Catalogna…ma non Barcellona!
Partiamo all’alba (3:45 del mattino dalla dogana di Bardonnex, cantone di Ginevra, CH), traffico da scarso a regolare, rotta verso Sud…Prima breve tappa caffé, toilette, colazione a Montélimar, dove non resisto alla tentazione di riempirmi le tasche di nougat, specialità della zona, del tutto simile al torrone italiano…E avanti, senza soste fino alla frontiera, ammirando la valle del Rodano, i paesaggi provenzali che fuggono veloci e i bei colori del paese catàro, Montpellier e Perpignan (Perpinyà, la Catalogna comincia già qui…). Passaggio veloce della frontiera, alla Jonquera, diritti fino a Gerona sud e da là, ci inseriamo nella strada provinciale che porta a LLagostera e da Llagostera a San LLorenç, che non è neppure un villaggio, è una “urbanizacion”, definirla una frazione è rendergli piu’ meriti di quanti ne abbia…La casetta si raggiunge percorrendo una stradicciola bordata dagli stessi cipressi “lunghi e stretti” che da Bolgheri vanno a san Guido in duplice filar…La prima giornata é dedicata al riposo, con una rapida escursione serale a Platja d’Aro’, per un bel piatto di tapas olandesi con gli alluci insabbiati e ammirando il mare. I 3 pargoli che abbiamo al seguito si divertono ad inseguire gli enormi gabbiani che squattano la spiaggia…Platja d’Aro’ non ci é mai piaciuta (ma c’e un’ottima gelateria veneta…), siamo un popolo di cale e spiagge selvagge, ci andiamo, a volte, solo per l’aperitivo serale, alternando con San Feliu’ de Guixol, antico porto dal centro storico molto grazioso, con una vera rambla e un castello e soprattutto, una ricca attività culturale estiva e Calonge, vero, grande porto di pescatori, amante dei festival di musica ! (e pesce azzurro) I giorni che seguono, alterniamo le cale che già conosciamo, a nord di San Feliu’ e Platja d’Aro, con nuove destinazioni. Passiamo dalla calella di Llafranc a Tamariu, da Begur (la Saint Tropez della Costa Brava, bellissimo paesino arroccato sulla collina: ogni martedi sera, si ballano le sardanas, con grande partecipazione di catalani di tutte le età, accomunati dall’espressione contrita e concentrata, quasi preparassero una veglia funebre…) a cala dePalafrugell , a Sa Tuna, Aigua Blava, Aigua Freida (nome suggestivo e quanto mai indicato: non sono mai riuscita a restare piu’ di 5 minuti in acqua).
Decidiamo di esplorare il sud del Baix Emporda e dopo Platja d’Aro’, scopriamo S’Agaro’…Spiaggetta non molto bella, ma ci viene indicato un suggestivo Cami’ de la Guardia che costeggia un barrio residencial deglia anni ’20, arroccato su un cocuzzolo, con dei palazzi e dei giardini da favola…Il cami’ domina il mare e nasconde delle piccole calette dall’acqua cristallina: alla fine del Cami’, ci aspetta una magnifica distesa di sabbia bianca, protetta da una pineta e poco frequentata: la Cala Sa Conca e la Platja gran E siccome non di sola sabbia vive l’uomo e soprattutto io, che, vergogna ! non so’ nuotare, esigo che pomeriggi siano dedicati alle escursioni nell’entroterra. Eccoci alla volta di Peratallada, borgo medievale racchiuso da possenti mura di cinta che si aprono verso una chiesetta sul cui frontone é scolpita una croce catara…I trascorsi della storia…E poi Pals, bellissimo borgo catalano, che ricorda, per l’ambiente, san Marino…Passaggio alla Bisbal d’Empordà, famosa per le sue ceramiche…
Dedichiamo una giornata all’Estartit, porto da cui si imbarca, fra l’altro, per le isole Medès: per la gioia dei bimbi e la noia degli adulti: dal fondo “panoramico” della barca non si vede molto, qualhe pescetto disorientato, rocce, acqua. Ci godiamo la brezza marina.
