Cento sfumature di verde
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Autonoleggio Budget, costo 290 euro per 7 giorni, city car, skoda, già carico di carburante ma da riportare altrettanto pieno. In ogni caso, visto il maggior costo della benzina in sterline in Irlanda del nord, avremmo comunque fatto il pieno a Dublino. In alcuni siti avevamo letto che occorreva avvisare l’autonoleggio in caso di visita nel nord, ma la signora dell’autonoleggio non sembrava fregarsene un granché. In un attimo arriviamo al parcheggio, familiarizziamo con la guida a sinistra e partiamo per il breve tragitto che ci separa dall’albergo.
Travellodge, Pinnock hill Roundabout, Swords. A tre minuti di auto dall’aeroporto. E’ possibile fare il check-in a qualsiasi ora visto che la reception è aperta 24h/24. Lo staff è giovane e disponibile, ci spiegano tutto in modo accurato. Le camere sono ampie anche se abbastanza spoglie, ma questo è tipico degli alberghi vicino agli aeroporti. Bagno in camera, pulito, asciugamani e set di cortesia. Possibilità di farsi thè e caffè in camera col bollitore. Moquette per terra, riscontrata in molti alberghi, secondo me poco igienico, infatti, anche in questo caso, c’erano macchie per terra, in più ho trovato una forcina per capelli! Costo: 61 euro a notte per camera matrimoniale. 9 euro a testa per colazione a parte.
04/08/2015
Non abbiamo grossi impegni… la sveglia non suona prima delle 8.30. Colazione energizzante (anche se per un costo direi eccessivo se confrontato con quello degli altri posti) in modo da fermarsi il meno possibile lungo la strada, e via alla volta di Belfast!
A Belfast tentiamo di raggiungere la sede di un’agenzia di Black Taxi Tour con l’indirizzo trovato su tripadvisor, ma probabilmente si tratta della casa del titolare, perciò inseriamo le indicazioni per il centro nel navigatore (portato da casa) e depositiamo l’auto in un parcheggio. Chiediamo indicazioni per fare il tour in Black Taxi e vedere i Murales di Belfast, simbolo delle battaglie tra cattolici e protestanti, e c’è proprio un’agenzia a 5 minuti di strada. Prenotiamo subito per 30 sterline. I prezzi sono uguali ovunque e non contrattabili, ma se vi interessa scoprire la parte storico-culturale di Belfast sono ben spesi. Noi non siamo grandi esperti della storia irlandese, perciò consigliamo il tour in taxi con guida anziché in solitaria, in macchina o a piedi; la nostra, Hugh, è stata molto solerte fermandosi ad ogni murales, raccontandocene la storia e rispondendo a tutte le nostre domande, facendoci immergere nell’atmosfera tesa e conflittuale della città. Ad esempio, lo sapevate che a Belfast esiste un muro nel quartiere popolare che separa i cattolici dai protestanti e che ancora oggi i ragazzini lanciano i sassi da un lato all’altro del muro? Conoscete la storia di Bobby Sands, attivista dell’IRA, primo detenuto a morire in seguito a sciopero della fame nella lotta per i diritti dei detenuti? Conoscete la storia di Topgun, lealista protestante considerato un eroe dai compagni per aver ucciso a sangue freddo 12 cattolici? Oggi esistono anche murales che fanno riferimento ad altre guerre nel mondo che simboleggiano la lotta per la libertà e per i diritti umani (es. Mandela, Gaza, ecc). Agenzia Taxitrax, www.taxitrax.com, guida Hugh Jorda.
Siccome non ci interessa vedere il museo del Titanic ma preferiamo vedere le bellezze della natura lasciamo Belfast appagati e iniziamo il tour della Costal Route. La sentirete chiamare in mille modi, come Giant’s Causeway route, Antrim Route, ma sempre della stessa strada costiera, che parte da Carrickfergus e arriva a Coleraine, si tratta, l’importante è che seguiate sempre le indicazioni marroni con scritto Costal Route.
Iniziamo il nostro viaggio lungo la costa a Carrickfergus, con una sosta fotografica alla fortezza medievale che domina il mare e poi ripartiamo alla volta delle Glens of Antrim.
Belfast- Carckfergus km 20, tempo di percorrenza 25 minuti.
