Chiare fresche dolci acque
Sono partita con il mio fidanzato con lo scopo dichiarato di fare una vacanza gastronomico-ambiental-culturale, (esattamente in questo ordine). Abbiamo passato in Slovenia 2 settimane, visitando tutta la zona del parco nazionale del Triglav , le città di Radlovlijca, Kranjska gora, il passo del Vrsic, Soca, Trenta, Caporetto, Cerkno e Idrjia, Skofia Loka e Lubiana, infine Maribor.
Penso che possa essere utile, prima di iniziare il racconto, elencare qui di seguito i posti dove abbiamo dormito e mangiato, e che troverete citati in seguito.
ALLOGGI (tutti i prezzi si intendono in camera doppia con bagno) Gorizia: B&B PRESTAU, Via dell’ospitale, 10- Gorizia mizar@code.It , http://www.Prestau.Com/, tel 0481 532848. B&b camera doppia 65 euro. Ha tre stanze (1 singola, 1 doppia e 1 tripla) completamente ristrutturate, molto belle e pulite. I proprietari sono molto cortesi, la colazione è buona e abbondante.La posizione è centrale. Sul loro sito ci sono le foto delle stanze e del mitico bagno di cui parlo nel racconto.CONSIGLIATO, TROVATO SU: http://www.Gorizia-turismo.It/ Lago Bohinj: PENSION KRISTAL RESTAURACIJA, ribcev laz 4, 4265 Bohinjsko Jezero, penzion.Kristal@siol.Net www.Hotel-kristal-slovenia.Com : camere con bagno pulite, 500m dal paese, cucina discreta,mezza pensione:40 euro a persona al giorno.
Kranjska Gora:VILLA ROZA RESTAURACIJA, Dovje, 127c-4281 Mojstrana- 00386-4589 5250, sonja.Stanovic@telemach.Net Ottimo ristorante per rapporto qualità prezzo, belle stanze con bagno, pulite, si trova sulla strada principale a circa 10 km da Kranjska Gora. Ha anche 4 camere: camere doppie con bagno interno 42 euro a notte; camere doppie con bagno esterno 36 euro a notte. I pasti si pagano a parte. CONSIGLIATO.
Caporetto: AGRITURISMO KRANJC- PRI ARNEJČKU, koseč 7-5222 Kobarid 00386 5 384 85 62, kranjc.Vinko@siol.Net www.Freeweb.Siol.Net/kv1/ mezza pensione 27 euro al giorno a persona. Si trova nel paese di koseč, che dista da Caporetto (Kobarid)7 km di curve. Camere pulite e curate, cucina buona, gestito da una simpatica famiglia con cane Bosco e animali (galline..).VIVAMENTE CONSIGLIATO.
Cerkno: AGRITURISMO PRI FLANDRU , Zakojca, 1-Cerkno, info@kmetija-flander.Si. Nello sperduto villaggio di Zakojca, dove la strada finisce, in mezzo a boschi.Camere pulite e belle, con Tv satellitare! Famiglia che lo gestisce molto ospitale e cordiale, cibo ottimo cucinato dalla cuoca Marija. Si contende con il precedente la palma del migliore alloggio sperimentato in Slovenia. Mezza pensione cca 26 euro a persona al giorno, e si mangia tantissimo.VIVAMENTE CONSIGLIATO.
Skofia Loka: GOSTIŠČE KVEDER Spodnja Luša 16- Selca gostisce@kveder-sp.Si Vicino a skofia Loka.L’ambiente circostante è molto bello e silenzioso, allevano cervi, daini mufloni.. Peccato che il mercoledì il ristorante tanto decantato sia chiuso, che le camere siano brutte e poco pulite. NON CONSIGLIATO.21 euro a testa per la stanza e la sola colazione.
Lubiana: ZAVOD ŠOUHOSTEL HOTEL CELICA-metelkova 8 -1000 Ljubljana www.Souhostel.Com. Uno degli ostelli di Lubiana, merita quanto meno una visita (ogni giorno alle 13 fanno una visita guidata) per vedere le celle di questa ex prigione ristrutturate e decorate tutte diversamente da artisti famosi. Costa 23 euro a persona al giorno, un po’ caro per essere un ostello…Lenzuola e coperte sono fornite gratuitamente, il check in è dopo le 15 (sono precisi), però il deposito bagagli è gratuito. E’ pulito. Sulla stessa via c’è un altro ostello, un pelino più centrale. Maribor: BLAŽIČ, Poštelska ul.5° 2000 Maribor 00386 2 320 01 10, 00386 41 873 663, 00386 41 490 203(2 sono cellulari, non so quali!) appartamento,(ma hanno anche camere ma con bagno in comune) concordato 20 euro a persona a notte, pagato effettivamente 15 euro a persona a notte. Appartamento pulito, 10 minuti a piedi dal centro. Trovato su un elenco di alloggi che mi ha inviato l’ufficio turistico di Maribor: matic@maribor.Si CARINO.
RISTORAZIONE: (in genere mangiavamo un primo,cioè sempre una soup, e un secondo di carne, bevendo birra. Quindi i prezzi sono indicativi di un menù con queste portate, che nel racconto vengono descritte più in dettaglio) Gorizia: BAR TRATTORIA ALLA DELIZIA, piazza Cavour 11.Mega piattone di prosciutto san Daniele, peperoni sottolio, una intera bottiglia di vino bianco locale (ottimo) e due caffè: 15 euro accompagnati dalla simpatia della proprietaria.
