Castelli, laghi, pioggia e tanta simpatia
Buona lettura. Buon viaggio.
Pronti si parte!!!!!!! PRIMO GIORNO Partiamo da Pisa in tarda mattinata. Apriamo una parentesi: Noi siamo di Potenza e questo ha significato arrivare nella città della torre pendente il giorno prima e pernottare. Una scusa per ricavarci un delizioso pomeriggio toscano tra campo dei miracoli e cucina tipica.
Chiudiamo parentesi. Ora si fa sul serio.
PRIMO GIORNO La nostra tanto desiderata vacanza sembrava esser iniziata nel modo peggiore. Non tanto per la pioggia che ci accoglie, insomma se vai in vacanza in Scozia la pioggia la metti in conto, quanto per il drammatico colpo di scena all’aeroporto di Prestwick davanti ad un categorico impiegato della Hertz. I due poveri scemi, noi, non avevano letto bene le condizioni del noleggio effettuate su internet: la carta prepagata che era andata bene per pagare dall’Italia non andava bene come garanzia in Scozia. Niente. Niente auto. Ci siamo guardati senza capire bene cosa fare. Muti. Senza parole inglesi o italiane con cui poter chiudere la falla apertasi all’improvviso nel paradiso di vacanza che ci eravamo coccolati per settimane. Ancora scioccati abbiamo preso il treno per raggiungere Glasgow. Il biglietto l’abbiamo fatto sul treno e mostrando quello aereo abbiamo avuto uno sconto. In stazione ci siamo procurati la cartina della città con un cerchio deciso subito tracciato su George Square, la sede del Visit Scotland, per noi come vedrete la sede di un vero tesoro. Era tardo pomeriggio ma abbiamo fatto in tempo a lasciare il bagaglio nell’albergo che avevamo prenotato dall’Italia e che fortunatamente era vicino alla stazione, lì abbiamo fermato la camera per un’altra notte per avere il tempo di riorganizzarci e siamo volati fuori alla ricerca del centro informazioni. (Spesa camera e colazione 70 GBP).
Per Antonio il momento di massimo scoramento era stato in treno vedendo scorrere la costiera e rendendosi conto di come sarebbe stata sacrificata la nostra vacanza senza auto. Per me fu per le strade del centro quando mi trovai davanti un gabbiano che frugava dentro il petto di un piccione morto. Che orrore! Qui inizia la vera vacanza perché iniziano le belle notizie.
Ci dice una ragazza simpatica e disponibile, la regola in questo paese stupendo non solo per i paesaggi e i castelli ma anche per la sua gente, che tramite loro possiamo prenotare un’auto a costi contenuti e senza le garanzie pretese dalla Hertz. Prendiamo appuntamento per la mattina dopo e sollevati andiamo alla scoperta del centro con un altro spirito. Scopriamo un negozio della catena Tesco e organizziamo una cena succulenta a prezzi modici. Da tenere presente se si vuol risparmiare.
SECONDO GIORNO: Tutta la mattina è dedicata a Cloe la simpaticissima ragazza del Visit Scotland che ci fa avere un’auto dell’Arnold Clark per undici giorni al costo di nove e con assicurazione inclusa, ci trova un bed and breakfast sull’isola di Skie (cosa assolutamente non semplice in agosto in un isola molto ricercata) e vicino ad Edinburgo (cosa assolutamente non semplice in agosto a causa del festival). Ci vende due explorer pass che a 27 GBP l’uno ci permettono sette giorni di visite illimitate nei 75 siti del circuito Visit Scotland. Secondo i nostri calcoli abbiamo così risparmiato una cifra equivalente al doppio di quella spesa. Di questi pass esistono altre due versioni a 19 GBP per tre giorni e a 32 GBP per 10 giorni. Sono molto convenienti perché come abbiamo avuto presto modo di sapere il turismo culturale in Scozia è molto caro.
