Cheers!
La sensazione che più ha scosso me ed Andrea è la grandezza, è tutto fuori scala rispetto ai nostri parametri! Gli edifici, i pascoli, i tramonti su terre sconfinate, i pesci, anche le mucche…E che dire della gente, gentilezza, un profondo rispetto per l’ambiente, senso civico e tolleranza per il diverso ed un incondizionato amore per noi italiani, dato che a quanto pare adesso andiamo proprio di moda! Il nostro viaggio individuale si è svolto tra il 28 maggio e il 21 giugno, organizzato presso una piccola agenzia specializzata su Australia e Nuova Zelanda, voli Qantas e 21 notti sul posto per la cifra di 3.700 € (comprese molte escursioni) cadauno senza privarci di nulla ed in alberghi tra le 3 e le 5 stelle passando per degli splendidi b&b.
Il tempo ci ha assistito pur essendo inverno, nella zona continentale solo 1 giorno di pioggia e nella tropicale, pioggia alternata a sole come sempre. La spesa è consistente e parecchio abbiamo speso sul posto per cibo, souvenir e divertimenti vari, ma credo sia una via di mezzo tra il completo fai da te ed il tour mega organizzato. Il nostro itinerario è stato il seguente: – Partenza da Roma la mattina presto il 31 maggio, arrivo a Sidney, via Londra e Singapore, alle 18:40 del 1 giugno, il fuso orario ci fa guadagnare parecchie ore. Per arrivare in città il taxi prende 20 $aus, lo shuttle bus 9 $aus ciascuno ma fa le fermate degli altri passeggeri quindi se si è in due conviene il primo oppure la metro (mi sembra 6 $aus).
– Sidney, 3 notti: sono poche perché è una città davvero splendida, consiglio a tutti di trovarsi un albergo centrale, noi raggiungevamo in 5 minuti a piedi Darling Harbour, la baia dell’acquario, e ci siamo serviti dei mezzi pubblici solo per raggiungere Bondi Beach. I mezzi di trasporto sono molto efficienti e di semplice comprensione nonostante le numerose linee della metro e i taxi sono tantissimi ed economici. Non mi dilungo perché le guide, soprattutto la Lonely Planet, danno ogni possibile indicazione, ma è il posto per cui ho più nostalgia.
– Volo per Melbourne e ritiro dell’auto noleggiata e pagata dall’Italia ed effettivamente ce ne hanno data una di classe superiore, avevo sentito che fosse di prassi ma sinceramente non ci credevo! -Melbourne, 1 notte: non l’abbiamo vissuta molto, lo zoo è potenzialmente bello ma lo stanno ristrutturando e molti animali non ci sono. Abbiamo mangiato un ottimo ed economico piatto di pasta da Pellegrini, è segnalato sulla Lonely Planet ed è un locale simpatico nella via centrale e commerciale; è un bar e si mangia sugli sgabelli faccia a muro in circa mezz’ora, la cuoca ovviamente italiana vive lì da 40 anni ed è subito venuta a conoscerci in quanto connazionali! Per il resto la città non ci ha particolarmente entusiasmato ma anche qui è tutto curatissimo, i bagni pubblici sono puliti quanto quelli di casa, fattore comune a tutta l’Australia, i parchi studiati e progettati ed i mezzi efficienti.
– Partiamo con la nostra super car per la Great Ocean Road, abbiamo viaggiato lungo la costa per cinque giorni arrivando al Barossa Valley e quindi ad Adelaide. Mio marito surfista è totalmente impazzito e anche io mi sono totalmente fatta rapire dalla potenza dell’oceano. Lungo la GOR l’agenzia ci ha prenotato dei B&B incredibili e in qualche caso introvabili senza l’aiuto di qualche gentile passante (raro dopo le 18:00) o dei centri informazione presenti ovunque, ma chiudono alle 17:00 come tutto il resto! Siamo stati sempre gli unici ospiti dei b&b essendo bassa stagione.
– Prima tappa ad Apollo Bay: dopo spiagge e onde,surfisti di ogni età e scogliere arriva per noi una grande sorpresa, dormire in un lodge meraviglioso, in parco privato, con una jacuzzi 4 posti in veranda-vista-parco solo per noi. I proprietari del b&b, Peter e Ester, sono due signori benestanti, in pensione, di Melbourne, ci hanno accolto chiamandoci per nome e per noi hanno preparato un’ottima cena (la prima tipicamente australiana) che abbiamo condiviso e abbiamo così passato una serata irripetibile ed un’allegra colazione.