Gerona ( Girona, alla catalana): un patrimonio romanico ammirevole, un barrio centrale bello, ma un po’ sporco, complici i numerosi turisti(maleducati) e un matrimonio in cui incappiamo involontariamente…Da visitare assolutamente i bagni arabi e il quartiere ebraico, 1000 anni di storia, ragazzi ! Per il parcheggio, consiglio quello , custodito, accanto alla stazione e munendosi di buona volontà, si cammina verso il centro (indicazioni piu’ che buone).
Quasi alla fine del nostro soggiorno, ci dedichiamo alla visita della Garrotxa, zona vulcanica ricca di belle sorprese: l’estany de Banyoles, zona lacustre paludosa e selvaggia, Besalu’, fantastica cittadina antichissima, allle porte della Garrotxa vera e propria, tutta da vedere e da scoprire.
Avvertenza. Un detto catalano insegna che se non piove nella Garrotxa, tutta la Spagna sta morendo di sete: è infatti, una zona umidissima e ne faremo le spese.
Giungiamo ad Olot dove saliamo in cima al vulcano, spento, della Margarida.
Bella panoramica di una cittadina abbastanza squallida, a parte qualche viuzza e qualche raro palazzo antico salvato dallo scempio delle costruzioni popolari.
Centro d’interesse: l’ufficio turistico, dove il personale, cortesissimo e multilingue ci piazza una mezza tonnellata di mappe e guide (gratis) e ciprodiga di utili onsigli: visita del Museo Vulcanico e proseguimento per un’escursione (libera) nel parco dei vulcani. Parcheggiate le auto, infilati gli scarponcini da marcia, ci avventuriamo verso l’interno, quando un improvviso acquazzone (gocce grosse come palle da golf, a temperatura d’ibernazione) ci costringe alla ritirata strategica. Ci dirigiamo verso Santa Pau, dove spero di poter gustare le famose e decantante specialità della cocina volcanica: scopro che sono …I fagioli…Mi viene intimato di sfamarmi con un “bocadillo” all’olio e pomodoro che divoro con un muso lungo da formichiere e giurando vendetta contro il resto degli accoliti.
Consiglio: la Garrotxa merita almeno un paio di giorni di escursione, ci sono tantissimi e fantastici agri turismi…Un bel itinerario per chi ama il trekking in mezzo al verde e vuol uscire un po’ dai circuiti strabattuti.
La vacanza volge al termine: il nostro gruppo si separa, noi rientriamo in anticipo di un giorno e in Francia, deviamo verso Carcassonne, dove il festival di musica e spettacolo batte il pieno. Alloggiamo in un B&B ,Les hauts de Fontgrande, alle porte della Cittadella, in mezzo alle cicale e accolti da un simpaticissimo e colto catalano…Una notte, una cena fantastica nel cuore della cittadella, un ultimo bagno in piscina e via, Ginevra ci aspetta.
Nell’Alt e Baix Empordà, gli agriturismi sono numerosi e spesso eccellenti: La Catalogna ha molto da insegnare all’Italia, ho notato un’attenzione particolare alla valorizzazione e recupero del patrimonio artistico e culturale, le strade sono eccellenti e costruite e rinnovate a grande velocità. Chi vuole una vacanza fai-da te, sappia che fare la spesa, anche nei supermercati, svuota il portafoglio quanto in Italia, la frutta è piuttosto cara e non è buona come la nostra…
Consigliere di sceglieredegli alloggi nell’entroterra, la rete stradale è veramente buona. Non esitate a sfruttare fino all’indecenza gli uffici turistici. Le loro guide, multilingue sono molto interessanti e spingono verso mete alternative. A Barcellona, andateci d’inverno…Spendete il resto del tempo a esplorare il resto della regione che ha moltissimo da offrire.
E se volete prolungare il vostro soggiorno alla Francia catalana, visitate il paese cataro: é bellissimo ! P.S. Mi accorgo che il concorso é limitato ai residenti in Italia…Non importa: se considerate che il mio itinerario/resoconto possa essere utile o interessante, se vi ppiace, pubblicatelo comme outsider…E grazie per avermi seguito !