Cartoline da Irlanda e Scozia

Breve tour irlanda e scozia
Scritto da: kris&lapo
cartoline da irlanda e scozia
Partenza il: 22/06/2010
Ritorno il: 30/06/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
22-06-2010. Con due biglietti Ryanair con destinazione Dublino partiamo da Roma Ciampino alle 21.00 e atterriamo all’aereoporto irlandese alle 22.45 ora locale, con breve ritardo, quindi ci rechiamo con una navetta predisposta al Clarion Hotel in 5 minuti! L’hotel è enorme, la camera gigantesca, pulita, dotata di tutti i confort!

23-06-2010. Ci svegliamo di buon mattino e ci facciamo chiamare la stessa navetta della sera precedente che ci porta direttamente all’aereoporto per ritirare la nostra macchinina da EUROPE CAR, già prenotata dall’Italia!! La guida a sinistra questa volta (essendo il 2° viaggio in Irlanda) è, per Lapo, meno traumatica e partiamo quindi con entusiasmo in direzione della cittadina di Cashel. Attraverso un percorso che si snoda tra autostrada ed entroterra giungiamo in mattinata al Castello di Cashel, meraviglia medioevale che evoca folletti e danze in costume al suono di arpe e cembali. Nota anche come Rocca di San Patrizio (St.Patrick’s Rock) si trova nella contea di Tipperary e ad essa è annesso uno dei siti archeologici più intriganti d’Irlanda. Il castello aveva una funzione di fortezza che opponeva una orgogliosa resistenza della tradizione celtica contro la dilagante cristianizzazione delle popolazioni circostanti. Tutta la rocca, sede di reperti archeologici antichissimi, è circondata da fortificazioni e dal vento giocoso, a tratti insolente, che non ci abbandona mai e diviene, in questa prima giornata irlandese, il regista dei nostri paesaggi e delle nostre emozioni. Le mura spesse e orgogliose proteggono una torre rotonda completa, un’abbazia, oggi, priva delle strutture di copertura, le rovine della sede arcivescovile, edificata sopra ad insediamenti notevolmente più antichi. Al centro dell’intera struttura si erge una cattedrale, very gothic, ancora solo parzialmente coperta dalle sue volte. Il paesaggio che si può godere dalla rocca è dolce e allo stesso tempo, a tratti, scosceso, adatto alle esili e nodose zampe di capre e pecore. Le rovine, godibili con breve passeggiata, sono circondate da un esteso prato, collinare, infisso di croci gaeliche. L’antichissima abitudine, diffusa ovunque in Irlanda, di ricavare le tombe tra le rovine delle antiche chiese (o addirittura all’interno), in un ordine apparentemente casuale, pare sia durata a Cashel fino agli anni Novanta, a giudicare dalle iscrizioni sui tumuli. Dopo aver ulteriormente gironzolato nella campagna sottostante alla ricerca di altre rovine di monaci e cavalieri, si riparte alla volta del castello di Cahir. Lo raggiungiamo in un’oretta, è in buone condizioni e sebbene sia stato vistosamente restaurato conserva il suo antico fascino e può essere agevolmente visitato. Dispone di una piccola sala dove viene proiettato un interessante filmato nelle diverse lingue (compreso l’italiano) che illustra i vari castelli dell’Irlanda. La giornata è veramente splendida, il raro sole d’Irlanda ci ha fatto un bellissimo regalo, a noi non resta che utilizzare questa calda luce per fare qualche foto e conoscere le caratteristiche di questo castello che per la sua completezza e i servizi offerti è tra quelli che bisogna visitare. Quanti sono i castelli irlandesi? Molti, moltissimi. In questa nostra seconda escursione irlandese cercheremo di visitare quelli più suggestivi (per noi!!!) ma anche i meno affollati. Impresa disperata quest’ultima, dato che da quanto leggiamo, anche l’Irlanda, ormai, è meta di turismo di massa. Dal giardino interno, sopraelevato è possibile ammirare l’antico complesso ancora in buono stato, anche grazie ai restauri che si sono susseguiti nel tempo. Affascinante! Dopo aver fatto un altro giretto tra campi e colline ci dirigiamo verso l’ultimo castello previsto per oggi: il Castello di Bunratty con l’annesso Folk Park. Purtroppo all’arrivo nella mitica contea di Clare cirendiamo conto che ormai il pomeriggio si avvia al termine anche se la luce è ancora decisa e quindi la visita è da rimandare a domani; inoltre il castello chiude alle 17.00. Troviamo da dormire in una tipica fattoria RIVERSIDE B&B di quelle che ti riconciliano con il mondo, anche se si scatena, improvviso e freddo, il temporale, nel momento stesso che lo raggiungiamo, a Clonmoney West, Bunratty, in mezzo alle mucche e ai bambini della famiglia di Paula, che ci accoglie con il suo miglior sorriso e con una pulizia e una cordialità da far invidia a qualsiasi resort cinque stelle in giro per il mondo (consigliatissimo!!!!). Ceniamo davanti al castello in un posticino consigliatoci da Paula ed è una scelta fantastica!!!!Anche se il banchetto che sta per iniziare al catello, ma che esige la prenotazione, è davvero invitante e riempie l’aria del suono di cornamuse e odori speziati che evocano serate medioevali, intense e appassionate. Ci torneremo anche solo per godere di una serata speciale come questa!