Lago Bohinj, sentiero per le cascate Savica: OKREPCEVALNICA SAVICA , savica 16, Bohinjska Jezero: 2 piattoni di affettati con birra :2100 talleri in tutto (8 euro) Kranjska Gora, Sentiero della Radovna, lungo la strada sterrata: GOSTILNA PSNAK, zgornja radovna 18: buona cucina, onestissimo conto totale di 14,60 euro. E’ una trattoria abbastanza sperduta che ha anche camere in affitto, comunque dovrebbe essere su uno dei sentieri trekking segnalati dalle mappe, e sicuramente merita una sosta.
Trenta, Passo Vrsic: GOSTISCE METOJA, Trenta 19. Localetto carino, subito dopo il paesino lungo la strada. Si mangia discretamente, conto totale 3400 talleri (14 euro) Drežnica, la trattoria del paesello: GOSTISCE JELKIN HRAM, rakušček jelka jozica s.P. Drežnica, 30.: qui uno ci capita solo se per caso è in quel paesello sperduto…Comunque non si mangia male..2 minestre, piatto di affettato e strudel per 5700 talleri (23 euro) Skofia Loka: l’enoteca PIVNICA KAŠČA VINOTEKA, Spodnij trg1. Segnalata dalla Lonely Planet, non ci sentiamo di confermare la segnalazione. Come enoteca ha solo 4 tipi di vino, i cibi sono discreti ma niente di che..21 euro il conto totale.
Skofia Loka: PRI ZALOGARIU, Dolenia vas 1°.4227 Selca . Ristorante con camere fuori da Skofia Loka, discreto , conto tot 5280 talleri (22 euro) Lubiana: LUKA GOURMET, RESTAURACIJA PRI VITEZU, sul lungofiume vicino a piazza della rivoluzione francese.(trg francososke revolucije). Simile ad un bistrot francese, con menù fisso per pranzo a 9 euro bevande escluse. Passa il turno perché il menù fisso del giorno era preparato con cura e non era dozzinale, e l’ambiente curato e grazioso.
Lubiana: :GOSTILNA VODNIKOV HRAM, dunajska 270, ljubljana. Sorta i pub vicino al mercato, ambiente carino, conto totale 6720 talleri (30 euro). Tutto buono eccetto gli zganci… Lubiana GOSTILNA PIZZERIA VINOTEKA SOKOL Ciril Metodov trg 18 TURISTICISSIMO e molto centrale, non si mangia male ma si è contornati quasi esclusivamente da turisti. Conto totale 15 euro, ma abbiamo mangiato un po’ meno del solito.
Lubiana: ČOMPA purtroppo sullo pseudo scontrino che ci ha lasciato non c’è la via, ma è comunque abbastanza centrale: lo segnaliamo solo x dirvi di NON ANDARCI.
Maribor: GOSTILNA STAJERC, vetrinjska 30. È un bel locale in centro; non è segnalato dalla guida Lonely Planet, che invece suggerisce 2 ristoranti a nostro avviso bruttini e dall’aria molto turistica. Il menù sembra a base di birra o carne impanata con pastella di birra, e la cameriera parla solo tedesco. Però abbiamo mangiato discretamente, il conto finale è stato di 27 euro.
Alcune indicazioni prima di iniziare il racconto: attenzione agli indirizzi. Siccome i paesi sono piccolissimi, spesso hanno un’unica via, e quella via prende il nome del paese stesso. Nell’indirizzo troverete quindi, ad es: KRISTAL RESTAURACIJA, ribcev laz 4, bohinj lake. Significa che il ristorante kristal si trova nel paese di ribcev laz, comune di bohinj, al n. 4. CAP e città indicano spesso il paese più grande e più vicino. E’ importante tenerlo presente quando si cerca/prenota un agriturismo, perché rispetto al paese principale potrebbe essere più fuori mano, anche se le distanze sono in genere molto ridotte (ma le strade di campagna sono strette, tortuose e a volte non asfaltate).
I cataloghi e le informazioni ci sono state fornite dall’ufficio del turismo sloveno. Il loro sito internet è , da qui potete richiedere brochure, trovare gli indirizzi e-mail di tutti i TIC (uffici turistici) del Paese, chiedendo in dettaglio a ciascuno le informazioni che vi interessano. Tutti rispondono in breve tempo, il materiale inviato è interessante.
Abbiamo prenotato on-line tutte le strutture, non ci hanno chiesto anticipi di pagamento né carta di credito, solo una conferma della prenotazione per e-mail. Per correttezza, il giorno prima di arrivare in ciascuna struttura abbiamo telefonato per comunicare l’orario di arrivo. Tutte queste strutture, e si suppone la maggior parte delle strutture in Slovenia, accetta il pagamento in euro. I cataloghi hanno spesso indicazione del prezzo sia in valuta locale (talleri, tolar) che in euro.
Anche se la Slovenia non ha adottato ancora l’euro, abbiamo notato è che pagando in euro si riceve il resto in euro, anche se non sarebbero tenuti a farlo e potrebbero restituire il resto in talleri praticando un cambio sfavorevole. E’ bene notare che questa correttezza non è usata altrove: a Budapest il resto è in fiorini, applicando un cambio che oscilla da 220 fiorini/1 euro a addirittura 198 fiorini/1euro (i più ladri..) quando il cambio ufficiale al momento è pressoché uguale a quello sloveno: 240 talleri o fiorini per 1 euro.
La temperatura, in tutte le zone che abbiamo visitato, non ha superato mai i 25 gradi, scendendo a volte di notte sotto i 14 gradi. Il tempo complessivamente è stato molto variabile, abbiamo avuto diversi giorni di pioggia.
