Chios, una piacevole sorpresa
L’isola, bagnata dal mar Egeo, fa parte del Dodecanneso ed è situata di fronte alla costa turca dalla quale dista veramente pochissimi chilometri. Ha una forma un po’ a fagiolo, larga una quindicina di km nel punto più stretto e lunga poco più di una quarantina di km da nord a sud per una superficie di circa 840 Km quadrati.
Le strade di collegamento nella parte centro-sud sono in buono stato; la parte settentrionale dell’isola è invece più montuosa e “selvaggia” con piccoli paesini attraversati da stradine non più larghe di una macchina e strade che richiederebbero qualche manutenzione.
Particolarmente azzeccata la scelta della località di Karfas come base per il soggiorno . Si trova infatti nelle immediate vicinanze del capoluogo Chios, a circa metà della costa orientale: da lì si possono comodamente raggiungere le principali spiagge e attrazioni dell’isola senza lunghi spostamenti; indispensabile comunque una vettura a noleggio.
Anche il periodo scelto, coincidente con l’inizio della stagione estiva, ci ha consentito di godere delle bellezze dell’isola senza grossi affollamenti di turisti e di percorrere strade praticamente deserte.
L’isola soddisfa un po’ tutte le esigenze.
Gli amanti del sole e dele spiagge possono trovare calette di sassi e di sabbia con acqua cristallina e quell’atmosfera particolare che solo questo Paese sa trasmettere.
Gli amanti della storia e dell’arte hanno invece a disposizione castelli, villaggi medioevali, chiese, monasteri e le onnipresenti “vigles”, le torri di avvistamento contro le scorrerie dei pirati e dei turchi.
Per chi predilige l’aspetto naturalistico ci sono invece boschi, baie ed insenature spettacolari, ruscelli e grotte, oltre a uccelli e piccoli animali.
Noi abbiamo cercato di conciliare un po’ tutti gli aspetti, distribuendo le nostre giornate tra visite culturali e rilassanti momenti di relax in spiaggia.
Una delle mete più apprezzate sono stati sicuramente i villaggi medioevali della Mastichohoria, la regione a sud dell’isola in cui si coltiva il lentisco, l’albero da cui si ricava il mastice, una delle ricchezze passate e presenti dell’isola. I villaggi principali – Vessa, Mestà, Olympi, Pyrgi e Armolia – sono posti a poca distanza l’uno dall’altro e con un circuito ad anello è possibile visitarli in sequenza per apprezzarne le bellezze architettoniche. La particolare struttura di Mestà e di Olympi, con case di pietra addossate l’una all’altra, separate da vicoli stretti ( simili ai carrugi liguri – l’isola in passato fu dominata dalla famiglia genovese dei Giustiniani), con archi e volte, racchiusi in una sorta di cinta muraria a difesa dalle scorrerie dei Turchi, ne fa dei piccoli gioielli dove non mancano scorci e vedute “da cartolina” , cui contribuiscono gli abitanti decorando le finestre con fiori, vasi e tende colorate. Il villaggio di Pyrgi ha invece la caratteristica di avere gli edifici – case e numerosissime chiese – decorati con graffiti dalle forme geometriche – detti xystà – che giocano con il contrasto tra il bianco ed il nero e che assieme al fucsia delle bouganville donano alle facciate un effetto che difficilmente si dimentica.
Dopo la visita dei villaggi ci si può rilassare in una delle spiagge della costa sud di Chios: su tutte merita una sosta ed un bagno quella di Mavra Volia nei pressi di Emborios. Si tratta in realtà di tre spiagge in sequenza ma che hanno la particolarità di esser fatte di ciottoli di origine vulcanica di color grigio scuro che, bagnati, diventano neri e lucidi conferendo al luogo un aspetto veramente singolare per il contrasto con il blu del mare ed il giallo ocra dei costoni rocciosi che delimitano le spiagge . A pochi chilometri più a nord si trova Komi, un paesino ben attrezzato per accogliere villeggianti e bagnanti con ristorantini,bar ed una lunghissima spiaggia di sabbia. Nei pressi di Emborios c’è anche una grande “vigles”, la torre di Dotia , mentre nelle vicinanze di Olympi si può andare ad esplorare la “Grotta di Zeus”, piccola ma ben attrezzata per le visite. Kato Fana, con una piccola chiesetta sul mare ed una spiaggetta di sabbia possono costituire una piacevole sosta per un po’ di relax.
Altra meta suggestiva è il viallaggio abbandonato di Anavatos, che si può abbinare all’escursione al magnifico monastero di Nea Moni, sito Unesco. Anavatos sorge su un’altura con tre pareti a strapiombo e le case abbandonate e diroccate quasi si confondono con la pietra della collina: da lontano sembra un paesino di un presepe ma attraversando le rovine l’ aspetto sembra un po’ tetro, forse perchè la memoria torna al massacro di tutta la popolazione ad opera dei Turchi nel 1822 immortalato in un celebre quadro di Delacroix.
Nea Moni è invece uno dei migliori esempi di arte bizantina: il monastero dell’ XI secolo , nonostante i saccheggi e le devastazioni dei terremoti, è ricco di cicli musivi e di affreschi e nel refettorio c’è un bellissimo tavolo di pietra decorato con marmi .
Altri monasteri facilmente raggiungibili sono quello di Aghia Merkella ( all’estremo nord ovest), sull’omonima spiaggia e quello di Mersinidi, poco a nord del capoluogo Chios.
Ci vuole invece quasi un’ora di cammino per raggiungere i resti del castello di Oria, nella vallata di Kambia, a nord dell’isola. Sulle rovine è stata costruita una piccola chiesetta ma la posizione, in cima ad un’altura in mezzo alla valle boscosa che si apre verso il mare, è molto suggestiva.
Un’ altra veduta da “poster” lo offre Volissos con il suo castello in cima alla collina di cui rimangono ancora parti della cinta muraria e dei torrioni a dominare il paese sottostante, con alcune chiese e gli onnipresenti oleandri fioriti a dare quel tocco magico in più.
Anche il capoluogo , la città di Chios – detta anche “chora”- ha tracce evidenti del passato non certo tranquillo dell’isola: l’imponente cinta muraria del castello – sito in riva al mare – racchiude la città vecchia in cui è d’obbligo perdersi percorrendo i vicoletti e le piazzette alla ricerca di scorci e chiese. Ci sono anche tracce della dominazione turca con l’hammam ben ristrutturato ed un piccolo cimitero. Di notte il lungomare della città si anima lungo le strade del porto dove numerosissimi bar attirano frotte di turisti e locali.
E dal porto si ha anche la possibilità di partire in traghetto verso la città turca di Cesme, circa 45 minuti di navigazione verso est. La città, dominata da un imponente castello digradante dalla collina al porto ( che già avevamo visitato in occasione di un precedente viaggio in Turchia), è il punto di partenza per le escursioni verso Izmir/Smirne che dista una novantina di km.
Le cinque ore di tempo libero a disposizione in città ci hanno consentito la visita del bel museo archeologico, della piazza Konak con la Torre dell’Orologio e l’omonima piccola moschea e del grandissimo bazar che si trova alle spalle della piazza dove si possono respirare e vivere le atmosfere mediorientali: la classica “ciliegina sulla torta” a coronamento di un bel viaggio tra sole, natura e cultura. Yasas!