24-06-2010. La mattina ci alziamo pieni di entusiasmo e ci accoglie una splendida e ottima colazione full irish. Finalmente anche noi siamo ammessi a visitare e a esplorare il bellissimo castello di Bunratty, con annesso villaggio, appena aperto ore 9.00, che ci risulta siano la più visitata attrazione turistica d’Irlanda. Costruito intorno al 1400, il castello di Bunratty è la fortezza medievale più autentica e ben conservata d’Irlanda. Il castello è arredato con mobili, arazzi e opere d’arte del XV e XVI secolo e i visitatori possono esplorarlo liberamente nei suoi tre piani collegati da ripide scale a chiocciola e ampi saloni, camere da letto, terrazze e piccoli ambienti riservati e misteriosi. Nei 26 acri del parco adiacente è ricostruita la vita irlandese, cos’ì com’era, nell’Ottocento; una Disneyland irlandese, per chi ama il genere “medioevo”. Il Bunratty Folk Park, infatti, ospita fattorie, due mulini ad acqua, una chiesa, una via di paese, un giardino recintato e molto altro ancora. C’è anche una guardia in costume simpatica e disponibile per le foto turistiche. I rinomati banchetti medievali vengono organizzati nel castello tutto l’anno, inoltre, una serata tradizionale irlandese, che celebra il meglio della musica, delle canzoni e delle danze irlandesi, viene organizzata ogni sera nel granaio, da Aprile ad Ottobre. Ci siamo molto divertiti a rivivere queste atmosfere sospese e semplici che in Irlanda non sembrano del tutto scomparse nelle architetture e negli usi, rurali e artigianali, di molti piccoli centri in cui viaggiando ci siamo imbattuti casualmente. Fino a mezzogiorno ci godiamo questo salto nel tempo, poi partiamo alla volta del vero sud-irlandese, la Penisola di Dingle, paradiso dei surfisti e degli animali marini (foche, pulcinelle di mare, megattere, delfini). Ci arriviamo dopo pranzo e immediatamente nella cittadina variopinta e caratteristica ci colpisce la tradizione gaelica perfettamente conservata nel linguaggio e nelle chiare e pulite acque dell’Atlantico che si infrangono contro le aspre scogliere che delineano un paesaggio Irlandese 100%. Ci sono campi da golf, spiagge, colline a perdita d’occhio, perfette per passeggiate tranquille o trekking. Pubs e ristoranti che servono ottimo cibo (per lo più pesce: salmone, ostriche, pesce azzurro) birra, musica tradizionale, allegria contagiosa e sana. Ireland ‘s Dingle Bay è anche punto di partenza per la nostra escursione in mare alla ricerca di Fungie, il delfino, che nuota vicino alla barca turistica ma che vive libero e in perfetta sintonia con l’uomo che lo rispetta e lo ama pur sfruttandone l’immagine e la libertà. È davvero divertente fare un milione e mezzo di foto a questo mammifero dal muso simpatico e indimenticabile!! Salutato Fungie, ci dirigiamo allo Slead Head lungo la Slead Head Drive. Questo percorso panoramico si snoda, vista Atlantico, lungo un percorso curvo e accidentato, fino all’altezza per l’appunto di Slea Head, punta sud-occidentale della penisola. A largo, le sagome rocciose delle Blasket Islands, contro cui naufragarono, nel 1588, quattro navi dell’Invicibile Armada. La luce che qui è sempre decisa e cristallina, verso le otto di sera, tuttavia, cambia di intensità e diventa tiepida e romantica, si concilia con la nostra stanchezza e il desiderio di un buon piatto irlandese e un po’ di riposo. Saliamo un paio di chilometri rispetto alla baia e sulla collina ci troviamo il Ballinvouing Huose, un B&B grazioso e confortevole, molto pulito e ospitale, che ci conquista immediatamente e ci convince a interrompere qui il nostro cammino odierno; 30 euro a testa compresa l’immancabile irish breakfast.

