Capodanno nel posto più felice sulla terra
Finalmente a Orlando, facciamo una pausa ristoratrice prima di dirigerci a ritirare presso il punto Alamo la macchina già prenotata. C’è la possibilità di noleggiare vetture “economy” ossia base o “luxory” super accessoriate. Non avendo troppe pretese optiamo per la prima scelta (Kia Rio). Integriamo il nostro pacchetto assicurativo (Alamo Gold) con un ulteriore copertura sui danni alle persone per $ 7,99 al giorno più il Toll Pass Service che permette con $ 2,50 al giorno di prendere qualsiasi strada a pedaggio della Florida senza doversi fermare al casello. E’ stato parecchio comodo. E adesso via verso il nostro albergo: Courtyard Marriott a Lake Buena Vista.
Facciamo un po’ di giri a vuoto prima di trovare la strada giusta ma per noi rientra nella normale amministrazione. Prima di crollare notiamo con piacere che abbiamo a disposizione una piscina sia interna che esterna riscaldata con idromassaggio e volendo anche una piccola palestra. Nelle stanze c’è spazio per quattro persone (doppi letti matrimoniali) e siamo dotati anche un bel terrazzino. Proprio niente male.
31 Dicembre Alle sette di mattina siamo già di fronte alla lobby del nostro hotel per acquistare i biglietti dei parchi di divertimento. Per la Disney scegliamo la formula due giorni due parchi utilizzabile entro due settimane dalla prima timbratura ($ 161 a testa) mentre per l’Universal c’è un offerta che prevede la possibilità di visitare entrambi i parchi nell’arco però della stessa giornata ($ 80 a testa).
I pacchetti sono comunque tanti, il consiglio è di studiare con calma tutte le possibilità sui siti ufficiali prima di partire, in modo da avere già le idee chiare. Durante la colazione, a sorpresa compresa nel prezzo, decidiamo di passare l’ultimo giorno dell’anno al Magic Kingdom perché da nessun altra parta pensiamo sia possibile respirare un’atmosfera più fiabesca.
Scendendo dalla macchina ($14 parcheggio) viene il dubbio che non sia stata una buona idea: davanti a noi miliardi di persone. C’è fila per entrare perché bisogna prendere il trenino o una piccola barca in quanto non è possibile arrivare a piedi all’ingresso del parco, c’è fila per lasciare gli zaini ($ 12 dollari di cui 5 restituiti al momento della riconsegna della chiave) e c’è fila per spostarsi semplicemente da una zona all’altra ma niente panico! Con cartina alla mano,cerchiamo di utilizzare il fast pass (incluso nel biglietto stesso) nel modo migliore (si possono prenotare al massimo due attrazioni per volta) facendo la coda dove invece la calca è ridotta a tempi di attesa di venti minuti, massimo mezz’ora.
Camminando a testa in su ci rendiamo però conto che effettivamente siamo finiti in un mondo magico. Gli addobbi natalizi, la neve (finta ovviamente, oggi faranno 30 gradi) che cade, le divertenti sfilate a ritmo delle colonne sonore più belle, il castello illuminato di sera che cambia colore come il vestito della Bella Addormentata nell’ultima scena del film sono solo un piccolo anticipo di uno spettacolo meraviglioso. Per la festa di capodanno infatti si balla sotto il palazzo reale ma ad certo punto la voce di topolino invita guardare il cielo, inizia così un susseguirsi di fuochi d’artificio sempre più forti, sempre più grandi e sempre più luminosi. Mai visti di così belli. Il tutto, bisogna dirlo, in un’organizzazione perfetta. Nonostante fossimo di un numero che non sappiamo a che spaventosa cifra fosse nel frattempo arrivato non abbiamo avuto mai la sensazione di soffocare. Vie di fuga da ogni parte e simpatici operatori che, nell’ invitarci a mantenere la direzione da loro indicata, si divertivano come matti a ballare e cantare la canzone di turno. Forse siamo veramente nel posto più felice sulla terra! E ora un breve elenco delle attrazioni visitate con una piccola premessa: il Magic Kingdom è un parco dedicato ai più piccoli(molto simile a quello di Parigi), i giochi dalle forti emozioni saranno due o tre che noi abbiamo caldamente evitato perché il fast pass era disattivato e il tempo di attesa superava le due ore, sapevamo inoltre che ai parchi Universal avremmo comunque trovato pane per i nostri denti! Buzz Lightyear’s Space Ranger Spin (fast Pass) : divertentissimo gioco dove con pistole a raggi laser . Occorre sparare a mostri spaziali nel punto indicato con una Z per accumulare più punti possibili; Stitch’s Great Escape : il bruttissimo Stitch fa di tutto per terrorizzare i suoi ospiti ma anche se lo scenario è molto bello non ha grande successo. Niente di che.
