Cartoline dalla Repubblica Ceca

Nonostante l'intento di sintetizzare al massimo 2 settimane di viaggio vi anticipo che non sono ci riuscita. Quest'anno abbiamo deciso di vedere com'è la vita in Repubblica Ceca, di cui generalmente si conosce solo la capitale. Durante l’organizzazione del viaggio mi rendo subito conto di quanto ciò sia vero perché su internet, consultando...
Scritto da: lady.barbara
cartoline dalla repubblica ceca
Partenza il: 12/08/2008
Ritorno il: 26/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Nonostante l’intento di sintetizzare al massimo 2 settimane di viaggio vi anticipo che non sono ci riuscita.

Quest’anno abbiamo deciso di vedere com’è la vita in Repubblica Ceca, di cui generalmente si conosce solo la capitale. Durante l’organizzazione del viaggio mi rendo subito conto di quanto ciò sia vero perché su internet, consultando diari di viaggio e leggendo svariati blog, trovo quasi solo esperienze vissute a Praga. Ci piace verificare quante diverse realtà esistono, anche al di fuori delle grosse città, così mi affido alla “solita” Lonely Planet per decidere l’itinerario, con un occhio all’accurata cartina stradale della Michelin.

In estrema sintesi, il nostro viaggio può essere riassunto così: giorno 1: viaggio attraverso Italia e Austria fino a Mikulov, in Repubblica Ceca giorno 2: Valtice – Lednice – Brno giorno 3: Telc – Jindrichuv Radech giorno 4: Ceske Budejovice giorno 5: Cesky Krumlov – Hluboka Nad Vltavou – Tabor giorno 6: Domazlice – Plzen giorno 7: Karlovy Vary – Loket – Marianzke Lazne giorno 8: Kutna Hora giorno 9: Litomysl – Hradec Kralove – Pardubice giorno 10: Adrspach Teplice giorno 11: Praga giorno 12: Praga giorno 13: Praga giorno 14: Praga giorno 15: viaggio di ritorno attraverso Germania e Austria, fino a casa

Mar 12 Agosto: partenza da Cesena alle ore 2.30 di notte.

Arrivo in Repubblica Ceca alle ore 14.00, dopo aver percorso 900 km in totale.

MIKULOV è la nostra meta di oggi, molto vicina al confine austriaco, appena 15 minuti.

Raggiungiamo l’Hotel Templ***, dove abbiamo fatto una prenotazione diretta. Le nostre aspettative non vengono affatto deluse: albergo in un palazzo rinascimentale restaurato, stanze con legno a terra e letti in ferro, soffitto decorato, e personale molto cortese. Unico neo è il cortile-posteggio che si trova sul retro dello stabile, per raggiungere il quale si devono fare 200 mt (sia in auto che a piedi, magari con le valigie!!) e l’impossibilità di oscurare le finestre. Dopo una veloce rinfrescata ci catapultiamo fuori per ammirare la città, dato che sappiamo che quasi tutto chiude alle 17 o max alle 18 !! E’ molto pittoresca, con l’immancabile castello, e si trova su una collina. Dopo aver fatto la coda a quello che sembra essere l’unico sportello bancomat del posto, ci dirigiamo al castello, restaurato dopo essere stato bruciato dai nazisti nella II guerra mondiale, e proprio mentre arriviamo parte quello che scopriremo essere l’ultimo tour guidato, quello delle 16.00 !! Torniamo alla piazza principale, attorno la quale ci sono molti edifici e chiese da ammirare, tra cui il municipio e un ristorante.

Scendiamo al quartiere ebraico, fino alla sinagoga e poi ancora a zonzo fino a tornare alla piazza, dove decidiamo di fermarci a mangiare al Restaurace Pod Ridnici: 2 piatti di gnocchi di pane ripieni di carne con cipolle e crauti, più 2 birre grandi (per la modica cifra di 238 Kc, l’equivalente di nemmeno 10 euro!!) ci saziano anche per il pranzo che oggi abbiamo saltato.

Alle 18.00 siamo già a trascinare le stanche membra nella nostra stanza, per programmare la giornata di domani. Mer 13 Agosto: Per noi la colazione è il test definitivo per valutare un albergo. All’hotel Templ viene servita dalle 8.00 alle 10.00 e con sommo piacere troviamo una vasta scelta di prodotti freschissimi: krapfen, torta semplice, diversi tipi di pane, yogurt, frutta, più formaggi e affettati per gusti meno mediterranei.

Con leggero disgusto notiamo una coppia di persone che sorseggia cappuccino e coca-cola quasi contemporaneamente! Alle 9.30 usciamo sotto un cielo non molto promettente.

Prima fermata il distributore di benzina per comprare la “vignetta” adesiva per poter circolare in autostrada (220 Ck con 7 gg di validità), poi diretti a Valtice, distante pochissimi chilometri da Mikulov. VALTICE è in una zona dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

Entriamo al castello, in stile barocco, anche se la visita prevede solo due guide parlante ceco e slovacco!! Ci forniscono di un plico in cui è spiegato in inglese l’intero giro e ci fanno indossare dei ciabattoni in feltro sopra alle scarpe, in modo da non rovinare il parquet, presente in tutte le stanze. A metà visita c’è anche uno spettacolino di duellanti con la spada nel cortile.

Siamo gli unici a scattare foto, tutti quelli che partecipano alla visita non accennano né a domande, né a commenti, tutti zitti e composti: si vede che non ci sono italiani!! In pochissimo tempo percorriamo i 7 km che ci separano da LEDNICE, e anche qui troviamo parcheggio a pochi metri dalla nostra meta. Qui il castello è in stile gotico, molto affascinante, con balconi, pinnacoli, comignoli, torrette e doccioni.

Decidiamo di non vedere l’interno e ci concediamo una breve passeggiata nel bel parco, dove ci sono diverse costruzioni, un laghetto e un minareto. Per non perdere troppo tempo scegliamo di non pranzare in un locale ed entriamo al supermercato: 2 panini al latte, 1 con i semi di zucca, formaggio e acqua per un totale di 65 corone, cioè appena € 2,70!! Così avremo più tempo da dedicare alla prossima meta, Brno.

BRNO è la seconda città del paese in ordine di importanza, di conseguenza troviamo un bel po’ di traffico e le indicazioni poco chiare non sono di aiuto per trovare parcheggio.

Fortunatamente la mappa della guida è molto dettagliata, così riusciamo a posteggiare vicinissimo alla zona pedonale.

Partiamo dalla piazza principale, vediamo i palazzi rinascimentali, gironzoliamo lungo le stradine del centro, arriviamo alla piazza del mercato di frutta e verdura con al centro la fontana Parnas in stile barocco naturalistico, poi su fino in cima alla collina Petrov, dominata dalla cattedrale gotica dei santi Pietro e Paolo.

Scendiamo lungo i sentieri del parco della collina e arriviamo in prossimità della stazione, dove c’è la Chiesa della Santa Croce con l’adiacente Monastero cappuccino, la cui principale attrattiva è la cripta con le mummie!!! Ci sono decine di mummie, fra cui alcune inquietanti ma ben conservate, considerato che non siamo in Egitto, grazie al particolare grado di umidità della grotta.

Prima di tornare all’auto ci fermiamo di fronte alla chiesa di San Giacomo per cercare di scorgere una figura in pietra minuscola che mostra le chiappe su una delle torri.

Proprio mentre siamo col naso all’in su inizia a piovere, e con questa scusa entriamo alla Pivnice Pegas: una birreria davvero molto affollata per essere le 17.00!! Ci prendiamo due belle birre medie che a stomaco quasi vuoto danno un po’ alla testa, ma sono davvero buone. Il locale è grande e carino, tipicamente rivestito in legno scuro, ma è molto fumoso, cosa a cui noi italiani non siamo fortunatamente più abituati.

Riprendiamo la macchina e ci tuffiamo nel caos delle cinque, ora a cui quasi tutti escono dal lavoro.

Domenica il Motomondiale sarà di scena proprio qua, già ieri per strada abbiamo visto alcuni tir dei team e degli sponsor, così prima di fare ritorno a Mikulov decidiamo di fare un giro veloce fino al circuito.

Con sorpresa lo troviamo in una bella posizione, per raggiungerlo dobbiamo percorrere una stretta strada molto simile a quella del lago di Suviana, in mezzo al bosco!! Non proviamo neppure a chiedere di fare un giro ai paddock e facciamo dietro front.

Questa sera vogliamo cenare in hotel, che ha un ristorante molto raffinato e frequentato. Dopo un’occhiata al menù decidiamo: maiale alla griglia e filetto di manzo alle erbette che ci vengono proposti con fagiolini verdi a fascio avvolti con la pancetta. Nonostante i prezzi siano più alti della media ceca siamo più che soddisfatti.

L’ulteriore birra per accompagnare la cena ci da il colpo di grazia: meno male che dobbiamo salire solo pochi gradini per arrivare al letto.

Gio 14 Agosto: Alle 10.00 lasciamo Mikulov, il programma prevede solo una tappa a Telc, prima di arrivare alla meta di oggi. TELC è una splendida cittadina con la particolarità di essere circondata da alcuni laghetti. Il centro della città è dominato dal castello, dalle torri della chiesa di S. Giacomo e dalla chiesa barocca del Sacro Nome di Gesù. Tutte le magnifiche case rinascimentali che si affacciano sulla piazza meritano uno sguardo, da vedere anche la Porta piccola della città vecchia, la Porta grande, e l’imponente chiesa dello Spirito Santo. Anche se ci limitiamo ad una breve passeggiata senza visitare neppure il castello non è difficile capire perché l’UNESCO ha incluso questo piccolo paese (6000 abitanti) nei luoghi Patrimonio dell’Umanità. Veloce merenda e ci mettiamo in strada per raggiungere l’hotel.