Usciamo sorridenti e pieni di entusiasmo, inebriati da una giornata di sole davvero inaspettata. Tutto si è risolto per il meglio. Certo abbiamo perso una giornata e ne perderemo un’altra alla fine per restituire l’auto a Glasgow. Certo abbiamo dovuto dire addio alle isole Orcadi. Ma non importa. Il resto della giornata abbiamo gironzolato per Glasgow, visto la cattedrale e visitato Provand’s Lordship, la piccola casa medioevale sopravvissutale di fronte. Tutto FREE ma non c’è d’abituarsi.
TERZO GIORNO. Piove. Pioverà tutto il giorno e tutta la notte. Ritiriamo la nostra piccola grande vettura. Si tratta di una ford Ka dentro cui a parte noi e le valigie non entrerebbe neppure una spillo. Si parte in direzione Stirling per immergerci nei luoghi dell’eroe dal cuore impavido: William Wallace. Visitiamo il castello che costa 8.50 GBP ma noi usiamo l’explorer pass che ci fa avere anche una riduzione per le audioguide oltre che evitarci la fila. Il luogo è splendido e ci introduce alle romanzesche storie degli Stuart, la casa regnante scozzese. Nel pomeriggio troviamo il bed and breakfast “Laurinda”del sig Petterson a Bannockburn: per 48 GBP prendiamo una camera familiare con bagno interno davvero confortevole ricoperta di moquette e piena di oggettini bizzarri. E facciamo la scoperta: in Scozia non esistono veneziane, tapparelle o qualunque cosa possa isolare la luce. (Io previdente mi sono portata una mascherina).Antonio non inizia con il piede giusto: ordina una very english breakfast cui il proprietario replica con uno stizzito scottish. Mentre prendiamo il thè in stanza( troviamo ovunque l’occorrente per una pausa in stile Gran Bretagna) ce la ridiamo pensando alla gaffe. Il tempo di sistemarci e siamo di nuovo in marcia in direzione del monumento all’eroe nazionale. Qui dobbiamo pagare: il biglietto è 6.50 GBP e comprende il pulmino e l’audioguida. Vediamo la spada di Wallace, entriamo nella sua storia anche grazie ad un’interessante messa in scena che vede un manichino su cui si proietta il volto di una attore interagire con un altro attore in video. Così prende vita il processo all’eroe. La pioggia e la nebbia ci guastano la vista dalla cima. Sotto di noi i campi delle battaglie d’indipendenza della Scozia di Robert Bruce e il ponte della vittoria di Wallace. Serata a Stirling e rientro presto. E’ stata una giornata lunga e faticosa.
QUARTO GIORNO. Inauguro la giornata con un gesto di cui non mi credevo capace: mangiare uova, salsicce, bacon e altre diavolerie fritte alle otto e mezza. Ci riesco. Dal sig. Paterson oggi conosciamo la moglie che come quasi in tutti i matrimoni risulta tutto l’opposto del marito: allegra, chiacchierona, spiritosa. Dividiamo la tavola con un simpatico turista in moto di Manchester. Si parte. Per ora non piove. Arriviamo al vicino Doune castle. Lo troviamo chiuso, un messaggio attaccato al portone dice che il guardiano aveva dimenticato le chiavi del castello e che arriverà presto. Degli americani si fanno la foto vicino alla buffa testimonianza. Noi scoppiamo a ridere e inganniamo il tempo facendo una passeggiata intorno alle mura. Antonio pensa che qualcuno ci abbia fatto una macumba: lo pensa da ieri, da quando la mia macchina fotografica digitale si è rotta cadendo sul duro pavimento di pietra del castello di Stirling, nella sala dell’arazzo con l’unicorno( se ci passate sappiate che lì ho avuto un brutto momento) dopo che tutti ci avevano raccomandato le foto!!!! Comunque quando finiamo il giro eccolo lì. Aperto. La castellana fa entrare tutti senza chiedere biglietti per scusarsi. A noi non cambia niente perché avevamo i pass, gli altri risparmiano 4 GBP. Passiamo per il paese omonimo, grazioso e pieno di B & B. Ci sarebbe piaciuto fermarci qui se l’avessimo saputo prima.
