“Cheira bem, cheira a Lisboa”! Dritte per una “fuga” di 3 giorni a Lisbona!!

Questo diario vuole essere non solo un racconto della bella esperienza vissuta nella capitale portoghese, ma soprattutto la raccolta di dritte che spero possano servire a chi deciderà di intraprendere un viaggio a Lisbona.. il diario è indirizzato a tutti i tipi di viaggiatori, spero vi sia utile! Commentatelo e se avete delle dritte...
Scritto da: Rally83
cheira bem, cheira a lisboa! dritte per una fuga di 3 giorni a lisbona!!
Partenza il: 06/09/2010
Ritorno il: 09/09/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Ad essere sincera non so ancora oggi quale sia stato il motivo preciso che mi ha spinto a scegliere, tra tutte le capitali europee, proprio Lisbona. Quest’anno per motivi di studio e lavoro non avrei potuto trascorrere più di tre o quattro giorni in vacanza e da subito ho pensato ad una “fuga” in una città europea. Ho sempre creduto che quella città sarebbe stata Londra, un mito da sempre. Era chiaro che mi sbagliavo. Il destino aveva in serbo per me Lisbona, la città che profuma di fiori e di mare, così come cantava Amalia Rodrigues. Ed anche se i motivi della scelta sono ancora adesso vaghi (in realtà credo sia stata dettata dal cuore), ringrazio il destino per questa bellissima opportunità. Sì, perchè Lisbona ti cattura dal primo istante e si fa amare piano piano, quando la scopri tra i suoi vicoli e gli edifici dagli azulejos colorati, che risuonano di fado e profumano di pasteis appena sfornati. Questo inoltre è stato il primo viaggio da sola con il mio ragazzo, in corrispondenza del nostro anniversario, nello stato europeo che lui ha sempre sognato di vedere e ciò ha reso la capitale portoghese ancor più magica.

1° giorno

Il nostro viaggio inizia il 6 settembre, con volo Easyjet da Milano Malpensa della durata di circa due ore e mezza. L’incanto di questa città si palesa già dall’atterraggio: una virata sull’oceano con i barconi appena salpati per raggiungere l’America. Tocchiamo terra con un quarto d’ora d’anticipo (la stessa cosa è successa al ritorno), e subito ci “precipitiamo” fuori dalla aeroporto presi dalla ebrezza di scoprire quanto più possibile di Lisbona. Il tempo a disposizione infatti è stato poco: escludendo i viaggi di andata e ritorno, due giorni e mezzo scarsi. Proprio di fronte al terminal 1 dell’aeroporto si trova la fermata di autobus e taxi. Saliamo su un autobus di linea stracolmo di turisti che porta a Praça do Restauradores, la piazza vicina al nostro albergo. In realtà esiste un aerobus, del quale ignoravo l’esistenza in quel momento, che dall’aeroporto ti porta direttamente nelle piazze principali; la corsa costa € 3,50 mentre quella dell’autobus di linea € 2,90 (1,45 € a testa). Una cosa che ho piacevolmente riscontrato è che Lisbona è veramente ben servita per quanto riguarda i servizi pubblici, siano essi autobus, metro e tram. Il traffico veicolare è particolarmente vivace, ma al segnale di arresto i mezzi si fermano per far spazio ai pedoni ed è possibile raggiungere le varie zone della città con estrema facilità e puntualità. Arrivati in Praça do Restauradores ciò che colpisce di più la mia attenzione è il Teatro Eden la cui scritta spicca dall’alto sopra ad una vasca di palme e piante.

Trovare l’albergo non è stato difficile: il Gat Rossio è situato in una traversina (Rua Jardim do Regedor) che sbocca sulla piazza ed è quindi ubicato in un punto strategico per la visita della città, vicinissimo alle fermate dei bus, metro e alla bellissima Estacao do Rossio. L’Hotel Gat Rossio lo consiglio; l’interno è moderno, pulito, il personale è giovane, la colazione è abbondante (ho visto una coppia farsi panini e portarli via senza problema alcuno), è in centro. Abbiamo speso 70 euro a notte per una doppia (forse un po’ di più di altri alberghi nei dintorni ma credo ne valga la pena) e si può prenotare direttamente dal sito. Dopo aver effettuato il check in albergo e soprattutto dopo una bella doccia rinfrescante, decidiamo di assaporare Lisbona. Fuori dall’albergo è tutto un susseguirsi di ristoranti turistici; i camerieri ti si piazzano davanti con i menù aperti e ti invitano a sederti e gustare i loro piatti.