La strada più breve ci porta attraverso una fitta boscaglia, poi per qualche chilometro a filo di un lago attraverso dei micro paesini, forse di villeggiatura.

Almeno vediamo uno spaccato di vita rurale, falegnami al lavoro e contadini che vendono i loro prodotti ai compaesani appena al di fuori dei loro orti lungo la strada.

Quasi un po’ ci dispiace quando dobbiamo immetterci su una strada più ampia, comoda e veloce.

JINDRICHUV RADECH è sul confine tra Cechia, Moravia ed Austria, alle 14.15 siamo a fare il check-in all’Hotel Concertino****, prenotazione fatta direttamente sul sito. E’ proprio nell’angolo della piazza principale, in un bel palazzo: il garage privato è sul retro, dobbiamo fare mezzo giro dell’isolato in macchina poi però c’è l’ascensore diretto ai piani. La ragazza alla reception è molto formale e sembra pure poco disponibile, ma spesso è un inconveniente a cui si va incontro in hotel di questo livello.

La camera è molto grande, c’è anche una zona ingresso e una stanzetta solo per il wc, ma il materasso è troppo soft per noi.

Non c’è tempo per un riposino poiché la visita al castello si può fare solo fino alle 16.15.

Ci sono 3 percorsi di visita, sembrano tutti interessanti così chiediamo quanto tempo occorre per vedere tutto: 3 ore…No decisamente troppo…Optiamo per il giro C, l’unico che prevede il famoso Rondel, un padiglione con decorazioni dorate considerato il gioiello dell’intero sito.

Questo è il terzo più grande castello della Repubblica Ceca.

La nostra guida è una bella sventola bionda, la prima ragazza che incarna l’immagine che abbiamo delle donne dell’est: fino ad ora non ne abbiamo ancora viste!!! Il tour è interamente in ceco, così a noi viene dato un plico con spiegazioni in inglese.

Dopo 40 minuti siamo di nuovo in giro, liberi di salire più di 100 gradini per arrivare in cima alla Torre Nera e godere di una bella panoramica sulla città e sul lago che la affianca, domina la torre della chiesa dell’Assunzione di Nostra Signora.

In questa città si trova anche il più grande presepio mobile del mondo, ma non siamo interessati. Ceniamo in un localino vietnamita, il U Bazanta spendendo per due piatti e una birra 182 corone.

Ven 15 Agosto: nonostante l’hotel Concertino sia un 4 stelle la colazione non offre tanto quanto ci si potrebbe aspettare. Check-out e partenza alle 9.20.

Arriviamo a Ceske Budejovice dopo un’oretta, sono solo 60 km, ma abbiamo un po’ di difficoltà a capire come entrare alla Pensiom Miltom***: la strada d’ingresso è un po’ difficile da individuare al primo colpo, in quanto si trova sulla circonvallazione e ci può accedere solo in una direzione!! L’abbiamo prenotato su Booking.Com, è stata una scelta quasi obbligata, perché tutte le nostre prime scelte non erano disponibili.

La simpatica signora alla reception parla solo ceco e tedesco, e dato che la camera sarà pronta solo dopo mezzogiorno è stata un’impresa cercare di chiederle di lasciare i bagagli fino al check-in…Finché Gianluca non ha mimato il trasporto di valigie e lei ha capito al volo indicando un angolino a nostra disposizione. CESKE BUDEJOVICE é diventata famosa in tutto il mondo anche grazie alla produzione della birra Budweiser Budvar. Prima tappa: la fabbrica per prenotare la visita che parte tutti i giorni alle 14.00.

Poi ci dirigiamo in centro, dove troviamo parcheggio proprio all’inizio dell’isola pedonale. Dato che il cielo minaccia pioggia ci portiamo anche l’ombrello.

La piazza principale dovrebbe essere una delle più grandi d’Europa, al centro si trova la fontana di Sansone e tutto attorno ci sono dei palazzi bellissimi, il municipio sopra a tutti è quello che ci colpisce.

Arriviamo alla Torre Nera, una torre gotico-rinascimentale, proprio a mezzogiorno, l’unico momento in cui suonano le due campane. Non abbiamo voglia di salire ed entriamo nell’attigua Cattedrale di San Nicola a dare uno sguardo veloce.

Tornando verso la piazza rimaniamo intruppati tra gli invitati ad un matrimonio, così ci fermiamo ad osservare le abitudini locali in queste occasioni: la decorazione floreale dell’auto consiste in una tavoletta di legno con qualche fiore di plasticona, attaccata al cofano con 2 ventose grandi come uno stura lavandini. Scattiamo qualche foto anche agli sposi poi cerchiamo un locale dove pranzare, prima che si faccia ora della visita alla fabbrica della birra.

Entriamo al U Tri Sedlaku, un “restaurace” vecchio stampo, aperto dal 1897. E’ molto affollato, troviamo posto ad un tavolo da 6 occupato solo da un ragazzo che si offre gentilmente di aiutarci a tradurre il menù, dato che è solo in lingua ceca e tedesca.

Senza il suo aiuto riusciamo con orgoglio a ordinare un piatto di verdure fresche con formaggio e una fettona di carne con le patate. E 2 birre, ovviamente. Tutto squisito. Quando usciamo dal locale scende una pioggia battente, la temperatura si è abbassata, per fortuna la macchina è vicina e non dobbiamo stare più all’aperto. Ci rechiamo alla fabbrica di birra Budweiser Budvar. Alle 14.00 in punto parte la visita in tedesco, noi attendiamo qualche minuto per quella in lingua in inglese a cui partecipiamo in 6, c’è anche una coppia di italiani.

La guida è un bel ragazzo moro, alto 2 mt, completamente lontano dagli standard del paese, e per fortuna parla in modo molto semplice, così riusciamo a comprendere quasi tutto.

Ci mostra per prima cosa un poster che illustra come viene prodotta la birra (Pivo), con i vari passaggi che parzialmente avremo modo di vedere.

Saliamo le scale all’interno di un edificio con un gradevole tepore per vedere dall’alto la cosa più spettacolare del birrificio (Pivnice) : i bollitori in rame, che contengono oltre 20.000 Lt di birra l’uno!! È la prima fase in cui il tempo di bollitura determinerà anche il successivo grado della birra. Da essi sgorga un fiumiciattolo di birra, grazie al quale viene ossigenata in una serie di circa 20 cascatine allineate. La 2° importante fase è la fermentazione: questa affina il gusto ed il grado della birra. Purtroppo parte del tour è all’aperto e lungo celle frigorifere, così finiamo per avere mani e piedi congelati. La guida ci accompagna nel luogo dove le birre riposano. Ci sono solo 10 gradi a temperatura costante, per cui la situazione “freddo percepito” non migliora. Finalmente arriva la parte più attesa della visita: l’assaggio della birra cruda, che per un prodotto di questo tipo (si trova sul mercato solo pastorizzata) è un vero piacere. Purtroppo siamo infreddoliti e non riusciamo a gustarcela appieno: vero peccato.

La fase successiva è quella che lascia più stupito chi non ha familiarità con i numeri della grande distribuzione: il reparto di imbottigliamento. Si imbottigliano 30.000 bottiglie/ora. Si vede un fiume di bottiglie verdi che tintinnano passando dal carico, al lavaggio, all’imbottigliamento, alla chiusura col tappo, alla pastorizzazione, all’etichettatura. Nel reparto successivo vengono preparati gli imballi da spedire e nel piazzale ci sono montagne di casse pronte. Visita veramente interessante. Dopo tutto questo, rientriamo in albergo per recuperare i bagagli e prendere possesso della camera. La simpatica signora della reception si rasserena nel vederci rientrare, probabilmente si era preoccupata.

Insieme alle chiavi della camera chiedo la Password per la linea wireless che sulla prenotazione risulta essere in tutte le camere gratuitamente.

La simpatica signora fa un cenno di assenso e ci porge un rotolo da 10mt di cavo LAN!!! Va beh!!! Internet c’è ugualmente!! Però che ridere… wireless!!! Camera al terzo piano, senza ascensore, scale strette e ripide: siamo in mansarda, con lucernaio non oscurabile più una finestra laterale, letto basso ma con materasso abbastanza duro, poltrona girevole in pelle ed un ventilatore. Il bagno è piccolino, ovviamente senza bidet e col lavandino per la Barbie.

Sab 16 Agosto: ci svegliamo con la pioggia che scroscia sul tetto, deve aver piovuto tutta la notte e il cielo non promette miglioramenti.

Scendiamo per la colazione, curiosi come sempre di vedere cosa viene offerto.

La sala è un po’ vecchiotta, direi molto anni ’80, ma troviamo tutto fresco e la signora prepara personalmente delle crepe ripiene con una crema al limone. Unico punto negativo il caffè, che oltre ad essere lungo come al solito è anche un po’ sabbioso! Usciamo indossando maglie a manica lunga e felpe, data l’incessante pioggia.

CESKY KRUMLOV è la prima tappa, e strada facendo il termometro della Zafira scende fino a 10 gradi, facendoci capire di non essere proprio vestiti a dovere.

Si tratta di una cittadina medievale, un vero gioiello tanto da essere stato dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, ci compare all’improvviso dopo un tornante.

