Cayo Largo del Sur: l’isola delle tartarughe
Sul Boeing 767 di Blue Panorama siamo solo in 67, viaggiamo benissimo e le 10 ore di volo passano senza nemmeno accorgercene.
All’arrivo all’aeroporto di Cayo Largo ci aspetta un caldo infernale, non si muove una foglia: i tropici si presentano come ce li aspettavamo.
Alloggiamo al Barcelò Cayo Largo Beach Resort, l’hotel più nuovo dell’isola; al nostro arrivo veniamo piacevolmente accolti dal gruppo musicale “Cuarteto Ahao” che suona musica cubana stile “Buena Vista Social Club”. Alla sera si scatena un temporale tropicale, una pioggia intensa e calda che però si esaurisce nel giro di pochi minuti.
1/9/2005 Alle 6.00 siamo già svegli, le 6 ore in meno rispetto all’Italia si fanno sentire. Decidiamo di andare sulla spiaggia a vedere l’alba; quello che però ci sorprende particolarmente sulla bella spiaggia sono i numerosi nidi di tartarughe marine che depongono le loro uova su questo versante dell’isola. Sono dei grandi buchi scavati nella sabbia e poi ricoperti accuratamente da mamma tartaruga a protezione dei suoi piccoli; sono visibili chiaramente anche le tracce lasciate dall’animale durante l’uscita dall’acqua. All’improvviso da un nido sbuca un tartarughino che istintivamente si dirige verso il mare: immediatamente ci posizioniamo vicino a lui in modo da proteggerlo dai numerosi gabbiani, pellicani e cormorani appostati in attesa di qualche facile preda… Vai piccolino, corri verso le calde acque del mar dei Caraibi! 2/9/2005 Oggi è il nostro anniversario e quale modo migliore di festeggiarlo se non visitare le spiagge più belle di Cayo Largo, Playa Sirena e Playa Paraiso? Alle 9,00 partiamo con il trenino (2 pesos a/r) che porta alle spiagge e nel giro di mezz’ora, viaggiando in mezzo alle palme e alla sabbia raggiungiamo questi posti da sogno. Playa Sirena è considerata una fra le più belle spiagge dei Caraibi , la sabbia è bianchissima e finissima, si ha l’impressione di camminare sul borotalco; stelle marine giganti popolano le acque calde e cristalline dai colori indescrivibili, con sfumature dal bianco al turchese al cobalto. Con maschera e pinne a pochi centinaia di metri dalla spiaggia e a poca profondità ci si presenta una piccola barriera corallina popolata da numerosi e strani pesciolini, pesci palla, gorgonie. Vorrei rimanere qui per sempre…
Il ritorno in albergo è a dir poco rocambolesco: prima veniamo abbandonati a Playa Sirena poiché il trenino arriva già pieno e non c’è posto, al secondo giro riusciamo finalmente a salire ma durante il tragitto si buca una gomma (l’autista guida come un matto sullo sterrato!) e dobbiamo fermarci per staccare un vagone e abbandonarlo a lato della strada.
Alle 18.00 veniamo informati che ci sarà la liberazione di alcune tartarughine verdi di mare: arriva il biologo con una cesta colma di piccoli e li distribuisce alle persone presenti sulla spiaggia, poi ci dispone in fila di fronte al mare, anzi dobbiamo allontanarci qualche metro dalla battigia e poi via, appoggiare a terra i tartarughini che partono velocissimi per raggiungere al più presto le onde che li porteranno in mare aperto. Il biologo ci dice che queste tartarughe vivono a circa 4 miglia dalla costa dove c’è una corrente che le trasporta; quest’isola è il posto più importante al mondo per la riproduzione delle tartarughe di mare: ogni anno ne nascono circa 20.000 ma solo il 5% riesce a raggiungere l’età adulta. Non avrei mai creduto che ci sarebbe capitato di vivere una simile esperienza, è stata un’emozione indescrivibile che non dimenticherò mai.
3/9/2005 Questa mattina ci recheremo a visitare il “pueblo”, il paesino nato per ospitare i lavoratori che vengono qui a lavorare dalla Isla de la Juventud; prima però vogliamo fare un salto in spiaggia a cercare l’iguana che vi abita. Portiamo con noi dei pezzetti di frutta: appena raggiungiamo le rocce in fondo alla spiaggia del Barcelò vediamo subito Iguanita (così la chiama mio marito), già abituata alla presenza umana e soprattutto a ricevere “spuntini”. Non è assolutamente spaventata, anzi si avvicina e prende un pezzetto di cocco dalle mani di mio marito! Mentre rientriamo in albergo per prendere il pulmino che ci porterà al pueblo una nuova sorpresa ci appare fra le fronde di una palma, un colibrì dal piumaggio verde che succhia il nettare in volo: è piccolissimo e velocissimo, non ne avevo mai visti prima.