Per una precisa scelta, non abbiamo fatto percorso le autostrade. Le strade statali sono curate, le strade secondarie di campagna sono spesso molto strette e tortuose, inoltre possono presentare all’improvviso tratti non asfaltati. Occorre una mappa stradale in dettaglio almeno 1:30.000 per non perdersi.
Si parte!!! Dopo un’afosa giornata siamo partiti da Roma in tarda serata, approdando all’aereoporto triestino di Ronchi dei legionari alle 21.30. Abbiamo aspettato circa un’oretta l’autobus per Gorizia, dove avremmo passato la notte.(gli orari sono sul sito che è il sito dei trasporti pubblici provinciali.) La scelta di Gorizia invece che Trieste è stata dettata dal fatto che il giorno seguente sarebbe stata domenica, e di domenica NESSUN MEZZO PUBBLICO IN PARTENZA DA TS O GO PASSA IL CONFINE ITALIANO. A ben vedere, da Trieste al confine sloveno saranno forse 30km scarsi, da Gorizia soltanto due, ma sono ovviamente considerate tratte internazionali.
L’unico mezzo a disposizione per passare il confine resta il taxi, ed essendo Gorizia praticamente tagliata in due dal confine (Nova gorica sta dall’altra parte), il taxi per 2 km costava “meno”..(cioè 20 euro, la tariffa è fissa).
A Gorizia abbiamo dormito al B&B PRESTAU. Le strutture centrali ed a buon prezzo sono poche, e questa ve la segnaliamo, sia perché le camere di cui dispone sono veramente carine, (nella doppia c’è lo strepitoso bagno decorato con mosaici stile antica Roma, fatto personalmente dal marito della signora), sia perché i proprietari sono estremamente gentili. Dopo aver passato il confine in taxi, siamo scesi di fronte alla vecchia stazione di Nova Gorica, che si affaccia su Piazza della Transalpina, attraverso cui passa il confine di Stato.
Dalla stazione di Gorizia non esistono treni che percorrano la tratta che separa la parte italiana della città da quella slovena, fino alla stazione di Nova Gorica. Pare che sia un tratto antico di ferrovia, e del resto Trieste non è certo messa meglio: non esiste una linea ferroviaria diretta per Sezana, bisogna salire a Monfalcone e riscendere, cambiando 2 o tre treni..Un totale di circa 6 ore di viaggio per fare 30 km… Quindi da Nova Gorica abbiamo preso il treno per Bohinjska Bistrica.
Per consultare in anticipo gli orari dei treni andate sul sito: http://www.Dbitalia.It/ E’ il sito delle ferrovie tedesche, in italiano, attraverso cui si possono effettuare ricerche di collegamenti internazionali, ma anche interni a nazioni diverse dalla Germania. Il sito dettaglia anche le fermate intermedie, ed è ben fatto.
Il trenino su cui siamo saliti parte da Sezana (vicino Trieste, ma in Slovenia)e arriva a Jesenice passando per Nova Gorica e per i laghi di Bohinj e Bled; è un trenino diesel senza aria condizionata e ferma in tutte le stazioni. Attraversa un percorso alpino paesaggisticamente notevole. Chi dopo Bohinj prosegue per Bled in treno sappia che Bled ha 2 stazioni, ma quella del paese è Bled Jezero.(=lago). L’altra stazione (Bled Lesce) è sulla direttrice ferroviaria in arrivo da Lubiana, ma si trova a circa 5 km dal lago.
Da Bohinjska Bistrica a Bohinj Jezero ci sono diversi bus compagnia Alpetour (potete farvi mandare l’orario dall’ufficio turistico locale: lto@bohinj.Si , richiedendo anche la brochure con l’elenco degli alloggi), ma naturalmente la domenica si diradano moltissimo.
Fortuna che facendo l’autostop un signore molto gentile ci ha dato un passaggio..
Abbiamo dormito 2 notti alla PENSION KRISTAL RESTAURACIJA.
Le stanze sono pulite e graziose, la cucina tanto decantata dalla brochure è buona ma niente di eccezionale.
Ad ogni modo in nessun posto della Slovenia, e tantomeno dell’Ungheria, ci si alza da tavola con la fame…Le porzioni e la cucina sono estremamente abbondanti… Nel caso specifico il menù mezza pensione permetteva di scegliere tra 2 antipasti, 3 portate principali, il dolce e contorno (scelto da loro). Le bevande erano escluse e pagate a parte.
In generale, in tutto la Slovenia, sono considerate antipasti le “soup”, cioè le minestre, che spaziano dalla classica minestra in brodo di carne con pasta o con una sorta di canederli (però insipidi), a zuppe di funghi o carne più dense e calorose.
Le portate principali vengono sempre accompagnate da una qualche verdura, o talora da pasta (gnocchi o tagliatelle!). In più in genere portano anche l’insalata.
Hanno molti tipi di pane diverso, bianco insipido, integrale, con noci..Spesso nei locali servono più varietà di pane e sono tutte ugualmente buone.
Il lago Bohinj ed il sentiero che lo circonda sono spettacolari, bella anche la salita (1 ora) alle cascate Savica, che però nella stagione estiva non sono ricche di acqua, perciò non appaiono particolarmente suggestive. Il torrente che corre lungo il percorso è GELIDO e pulitissimo.
Il lago è abbastanza freschino, ma in molti fanno il bagno, o si rilassano in una delle tante micro spiaggette che si aprono lungo il sentiero che lo circonda.