Non ci fermiamo a Larne ma direttamente a Glenarm, dove seguiamo le indicazioni della Lonely Planet per arrivare al punto panoramico. Basta seguire la strada a sinistra, appena entrati in paese, che sale, parcheggiare e seguire il breve sentiero, Layde Walk, di fianco a proprietà private, costellato di fiori e conigli. Purtroppo il cielo è coperto ma la vista è ugualmente appagante.
Carrickfergus-Glenarm km 34, tempo di percorrenza 37 minuti.
Altre soste fotografiche lungo la strada, purtroppo il tempo oggi è molto variabile anche se c’è stato un acquazzone solo a Belfast, le temperature sono medie basse e così resteranno per tutta la vacanza..
Glenarm-Cushendall km 20,8 tempo di percorrenza 23 minuti.
Garron View, 14, Clough’s Road. Il nostro B&B è un po’ fuori dal paese, disperso nelle campagne, circondato da prati dove pascolano pecore e mucche, ottimo per assaporare l’Irlanda. 68 euro per camera matrimoniale e comprensivo di colazione abbondante (noi abbiamo scelto la colazione tradizionale irlandese). Camera piccola ma ben arredata, pulito anche se con la solita moquette, asciugamani, phon, possibilità di farsi the e caffè in camera con bollitore. Bagno esterno in comune ma molto pulito, colorato, decorato e profumato con candele e altro, veniva quasi appetito!!
La signora ci avvisa che oggi in paese c’è un festival, si può mangiare per strada alle bancarelle, e noi ci andiamo con grande entusiasmo dopo un breve riposo e una doccia. Alterniamo la serata tra Guinness, arringhe affumicate, zuppa di pesce e cupcakes. Ma alle 21 ce ne torniamo al B&B, la nostra giornata è stata lunga. Poco male, a quell’ora le bancarelle stanno già chiudendo!
05/08/2015
Di nuovo svegli con calma alle 8.30. Colazione alle 9.00 e alle 10.00 siamo a Cushendun, l’ultimo paesino delle Glens of Antrim
Cushedall-Cushendun km 8 tempo di percorrenza 11 minuti.
Breve sosta fotografica alla spiaggia e al porticciolo e passeggiata di 10 minuti nel sentiero lungo la spiaggia. E poi abbandoniamo la Costal Route per dirigerci verso The Dark Hedges
Cushendun- The dark Hedges km 31, tempo di percorrenza 34 minuti.
Se avessimo l’accesso a internet internazionale sullo smartphone sarebbe tutto molto più semplice visto che sono localizzate in google mpas, mentre sul navigatore si può soltanto inserire la via, perciò, se non fosse stato per una brava signora che ci ha fatto fermare facendoci i fari, saremmo ancora lì a girare. Apprezzabile la zelante cortesia irlandese, in Italia avremmo probabilmente tirato dritto pensando che l’automobilista dietro volesse litigare. Le Dark Hedges sono affollatissime, ma, dopo poco, se ne vanno due autobus di turisti e, col cielo grigio di oggi, forse vediamo in lontananza anche il fantasma della dama grigia di cui narrano svariate leggende. Riprendiamo la strada per tornare lungo la Costal Route e facciamo una brevissima sosta fotografica a Ballycastle. E poi a Carrick-a-Rope Bridge.
The Dark Hedges- Ballycastle km 14, tempo di percorrenza 14 minuti.
Balycastle- Carrick-a-Rope Bridge km , tempo di percorrenza 10 minuti.
Purtroppo oggi il cielo d’Irlanda non ce ne risparmia una e dobbiamo affrontare il ponte sotto la pioggia, e non proprio fina fina, che finisce proprio mentre torniamo al parcheggio. Il costo è di 5.90 sterline. Dal parcheggio al ponte c’è un chilometro di passeggiata e il paesaggio delle scogliere lo rende un po’ più lungo per le numerose foto che facciamo. Il ponte è affrontabile e si attraversa in massimo 8 persone per volta con alternanza di destra e sinistra. 5 minuti di visita all’isoletta e poi si torna indietro.
Sostiamo a Dunseverick Castle, due colonne, rovine di un antico castello, e poi a Portbradden, un pugno di case sul mare con una piccola chiesa che, si dice, essere la più piccola d’Irlanda (arrivare in fondo alla strada con la macchina, parcheggiare e percorrere 20 metri del breve sentiero pedonale) ed eccoci al Giant’s Causeway.