Eccoci finalmente in viaggio verso il pueblo e la Marina di Cayo Largo; l’autista del pulmino, Pedro, è uno spettacolo ambulante, riesce a guidare, suonare la chitarra, le maracas e a cantare contemporaneamente. I cubani non possono fare a meno della musica, e per fortuna che qui il traffico è limitato a pochissime auto e moto a noleggio! Al villaggio visitiamo il museo del Cayo (1 peso), una piccola casetta dove sono raccolte alcune foto che ricordano la costruzione degli alberghi sull’isola, il passaggio dell’uragano Michelle nel 2001 e ospita alcuni pezzi di navi di pirati ed esemplari della fauna marina locale.
Ci rechiamo poi alla “Granja de las tortugas” (1 peso), l’allevamento dove vengono tenuti i piccoli di tartaruga marina per 3 mesi prima di essere liberati in mare: vediamo anche una grande tartaruga di 60 anni, Maria, che sfila davanti a noi per farsi accarezzare.
4/9/2005 Per me e per mia figlia oggi sarà una giornata dedicata alla vita di mare. Mio marito invece esce a fare due immersioni con l’accompagnatore Israel del diving locale. Qui le procedure per le immersioni sono molto complicate, deve addirittura passare all’ufficio del turismo (praticamente in dogana) dove gli vengono rilasciati 4 cartellini ciascuno dei quali dovrà essere consegnato ad ogni immersione. Qui la barriera corallina non è ricca come quella del Mar Rosso, però si riescono a vedere numerosi e strani pesciolini, gorgonie, corallo nero, spugne a candelabro, ma quello che ha dato maggiore soddisfazione a mio marito è stato uno squalo grigio avvistato a pochi metri di profondità sotto una roccia.
5/9/2005 Dopo una ricca colazione alle 9.00 partiamo per la gita in catamarano verso Cayo Iguana e la barriera corallina. Come sempre è Pedro con il suo pulmino ad accompagnarci alla Marina dove saliremo su Lo Maximo, un catamarano che porta 25 – 30 persone condotto da Roberto, un cubano pittoresco con capello lungo stile pirata, occhiali da sole e immancabile sigaro: naturalmente in sottofondo non poteva mancare il reggaton alternato a merengue a portare allegria e spensieratezza. Prima di partire ci fa onore della sua presenza un coccodrillo che abita nei pressi dell’antica torre di avvistamento dei pirati. La giornata inizia con poco sole, attraversiamo il canale di mangrovie e in breve raggiungiamo l’isola delle iguana: l’atmosfera è irreale, siamo forse giunti a Jurassic Park? Scendiamo dal catamarano e immediatamente veniamo circondati da una gran quantità di questi rettili preistorici per niente intimoriti. Alcune sono veramente grandi, due di loro si stanno addirittura affrontando, quasi facessero una rappresentazione per turisti; un’altra ci sembra piuttosto pericolosa, non lascia avvicinare nessuno, soffia e scuote violentemente la testa, vediamo successivamente che ha i piccoli e cerca di difenderli da noi scocciatori. Riprendiamo il mare e finalmente inizia ad uscire il sole: i colori dei Caraibi si mostrano in tutta la loro meraviglia. Dopo pochi minuti di navigazione raggiungiamo la barriera corallina dove effettueremo una sosta per lo snorkelling. Ripartiamo verso le piscine naturali dove ci fermeremo per il pranzo ma prima ce lo dovremo procurare… Roberto armato di una specie di fiocina e di un guanto metallico si tuffa in acqua e in men che non si dica raccoglie come se fossero pomodori una quarantina di enormi aragoste, il pranzo è assicurato! Nell’attesa della preparazione dei crostacei abbiamo il tempo per un altro bagno, questa volta alle piscine naturali: mio marito e mia figlia, indossati maschera, pinne e boccaglio si tuffano in queste acque di smeraldo ma dopo poco tempo li vedo rientrare velocemente; vedo che mia figlia è spaventata… “abbiamo visto un barracuda enorme, veniva verso di noi, mi tremano le gambe!” Questo mancava alla nostra collezione di “animal watching”, e comunque non si scherza con un predatore, specialmente se di grosse dimensioni! Finalmente il pranzo è pronto, che meraviglia e che profumo delizioso: mangiamo aragosta a volontà su di un catamarano in mezzo al mar dei Caraibi con un sfondo paradisiaco, non possiamo pretendere di meglio! A metà pomeriggio riprendiamo la via del ritorno ma facciamo un’ultima sosta al “Quinto canale”, una spiaggia dove si trova un particolare fango che, spalmato sul corpo, pare abbia proprietà miracolose: ci ricopriamo tutti di questa poltiglia bianca e sembriamo degli aborigeni pronti per qualche rito propiziatorio…Ma attenzione, è proprio vero, il fango è miracoloso, mio marito si sta già trasformando in Brad Pitt! Verso le 17.00 rientriamo in albergo: una giornata indimenticabile, negli occhi porteremo per sempre le immagini di questo angolo di paradiso.