Scendendo dalle cascate ci siamo rifocillati in un locale chiamato OKREPCEVALNICA SAVICA . La fame era tanta, ma avremmo voluto fare solo un veloce spuntino e tenerci leggeri per la cena…Pensavamo per esempio che quella che nella traduzione del menù suonava come “mezza salsiccia con lardo” sarebbe stata più che sufficiente…Si trattava invece di un INTERO tagliere di salamini affumicati, con al centro una mousse di lardo da spalmare. Il lardo sloveno è diverso dal nostro lardo di colonnata o di arnaud, meno salato forse, e non si consuma a fette sottili ma come una mousse da spalmare sul pane. Tornando sul lago vi abbiamo visto transitare diversi battelli, e dal paese di Ukanc parte anche la funivia per salire a quota 1500.
Per tornare alla pensione abbiamo preso il solito bus alpetour che partiva davanti all’hotel zlatorog.
La colazione della mattina era a buffet, e prevedeva oltre alle marmellate, affettati e patè salati in scatolina, (tipo spuntì): spesso ce ne siamo serviti per farci i panini per il pranzo, dato che la mattina presto non sempre ce la facevamo a mandar giù patè di fegato… .
Per arrivare a Bled abbiamo nuovamente preso il bus alpetour, ma dopo aver noleggiato l’auto, una scalcinata Renault thalia (!!) siamo scappati via. Orde di gruppi organizzati italiani invadevano il paesello lacustre… Fedeli alla decisione di non viaggiare in autostrada, abbiamo preso subito confidenza con le strade secondarie di campagna…Non asfaltate. In effetti la faccia di una commessa alla quale avevamo chiesto indicazioni ci avrebbe dovuto mettere in guardia…Si sarà certamente chiesta perché volevamo aggirare una comoda autostrada, e avrà pure riso in cuor suo alla nostra domanda se avremmo trovato un locale dove mangiare lungo la strada…La strada passava in mezzo ai boschi…Non abbiamo incontrato anima viva per tutto il tratto, né centri abitati. Verso la fine però ci siamo casualmente trovati davanti ad una trattoria tipica, bella proprio perché così isolata: GOSTILNA PSNAK.
Alla giovane cameriera con gonnellona abbiamo chiesto di portarci qualcosa di tipico. Il risultato è stato: “enoloncnica”, minestrina insipida con palle di pane dentro grandi come uova, e “ajdovi krapi”: misto di pane grigio, formaggio fresco e condito con il salamino affumicato, onnipresente in tutta la nazione. Questo piatto era buono e doveva essere proprio tipico perché non l’abbiamo trovato più in nessun menù.
Il tempo stava inesorabilmente peggiorando…
La seconda località dove abbiamo dormito è stata Mojstrana-Dovje, 10km da Kranjska gora, da VILLA ROZA RESTAURACIJA.
Questa struttura è essenzialmente un ristorante, caro per gli standard sloveni, di buon rapporto qualità prezzo per quelli italiani.
Le camere sono grandi, pulite e nuove, tutte di legno come la maggior parte delle strutture locali.
Il ristorante propone un menù abbastanza ampio e con incursioni sulla selvaggina: la prima sera abbiamo voluto fare i signori e ci siamo lanciati su zuppa di funghi, bistecca di cervo (buona) e bistecca di camoscio (il sapore ci è piaciuto meno), gubanica (fetta di torta BUONISSIMA e molto ricca, oltre alle varie creme di riempimento ci sono anche i semi di papavero) e struklij alla ricotta ed erbe (dolce con pasta esterna e ripieno di formaggi, che invece non ci è piaciuto). Il tutto annaffiato da un’ottima birra locale, la crni baron , birra scura che nel resto della Slovenia non abbiamo purtroppo più trovato. Il conto totale è stato 38 euro per due persone..A Roma non ci si mangia neppure una pizza. A fine pasto Roza, la proprietaria-gestrice, ci ha offerto un buonissimo liquore di loro produzione, un liquore di fiori non troppo forte.
L’ottima cucina di Roza non aveva niente a che vedere con gli esperimenti culinari proposti della tv tedesca in prima serata (la tv aveva il satellite): stavano preparando una tagliata, adagiata su letto di avocado e papaia, condita con frullato di ortolina, limone, aceto, panna, pepe, sale, zucchero… un vero insulto culinario…
Nei giorni successivi il tempo è stato brutto: ci siamo rifugiati al museo della api di Radovlijca, che è curioso, ma potrebbe risultare poco attraente agli occhi di un visitatore abituato a Uffizi e Louvre..
Le arnie dipinte sono buffe: il diavolo che affila la lingua a una pettegola è una bella trovata figurativa..Chissà se era dedicata dal marito alla massaia di casa…All’interno del museo c’è anche un alveare vero, e ci siamo messi ad osservare “l’ape assassina”: un’ape che si aggirava su e giù tenendo tra le zampe la testa di un’altra ape. La riflessione che ne abbiamo ricavato è che questa piccola nazione, che non possiede certo monumenti celebri come la torre Eiffel o il Colosseo, né musei famosi come il Prado o la National Gallery, abbia saputo sfruttare e dare valore alle tradizioni locali (numerosi sono i museo etnologici), recuperando e salvaguardando la propria storia, e distribuendo il turismo su direttrici meno accentrate di quanto non abbiamo fatto noi (il turista straniero tipo che viene in Italia fa normalmente il solito giro: Napoli Roma Firenze Venezia); spesso valorizzando la propria storia e la propria natura con percorsi trekking, non invasivi e inquinanti nei confronti dell’ambiente circostante. La rabbia per i nostri numerosissimi borghi antichi abbandonati a se stessi e destinati alla rovina e all’oblio è tanta..