25-06-2010. Riposati e soddisfatti per la colazione e l’accoglienza della loquace signora irlandese che ci ha ospitato per la notte riprendiamo la N86 per poi continuare lungo la R561 fino a Castelmaine dove si imbocca la N70 fino a Miltown e poi la R563 che porta a Killarney. Situata all’interno del Killarney National Park. Killarney è un’affollata e vivace cittadina. C’è un parcheggio gratuito a fianco della cattedrale. La cittadina turistica e ridente è un ottimo punto di partenza per innumerevoli escursioni, passeggiate a piedi, a cavallo o in mountain bike all’interno del Killarney National Park, una vasta area protetta in cui si trovano ben tre laghi: il Lough Leane, il Muckross Lake e l’Upper Lake, con splendida veduta panoramica a Ladies View che si oltrepassa lungo la suddetta strada. Qui ci addentriamo, malgrado il tempo incerto di buon mattino con una bicicletta a noleggio e tanta voglia di vedere i cerbiatti rossi di cui la guida indica la presenza allo stato brado in riva ai corsi d’acqua e nelle radure del parco. Oltrepassiamo il primo grande cancello che incontriamo lungo la via ciclabile cittadina, pronti a dirigere la nostra pedalata verso il centro del parco, ma ci sbagliamo e ci ritroviamo nel bel mezzo di un curatissimo e frequentatissimo campo da golf in riva al lago dove degli irlandesi, un po’ contrariati e un po’ divertiti, osservano la nostra incerta e buffa intrusione turistica nel loro paradiso verde brillante. Torniamo indietro (di tre o quattro km) e riprendiamo la strada corretta. Finalmente, ci troviamo a passeggiare lungo i sentieri segnalati, sulla mappa che ci ha fornito il bike’rent, cercando di avvistare i numerosi animali che popolano il parco (cervi, lontre, scoiattoli, volpi ecc.). Si incontrano, per lo più, bambini che si divertono lungo i suoi corsi d’acqua e famiglie di cerbiatti rossi che mangiano o riposano all’ombra dei grandi alberi scozzesi, ma riusciamo anche a visitare le rovine dei castelli (che ormai sono il motivo ricorrente di questa vacanza) e le abbazie. Infatti, dopo poco giungiamo a Muckross Abbey, abbazia francescana trecentesca situata poco lontano da Muckross Lake, le rovine della quale evocano una regola ferrea e mistica seguita integralmente dalla comunità ecclesiale del luogo di ispirazione francescana. Proseguendo nel pomeriggio arriviamo a Ross Castle che sorge su una roccia del Lough Leane, rimanendo silenziosi e stanchi davanti alla la più vasta isola del Lough Leane, coperta da un magnifico bosco, vista tuttavia solo da riva, ai piedi del magnifico Ross Castle, dato il cattivo tempo e la stanchezza che si fanno prepotentemente sentire. Al castello l’attrazione principale sono ben tre matrimoni in pompa magna che stanno prendendo spunto per i loro album fotografici con tanto di damigelle, testimoni, parroci e famiglie al gran completo!!!!Decidiamo di partire da Killarney subito dopo questa lunga esplorazione del parco. La nostra meta per la notte è Kenmare dove ci accoglie un simpatico B&B gestito da Tom, un anziano irlandese tipico, antico e cordiale, quanto il luogo della sua nascita.

