Capodanno turco
avevamo prenotato tramite lastminute.Com un pacchetto volo+hotel per istanbul, 5 notti al prezzo di 430 € a testa. Pochi giorni prima della partenza ci hanno telefonato dalla air one per dirci che non effettuavano più voli verso la turchia, se volevamo ci avrebbero rimborsato altrimenti saremmo partiti a spese loro con la turkish airlines: ovviamente abbiamo optato per questa seconda scelata, e devo dire che ci è andata discretamente bene, gli aerei della compagnia turca sono buoni e il pranzo a bordo è discreto. Purtroppo però questo cambio ci ha fatto perdere un bel pò di ore di vacanza, in quanto mentre con la air one saremmo arrivati ad istanbul di pomeriggio e ripartiti di sera, con la turkish siamo atterrati di sera e siamo ripartiti di mattina.
28/12/2006 arriviamo a istanbul e subito ci aspetta in aeroporto un signore che ci avrebbe portati in albergo. Questo servizio lo avevamo prenotato su internet direttamente contattando l’hotel, ma ora possiamo dire che non ci è convenuto in quanto abbiamo pagato 22 € mentre il taxi per il centro costa sicuramente meno! l’albergo era lo star holiday, le camere non erano granché, anzi diciamo pure che era un pò trasandato, ma il vantaggio era che la posizione era ottima: stavamo di fronte la mosche blu, al centro di sultanhamet, il cuore della città.
era ormai tardi, quindi seguendo i consigli della lonely planet siamo andati a mangiare in un posto poco distante, il rumeli, dove abbiamo assaggiato i primi kebab. Poi siamo andati in un locale davvero caratteristico, il cafè mesale, proprio sotto la mosche blu, dove si fuma il narghilé, si beve tè e si ascolta musica dal vivo mentre qualcuno balla…
29/12/06 alle 5 di mattina ci sveglia il muezin che dagli altoparlanti della moschea blu richiama i fedeli alla preghiera: mi affaccio alla finestra e vedo che c’è davvero qualcuno che a quell’ora va a pregare…
ci riaddormentiamo per svegliarci di nuovo tre ore dopo.
visitiamo la moschea blu passando attraverso l’ippodromo, un grazioso parco in cui si trova l’obelisco di teodosio, una colonna egiziana fatta trasportare a costantinopoli appunto da teodosio.
la moschea blu è maestosa, ci fanno togliere le scarpe all’ingresso ed entriamo: subito mi colpisce la differenza con le nostre chiese, che mi danno il senso di chiuso e in cui tutto è rivolto verso l’altare. La moschea mi dà invece un senso di aperto, la sua struttura circolare non dà punti di riferimento, le ampie vetrate creano molta luminosità.
ad un centinaio di metri dalla moschea blu c’è la struttura che più mi ha affascinato: aya sofya! aya sofya è l’emblema di ciò che rappresenta istanbul: un punto d’incontro tra culture diverse, opposte ma intrecciate da molte similitudini. Aya sofia è stata un’imponente chiesa cristiana, poi una maestosa moschea, ed oggi un simbolo della laicità.
a distanza di pochi metri si ammirano mosaici che raffigurano santi cristiani e giganteschi medaglioni con iscrizioni arabe che ricordano allah e maometto.
un tempo ogni mosche aveva il suo hamam, e quello di aya sofia è situato proprio lì di fronte: oggi è diventato un negozio di tappeti, ma si può comunque visitarlo e lo consiglio a chiunque è curioso di spaere come è fatto un bagno turco ma non ha voglia di provarlo! sempre lì vicino c’è la cisterna basilica, una cisterna sotterranea che risale all’epoca bizantina. Scendendo sotto terra si respira un’atmosfera misteriosa, umida e fredda, ma che vale la pena provare dal vivo, fino alla fine del percorso pedonale in cui vi è una colonna molto bella la cui base è composta dalla testa della medusa.
stanchi da tutti questi giri ci siamo riposati un pò in albergo e poi siamo ripartiti a piedi alla volta del quartiere dei bazar.