Camminiamo lungo la Rua Augusta con i suoi negozi (ci sono catene come Zara, Bershka, H&M), e poi giù sino a Praça do Commercio; ma è ormai tardi, la piazza è deserta, inizia a piovere e decidiamo quindi di tornare indietro e fermarci in un locale per cenare. Ci siamo fermati in uno dei locali davanti all’albergo; lo sconsiglio, troppo turistico, si mangia malino e abbiamo speso 40 €. Prima di partire avevoletto che Lisbona è una città in media meno costosa delle altre capitali europee e che con una decina di euro a persona si riesce a mangiare un pasto abbondante. Il segreto sta nel cercare i locali meno turistici, quelli frequentati da gente del posto: basta ordinare il prato do dia (il piatto del giorno) che spesso consiste in una sopa (zuppa di verdure) e in un piatto unico con carne o pesce, riso, verdure lesse e patatine fritte. Per chi dovesse pernottare nella zona di Praça do Restauradores consiglio di mangiare da “O Marques”. Abbiamo lautamente cenato con 17 euro in due. Si trova in una piccolissima traversa di Rua das Portas de Santo Antao, dopo il negozio dell’Adidas che fa angolo. Il ristorante si trova nel punto in cui la stradina fa una leggera curva e costeggia il Teatro Nacional D Maria II. Altrimenti ce n’è un altro, piccolino ma sempre sulla stessa strada, dirigendosi però questa volta a sinistra, verso l’Hard Rock Cafè. Si trova oltre i ristoranti cinesi, più o meno di fronte al Teatro Politeama e vicino alla Travessa do Forno. Lì si cena con 8/9 euro a testa. Un’altra cosa: il pane che portano nel cestino, se viene mangiato, lo si paga. Se ad esempio vengono portati due panini e se ne mangia uno solo, se ne paga uno solo. Questo è il motivo per cui pochissimi mangiano il pane che viene portato in tavola. Che cosa singolare! Dopo la cena, decidiamo di assaggiare la Ginjinha, il famoso liquore alle ciliegie. Che dire. A me personalmente non è piaciuto molto, ma io faccio poco testo. Sono praticamente astemia. Il mio ragazzo invece l’ha trovata buona, molto dolce. Le ciliegie sul fondo sono però forti, troppo intrise di alcool. Quello che colpisce è piuttosto la gente in fila per bere; 1.10 € a bicchierino che scalda l’animo e favorisce le conoscenze. Di fronte alla Ginjinha abbiamo conosciuto una coppia di italiani con i quali abbiamo fatto poi un salto, prima, al caffè A Brasileira, dove abbiamo gustato il famoso caffè (la bica), molto simile a quello italiano (sinceramente non mi sembrava molto all’altezza della fama del locale, ma forse è stato un caso), poi ci siamo diretti verso il cuore del Bairro Alto. Qui l’atmosfera è diversa; più festaiola, colorata, giovane. Ci sono più ragazzi, molti dei quali inglesi e tedeschi che con tutta probabilità si trovano a Lisbona per l’Erasmus.

I vicoli del Bairro Alto sono stretti, non proprio pulitissimi, spesso con scritte sui muri, disseminati di locali rumorosi, ma sopratutto fitti di gente che ti invita ad entrare per bere Mojito e Caipirinha, serviti in grossissimi bicchieri di plastica. Come nella zona della Baixa, anche qui ci sono molti spacciatori i quali si avvicinano per vendere la merce. E’ sufficiente dire di no con decisione e se ne vanno. Probabilmente è perchè non ci siamo abituati, ma essere fermati una decina di volte in due ore per venderci della roba lascia alquanto interdetti. In linea di massima Lisbona è una città tranquilla; a parte i molti spacciatori, non abbiamo subito alcun furto né molestie. E’ possibile però trovare ubriachi soprattutto nella zona vicino a Praca de Dom Pedro IV e molti senza tetto. Inoltre è meglio evitare di camminare da soli per le stradine dell’Alfama di sera, è poco sicura.