26-06-2010. Iniziamo la giornata con il vero e proprio percorso del “Ring of Beara” (km 135, circa mezza giornata), fino a Bantry, cittadina che poi ci condurrà attraverso la strada costiera a Cork e infine a Dublino. Tutto in un giorno per prendere il volo diretto a Glasgow, in Scozia. Il percorso è fatto interamente di impervie strade secondarie, che procedono serpeggiando solitarie per le colline, lungo la costa. All’improvviso, salendo, il paesaggio si fa più aspro, ma al margine rimangono infiniti campi verdeggianti che a tratti sostituiscono un paesaggio arso e roccioso, ugualmente ammaliante, grazie anche ad un cielo continuamente mutevole. E’ utile essere dei buoni guidatori, per via delle strade molto strette e piene di curve che continuano a salire e scendere, spesso con scarsa visibilità. Fortunatamente i luoghi sono davvero solitari, perciò non incrociamo, nessuno o quasi, in senso inverso! Varrebbe senz’altro la pena di fermarsi nella penisola di Beara per più giorni, godendo così appieno della pace e del relax che sembrano appartenere a questi luoghi senza tempo, disseminati di pochi minuscoli paesi, avere modo di fare passeggiate foto ed escursioni naturalistiche. Tuttavia ci siamo imposti di rispettare un itinerario ambizioso per arrivare a Dublino in serata. Grazie al GPS che Lapo ha precauzionalmente portato dall’Italia, percorriamo la R574 e ci inerpichiamo in una stradina di montagna di meravigliosa bellezza. Salendo con la macchina lentissimamente il paesaggio si apre sotto i nostri occhi un verde accecante che si perde a vista d’occhio: un verde che accoglie e circonda il piccolo e scuro Barley Lake, un laghetto di origini glaciali, incastonato fra i monti e quasi inaccessibile. Qui ci si sente liberi come gli uccelli nel cielo, la natura incontaminata e le pecore che zampettano bianche e felici, fra rocce e asfalto, irrompendo senza fretta sulla carreggiata. Siamo arrivati fin sopra l’Healy Pass. Abbiamo fatto una breve sosta a bordo strada e siamo rimasti in silenzio difronte a uno spettacolo che poche volte abbiamo ammirato. Il silenzio, la pace, ma soprattutto l’assenza di turisti. Il tutto reso ancora più bello dal sole che splendeva deciso accendendo i colori naturali di questo, dimenticato, angolo di mondo. Arrivati in cima “abbiamo svalicato” sul versante opposto, dove la veduta in discesa, ci ha fatto di nuovo emozionare profondamente con il mare all’orizzonte, che preannunciava la sua presenza e il suo sconfinato blu intenso. Arriviamo in tarda mattinata a Cork, che sono molto contenta di visitare perché mi hanno parlato di questa città come di un importante centro letterario, musicale e cinematografico per quasi tutto il secolo scorso. Bella, remota e sorprendente, con una miriade di stradine, gallerie, negozi, pub e parchi: non c’è da meravigliarsi se Cork è considerata una delle città più importanti d’Europa dal punto di vista culturale. Cork è la sede da un lato di una ottima università dall’altro della Old Jameson Distillery, una delle più grandi distillerie del mondo, dove è ancora possibile ammirare il metodo di produzione del famoso whisky. Imperdibile il mercato inglese (Inglish Market) in pieno centro città. È un mercato coperto, caotico e fornitissimo, pieno di ogni bene alimentare e di ogni altro genere commerciale, contagioso per il suo formicolio di persone, odori, colori, sapori, quasi stordisce per quanto rimescolìo c’è in questo luogo. Giro di shopping in St Patrick Street tra la miriadi di negozi, in saldi, della variopinta cittadina irlandese e visita alla cattedrale, di St Anne, costruita nel 1722 sulle fondamenta di una antica chiesa distrutta nel 1690. Questa chiesa Protestante avrebbe meritato una visita (poiché dal campanile si gode la vista dell’intera vallata alluvionale di Cork) ma il tempo scorre veloce e dobbiamo andare a prendere il nostro aereo di collegamento per la Scozia!!!Così partiamo un po’ a malincuore dalla rumorosa e giovane Cork. Prendiamo il volo da Dublino alle 20.30 e atterriamo dopo 45 minuti a Prestwick, ritiriamo la macchina a nolo da Hertz e ci dirigiamo all’Abbey Cottage B&B, 55 sterline, per la notte. 