La tappa per tagliare i capelli di Paolo dalla parrucchiera di Radovlijca è stata ugualmente interessante: un negozio tristissimo, stile vecchia Unione Sovietica, con piastrelle giallino sbeccate e mobili anni 70, tanti vecchi caschi al centro di una stanza e rasoi e forbici non sterilizzati…(.Il taglio però è venuto bene!) Il giorno successivo, sempre accompagnati dal maltempo come Fantozzi dalla sua nuvola, abbiamo visitato Kranjska Gora, centro sciistico e piccolo paesino. Da là si può prendere la seggiovia e salire fino a quota 1700, (soprattutto scendendo il panorama è molto bello) e poi percorrere circa un’ora di sentiero per la vetta. La discesa può essere fatta sia con la seggiovia che con delle simpatiche macchinine lanciate in discesa su rotaie. Non abbiamo capito perché, ma ci avevano detto che l’ultima corsa della seggiovia sarebbe partita alle 16.30, e così era anche scritto un po’ ovunque. Questo ci ha costretto a ripercorrere il sentiero di vetta quasi a corsa..Salvo poi constatare da valle che la seggiovia ha continuato funzionare fin dopo le 17..
Da Kranjska Gora parte il passo dello Vrsic: in 12 km ci sono 52 tornanti, e benché la strada sia molto stretta, ci si avventurano anche bus e camper. La fine della prima parte di tornanti, circa 40, è nel paese di Trenta, da cui si può partire per percorrere il sentiero dell’Isonzo, seguendo il corso del fiume sia scendendo verso valle, in direzione di Bovec, sia risalendo verso la sorgente. L’acqua ha uno splendido colore azzurro, ed è limpidissima. Il fiume è scavalcato in più ponti da ponti sospesi di legno. Tutto intorno ci sono boschi: una delle caratteristiche di questa nazione è proprio quella di avere più della metà della superficie nazionale ricoperta da foreste. Il che la rende estremamente riposante e fresca.
La gostisce del paese di Trenta dove abbiamo mangiato, GOSTISCE METOJA, si ricorda per l’assaggio della minestra “jota”: densa minestra di legumi, in questo caso accompagnata da pezzi di maiale (ma in altri casi anche sola).
Dopo un rilassante pomeriggio soleggiato (incredibile), passato in parte sul prato del paese, in parte sul sentiero dell’Isonzo, siamo discesi verso Caporetto, alla ricerca dell’ AGRITURISMO KRANJC- PRI ARNEJČKU, dove avevamo prenotato due notti.
Ci siamo arrivati dopo 7 km di strada stretta e tortuosa da Caporetto verso Koseč. Naturalmente il posto è silenziosissimo, è gestito da una famiglia con madre e figlia simpatiche e loquaci, e naturalmente si mangia molto bene. Le camere, tutte di legno, pulite, con bagno in camera,sono molto graziose, ne abbiamo cambiate due entrambe con terrazzo.
Avendo richiesto di mangiare qualcosa di tipico, la mattina ci è stata servita, insieme alle solite colazioni trionfali con marmellate (di susine locali) , affettati e formaggio, anche un piatto di polenta gialla con una sorta di yogurt o latte cagliato. Curiosa l’idea di mangiare polenta a colazione, ma il sapore era buono.
Dal paese parte un semplice sentiero che porta nelle gole di Kosjec, dove si incontrano due fiumiciattoli, che durante il percorso formano diverse cascate. Sono abbastanza spettacolari le rocce stratificate che sovrastano la gola.
Alle 1530, affamatissimi, abbiamo mangiato alla trattoria del paese, GOSTISCE JELKIN HRAM, che a quell’ora non aveva una selezione vastissima di cose da mangiare, ma dopotutto volevamo tenerci leggeri per la cena. Tuttavia abbiamo notato con curiosità come persino nel paesello più sperduto fosse possibile trovare un posto dove mangiare…A quell’ora già temevamo di doverci riavventurare giù per i tornanti fino a Caporetto..E trovare tutti i ristoranti già chiusi..
La stessa sera, sempre per ottemperare alla richiesta di cibi tipici, la “fattora” ci aveva preparato il piatto tipico dei pastori durante la transumanza: patate con crauti lessi e lardo, con selezione di affettati e prosciutto, e gli struklij nella versione locale, completamente diversa da quella del resto della Slovenia, e più buona: cucinati con crema di burro e ripieni di ricotta e uvetta. Mamma e figlia parlavano un inglese fluente, per cui dopo cena potevamo fare un po’ di conversazione.
Anche la colazione dell’ultimo giorno è stata super abbondante: a tutto quello che già ci era stato portato nei giorni precedenti si sono aggiunte fette di pane con formaggio fuso e pancetta.
Nel frattempo era tornata la pioggia: saltato il percorso trekking alle trincee e alla forra dell’Isonzo, ci siamo quindi rifugiati al Museo di Caporetto, insignito di diverse onorificenze e molto interessante. Durante la prima guerra mondiale sul fronte di Caporetto vi furono 12 offensive e 40.000 morti. Il passo dello Vrsic ed i sentieri sono costellati di monumenti ai caduti.
Studiando sui libri le avanzate e le ritirate dei nemici in guerra si ha sempre la sensazione di una profonda noia, che è irrispettosa di quei muti oggetti (scarpe, scodelle per il rancio, foto di volti sfregiato dalle bombe, divise) che ricordano la vita degli sconosciuti morti in battaglie inutili e di cui tutti si sono dimenticati il nome.
Forse però tutti quei morti sarebbero felici oggi di vedere in quel museo gente proveniente da tutta Europa, e di sapere che quelli che un tempo combattevano come loro nemici, e dai cui avi sono forse stati uccisi, adesso sono là fianco a fianco, a cercare di costruire insieme un futuro comune ripercorrendo senza odio il ricordo di un comune passato.
