Capoverde: Sal e Boavista
Ritmi africani, portoghesi, sudamericani...
Protagonisti il sound locale (un mix di ritmi africani, portoghesi, sudamericani), il vento onnipresente, il sole picchiante, le sabbiose ed estese spiagge, le alte, gelide e limpide onde atlantiche, il sorriso smagliante della cordialissima gente dalla carnagione molto scura e dai bei tratti somatici,...
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10 aprile 2004. Arrivo un paio d’ore prima la partenza in aeroporto, ritiro i documenti di viaggio presso il desk del tour operator I VIAGGI DOC, incontro i compagni di viaggio, imbarchiamo le valigie, facciamo un mini tour per il duty free e puntuali alle 12.30 spicchiamo il volo su un B 757 200 della compagnia Cabo Verde Airlines. Dopo un’oretta e mezza pranziamo con una buona porzione di cannelloni ricotta e spinaci, un’insalatina e una tortina! Per “ammazzare” il tempo il maschio del gruppo mostra alcuni giochetti di prestigio con spago, con collanine o con le carte, l’amica fa un micro riposino e poi si immerge nella lettura de “La ragazza con l’orecchino di perla” e tutti insieme chiacchieriamo di argomenti vari quali la scuola, il lavoro, l’amore, i rapporti con la famiglia e con gli amici. Nel tardo pomeriggio iniziamo un torneo di scala 40 con posta in gioco un caffè presso l’isola e dalla sottoscritta modestamente stravinto: bravura o sfortuna in amore?. Finalmente alle 19.05 (ora locale 16.05) si atterra! Ci accoglie un vento caldamente infernale, non piove ma ci sono nuvolette fantozziani in agguato! Mmmm… Il transfert in pulmino è breve e… che desolazione! Terre torride, costruzioni semplici, cantieri ovunque, poca vegetazione… Mah… Il villaggio CABO VERDE TIME non è male, si trova su una strada assieme a diversi hotel, tutti costruiti da una parte sul mare e dall’altra… il nulla! Dopo aver aspettato lungamente l’uomo di casa (al quale si era versato tutto lo shampoo in mezzo ai vestiti!) ci avviamo per una passeggiata in riva al mare. Il vento è forte, le onde alte, si vedono bei colori ma alle 19.30 è già buio e rientriamo per la pappa. I compagni di villaggio hanno un’età un po’ avanzata o si tratta prevalentemente di famiglie per cui… lo soprannominiamo subito “villaggio Arzilla”. Il cibo è discreto e sufficiente, ma visto l’impatto col nulla, non ci lamentiamo! La stanchezza prende il sopravvento e non tardiamo ad andare a nanna: io la mia amica condividendo la doppia, il maschietto la singola il cui supplemento di € 130 avevamo equamente diviso. 11 aprile – Santa Pasqua. Colazione semplice, c’è un po’ di tutto e ci diamo da fare iniziando la giornata con un tanti auguri all’amica del trio che oggi compie 37 anni! Alle 10 c’è la prevedibile riunioncina su come funge il villaggio. Gli animatori sono ragazzi molto giovani alle prime esperienze, ve ne è uno, in particolare, che soprannomineremo er bimbo de oro perché indosserà puntualmente abbigliamento con evidenziato il n. 69. Le ESCURSIONI consigliate sono un po’ care, propongono il tour dell’Isola (mezza giornata € 18, intera € 35), uno Jeep Safari (€ 50), il Vulcano della salute (€ 36), l’Aragostata al Vasco de Gama (€ 40), la Pesca d’Altura (€ 20), il Veliero “Morgana” (€ 60), le Moto quad (la singola € 40, la doppia 60), l’Isola di Sao Vicente (con volo € 150) e l’Isola di Boavista (con volo € 140). Mi sa tanto che le organizzeremo per conto nostro. In spiaggia il vento è fortissimo, il sole va e viene, la sabbia è bellissima, la battigia lunga e larga, il mare pulitissimo e non resistiamo: ci impaniamo e ci tuffiamo per un bagno tra le alte e fredde onde dell’Oceano… ad inizio aprile è proprio quello