2° giorno

Ci svegliamo di fronte ad una bella colazione abbondante, con pasteis de nata e dolcetti vari; dopo di che decidiamo di prendere il famoso Tram 28 per fare un giro della città. In effetti con questo mezzo si riesce a visitare tutta Lisbona e il biglietto costa 2,90 € a tratta (1,45 € a persona). Un’alternativa ai tram 28 sono i pullman turistici la cui corsa ammonta a 20,00 € circa, ma sinceramente li sconsiglio soprattutto ai ragazzi e a coloro che vogliono vivere la città a pieno ma soprattutto a coloro che possono permettersi di fare salite vertiginose. Già, perchè la bellissima Lisbona è stata costruita su colli e si presenta come un sali-scendi continuo che mette veramente a dura prova gambe e polmoni ma che ti ripaga, poi, di ogni fatica quando, stremato dalla salita, ti trovi di fronte ad incantevoli vedute della città, i famosi miradouros. Inoltre un giro sul tram 28 è un must se si va a Lisbona; è una sorta di tuffo nel passato, con i seggiolini in pelle scura e gli interni in legno, il rumore delle rotaie e lo scampanellio per avvertire del suo sopraggiungere. Salite sul tram, cercate un posto libero vicino al finestrino, alzatelo e scattate foto o girate un video. Sarà un personalissimo souvenir di Lisbona! Il nostro tram ci porta fino alla zona di Estrella, molto più tranquilla rispetto alla Baixa e al Bairro Alto. Estrella è una zona residenziale, con una suggestiva Basilica dalla cupola rococò, ma soprattutto con i suoi giardini. Varcato il grande cancello verde in stile liberty ci si trova di fronte ad un viale alberato con vegetazione lussureggiane e ..sorpresa! Papere, oche e pulcini che camminano allegramente in mezzo ai passanti. Dentro ai giardini di Estrella ho avuto la sensazione di trovarmi in un’oasi rigenerante; la temperatura è gradevole, a regnare sono solo i rumori della natura e le voci dei bambini. C’è gente che legge un libro, che fa jogging o che semplicemente passeggia. Il chiostro al centro del parco è una meraviglia in stile liberty. Lasciati, ahimè, i giardini di Estrella risaliamo sul tram 28 che, attraversando il Bairro Alto, il Chado e la Baixa ci porta verso il Castelo do Sao Jorge. Scendiamo poco prima, al Miradouro de Santa Luzia per ammirare i bellissimi azulejos azzurri e la zona dell’Alfama sottostante. Scattiamo molte foto al panorama e ci spostiamo poco sopra sulla grande terrazza che si affaccia sull’Alfama. Qui un chitarrista “vende” la sua musica ai visitatori incantandoli con un po’ di fado. Decidiamo quindi di avventurarci sino al Miradouro de Graca; ovviamente non avevamo idea di quanta salita fosse lì pronta ad attenderci. Cartina della città alla mano, saliamo per i vicoli stretti delimitati da edifici, alcuni dei quali un po’ fatiscenti nei punti in cui gli azulejos si stanno staccando e lasciando il posto all’intonaco. Qui si respira un’aria più intima, quella dei quartieri popolari, dove le finestre sono una vicina all’altra, dove il vociare dei turisti si fa più rarefatto e arrivano odori di cibo cucinato in casa. O almeno questa è stata la mia impressione. Un po’ provati arriviamo al Miradouro de Graca; lo sforzo vale tutta la fatica: davanti a noi la città, il Castelo do Sao Jorge,con la bandiera portoghese che sventola, sulla sinistra e sullo sfondo il Ponte del xv Aprile. Ci riprendiamo sedendoci sulle panchine antistanti, con un po’ di acqua fresca e il vento nei capelli. Ci incamminiamo quindi verso il Castelo do Sao Jorge,è tutto un saliscendi..alla fine arriviamo e ci troviamo di fronte una fila chilometrica di turisti, intrattenuti da un musicista di stick-bass. Un cosa davvero singolare di questa zona è l’orinatoio a cielo aperto! Sì, avete letto bene.. Potrete trovare uomini in fila per fare pipì in un angolo delle mura, dietro ad una sorta di paravento in ferro e sotto ad un insegna con un putto con scritto “urinol”. Purtroppo non riusciamo a visitare il castello perchè il tempo di attesa è veramente lungo e avevamo intenzione di visitare anche Bélem in giornata. Decidiamo quindi di tornate nella Baixa e prendere la metro per Cais do Sodré (con sosta prima alla Confeitaria Nacional). Per utilizzare i mezzi pubblici consiglio la VIVA card; è una tessera di colore verde che si può ricaricare anche alla stazione dei metro. Con cinque euro in due abbiamo fatto il viaggio andata e ritorno. Una volta scesi dalla metro, abbiamo atteso l’autobus (il n. 15) per Bélem. Vi consiglio di scendere alla fermata del Mosteiro do Jeronimos, è più vicina ai monumenti. Se invece volete prima rifocillarvi scendete a Belém e fate un salto alla Antiga Confeitaria de Belém, dove in un locale tutto piastrellato di azulejos, potrete assaggiare i buonissimi Pasteis de Belém. Unica nota negativa, la lunga fila per entrare! Scesi, abbiamo visitato prima il Monastero, poi ci siamo diretti verso il Padrao dos Descobrimentos, simile ad un’enorme caravella pronta a salpare. Ai lati sono scolpite le immagini di esploratori quali Vasco de Gama e sulla prua Enrico il Navigatore. Bellissima la pavimentazione della piazza, un mosaico che raffigura le rotte dei viaggiatori. L’atmosfera qui è molto suggestiva; complici anche una coppia di peruviani che suonavano i flauti e il vento forte, sembrava di essere stati catapultati in una dimensione antica. Per un momento si riesce ad immaginare il fervore e lo spirito con cui i navigatori salpavano da qui e scivolando lungo le acque del Tago giungevano sino all’Atlantico. Ma ciò che colpisce di più è la Torre di Belèm che si erge sulle acque. Entrate ed ammirate il panorama dalle finestrelle e dalle volte della terrazza. Il costo del biglietto per adulti è di 5 euro.