Carrick-a-rope-Giant’s Causeway km 16, tempo di percorrenza 16 minuti.
Giant’s Causeway: spettacolare! Incredibile! L’ingresso cista 9 sterline comprensivo di parcheggio, ingresso al centro visitatori e ai vari servizi offerti, audioguida. In realtà la visita al selciato del Gigante è gratuita partendo da punti e sentieri più lontani, quello che si paga sono, appunto, i servizi del centro visitatori, ma, tutto sommato, vale la pena di farsi la passeggiata ascoltando le leggende di Fionn il Gigante e di come e perché abbia costruito il selciato, la storia della sfida al gigante scozzese, dell’organo del gigante, della valle dei venti, dello stivale e del cammello del gigante e della baia delle mucche. A parte le leggende, è sempre stupefacente vedere le creazioni della natura. Ci sono vari percorsi e noi scegliamo quello medio da 25 minuti.
Decidiamo di saltare la visita alla distilleria per non arrivare troppo tardi a Derry e facciamo solo una breve sosta a Dunluce Castle, famoso perché crollato durante una cena.
Giant’s causeway-Dunluce km 8, tempo di percorrenza 12 minuti.
Dunluce-Derry km 62, tempo di percorrenza 1 ora.
B&B Cathedral View, 33 Westland Avenue. Arriviamo e non c’è nessuno! Per fortuna basta uno squillo e la signora arriva prontamente. A sua discolpa va detto che aveva provato con una mail e un messaggio a contattarmi per chiedermi l’orario di arrivo ma ho visto tutto quando ormai eravamo già arrivati. Camera doppia con bagno esterno(doccia e water separati). Un letto in più oltre al matrimoniale. Presenti molte prese. Lavandino in camera. Pulito. Phon a disposizione, wi-fi gratuito e possibilità di usufruire della cucina. Colazione irlandese abbondante.
Dopo poco riposo facciamo una breve passeggiata per Derry, prima Bogside, dove impera, insieme ai Murales che percorrono gli scontri armati, la marmorea scritta “Free Derry”. Poi entriamo nella città fortificata, vediamo due chiese dall’esterno, mangiamo alla Steakhouse Bentley, uno dei pub più in della città e finiamo la serata in un altro pub dove suonano musica dal vivo.
06/08/2015
Al mattino, dopo la colazione, ci aspettano più di 4 ore di viaggio per arrivare al nostro alloggio a Renvyle, prima tappa nel Connemara. Facciamo solo poche piccole soste ma, a causa di un errore nell’inserimento delle coordinate gps, arriviamo più tardi del previsto, verso le 15.30. D’altro canto questo ci ha permesso di vedere i primi paesaggi del Connemara, lungo la Lough Inaugh Valley, che si colloca sulla sponda opposta dei Twelve Bens rispetto al Parco Nazionale del Connemara. Arrivando a Tullycross, facciamo una breve sosta fotografica al Kylemore Abbey, l’unica vista esistente senza dover pafare il biglietto è situata su un piccolo ponte sul lago.
Derry-Renvyle km 287, tempo di percorrenza 4 ore e mezza.
Arrivati al B&B (Baywatch B&B, Tullycross), seguiamo l’indicazione sulla porta e andiamo a cercare Tony al pub del paese (“Paddy’s”). Il B&B è veramente bello e accogliente. Camere spaziose con bagno in camera, pulito, presenza del phon, asciugamani. Ci sono ben 2 armadi. Sala in comune con vista sulla campagna, in cui si può usufruire di cd, dvd e tv in comune rilassandosi su comodi divani. In sottofondo musica tradizionale irlandese. Tony è molto gentile e il giorno dopo è lui stesso a prepararci un’ottima colazione di uova strapazzate, salmone affumicato e pancetta, frutta e marmellate fatte in casa (adorabile la presentazione). 65 euro.