Monster, Inc. Laugh Floor : rappresentazione con i personaggi del film che interagiscono direttamente con il pubblico invitandoli a imitare i vari protagonisti. Da ridere.
Mi ckey’s PhilharMagic : Simpaticissima pellicola in 3D con Paperino che incontra diversi personaggi Disney per recuperare il cappello da apprendista stregone sottratto a Topolino.
Jungle Cruise (fast pass): giro in barca in una giungla popolata sia da pericolosi animali che tribù. Ricostruzione perfetta.
Pirates of the Caribbean: anche qui su barche con qualche discesa da affrontare. Rappresentazione spettacolare di alcuni particolari del film.
Splash Mountain (fast pass): Classico giro sui tronchi dove prima di intraprendere discese mozzafiato passiamo attraverso paesaggi incredibili; Tom Sawyer Island: una zattera conduce su quest’isola da girare a piedi passando per tunnel di roccia e ponti dondolanti. Se capitate in una giornata affollata come noi questo è l’unico punto dove riuscirete a riposarvi un po’ , lontano dal caos; Haunted Mansion: castello infestato di spiriti e fantasmi che si divertono a rincorrerci fino a sedersi proprio accanto a noi; Mad Tea Party: a bordo di grandi tazze da far girare a tutta velocità; Tomorroland Transit Authority: un bel giro su un trenino che, con una certo ritmo, entra in tutte le attrazione della zona di Tomorroland. 1° Gennaio Oggi ci concediamo un po’ di relax alla volta di Daytona Beach. Il tempo è bruttino ma la particolarità di questa spiaggia è data proprio dalla possibilità di poterla percorrere in macchina e così non curanti dell’acqua che imperterrita continua a scendere, romanticamente attraversiamo tutto il percorso aperto alle autovetture. Per pranzo ci fermiamo da Starlight Diner, un locale molto carino, classico americano alla Happy Days. Per una bistecca (un po’ secca) e un’insalata di pollo spendiamo $ 24,95.
Facciamo poi una prima visita al Kennedy Space Center e nel percorrere la strada che costeggia l’oceano Lab mi fa notare la presenza di due bellissimi delfini. Acquistiamo i biglietti ($ 40,28 a testa) sapendo di poter tornare una seconda volta, entro 7 giorni dalla timbratura, per il tour con il pullman la cui ultima partenza, ormai persa, è prevista alle 14.45. Assistiamo ad un filmato 3D che racconta dello sbarco sulla luna, con immagini sicuramente emozionanti ma, a nostro parere, di durata eccessiva e un po’ ripetitiva. Visitiamo la zona dove sono esposte le tute utilizzate da Armstrong e compagni, varie strumentazioni spaziali e le vere console di controllo della Missione Mercury. Saliamo verso il monumento dedicato agli astronauti che hanno perso la vita nello spazio e da lì assistiamo ad un fantastico tramonto, grazie al vento che nel frattempo aveva spazzato via parte delle nuvole.
Per cena scopriamo la catena Golden Corral, a due passi dal nostro albergo, dove per $ 30,34 in due mangi e bevi fino a scoppiare. Si tratta infatti di un locale con la formula All You Can Eat: una volta pagata una cifra fissa c’è accesso al buffet in tutta libertà.
2 Gennaio Giornata da brivido dedicata ai parchi Universal. La prima visita è all’Islands of Adventure. Arriviamo per l’apertura evitando così, per tutte le attrazioni selezionate, qualunque tipo di fila.
Ma andiamo per ordine: Spiderman : rinunciate a tutti i giochi ma non a questo. Spettacolare simulatore 3D dove affrontiamo incendi, gelate e spaventose discese in una New York invasa dalle forze del male; River Adventure: giro in gommone tra i dinosauri di Jurassic Park con bella discesa finale; Duelin Dragon: montagne russe con seggiolino ad altezza smisurata con giri della morte a velocità supersonica. E’ elettrizzante anche se a noi hanno dato un po’ fastidio gli sbalzi a destra e sinistra nelle curve; Rip Saw Falls: divertentissimo giro sui tronchi con discese una più ripida dell’altra. Usciamo totalmente zuppi. Oggi fa freddo ma c’è un bel sole che per fortuna riesce a scaldarci un po’.