il primo impatto col gran bazar è stato di preoccupazione per le brutte facce che si vedono, infatti tenevo ben strette fotocamera e videocamera. Ci siamo fermati a mangiare all’havuzlu, un ristorante all’interno del gran bazar, che però mi sento di sconsigliare per il rapporto qualità/prezzo (c’è da dire che nei ristoranti in cui siamo stati abbiamo pagato una media di 20 lire turche a testa, circa 10 €).
dopo pranzo è iniziata la nostra avventura con i mercanti turchi: impossibile cercare di cavarsela con poche ore, se si decide di comprare qualcosa bisogna essere pronti a contrattare fino a che uno dei due (venditore o acquirente) non cede. Diciamo che il primo paio di ore ci siamo molto divertiti, abbiamo comprato qualche tappeto, altre stoffe, souvenir, etc. A lungo andare però la stanchezza inevitabilmente si fa sentire, in quanto è dura tener testa a questi mercanti per i quali il tempo non sembra avere valore. Quando siamo riusciti ad andarcene ci siamo diretti verso il bazar delle spezie passando per il quartiere tahtakale, uno dei più caratteristici della città, dove si alternano venditori ambulanti, negozietti, kebabari. Ricorda un pò napoli, si respira aria di mediterraneo. il bazar delle spezie è molto carino, anche se ben più piccolo.
quasi esausti siamo tornatiin albergo col tram, il mezzo più comodo per muoversi ad istanbul (0,60 lire turche, circa 0,30 €). La sera abbiamo deciso di uscire andando nella parte più “occidentale” (non nel senso geografico) della città: istiklal caddesi.
qui saremmo potuti essere anche a londra o a parigi, tra vetrine di gioiellerie, stilisti italiani, mc donald’s e addobbi natalizi. Ci siamo fermati a mangiare in uno dei tanti ristoranti in nevizade sokak, una strada lunga un centinaio di metri famosa proprio per i suoi locali.
il posto era carino, divertente e movimentato, ma forse un pò troppo turistico per i nostri gusti.
dopo aver bevuto il raki, un liquore all’anice turco, in un locale lì vicino ce ne torniamo col tram in albergo (le ultime corse del tram sono alle 23).
30/12/06 la giornata del 30 è stata dedicata al palazzo topkapi, l’edificio costruito quando nacque l’impero ottomano, in cui risiedevano i sultani. il palazzo è bellissimo, non bastano 6-7 ore a visitarlo tutto. Oltre le varie strutture che lo compongono, tra cui l’harem del sultano, non sono da perdere i vari musei, tra cui quello dei tesori del sultano, in cui si ammira il pugnale del topkapi, in cui sono incastrati tre smeraldi enormi, e il quinto diamante più grande del mondo. In un’altra stanza sono conservate alcune reliquie del profeta maometto, tra cui un dente, un’impronta del piede e… Un pelo della barba! abbiamo mangiato un buon kebab nel ristorante all’interno del palazzo, e nel tardo pomeriggio abbiamo finito la visita.
dopo un pò di riposo in albergo siamo andati nella zona del porto di eminonu, dove una cosa caratteristica da non perdere è il panino col pesce, che alcuni pescano lì davanti con le canne e altri lo cuociono all’aria aperta.
attraversato a piedi il ponte di galata siamo saliti verso il centro, passando sotto la torre di galata e arrivando di nuovo ad istiklal caddesi. Questa volta, dopo aver cenato discretamente al konak (sempre su istiklal caddesi) abbiamo percorso tutta la via fino a piazza taksim, dove c’era un grande palco con tanta gente che ascoltava una cantante turca che faceva una pessima pop-turkish-music. Abbiamo preso la funicolare per scendere giù e poi di nuovo in tram verso sultanhamet. Incredibile come sia diversa questa zona di istanbul da piazza taksim, sembrano due città diverse. Piazza taksim, soprattutto in questo periodo di feste, sembrava piccadilly circus, anzi forse più commerciale, mentre sultanhamet era un’oasi di pace, con le luci della moschea che illuminavano la notte.
abbiamo preso una birra al sah pub, molto carino, e siamo andati a dormire.
