si trovano con facilità. Bellissimi piccoli villaggi di pescatori.)