Anche qui abbiamo la fortuna di trovare parcheggio a pochi passi dall’isola pedonale, ma il parcometro non funziona, così lasciamo 2 righe scritte sul cruscotto e teniamo le dita incrociate.

Il centro storico è un insieme di vicoli e stradine ciottolate fiancheggiate da bellissimi palazzi, la cosa migliore sarebbe passeggiare a zonzo, senza cartina, per scoprire tanti angoli pittoreschi, ma pioggia, freddo e vento ci spingono ad arrivare più in fretta possibile al castello, saltellando tra una pozzanghera e l’altra. Arriviamo all’ingresso principale e sotto il ponte c’è un magnifico orso bruno dall’aspetto molto triste o forse annoiato che fa merenda con cocomeri e carote.

Il castello è il secondo per dimensione della Repubblica Ceca, dopo quello di Praga, e offre 4 possibilità di tour guidati: 2 diversi itinerari all’interno delle sale, 1 alla torre, 1 all’antico teatro. La nostra scelta cade su quest’ultimo così compriamo i biglietti per il primo giro disponibile per non perdere troppo tempo e per non morire di freddo: in questo modo ci inseriamo in un tour in tedesco, pagando anche il sovrapprezzo per la lingua straniera!!!!! Comunque è molto interessante perché si tratta di uno dei due teatri al mondo ad aver conservato il palcoscenico e i macchinari di scena originali.

Quando ritorniamo all’esterno troviamo una città invasa dai turisti, nonostante la pioggia: deve essere fantastico passeggiare all’ora del tramonto, quando tutti se ne vanno,con la temperatura un po’ più gradevole.

Sappiamo che nel 2002 la città ha subito notevoli danni causati dall’esondazione del fiume, ma noi non ne troviamo testimonianza in nessun angolo: davvero bravi.

Ci imbattiamo in un altro corteo nuziale: questi sulle macchine hanno legato delle bambole vestite da sposi per poter distinguere l’auto dello sposo da quella della sposa!! Torniamo all’auto tutti infreddoliti e con i piedi bagnati. Prima di dirigerci a Tabor dobbiamo passare in albergo a cambiarci le scarpe ed aggiungere strati di abbigliamento.

Percorriamo una strada secondaria in modo da fare una fermata a HLUBOKA NAD VLTAVOU un piccolo villaggio coronato da uno straordinario castello. Dato che la pioggia non accenna a diminuire, facciamo un giro veloce per fare qualche foto e per scoprire che lo stemma della famiglia proprietaria è un corvo che cava gli occhi ad un turco! TABOR è una città fortificata. Il centro storico è molto concentrato, così si visita facilmente e in poco tempo. Iniziamo il giro dal parcheggio gratuito il sabato pomeriggio verso la pittoresca piazza principale, Il carattere militare testimoniato dai tortuosi vicoli. Dominano la piazza la chiesa tardo gotica della Trasfigurazione sul monte Tábor e la torre. Le stradine della città vecchia sono tutte lastricate di porfido, le decorazioni dei palazzi spaziano dal gotico al barocco e sotto tutto ciò esiste una rete di passaggi sotterranei che non abbiamo voglia di visitare. Continua a piovere ed a far freddo e noi dobbiamo ancora pranzare per cui ci fermiamo al Restaurace Beseda. Il locale è carino, così ci sediamo per poter scegliere qualcosa di sostanzioso. La scelta come al solito è difficile, e ordiniamo manzo al formaggio e misto grigliato con gnocchi di pane e verze. Naturalmente 2 birre. Il cameriere ci tenta con dolci o caffé a scelta tra espresso e cappuccino…!! Per astinenza proviamo quello che secondo loro è un espresso: quando ci viene servito nella tazza che noi utilizziamo per il cappuccino capiamo che è un’utopia! Riscaldati e rifocillati torniamo in albergo, a quota 1515 chilometri da quando siamo partiti da casa.

Dom 17 Agosto: saldiamo le 2 notti alla Pension Miltom con 2860 corone e lasciamo Ceske Budejovice alle 9.45, in direzione Plzen.

Anziché fare la strada più ampia e veloce, ne seguiamo una più tranquilla in modo da passare da DOMAZLICE, che si trova nella regione del Chodsko, dove speriamo di vedere qualche “chod” con il costume tradizionale della loro coltura, differente sia dai boemi che dai tedeschi. Speranza vana, perché in giro non c’è praticamente nessuno.

Parcheggiamo direttamente sulla piazza principale, di forma insolitamente prolungata, fiancheggiata da antiche case borghesi con le facciate barocche e classiche.

Noto con dispiacere che diversi negozi lungo il porticato sono gestiti da asiatici con pessima merce made in China (l’avevo notato anche a Telc). Arrivando a mezzogiorno in punto abbiamo anche il piacere di sentire suonare le campane delle chiese.

Dopo una mezzora di camminata le campane stanno ancora suonando: adesso non è più un piacere, ma una tortura! Anche se non abbiamo molto appetito decidiamo di pranzare qui, piuttosto che a Plzen, così entriamo al Restaurace Chodsky Hrad per assaggiare qualche specialità chod e soprattutto la loro birra locale, la Staropramen.

Il menù è nuovamente solo in ceco e tedesco, ma questa volta ci vengono in soccorso le foto dei piatti specialità della casa, così ci facciamo aiutare anche dall’aspetto! Manzo e tomini alla piastra con verdure, misto di carne con i fagiolini e due birre ci costano 385 corone.

Impostiamo l’indirizzo dell’Hotel Rous****, prenotato su Booking.Com, e in 45 minuti siamo già a PLZEN, patria della Skoda e della birra Pilsner Urquell.

Si presenta come la periferia di una qualsiasi metropoli, il primo impatto non è dei migliori. Grazie al navigatore arriviamo velocemente, c’è parcheggio proprio di fronte all’ingresso, gratuito fino alle 7.00 di domani e decidiamo di lasciare l’auto lì in strada per la notte, come non siamo soliti fare: speriamo bene!! Alla reception ci fanno notare che c’è anche la videosorveglianza. Il nostro albergo è a 100 metri dalla piazza principale e una volta entrati possiamo dire di aver fatto un’ottima scelta: le foto del sito non riescono a rendere giustizia ad un palazzo veramente bello e curato con ottimo gusto.

Veniamo accolti molto cortesemente. Foto di rito alla camera e subito fuori.

Iniziamo il giro con la visita alla Grande Sinagoga, terza al mondo per grandezza.

Arriviamo alla piazza, dominata dall’alta torre della cattedrale di san Bartolomeo. Proprio di fronte c’è il bellissimo Vecchio Municipio e tutto attorno una svariata serie di case borghesi. Dal momento che Plzeň é famosa per la sua birra Prazdroj, conosciuta in tutto il mondo, ultima tappa del nostro giro è proprio la fabbrica.

Purtroppo quando arriviamo alla biglietteria abbiamo l’amara sorpresa di scoprire che l’ultimo tour individuale è alle 16.00, cioè 2 ore prima.

Scattiamo qualche immagine e ce ne torniamo sconsolati in hotel.

Lun 18 Agosto: scendiamo per il test colazione e troviamo una bella sala e la possibilità di mangiare sulla “terassa” all’aperto. Poca scelta per chi preferisce il dolce, tra cui svariate merendine confezionate, ma in compenso il caffé è bevibile.

Alle 9.20 siamo già in partenza per KARLOVY VARY, dove arriviamo dopo appena un’ora.

Peccato però che sia piena di turisti, tanto che per trovare un parcheggio decente impieghiamo una ventina di minuti. Lo troviamo al brutto hotel Termal costruito 30 anni fa durante la dittatura comunista.

La guida descrive la città come quanto di più simile a una località alla moda si possa trovare nella Repubblica Ceca e in effetti sembra di stare a Riccione in estate.

Karlovy Vary è la più antica stazione termale boema ed è anche la più bella delle tre grandi località termali ceche, nonostante la grande affluenza di turisti. Il fatto di essere stata una stazione termale famosa tra gli aristocratici europei già dal XIV secolo, e quindi frequentata da persone molto danarose, lo si nota dalle bellissime decorazioni e dallo stile degli edifici, i viali regalano un’atmosfera piacevolmente distinta, quasi d’altri tempi.

Per poter bere l’acqua che sgorga dalle sorgenti sono in vendita in ogni angolo delle speciali tazze col manico cavo che termina con un beccuccio dal quale bere come fosse una cannuccia: con 120 corone ne compriamo una di nostro gusto e iniziamo il giro. Ci sono diverse sorgenti termali contenenti elementi chimici utilizzati per curare malattie dell’apparato digerente e respiratorio, disordini del metabolismo, ecc.

Finalmente vediamo i famosi Colonnati che proteggono le diverse sorgenti: il Colonnato della Sorgente del Parco in ferro battuto dipinto di bianco, il Colonnato del Mulino in stile neorinascimentale con tanto di statue sul tetto, il Colonnato del Mercato in legno bianco ed infine il moderno Colonnato della Sorgente Calda dove un geyser proietta in aria getti alti 15 metri.

Dopo tanta acqua calda ingurgitata, dai 38° ai 72°, con diversi “sapori”, il nostro stomaco inizia a reclamare uno spuntino, così ci sediamo al Cafè Elefant, dove ci rifocilliamo con 2 enormi fette di torta e succo di frutta, per 270 ck.

Ci piacerebbe un po’ di relax, magari regalandoci un trattamento termale, un massaggio o anche solo un bagno ma bisogna prenotare con largo d’anticipo.