Proseguiamo. Arriviamo al Lake of Menteith, siamo nella regione Trossachs dentro il parco nazionale più antico e famoso di Scozia. Seguendo le indicazioni arriviamo all’attracco delle barche per raggiungere l’Inchmahome priory. Si tratta delle suggestive rovine di un’abbazia del ‘200 su un isolotto dominato dal silenzio e dalla vegetazione lussureggiante dove riparò in una delle sue tante fughe l’eroina di Scozia per eccellenza, la regina Maria Stuarda. Le barche arrivano ogni venti minuti e prendono dodici persone per volta. Il trasporto e la visita si pagano sull’isola e poi si mostrano al battelliere per rientrare. Il costo è di 4.50 GBP per cui noi usiamo i pass. Purtroppo piove e forte. Questo ci impedisce di esplorare i sentieri dell’isolotto ma siamo contenti uguale. (Se ci capitate è il tempo è simile al nostro ricordate che parte dei posti sulle barche sono allo scoperto e quindi i sedili possono essere bagnati.) Ora ci dirigiamo verso Loch Lomond, il più grande lago d’acqua dolce d’Europa. Arriviamo a Balmaha da dove parte un sentiero che permette di costeggiare un lungo tratto di lago. Noi decidiamo di fare un’escursione in barca. Con 6 GBP a persona giriamo per un’ora intorno agli isolotti della parte meridionale del lago. E per fortuna il cielo ci grazia chiudendo per un po’ i rubinetti dei suoi nuvolosi grigi. Raggiungiamo Balloch. Avevamo prenotato dal centro informazioni di Stirling ma ci rendiamo conto che potevamo evitare: il posto è pieno di B & B. Per 50 GBP abbiamo presso i signori Mc Alpine una bella camera con bagno privato fuori ma lavabo interno. I padroni di casa sono carinissimi. Prendiamo il thè rilassandoci nell’angolo salotto della camera. Non piove più e noi ne approfittiamo per andare a visitare un paesino di cui parla la nostra guida, si tratta di Luss che ci ha stregato con i suoi caratteristici cottage e il pittoresco molo. Rientrati a Balloch evitiamo il ristorante con la scritta”Qui si parla Italiano”e cerchiamo qualcosa di più scozzese. Con 15 GBP prendiamo due piatti di carne e patate più birre.E poi a nanna. Sempre, da parte mia, dopo almeno un capitolo di “Io uccido” la romantica lettura che mi accompagna in Scozia.
QUINTO GIORNO. Colazione. Chiacchiere faticose e zoppicanti (colpa del nostro inglese) con una coppia di simpatici signori californiani. Quando sanno che viviamo piuttosto vicino alla loro adorata costiera amalfitana è un coro di sospiri.
Si parte. Prima tappa: Inveraray castle. Qui si paga perché si tratta di un monumento inserito in un altro circuito. Il biglietto è di 6 GBP. La visita è agevolata dalla presenza di schede in italiano sparse nelle varie sale. Vediamo molti oggetti appartenuti al famoso Rob Roy e sale davvero belle. Purtroppo il tempo (indovinate un po’: piove!) ci impedisce di esplorare il parco e ripartiamo alla svelta non prima della mia solita fermata al book shop. Costeggiamo Loke Awe e vediamo le bellissime rovine del Kilchurn castle ma piove troppo e c’è troppa nebbia, la vista è davvero rovinata. Saremo più fortunati con il Stalker castle. Non ne avevamo letto ma per strada troviamo un punto di osservazione turistico e ci fermiamo a vedere questo maniero che emerge da un isolotto lontano. Poetico. Seconda tappa: Dunstaffnage castle. Qui il pass è valido e risparmiamo il biglietto di 4 GBP. Questo castello è il genere preferito da Antonio. Medioevale, spoglio, solo parzialmente integro. Particolarmente bello è il sentiero tra i boschi che conduce alle rovine di una solitaria cappella mentre l’unico rumore è quello del fiumiciattolo che scorre poco più in basso.