Facciamo un riposino e alle 16.45 ripartiamo all’esplorazione del Parco Nazionale del Connemra; per arrivarci basta seguire le indicazioni e si arriva in circa 10 minuti. Il Centro Visitatori è aperto fino alle 17.30 ma al parco si può entrare 24h/24. Ingresso gratuito. Esistono 3 itinerari verso il Diamond Hill, il monte che si trova proprio al centro e sormonta il parco, il giallo di 2,5 km, il blu di 3 e il rosso di 3,7…dichiarati. L’ultimo è sicuramente quello con la vista più appagante e mozzafiato, ma io vi consiglio di scegliere il blu se siete poco allenati. Noi abbiamo tentato il rosso, ma alla prima vetta non mi reggevano più le gambe, anzi, pensavamo di essere già arrivati, invece ci siamo accorti che la gente continuava a salire ancora più in alto. In ogni caso ci abbiamo messo più di due ore senza fare l’ultimo pezzo. Da dove siamo arrivati siamo tornati indietro seguendo il percorso a ritroso, probabilmente in controsenso….
Tornando percorriamo la costa alla ricerca delle spiagge di Renvyle, una doccia e Paddy ci aspetta (Paddy’s Coyne Pub and restaurant).
Il posto è superaffollato. Meglio sarebbe stato prenotare, soprattutto volendo mangiare le cozze, specialità del posto. Purtroppo noi siamo arrivati tardi e le avevano finite, così abbiamo preso un formaggio di capra cotto, una zuppa della casa, una torta al salmone e patate e un piatto di salmone ai pomodori. Tutto buonissimo e innaffiato di Guinness! Tot 44 euro. Non sappiamo se il locale sia sempre così pieno oppure ciò fosse stato causato dalla presenza di una troupe televisiva americana che proprio quella sera doveva fare un servizio, perciò anche la band ha iniziato a suonare molto tardi.
07/08/2015
Anche questa mattina dormiamo un po’. Partiamo subito dopo colazione e facciamo una piccola sosta al porticciolo di Cleggan, non mi sentirei di consigliarlo.
Renvyle-Cleggan km 2, tempo di percorrenza 25 minuti.
Invece, consiglio di arrivare a Clifden e, da lì, di imboccare la Sky Road, un percorso ad anello che va da Clifden al Kingston; ad un cerro punto arriverete ad un incrocio, da un lato segnala “Low sky road”, voi imboccate l’altra (quella che sale sempre più in alto) e fermatevi qua e là e al punto panoramico per godere del meraviglioso paesaggio scenografico. Oggi splende il sole, finalmente, e i colori sono magnifici.
Cleggan-Clifden km 11, tempo di percorrenza 15 minuti.
Ritornati sulla strada principale proseguiamo per Roundstone, siate certi di imboccare la strada statale R341, quella lungo la costa, così potrete fermarvi per una passeggiata lungo le spiagge caraibiche, se non per la temperatura dell’acqua, o una nuotata, solo per i più coraggiosi. La prima spiaggia in cui sostiamo è Mannin Bay, poi Dog’s Bay e Gurten Bay. I colori oggi sono davvero stupendi.
Clifden-Roundstone km 22, tempo di percorrenza 25 minuti.
Roundstone-Carna km 29, tempo di percorrenza 35 minuti.
Sarà colpa del sole e del vento marino ma la restante parte di strada crollo e dormo una mezzora. Passiamo a Carna, suggerita dalle guide, ma siccome non vediamo nulla che ci ispira tiriamo dritto fino a Carraroe dove troviamo la famosa Coral Strand, molto diversa dalle precedenti baie perché costituita da tante piccole insenature. La spiaggia, come Mannin Bay (anche se nessuno lo dice) è fatta di coralli e conchiglie. Alcune persone, rigorosamente in tuta termica, fanno il bagno.
Carna-Carraroe km 55, tempo di percorrenza 1 ora.
Carraroe-Spiddal km 37, tempo di percorrenza 39 minuti.
Arriviamo a Spiddal, al nostro B&B. Anche in questo caso non c’è una via (Arian View, Spiddal) perciò occorre inserire le coordinate gps o chiedere indicazioni. Venendo da Rossaveel si trova prima dell’ingresso al paese. Abbiamo scelto di dormire qui perché non solo è meno costoso dei prezzi di Galway, ma è anche più vicino a Rossaveel, dove l’indomani dovremo prendere il traghetto per le isole Aran. Costo 65 euro a notte. Camera matrimoniale con bagno in camera, phon e asciugamani. Pulito, essenziale e poco arredato, c’è solo una sedia dove poter appoggiare le proprie cose ma c’è un ampio armadio. La signora è molto gentile, ci offre un the appena arrivati e ci rassicura sulle previsioni meteo per l’indomani. Lei stessa vende i biglietti per i traghetti per le isole e questo ci farà risparmiare tempo al porto. Colazione abbondante.
