Capodanno sul Bosforo

Viaggio last minute trascorso nel dolce scenario della bellissima Istanbul sulle tracce dei monumenti più belli e alla ricerca del kebab più buono...
Scritto da: GianlucaDeLeo
capodanno sul bosforo
Partenza il: 28/12/2012
Ritorno il: 01/01/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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Quest’anno verso metà dicembre mi si è presentata la possibilità in extremis di poter usufruire di un giorno di ferie il 31 per cui mi è venuta l’idea di organizzare su due piedi un Capodanno all’estero. Così, come al solito, mi tuffo sul web alla ricerca di una meta ideale tra quelle non già spuntate e dopo qualche giro di ricognizione capisco che finalmente è giunto il momento di affrontare la tappa Istanbul. I prezzi degli aerei, considerato lo scarso anticipo e il periodo di altissima stagione, sono tutto sommato accettabili, l’offerta di hotel è ampia, quindi stanziato un budget comunque sostanzioso in men che non si dica acquisto i biglietti aerei con Turkish Airlines e prenoto su Booking l’hotel con ristorante panoramico sul Bosforo annesso da dove celebreremo romanticamente il primo capodanno da neosposi (si tratta dell’Opera Hotel quartiere Beyoglu). Mia moglie, entusiasta, delega e approva. Prenoto anche un economico transfer door-to-door dall’aeroporto di Ataturk all’Hotel al costo complessivo per macchina di 48€ a/r (sito www.istanbulairport24.com). Nei giorni successivi una coppia di amici si aggrega altrettanto entusiasta alla nostra iniziativa.

La partenza è fissata il 28/12

Si parte da Fiumicino alle 19 e si atterra a Istanbul alle 22.30 circa. In questo modo paghiamo una notte in più d’albergo ma, crepi una volta tanto l’avarizia, avremo a disposizione un giorno in più completo per visitare la città. Il servizio offerto dalla Turkish Airlines anche in classe economy è impeccabile da ogni punto di vista (puntualità, cortesia, comodità delle poltrone, gustosi menù personalizzabili in fase di prenotazione, vasta offerta di entertainment anche se non in lingua italiana) e giustifica ampiamente il titolo di compagnia europea dell’anno guadagnato nel 2012. Dopo l’affidabile servizio di transfer arriviamo all’hotel che è un 4 stelle superior. La struttura è molto carina e anche la stanza che ci viene consegnata non è affatto male. Settimo piano con un immensa vetrata che si proietta direttamente sulla città (a prezzi decisamente maggiori sono disponibili spettacolari stanze vista Bosforo). La camera è pulitissima e ultramoderna così come il bagno. Siamo molto stanchi non tanto per il volo ma perché questo 28 dicembre è stato un giorno lavorativo per cui andiamo a curiosare solo sul ristorante panoramico per constatare se le foto viste su internet erano veritiere. Appena entriamo vediamo la meraviglia che si staglia sotto i nostri occhi. Il ponte del Bosforo illuminato, i minareti delle tante moschee che si vedono in lontananza, le acque solcate da barche e navi già ci fanno innamorare a primo sguardo di questa città dagli scorci indimenticabili.

29-12

Diciamolo subito, Istanbul non è città che si possa pensare di visitare in maniera completa e approfondita in tre soli giorni anche se pieni. Su internet avevo raccolto informazioni entusiasmanti anche su quartieri meno battuti dal turismo e su passeggiate alternative ma l’itinerario obbligato dei luoghi “imperdibili” è così ampio che di quelle 72 ore non avanzerà neanche un minuto. Approfondiremo la visita della Istanbul meno turistica quando faremo di essa la base di partenza per qualche tour in Cappadocia. Insomma, di buon’ora, dall’albergo scendiamo a piedi per una ripida discesa verso la stazione di Kabatas a prendere quel tram che è fedele alleato di tutti i visitatori. Prima tappa obbligata è Sultanahmet che dista solo 7 fermate dalla nostra. Il cuore del quartiere è la piazza dominata dalle due straordinarie costruzioni che si ergono imponenti una di fronte all’altra: la Moschea Blu e l’antica Santa Sofia (chiusa di lunedì). Entriamo prima in Santa Sofia (25 lt) e devo dire che internamente quest’edificio è di una bellezza senza tempo e di un fascino davvero particolare. Penso, io che non sono credente, di aver provato qualcosa di simile per costruzioni religiose solo dopo essere entrato a San Pietro. Non si finirebbe mai di girarla e di guardarla. Gli enormi lampadari, le colonne, i mosaici bizantini, le piccole finestre che si affacciano sui minareti della Moschea Blu sono davvero entusiasmanti. Altrettanto bella è la visuale che si ha dal percorso superiore. Usciamo e affrontiamo la fila (una costante della nostra tre giorni turca) per la Moschea Blu sferzati da un vento gelido. Esternamente la costruzione è bellissima con i suoi sei alti minareti e la maestosa cupola centrale, internamente non mi entusiasma più di tanto anche perché una buona parte non è accessibile per i turisti perché ovviamente è destinata ai fedeli per la preghiera. La visita è totalmente gratuita. Consumiamo un veloce pasto sulla piazza al The Sultan Pub (consigliato dalla nostra Rough Guide per un momento di ristoro rapido, qualitativamente buono e al contempo economico) che a differenza di quello che potrebbe suggerire il nome è un vero e proprio ristorante. Inizio qui la mia degustazione di kebab. Qui assaggio il Fistikli Kebap due spiedini di carne d’agnello accompagnati da patate, riso, peperoni e peperoncini verdi. Siamo soddisfatti, peccato che i camerieri siano tanto gentili quanto imbranati con i conti.