Ci troviamo vicino ad Oban e io rimpiango quel giorno perso a Glasgow: mi sarebbe piaciuto imbarcarmi qui per le isole di Mull e Jona. Pazienza: infonessndo in un viaggio bisogna sempre lasciarsi dietro qualche rimpianto per aver la scusa di tornare!loch Si riparte. Ci eravamo detti di arrivare almeno a Fort Williams ma decidiamo di andare più avanti e riusciamo a raggiungere il lago più famoso della Scozia insieme a quello che abbiamo lasciato al mattina. Troviamo un B. & b. A Invermoriston. Camera e bagno in camera a 50 GBP, forse la sistemazione meno carina, l’abbiamo scelta in modo precipitoso e un po’ ce ne pentiamo. Siamo stanchi, soprattutto Antonio che oggi ha fatto davvero tanta strada. Dopo aver guardato un pessimo quiz in tv e preso il solito thè andiamo a fare un giro a Fort Augustus un grazioso paesino a poche miglia sulla strada da cui eravamo venuti. Passeggiamo lungo il bel canale di Caledonia che collega Loch Ness ( si era capito che eravamo qui no!) agli altri laghi della regione, mangiamo in un pub e raggiungiamo le rive del lago per vedervi l’inizio del tramonto. (In Scozia alle 22 c’è ancora tantissima luce). Al ritorno ci godiamo l’incendio rosso di un cielo imprevedibilmente sereno sulle rovine di un antico ponte sotto cui rombava un torrente furioso. Una sola domanda: Dov’è la mia bella macchina fotografica??? SESTO GIORNO. A colazione con svizzeri e spagnole (i primi che ci provavano con le seconde) ma ognuno al proprio tavolo. Qui la gestione è meno familiare ma la colazione sempre abbondantissima e la cordialità una regola. Andiamo a visitare le rovine di Urquhart castle, il castello del lago. Il biglietto costa 6.50 GBP ma noi usiamo il pass ed evitiamo la fila. La visita piace molto ad entrambi: suggestive le rovine ed il modo in cui si specchiano sulle acque del lago ma anche l’allestimento creatovi intorno: un video in stile history channel con sottotitoli che introduce la storia del castello, dei pannelli che spiegano la vita nel castello, modellini di come doveva essere, con la possibilità di interagirvi. E io sono tornata bambina con tutti quei bottoncini.
Lasciate le rive di Nessie ci dirigiamo verso ovest, verso l’isola di Skie, ma prima ci fermiamo all’Eilean Donan castle, il luogo dell’Higlander cinematografico, il posto più fotografato della Scozia (non per niente sta sulla copertina della nostra guida). Effettivamente si tratta di un luogo di indubbio fascino. Complice il cielo limpido, i suonatori di cornamusa di fuori e i ragazzi che improvvisano con le chitarre dentro, l’atmosfera è davvero magica e la visita suggestiva. (Costo 5 GBP da cui non siamo esentati).
Superato lo Skie road bridge attraversiamo l’isola, visitiamo il Dunvegan castle ( 7.50 GBP a cranio non proprio meritati) e troviamo il nostro alloggio “Balmeanach house” che è nelle vicinanze. Il giro fin qui ci ha dimostrato che abbiamo fatto bene a prenotare perche i B. & b. Sono tanti ma tutti portano davanti l’implacabile indicazione “no vacancies”.Una casa in mezzo alle pecore nel pieno spirito di quest’isola. Si tratta di un B. & B di categoria superiore, paghiamo 63 GBP a notte (abbiamo prenotato per due giorni) ma li vale tutti. Di tutte le sistemazioni questa è la più bella, e la padrona di casa è straordinaria: si tratta di una pittoresca signora che ci accoglie scalza e ci chiede di imitarla mentre siamo carichi di valigie, ride in modo roboante e parla per cinguettii acuti. Passiamo la sera nella capitale, nient’altro che un pittoresco paesino, Portree. Passeggiamo, ci godiamo la sfilata di higlanders con cornamusa, facciamo shopping, osserviamo curiosi un’asta di piazza e mangiamo qualcosina.