Passeggiamo poi per la zona dedicata ai bambini e rimaniamo impressionati dalla cura dei dettagli e dalle ambientazioni che fanno di questo posto il vero paese dei balocchi che ognuno di noi immagina nella propria mente.
Ed ora è il momento degli Universal Studios. Acquistiamo l’express pass per $ 35,99 a testa valido per un parco (per tutti e due sarebbero stati $ 45,00) indispensabile per visitare più attrazioni possibili perché a differenza della Disney permette di entrare direttamente senza prima dover prenotare e poi ritornare all’ora stabilita.
Si comincia: Revenge of the Mummy: montagne russe al chiuso che sfrecciano nell’antico Egitto sfuggendo ad una mummia furibonda. Da non perdere; Disaster: alla presenza di un Christopher Walker in carne e ossa veniamo istruiti sul montaggio dei film per poi divenirne i protagonisti. Ci siamo fatti un sacco di risate; Man in Black: è caccia agli alieni. Anche qui dotati di pistole laser occorre colpire più extraterrestri possibili; The Simpson Ride: divertente simulatore da capogiro. Accompagnamo Bart e Lisa in un’emozionante avventura al luna park dove accade di tutto; E.T. : come nel film su una bicicletta aiutiamo il nostro amico a far ritorno a casa che ci ringrazierà personalmente. Per i più piccoli; Jaws: Unico gioco rimasto fermo a venti anni fa con pochi effetti speciali e uno squalo che invece di far paura fa un po’ tristezza dato che si vede lontano un miglio che è finto; Terminetor 3D e Shrek 4D: bei filmati a tre e quattro dimensioni, la quarta è rappresentata dal fatto di sedere su seggiolini in movimento e di avvertire spruzzi d’acqua e carezze di insetti.
Uscendo dal parco facciamo un giro nei dintorni: locali a profusione, luci e suoni a non finire. La noia qui non è certo di casa.
Per cena torniamo dal mitico Golden Corral.
3 gennaio Si parte per Miami! Il nostro navigatore si prende gioco di noi facendoci fare una strada tanto panoramica quanto trafficata. Arriviamo nel pomeriggio e cerchiamo per prima cosa un posto dove dormire. Siamo ispirati dall’hotel Ocean sull’Ocean Drive,via principale che affaccia sul lungomare. Portiamo la macchina lì di fronte per farla parcheggiare direttamente a loro. E’ un servizio che costa $28 al giorno ma molto comodo. I parcheggi pubblici si pagano circa $20 ma se si esce nel corso della giornata occorre ripagare l’intero importo. Il prezzo delle camere è di $156 a notte e si tratta di veri e propri appartamenti. Facciamo una passeggiata sulla grandissima spiaggia e nella nostra zona dove tutto è in festa: anche se le lancette indicano appena le quattro del pomeriggio in ogni angolo sono attrezzati e organizzati per il divertimento tipico della tarda sera. Abbiamo però la sensazione che le temperature stiano precipitando ed infatti dal telegiornale capiamo che gli Stati Uniti sono stati raggiunti da una corrente Artica che porterà gelo e freddo per diversi giorni. Fortunatamente venendo dall’Italia siamo attrezzati, gli abitanti del posto un po’ meno visto che hanno continuato a girare imperterriti con infradito e bermuda.
Per cena mangiamo una gigantesca paella all’Atalntic Bar e Grill dove gigantesco è anche il prezzo ($93,24 in due) . Ci mescoliamo poi tra la folla curiosando in vari locali, dove per la gioia di noi ballerini di salsa, è proprio quella la musica che riecheggia di più.
4 gennaio C’è un sole splendido ma fa troppo freddo per stare in spiaggia e allora andiamo verso le Everglades alla ricerca di alligatori. Per essere certi di vederne qualcuno andiamo diretti all’Everglades Alligator Farm, qui non possono davvero mancare. Ce ne sono infatti di tutte le dimensioni e per $ 23 a testa è possibile fare un giro in barca nelle paludi. Acquistiamo i biglietti ma non pensavamo che fosse una gita all’insegna dell’alta velocità e delle grandi ondate. Sicuramente divertente ma terribilmente rinfrescante. Di ritorno alla nostra spiaggia attraversiamo la lunga e caratteristica passerella di legno rimanendo sorpresi di quanto l’acqua possa essere pulita. Non pensavamo di trovare un mare particolarmente bello, perché pur sempre di oceano si tratta eppure complice la sabbia bianchissima, il sole con i suoi riflessi e cielo limpidissimo lo scenario è incantevole.
