Chi si rivede!

Erano i primi anni ’50 quando, con mia madre, passavo ore a sfogliare voluminosi tomi di storia egizia. Con Lei ho condiviso la preoccupazione per la sorte dei reperti in seguito alla costruzione della diga di Aswan e la gioia per la decisione di molti paesi del mondo di salvare dall’acque le vestigia più prestigiose. All’epoca non sapevo...
Scritto da: gcolnaghi
chi si rivede!
Partenza il: 09/03/2004
Ritorno il: 17/03/2004
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
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Erano i primi anni ’50 quando, con mia madre, passavo ore a sfogliare voluminosi tomi di storia egizia. Con Lei ho condiviso la preoccupazione per la sorte dei reperti in seguito alla costruzione della diga di Aswan e la gioia per la decisione di molti paesi del mondo di salvare dall’acque le vestigia più prestigiose. All’epoca non sapevo ancora leggere ed era sempre Lei a parlarmi con passione delle gesta di quel grande popolo e dell’alea di mistero che ancora avvolge la sua storia.

Sono passati quasi cinquant’anni e da allora non ho più ripensato a quegli irripetibili momenti, fino a quando, avendo più tempo a disposizione, ho deciso di iniziare a viaggiare. Come prima incursione intercontinentale, mia moglie mi ha suggerito un tour poco impegnativo. L’Egitto avrebbe fatto al caso nostro, ci ha suggerito un amico titolare di un’Agenzia di viaggi, e in cinque minuti ci ha prenotato il viaggio con partenza prevista il mese successivo (n.D.R.:marzo 2004). Son tornato a casa con una montagna di depliant che ho sfogliato con interesse. Le immagini che scorrevano sotto i miei occhi, quasi per incanto, hanno lacerato quel velo che per troppo tempo ha occultato i ricordi della mia infanzia e mi sono reso conto di avere una discreta conoscenza della storia del paese che avrei visitato fra pochi giorni. Arriva il giorno della partenza e in serata atterriamo all’aeroporto internazionale de Il Cairo. L’emozione di calpestare il suolo egizio cresce dentro di me, affievolita solo dal rimpianto per non aver fatto in tempo a portare anche Lei. Il nostro Hotel, il Movenpick Pyramids, situato a Giza, è costituito da un elegante corpo centrale dove si trova la reception, la sala da pranzo un bar ed un locale notturno, mentre le camere, molto spaziose, sono all’interno di graziose “villette a schiera” disseminate in un vasto giardino. Ceniamo e prendiamo possesso della camera. Il mattino successivo ci svegliamo molto presto, prepariamo un buon caffè italiano con la moka da viaggio e lo andiamo a degustare sulla veranda della camera. Alla luce diurna vedo qualcosa che mi toglie i fiato; la grande piramide, la cui base è nascosta da alcuni palazzi, si staglia nel limpido cielo di fronte a noi. Ieri sera non mi ero reso conto che avrei dormito all’ombra del reperto forse più famoso al modo. Per me questi luoghi rappresentano qualcosa che và al di là della loro bellezza ed unicità e forse, proprio per questo motivo, giudico quasi blasfema l’insistenza di mia moglie di andare a far colazione; d’altro canto, però, devo convenire che le necessità del corpo hanno pari dignità di quelle dello spirito e l’accompagno di buon grado in sala da pranzo. La prima visita da programma è alla necropoli di Saqqara il cui monumento più rappresentativo è la piramide di Djoser, altrimenti denominata piramide a gradoni, che è forse la più antica piramide esistente. In ogni caso tutto il complesso è da vedere; in questo luogo ci rendiamo conto di essere in Africa, il terreno desertico attorno a noi, il sole cocente e i vari venditori egiziani vestiti di bianco coi caratteristici copricapo simili a turbanti, per non parlare della breve passeggiata in sella al cammello. Dopo pranzo siamo accompagnati a Menphi, capitale del regno antico, dove ammiriamo la sfinge di alabastro ed il testone di Ramses II finemente scolpito. La mattinata del secondo giorno lo dedichiamo alla piana di Giza, sulla quale sorgono le piramidi di Cheope Chefren e Micerino, a guardia delle quali, questa è l’impressione, è posta l’enigmatica Sfinge. Che dire, è davvero difficile esprimere ciò che si prova quando ci si trova al cospetto di queste ciclopiche costruzioni ed è difficile credere che a realizzarle siano stati uomini di migliaia di anni fa. Il pomeriggio è più rilassante con la visita alla cittadella ed alla moschea di Mohammed Alì, gioiello di architettura araba, per finire con una passeggiata fra i vicoli di un caotico mercato dove cercano di venderti di tutto e di comprare le tue donne a suon di cavalli e/o cammelli. Ultimo giorno a Il Cairo; il programma ci porta al museo egizio dove ci soffermiamo sui reperti più rilevanti. Giunti davanti alla mummia di Tutankhamon, l’emozione mi assale; tanto il faraone bambino ha affollato i miei pensieri e sollecitato le mie fantasie infantili, che non mi stupirei se mi rivolgesse un: “Chi si rivede!”. Visita imperdibile, peccato che non basterebbe una settimana per rendersi conto dei tesori qui custoditi (oltre 130.000 pezzi esposti). Chiudiamo la giornata con una passeggiata per le vie della città. Dopo una levataccia che è un eufemismo definire “fantozziana”, con un volo di linea raggiungiamo Abu Simbel, all’estremo sud del paese, alle 6:40 di mattina. I due templi per i quali abbiamo effettuato questa tappa, si trovano a pochi metri dal lago Nasser, che li avrebbe inesorabilmente sommersi se non vi fosse stato il provvidenziale intervento di tecnici di un centinaio di paesi che, dopo averli segati in numerosi blocchi e numerati, li hanno poi ricomposti 65 metri più in alto, alla stregua di un gigantesco puzzle. In tal modo questi magnifici templi, il più grande in onore di Ramses II ed il più piccolo della di lui moglie Nefertari, rimarranno ancora a lungo patrimonio dell’umanità. Terminata la visita, con un altro aereo raggiungiamo la vicina Aswan per imbarcarci sulla motonave e prendere possesso delle nostre elegantissime cabine con vista sul Nilo. La seconda parte del viaggio, ovvero la crociera da Aswan a Luxor, è meno impegnativa anche se parimenti interessante, con soste ai templi di Philae, di Edfu, di Kom Ombo e per finire, giunti a Luxor, con la visita ai templi di Luxor e di Karnak e, come in un crescendo, alle indimenticabili valli “dei re” e “delle regine”. La vacanza è finita, negli anni a venire abbiamo visitato molti altri paesi (Marocco, India, Cina Messico e Guatemala), ma l’Egitto avrà sempre un posto privilegiato nel mio cuore.

Giovanni Colnaghi Giovanni.Colnaghi@fondicomuni.Com



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