SETTIMO GIORNO Giorno dedicato a Skie. La giriamo in quasi tutta la sua lunghezza tra cascate e fiumi, monti e valli, mare e boschi, pecore e montoni. Se non fosse per i turisti ci si sarebbe dimenticati della presenza umana. A Nord visitiamo Kilmuir dov’è la tomba dell’eroina Flora McDonalds: da quando siamo qui ci siamo appassionati a lei e soprattutto al suo Bonnie Prince Charlie. (Al ritorno devo scoprire se hanno fatto un film su questa storia incredibile.) Arriviamo con l’auto fino al punto d’osservazione per il Quiraing con le sue incredibili conformazioni geologiche. Proseguendo verso sud ammiriamo il Kilt rock. Per avvicinarci al monolite Old man of Storr ci addentriamo per un sentiero fatto di cielo e fronde, ombre e luci. Arriviamo fino ad un certo punto. Qui come al Quiraing procedono oltre solo gli allenati e gli attrezzati. Noi torniamo indietro gia contenti per l’escursione. A sud infiliamo la strada panoramica verso Elgol. Spettacolare ma stancante per Antonio che oggi ha dovuto guidare su strade molto strette e dal tracciato contorto. Torniamo in camera distrutti ma grati perché oggi per la prima volta non è piovuta neppure una goccia sulla nostra testa e così ci siamo potuti davvero godere l’isola delle brume.
OTTAVO GIORNO Per la prima volta ci troviamo ospiti con altri italiani. La conseguenza è che presi dalle chiacchiere partiamo più tardi del solito. La padrona si spupazza Antonio facendo battute che non capiamo finché non riusciamo a svicolare. Lasciata l’isola visitiamo Plockton, vero gioiello delle higlands come dice il cartello e come ci ha anticipato la coppia di Glasgow con cui ieri abbiamo fatto colazione (a proposito qui veramente ottima, a parte tutto il pacchetto continentale, salmone e uova strapazzate rigorosamente del luogo). Ci arriviamo grazie alla loro dritta e ci rapisce. Peccato si sia qui solo per una breve sosta, tornando indietro faremmo una notte a Skie e un’altra da queste parti. Prendiamo la strada A 890, la più settentrionale da noi percorsa, per arrivare a Inverness. Uno spettacolo di natura selvaggia e potente. Inverness si dimostra graziosa ma niente di più, lasciamo l’auto in un parcheggio e gironzoliamo per un po’ poi arriviamo a Fort George ma ci accontentiamo di ammirarlo solo dall’esterno. Tutto il pomeriggio lo passiamo in auto attraversando il centro della Scozia ( bella Grantown on spey) per altopiani e monti. Ci fermiamo a Ballater un grazioso paese lungo il corso del fiume Dee dove tutto ricorda la regina Vittoria che qui vicino passava le vacanze. Un grazioso allestimento in suo onore ricostruisce la scena dell’arrivo in treno della sovrana e si trova nel centro turistico che ora occupa l’antica stazione insieme ad un bel ristorante. L’esterno è ancora quello di epoca vittoriana. Troviamo un B. & B., il “Dee Valley”, camera con bagno esterno a 40 GBP. Ottimo.
Usciamo ad esplorare il paese e i sentieri lungo il fiume. L’atmosfera è deliziosa, ci pare l’atmosfera di uno dei miei telefilm preferiti “Una mamma per amica”.
NONO GIORNO Prendiamo la strada verso Abeerdeen anche se non intendiamo entrarci. Seguiamo il fiume e i suoi boschi fermandoci ad ammirare i castelli che incontriamo. Non li visitiamo anche per il loro costo. ( Il Crathes castle costa 10 GBP più 2 GBP di parcheggio e il Drum castle 8 GBP più 2). Oggi abbiamo altre priorità. Visitiamo a Stonehaven il Dunnottar castle. Paghiamo 5 GBP per una visita davvero splendida. Ci dicono che qui Zeffirelli ha girato il suo Amleto ma il richiamo di questo luogo è nell’intreccio di strapiombi e rovine a ridosso del mare. Il secondo castello è tutt’un altro stile. Il Glamis castle sembra uscito dalle fiabe; peccato che tutta la pioggia risparmiataci mentre ci arrampicavamo per i sentieri di Dunnottar ci si riversi addosso ora. Anche qui si paga: 7 GBP per una delle visite che ci piace di più tra sale splendide e intriganti storie di fantasmi.