27-06-2010. Il nostro primo giorno in Scozia inizia nel B&B dove ci svegliamo, di buon’ora, sotto una fitta pioggia, con una gran fame e con una signora ultra-gentile che partecipa attivamente alla colazione fornendoci tutti i particolari sul meteo (pessimo), sulle strade, sulle località che potremmo visitare nei prossimi tre giorni. Il B&B è davvero carino, pulitissimo e anche raffinato nell’arredamento e nei modi degli ospiti. Il tutto a due minuti dall’aeroporto. Si parte entusiasti alla volta di SKYE. Chiamata “isola delle Nuvole” dai Vikinghi ed “Isola Alata” dai Celti, per la forma ad ali creata dalle due penisole settentrionali di Waternish e Trotternish. Ma anche “l’isola nebbiosa”, come purtroppo l’abbiamo conosciuta noi. Ci sono molti chilometri (circa 300) da fare ma ci accoglie e ci tranquillizza immediatamente il cangiante paesaggio scozzese che se possibile, ci appare, ancora più primitivo e integro di quello irlandese. Optiamo di percorrere la A830 per ammirare i paesaggi incantevoli descritti nella Lonely, nella speranza di riuscire a fotografare il treno di Harry Potter (speranza miseramente fallita: lo incontriamo ma è troppo rapido per riuscire a immortalarlo!!). Se decidete di seguire le nostre orme ricordate che il tratto di strada da Arisaig a Morar è strettissimo, praticamente un senso unico alternato. Per chi proviene da Sud, come noi, si deve oltrepassare, indicativamente, la zona di Fort Williams, per imbarcarsi, con auto al seguito, a Malaig, all’incirca ogni ora, (ce l’abbiamo fatta per le 16.00) approdando in circa 30 min, nel borgo di Ardvasar. Giunti sull’isola, le opzioni sono due: ci si dirige verso Portree, ovvero il centro più frequentato dell’isola, oppure scegliamo di sfruttare la bassissima densità di popolazione della stessa, dirigendoci verso un centro poco frequentato. Decidiamo per la seconda ipotesi, avviandoci verso Elgol, un piccolissimo paese di pescatori (5 o 6 case), da dove, ogni giorno, partono alcune barche che accompagnano i turisti, con gommoncini o piccoli pescherecci, sulle piccole, sperdute, isolette di fronte a Skye. La strada con una unica corsia per i due sensi di marcia, attraversa paesaggi fantastici, tutti verdissimi, popolati di pecore, capre, mucche cha spesso passeggiano indisturbate e tranquille in mezzo alla strada. Quando si incrociano due veicoli che viaggiano in senso opposto, si fa ricorso a degli slarghi (humps) della strada appositamente realizzati. Ma in 17 miglia gli scambi con altre macchine devo dire sono stati molto pochi. Arriviamo a Elgol che sono ormai le 18; al molo non c’è più nessuno ed i pochissimi B&B che abbiamo incrociato avevano la scritta NO VACANCY. Ci fermiamo comunque presso uno di questi, che fa anche da ristorante, il Redrocks, presso il quale ci dicono che dopo le sette servono la cena fino a tarda serata. Proviamo a rivolgerci all’unico B&B che non aveva la scritta NO VACANCY, dove troviamo una stanza con due letti singoli, con il bagno in comune con l’altra (la sola) camera della struttura. E’ nostra; la scelta è obbligata se vogliamo restare per andare il giorno dopo a fare il giro con la barca delle isolette di fornte a Skye, e poi tutto sommato la sistemazione non è poi così male. Ci accoglie le proprietaria, una persona molto precisa, ma anche molto disponibile. Dopo una breve sosta, dirigiamo nuovamente verso il molo per le foto che evocano le suggestioni di Highlander, il famosissimo film girato in questi luoghi incontaminati; infine, verso le 20.00 ritorniamo verso il ristorante dove avevamo prenotato telefonicamente. Cena meravigliosa a base di pesce; il cameriere è stato di una simpatia unica, il cibo veramente ottimo; pesce del giorno: filetto di halibut al forno e salmone grigliato, freschissimi. Finita la cena, un po’ stanchi torniamo in camera pronti per riposare, in attesa del giorno in cui – speriamo!!!!- vedremo un po’ della fauna marina selvatica che popola la zona.