6-7/9/2005 Sono gli ultimi 2 giorni di vacanza a Cayo Largo, li dedicheremo alle ultime immersioni e a Playa Sirena, meravigliosa. Questa volta però decidiamo di raggiungerla noleggiando un fuoristrada (l’esperienza del trenino ci è bastata) così potremo vedere anche la zona est dell’isola. Partiamo alla scoperta di questa parte di Cayo nel pomeriggio, per fortuna che abbiamo una jeep, altrimenti saremmo rimasti insabbiati. Purtroppo la strada è percorribile solo parzialmente e il nostro desiderio di raggiungere playa los Cocos e playa Tortugas non si può soddisfare; peraltro ci hanno detto che l’uragano passato poche settimane fa ha spazzato via queste spiagge e non si vede più niente. Ci è piaciuto comunque molto viaggiare in mezzo alle palme da cocco e speriamo che su questa parte di isola non venga mai realizzata nessuna costruzione ma sia mantenuta allo stato attuale.
Al ritorno in albergo ci aspetta una nuova liberazione di tartarughine, distribuzione di rito e via verso il mare. Al termine il biologo ci chiede di accompagnarlo all’area di incubazione presente nei pressi della spiaggia: si tratta di una zona sabbiosa dove vengono sotterrate le uova di tartaruga per proteggerle dai predatori. I cartellini che indicano le caratteristiche di ciascun nido rivelano che è giunto il momento per la nascita dei piccoli; il biologo inizia a scavare con le mani e a circa 60 cm di profondità appaiono i tartarughini appena nati, alcuni ancora parzialmente nell’uovo! Con il nostro aiuto i piccoli vengono estratti dal nido e riposti in una grande cesta, e così per altri 4 0 5 nidi, alla fine si contano ben 263 nuovi nati, è stato bellissimo! 8/9/2005 Oggi è il nostro ultimo giorno ai Caraibi, fortunatamente però il volo di ritorno invece che alle 17.00 di oggi pomeriggio è stato spostato alle 3.50 di domani mattina e riusciamo a rosicchiare ancora qualche ora di vacanza.
Per l’ultima volta andiamo a salutare Iguanita e alla sera, ancora una volta liberiamo 105 tartarughine e una tartaruga dal becco d’uccello dell’età di 2 anni. Il biologo ci dice che questo tipo di tartaruga è carnivora, si nutre di crostacei e conchiglie, mentre le tartarughe verdi, quelle che abbiamo liberato e visto nascere, sono erbivore e mangiano alghe. Anche questa sera assistiamo alla nascita dei piccoli nell’area di incubazione, questa volta sono “solo” 218.
9/9/2005 Sono le 2.00 del mattino ed è arrivato il pulmino che ci porterà in aeroporto. Sotto questo meraviglioso cielo ricco di stelle come non mai penso al volo che ci riporterà in Italia e alla meravigliosa esperienza vissuta in questi giorni con la mia famiglia. Chiudo gli occhi e rivedo gli incantevoli colori del mar dei Caraibi, le tartarughe, l’isola delle iguana, sento la musica cubana e la pioggia calda di un temporale tropicale. Nemmeno i mosquitos, qui tanto numerosi e invadenti, hanno potuto togliere punti ad un posto così meraviglioso che non potrò mai dimenticare. Adiòs Cayo Largo del Sur, anzi hasta pronto.