Partiti da Caporetto alla volta del nuovo agriturismo dove alloggiare, siamo finiti in una strada deserta e tortuosa, in mezzo al bosco e senza segni di vita per diversi km.
Ci stavamo già chiedendo se non fosse il caso di desistere, quando finalmente siamo arrivati alla fattoria PRI FLANDRU. Se la prima fattoria ci era sembrata isolata, questa era veramente sperduta…Zakojca è un villaggio di 10-15 case, e la strada finisce lì: oltre c’è solo il bosco.
Siamo stati accolti dalla figlia dei proprietari, Katarina, dipendente di una banca di giorno e cameriera nella fattoria la sera.
Nuovamente una stanza nuova, pulita, tutta in legno, con bagno in camera.
In attesa di consegnarci della camera ci hanno offerto pane spalmato di lardo e una grappa fortissima alle ciliegie, di loro produzione e che alla fine del soggiorno il capofamiglia ci ha regalato.
Tra l’altro anche in questa stanza c’era la TV con il satellite, e si poteva vedere veramente di tutto: la TV bulgara, macedone, al jazeera..(ma a Paolo interessavano soprattutto i mondiali di atletica di Helsinki…Guardandoli ci siamo un po’ consolati, constatando che anche in Finlandia faceva un tempo ancora peggiore..) Dopo la cena, evidentemente non ancora soddisfatto delle calorie già messe in salvo nella pancia, Paolo si è persino fatto portare le lumache in umido con burro alle erbe, che aveva invidiato nel piatto dei vicini di tavolo. Pare che trovarle a Roma sia impossibile..La temperatura si aggirava sui 14 gradi nel pomeriggio, e la sera è ulteriormente scesa.
Le colazioni del giorno successivo e di tutti i 3 gg passati là, servite dalla simpatica Nataša, , sono state veramente imperiali: marmellate di susine(marmelada slive) o fichi (marmelada fige) di loro produzione, miele prodotto dal fratello di uno di loro, mega piattone di affettati con prosciutto (pršut), sorta di lonza, salamino affumicato,(salama e želodec, a seconda se salame piccolo o più lungo) lardo da spalmare (žaseka), succo di prugne di loro produzione (cimberi), un formaggio un po’ puzzolente stagionato, pane immerso nell’uovo e fritto. Plauso alla giovane cameriera per l’ottimo inglese che parlava già a 17 anni, e particolare nota di apprezzamento per la gentilezza ed i sorrisi con cui Katarina e Nataša hanno sempre accolto le nostre costanti e innumerevoli richieste (di cibo!) .
Nei dintorni di Cerkno abbiamo visitato l’ospedale partigiano della Franja, incastrato in una gola rocciosa e molto suggestivo: grazie al torrente che scorre sotto era autosufficiente ed aveva l’energia elettrica.. Durante la guerra è stato sfollato 2 volte, ma i nemici non sono mai riusciti a scoprirne l’esatta ubicazione. Franja era la dottoressa che lo gestiva, e questo ospedale, fatto di tante piccole baracche, disponeva persino dei raggi x. La maggior parte dei feriti che vi furono curati sopravvissero, anche se portarli fin là deve essere stato abbastanza faticoso..Nel pomeriggio, di noi con il cielo minaccioso e grigio, abbiamo visitato Idrija, la città dei merletti e delle miniere.
L’ultima sera avevamo chiesto alla signora della fattoria di prepararci gli žlikrofi, specialità tipica di Idrija e sorta di piccoli ravioli ripieni di patate e erbette.
Ce l’ha serviti come contorno insieme al manzo bollito, e li ha fatti solo per noi. Quindi menzione speciale per la cuoca Marija! Siamo ripartiti alla volta di Škofia Loka, cittadina medievale sede di un grazioso museo etnografico nel castello. Sono famosi a Škofia Loka i dolci mielati: una pasta di miele e farina compatta, che ha un ottimo sapore e una consistenza particolare, e che viene decorata a mano, per lo più con motivi floreali, o con stampi (profilo della città, motivi religiosi..) Una stanza del museo ospita un’intera collezione di questi antichi stampi.
La delusione è stata però nella ristorazione e nell’alloggio.
La Lonely Planet segnalava l’enoteca PIVNICA KAŠČA VINOTEKA.
Abbiamo pensato di poter finalmente assaggiare un vino sloveno decente, visto che i rossi finora sentiti erano piuttosto asprigni e niente di che.
Curioso scoprire dal balbettante inglese della cameriera che avevano solo 2 tipi di vino rosso e 2 di vino bianco. Il cibo non era male, ma niente di eccezionale…Solo la cantina era bella da vedersi…Del resto abbiamo girato il paese in lungo e in largo senza trovare altri posti dove mangiare, se si esclude un ristorante cinese, piazzato dentro un palazzo storico del centro, ed evitato come la peste, ed un turisticissimo locale sulla piazza principale.
Peggiore ancora la delusione x l’alloggio, che fortunatamente avevamo prenotato solo x una notte: GOSTIŠČE KVEDER. Infatti l’esterno, con tanto di allevamento di cervi, caprioli, mufloni, nonché il ristorante, avevano un aspetto grazioso, mentre le camere erano bruttine, arredate sommariamente e piuttosto sporche. C’erano capelli dappertutto, nel box doccia, sui tappetini e dentro gli asciugamani degli ospiti. Inoltre, poiché avremmo voluto mangiare al ristorante, che vantava menù di selvaggina, ci hanno detto che, ci dispiace, il mercoledì rimanevano chiusi. Era l’unico motivo per cui avevamo prenotato lì… Abbiamo cenato alla gostilna più vicina, PRI ZALOGARIU. Qua il cibo era buono e abbiamo scoperto con un discreto disappunto che aveva anche delle camere.