che desideravo! Gli ombrelloni sono di paglia così come i lettini sui quali c’è un materassino ed il tutto è protetto da una sorta di paravento e parasabbia ma… fa ben poco! A pranzo ci deliziamo con tanti pezzi di cioccolata di un uovo gigante, il primo pomeriggio lo passo sotto l’ombrellone mentre gli altri sotto il bollente (ma con il vento sopportabile) sole. Nel tardo pomeriggio facciamo la prima escursione a SANTA MARIA, un villaggio con poche case e molti bambini che chiedono una monetina… effettivamente sono poveri, ma non c’è miseria e noi distribuiamo tutto ciò che troviamo nelle borse. Ceniamo in villaggio concludendolo sempre il pasto con frutta sciroppata e caffè non proprio ad hoc e poi? Nulla di che: l’unico locale presso il villaggio è chiuso, un altro sulla spiaggia poco frequentato… per cui ci inventiamo scherzi in camera ritornando studenti in gita scolastica. 12 aprile. La temperatura è alta ma sopportabile grazie al vento sempre più impetuoso che non si stanca mai di soffiare. Le nostre due orette scarse di mare con bagnone accluso ce le facciamo e… tanto basta per scottarci pesantemente! Ma come! Erano già diversi giorni che ci esponevamo ai raggi solari! Il menu del pranzo prevede salumi e dolci in abbondanza perché oggi è Pasquetta, ma il sole mattutino inizia a far reazione con brividi di freddo. Il pomeriggio lo trascorriamo ricercando sfrenatamente e disperatamente qualcosa che plachi il bruciare della pelle. Finalmente presso una farmacia compriamo uno sciroppo molto corposo dal color ruggine da spalmare su tutto il corpo, che macchierà la biancheria ma allevierà un po’ il dolore della scottatura. Stanotte, comunque, l’unico modo per sopravvivere al fastidio del peso delle lenzuola sulla pelle rosolata e per riposare un po’ sarà quello di buttarsi nudi a quattro di spade sul lettone! Ahi, ahi… 13 aprile. Gironzolare per l’isola comodamente su un taxi (concordate prima il prezzo complessivo) che si fermerà nei posti più turistici, vi aspetterà e magari il conducente vi spiegherà qualche usanza dei locali, è il modo più comodo, conveniente e vicino alla popolazione che vi ospita che potrete fare. Visitiamo così il porto (l’unico) commerciale di Palmeira, attraversiamo paesaggi dall’aspetto lunare e raggiungiamo la piscina naturale della splendida Buracona, il capoluogo Espargos e concludiamo il tour alle famose saline di Pedra de Lume, bianchissime distese di sale dalle quali ha origine il nome dell’isola. Stasera dopo cena vogliamo azzardare e ci allontaniamo un po’ per imbatterci in un locale caratteristico: il Pirata, tutto realizzato in legno come se ci si trovasse all’interno di una barca. Beviamo un cocktail e poi ci lasciamo trascinare da una movimentata bailata con i capoverdiani doc. La musica nazionale, la morna, ricorda quella africana, il fado portoghese, i ritmi brasiliani… è un tipo di danza che vede tutto un turbinio di corpi in movimento sussultorio, ondulatorio, ritmato nonché decisamente provocatorio. Un corpo a corpo convulso interrotto di tanto in tanto da qualche piroetta e scambio di coppia. Ragazzi che si muovono in maniera caliente e seducente… Fino alle quattro inoltrate partecipiamo a un vero e proprio scambio (anche se di italiano abbiamo apportato ben poco!) culturale con i locali e poi un arrivederci anche un po’ malinconico. 