Abbiamo solo un’ultima tappa: il negozio della distilleria del Becherovka, dove compriamo 5 bottiglie del famoso forte amaro alle erbe, nato con qualità curative.

La nostra prossima fermata è LOKET è un villaggio molto pittoresco arroccato intorno ad un castello, dove arriviamo percorrendo una strada secondaria circondata dalla foresta, casualmente ci imbattiamo nella veduta più spettacolare, che si ha da un tornante all’esterno dalle mura di cinta, in cima a una rupe a strapiombo sul fiume. Parcheggiamo direttamente sulla piazza principale, a pochi passi da quello che scopriremo essere un set cinematografico, con diversi attori in abiti del primo novecento e un nutrito staff di tecnici.

Girano delle strane scene in obliquo grazie a dei cavi al quale sono fissati gli attori.

Passiamo oltre e saliamo fino al castello lungo un vicoletto.

Giusto per qualche scatto, non abbiamo voglia di entrare, preferiamo farci un giro per le strette viuzze e curiosare nei negozi di artigianato, dato che questa zona è famosa per la produzione di porcellane.

Non tardiamo a trovare qualcosa che ci piace, al negozio Carmen, dove compriamo un gufo, un pennuto in gabbia e un vaso da fiori spendendo 850 corone.

Ovviamente la signora parla solo ceco e tedesco, ma è molto cortese e disponibile ed è quasi dispiaciuta nel dirci che accetta solo contanti.

Molto soddisfatti dei nostri acquisti riprendiamo la strada per l’ultima tappa prevista per oggi, scegliendo ancora strade secondarie che ci portano nuovamente per boschi! MARIANZKE LAZNE si presenta come le città termali a cui siamo abituati dalle nostre parti, cioè tranquilla e piena di anziani, non come Karlovy Vary.

Ha il vantaggio di avere una suggestiva e pittoresca posizione all’interno di una valle, circondata dal verde delle foreste. Anche qui sgorgano tantissime sorgenti di acqua minerale acidula delle differenti composizioni chimiche, ma gli “assaggi” di questa mattina ci sono più che sufficienti! Il gioiello principale è il Colonnato in stile art nouveau, è davvero raccomandata la passeggiata coperta che protegge le fonti termali, vero e proprio capolavoro di struttura in ferro e vetrate. Sappiamo che è possibile assistere alle performance combinate di luce e musica della moderna Fontana musicale, ma noi ci imbattiamo solo in un concertino di musicisti abbigliati come indiani nativi d’America. C’è anche un altro padiglione bianco dove si trova la Sorgente della Croce.

La stanchezza ha il sopravvento, così con una frettolosa passeggiata lungo il curatissimo parco ci dirigiamo spediti al Filip 1, il ristorante scelto per la cena.

Insalatona fresca con pasta e pollo, spiedino di carne mista con crocchette di patate, più le solite 2 birre ci costano la cifra di 370 corone.

Dopo un’intensa giornata rientriamo in hotel. Mar 19 Agosto: alle 9.00 siamo già a fare il check-out, perchè oggi per spostarci dobbiamo attraversare Praga e prevediamo molto più traffico di quello a cui ci siamo abituati da quando siamo in Repubblica Ceca. In effetti impieghiamo 2 ore e mezza per arrivare a KUTNA HORA all’Hotel Opat**** dove fortunatamente ci permettono di entrare subito in possesso della nostra camera.

Siamo doppiamente fortunati perché è ampia e pulita, e sembra pure silenziosa.

Ne approfittiamo per fare una pennichella di un’oretta. Alle 14.00 usciamo alla scoperta della città, che in passato ha avuto molta importanza grazie alle sue ricche miniere d’argento: il groschen d’argento coniato qui è stata la valuta forte dell’Europa centrale. Il centro storico è compatto così la visita è facilitata: partiamo subito con l’ammirare la meravigliosa Cattedrale di Santa Barbara, dove ci rendiamo conto solo uscendo che non abbiamo pagato l’ingresso. E’ una delle più belle chiese gotiche d’Europa tanto da essere dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

L’interno è davvero spettacolare, peccato che invece esternamente sia parzialmente coperta dalle impalcature per i lavori di restauro. Facciamo una sosta sul belvedere per ammirare il panorama che spazia dal centro della città alla verdissima foresta.

Appena ripercorso all’indietro il viale lungo il Collegio gesuita e le 13 statue barocche ci fermiamo per una sosta alla Kavarna Mokate per un caffè Illy (ovviamente in tazza da cappuccino), un ice-coffee e due fette di torta. Il locale è molto carino, gestito da una ragazza molto gentile e spendiamo 164 ck.

Rinunciamo a fare la visita del percorso nelle dimesse miniere, lungo alcuni tunnel messi in sicurezza, però ci fermiamo a guardare i partecipanti costretti a indossare spesse cerate e caschi protettivi.

Ci addentriamo lungo i vicoli medievali con palazzi che spaziano dal gotico al cubismo. Vediamo nell’ordine: il vicolo Ruthardskà, la Chiesa di S. Giacomo, il Cortile italiano dove aveva sede la Zecca Reale, la piazza principale, finché arriviamo alla Fontana di pietra e quindi al nostro hotel.

Prendiamo l’auto per andare al sobborgo di Sedlec, dove c’è il macabro Ossario decorato con le ossa di circa 40.000 defunti anche a formare campane e candelabri.

Qui troviamo anche il primo autobus con targa italiana.

Rientriamo all’albergo per una doccia e usciamo nuovamente per andare a cena.

La scelta è caduta sulla Pivnice Dacicky, a 100 mt dall’hotel, dove mangiamo due sostanziosi piatti di goulash accompagnati da gnocchi di pane e proviamo due varianti della birra locale. Spesa 279 ck e rientro un po’ incerto in camera!!

Mer 20 Agosto: fino ad ora ci è andata bene sia come sistemazione, sia come colazione, ma all’hotel Opat la seconda cosa non ha purtroppo riscontro: in sala c’è solo un tavolino con pane, cereali, marmellata confezionata, yogurt e ovviamente caffé lungo e latte.

Ci accomodiamo ad un tavolino e la solerte cameriera si precipita a servirci un piatto a testa composto da salame ungherese, prosciutto cotto, formaggio affumicato, formaggio tipo fontina, pomodori, cetrioli e peperoni.

Che fare? Prendiamo alcuni panini e ci diamo da fare, ormai siamo entrati appieno nello spirito della tradizione ceca e tutto sommato non ci dispiace, Oggi il cielo è coperto, tempo preferibile al sole che cuoce e stanca da morire.

Arriviamo fino a LITOMYSL che ha dato i natali al grande compositore Bedřich Smetana, non ci soffermiamo a visitare la città ed andiamo direttamente al bel castello annoverato tra i siti Patrimonio dell’Umanità. Non è nostra intenzione entrare per una visita guidata e ci limitiamo ad una gradevole passeggiata nel parco tutto attorno.

Poco distante dal castello c’è il Portmoneum, descritto come una meraviglia ricoperta di dipinti iperrealistici: purtroppo ha chiuso da 5 minuti per la pausa pranzo, quindi proseguiamo lungo il nostro itinerario.

Improvvisamente si accende una spia sul cruscotto, di cui non è ben chiaro il significato sul libretto delle istruzioni, ma non avvertiamo problemi tangibili e proseguiamo verso la nostra destinazione.

HRADEC KRALOVE é una città in cui troviamo un bel centro storico con un’enorme varietà di stili architettonici di epoche diverse, situato tra due fiumi.

Sulla piazza centrale si affaccia la ben conservata la chiesa gotica in mattoni dello Spirito Santo, con al suo fianco la Torre Bianca. Una costruzione che ci colpisce molto per la particolare bellezza è l’ex-municipio, mentre quello che ci colpisce per il motivo opposto è il museo, in stile art nouveau, fatta di mattoni rossi con le statue di due giganti all’ingresso.

Ormai sono le 14.00, nonostante la preoccupazione per l’ipotetico guasto alla macchina un certo languore ci convince a entrare alla Kavarna U Knihomola.

Il locale è molto carino ma, eccetto una cameriera, parlano solo ceco e alla nostra richiesta di avere un menù in inglese ci portano alcuni fogli fotocopiati e spillati in maniera disordinata! Birra di rito, ma niente pietanze stufate a base di carne, scegliamo due insalatone fresche con aggiunta di crudo e formaggio.

La spesa è limitata a 218 corone.

Prima di ripartire controlliamo se la spia sul cruscotto si accende ancora: purtroppo abbiamo una conferma. Chiamiamo l’assistenza italiana, che ci assicura una telefonata nel più breve tempo possibile, per darci istruzioni sul da farsi.

Dal momento che l’auto è marciante ci mettiamo comunque in strada, per non perdere troppo tempo, in direzione Kutna Hora, per rientrare in hotel.

Lungo la strada facciamo pure una sosta a PARDUBICE, tristemente nota per la fabbrica dell’esplosivo Semtex, dove parcheggiamo direttamente sulla piazza centrale. Anche se lo stile è simile a quelle viste quasi ovunque in Repubblica Ceca, questa è davvero spettacolare, addirittura su un palazzo d’epoca c’è uno stucco che rappresenta Giona inghiottito dalla balena.

La facciata del Municipio è magnifica, pure la tetra fontana con colonna mariana in questo contesto sembra più bella.

Un giro rapido di foto e riprendiamo la strada del rientro, notando con disappunto che è passata un’ora dalla telefonata all’assistenza. Chiamiamo l’officina Opel di Cesena per conoscere almeno il significato di quella maledetta spia che non accenna a spegnersi: ci dicono semplicemente che rappresenta tutto e niente (???) consigliando comunque uno stop ad una officina autorizzata per stare più tranquilli.