28-06-2010. La mattina alle 8.00 tiriamo speranzosi la tenda che oscura la luce perenne di questi posti splendidi e ci accorgiamo che se fosse possibile il tempo atmosferico condizionerà pesantemente il resto della nostra breve esplorazione dell’isola. Piove insistentemente c’è un vento freddo e intenso che muove la vegetazione e agita pericolosamente le piccole imbarcazioni turistiche. In sintesi non si parte per il giro naturalistico previsto. La delusione è pari alla sorpresa di incontrare in questo luogo sperduto all’interno dello stesso B&B, a colazione, altri due ragazzi italiani, ormai naturalizzati scozzesi, che vivono a Glasgow da diversi anni, con i quali scambiare quattro chiacchiere in libertà e condividere la delusione del tempaccio e dell’inutile permanenza a Elgol. L’atmosfera è surreale ma avventurosa e si torna verso il Central Skye ricca di villaggi, con case colorate e pittoresche, specie a Portree, che mantiene un fascino antico e intatto. Interessante anche il villaggio di Broadford, il centro più sviluppato e moderno. Tutt’intorno il paesaggio, lungo le strade solitarie, è dominato dalle Cuillins, montagne di origine vulcanica, allo stesso tempo affascinanti ed inquietanti, dai colori scuri, tendenti al nero e dalle forme aguzze e seghettate, sono una delle principali attrazioni della regione centrale. Purtroppo il pessimo clima ci segue e caratterizza come già ci avevano informato, tutta la giornata; finisce così, in un nulla di fatto, anche la seconda gita per l’avvistamento dell’aquila di mare, un meraviglioso rapace che domina queste difficili scogliere. A questo punto non resta altro che recarsi al castello di Dunvegan, che, con i suoi splendidi e curatissimi giardini, è una delle attrazioni più visitate dell’isola. Posto sul roccioso altipiano che domina il Loch Dunvegan fu la residenza del Clan MacLeod ed è il più antico castello scozzese ad essere abitato in maniera continua. Il Castello è famoso per la leggenda della sua Bandiera Fatata, uno stendardo di seta antichissimo, di cui rimane un frammento incorniciato ed esposto nelle sale del castello, che si narra le Fate donarono al nobile successore al trono della potente dinastia McLoad, per consacrarlo e proteggerlo. Ce ne andiamo da nord attraversando il nuovo ponte che si protende tra Kyle of Lochalsh e Kyleakin e che si affaccia sul braccio di mare che separa Skye dalla Scozia, il Loch Als. Siamo ovviamente un po’ meno entusiasti di quando siamo arrivati perché il mal tempo ha significativamente condizionato i nostri spostamenti e alcune nostre aspettative sono rimaste deluse. Ma il paesaggio che ci lasciamo alle spalle ha qualcosa di misterioso e attraente, di assoluto e impenetrabile che le parole non riescono a descrivere ma che bisogna vivere per apprezzare fino in fondo. Consapevoli del poco tempo che ci rimane da trascorrere in Scozia, ci dirigiamo verso Inverness, per la notte, riproponendoci di visitare il Castello di Stirling l’indomani mattina. Per ammirare gli splendidi panorami che si godono dalle sponde dei Loch, in macchina si deve percorrere la pittoresca B862, che lungo la sponda sud-orientale conduce a Ness mitico luogo, cult, famoso per l’avvistamento dell’omonimo mostro marino NESSY. La cittadina di Inverness, considerata capitale delle Highlands, è un vero scrigno di scorci sul fiume Ness, con i suoi ponti e il suo omonimo castello, che la domina e la rende orgogliosa testimone della più celtica tradizione scozzese. Repressa spesso dagli Inglesi dominatori, ai quali gli scozzesi non si sono mai assoggettati, né nella cultura né nella tradizione. Notte rilassante nello splendido Drumdale, un B&B in 7 Kenneth St, (60 sterline) a cinque minuti di cammino dal centro cittadino, ricco di ristoranti e negozietti. 