Arriviamo a St. Andrews e rinunciamo presto all’idea di cercare soggiorno qui. Pochi B. & B e tutti pieni. Optiamo per Anstruther. Qui troviamo a 42 GBP una camera molto bella con l’unico inconveniente di avere il bagno in comune e al piano di sotto ma ci adeguiamo. Il paese sul mare è davvero grazioso e ci godiamo una bella passeggiata mano nella mano lungo il molo.
DECIMO GIORNO Visitiamo St. Andrews. E’ domenica mattina e la città ci appare un po’ fiacca. Visitiamo i resti del castello e dell’abbazia. (Il biglietto integrato è di 7 GBP ma noi usiamo il pass). Belli ma non ci sconvolgono.
Ci piace invece l’abbazia di Dunfermline dove sono seppelliti 70 re di Scozia. Non riusciamo a visitare la cappella perché era chiusa a ora di pranzo e ci incamminiamo verso la prossima fermata: Rosslin chapel. In questo suggestivo luogo a poche miglia da Edinburgo sento di nuovo la mancanza della mia macchina fotografica: questo è il paradiso degli zoom e delle angolazioni. Aldilà delle storie di un certo libro che credo inutile nominare trovo affascinante l’oscuro ambiente colmo di rilievi e immagini di pietra. (Il costo è di 7 GBP).
Raggiungiamo Gullane e il Jadini garden B&B. Qui paghiamo 61 GBP una bella stanza con bagno esterno in una villetta graziosa gestita da Mary, una simpatica e iperattiva signora che parlotta un po’ di italiano e condisce tutte le frasi di “Ya Ya”. Ci organizziamo per domani: il giorno di Edinburgo. UNDICESIMO GIORNO Facciamo come ci consiglia Mary: arriviamo a Drem, un paese a 3 miglia da Gullane, e prendiamo il treno per la capitale. Una soluzione ideale che ci evita il traffico della città e le lentezze dell’autobus. Facciamo un biglietto giornaliero andata e ritorno, possibile quando il ritorno segue le ore 17. Paghiamo circa 5 GBP a testa. Quaranta minuti dopo siamo ad Edimburgo, a due passi dalla Old town e dal suo Royal Mile. L’atmosfera è splendida e si farà addirittura elettrizzante nel pomeriggio. E’ pieno di artisti, turisti, di curiose improvvisazioni che anticipano gli spettacoli inseriti nell’ambito del festival. Dappertutto ci sono ragazzi che invitano ai loro spettacoli facendo a gara tra loro per colpire l’attenzione, far ridere, far riflettere, stupire. Noi visitiamo il castello. L’explorer pass ci evita fila, biglietto da 11 GBP e ci fa avere lo sconto sulle audioguide. Il luogo è affascinante: gli scorci medioevali, il fascino degli antichi cimeli, le sale del palazzo reale con la loro storia, le prigioni con il racconto di rocambolesche fughe ancor vive nei graffiti di prigionieri. All’uscita ci dirigiamo a Gladstone’s Land, la casa restaurata di un mercante del ‘600. Ci entriamo per curiosità ma le sale e lo scorcio di passato in esse richiamato ci affascina. Il biglietto è costato 5 GBP. Percorriamo il miglio ammirati dalla bellezza dei palazzi. Visitiamo la cattedrale di S. Gilles e ci incuriosiamo per il “People’s story museum” che ricostruisce in modo interessante la vita della gente comune dal ‘700 ai giorni nostri. (Ingresso libero). Resteremo inchiodati davanti al gruppo di Higlands e alla loro musica dal ritmo contagioso.
Anche il clima sembra contagiato dalla spensieratezza e dall’allegria: piove con il sole, poi è bello, poi ci butta addosso acqua a secchiate, poi ce l’asciuga con un po’ di sole e aria.