Una volta rientrati in camera richiamiamo l’assistenza per scoprire che l’ufficio che ha preso la nostra telefonata ha già chiuso! Ripetiamo con un certo nervosismo tutta la trafila e comunque abbiamo l’idea che toccherà a noi risolvere il problema domattina, magari a discapito del programma previsto per la giornata. Gio 21 Agosto: la giornata inizia molto presto in modo da essere a fare colazione alle 7.00.

Anziché mangiare gli affettati proposti, prepariamo dei panini da portare via.

Alle 8.00 in punto siamo all’officina Opel di Kolin, trovata ieri sera su internet: check veloce e guasto trovato in un cavo reciso nel motore, danno non coperto da garanzia.

Al solito è dura capirsi, perché al limite parlano tedesco, ma per fortuna all’annesso reparto vendita c’è una ragazza che parla inglese.

Ci informa che prima dobbiamo contattare l’assistenza in Italia per sapere come procedere, poi una volta precisato il da farsi occorre un’ora abbondante di lavoro.

Così decidiamo di fare due passi fino al centro di questa tranquilla cittadina, sperando che questo fuori programma non ci rovini l’intera giornata.

L’unica bella chiesa è chiusa per restauri, non c’è granché da vedere, però girovaghiamo senza meta fino alle 10.40, pur di non stare con le mani in mano seduti alla concessionaria.

Saldiamo il conto al meccanico, 1270 corone e partiamo verso la meta prefissata.

Percorriamo più di 100 chilometri, fino ad arrivare in prossimità del confine con la Polonia, per arrivare alle famose città rocciose, formate da torri d’arenaria. ADRSPACH e TEPLICE formano un’unica riserva naturale statale, era nostra intenzione visitarle entrambe, ma la perdita di tempo causata dal guasto alla Zafira ci costringe a fare una scelta e la città di Adršpach (www.Skalyadrspach.Cz) è quella che incontriamo per prima. Si devono pagare 60 corone per l’ingresso, poi si possono percorrere diversi sentieri turistici, ben identificati da diversi colori, che si snodano tra le rocce. Noi scegliamo di seguire il percorso verde e parte di quello giallo.

Ci sono vari tipi di rocce che creano affascinanti composizioni e inusuali forme e figure, tanto da avere nomi tipo “gli amanti”, “la madonna”, “la piazza degli elefanti”, “il dente”, “il ponte del diavolo”. Non sempre il colpo d’occhio è immediato e dobbiamo soffermarci qualche attimo per abbinare la forma delle rocce alla somiglianza con uomini ed animali da cui hanno poi preso i nomi.

C’è anche una torre in pietra arenaria, pare alta più di 100 metri.

Si può arrivare sulle creste delle formazioni rocciose salendo un numero infinito di gradini, spesso irregolari, dal quale si hanno splendide viste sui pinnacoli, oppure attraversare stretti passaggi dall’aria misteriosa che conducono a cascate (sul sentiero giallo), laghetti o fiumiciattoli. Non bisognerebbe mancare di fare un giro in barca sui laghetti in mezzo alle rocce, in prossimità delle cascate, ma la fila per accedervi è infinita e così rinunciamo.

Sulla via del ritorno troviamo un cartello in lingua ceca, che riporta la misura 50 cm.

Solo dopo capiamo che faceva riferimento ad uno stretto passaggio detto Crepaccio del Topo, praticamente una fessura verticale nel quale chi è in soprappeso o soffre di claustrofobia potrebbe avere seri problemi.

L’inconveniente auto ci ha limitato al solo pomeriggio per questa bella escursione tra la natura a cui avremmo voluto dedicare molto più tempo, percorrendo magari qualche altro sentiero, ma la nostra giornata è iniziata molto presto e alle 18.30 facciamo ritorno in hotel stanchissimi.

Scegliamo di cenare al ristorante dell’albergo, in cui abbiamo pure uno sconto del 10%, ordiniamo pollo in salsa chili, formaggi fritti, zuppa di cipolle, zuppa di patate e funghi, due birre Opat di produzione locale, spendendo 339 ck.

Fortunatamente dopo cena dobbiamo solo prendere l’ascensore e fare due passi per attraversare il corridoio per arrivare in camera, perché l’energia è al termine.

Subito a dormire perché domani dobbiamo trasferirci a Praga. Ven 22 Agosto: dopo un lungo sonno ristoratore ci svegliamo abbastanza in forma e con calma facciamo colazione (preparando ancora i panini da portare via) e prepariamo le valigie. Oggi la destinazione è PRAGA, dove arriverà anche mia sorella col fidanzato, con un volo da Rimini.

Pur essendo partiti in ritardo rispetto al previsto arriviamo in anticipo sull’ora del check-in, però fortunatamente la stanza è già disponibile.

Mia sorella e Marco sono arrivati da mezzora circa e si stanno concedendo un po’ di relax prima di catapultarci fuori a scoprire la capitale. L’albergo è l’Art Hotel Prague**** (Booking.Com), in posizione non centrale vicino ad un parco verde e allo stadio Sparta-Praga: è un po’ anonimo dall’esterno, ma la sistemazione è molto confortevole, camera grande con mini salottino, bagno con box doccia enorme, televisione satellitare, (pochi canali, in italiano niente ma non importa) frigo bar ben fornito, cassaforte. Gli unici inconvenienti (a parte la solita assenza del bidet) sono il parcheggio, a pagamento con parcometro che non permette di pagare per più di 6 ore, e l’ascensore, che non ferma al piano delle camere ma ad un livello intermedio che corrisponde al solo pianerottolo (???). Sistemiamo le nostre poche cose rimaste pulite e lasciamo il resto in valigia, poi ci incontriamo con gli altri due viandanti per decidere cosa fare ed usciamo.

Iniziamo subito con le difficoltà a capire i mezzi di trasporto dovuti a dei lavori in corso proprio lungo la strada principale vicino al nostro hotel: prendiamo l’autobus con molta facilità ma al cambio col tram prendiamo la direzione sbagliata! Beh, così vediamo qualcosa in più…!! Riusciamo ad arrivare alla vecchia fortezza di Vysehrad, per fortuna il tempo è magnifico (le previsioni fino a qualche giorno fa erano pessime) e in questa parte della città c’è pochissima gente. Entriamo dalla Porta di Tabor, passiamo dalla Rotonda di San Martino e arriviamo fino alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, che però il venerdì pomeriggio è chiusa.

Di fianco c’è il Cimitero di Vysehrad, con molte tombe addossate le une alle altre, decorate con sculture molto particolari e lapidi di ogni forma e materiale.

Terminiamo il giro uscendo dalla Porta di Mattoni, in corrispondenza delle casematte.

Siamo tutti assetati, con la lingua felpata, e affamati, così prendiamo il tram per il centro e ci dirigiamo verso la birreria Kolkovna di proprietà della Pilsner Urquell, sulla strada che porta a Josevof, il quartiere ebraico.

Non troviamo posto, nonostante quasi tutti i tavoli del ristorante siano liberi, anche se con la targhetta della prenotazione sopra, ci dicono che occorre prenotare, così ci limitiamo a bere un bel boccale di birra fresca seduti a un tavolino vicino alla vetrata.

Passiamo all’Obecni-Dum a ritirare i biglietti prenotati su internet per l’unica visita guidata notturna che si tiene alle 21.30, in modo da evitare possibili code più tardi.

Dato che la prima scelta per cenare ci è andata male ripieghiamo verso un ristorantino vicino alla funicolare, dove Gianluca ed io siamo stati più volte durante il nostro precedente viaggio a Praga, il Restaurace Bar Bar. Si tratta di un locale stile cantina dove nel 2001 ci siamo strafogati di qualunque tipo di crepe, che qua si chiamano palacinky, da quelle salate a quelle dolci.

Ceniamo: 2 piatti di carne stufata, 1 crepe con spinaci, formaggio e pancetta, 1 crepe arrotolata con salmone, 2 crepes dolci con banana e cioccolato, 4 birre giganti. Spendiamo in tutto 1027 corone e al momento di pagare non capiamo che il servizio non è incluso, così usciamo facendo una bella figura da taccagni! Velocemente ritorniamo all’ Obecni Dum, la famosa Casa Civica in stile art nouveau, il più bel edificio di tutta Praga, con decorazioni bellissime già all’esterno.

Dobbiamo pagare una specie di tassa per scattare le foto all’interno, così prendiamo una sola “licenza” per me che poi userò anche la fotocamera di mia sorella.

La visita è in lingua ceca e inglese, supportata da fascicoletti in italiano che dovremo restituire all’uscita, e si snoda per diversi saloni, alcuni molto belli altri un po’ pacchiani ma comunque resi interessanti dalle spiegazioni della guida. Cercando di rimanere più indietro possibile per fare foto senza inquadrare nessuno mi perdo parte della spiegazione.

Dopo un’ora siamo fuori e vediamo che qualche goccia bagna il marciapiede.

Entriamo in metropolitana, linea gialla e poi cambio su linea verde.

Quando torniamo in superficie ci rendiamo conto che le innocue goccioline si sono trasformate in un acquazzone di tutto rispetto, con tuoni e fulmini.

Purtroppo non abbiamo avuto modo di studiare in precedenza il percorso di ritorno dell’autobus che è deviato rispetto all’andata a causa dei lavori in corso.