La sera andiamo in paese, mangiamo al Giblan. Finalmente riesco ad ordinare un piazzo di gustose cozze! Invece, purtroppo, nemmeno stasera riusciamo a resistere fino all’inizio del concerto, troppa stanchezza! Ma questo viene ripagato dall’incontro con una volpe nel parcheggio del b&b, incontro che si aggiunge ai numerosi scoiattoli e conigli visti nei giorni precedenti.
08/08/2015
Spiddal-Rossaveel km 19, tempo di percorrenza 21 minuti.
Alle 9.45 siamo già al porto muniti di biglietti. Il cielo è grigio, speriamo in bene! La signora del b&b ci consiglia Inish Main, delle tre isole quella di media grandezza, meno frequentata e più selvaggia delle altre due. Ancora non sappiamo a cosa andiamo incontro! Ci vogliono circa 45 minuti per raggiungere l’isola, al porto non c’è nulla se non una piccola pensilina. I sentieri sono poco chiari e poco segnalati, cominciamo a vagare in lande desolate con vento e freddo.
Quello che colpisce in queste isole sono enormi distese di verde costellate di muriccioli fatti da pietre che sembrano soltanto appoggiate l’una sull’altra e, invece, reggono al vento costante. Questi muretti vanno a formare una sorta di recinti che dividono i vasti prati in comparti. In alcuni di questi pascolano mucche, cavalli, asini e pony. Un’altra cosa che colpisce è la quantità, la varietà di fiori, se il cielo si aprisse sarebbe tutto molto più godibile.
Facciamo una passeggiata fino alla fortezza medievale dopo aver camminato un’ora prima di trovare segni di vita, quasi tutta distrutta. La fortezza è situata sul promontorio, perciò è visibile da ogni punto dell’isola. Ci fermiamo in un minuscolo ristorante a cercare un po’ di riparo (mangiamo zuppa di funghi e salmone affumicato) e poi non ci facciamo scoraggiare da due gocce di pioggerellina fina e proseguiamo il sentiero per vedere le scogliere e la Synge’s Chair. Ma non troviamo nulla, la pioggia aumenta e decidiamo di tornare indietro. Il ristorante ha chiuso, non ci sono altri bar e dopo il paese non c’è un punto in cui ripararsi. La strada è ancora lunga. Il vento è sempre più forte, siamo bagnati fradici e l’acqua inizia ad entrare nelle scarpe, il freddo nelle ossa. Arriviamo al molo un’ora prima del traghetto. C’è solo quella pensilina per ripararsi ma nemmeno un bagno. Va bene la ruralità, il paesaggio selvaggio e bucolico…ma nemmeno un bagno? Bocciate le Ferry Aran Islands per la disorganizzazione totale, un bagno non ce l’hanno nemmeno al parcheggio! Tornando indietro consiglierei di godersi le Aran in una bella giornata di sole oppure di limitarsi a Inishmore, la più grande e più turistica, dove i servizi sono maggiori e sicuramente è più facile trovare un punto di riparo.
L’ultimo tragitto tutti fradici prima di una bella doccia calda a Galway.
Rossaveel-Galway km 37, tempo di percorrenza 48 minuti.