Per cena ci affidiamo a Buffalo Wings and Rings per fare il pieno di schifezze americane buonissime: ali di pollo fritte, mega hamburger, patate fritte e cheese cake ($57 in due).
5 gennaio Ritorniamo verso Orlando, seguendo questa volta le nostre cartine, per partecipare in tempo al tour in pullman del Kennedy Space Center. Sono previste in tutto tre fermate. La prima è il punto più vicino per osservare la piattaforma di lancio, la seconda è al Centro Apollo/Saturn che ospita un impressionante razzo alto 111 metri e l’ultima è all’International Space Station Center dove si possono osservare da vicino i geni che lavorano al progetto per la costruzione della stazione internazionale. E’ possibile visitare anche le piccole celle dove gli astronauti vivono dopo il lancio, dalla cabina comandi a posti più intimi quali letto e bagno. Al ritorno nel canale che costeggiamo notiamo un simpatico alligatore.
6 gennaio Ed eccoci nuovamente nel regno Disney alla volta di Epcot. Nel frattempo le temperature sono arrivate al minimo storico in Florida, quantomeno un cielo sgombro di nuvole continua a farci compagnia. Seguiamo in ordine di numero, così come esposte sulla cartina, le attrazioni da visitare.
Space Ship Earth: un giro per ammirare il percorso del progresso, dalla preistoria ai giorni nostri. A fine corsa sul monitor vengono poste una serie di domande su come vorremmo sia il nostro futuro e al termine è mostrato un filmato simpaticissimo con i nostri volti. Abbiamo lasciato l’ indirizzo di posta elettronica per averne una copia.
Universe of Energy: un’illustrazione sulle fonti energetiche a partire dall’era dei dinosauri (punto più bello di tutta l’attrazione).
Mission Space (fast pass): si può scegliere se arrivare su Marte in modo soft o come veri astronauti. Noi abbiamo provato entrambi: la durata è la stessa, le immagini pure, quel che cambia è l’intensità delle sensazioni che si provano. Il modulo arancione (quello più intenso) prevede una pressione incredibile al momento del lancio che lascia senza fiato nel vero senso della parola. Da provare solo in perfette condizioni di salute.
Test Track (fast pass): emozionante giro su una vettura ad alta velocità per testarne la sicurezza.
The Seas With Nemo & Friends: su una conchiglia si attraversa l’oceano ripercorrendo le scene del film. Per i più piccoli. Si esce però in un grande acquario dove è possibile ammirare delfini e lamantini.
Facciamo una lunga passeggiata, visto che sono le ore più calde della giornata, per World Show Case, una bellissima ricostruzione di vari paesi del mondo rappresentati dai monumenti più significativi, con musiche che cambiano a seconda di dove siamo. All’altezza del Giappone rimaniamo incuriositi da dolci chiamati Funnel Cake. Pasta fritta tipo quella di bombe o ciambelle a forma di vermicelli intrecciati a cui viene aggiunto zucchero e volendo un altro ingrediente a piacere. Noi scegliamo il cioccolato. Bontà grassa indescrivibile. Nel padiglione del Messico e della Norvegia prendiamo la barca, nel primo siamo accompagnati dalle musiche dei Tre Caballeros del film Saludos Amigos, nell’altro ci sono i mitici Vichinghi.
Honey I Shrunk The Audience: Film il 3D con i protagonisti del film “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi”; Journey Into Imagination With Figment: simpatica visita nel mondo dell’immaginazione; Soarin (fast pass): Fantastica attrazione che porta in viaggio per il mondo con immagini meravigliose. Da non perdere; The Circle of Life: toccante filmato sull’inquinamento; Living with the land: interessante visita tra piante e frutti di vari paesi.
Torniamo in albergo esausti ma contenti e iniziamo a fare i bagagli.
7 gennaio Giornata interamente dedicata al viaggio di ritorno. Avevamo i tempi per la coincidenza ancora più stretti dell’andata ma sta volta sarebbe stato impossibile non fare in tempo: l’aereo per Roma ha tardato circa quattro ore per problemi al motore. Non nascondiamo di aver avuto paura ma per fortuna siamo qui a raccontarlo così come abbiamo voluto raccontare questa vacanza all’insegna del puro divertimento. Sapevamo che il periodo era quello delle grandi folle ma tutto sommato ce la siamo cavata. Non possiamo non sottolineare l’educazione e la gentilezza del popolo americano, la volontà di preservare e mantenere bella ogni cosa. Sono posti che ti invitano a tornare, magari quando farà più caldo, per godere appieno anche delle meravigliose spiagge e per respirare ancora una volta l’incontenibile aria di festa.