Tuttavia il luogo dove si trovava il gostisce dove abbiamo dormito aveva un suo fascino: enorme silenzio e splendido cielo stellato per la notte di san Lorenzo.
Al ritorno dalla cena ci ha anche attraversato una splendida volpe.
La mattina successiva siamo arrivati a Lubiana, dove abbiamo lasciato da Europcar la macchina presa a noleggio (9gg, 460 euro con franchigia a 90 euro, additional driver e sconto aci), e abbiamo depositato i nostri bagagli nella stanza bagagli dell’HOSTEL CELICA.
In posizione molto comoda, vicinissimo alla stazione e al centro, l’ostello è una ex prigione completamente ristrutturata, che ha però mantenuto le celle della grandezza originaria e con le sbarre.
Ogni cella è stata decorata da un pittore diverso, prenotando su internet si può anche scegliere quella che ci piace di più, io non avevo voglia di scegliere e chiaramente non ci è toccata la più carina, né tanto meno la più comoda: i letti erano in alto, raggiungibili con una scaletta perfettamente verticale… L’ostello è pulito,tanto che numerosi stranieri si aggirano scalzi per ogni dove, bagni compresi (gli italiani per cultura nazionale, schifiltosaggine e sana paura dei funghi usano sempre le ciabatte).
Naturalmente è piovuto entrambi i giorni, a Lubiana abbiamo fatto una visita veloce e bagnata.
Il grazioso centro storico è piuttosto piccolo, ed in 2 ore di passeggiata si vede tutto. Un localino dove abbiamo mangiato discretamente a menù fisso per il pranzo è LUKA GOURMET, RESTAURACIJA PRI VITEZU, sul lungofiume vicino a piazza della rivoluzione francese.(trg francososke revolucije) L’intero quartiere che gravita attorno a quella piazza era detto la Monmartre di Lubiana per la presenza di numerosi artisti. Ora, di Monmartre secondo noi ha ben poco, ma i locali ed i negozi hanno voluto calcare la mano su questo fatto, e questo ristorante assomiglia ad un bistrot francese. Al di fuori del menù è abbastanza caro, ma il menù, bevande escluse, era 2200 talleri, poco meno di 10 euro.
Il mercato di Lubiana merita davvero una visita. In una parte di questo si possono comprare frutti di bosco (mirtilli, lamponi…Fragoline di bosco) a 500 talleri ogni mezzo chilo.(poco più di 2 euro) e io naturalmente non ho resistito alla tentazione mirtilli; l’ ingordigia è stata punita: dita e unghie sono rimaste macchiate di blu per una settimana…Ci sono poi quelli che vendono i barattoli di miele con l’intero favo dentro, oppure oggetti artigianali di paglia e legno…Purtroppo viaggiando in aereo il limite di peso del nostro bagaglio era limitato… Vicino al mercato abbiamo mangiato in un pub carino: GOSTILNA VODNIKOV HRAM. Qui abbiamo assaggiato gli žganci, polenta di grano saraceno condita con l’immancabile salamino.. Finché si sentiva il sapore del salamino non erano male.. Altrimenti sembravano segatura..
Ah, una cosa negativa che abbiamo notato: nei locali si può fumare, ..(so che a qualcuno invece questa notizia farà piacere!) e noi che ci eravamo abituati così bene in Italia da quando è entrata in vigore la legge anti fumo ci è sembrato di ritornare un secolo indietro.. E pensare che anche da noi il divieto è entrato in vigore solo da pochi mesi..
Il panorama della città si può ammirare dalla torre del castello…La sera abbiamo provato a mangiare da SOKOL, segnalato nella Lonely planet e suggeritoci anche dalle ragazze dell’ostello. Se non avesse piovuto a dirotto avremmo evitato questo ristorante, lezioso e estremamente turistico.
Prendere il taxi in Slovenia non è costoso: nelle tratte cittadine non abbiamo speso mai più di 3-4 euro, e con nostro sommo stupore i tassisti ci hanno rilasciato persino la ricevuta. Tutt’altra musica in Ungheria, dove i taxi sono costosi e tendono a fregare il turista..(come in Italia del resto).
Vorremmo infine segnalare con una nota di demerito l’unico locale in Slovenia dove in qualche modo hanno tentato di fare i furbi, servendoci una portata con pietanze aggiuntive che non avevamo richiesto, e tentando di farci accettare un dolce che ugualmente non avevamo richiesto, spacciandolo per l’unico dolce a disposizione (l’avranno sicuramente rifilato a qualcun altro!).Si chiama: ČOMPA, purtroppo sullo pseudo scontrino che ci ha rilasciato non c’è neppure l’indirizzo..Ad ogni modo è in una via abbastanza centrale di Lubiana.
Ripartiamo da Lubiana il mattino successivo con il sole, e ci imbarchiamo sul treno per Maribor: solo andata 1710 fiorini a testa(circa 7 euro).
Il viaggio dura circa 2 ore e mezza e attraversa boschi e colline verdi, nonché i soliti piccoli paesi curati con fiori alle finestre. Vicino a Maribor si iniziano anche ad intravedere i vigneti, visto che la zona è una delle aree vitivinicole della nazione. Il treno stavolta è moderno, ha persino il bagno per handicappati (cioè enorme, senza barriere architettoniche) pulito e dotato di carta igienica. Un lusso sfrenato che Trenitalia non si può evidentemente permettere..