Dopo aver capito dove dobbiamo andare leggendo un cartello poco chiaro, ci lanciamo in una folle corsa sotto la pioggia battente per arrivare alla fermata del nostro bus e scoprire che non offre nessun tipo di riparo…Noooo!! Il caso vuole che Marco adocchia un taxi che ha appena lasciato due clienti e ci si avventa bussando sul finestrino, chiedendo (in italiano!!) se è libero.

Dopo un primo momento di incomprensione ci fa salire e in un attimo siamo alla strada dell’Art Hotel…Dalla parte opposta al senso unico di marcia!! Scendiamo comunque e ci lanciamo con uno scatto da centometristi lungo il marciapiede, io tolgo l’infradito e via scalza come gli aborigeni della savana!! Appena varchiamo la porta d’ingresso scatta la “ridarola” isterica. Che modo originale di concludere una giornata lunga e pesante!!

Sab 23 Agosto: siamo all’ennesimo test colazione dell’ennesimo albergo, e la prima impressione non è delle migliori dato che la sala è piena e non c’è posto per sedersi.

Fortunatamente attendiamo poco e possiamo lanciarci sul buffet e spolverare quanto più possibile.

Decisamente la prima impressione era sbagliata perché c’è un’ampia scelta tra dolce e salato, tutto fresco e molto buono. Oggi vogliamo essere preparati quando sarà il momento di rientrare, per cui l’unica soluzione è arrivare alla metropolitana con un giro di bus e poi di nuovo a studiare come ritornare indietro davanti allo stesso cartello di ieri sera. Quando ci avviciniamo ci troviamo alle prese con una zelante signora anziana con le stampelle che si offre di aiutarci nonostante non avessimo ancora avuto modo di leggere nulla, anzi direi quasi che ci impone i suoi consigli! Parla solo ceco ma riusciamo a capire che il bus-stop identificato ieri sera sotto la pioggia è quello giusto, così ringraziamo e ci defiliamo velocemente per evitare che magari ci chieda un obolo per l’informazione.

Tentativo fallito: la vecchia imbraccia le stampelle alla velocità della luce e si lancia a passi lunghi e ben distesi insieme a noi verso la fermata dell’autobus.

Impossibile seminarla, ma per fortuna la sua era vera cortesia, non interesse, deve salire anche lei e addirittura poi ci indica quando scendere!! Dopo aver imparato la lezione riprendiamo i mezzi per arrivare alla Collina di Petrin: ovviamente 1 su 2 lo sbagliamo, perdendo 20 minuti.

Il tram 22 ferma proprio a due passi dalla funicolare che porta in cima, peccato però che ci sia una lunga coda, comunque non abbastanza lunga da convincerci a salire a piedi lungo i sentieri della verde collina considerato che la funicolare è compresa nel nostro biglietto da 3 gg per i trasporti pubblici.

Con un po’ di pazienza riusciamo ad entrare alla terza partenza.

In cima c’è la Torre Petrin, tipo la Eiffel di Parigi, ma di soli 60 metri, sulla quale non saliamo e un labirinto di specchi dove invece vogliamo fare un giro per ridere un po’.

Diversamente da 7 anni fa, adesso si paga l’ingresso, per cui cedo il turno a Gigi e me ne rimango all’aria aperta a leggere sulla guida dove andare a pranzo.

Quando escono hanno l’aria di quelli che hanno appena sofferto di nausea: gli specchi sono divertenti perché deformano l’immagine, ma stare al chiuso con centinaia di persone sudate e bambini scatenati che non ti permettono di fare le foto che vorresti non è una delle migliori esperienze della vita. Quando ritorniamo alla base della collina, attraversiamo il fiume e andiamo a vedere il famoso Palazzo Danzante, poi percorriamo il lungofiume verso il Ponte Carlo fino all’imbarco Masaryk, in corrispondenza del quale ci sono alcuni palazzi con stupendi decori, uno in particolare ha delle sculture a forma di gufo sulla facciata. Un gruppo di turisti anziani, non capendo cosa stiamo osservando tanto concentrati, si sofferma a guardare i pali dell’illuminazione…!! Lo stomaco reclama, andiamo a dare un’occhiata se è il caso di pranzare alla mitica birreria U Fleku, anche se sappiamo che ormai è solo frequentata da turisti. Già dall’esterno si sentono fisarmonica e cori che cercano di intonare Casatchok: entriamo e molto più velocemente usciamo.

Scegliamo sulla Lonely Planet un altro ristorante nelle vicinanze, il Branicky Sklipek.

Il menù è solo in lingua locale, ma la signora che ci accompagna al tavolo ci sfodera i piatti del giorno in un italiano abbastanza comprensibile, così basta aggiungere una birra a testa ed è fatta.

Tanto per cambiare si tratta di carne stufata, gnocchi di pane e patate, solo la birra è di una marca che non abbiamo ancora provato, la Branik, ma leggera e buona come le altre. La spesa totale è di 1010 corone, servizio incluso.

Il locale è a pochi passi da Piazza Venceslao: per arrivarci passiamo sotto al Palazzo Lucerna, percorrendo i corridoi del sottopassaggio omonimo.

In un atrio tutto di marmo, molto elegante con decorazioni art-nouveau, troviamo una strana scultura ad opera di David Cerny intitolata “Horse”, che raffigura un cavallo capovolto appeso per le zampe, con il cavaliere seduto sulla pancia. Sbuchiamo in piazza Venceslao, molto frequentata, attorniata da negozi con vetrine dozzinali, grandi magazzini, massiccia presenza di venditori di souvenir, ristoranti e bar trappole per turisti, e per di più aperta al traffico.

La statua equestre di San Venceslao è proprio in fondo alla piazza, sotto la quale osserviamo un trio di jap che scattano foto ai monumenti includendo nell’inquadratura anche un pupazzetto a forma di coniglio, un po’ come il nano da giardino ne “Il fantastico mondo di Amelie”.

Proseguiamo il nostro giro esplorativo percorrendo quasi senza meta le stradine contorte della Città vecchia, soffermandoci nei pochi minuscoli negozi di artigianato locale.

Arriviamo fino alla piazza dell’orologio astronomico, ma mancano ancora più di 20 minuti allo scoccare dell’ora, così per passare il tempo entriamo Starbucks, proprio di fronte per fare un pieno di energia.

Ci rilassiamo talmente tanto seduti ad un tavolino all’interno che finiamo per perderci lo spettacolino dei vari personaggi che sfilano davanti alle finestrelle.

Proseguiamo il giro della città vecchia in direzione Ponte Carlo, facendo una sosta all’Hard Rock Cafè per comprare su richiesta un orsetto gadget.

Non riusciamo ad ammirare come si dovrebbe tutti gli scorci affascinanti che offre una città come Praga a causa del pienone di turisti, la maggioranza dei quali alticci e indisponenti. La “marea” ci porta al Ponte Carlo, il simbolo di Praga in tutto il mondo, che ovviamente è rivestito da un tappeto umano: osservare le statue di santi poste lungo i lati è compito arduo, anche perché un tratto è recintato per permettere il restauro, così ci limitiamo ad un passaggio veloce e ad un fuggevole sguardo alla magnifica vista del castello, del fiume con i vari ponti e della stupenda Torre.

A questo punto non rimane altro che rientrare in hotel.

Dom 24 Agosto: solita colazione poi, invece di prendere l’autobus, ci incamminiamo attraverso il parco Letna, per arrivare alla terrazza che al tempo del regime ospitava la statua di Stalin più grande al mondo: oggi c’è un gigantesco metronomo, ma si può godere di un bellissimo panorama della città dall’alto nonostante il cielo nuvoloso.

Raggiungiamo il vecchio quartiere ebraico di Josefov quando è ormai mezzogiorno, ci mettiamo in fila per acquistare i biglietti alla prima cassa che troviamo ma un solerte dipendente ci invita ad andare a quella nell’edificio successivo perché quella a cui siamo in coda chiuderà alle 12.30: ma se avremmo impiegato 15 minuti per raggiungere lo sportello?!? Mah!! Spendiamo ben 300 ck a testa per comprare il biglietto cumulativo per la visita ai diversi punti di interesse (esclusa la Sinagoga Vecchio-Nuova) che nell’insieme formano il Museo Ebraico, il nucleo che i nazisti non hanno raso al suolo per farne il “museo di una razza estinta”.

Gli uomini devono indossare il tradizionale copricapo in segno di rispetto, per fortuna oggi esistono quelli usa e getta, ma occorre una “donazione” per usarli.

Il Vecchio Cimitero Ebraico è quello in cui entriamo per primo, una infinita distesa di lapidi (dovrebbero essere 12.000) addossate le une alle altre, sotto alle quali ci sono strati su strati di salme. All’uscita del cimitero entriamo nell’adiacente Sala delle Cerimonie dove c’è una esposizione di oggetti. Dall’altra parte della strada c’è la Sinagoga Klaus, di cui ricordo solo una potentissima puzza di piedi e quasi niente dell’esposizione.

Dalla fretta di entrare al cimitero abbiamo saltato l’ingresso alla Sinagoga Pinkas, e dato che gli accessi sono in comune ci ripresentiamo chiedendo di entrare per la seconda volta: probabilmente non siamo gli unici dato che non fanno storie.

All’interno le mura sono completamente ricoperte dai nomi delle vittime ebree del nazismo, con relative date di nascita e di deportazione.