29-06-2010. Ci svegliamo presto e a malincuore, tanto è comoda e carina la stanza. Mangiamo la nostra splendida e ultima scottish breakfast della vacanza e dopo un po’ di spesucce per amici e familiari, nei negozietti tradizionali di Inverness, partiamo alla volta delle Lowlands, i bassopiani che si estendono a sud di una linea immaginaria tra Dundee e Glasgow. Si estendono fin qui, incontrando le Highlands, in uno scenario pittoresco che supera ogni immaginazione. La Scozia in questa regione ci sembra diversa: magnifici giardini, colline boscose, dirupi scoscesi e laghi romantici. È una zona di grande attrazione turistica anche grazie al Castello di Stirling, alle pittoresche Trossachs e al Loch Lomond che, con il parco forestale Queen Elizabeth, fa parte del primo parco nazionale della Scozia. La leggenda vuole che queste terre fossero un tempo abitate dall’eroe popolare Rob Roy Macgregor, un Robin Hood, tipicamente scozzese. Vi si concentrano insieme le vette selvagge delle Higlands ed i profondi glen (valli allungate con forma ad “U”) tipici della Scozia. Fra le tante cose da vedere non perdetevi una visita all’antichissimo Castello di Stirling, uno dei più solenni castelli scozzesi da cui si gode di una meravigliosa vista tanto da essere considerato anche più suggestivo del Castello di Edimburgo con cui è inevitabile il paragone, ma che noi non vedremo in questo primo, breve, viaggio in terra scozzese. Giungiamo in tarda mattinata a Stirling che ci rapisce immediatamente per la sua medioevale e statuaria bellezza. Affittiamo l’audioguida e ci immergiamo nel passato e nella storia degli Highlander. La Great Hall e la Gatehouse costruite da Giacomo IV e la Chapel Royal ristrutturata da Giacomo VI ultimo re di Scozia a risiedere nel castello sono le costruzioni più conservate e godibili. Lapo si immerge nel museo dei mitici guerrieri scozzesi felice di poter documentare questa sua passione per le cornamuse e i kilt!!!!!Per me è rilassante e divertente ascoltare, invece, un coro di voci bianche che si esibisce nella cappella reale, per il piacere dei visitatori, con aree classiche gaeliche, al suono di archi e fiati, che in questo ambiente risultano davvero magici. Cerchiamo infine un pub per mangiare un panino, nella cittadina incantata ai piedi del castello, poi si riparte per Glasgow, per trascorrervi la serata e la notte, prima del rientro a casa. A Glasgow ci imbattiamo in un traffico terribile che all’inizio quasi ci fa rinunciare a un giro in centro città, ma ci sono troppe cose interessanti da scoprire per tornare indietro. La città, infatti, vanta la più bella architettura vittoriana del Regno Unito, da restarne incantati, musei di fama internazionale e gallerie dove trovare ispirazione culturale. Alla fine ce la facciamo e in serata siamo immersi nell’atmosfera assolutamente unica di questa città. Si respira aria di cultura europea animata dai festival e dagli eventi speciali in calendario tutto l’anno, a giudicare dai manifesti e dagli inviti sparsi ovunque. Tuttavia per noi si tratta di qualche ora e di una cena in uno dei pub più antichi e scozzesi. La città ha indubbiamente il suo fascino e ci riproponiamo di conoscerla meglio e poterla confrontare con Edimburgo, che ci suggeriscono essere splendida; ma tutto non appena sarà possibile tornare. Diretti verso Ayr, per l’ultima notte nel nuovissimo Holiday Inn Express, a tre minuti dall’aeroporto. A prestissimo Scozia!!!!!!!!!!!!!!!!

30-06-2010. Partenza alle 8.30 di mattina da Prestwick arrivo a Pisa alle 11.30.



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