3° giorno E’ l’ultimo giorno da poter trascorrere interamente a Lisbona e decidiamo di passarlo gironzolando per la Baixa, il Chado e il Bairro Alto; per acquistare un po’ di regalini e vedere ciò che non avevamo ancora visto. Ci perdiamo tra i vicoli del Chado, arriviamo fino al centro commerciale e decidiamo di entrare. E’ carino, su quattro piani se non ricordo male, con un bel negozio di sport e starbucks. Pranziamo vicino al Teatro Nacional de Sao Carlos; qui il quartiere è più elegante, con studi di professionisti e locali più moderni. Mangiamo in un ristorante austriaco-portoghese molto “fashion”: un’insalata greca per me, una sopa e cotoletta di pollo con patate per il mio ragazzo. Spendiamo poco più di 20 €. Dopo pranzo rifacciamo un salto al Bairro, ripassando davanti al A Brasileira e qui ci facciamo la classica foto di rito con la statua di Pessoa seduto al tavolino del cafè. Proseguiamo quindi sino al Miradouro de Santa Caterina, arrampicandoci per i vicoletti del Bairro, per ritrovarci dinnanzi ad una delle viste più belle del ponte del xv aprile. Prendiamo poi l’Elevador da Bica, una piccola funicolare che cigolando su Rua da Bica de Duarte Belo ci risparmia un po’ di salita. Il resto della giornata lo trascorriamo nel Rossio e nella Baixa, tra i negozi di Rua Augusta in cerca di souvenir. Mai come in quel momento ci siamo resi conto di quanti “galletti” ci siano sparsi per i negozi di Lisbona. Un consiglio: se volete comprare oggettini tipici, non fermatevi ai negozi che trovate su Rua Augusta, ma salite due stradine sopra, nei dintorni di Praca da Figueira. In Rua Augusta sono riuscita a pagare 6 € un ditale da cucito in ceramica, quando a pochi negozi di distanza costa 1,50 € !! Stupida io, direte voi……in effetti.. Anche le tipiche mattonelle decorate (gli azulejos), compratele nei negozietti vicino al Castello. Costano sui 3,50 €, mentre in altre zone le pagate anche 7 €, praticamente identiche. Prima di tornare in albergo per una bella doccia, abbiamo fatto tappa alla Confeitaria Nacional in Praca da Figueira. Seduti al tavolino dentro al caffè, che è tutto in pareti color crema e legno, gustiamo i pasteis de nata con una bella bica. Per chi fosse amante del vintage, in Rua da Assuncao c’è un negozietto molto simpatico con caffè all’interno e si chiama “A outra face da Lua”. Ci sono cappelli, abiti, occhiali, borse e foulard di seta. Dopo cena decidiamo di salire sull’Elevador de Santa Justa per ammirare Lisbona dall’alto, illuminata a notte. Consiglio vivamente questa esperienza. Lascia senza parole. Praca de Dom Pedro IV così luccicante, è un vero incanto. Il costo è di 1,45 € a tratta (per l’andata e altrettanti per il ritorno). Per tornare giù, non scendete con l’Elevador, ma precorrete la stradina che costeggia il Convento do Carmo e vi ritroverete nel Largo do Carmo, una piazzetta piccola, molto intima (il mio ragazzo l’ha trovata più bella di tutte; ci teneva che lo scrivessi!). Passeggiate poi tra i tavoli dei ristoranti che scendono giù per le scale che riportano alla stazione del Rossio.

4°giorno Prima di lasciare la città faccio l’ennesima tappa alla Confeitaria Nacional per comprare una confezione take away di pasteis (ne ho presa una da 6 pasteis) che costa poco più di 6 € e si conserva fino a 3 giorni (ma consiglio di mangiarli appena arrivati perchè sono già freddi e rendono di meno). La fuga a Lisbona è ormai finita. In questi pochi giorni a disposizione siamo riusciti ad assaporare un po’ il clima che si respira in questa città. Ovviamente non siamo riusciti a visitare tutto. Il mio sogno è quello di vedere Cabo da Roca e con questo sogno ritornerò sicuramente nella capitale portoghese.



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