Dopo il meritato ristoro ci dirigiamo verso un’altra tappa obbligata: la suggestiva e sotterranea Basilica Cisterna. Anche qui c’è da fare un po’ di fila e pagare l’ingresso (10 lt) ma lo spettacolo è davvero degno di nota. Le colonne e la cisterna d’acqua in cui vivono miriadi di oziose carpe sono illuminate ad arte ed è impossibile non fermarsi alla ricerca di una foto capace di catturare quell’atmosfera magica. Successivamente ci dirigiamo, accompagnati dai canti dei muezzin del pomeriggio, a piedi verso il sovraffollato Gran Bazar, una vera e propria città nella città con 66 tra vie e vicoli e 4000 negozi in cui è facilissimo perdersi. Secondo me vale la pena farci un bel giretto anche se non ci si deve aspettare dei veri e propri Suk. Qui i prezzi sono gli stessi delle botteghe esterne al Bazar e le “contrattazioni” sono un lontano ricordo del mondo che fu. Rientriamo in hotel per una breve sosta e poi per cena ci spostiamo verso Piazza Taksim e verso Istiklal Caddesi, la via dello shopping, dei ristoranti e dei locali di Istanbul frequentata tutte le sere da una marea impressionate di giovani turchi e stranieri alla ricerca del divertimento notturno. Noi invece entriamo nell’M&N restaurant una brasserie di medio livello che fa il suo senza infamia confermando però una mia prima impressione: il livello medio della cucina turca è davvero buono e questo per noi Italiani, abituati in patria così bene, è sempre una piacevole scoperta.

30-12

Il giorno dopo partiamo in lieve ritardo sulla tabella di marcia alla volta del Palazzo Topkapi (ingresso 25 lt). Anche qui ci sono code da fare sia per pagare il biglietto (meglio farlo su internet), sia per entrare, sia per visitare alcuni spazi che sorgono all’interno del complesso che rappresenta il simbolo della potenza del vecchio impero Ottomano. Tra questi di particolare interesse è l’Harem per il cui ingresso si paga addirittura un ticket a parte. In generale destano la mia attenzione soprattutto la stanza dei gioielli (in cui si ha la possibilità di ammirare il famoso diamante da 86 carati) e delle armi. Splendidi poi sono i cortili posteriori che permettono a secondo della posizione di godere della vista sul Mar di Marmara, sul Bosforo o sul Corno d’oro. Dopo circa due ore e mezza usciamo e pranziamo al vicino The Kebab House un ristorante con cucina a vista che si rivelerà un ottima scelta per i quattro ottimi kebab serviteci di cui due fantastici Iskender abbinati ad un denso e buonissimo yogurt (ricordo che qui si parla di kebab che si servono al piatto e sono creati da molteplici varianti e combinazioni tra carni, spezie, verdure, ortaggi e salse mentre quelli che consumiamo noi in Italia sono soprattutto la versione take away del doner). Passeggiamo a piedi per il quartiere Sirkeci, tra negozi di souvenir e botteghe artigiane, diamo un rapida occhiata alla stazione dove c’è la locomotiva dell’Orient Express e da dove parte ancora oggi con cadenza annuale un costosissimo viaggio in treno che si richiama allo storico percorso del treno originale. Passeggiamo a piedi lungo i moli di Eminonu dove ci raggiunge l’odore forte dei panini allo sgombro e delle castagne arrostite di cui mi rivelerò consumatore appassionato. Ci dirigiamo a piedi sulla piazza della così detta Moschea Nuova dove possiamo avere un assaggio della Istanbul più autenticamente turca. Qui il numero dei turisti si dirada e ci addentriamo nei vicoletti che sorgono sotto la Moschea di Solimano. Entriamo dopo lunga ricerca nel Bazar delle Spezie, altro splendido mercato che tuttavia a differenza del Gran Bazar è frequentato quasi esclusivamente da turchi. La frutta secca e i dolcetti la fanno da padrone in quest’angolo incantato di Istanbul. Da qui ci dirigiamo verso l’ultima tappa di giornata, la Torre di Galata. Ci arriviamo molto stanchi, un po’ infiacchiti dal freddo e dal vento gelido e soprattutto demotivati dall’ennesima coda che rispetto alle altre scorre anche molto lentamente. Ma stoici non desistiamo. E così dopo un’ ora piena, in cui dobbiamo anche sopportare lo spettacolo di un gruppo di italiani che con vecchi trucchetti fa avanzare lungo la fila degli amici appena arrivati, arriviamo un po’ scoraggiati a pagare le 13 lt di biglietto. Ma lo spettacolo di una Istanbul al tramonto, visibile a 360 gradi, da questa torre che si erge su una delle sette colline su cui si sorge la città, è davvero il classico evento che da solo vale il prezzo del biglietto… e non parlo del biglietto per accedere alla Torre, ma del biglietto aereo, del costo dell’albergo, delle file, dei patetici tentativi dei furbetti o presunti tali e di tutto il resto. Ecco signori, salite su questa Torre e respirate a pieni polmoni tutta la bellezza commovente di questa città, che a parole è davvero difficile esprimere. Se è possibile cercate di essere sulla torre di Galata all’ora del tramonto, come è capitato per puro caso a noi. Ritorniamo in albergo caricati a mille. Per la sera in programma c’è un ritorno a Sultanahmet per andare a cenare in un ristorante consigliato dalle guide e da qualche precedente tpc. Purtroppo la fama del ristorante è talmente alta che c’è coda oltre che prezzi altissimi rispetto alla media. Entriamo così in un altro ristorante della zona che di primo acchito ci ispira molto: il Mozaik. Ottima scelta anche questa: ci vengono fornite due ottime e abbondanti cous cous alle verdure, una porzione di calamari grigliati e io assaggio il miglior Kebab tra quelli provati a Istanbul, l’Hunkar Kebap, tenera carne di agnello stufata in salsa di pomodoro servito su un soffice e squisito purè di melanzane. Una vera e propria delizia. Con un dolcetto finale paghiamo il tutto 130 lt in totale. Davvero consigliatissimo. Restiamo una mezz’oretta nella piazza centrale a goderci Santa Sofia e Moschea Blu in versione notturna e la spettacolare fontana multicolore che regala foto di grande bellezza con le due moschee simbolo di Istanbul sullo sfondo. Torniamo questa volta in taxi, sfrecciando incredibilmente a velocità folle, nel cuore della città.