Il nostro alloggio è il Corrib Campus. Anche in questo caso inseriamo le coordinate nel gps e arriviamo verso le 19.30. Il campus è molto grande, occorre andare prima alla reception per fare il check-in, c’è un po’ di coda ma lo staff è molto efficiente, e ce la caviamo in 10 minuti nonostante abbiano fatto un po’ di casino con le prenotazioni. Probabilmente avevo cancellato e rifatto la prenotazione su booking perché volevano 80 euro anziché 60, ma 20 euro di differenza mi sembrano eccessive, altrimenti non l’avrei prenotato nemmeno la prima volta. Aggiungiamo 6 euro a testa per la colazione, ci danno due tessere per aprire la stanza e la piantina del campus per raggiungerla. Abbiamo prenotato una stanza con bagno in comune. È abbastanza pulita, idem il bagno per essere un bagno condiviso di un campus (sicuramente non all’altezza di quelli dei b&b). Anche qui ci sono gli asciugamani e il set di cortesia. Nel campus c’è un ristorante e un negozio con l’essenziale che resta aperto fino a tardi. Spazi ampi di parcheggio senza prenotazione. No c’è il phon incluso, ma stavolta ne abbiamo veramente bisogno (anche per asciugare le scarpe!!), e ne chiediamo uno alla reception. Ce lo danno con 10 euro di deposito che ci vengono ridate alla restituzione del phon. Il campus è popolato per lo più da giovani, ma abbiamo incrociato anche coppie più vecchie di noi, perciò lo consigliamo nonostante il rischio di schiamazzi notturni. Alla luce dei fatti, invece, sconsiglio vivamente la colazione: nei 6 euro sono compresi solo caffè, the, frutta, succhi e cornflakes; per la colazione irlandese occorre pagare ulteriormente!
Dopo una doccia calda usciamo alla scoperta di Galway. Vista la stanchezza e il freddo preso nel pomeriggio decidiamo di andare in auto. Non abbiamo capito la distanza effettiva dal centro. Il navigatore ci indicava distanza di 2-3 km dal centro, ma probabilmente ci sarà una scorciatoia a piedi o in bici.
Troviamo quasi subito un parcheggio (come da noi nei giorni festivi e dopo le 18.30 i parcheggi a pagamento, da loro contrassegnati da linee bianche, non si pagano più). Ci aperitivizziamo con una Smithwicks e un sidro al SallyLong Rock Pub. Siamo stati attirati dalla musica metal e dentro sembra di essere catapultati in un mondo a metà tra una bisca clandestina e una puntata di “Sons of Anarchy”: il tavolo da biliardo raduna un manipolo di giocatori pronti a tutto, motociclisti barbuti e tatuati e, al bancone, irlandesi di una certa staffa sbronzi sembrano aspettare la rissa. Non a caso, quando ripassiamo davanti a fine serata, c’è fuori un’ambulanza!!! Poi cerchiamo un posticino dove mangiare ed entriamo in quello che sembra l’unico con posti ancora disponibile. E’ essenziale, spendiamo 23 euro per alette di pollo e stufato, bibite incluse. Tornando verso la macchina ci fermiamo in un ultimo pub per un irish mist, un posto caratteristico dove un duo acustico suona musica folk. Il pub è molto affollato, tutti intonano i versi delle canzoni, alzando le pinte al cielo, rossi paonazzi. Qualcuno non ce la fa e si addormenta in piedi appoggiato allo stipite della porta lasciando qualche moneta sul bancone. Prima di fare la stessa fine, è meglio che ce ne andiamo a dormire anche noi!
09/08/2015
Al mattino ce ne andiamo non saziati dalla colazione del campus, come accennavo prima, direzione Doolin, per la precisione verso le cliffs of Moher.
Galway-Doolin km 70, tempo di percorrenza 1 ora e 10 minuti.
Quella che doveva essere una breve sosta ad ammirare le cliffs diventa uno dei momenti più belli della vacanza e passiamo circa due ore ad ammirare le maestose Cliffs facendo un sacco di foto e passeggiando per i sentieri adiacenti. Consigliamo assolutamente di fare queste deviazione ovunque voi siate! Se siete fortunati potrete anche ammirare uno strano fenomeno: pezzi interi di schiuma bianca scagliati verso l’alto e trasportati sui prati dal vento quando le onde più imponenti si schiantano sulle cliffs, assomigliano a giganteschi chicchi di neve che seguono un percorso antigravitazionale. Costo 6 euro a testa, 2 euro per salire sulla torre che permette una bellissima vista. Anche le cliffs, come la Giant’s Causeway, possono essere raggiunte dai sentieri, quindi se vi piacciono le escursioni, non pagherete nulla.
Da qui decidiamo di non fermarci a Doolin, proseguiamo per un breve pezzo dell’itinerario verso l’aspro paesaggio del burren e poi ritorniamo sulla strada principale che ci porterà a Dublino.
Doolin-Dublino km 296, tempo di percorrenza 3 ore e 15 minuti.
