Casentino a Ferragosto
Molti hanno le ferie nel periodo più caldo dell’anno, ma per noi è una vera novità ed il ponte di ferragosto quest’anno sembra fatto al caso nostro per un piccolissimo break fuori porta. Destinazione l’appennino casentinese, in provincia d’arezzo divisi tra Camaldoli con il suo famoso Eremo e la Verna. Budget di 270,00 euro e oltre 1000...
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Molti hanno le ferie nel periodo più caldo dell’anno, ma per noi è una vera novità ed il ponte di ferragosto quest’anno sembra fatto al caso nostro per un piccolissimo break fuori porta. Destinazione l’appennino casentinese, in provincia d’arezzo divisi tra Camaldoli con il suo famoso Eremo e la Verna. Budget di 270,00 euro e oltre 1000 km di strada. Non siamo molto mattinieri nelle nostre partenze ma per la tarda mattinata siamo a Badia Prataglia e neanche a dirlo sotto un diluvio, che poche speranze sembra dare per il resto della giornata. Il paesino è piccolo e si presta anche così ad un frettoloso e freddoloso sopralluogo. Ci spostiamo poi di pochi km in direzione Camaldoli percorrendo una stradina che si inerpica immersa fra castagni e faggi. Qui nel 1012 San Romualdo ricevette in dono questo territorio e vi fece costruire prima l’eremo e poi la foresta. Arriviamo all’eremo poco prima della chiusura alle 12,00 giusto il tempo per un giro al suo interno visitando la chiesa in stile barocco, ammirare le raffigurazioni in terracotta di scuola robbiana e perché no acquistare alcuni piccoli souvenir nel vicino negozio dei monaci. Sulla cartina sembrava vicino ma dopo un continuo e lungo saliscendi arriviamo a Pratovecchio, qui un tempo venivano imbarcati gli abeti tagliati a Camaldoli per essere trasportati via fiume a Livorno. Paesino vecchio stile il cui centro storico è attraversato da loggie. Di li a poco l’antico Castello di Romena, poco più di un rudere. Ben più antica e ben conservata la pieve romanica di Romena. Per la sera ci destreggiamo per l’antico borgo medioevale di Poppi. Rara città murata, sulla cui sommità troneggia il castello dei Conti Guidi, costruito nel XII secolo, perfettamente conservato ed oggi adibito a museo (ingresso 4,00 euro). Bella anche l’abbazia con ricche opere d’arte alle pareti ed un crocifisso ligneo di scuola giottesca. Qui dovevamo fare cena, ma galeotto fu un cartello che promuoveva la “sagra del fungo Porcino” a Moggiona e così… Moggiona fu. Il paesino è attraversato da una strada che per l’occasione viene bloccata ed utilizzata per le migliaia di commensali che qui si ritrovano per mangiare pietanze a base di funghi porcini. Sebbene di tanto in tanto riprendeva a piovere l’affluenza è stata notevole così come la velocità del servizio. Una zuppa, una polenta, una pennetta, cappelle alla griglia tutto a base di funghi porcini, acqua e vino volontà 27,00 euro e ci siamo cavati la voglia. Per la notte avevamo prenotato presso Hotel Francioni garantendoci l’ospitalità per n.2 notti con colazione (euro 55,00 a notte). 16/08/08 Stia. Oggi è giornata di Festa e la cittadina è letteralmente invasa da ambulanti e da turisti, praticamente irriconoscibile. Il giro di piazza Tamucci è persino divertente, qui anche un giro per i portici, la visita alla pieve di Santa Maria assunta ed una foto all’antica “fontana dei leoni o dei serpenti”. Visitiamo il castello di Porciano, ex possedimento dei Conti Guidi, è oggi stato integralmente restaurato (visita al museo offerta libera). La giornata è perfettamente soleggiata e così dal colle di Porciano si può ammirare una bella vista sulla vallata e goderci un succulento pic-nic. A 4 Km da Stia si trova il santuario di Santa Maria delle Grazie. Famosa per l’apparizione della Madonna nel 1428 espone oggi al suo interno alcune terracotte di Andrea della Robbia. Facciamo una puntata al mulino di Bucchio, primo mulino sul fiume Arno, ma lo troviamo chiuso. Torniamo indietro ripassando da Stia e ci fermiamo al “Parco del canto alla rana” giusto il tempo per ripararci un po’ dal sole di agosto. Per il pomeriggio puntiamo al Monastero di Camaldoli, passando per il castello di San Nicolò che troviamo chiuso, per una visita all’antico monastero ed una passeggiata nella foresta. E’ sera inoltrata quando nella penombra facciamo anche un avvistamento “ravvicinato”, un cinghiale che brucava nella foresta. Ci è andata bene … Si è fatta ora di cena e che dire … Eravamo troppo vicini a Moggiona per non approfittarne… e così… Due zuppe, porcini fritti, una fiorentina, acqua e vino a volontà 35,00 euro. 17/08/08 Bibbiena. Facciamo il giro del paese in una giornata tranquilla e di sole, visitando le poche cose aperte soprattutto chiese e poco fuori, la basilica di Santa Maria del Sasso , così detta perché sorge sul luogo di un apparizione miracolosa. Ci dirigiamo poi verso il Monte della Verna, dove si trova il famoso ed omonimo Santuario, a cui sono legate le memorie sul soggiorno di San Francesco D’Assisi. Qui vi si insediò nel 1215, costruendo su quella montagna che aveva ricevuto in dote dall’allora Conte Orlando dei Cattani. Il luogo appare da subito mistico e antico, incastonato com’è nella montagna. Al centro vi si trova la chiesa Maggiore, iniziata nel 1348, qui Andrea della Robbia dedicò alcune delle sue più importanti opere in terracotta dalla “crocefissione” alla “madonna del rifugio”. All’interno, ovviamente, molti sono i richiami alla storia del santo. Terminiamo la visita al Santuario con una salita al monte Penna 1283 mslm , giro del percorso 45 minuti. Per il ritorno a casa passiamo da Chiusi della Verna e da Pieve Santo Stefano per goderci pigramente il piacere del Lago. Tutto sommato anche questo gradevole tramonto si inserisce nella volontà di fuggire dal caos di ferragosto e ricercare per noi un po’ di tranquillità e semplicità e magari, speriamo, dare un’ idea anche a Voi che avete letto questo racconto. Ciao a presto da Daniela e Paolo