31/12/06 l’ultimo giorno dell’anno abbiamo preso il traghetto da eminonu e ci siamo diretti alla volta del bosforo! non date mai retta alle tante persone che al porto vi propongono gite in barca a soli 10-20 € in quanto il biglietto del traghetto costa solo 16 lire turche andata & ritorno. Dal traghetto si ha una vista perfetta della città, senza lo stress continuo dei venditori che cercano continuamente di affibbiarti qualcosa. Il capolinea del treghetto era il villaggio anadolu kavagi, quattro case e dieci ristoranti, in cui si mangia pesce.
qui devo rimproverare la lonely, che ci consigliava lo yedigul restaurant, in cui invece abbiamo pagato tanto (intendiamoci, sempre sull’ordine delle 20 €) e mangiato maluccio. Tant’è che io appena uscito mi sono preso una bella porzione di calamari fritti da un venditore ambulante.
al ritorno (fantastico il tramonto sui minareti della mosche) vicino l’albergo abbiamo trovato un negozio che vendeva i biglietti per lo spettacolo dei dervishi ruotanti (30 lire). Non ci siamo fatti scappare l’occasione e due ore dopo eravamo alla sala delle esposizioni della stazione di sirkeci, quella dell’orient express. I dervishi sono monaci sufi che ricercano l’unione con dio attraverso la rotazione su se stessi. Accompagnati dalle note di alcuni musicisti sufi, hanno ruotato davanti ai miei occhi ininterrottamente per quasi un’ora.
terminato lo spettacolo (se così si può chiamare una cerimonia religiosa) abbiamo attraversato il ponte di galata, decisi a trascorrere la mezzanotte in piazza taksim. Arrivati in centro ci siamo subito resi conto che avevamo sottovalutato la folla: una marea di persone, ovunque, in piazza c’era un grande concerto disco, luci, stelle filanti. Allo scoccare della mezzanotte non si è capito più niente, iniziati i fuochi di artifico ci siamo ritrovati intrappolati nella folla, ho preso lorenza per mano cercando di raggiungere la stazione della funicolare. Abbiamo vissuto minuti di panico fin quando non siamo riusciti ad entrare nella stazione, ma era troppo tardi: lorenza si è accorta che non aveva più la sua fotocamera, tenuta ingenuamente nelle tasche del giubbotto.
abbiamo preso un taxi per tornare in hotel e ci siamo fermati nel bar della hall a brindare al nuovo anno…
01/01/07 per la prima volta ci siamo svegliati con calma, ormai le nostre orecchie avevano fatto l’abitudine al muezin.
uscire il primo di gennaio ad istanbul è una goduria, in quanto tutti i negozi erano chiusi, la pace regnava suprema e si poteva visitare la città senza l’assillante richiesta dei venditori.
dopo tante titubanza abbiamo preso una decisione: non si può lasciare la turchia senza aver fatto un bagno turco! ci siamo così recati all’hamam di cemberlitas, dove io e lorenza siamo stati separati già all’entrata. È stata davvero una bella esperienza, i bagni sono pulitissimi, il prezzo è conveniente (30 lire compreso il massaggio), i massaggiatori ti mettono a tuo agio soprattutto se è la prima volta. Quando siamo usciti ci sentivamo davvero depurati, come se tutte le impurità e lo stress fossero spariti via. Dopo un rapido kebab in strada siamo andati a visitare la moschea di solimano, che a me è piaciuta anche di più della mosche blu, forse perché meno frequentata dai turisti e più imponente. Inoltre solimano il magnifico è stato il sultano più famoso, e in questa moschea ho visitato anche il suo mausoleo.
arrivati quasi al capolinea, ci siamo rilassati in uno dei bar sotto il ponte di galata a bere un tè e siamo tornati nella zona di sultanhamet.
02/01/07 all’alba abbiamo dovuto lasciare l’hotel, prendere il tram fino a zeytinburnu dove poi abbiamo preso il treno per l’aeroporto. Il tutto alla modica cifra di 1,20 lire (se pensiamo alle 22 € pagate all’andata). Inoltre nel corso di questo spostamento abbiamo visto una parte della città che ignoravamo, per niente turistica, con casermoni di cemento, baracche di periferia e piloni di immoondizia (a proposito, ad istanbul non esistono secchi della spazzatura, ma le zone turistiche sono estremamente pulite, grazie a spazzini che girano 24 ore su 24!). arrivati in aeroporto abbiamo capito che la nostra vacanza era conclusa, e siamo ripartiti con un bagaglio in più: quello dell’eperienza.