– Secondo tratto Apollo Bay – Port Fairy: è forse il più emozionante, dalla foresta pluviale alla costa e ai rinomati 12 Apostoli (da cui tra l’altro abbiamo avvistato una balena), da poco ne è purtroppo crollato uno per cui i faraglioni restanti sono otto. I gestori del B&B ci avevano consigliato di fermarci anche a Bay of Island, altro punto panoramico davvero splendido, ci sono altri 8 faraglioni, belli quanto gli Apostoli ma meno noti, non so perché! Avendo tempo ci siamo fermati praticamente ovunque e vale davvero ogni minuto che si spende di fronte ad una costa in continuo mutamento, come dimostra il crollo già citato.
Port fairy è un paesino di pescatori con un’ isoletta collegata da passerelle ideale per gli amanti del bird watching e dove abbiamo incontrato il primo canguro in libertà, finalmente! – Terzo tratto, Port Fairy – Robe; è molto lungo il tragitto ma la strada attraversa per centinaia di km (incontrando pochissime auto) due parchi nazionali e le grandi proprietà terriere, pascoli e terre coltivate e soprattutto tanti animali in libertà, emù e molti canguri.
– Quarto tratto Robe – Tanunda (Barossa Valley): è il tratto più lungo, più di 400 km, si attraversa il parco nazionale del Coorong, grandi dune sabbiose e laghi salati, le strade sterrate sono divertenti da percorrere, si avverte la grandezza di questa terra, la strada prosegue per ore senza considerevoli cambiamenti; poi cominciano lievi colline e la vegetazione si infittisce e dà spazio ai vitigni.
La Barossa Valley è rinomata per la produzione di vino, le cantine sono strepitose e numerose, in molte è possibile portarsi da mangiare perché offrono le aree per picnic e ovviamente gli immancabili bbq che sono a gas, gratuiti, con annessa fontanella, perché l’acqua naturale è gratis anche al ristorante! Ma anche qui tutto chiude alle 17:00, quindi a chi volesse dedicarsi alle degustazioni consiglio di arrivare prima, meglio che degustare al mattino come siamo stati costretti a fare noi! – Quinto tratto Tanunda – Adelaide; è un tragitto breve, mi sembra una settantina di km. Adelaide ha una struttura similare a Melbourne, nel suo centro la city finanziaria caratterizzata dai grattacieli coincide con le strade commerciali spesso pedonali, con una serie incredibile di negozi e centri commerciali. Ha anche uno sbocco al mare, che non abbiamo fatto però in tempo a vedere, e ha parecchia vita notturna.
E’ una città divertente e sicura, nonostante i numerosi australiani sbronzi il sabato sera…E ricordiamo una splendida cena da “Cibo”, lo so, siamo i soliti italiani all’estero ma la cucina italiana sulle materie prime australiane è una bomba! Provare per credere, capesante, gamberoni ecc…
-Kangaroo Island- tour di due giorni dell’isola; lasciata l’auto ad Adelaide, in due ore di pullman più un’oretta di traghetto raggiungiamo l’isola, ci aspetta un ulteriore pullman con guida, enorme per il nostro gruppo formatosi lì di 6 persone, noi, una coppia francese ed una americana. Fino ad Ayers Rock non abbiamo incontrato italiani, Andrea era disperato perché da dieci giorni parlava solo con me! Consiglio il tour e consiglio l’isola, anche se dopo l’autonomia che si ha in auto ci si sente un po’ costretti. Abbiamo passeggiato vicino ai leoni marini e visto le foche della Nuova Zelanda, abbiamo finalmente visto e toccato i Koala e dato da mangiare ai canguri ed è stato bello questo incontro ravvicinato dopo averne visti tanti in libertà. Inoltre è bella la natura che plasma luoghi da fiaba come la Remarkable Rock e la notte alle 19:30 e alle 20:30 se si alloggia a Kingscote è possibile assistere al ritorno alle tane dei pinguini. Per noi era incluso nel pacchetto ma è facilmente organizzabile da lì, non costa molto e non serve prenotare, la guida li illumina solo con una torcia rossa per non spaventarli, sono pinguini nani e caciaroni e si vedono da molto vicino! – Volo da Adelaide per Ayers Rock: arriviamo per l’ora di pranzo e siamo un po’ bloccati nelle attività perché compreso nel pacchetto c’è la cena Sound of Silence, nel deserto e si parte alle 17:00 (è inverno, il sole tramonta alle 18:30 circa), per cui oziamo nel nostro Hotel. Ci siamo concessi il top e vale davvero, l’insieme degli alberghi sorti nel nulla dimostra la capacità imprenditoriale degli australiani, ci sono 1000 dipendenti fissi sparsi tra le varie categorie alberghiere, dall’ostello al 5 stelle, navette che collegano i vari hotel e ristoranti, pannelli solari, cisterne per l’acqua piovana, e grande attenzione all’impatto sul territorio, tanto che le strutture ci sono ma si percepiscono solo una volta all’interno.