31-12

Dopo aver visto la Moschea di Solimano in tutto il suo splendore dall’alto della torre di Galata abbiamo deciso di dedicare la mattina alla visita della stessa. Scendiamo dal tram nella zona universitaria e ci inerpichiamo verso i suoi splendidi minareti. Esternamente e per i miei gusti secondo me questa Moschea è la più bella tra quelle del centro di Istanbul (ma la mia osservazione potrebbe essere influenzata dal fatto che è l’unica che ho vista in una giornata di sole). Maestosa, raffinata e dalle linee pulitissime, sorge su un’altra collinetta dove non si può fare a meno di soffermarsi a guardare il panorama sul Corno d’oro. Riscendiamo nuovamente tra gli angusti vicoli, e tra molteplici negozi e venditori ambulanti ci dirigiamo verso il molo di Eminonu da dove partiremo per la nostra mini crociera sul Bosforo. Anche questo è un must a cui è difficile sottrarsi. Noi, abbiamo deciso di farla in particolar modo, per vedere da vicino il meraviglioso ponte sul Bosforo, per passare un po’ di tempo sulla sponda Asiatica e in generale per vedere anche gli altri quartieri meno centrali anche se soltanto dal mare. Proprio questa breve gita ci lascia intendere a scanso di equivoci che qui bisognerebbe tornarci, preferibilmente d’estate per godersi la bellezza di tante altre zone che sorgono sulle sponde del mare. In generale l’esperienza della crociera la consiglio (ma deve essere almeno di tre ore come la nostra e con sosta sulla sponda asiatica). La cosa migliore è farla all’ora del tramonto. Torniamo ad Eminonu e da lì attraversiamo per la prima volta a piedi il Ponte di Galata districandoci tra un incredibile numero di pescatori e venditori di simit. Decidiamo di tornare a piedi fino a Kabatas passando per Tophane e costeggiando il lungomare sul Bosforo. Ammiriamo ancora una volta lo splendore notturno del ponte illuminato di blu. Dopo una doccia ristoratrice alle otto siamo pronti per la nostra cena di gala sulla terrazza dell’albergo comprensiva di piccolo show di danza del ventre. Io e mia moglie innamorati guardiamo rapiti fino alla fine lo spettacolo di una notte speciale ad Istanbul illuminata dai fuochi pirotecnici di Piazza Taksim e dai razzi segnaletici rossi lanciati dalle navi per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.

1-12

In una città ancora trafficata perché sta smaltendo i postumi del Capodanno, alle 5.45 siamo pronti per la navetta che ci accompagnerà all’aeroporto. Di lì prenderemo il volo della Turkish che con puntualità svizzera ci riporterà a Roma. Il nostro capodanno a Istanbul è finito.

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Moschea Blu by Night

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Panorama da Topkapi

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Eminonu al tramonto dalla Torre di Galata

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Vista dalla Moschea di Solimano



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