Il viaggio è un po’ più lungo del previsto, soprattutto l’ingresso a Dublino: hanno chiuso una strada lungo il fiume a causa di un incidente e quindi arriviamo verso le 19.30, un’ora e mezza dopo l’orario previsto. Il nostro alloggio è il Trinity College, il più economico trovato, inoltre ha il vantaggio di essere in pieno centro. Ci mettiamo un po’ a trovare la reception, poco segnalata; all’interno è molto grande e ci mettiamo 10 minuti per raggiungere la nostra stanza. In pratica dobbiamo attraversare tutto il college, ma è solo un piacere visto che siamo all’interno di una della main attraction di Dublino. La camera non è molto grande, il letto a una piazza e mezza ma per una notte va benissimo; wi-fi gratuito, asciugamani e set da bagno di cortesia. Non c’è la possibilità di fare colazione. Qui non abbiamo riscontrato schiamazzi notturni. Ci siamo dimenticati di prenotare il posto auto ma nessuno ci dice niente, anzi ci dicono che possiamo lasciarla lì fino al mattino dopo.
La sera ci buttiamo in Temple Bar: l’atmosfera è calda e allegra, la strada è tappezzata di pub, la gente affolla le strade, esce musica da tutte le porte e nella piazza principale suona una band. Giriamo tre diversi pub, in uno ci ceniamo. I prezzi dei drink sono cari ovunque ma per una sera val la pena gettarsi nella mischia.
10/08/2015
Ultimo giorno. Check-out veloce. Faccio qualche foto all’interno del Trinity College mentre Luca porta l’auto al parcheggio coperto convenzionato con il college (12 euro per 6 ore). Colazione da Sturbucks e poi ci lasciamo incuriosire dal Wax Museum lì vicino. Forse è più per bambini che per adulti ma è un modo piacevole per passare un’oretta. Si tratta di un museo interattivo costituito da varie sezioni, in alcune ci sono statue che raffigurano personaggi storici e mitologici e schiacciando un pulsante una voce narrante percorre la storia e le leggende dell’Irlanda. Poi ci sono la stanza degli orrori, un paio di stanze per bambini, lo studio di registrazione dove si può scegliere una canzone (tra poche) e scatenarsi registrando il proprio video (ed eventualmente comprarlo), la stanza del mixer e la stanza della scienza con diversi giochi interattivi. Ingresso 12 euro.
Poi passeggiamo per il centro fotografando Christ Church, il Castello d Dublino e la St. Patrick Cathedral.
Pranzo presso Queens of Tarts. In una parola: sublime! Sono specializzati in torte dolci o salate. Ordiniamo una hot pie di funghi e una torta al salmone affumicato, dividiamo una cheesecake al bailys con gocce di cioccolato da leccarsi i baffi. Non proprio economico ma 28 euro ben spesi!
Ultima passeggiata a Temple Bar che non si smentisce nemmeno di giorno tra musicisti in strada e nei pubs. E purtroppo giunge l’ora del rientro, ritiriamo l’auto al parcheggio e, colpa del traffico e dell’inaspettato posto di riconsegna della stessa, ci mettiamo più del previsto. Nella fretta di tirar fuori i bagagli dalla macchina e sistemare un paio di cose mi volano via un po’ di fogli…compresa la mia carta d’imbarco che non farà mai più ritorno! Maledetto vento irlandese! La navetta ci porta in aeroporto e nonostante tutto la brava signorina della ryanair non mi fa pagare la ristampa della carta d’imbarco.
A parte il tempo che è stato troppo spesso grigio e piovoso per essere estate, e che spesso non ci ha consentito di ammirare le 100 sfumature di verde dell’Irlanda, torniamo a casa con un bel carico di ricordi e leggende da raccontare!
P.S. Un paio di consigli pratici
Per risparmiare, abituatevi all’abbondante colazione irlandese, il più delle volte compresa nel prezzo del B&B, così non dovrete fermarvi per il pranzo ma potrete placare quel briciolo di fame che vi resta solo con una merenda.
Nelle prenotazioni, considerate che, anche se non c’è scritto da nessuna parte, gli asciugamani sono sempre presenti dappertutto, nei b&b come nei campus. A noi era venuto il dubbio e li avevamo portati. Avendolo saputo prima avremmo risparmiato spazio in valigia.