Al piano superiore c’è una collezione di disegni fatti dai bambini nel campo di concentramento di Terezin: se non fosse per il caldo, la calca e i soliti “caciaroni” sarebbe una mostra davvero toccante. Lasciamo per ultima la Sinagoga Spagnola, che si trova più distaccata rispetto alle altre, molto bella all’esterno ma ancora di più all’interno grazie ai decori in stile moresco, davvero un peccato non poter fare fotografie.

Usciamo alle 14.00, senza renderci conto che abbiamo saltato la Sinagoga Maisel , la cui visita è inclusa nel biglietto (in verità ce ne accorgeremo solo tra una settimana!!). Non ci ispirano i ristoranti a pochi passi dalla Sinagoga Spagnola, così ritorniamo alla birreria Kolkovna, dove prendiamo posto ad un tavolo all’aperto e vediamo cosa offre la casa.

Il menu è interessante e ricco, con tipici piatti cechi e scegliamo zuppa di patate e funghi servita in pagnotta, goulash con carne e patate, del formaggio marinato nella birra servito dentro un barattolo di vetro, nonché due ottimi dessert, spendendo 1035 corone in totale, con 5 birre grandi comprese, più 100 per il servizio non incluso.

Le varie portate non sono molto abbondanti come nel resto del paese, nonostante costituiscano un piatto unico, e qui a Praga sono anche più care.

Oggi abbiamo deciso di riposare un po’ per uscire più tardi a vedere un po’ la vita notturna, così facciamo uno stop di 2 ore in hotel.

Appena usciti andiamo diretti in un locale in Malostranska namesti, per fare il pieno di caffeina (si fa per dire…Con quei caffé lunghissimi), poi riprendiamo la strada per il ponte Carlo alla ricerca di un locale dove cenare.

Nel primo che troviamo sulla nostra strada (birreria U Bilè Kuzelky) non c’è nessuno e nel secondo (Hostinec U Tri Zlatych Trojek)…Pure!!! Decidiamo comunque di entrare, ma il cameriere ci blocca all’ingesso dicendo che stanno chiudendo…Ma se sono le 21.00 e sulla porta c’è scritto che chiudono alle 23.00??? A questo punto andiamo alla sezione pasti della guida e cerchiamo un locale che abbia un tardo orario di chiusura, trovando quello che fa per noi, la birreria Pivovarsky Dum. Saliamo sull’ormai fidato tram 22 fino a Karlovo namesti e dopo pochi passi entriamo in un pub pieno di atmosfera d’altri tempi, per fortuna senza comitive di rumorosi turisti.

In bella vista i bollitori in rame e si possono osservare le vasche di fermentazione attraverso una vetrata, con l’aiuto di uno specchio inclinato fissato al soffitto.

Ci fanno accomodare ad un tavolo da sei, già occupato da un attempato signore che il caso vuole sia italiano: per fortuna si rivelerà una persona d’esperienza che non parla solo tanto per parlare, che si trova a Praga per una mostra d’arte di un amico.

Ci racconta di una simpatica coincidenza: su una vecchia edicola di Parma c’è l’effige del patrono del paese, S.Nepomuceno, che nella difficoltà della pronuncia era diventato “né pù, né meno”. Ci consiglia anche sulle birre da ordinare, mentre scorriamo il menù notiamo anche la possibilità di fare assaggi di birre aromatizzate alla frutta o al caffé, ma ci limitiamo a chiedere 2 chiare e 2 scure per accompagnare il pasto.

Il menù è meno ricco rispetto alla Kolkovna, in compenso è meno costoso. Ordiniamo patatine e funghi fritti con verdure, salsicce con strane salse e formaggio.

Finiti i primi boccali facciamo un secondo giro di birra 50% dark e 50% light, un buonissimo mix consigliato dall’avventore al nostro tavolo.

Dobbiamo ringraziare quel cameriere di non averci fatto entrare, così abbiamo avuto modo di scoprire questo classico locale in cui abbiamo speso in tutto 545 corone, arrotondate a 600 per il servizio.

Proseguiamo l’escalation di alcool nel sangue andando a cercare un localino che serve assenzio, l’Absint Time, visto ieri vicino alla birreria U Fleku.

La prima cosa che la ragazza ci fa sapere è che abbiamo solo 20 minuti prima che chiuda, a mezzanotte, dopo di ché ci porta un elenco di 27 diversi tipi di assenzio.

Dato che non ce ne intendiamo ci facciamo dare spiegazioni: il 90% di quelli presenti nella lista hanno una concentrazione di assenzio bassa e si possono trovare ovunque, il 9% è legale solo in 3 paesi, mentre 1 si può commercializzare solo in Repubblica Ceca.

Ovviamente l’ultimo è quello che ci attira di più, ma l’elevato costo ci fa ripiegare su uno di quelli a media concentrazione.

La tecnica di preparazione non è proprio semplice, occorrono due bicchieri, lo zucchero in zolletta e un pinza per manipolarlo una volta incendiato, ed un tempo tecnico che non abbiamo ben compreso, ma abbiamo filmato tutto.

Spendiamo quasi come a cena, 480 corone più 50 per il servizio.

Dopo la chiusura ritorniamo verso la piazza della città vecchia, per poter far foto senza il solito trambusto di turisti.

La notte aumenta il fascino di tutti i monumenti, per cui non ci viene difficile fare una marea di scatti lungo tutto il nostro percorso che ci porta ad attraversare il ponte successivo al Ponte Carlo per poterlo ritrarre al meglio.

Alla fermata del tram notturno il count-down per il prossimo passaggio segna 25 minuti, per cui non rimane altro da fare che sederci ad aspettare.

Fortunatamente al cambio riusciamo a prendere al volo l’autobus notturno. Andiamo a letto quando le lancette segnano le ore 2.30.

Lun 25 Agosto: finalmente questa mattina andiamo al Castello (Prazsky hrad), abbiamo atteso il lunedì per non trovarci accalcati nelle visite del week-end.

Ci sono diversi percorsi da scegliere per poi comprare un biglietto cumulativo.

Non prendiamo quello che prevede la visita più dettagliata, ma il secondo in graduatoria con l’ingresso all’antico Palazzo Reale, alla Basilica di S. Giorgio, al Vicolo d’Oro, alla torre Dialiborka. Dai balconi dell’Antico Palazzo Reale si ha una visuale sulla Moldava e su tutta la città, ed è proprio qui che incrociamo per la prima volta un gruppetto di suore: una in particolare ci colpisce grazie alla faccia simpatica e alla possente mole.

Il Vicolo d’Oro è sempre molto pittoresco, nonostante le minuscole casette colorate ospitino solo negozi di souvenir nei quali non manchiamo una veloce visita.

Lo scatto di fronte alla casa in cui è vissuto Franz Kafka è d’obbligo, mentre ritroviamo la corpulenta suora che sfila grissini da entrambe le tasche laterali e li polverizza in un nanosecondo, uno via l’altro, per poi prendere nello zaino un plum-cake e mangiarlo in un boccone: la cosa ci diverte molto, Marco si chiede come funziona il peccato dell’ingordigia e della gola, speriamo di ritrovarla anche più avanti. In fondo al vicolo entriamo nella Torre Dialiborka, in cui sono esposti degli strumenti di tortura senza troppe pretese di essere compresi.

Stranamente alla Cattedrale di S.Vito si può accedere gratuitamente, la lunghissima coda fuori ne è la dimostrazione, ma l’attesa vale decisamente per vedere gli splendidi interni, in particolare le coloratissime vetrate istoriate e la tomba barocca di San Giovanni Nepomuceno, tutta d’argento.

Un salto al gift shop per l’acquisto di alcune cartoline ci fa perdere l’inizio della cerimonia di mezzogiorno del cambio della guardia, ma il tempo rimanente è più che sufficiente per vedere lo scambio ascoltando la fanfara che suona affacciata dalle finestre. Gianluca, Francesca e Marco rimangono sul fianco del piazzale, mentre io mi porto sul fronte, trovando schierata in prima fila la nostra suora preferita: non so se la pole position è merito dell’abito che indossa o di una spallata in stile All Blacks!!! Entriamo nel giardino reale con l’intenzione di vedere la Casa della Pallacorda e (tranne Gianluca) scendiamo lungo un ripido e tortuoso sentierino verso il Fossato del Cervo, praticamente nello strapiombo sotto al Castello, senza sapere che lì non la troveremo. Ci incamminiamo lungo il fossato, su un viale contorto che ci porta attraverso uno stretto tunnel in un altro parco verde, così facciamo marcia indietro.

Arriviamo alla fine del parco, con tanto di cancellata in ferro…Chiusa con lucchetto! E dire che proprio dall’altra parte c’è la strada dove passa il tram 22! Risaliamo un sentiero fortunatamente non toppo ripido e ci ritroviamo al Belvedere, il bel Palazzo d’Estate in stile rinascimentale situato all’estremo est del parco, dove ci sta aspettando Gianluca.

A questo punto la voglia di vedere la Casa della Pallacorda è passata a tutti, anche perché entro le 14.15 dobbiamo ritornare all’Art Hotel per mettere altre monete nel parchimetro, dal momento che non consente di pagare più di 6 ore consecutive! Ne approfittiamo per una brevissima sosta relax fino alle 15.00, prima di uscire a pranzare.

Il locale scelto per oggi è Bohemia Bagel, che pubblicizza dei favolosi panini a forma di ciambella dall’aria veramente squisita. Io ne ordino uno con salmone affumicato e formaggio tipo Philadelphia che è la fine del mondo, peccato però che invece della ottima birra alla spina a cui siamo abituati ci venga servita della normale birra in bottiglia da 33cc che costa 40 corone (un boccale da 1/2 litro costa in media 30 corone!!).