La cena nel deserto è un’esperienza unica che è ormai scolpita nella mia mente, stelle su stelle, la Croce del Sud, la sola luce delle candele e del falò buon cibo e buon vino e non per ultimo una piacevole compagnia australiana e italiana! Il giorno seguente abbiamo saltato l’alba per pigrizia e ci siamo organizzati sul posto le escursioni all’Uluru nella mattina (20 $aus) e alle Olgas e Uluru al tramonto (50 $aus) per il pomeriggio. Abbiamo utilizzato una compagnia che si limita a portarti e riprenderti all’ora che si decide, ma ci sono numerose compagnie con un ampio ventaglio di offerte. Non abbiamo scalato l’Uluru, ma visto che tutti lo scalano nei nostri 9 km attorno ad esso abbiamo incontrato solo otto persone! E’ inquietante, pensavo a Picnic ad Hanging Rock (anche se non è ambientato lì) e si sente una strana ed inquietante energia. Al tramonto è davvero uno spettacolo, anche se fa impressione condividerlo con centinaia di persone raccoltesi nei punti di osservazione…Ma che si può pretendere! La cena è stata divertente presso l’Outback Pioneer, il ristorante ha un bancone macelleria dove si compra la carne e poi indovinate…Ci sono numerosi bbq su cui ognuno cucina da sé (per i curiosi, il canguro è buono, soprattutto il filetto…), i tavoli sono comuni ed enormi e c’è l’accompagnamento della musica folk australiana live.
– Il giorno seguente partenza per Cairns, ci servirà solo di appoggio per Dunk Island, comunque ci è piaciuta, in particolare colpisce la laguna, piscina pubblica enorme, con sabbia bianca e ogni comodità, nel bel mezzo del lungomare, senza cancelli, se mentre si fa shopping si ha caldo ci si butta direttamente in acqua! Sull’isola siamo stati 6 giorni, è lussureggiante, grande e bella ma non direttamente sulla barriera corallina. Il resort è curato e la cucina è buona, c’è la Spa e numerose attività a terra ed in acqua, l’acqua però non è bella ovunque, per rendere l’idea è tipo l’isola dei famosi…Per andare a fare snorkeling o diving sulla barriera corallina da Cairns ci sono numerosissime possibilità per tutte le tasche, poi se la sera nelle agenzie restano dei posti in barca li svendono quindi fateci caso! Noi dall’isola eravamo costretti a scegliere fra tre compagnie un po’ costose (il costo variava tra 135-150 $aus), ma fatta la prima ne abbiamo subito prenotata un’altra ad un altro reef! Non eravamo mai stati sulla barriera in nessun posto e per noi è stata una scoperta meravigliosa, in più è alla portata anche di chi come me non ha talento per il nuoto! Dopo il ritorno a Cairns, via Singapore e Francoforte, abbiamo raggiunto la nostra Roma, con parecchia nostalgia per una terra che ci ha lasciato tanto, un lungo viaggio per dare inizio alla nostra vita a due. Nel tragitto abbiamo incontrato un gruppo di non so quante coppie in luna di miele che viaggiavano insieme in un organizzatissimo tour guidato, non entro in merito alle scelte altrui ma per me è stato splendido vivere in due agli antipodi, arrangiarci di fronte agli imprevisti e spesso alle incomprensioni della lingua, prendere qualche sòla ma scoprire da soli i segreti di questa terra. L’Australia si lascia vivere in pieno semplicemente, non c’è bisogno di essere seguiti ovunque da guide perché basta un po’ di inglese e di voglia di cavarsela e lasciarsi aiutare dai simpatici e disponibili australiani che riconoscono immediatamente la nostra nazionalità e ci vengono in soccorso! E’ bello vivere come loro, con loro, o almeno provarci perché sempre turisti siamo e l’impressione è sempre parziale, immergersi completamente nella loro realtà e discutere delle diversità e delle affinità con cui vediamo il nostro unico mondo. E’ un viaggio che auguro a tutti e che auguro soprattutto a noi di poter proseguire perché molto manca ancora da vedere!