14 aprile. Il giorno è iniziato in maniera afona ed assonnata per me e la mia amica “Heather Parisi”. C’è da dire, infatti, che il maschietto del gruppo aveva scelto di rimanere tranquillamente in stanza per non farsi coinvolgere emotivamente da eventuali situazioni di approccio… ma entrambe non eravamo assolutamente alla ricerca di colpi di scena (al contrario di molte turiste) o sorprese, ma solo interessate ad un puro e sano divertimento. Lo shopping a Santa Maria ha occupato gran parte della mattinata. Contratta qui, contratta lì, negozia a destra e negozia a sinistra, per trovare il giusto rapporto qualità-prezzo… per arrivare ad una serie di acquisti “oculati e ragionati” di souvenir inutili e quadretti caratteristici realizzati con la sabbia di differenti colori… Dopo ieri sera prendiamo pure un cd di un certo GIL SEMEDO, dal ritmo più che capoverdiano. Il venditore che si è aggiudicato la fetta più grossa della torta è un certo Marco che ha dato il massimo di sé per non lasciare spazio agli altri commercianti del luogo. Concluse le compere direttamente al buffet del pranzo per reintegrare quelle energie perdute nel corso dell’operazione mattutina. Il pomeriggio è trascorso tranquillamente in spiaggia, tra chiacchiere e lettura… poca! Vogliamo replicare al Pirata… ma il locale ha dei ritmi differenti dalla precedente serata: non più danze locali ma disco dance e noi impavide avventuriere ci buttiamo nella mischia. 15 aprile. Oggi tutto relax e vita da villaggio! Io faccio lunghe passeggiate, la mia amica si fa coccolare dal centro massaggi, il maschietto si fa coinvolgere in partite di calcetto e altri sport da spiaggia e poi in perlustrazione per prenotare la gita a Boavista. Ci convince, a Santa Maria, presso un negozietto, un francese che ci assicura che domani il tempo sarà decisamente buono per effettuare l’attraversata con un veliero (wow!): il vento sarà sufficiente per farlo muovere, ma non esagerato da farlo ribaltare. Rientriamo e prima di cena tutti a fare uno po’ di jogging! 16 aprile. Entusiasti partiamo per l’isola di BOAVISTA. Oh, oh, ma quale veliero! La stiamo raggiungendo su barcone in legno che non ha proprio tutti i requisiti di sicurezza. Vabbé! Siamo in ballo, balliamo, anzi, siamo in mare… navighiamo, anche senza vele ma con un motore che ricorda quelli a scoppio… L’isola è molto selvaggia, attraverseremo il deserto di Viana, considerato il “piccolo Sahara”, su una jeep 4×4 che metterà a dura prova gli addominali, la schiena, ma ci farà tornare bambini quando al luna park andavamo sul tagadà! Rimaniamo incantati da una nave arenata su una spiaggia di sabbia bianca, dai panorami da isola sperduta, dalle dune perfette e da un’atmosfera ovattata! Viene chiamata l’isola dalle innumerevoli spiagge tra cui la Santa Monica capoverdiana: Praia Curralinho e quella di Chaves. Attraverso la via Pittoresca passiamo per il capoluogo dell’isola, Sal Rei e via per il rientro a Sal. Oh, oh… il vento ora è altissimo, le onde impetuose ci sbatacchiano da una parte all’altra del barcone e pochi hanno lo stomaco forte! Assistiamo a scene di panico, acqua che entra da una parte della barca ed esce dall’altra trasportando tutto ciò che incontra (secchi, ciambelle, stracci… un bambino salvato in extremis!). Viviamo le scene del Titanic e ritardiamo l’arrivo di quasi tre ore! Finalmente attracchiamo! E’ buio pesto e bisogna fare attenzione a non farsi male nel raggiungere, passando su una passerella di legno fatiscente e pericolosa, la riva. Mettiamo piede in hotel e cominciamo a correre impazziti perché… l’aereo ci aspettava… e tutti sporchi di salsedine ma sorridenti come non mai spicchiamo il volo! Abbiamo fatto un incubo o vissuto realmente quei momenti? 17 aprile. La nostra Roma ci accoglie sani, salvi, con tante foto e racconti di una settimana trascorsa piacevolmente e velocemente… forse anche troppo, un’avventura con qualche disavventura che ci porteremo sempre nel cuore! Buon viaggio, Luna Lecci