Chincha la negra

Chincha la negra --------------------------------------------- Recuperati i bagagli, partenza in auto per Chincha, lungo la Panamericana Sur. Poco piu' di due ore di viaggio ed eccoci immersi nella comunita' nera del Peru'. A dire il vero, Chincha non ha molto di interessante da offrire dal punto di vista archeologico, anche se si tratta di un...
Scritto da: Gabriele Poli 1
chincha la negra
Partenza il: 08/07/2003
Ritorno il: 11/07/2003
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
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Chincha la negra ——————————————— Recuperati i bagagli, partenza in auto per Chincha, lungo la Panamericana Sur. Poco piu’ di due ore di viaggio ed eccoci immersi nella comunita’ nera del Peru’. A dire il vero, Chincha non ha molto di interessante da offrire dal punto di vista archeologico, anche se si tratta di un luogo antico, basti pensare che il Signore di Chincha (il Kuraka) era uno dei nobili di maggior ascendente del Tahuantinsuyo, l’Impero Inca e che si trovava al fianco di Atahualpa quando, a Cajamarca, l’invasore Francisco Pizarro catturo’ l’inca con l’inganno. Ci fermiamo all’hotel El Sausal, alle porte della cittadina: il luogo e’ molto bello, accogliente e con una bellissima piscina. La camera doppia costa 30 dollari, ma ne vale davvero la pena. La sera, prendiamo un Tico (piccolo taxi) e ci facciamo accompagnare al villaggio de El Carmen -circa 20 minuti di strada per 10 soles (circa 3 euro)- dove le radici afroperuane sono ben salde. Il paese offre tanto calore umano, simpatia e dolcezza, oltre alla bellissima musica negra. Grazie ad amici fantastici, veniamo accolti in casa di Amador Ballumbrosio, il patriarca della famiglia. E’ un anziano signore, padre di 15 ragazzi, ridotto in sedia a rotelle a causa di un ictus; Amador e’ stato un grandissimo violinista che ha suonato in tutto il Latinoamerica e ha partecipato a numerose trasmissioni televisive. Tutto questo, tuttavia, non ha intaccato minimamente la sua spontaneita’…e nemmeno lo ha reso ricco. La casa, infatti, e’ decisamente povera, ma l’accoglienza sua e della famiglia compensa le scomodita’. Che bello, ragazzi! Veniamo accolti con i piu’ bei sorrisi del mondo e subito sei ragazzi iniziano a suonare la musica tipica dei raccoglitori di cotone, con strumenti “poveri”, quali il famoso cajo’n peruano…e poi balli sfrenati delle fanciulle in costume, tutte sorelle e cugine: un’esperienza da incorniciare. Se qualcuno desiderasse ripetere la nostra esperienza, puo’ telefonare alla famiglia e parlare con la dolcissima e simpaticissima Maribel; questo il numero: 274014, con il prefisso 056 se chiamate da fuori Chincha. La famiglia Ballumbroso, diretta da don Amador da oltre 35 anni, ha coltivato l’arte del “zapateo” (lett. Ciabattare) come tradizione antica. Nel pueblo de El Carmen, e’ la famiglia che rende maggiormente omaggio al culto della celebrazione del Natale, formando i bimbi di diverse eta’ affinche’ apprendano l’arte del zapateo come forma di vita. Gabriele http://www.peru.it


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