Torneremo a casa contenti ma con due rimpianti: la Mary King’s Close per cui ci siamo mossi tardi quando non c’erano biglietti disponibili, perdendoci la visita ai sotterranei della città con tutti i suoi mistero. Costava 9,5 GBP ma sembrava proprio valerli; il secondo rimpianto è Holyrood House,l’altro palazzo reale che chiude il miglio dalla parte opposta al castello. Non ce n’è stato tempo.
Una cosa è certa ad Edimburgo torneremo.
DODICESIMO GIORNO Oggi partendo sempre da Gullane ci dedichiamo alla regione meridionale dei Borders. Siamo quasi al confine con l’Inghilterra, lo dice il paesaggio più dolce, lo dicono le splendide abbazie in rovina a causa della difficile storia di invasioni. Il nostro tour partirà da Melrose Abbey, proseguirà lungo lo Scott’s View ( si tratta del panorama più amato dallo scrittore dove il suo feretro sostò) per condurci alla Dryburgh Abbey e alla Jedburgh Abbey. (Il costo è complessivamente di 14,5 GBP ciascuno che ci risparmiamo grazie al Pass). Tutte rovine suggestive, le prime due con il fascino particolare di sorgere in luoghi isolati e di custodire spoglie importanti( a Melrose riposa il cuore di Robert Bruce, a Dryburgh è stato sepolto Walter Scott). A Jedburgh visitiamo la “casa di Maria, regina degli scozzesi”, il biglietto costa 3 GBP. Si tratta di un luogo dove lei soggiornò e dove le viene dedicato un interessante allestimento: Quadri, oggetti, racconti dell’epoca che ci fanno conoscere meglio la storia pazzesca di questa donna sfortunata. Torniamo a Gullane fermandoci sulla costa a North Berwick, un paese grazioso con vista sulla costa.
Ci pentiamo di aver prenotato per tre giorni, questa notte sarebbe stato meglio dormire nei Borders, ci saremmo evitati un po’ di strada.
TREDICESIMO GIORNO Ovvero l’ultimo vero giorno di Scozia. Dopo quello a Skie è anche l’unico senza pioggia. Ci spostiamo a sud-ovest e visitiamo Drumlanrig castle, si tratta di una splendida costruzione in stile rinascimentale. Approfittiamo del sole per visitarne i bei giardini quindi ci dedichiamo al maniero. Abbiamo le schede in italiano ma la guida, una signora inglese che della Scozia ama la storia e il proprio uomo, non si accontenta di scortarci soltanto e così rende più bella la visita per queste splendide stanze. Il biglietto costa 7 GBP.
Di qui ci spostiamo sull’altra costa e arriviamo al Culzean castle. Esitiamo per il costo, 12 GBP, ma ormai siamo qui e procediamo. Culzean comprende un parco grandissimo e un castello con vista spettacolare sulle scogliere. Il fatto che non piova qui è davvero una grazia.
Risaliamo lungo la costa fino a Tron, qui troviamo in un B&B una camera con bagno esterno a 60 GBP. La prendiamo perché non ne abbiamo trovati altri. Si chiama “Westwinds house” e appena usciamo capiamo che si tratta di un nome molto appropriato. L’ultima sera facciamo una lunga passeggiata sulla costiera tempestata di vento, sfioriamo la sua sabbia, le sue onde, ci riempiamo le tasche delle conchiglie che porteremo domani insieme a noi dall’altra parte d’Europa. QUATTORDICESIMO GIORNO In pratica siamo a un passo dall’aeroporto, a saperlo avremmo chiesto di poter consegnare l’auto lì anche con un sovrapprezzo ma ormai è fatta. Si ritorna a Glasgow, si lascia l’auto, si prende l’autobus per la stazione e qui presentando le prenotazioni dell’aereo si fa il biglietto ridotto per Prestwick. Con le poche sterline in tasca mangiamo qualcosa e aspettiamo l’ora del check-in. Per fortuna a noi non fanno problemi: il bagaglio resta nei 15 Kg consentiti ( qui a differenza della partenza in Italia controllano e sono rigidi) e abbiamo un solo bagaglio a mano per persona.
Arriveremo a Roma in orario. E altrettanto in orario saremo a casa nostra, a Potenza e Picerno, alle cinque del giorno successivo.