Alla stazione dei treni facciamo il biglietto x l’indomani, Maribor-Budapest, circa 9500 fiorini a testa(cca 40 euro). Qui assistiamo all’ennesima gentilezza dell’impiegata che ci ha suggerito di fare il biglietto andata e ritorno anche se non saremmo tornati perché sarebbe costato comunque di meno.
Tutta la vacanza è stata costellata di persone gentili che ci hanno offerto il loro aiuto in caso di bisogno: ci hanno chiamato il taxi dal bar, hanno chiamato colleghi o amici per spiegarci la strada se non sapevano l’inglese, un signore da solo ci ha persino disegnato una cartina, perché non parlava inglese e non riusciva a farsi capire. Ci fa piacere poter dire che gli sloveni sono un popolo cordiale e gentile, hanno probabilmente queste caratteristiche connaturate, e sanno coccolare il turista. A Maribor avevamo prenotato un appartamento da BLAŽIČ .Avevamo concordato 40 euro come prezzo totale per la notte, ma, non sappiamo perché, alla fine la proprietaria ci ha fatto pagare 30 euro.
L’appartamento era grande e pulito, c’era un letto matrimoniale e uno in cucina, + una poltroncina che aveva l’aria di essere un divano letto.
Si trovava a 10 minuti di cammino dal centro, quindi molto comodo.
Maribor è piccola come un paese, la cosa brutta è che il sabato pomeriggio, si suppone in tutta la Slovenia, ma sicuramente lì, è tutto chiuso, sia negozi che musei, quindi c’era un pelino di desolazione..Era anche troppo tardi per buttarsi sulle terme, quindi abbiamo vagabondato un po’ per il centro, onorando castello e la vite 400esca da cui ancora producono vino, che danno in regalo alle autorità in visita alla città. Poiché il sole aveva nel frattempo lasciato posto a cupi nuvoloni, ci siamo rifugiati in un ristorante seguendo l’orario degli inglesi: cena alle 19 (beh, per gli inglesi sarebbe già tardi a dire il vero)! Il locale si ricorda x la cameriera che si ostinava a parlarci in tedesco pur avendole detto che non lo capivamo. Si chiama GOSTILNA STAJERC. Ci ha incuriosito perché il menù prevedeva un sacco di piatti a base di birra.
Abbiamo sperimentale il pretzel, banale tipo di grissino intrecciato, una buona lingua affumicata, le soup uova e birra (una stracciatella in brodo, dove il brodo, per effetto della birra, era solo un pelino più scuro del solito), dopodiché costoletta impanata per me e roast beef per paolo. Il tutto annaffiato, finalmente, da un vino locale decente, il Mariborsk..Qualcosa.
Conto totale 6480 talleri (27 euro).Sulla alla fine della cena da “frau” sono diventata “signora”..Si vede che la cameriera si era informata in cucina su come tradurre almeno una parola! Nel tentativo di finire i talleri, che pure ci sono rimasti a carico, siamo andati al casinò, che era uno dei pochi locali aperti sotto la pioggia battente che nel frattempo si era scatenata.
Non si sa fosse l’ora, era molto presto, o lo stesso casinò, fatto sta che era praticamente vuoto. Io che non amo per natura il gioco d’azzardo, visto che non riuscivo a vincere neppure puntando un gettone sul rosso o sul nero, mi sono stufata, e ce ne siamo tornati via presto. Non essendoci quasi nessuno, non c’era neppure da divertirsi a veder giocare i classici tipi da casinò (e nemmeno da poter copiare, in tono ridotto, le loro puntate vincenti!).
La mattina successiva era domenica, e la desolazione dei bar chiusi era ancora maggiore. Ci siamo rifugiati in un baretto tristissimo vicino casa per bere un cappuccino, notando come spesso in Slovenia i bar servano da bere ma non abbiano niente da mangiare (paste, sandwich e similari). Là dentro c’erano due vecchietti che accompagnavano il cappuccino con un bicchiere di vino (erano le 8.30)..E una ragazza al banco molto simpatica che là dentro non ci incastrava proprio nulla, e che ci ha chiamato il taxi visto che non avevamo più schede telefoniche con noi.
Il viaggio in treno fino a Budapest è durato dalle 9.15 alle 16.10 circa. Benché fosse un IC, il treno si è fermato, in Slovenia, pressoché in tutte le stazioni, fino al confine. Inoltre non disponeva di buffet, e abbiamo dovuto dare fondo ai grissini comprati al Mercator (sorta di Conad slovena) e ai patè che ci eravamo accaparrati nelle colazioni dei giorni precedenti. C’è anche da dire che andando verso la pianura pannonica, il paesaggio perde montuosità e diventa piuttosto piatto e anonimo, pur continuando ad essere punteggiato di piccoli paesi curati, prati e boschi.
In treno con noi c’era una ragazza ucraina: si lamentava del fatto che ottenere il visto per l’uscita dal suo paese fosse ancora molto lungo e complicato, e che ad ogni dogana venisse guardata con sospetto e controllata a lungo. Difatti alla dogana ungherese è stata l’unica a cui hanno preso il passaporto; gliel’hanno restituito solo dopo 15 minuti, e dopo una telefonata per controllare la sua identità. Alle nostre carte d’identità (comunitarie) solo uno sguardo rapido… Abbiamo passato gli ultimi 4 giorni di vacanza a Budapest..Ma visto che abbiamo passato ormai il confine ungherese forse è più appropriato parlarne nella sezione apposita.
Resta un ottimo ricordo della Slovenia ed un invito a visitarla..Viaggiando con lentezza…