La spesa totale è di 680 corone, lasciamo comunque 70 ck per il servizio non incluso.

Dato che ci troviamo a pochi passi dal Ponte Carlo, decidiamo di fare un giro sull’isola Kampa, passiamo davanti al Muro di John Lennon (che ci delude un po’ nonostante l’importanza pacifista che ha avuto durante il regime) e davanti al ristrutturato primo mulino della città.

Usciamo dall’isola dall’altro ponte, nelle vicinanze di “Piss”, un’altra opera di Cerny, una scultura in bronzo raffigurante due uomini che fanno pipì in una pozza a forma di Repubblica Ceca.

Ogni volta che chiediamo i francobolli ai chioschi che vendono anche le cartoline ci sentiamo rispondere che fanno solo la vendita abbinata e ormai abbiamo rimasto poche ore per capire dove poterli comprare.

All’ufficio informazioni ci dicono di rivolgerci alla Posta e ci indicano quella più vicina: peccato che noi non riusciamo a trovarla…!! Oramai rassegnati ci ritroviamo all’inizio della Nerudova ulice, che è una parte della cosiddetta Via Reale. Ne percorriamo un tratto solo, dato che nella direzione in cui l’abbiamo imboccata è in salita, giusto il necessario per poter ammirare alcune bellezze architettoniche decorate con stemmi di vario genere e vedere il palazzo in cui si trova l’ambasciata italiana.

Quando gambe e schiena ci impongono una sosta siamo proprio di fronte ad un negozio che vende liquori e distillati locali: dopo una lunga meditazione tra amari e vodka alla marijuana acquistiamo 2 bottiglie di assenzio e il cucchiaio per il relativo servizio.

Ci infiliamo in un viottolo laterale per tornare a Malostranskè namesti e la scelta si rivela perfetta: troviamo solo un paio di anziani e tanti angoli suggestivi, oltre ad una insegna con l’immagine di un cavaliere con l’armatura, fotografata anche dagli autori della nostra guida.

Ritornati alla piazza prendiamo il tram per attraversare il fiume e scendere lungo Narodni trida, in modo da entrare nella città vecchia da sud e vedere così qualche altro scorcio di Praga.

In effetti già alla fermata possiamo notare il moderno edificio Nova scena, poco bello per i nostri gusti ma sede della famosa compagnia teatrale Lanterna Magika.

Poco distante il bel Palazzo Viola con le enormi lettere che formano la parola “Praha” a contornare delle finestre circolari. Appena ci addentriamo lungo i vicoli che portano in centro la nostra attenzione viene attirata da un’altra opera dello scultore David Cerny , “Hanging Around”, che rappresenta un uomo appeso ad un’asta fissata sul tetto di una casa.

Fermarci a scattare qualche foto significa perdere per l’ennesima volta lo spettacolo dell’orologio astronomico… per un paio di minuti!!! Non tutti i mali vengono per nuocere: girovagando sconsolati per la piazza mia sorella nota una vetrina che pubblicizza la vendita di francobolli.

Meno male, altrimenti avremmo dovuto consegnare le cartoline a mano (per me poco male, dato che quest’anno ne ho preparata solo una per noi).

Gianluca trascina i piedi già da un’ora, era sua intenzione rientrare presto a riposare in vista del viaggio di ritorno, così dato che sono appena passate le 19.00 andiamo direttamente al locale per cenare.

La guida descrive la Pivnice U Milosrdnych come un locale tipicamente ceco sempre affollato che serve tutti i piatti preferiti dai cechi.

In effetti nonostante abbia molti tavoli dislocati in più sale è quasi pieno! Anche qui ordiniamo piatti sostanziosi di goulash, la birra è Pilsner Urquell, per una spesa di 990 corone, arrotondate a 1000 per nostra iniziativa.

Un altro assaggio che non vogliamo farci mancare dopo l’assenzio è lo Slivovitz, un’acquavite di prugne tipico e, secondo la Lonely, non c’è posto migliore del Palirna Igor Sevcik.

Il locale è piccolo, ma non è rivestito dei classici pannelli di legno scuro come me lo aspettavo: sulle pareti ci sono dei coloratissimi quadri, e l’arredamento è composto da strane sedie e tavolini ad incastro.

La ragazza che ci serve è in assoluto la più gentile e sorridente che ci sia capitata a Praga, ci spiega cosa sono le voci del menù che ci intendiamo ordinare e ce le porta.

Il gusto è completamente differente, tra i diversi tipi di Slivovitz, ma non ci fa impazzire.

Il conto è di 170 corone e anche se non ci viene chiesto nessun extra per il servizio facciamo cifra tonda arrivando a 200 per l’estrema cortesia.

Dovendo spendere le ultime corone entriamo nel solito Starbucks a Staromestske Namesti (Piazza della Città Vecchia) dove ci facciamo prendere per la gola e ordiniamo 2 muffin double chocolate, 3 frappuccini caramel creme grande, 1 caffè mocha: spendiamo 580 ck…Come a pranzo!! Quando usciamo ci sono molti giapponesi con il naso in su e macchine fotografiche pronte allo scatto di fronte al solito orologio astronomico.

Guardiamo l’ora e ci rendiamo conto che mancano pochi minuti alle 22.00.

Incredibile ma vero, riusciremo in extremis a vedere lo scoccare dell’ora! Invece no: lo spettacolino va “in scena” solo dalle 9.00 alle 21.00… Credo che mancarlo per 3 o 4 volte non sia da tutti, solo noi potevamo riuscirci!! Allunghiamo il passo verso l’Obecni Dum, per prendere la metropolitana a Namesty Republiky, ma proprio lungo la Celetna ulice uno schermo posto nella vetrina di un negozio caramelle e dolciumi ci attira inesorabilmente: un video dimostrativo sulla lavorazione artigianale di caramelle multicolor ci “convince” ad entrare a dare un’occhiata e non solo.

Con una certa soddisfazione rientriamo in hotel alle 23.15 accompagnati anche da un po’ di amarezza perché la vacanza è ormai davvero terminata. Nonostante la stanchezza non ho sonno, per cui mi porto un po’ avanti con i preparativi delle valigie fino a mezzanotte.

Mar 26 agosto: sveglia alle 7.00 per cercare di essere pronti a partire prima possibile.

In sala colazione ci diamo da fare spolverando tutto quello che il nostro stomaco riesce a contenere, poi senza vergogna prepariamo dei panini imbottiti e prendiamo anche della frutta per il viaggio.

Check-out alle 9.30 e, dopo un complicato gioco di incastri in stile Tetris per riuscire a stipare tutti i bagagli senza dover tenere sollevata la tendina del bagagliaio, riusciamo a partire alle 10.00 come preventivato.

Al solito uscire dalle grandi città non è affatto semplice, a rendere più difficile le cose ci si mette pure una infinita serie di lavori in corso, e alla fine imbocchiamo l’autostrada nella direzione sbagliata a causa della segnaletica poco chiara! Cominciamo bene… usciamo e rientriamo dopo pochi chilometri, il cielo fortunatamente è coperto, così da rendere il viaggio più gradevole dato che la macchina non diventa un forno.

Circa 15 chilometri prima di arrivare a Plzen usciamo volontariamente dall’autostrada per percorrere un po’ di strada rustica e dare modo anche a Francesca e Marco di vedere qualche paesino tipico, poi entriamo in città per fare una breve sosta alla Pilsner Urquell e spendere le ultime corone comprando un boccale da litro di birra nel negozio di souvenir.

Riprendiamo velocemente l’autostrada e varchiamo il confine tedesco in meno di un’ora: il paesaggio rimane pressoché immutato, sempre immerso nel verde.

In Germania l’autostrada è gratuita e ben tenuta, occorre fare particolare attenzione ai limiti di velocità che variano continuamente, è permesso correre di più che in Italia ma si rispettano limiti e distanza di sicurezza.

Attraversiamo l’Austria, trovando un rallentamento all’altezza di Innsbruck, e alle 18.00 entriamo in Italia. Non siamo ancora a Bolzano che i tabelloni indicano un tratto di autostrada chiuso causa incidente e ci troviamo bloccati a 3 chilometri dal casello.

Per qualche inspiegabile motivo la colonna in cui ci troviamo noi scorre velocemente e impieghiamo solo una mezzora per uscire sulla statale, alle 19.30.

Quando rientriamo in autostrada il navigatore mostra le 23.00 come ora d’arrivo, avendo accumulato in totale 2 ore di ritardo rispetto quanto prevista questa mattina.

All’altezza di Modena lo stomaco inizia a reclamare, pure le gambe hanno bisogno di sgranchirsi un po’, ma teniamo duro fino a Bologna dove, senza troppe pretese, facciamo uno “stop and go” con hamburger.

Riusciamo a varcare la soglia di casa alle 23.45 dove ci accolgono i nostri micioni con un misto tra timore e felicità.

Francesca e Marco preferiscono dividere il letto singolo piuttosto che dormire sul divano.

Domani, con tutte quelle lavatrici da fare e la casa da pulire, la vacanza sembrerà già lontana anni luce… Barbara

NOTE: Il fiume di turisti che si trova a Praga in qualsiasi periodo dell’anno (in particolare comitive di italiani, spagnoli e giapponesi) è praticamente assente nel resto del paese, ad esclusione di Adrspach, dove il turismo si limita a cechi e slovacchi, con qualche tedesco, austriaco o polacco a seconda del confine più vicino, anche durante il periodo estivo.



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